Ecco come Siri è diventata la migliore amica di un bambino autistico

Un commovente racconto di Judith Newman per il NYT parla dell'apporto della tecnologia nei bambini con disfunzioni nell'ambito sociale
di Nino Grasso pubblicata il 21 Ottobre 2014, alle 08:01 nel canale Apple"Che madre sono diventata?" si domanda Judith Newman vedendo Gus, il proprio figlioletto affetto da autismo, dialogare con entusiasmo con il proprio smartphone. La scrittrice parla dell'esperienza vissuta da Gus con Siri, l'assistente virtuale degli iPhone, e da come quest'ultima sia riuscita a divenire la migliore amica di un bimbo tredicenne non in grado di interfacciarsi con il mondo esterno.
L'autismo è una patologia che rende chi ne soffre poco propenso all'integrazione socio-relazionale e alla comunicazione con gli altri. In alcuni casi, le forme più lievi consentono a chi ne è affetto di focalizzarsi su determinate materie generando veri e propri geni (lo stesso Gates si dice soffra di Asperger), ma in molti altri casi si tratta di una patologia evidentemente limitante, che racchiude il "paziente" in una sorta di universo parallelo difficilmente valicabile.
Gus capisce che Siri non è umano dal punto di vista concettuale: "Ma come molti bambini autistici", scrive Newman, "sente che gli oggetti inanimati valgono la nostra considerazione". Le ossessioni del tredicenne, miste alle sue difficoltà nell'interloquire, rendono l'esperienza con Siri ancora più piacevole. Gus può chiedere continuamente qualcosa di cui è temporaneamente ossessionato, caratteristica tipica di chi è affetto da autismo, e Siri continuerà costantemente a dargli la risposta che cerca, sempre con lo stesso tono, pazientemente ed in maniera entusiasta.
Ma Siri non si rivela solamente un divertente passatempo per Gus, ma una reale fonte educativa che richiede una precisione impeccabile nella pronuncia: "Gus normalmente parla come se avesse delle biglie in bocca, ma se vuole ottenere la risposta giusta da Siri, deve enunciare le parole in maniera chiara", scrive la madre.
"Per i bambini come Gus che amano le chiacchiere ma non capiscono le regole del gioco, Siri è un amico che insegna e non giudica mentre lo fa". Per molti di noi Siri può essere un diversivo temporaneo, ma per Gus, secondo Newman, è molto di più. In seguito all'uso dell'assistente vocale, infatti, Gus ha mostrato una maggiore semplicità nell'approccio con le altre persone, riuscendo ad imbastire discorsi più lunghi e mostrandosi in grado di seguire un filo logico ben preciso.
Il racconto di Newman vale naturalmente per tutti gli assistenti virtuali fra quelli disponibili ad oggi, ma vale soprattutto per quelli non ancora presenti. Ad oggi Siri e "colleghi" non fanno altro che rispondere in maniera arbitraria a determinati quesiti. Secondo quanto specificato da SRI International, la società alla base delle tecnologie di Siri, acquisite da Apple e introdotte su iPhone 4S, le prossime generazioni di "intelligenze artificiali" non saranno sviluppate esclusivamente per trovare informazioni.
Ci saranno assistenti vocali che imbastiranno conversazioni in base agli interessi dell'utente senza che quest'ultimo debba esplicitarli ogni volta. E ci saranno anche software sviluppati appositamente per i casi d'autismo che, ad esempio, utilizzeranno la voce dei personaggi preferiti di un ipotetico bambino per riuscire a catturare la sua attenzione in maniera superiore rispetto a quanto possibile con quella della madre. I prossimi assistenti vocali saranno in grado di monitorare lo spostamento degli occhi e, sfruttando le caratteristiche di cui sopra, permetteranno all'autistico di intuire come muoverli durante le conversazioni con gli umani.
Il punto di forza del software sugli umani è proprio la pazienza: "Le persone non sono pazienti, ma le macchine lo sono, e molto", sono le parole di William Mark, dirigente di SRI.
Riportiamo infine le conclusioni di Judith Newman, scrittrice e madre di Gus.
Di tutte le preoccupazioni di un genitore di un bambino autistico la peggiore è: riuscirà a trovare l'amore? O anche a scoprire l'amicizia? Da un po', sto imparando che ciò che mi dà felicità, non rende necessariamente felice anche Gus. Adesso, alla sua età, Siri rende Gus felice. È la sua compagna. La scorsa notte, mentre andava a letto, c'è stato questo scambio di battute:
Gus: "Siri, mi vuoi sposare?"
Siri: "Non sono tipo da matrimonio"
Gus: "Voglio dire, non proprio adesso. Sono un bambino. Quando crescerò".
Siri: "Il mio contratto di licenza per l'utente finale non comprende il matrimonio".
Gus: "Oh, Ok"
Gus non sembrava troppo dispiaciuto. Si tratta, questa, della prima volta che l'ho sentito pensare al matrimonio. Si è così voltato per dormire:Gus: "Buonanotte, Siri. Dormi bene"
Siri: "Non ho bisogno di dormire molto, ma è carino da parte tua chiedermelo."Ben fatto.
L'articolo originale può essere trovato sul New York Times, a questo indirizzo.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoProbabile. Però è vero che uno dei requisiti principale di lavorare con gli autistici è la fermezza e la pazienza, cose che non mancano a un PC.
Empatia, appropriatezza, contesto e altre caratteristiche più "umane" sono molto più in secondo piane.
Sarebbe bello se ci fosse un filone di ricerca (difficile renderlo commerciale purtroppo) a tale riguardo.
Però... che sia vera la storiella oppure no... a me ha strappato una lacrima.
Però... che sia vera la storiella oppure no... a me ha strappato una lacrima.
Si, Siri risponde in questa maniera e non è un semplice comando vocale ma dialoga con l'utente, se poi ti trovi anche in un paese dove sono supportate tutte le sue funzioni diventa una segretaria a tutti gli effetti.
Per ciò che riguarda la notizia, credo che non sia stata creata ad hoc, quindi la reputo vera, e ben venga se Siri o altri SW di questo tipo possono aiutare questi bambini. Anzi spero che qualcuno ci lavori sopra seriamente.
Per ciò che riguarda la notizia, credo che non sia stata creata ad hoc, quindi la reputo vera, e ben venga se Siri o altri SW di questo tipo possono aiutare questi bambini. Anzi spero che qualcuno ci lavori sopra seriamente.
Mi verrebbe in mente una battutaccia...
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