Apple scommette sugli USA: 500 miliardi di investimenti e 20.000 nuovi posti di lavoro in quattro anni

Apple ha annunciato un piano quinquennale da 500 miliardi di dollari per potenziare la produzione e la ricerca negli USA, creando 20.000 posti di lavoro e investendo in settori chiave come l'intelligenza artificiale e l'ingegneria del silicio.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 25 Febbraio 2025, alle 10:59 nel canale AppleApple
Apple ha annunciato un piano di investimenti da 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti, creando 20.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi quattro anni. Impegno che arriva in seguito a un recente incontro tra il CEO Tim Cook e il Presidente Donald Trump.
Il gigante di Cupertino punta sul Made in USA: ecco il piano di Apple per il futuro
Il colosso di Cupertino ha delineato una serie di iniziative ambiziose che mirano a rafforzare la sua presenza produttiva e di ricerca sul suolo americano. Tra i progetti più rilevanti, spicca la costruzione di un nuovo stabilimento di produzione di server a Houston, Texas. Si parla di un impianto che si estenderà su una superficie di circa 23.000 metri quadrati e che sarà dedicato alla produzione di server per il sistema Private Cloud Compute di Apple, componente cruciale per l'infrastruttura di Apple Intelligence.
L'azienda ha annunciato anche l'apertura di un'accademia per i fornitori nel Michigan, con l'obiettivo di "formare la prossima generazione di produttori statunitensi". Inoltre, Apple prevede di espandere la sua rete di data center in diversi stati, tra cui Arizona, Oregon, Iowa, Nevada e North Carolina.
I 20.000 nuovi posti di lavoro che Apple intende creare saranno principalmente focalizzati su settori ad alta tecnologia come ricerca e sviluppo, ingegneria del silicio e intelligenza artificiale
"Siamo fiduciosi nel futuro dell'innovazione americana e siamo orgogliosi di consolidare i nostri investimenti di lunga data negli Stati Uniti con questo impegno da 500 miliardi di dollari per il futuro del nostro Paese", ha commentato l'annuncio Tim Cook, CEO di Apple.
Secondo alcuni osservatori, il grande investimento di Apple potrebbe essere una risposta strategica alle pressioni sui dazi tra Cina e USA, al fine di proteggere la propria catena di approvvigionamento e a evitare potenziali tariffe.
16 Commenti
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Noi abbiamo dazi molto superiori visto che l'IVA al 22% prima veniva spacciata come tributo interno e non calcolata magicamente come dazio, a cui si aggiungono i dazi veri e propri insieme ai diritti doganali per un aggravio dei costi di importazione dell' ordine del 30% e più...
Quindi gli USA non fanno che adeguarsi.
"Con l’arrivo della riforma della normativa doganale nazionale, l’IVA dovuta all’importazione, che attualmente può essere considerata, per consolidata definizione giurisprudenziale, un tributo interno, soggetto alle aliquote stabilite da ciascun Paese membro dell’UE, assume al rango di diritto doganale (o diritto di confine), assimilabile, pertanto, ai dazi."
https://osservatorio-riformafiscale...tto-di-confine/
https://www.ipsoa.it/documents/quot...e-spedizionieri
Geniale, bisogna dire Trump di non chiamarli più dazi ma IVA, così sono tutti contenti.
Già, difficile da capire, leggere poi ancora più difficile, troppo...
https://osservatorio-riformafiscale...tto-di-confine/
https://www.ipsoa.it/documents/quot...e-spedizionieri
Già, difficile da capire, leggere poi ancora più difficile, troppo...
https://osservatorio-riformafiscale...tto-di-confine/
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Chiamali come ti pare, ma i dazi di Trump e di chiunque altro sono in aggiunta alle tasse di importazione, IVA in Europa e VAT in USA ecc...
Per cui si aggiunge imposta a imposta, poi chiamala come vuoi, quindi se Trump mette dei dazi aggiuntivi su determinate merci, queste in dogana dovranno pagare il 15% di VAT (credo che la media sia questa perchè ogni stato degli USA ha la sua aliquota) più il 25% che ha minacciato.
Già, difficile da capire, leggere poi ancora più difficile, troppo...
https://osservatorio-riformafiscale...tto-di-confine/
https://www.ipsoa.it/documents/quot...e-spedizionieri
Dal tuo primo link, secondo paragrafo:
OLTRE ai dazi... l'IVA NON è un dazio. E come ricordava randorama (oddio, dovrebbe essere ovvio e noto a chiunque, ma va bo
D'altro canto l'IVA c'era pura prima della modifica alla norma da te citata. Modifica che all'atto pratico di chi acquista non cambia una mazza (oggi paga tanto quanto pagava prima della variazione). O vorresti forse affermare che prima del 26 settembre 2024 l'IVA sui beni importati dall'estero non la pagavi?
Ciò che nella pratica cambia riguarda gli oneri attribuiti ai rappresentanti doganali, come peraltro il tuo stesso link spiega negli ultimi due paragrafi.
A seguito della modifica in parola, ossia dell’assunzione della natura di “diritto di confine” da parte dell’IVA all’importazione, i soggetti obbligati al pagamento dei diritti in questione saranno non solo i dichiaranti ma anche proprio gli eventuali rappresentanti doganali che agiranno in rappresentanza doganale indiretta.
CUT
In USA non c'è nessuna VAT ma la Sales Tax ed è molto minore, inoltre è realmente una tassa interna e non richiesta in dogana...
L'IVA da noi è un dazio come recentemente specificato dall' Agenzia Entrate e richiesto direttamente dalla Dogana.
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