TSMC avverte: 'Impossibile garantire che i nostri chip non finiscano in Cina'

TSMC avverte: 'Impossibile garantire che i nostri chip non finiscano in Cina'

TSMC ammette di non poter garantire che i suoi chip non finiscano in Cina, nonostante gli sforzi per rispettare le sanzioni USA. Il colosso dei semiconduttori rischia una multa da 1 miliardo di dollari per un chip finito nelle mani di Huawei tramite una società di comodo.

di pubblicata il , alle 06:29 nel canale Processori
TSMC
 

Nel pieno della corsa globale all'intelligenza artificiale e dello scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina, TSMC - colosso taiwanese dei semiconduttori - ha lanciato un allarme: potrebbe non essere in grado di impedire che i suoi chip più avanzati finiscano in mani cinesi.

Nel suo ultimo rapporto annuale del 2024, l'azienda messo nero su bianco che la sua posizione nella catena di fornitura globale dei semiconduttori limita la visibilità sull'utilizzo finale dei prodotti realizzati. In altre parole, TSMC non può sempre sapere chi utilizzerà i chip o con quale finalità. "Il nostro ruolo nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori limita intrinsecamente le informazioni disponibili sull'uso finale dei chip che produciamo", ha dichiarato l'azienda. Questo rende praticamente impossibile garantire che tali chip non vengano reindirizzati verso soggetti sanzionati, come Huawei.

Il caso più emblematico è emerso nel 2024, quando la società di analisi TechInsights ha scoperto che un acceleratore IA prodotto da Huawei - società sottoposta a sanzioni statunitensi - conteneva un chip realizzato da TSMC. Secondo quanto ricostruito, Huawei avrebbe aggirato i controlli tramite una società di comodo, Sophgo, riuscendo a ottenere abbastanza chip per assemblare circa 3 milioni di processori Ascend 910B. Ora, TSMC rischia una multa da un miliardo di dollari.

La società ha prontamente informato le autorità statunitensi e taiwanesi, collaborando alle indagini, ma sottolinea che non esiste al momento una soluzione infallibile per evitare che si verifichino tali episodi. Anche se TSMC verifica ogni progetto ricevuto tramite i file GDS - che contengono le istruzioni per la fabbricazione del chip - non è in grado di determinare né l'identità del progettista né l'utilizzatore finale del prodotto. Questo apre le porte a contratti opachi e usi non autorizzati, anche se involontari.

L'azienda teme non solo conseguenze legali ed economiche - come multe e inchieste governative - ma anche danni reputazionali. In uno scenario in cui gli Stati Uniti, sotto la guida del presidente Trump, minacciano nuovi dazi sui semiconduttori, la posizione di TSMC è molto delicata. L'espansione delle restrizioni all'export e il rischio di interruzioni nella filiera globale potrebbero mettere in crisi l'intero settore.

6 Commenti
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supertigrotto22 Aprile 2025, 09:47 #1
Da un certo punto di vista ha ragione,i cinesi potrebbero trovare 1000 modi per aggirare il ban,magari aprendo una azienda in un paese dove non c'è un ban (tipo l'Italia) e far girare la merce un po' di volte per poi farla arrivare in qualche modo in Cina .
pengfei22 Aprile 2025, 10:37 #2
Già, pure i missili russi contengono molti componenti americani nonostante le sanzioni
Saturn22 Aprile 2025, 10:43 #3
Originariamente inviato da: supertigrotto
Da un certo punto di vista ha ragione,i cinesi potrebbero trovare 1000 modi per aggirare il ban,magari aprendo una azienda in un paese dove non c'è un ban (tipo l'Italia) e far girare la merce un po' di volte per poi farla arrivare in qualche modo in Cina .


Funziona esattamente così.

E lo fanno tutti.

Nel 2022 sono stato in Uzbekistan, era appena scoppiata la guerra in Ucraina e mi si è aperto un mondo. Le famose "triangolazioni".

Con buona pace per chi applica sanzioni...
OK_computer22 Aprile 2025, 11:02 #4
Questi cattivoni cinesi...menomale che ci sono gli americani....
danylo22 Aprile 2025, 17:12 #5
La cosa piu' grave e' che sia stato necessario spiegare come funzionano le cose nel mondo reale.
(segno che chi scrive leggi e restrizioni vive nel mondo di Oz)
vaio-man22 Aprile 2025, 17:54 #6
Giusto che sia così, la società dovrebbe essere multata solo se non ha applicato tutte le procedure necessarie per applicare correttamente le sanzioni, se nonostante ciò il prodotto arriva comunque dove non dovrebbe la società non dovrebbe essere multabile. Quando lavoravo in DELL il cliente doveva dichiarare che il PC non sarebbe andato in Iran o altri stati soggetti a embargo, se il cliente spuntava la casellina e poi lo faceva comunque arrivare in Iran DELL non poteva definirsi responsabile.

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