Bitcoin: impiegato di banca usa i server del suo istituto per estrarre la criptovaluta

Il caso riguarda un dipendente di una banca italiana che è riuscito a tenere in sequestro la bellezza di 12 server per "rubare" criptovalute. Casi come questo stanno aumentando a dismisura.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 26 Aprile 2018, alle 09:01 nel canale MercatoBitcoin
Il Bitcoin altro non è che la cosiddetta criptovaluta ossia quella moneta virtuale o per meglio dire un mezzo di scambio altamente volatile, come lo intendono gli esperti della finanza. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, il Bitcoin, non fa uso di un ente centrale o di meccanismi finanziari classici ma il suo valore è determinato unicamente dalla leva della domanda e dell'offerta. Ebbene il successo della moneta virtuale sembra abbia "dato ala testa" così tanto che molti dipendenti cercano di rubare potenza di calcolo ai loro datori di lavoro per estrarre proprio i Bitcoin.
A parlare è Nicole Eagan, CEO di Darktrace ossia l'amministratore delegato di un importante impresa di cybersicurezza, la quale ha pubblicamente dichiarato come negli ultimi sei mesi siano aumentate le segnalazioni di dipendenti che assumono il controllo dell'infrastruttura della propria azienda per estrarre le criptovalute. Sta divenendo un grosso problema e solo negli USA i casi hanno superato le migliaia di unità in pochi mesi.
Nello specifico la spiegazione di tale situazione si è visto che il cosiddetto "cripto-mining" ossia il processo di creazione di nuovi Bitcoin richiede una risoluzione di complessi problemi crittografici e dunque questo richiede a sua volta una mole di potenza di calcolo importante. Tanti devono essere i gruppi di server capaci di decifrare i codici ecco perché molti utenti utilizzino le potenze delle proprie aziende per riuscire a creare criptovalute.
Non ultimo il caso di un italiano, impiegato di una banca della nostra penisola, il quale aveva sequestrato la bellezza di 12 server della propria azienda per riuscire a estrarre criptovalute. I server erano stati, secondo le dichiarazioni del CEO della Darktrace, meticolosamente nascosti dall'impiegato al di sotto del pavimento del data center della banca e lo stesso aveva creato una struttura di crypto-mining capace di portare a termine l'estrazione dei codici e dunque dei Bitcoin. Un reato vero e proprio soprattutto perché l'impiegato italiano ha utilizzato risorse della propria azienda per interessi propri.
Ultimamente il mondo della criminalità, spiega sempre il CEO della Darktrace, cerca di sfruttare le nuove tecnologie. In questo caso i criminali vedono di buon occhio il fenomeno del Bitcoin e delle criptovalute e dunque cercano di trovare il modo di sfruttare potenze di calcolo, in questo caso, libere di utenti ignari. Proprio una recente indagine ha portato alla scoperta di come almeno due aziende lo scorso anno avesse subito la violazione dei propri servizi "cloud-based" solo con l'intenzione di usare la potenza di calcolo per estrarre Bitcoin.
16 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCosa vuol dire ha "sequestrato" 12 server? Se li ha nascosti sotto al pavimento spero bene che fossero server "extra" recuperati magari a seguito di un aggiornamento del parco macchine dove, invece di dismetterli, li ha presi e nascosti per fare i suoi
In definitiva credo che non abbia "rubato potenza di elaborazione" come si dice nell'articolo quanto, al massimo, la corrente per alimentare questi server (oltre ai server fisici). E' un reato in ogni caso, ma è ben diverso il modo.
"rubare" l'energia elettrica e collegare le macchine "abusivamente" alla rete del datacenter sono sicuramente reati più probabili
potrei citare decine di questi casi REALI qua vicino
Sempre peggio!
Qui si potrebbe parlare di filosofia/sociologia/psicologia,dai la possibilità ad un essere umano di stamparsi la cartamoneta da solo e vedrai che non farà un kaiser dalla mattina alla sera,idem con le criptomonete,solo che,tra virus/malware che prendono il controllo del tuo PC e anche smartphone per estrarre criptomonete, la differenza con l'esempio sopra é che non hai nemmeno bisogno di comprarti gli strumenti per stampare la cartamoneta ma puoi rubare elettricità e potenza computazionale altrui.Bisognerebbe che i politicanti di ogni stato al mondo cominciassero ad interessarsi del fenomeno e regolamentarlo, mi pare che da una buona idea si sia creato un far West di gente che di scrupoli non ne ha e di gente che non si rende conto che sta investendo in fuffa,appunto perché se dietro a una moneta c'è uno stato una certa serietà e regolamentazione esiste, se si lascia il tutto al libero mercato,l'ingordigia regna sovrana e il fenomeno degli ultimi anni lo ha dimostrato.Era una idea buona quella della criptomoneta ma si é trasformata in una vera e propria piaga economica.
Beh no, minare criptovalute consuma elettricitá extra che altrimenti non sarebbe usata.
Se te la paghi per conto tuo é un conto, ma cosí é un furto di risorse.
Era una idea buona quella della criptomoneta ma si é trasformata in una vera e propria piaga economica.
Non credo tu abbia capito bene come funzionano le criptovalute.
E circa il regolamentarlo, cosa intendi? Come puoi regolamentare lo scambio di dati tramite internet? Il libero mercato si regola benissimo da solo, grazie a Dio - soprattutto quando lo Stato non si mette in mezzo al libero scambio di beni tra cittadini. In questo caso poi proprio non puó!
va che ad oggi per avere un buon guadagno da mining non basta avere computer sempre acceso e ben configurato, che gia di per se ti assicuro non è cosi privo di sbattimenti come si possa pensare, ce ne vogliono una marea, che consumano un sacco di elettricità...quindi chi lo fa, oltre a spendere e a rischiare un sacco di soldi, deve pure stargli dietro a tutta la mercanzia...insomma, è praticamente un lavoro
Rispondo ai due utenti sopra
Libero mercato si ma fino a un certo punto,il liberismo e il libero mercato in America ha sempre fatto danni,pagati sempre guarda caso dagli altri,il 1929 scoppiato in America il danno più grosso lo ha pagato l'Europa,la crisi petrolifera del 70 pure,la crisi delle banche americaneconnessi all'immobiliare degli anni 2000 ha fatto stra danni in Europa, la verità che se si lascia il mercato libero qualcuno deve sempre prendersela in quel posto,in un certo senso come i videopoker.
In effetti guardate le speculazioni fatte sulle criptomonete,e le prime speculazioni non sono state avviate dai broker.
Smettetela con sti pseudo complotti degli stati che schiavizzano i poveri cittadini,in linea generale,uno stato cerca di regolare al meglio l'uso delle monete e degli scambi economici,non mi pare che le banche centrali di stato (sottolineo di stato e non private) siano associazioni mafiose o simili. Guardiamo il fenomeno delle criptomonete con occhi critici e non di parte,il tutto é iniziato con un esperimento ed é finito con mera speculazione e spreco di risorse energetiche per creare qualcosa che in effetti non ha valore ne regole precise.
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