Copia privata, rivisti i compensi: fino a 6,90€ per gli smartphone. SIAE esulta

Il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto che rivede l'equo compenso - o copia privata - che permette a chi possiede un'opera audiovisiva protetta dal diritto d'autore regolarmente acquistata di copiarla su un altro supporto.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Giugno 2020, alle 15:01 nel canale MercatoIl ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT) Dario Franceschini ha firmato il decreto per la determinazione del compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi previsto dalla legge sul diritto d'autore. Più semplicemente si parla di copia privata o equo compenso, ed è in vigore dal 2014.
Il provvedimento non prevede incrementi (così viene detto in una nota, ma non è del tutto corretto, siamo di fronte a delle rimodulazioni per via dei cambiamenti tecnologici), ma poiché si tratta di un "balzello" che impatta sul prezzo finale di dispositivi elettronici, anche se in teoria dovrebbe essere assorbito dai produttori (cosa che non avviene, perché chiaramente viene riversato sul prezzo finale a danno dei consumatori), riteniamo sia bene ritornarci per rinfrescarci un po' tutti la memoria sul tema.
"La copia privata è il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d'autore", si legge sul sito della SIAE. Non si sta parlando di pirateria, ma della possibilità di copiarsi un CD regolarmente acquistato su un altro supporto - un altro CD, lo smartphone o un hard disk esterno.
"In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all'acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso". […] "L'entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d'autore. SIAE riscuote questo compenso e lo ripartisce ad autori, produttori e artisti interpreti".
Il presidente della SIAE, Giulio Rapetti Mogol, ha espresso in una nota "soddisfazione e gratitudine" al Ministro Franceschini "per aver sostanzialmente lasciato invariati i diritti derivanti dalla copia privata. In questo momento, pur nella necessità di mantenere un equilibrio tra interessi contrapposti, il ministro Franceschini ha comunque garantito una equa remunerazione agli aventi diritto. Questo è certamente un importante segnale di attenzione".
In soldoni, nel prezzo di smartphone, computer, unità di archiviazione, Blu-Ray e molti altri prodotti digitali capaci di registrare e archiviare materiale audiovisivo c'è una quota, o se preferite percentuale, che va alla SIAE e che copre la possibilità da parte dell'acquirente del prodotto di - ad esempio - registrare un concerto o copiare un brano da un CD per disporne come copia privata.
Tale possibilità non è detto anzitutto che venga esercitata dal consumatore finale, o che sia possibile farlo se si tiene conto che talvolta i contenuti sono protetti dalla copia con misure difficilmente aggirabili dai più. Per questo il tema della copia privata è altamente divisivo e oggetto di grande dibattito.
In un documento sul sito del MIBACT è dettagliata l'entità della copia privata per ogni tipo di dispositivo o supporto. Focalizziamoci solo su alcuni tipi di prodotti tra i più diffusi, a partire dagli smartphone: per uno smartphone da 32 a 64 GB di memoria la copia privata è di 5,20€, mentre si sale a 6,30€ per modelli da oltre 64 GB fino a 128 GB. Per dispositivi con maggiore capacità di storage l'entità è di 6,90€.
Per i PC c'è un compenso fissato a 5,20€, mentre per chiavette USB da 32 GB e oltre l'entità della copia privata è 0,08€ per gigabyte (GB), fino a un massimo di 7,5€. Gli SSD o hard disk esterni invece richiedono un esborso di 0,009€ per GB nel caso offrano una capacità di 2 TB e oltre, per arrivare a un massimo di 18 euro. Se invece acquistate un Blu-Ray vergine (vuoto), l'impatto sul prezzo è di 10 centesimi di euro ogni 25 GB.
Laddove escono di scena compensi relativi a VHS o audiocassette, ormai reliquie tecnologiche, entrano nella grande famiglia della copia privata gli smartwatch e i wearable in generale. I compensi sono di 2,20€ fino a 4 GB, di 3,20€ da oltre 4 GB fino a 8 GB, di 4,10€ da oltre 8 GB fino a 16 GB, di 4,90€ da oltre 16 fino a 32 GB e infine di 5,60€ oltre i 32 GB.
139 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoe comunque ste robe solo in italia, sono andato a vari concerti all'estero e nessuno rompe, nei teatri e concerti italiani c'è sempre il tizio a dire di non fare foto e video
Se c'è da bloccare l'emendamento per il fondo sui titoli elettronici, ci pensa il PD.
Forse qualcuno dovrebbe cominciare a rifletterci.
È come se per andare semplicemente a passeggiare lungo il fiume dovessi pagare la licenza di pesca...
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[*]14.52€ di IVA
[*]18€ di SIAE
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Senza tasse verrebbero a costare 33.48€, la metà!
I PC che vendono non hanno nemmeno più i masterizzatori!
Se mi compro un CD e lo voglio salvare in Mp3 sullo smartphone è un mio sacrosanto diritto, non ledo nessuna legge e non vedo perchè dovrei pagare qualche signore della Siae un pizzo estorto senza motivazione
I PC che vendono non hanno nemmeno più i masterizzatori!
Se mi compro un CD e lo voglio salvare in Mp3 sullo smartphone è un mio sacrosanto diritto, non ledo nessuna legge e non vedo perchè dovrei pagare qualche signore della Siae un pizzo estorto senza motivazione
Dobbiamo attendere che i supporti fisici replicabili scompaiano (CD, DVD, BR)
A quel punto cosa inventeranno?
Perché certo non posso fare una legittima copia di un film su Netflix, no?
Perché dovresti pagarli!? Ma per quel fantastico servizio di bollini argentati maledetti applicati apposta per deturpare ogni copertina di videogame o bluray no?
...Se non ci fossero cosa faremmo??
Perché se c'è anche il DRM che mi impedisce la copia, io pago la SIAE esattamente perché...?
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