Batterie agli ioni di litio: un additivo può renderle più sicure

È stato messo a punto un addittivo drop in per batterie agli ioni di litio al fine di prevenire le esplosioni e gli incendi dovuti all'impatto. Si chiama SAFIRE ed pronto per il mercato
di Giulia Favetti pubblicata il 22 Novembre 2022, alle 18:58 nel canale AppleLe batterie agli ioni di lito, ad oggi le più diffuse al mondo, hanno da sempre un enorme problema di sicurezza; se colpite da forti urti possono incendiarsi, o addirittura esplodere. La ricerca ad alternative più sicure ha portato allo sviluppo di batterie allo stato solido, prive quindi dell'elettrolita liquido che è di fatto la componente di rischio.
Ma recentemente è stato messo a punto anche un addittivo drop-in da aggiungere alle batterie allo stato liquido.
Il prodotto si chiama Safire (Safe Impact Resistant Electrolyte) e la licenza per la produzione è stata concessa in esclusiva all'omonima start-up dall'Oak Ridge National Laboratory, che lo ha sintetizzato.
L'additivo è in grado di cambiare la chimica dell'elettrolita facendo in modo che, in caso di impatto, sia in grado di passare dallo stato liquido a quello solido bloccando i contatti tra gli elettrodi ed evitando che l'elettrolita prenda fuoco.
Una tecnologia simile viene trova attualmente applicazione anche nei dispositivi anti proiettile, ma Safire ne vede i principali mercati nella mobilità elettrica.
"Safire trasformerà l'industria automobilistica, in particolare mentre ci muoviamo verso i veicoli elettrici", ha affermato John Lee, co-fondatore e amministratore delegato dell'azienda. Lee e Mike Grubbs, l'altro cofondatore di Safire, stanno anche collaborando con agenzie governative e industria per sviluppare la tecnologia per eVTOL, aerei, e-bike e altre apparecchiature alimentate agli ioni di litio.
"L'additivo è facile da incorporare nei processi di produzione delle batterie esistenti e offre agli utenti un'alternativa più sicura, più leggera ed efficace rispetto alla protezione della batteria convenzionale, con conseguenti prestazioni più elevate e un costo totale di proprietà inferiore", ha aggiunto Lee.
Il team di ricerca dietro lo Safire si è formato nel 2014 ed è stato guidato da Gabriel Veith, padre dell'additivo: "Questa squadra ha avuto un reologo, un ceramista, un elettrochimico, esperti di meccanica, tester di materiali - tutti insieme hanno fanno funzionare questa tecnologia".
Safire prevede di iniziare a sviluppare prototipi con partner strategici, supportata anche dal programma di innovazione tecnologica del laboratorio e di Startup Studio di FedTech, un programma di società di venture capital dedicato all'avanzamento della tecnologia profonda.
9 Commenti
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#TeamCampari
Urca che citazione
L'ennesima cagata propagandata come soluzione miracolosa.
E' un fluido non newtoniano, peccato che se la forza applicata non è sufficientemente impulsiva, continua a comportarsi come un liquido.
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