Gelsinger: bene l'investimento di TSMC, ma per riportare gli USA al vertice dei semiconduttori serve altro

L'ex CEO di Intel ha commentato l'investimento da 100 miliardi di dollari di TSMC negli USA, sottolineando che si tratta di un impegno importante, ma che non riporta il Paese a dettare legge nel campo dei semiconduttori: il know-how, infatti, resta a Taiwan.
di Manolo De Agostini pubblicata il 27 Marzo 2025, alle 15:31 nel canale ProcessoriIntelTSMC
L'ex CEO di Intel, Pat Gelsinger, ha commentato il maxi-investimento da 100 miliardi di dollari di TSMC negli Stati Uniti, un impegno che già si aggiunge ai 65 miliardi di dollari annunciati durante la presidenza Biden.
Secondo Gelsinger, la costruzione di impianti produttivi da parte della casa taiwanese su suolo a stelle e strisce non ripristinerà il ruolo degli USA al vertice della produzione di chip. "Se non si dispone di ricerca e sviluppo negli Stati Uniti, non si avrà la leadership dei semiconduttori negli Stati Uniti", ha affermato Gelsinger al Financial Times, esponendo un pensiero tanto semplice quanto non a tutti chiaro.
"Tutte le attività di ricerca e sviluppo di TSMC sono a Taiwan e non hanno fatto alcun annuncio sull'intenzione di spostarle. […] Se non si progetta la tecnologia dei transistor di prossima generazione negli Stati Uniti, non si ha una leadership negli Stati Uniti", ha aggiunto.
Un detto molto italiano recita "piuttosto che niente è meglio piuttosto" e l'ex massimo dirigente di Intel sembra conoscerlo, tanto da ritenere che le minacce di dazi del presidente Trump abbiano sortito un buon risultato, fornendo a TSMC maggiori incentivi per investire negli USA. Inoltre, Gelsinger ritiene che gli Stati Uniti abbiano ancora un vantaggio in molte tecnologie avanzate che probabilmente determineranno la futura leadership nell'intelligenza artificiale.
L'ex AD, infatti, sostiene che la società cinese di intelligenza artificiale DeepSeek, che all'inizio di quest'anno ha creato scompiglio tra gli investitori grazie ai suoi modelli avanzati e - almeno sulla carta - a basso costo, non rappresenti uno spauracchio per le Big Tech USA. "DeepSeek è stata una buona ingegneria, ma non è stata un'innovazione di base. Non si trattava di grandi innovazioni".
Tutto questo sullo sfondo di una Intel, l'unica realtà che potrebbe ristabilire la leadership degli USA nel campo dei semiconduttori anche nella ricerca e sviluppo (Gelsinger non lo dice, ma lo sottintende…, ndr), che negli ultimi dieci anni ha progressivamente perso il suo storico vantaggio.
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Gelsinger, chiamato nel 2021 a risollevarne le sorti, è stato allontanato alla fine dello scorso anno; da pochi giorni è stato ufficialmente sostituito da Lip-Bu Tan, la cui strategia non è ancora chiara.
L'ex amministratore delegato di Intel non ha voluto commentare l'addio a Intel e la sua genesi, ma ha lasciato intuire di aver perso la fiducia del CdA prima di poter concludere il suo piano quinquennale. "Non avevo finito gli oltre cinque anni quando il Consiglio di amministrazione ha cambiato direzione", ha detto il businessman.
Nel frattempo, Gelsinger è diventato partner di Playground Global, una società di venture capital della Silicon Valley specializzata in investimenti in "deep tech", tra cui campi come l'informatica quantistica e le nuove tecnologie di produzione di chip.
Non solo, l'ex AD - notoriamente religioso - è entrato a far parte di Gloo, un'azienda con sede a Boulder, Colorado, che offre strumenti tecnologici alle chiese cristiane e ad altri gruppi religiosi: Gelsinger è diventato responsabile tecnologico e presidente esecutivo, con l'obiettivo di aiutare la società a sviluppare strumenti di intelligenza artificiale come assistenti virtuali e chatbot.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoGli scemi sono quelli che credono che portare le fabbriche in USA permetterà agli americani di ritornare ad essere competitivi nel mercato mondiale dei semiconduttori.
E quindi poter evitare di fare investimenti propri in tal senso.
Un po' come dire, che la Malesia che per decenni ha avuto sul proprio suolo fabbriche di test & packaging (la cui tecnologia è di altri) possa diventare la leader mondiale in questo ambito.
P.S: gli investimenti di TSMC non dicono quali nodi vuole portare all'estero. Già sappiamo che N2 in USA arriverà 2 o 3 anni dopo rispetto alle fabbriche a Taiwan. Vediamo per i nodi futuri quanto rimane il gap temporale.
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