Intel, la fabbrica italiana sorgerà in Veneto, a Vigasio: lo dice Reuters

Secondo le fonti di Reuters, Intel e l'ormai ex governo Draghi avrebbero finalizzato i dettagli sulla fabbrica italiana per il back-end dei processori: dovrebbe sorgere in Veneto, in quel di Vigasio. Battuta la concorrenza di altre regioni, in primis il Piemonte.
di Manolo De Agostini pubblicata il 26 Settembre 2022, alle 06:01 nel canale MercatoIntel
Secondo fonti dell'agenzia di stampa Reuters, Intel e l'ormai ex governo Draghi avrebbero scelto il luogo in cui sorgerà la fabbrica italiana del colosso dei microchip: Vigaso, in Veneto, a 15-20 chilometri da Verona. In base alle indiscrezioni precedenti, da settimane si stava giocando una partita a due in cui alla fine il nord-est ha battuto il nord-ovest, o meglio il Piemonte.
Vigasio è stata scelta perché strategicamente vicino all'autostrada e alla ferrovia del Brennero. Inoltre, è ben connessa con la Germania e in particolare Magdeburgo, dove Intel ha annunciato la costruzione di due enormi impianti per la produzione dei semiconduttori.
Il CEO di Intel, Pat Gelsinger, con un wafer di microprocessori
All'interno di un piano europeo molto articolato (dettagli qui), Intel punta sull'Italia per realizzare un polo relativo al back-end dei processori. Cosa significhi sul fronte tecnologico l'abbiamo approfondito in un articolo apposito, ma in estrema sintesi si tratta di "assemblaggio" dei chip, con tecnologie avanzate che diventeranno sempre più centrali nell'offerta del colosso statunitense.
Lo scorso marzo Intel annunciava l'intenzione di investire sull'Italia fino a 4,5 miliardi di euro, per creare uno stabilimento da 1500 posti di lavoro in Intel e altri 3500 posti di lavoro fra fornitori e partner. Considerando che la costruzione di un impianto legato all'industria dei semiconduttori richiede anni per essere finalizzato, lo stabilimento italiano di Intel potrebbe diventare operativo in un periodo tra il 2025 e il 2027. Al momento non ci sono dettagli certi sui sussidi che l'Italia metterà a disposizione di Intel, ma si vocifera di una copertura fino al 40% dell'investimento complessivo.
A quanto pare sembra tutto pronto per l'annuncio, un potenziale ottimo biglietto da visita per il governo entrante, anche se effettivamente il "lavoro sporco" andrebbe ascritto a Draghi e ai suoi ministri.
Proprio il passaggio di consegne potrebbe essere critico secondo Reuters, tanto che "gli stretti collaboratori di Draghi mirano ad avviare negoziati dietro le quinte con i loro probabili successori per evitare qualsiasi rischio che l'accordo possa essere contestato dal nuovo governo italiano", riportano le fonti spiegando che "la scelta del sito è politicamente molto delicata".
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13 Commenti
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Il problema in itaGLia è sempre la politica...Andava bene per Draghi, bisogna vedere se adesso va bene alla Meloni... vorrei sperare di si...
Andava bene per Draghi, bisogna vedere se adesso va bene alla Meloni... vorrei sperare di si...
Beh..mi sembra ovvio che nessun Governo porrebbe freni all'insediamento di un colosso della tecnologia simile, con ovvie ricadute sull'indotto e sul piano occupazionale. La Meloni si dice interessata a proteggere gli interessi degli italiani, avere simili aziende e marchi sul ns. territorio non è certo cosa negativa.
se vogliono fare sbarramento finché non ottengono qualcosa, lo fanno (vedi rigassificatore e questione del colore della struttura)
Sul carro dei vincitori tutti cerceranno di ostacolare tutti con ogni mezzo nel momento in cui verranno meno gli interessi propri, quindi ogni cosa è possibile strumento di ricatto.
E' successo a Draghi, con i PentaLegati prima, col precedente governo Renzi, e nei governi Berlusconi ogni volta tradito dai suoi stessi alleati.
Diranno che al confezionamento dei pacchi c'è già Amazon e salterà tutto.
Fino a quando non ci sono di mezzo:
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[*]Politici che si oppongono ai finanziamenti, perche' col cavolo che Intel fa una fabbrica in Italia senza che lo Stato ne sovvenzioni una parte
[*]Sindacati che impongono contratti semplicemente ridicoli per una multinazionale, fregandosene del fatto che se vogliono quelli staccano e se ne vanno da un'altra parte senza battere ciglio.
[*]Inghippi con la Russia, che se ci sono accordi sottobanco potrebbero benissimo ostacolare una fabbrica che darebbe un vantaggio competitivo ad un'azienda americana.
[*]Inciuci locali, che non e' che in Italia i politici fanno ste cose gratis (o solamente col loro stipendio), devono per forza avere il tornaconto personale altrimenti son cacchi...
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E se ti pare fantapolitica il fatto che i politici si mettano in mezzo per ostacolare l'apertura di uno stabilimento che porta lavoro e soldi, basta guardare il primo esempio che mi viene in mente, ovvero l'apertura di un negozi Ikea a Palermo, voluto a gran voce sia da Ikea che dai palermitani, ma che ovviamente i politici ostacolano se non ci guadagnano personalmente (o non fanno guadagnare gli amici mafiosi):
https://www.balarm.it/news/ma-quale...no-tristi-20838
https://www.ilsicilia.it/ikea-a-pal...pa-della-mafia/
Per alla fine avere solamente questo:
https://livesicilia.it/ikea-sbarca-...sione-low-cost/
Aho, e mica sono solo i politici/mafiosi siciliani che fanno la cresta sulle industrie che vogliono investire in Italia...
https://www.pisatoday.it/cronaca/ve...a-polemica.html
Quindi stai tranquillo che i politici faranno di tutto per ostacolare Intel fino a quando non potranno mangiarci di sopra.
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