Italia, addio alla 'Nuova Via della Seta' con la Cina per un patto sui chip con Taiwan?

Secondo le fonti di Bloomberg, Italia e Taiwan si parlano per rafforzare la cooperazione su produzione ed esportazione di semiconduttori. Allo studio ci sarebbe l'addio alla Nuova Via della Seta, l'accordo infrastrutturale con la Cina.
di Manolo De Agostini pubblicata il 21 Aprile 2023, alle 07:41 nel canale MercatoAddio alla Belt and Road Initiative (Nuova Via della Seta) con la Cina per rafforzare la nostra posizione nel mondo dei semiconduttori. Secondo quanto riportato da Bloomberg, sarebbe questa la sintesi di alcuni colloqui privati tra Italia e Taiwan, più precisamente tra esponenti del ministero delle imprese e del Made in Italy con le controparti taiwanesi.
La Nuova Via della Seta è "un'iniziativa strategica della Repubblica Popolare Cinese per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi nell'Eurasia". All'inizio del 2019 il primo governo Conte firmò un memorandum d'intesa con la Cina per l'adesione al progetto, andando in una direzione totalmente diversa dagli altri paesi del G7.
Un avvenimento che fece scalpore e che tornerà sulle prime pagine dei quotidiani perché nel marzo 2024 scadrà l'intesa e il governo dovrà decidere se lasciare che si rinnovi automaticamente o tirarsene fuori.
Il ventilato addio al patto con la Cina potrebbe aprire verso una maggiore cooperazione su temi quali la produzione e l'esportazione di semiconduttori da Taipei verso il nostro Paese. Taiwan, inoltre, vorrebbe aprire un secondo ufficio di rappresentanza in Italia, a Milano.
D'altronde dal 2019 a oggi lo scenario è mutato completamente, anche i termini economici: se 4 anni fa un accordo con la Cina, per quanto controverso e discutibile, poteva avere un senso per sostenere investimenti (anche se l'impatto è stato risibile al momento), oggi ci sono fondi europei come quelli del PNRR in soccorso dello Stivale.
Allo stesso tempo, mantenere un accordo con la Cina a fronte di una possibile invasione di Taiwan potrebbe creare imbarazzo e tensioni con i partner occidentali come gli Stati Uniti. Decisioni non certo facili per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo le fonti di Bloomberg, comunque, non è stata ancora presa una decisione definitiva.
35 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'attacco di Taiwan viene dato come altamente probabile entro pochi anni (da gente piuttosto attendibile), legarsi a doppio filo con la Cina ci metterebbe nella stessa situazione (se non peggiore) in cui ci siamo trovati con la Russia.
Mettere in mano ad un paese terzo la manifattura e tecnologia è una follia.
Primo punto no.
TSMC sarà il più grande ma solo 1 dei più grandi produttori, che in totale sono 3 e uno di questi produce in USA e l'altro nel Sud Korea.
Senza contare che col chips act il 20% della produzione di chips sarà in UE.
Se la Cina invadesse Taiwan non gli venderemmo più i chips, quindi la parte di domanda rappresentata dai Cinesi sparirebbe rendendo così possibile sostenere i volumi per noi da parte delle fabbriche rimanenti.
tra il dire ed il fare cè sempre di mezzo il mare...entrerebbe nel panico il mercato per anni...ogni cosa fatta da TMSC diventerà introvabile
tra il dire ed il fare cè sempre di mezzo il mare...entrerebbe nel panico il mercato per anni...ogni cosa fatta da TMSC diventerà introvabile
TSMC è più competitiva come PP, ma non è che intel e Samsung siano anni luce lontani.
Poi parliamoci chiaro ..... TSMC è solo un nome, i macchinari e il know how appartengono a Olanda e USA, senza TSMC andrebbero a mancare semmai le infrastrutture e la manodopera di Taiwan.
Ovviamente in caso di invasione AMD e Nvidia non rimarrebbero con TSMC, quindi non capisco proprio il tuo commento relativo all'introvabilità dei prodotti TSMC in quel contesto. Se la barca affonda nessuno produrrà più da TSMC.
Nvidia ti ricordo che passò a Samsung con le Ampere e se ricordo bene produceva più della concorrenza.
Ti ricordo anche che GloFo passò dal disastro a tornare competitiva in una sola generazione con il 14nm realizzato con IBM.
L'azienda che avrebbe la peggio sarebbe semmai Apple, ma lì c'è solo da festeggiare.
TSMC sarà il più grande ma solo 1 dei più grandi produttori, che in totale sono 3 e uno di questi produce in USA e l'altro nel Sud Korea.
Senza contare che col chips act il 20% della produzione di chips sarà in UE.
Se la Cina invadesse Taiwan non gli venderemmo più i chips, quindi la parte di domanda rappresentata dai Cinesi sparirebbe rendendo così possibile sostenere i volumi per noi da parte delle fabbriche rimanenti.
Non ci siamo ritrovati un bel niente, siamo stati noi che abbiamo deciso unilateralmente di rifiutare il loro gas per fare il volere degli USA, quali putt4ne noi siamo.
TSMC è il più importante tra i grandi produttori di chip ed al momento è assolutamente insostituibile. Il chips act non conta una cippa, visto che l'attacco a Taiwan è dato con tempistiche ben più prossime che non "il 20% della produzione di chips in UE".
Sul caso Russia non abbiamo fatto il volere degli USA, abbiamo rimediato ad un errore che non avremmo neanche dovuto fare. Per quanto mi riguarda sul tema la penso come il generale Patton...
Poi parliamoci chiaro ..... TSMC è solo un nome, i macchinari e il know how appartengono a Olanda e USA, senza TSMC andrebbero a mancare semmai le infrastrutture di Taiwan.
Come se un impianto del genere lo si potesse tirare su dall'oggi al domani...
Insostituibile in relazione alla domanda attuale.
Ma se la domanda Cinese sparisse completamente causa sanzioni, il volume rimanente potrebbe essere sostenibile dagli altri 2/3.
Sul caso Russia non abbiamo fatto il volere degli USA, abbiamo rimediato ad un errore che non avremmo neanche dovuto fare. Per quanto mi riguarda sul tema la penso come il generale Patton...
Se consideri che nella seconda guerra mondiale i sovietici hanno combattuto i nazisti principalmente con armi americane, vedi che Mosca non era così fuori dalla loro portata.
Ma se la domanda Cinese sparisse completamente causa sanzioni, il volume rimanente potrebbe essere sostenibile dagli altri 2/3.
Se lo ripetiti più volte ti autoconvincerai.
Taiwan, come stato non esiste dal 1971, quando fu espulsa dal UNU.
per il 99,5% degli stati è una provincia cinese, perché mai dovremmo fare delle sanzione alla Cina, in caso di invasione, visto che per noi si tratta dello stesso stato?
https://it.wikipedia.org/wiki/Taiwan
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