Apple e iPhone ''made in USA'': solo Trump ci crede! Impossibile farlo veramente

Apple e iPhone ''made in USA'': solo Trump ci crede! Impossibile farlo veramente

Apple affronta dazi record del 104% sulle importazioni dalla Cina mentre l'amministrazione Trump spinge per la produzione USA degli iPhone, un obiettivo che esperti e analisti considerano economicamente e tecnicamente irrealizzabile.

di pubblicata il , alle 09:31 nel canale Apple
AppleiPhone
 

L'amministrazione Trump ha recentemente riacceso il dibattito sulla possibilità di produrre gli iPhone direttamente sul suolo americano. Durante un briefing con la stampa, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato che il presidente "crede assolutamente" nella capacità degli Stati Uniti di realizzare i dispositivi Apple internamente. Questa affermazione arriva alla vigilia dell'entrata in vigore di nuovi dazi doganali che potrebbero avere un impatto devastante sull'attuale modello produttivo di Cupertino.

I nuovi dazi e la pressione sul reshoring

A partire dal 9 aprile, le merci importate dalla Cina saranno soggette a una tariffa record del 104%, dopo che nelle ultime ore il presidente ha raddoppiato la misura iniziale del 54%. Il messaggio dell'amministrazione è chiaro: se aziende come Apple non vogliono pagare queste tariffe salatissime, devono spostare la produzione negli Stati Uniti.

Tuttavia, nonostante la pressione politica, lo scenario ipotizzato dal presidente appare tecnicamente ed economicamente impraticabile. La complessità della catena di fornitura di Apple, affinata nel corso di decenni, rende praticamente impossibile un trasferimento su larga scala della produzione di iPhone negli Stati Uniti. Non è solo una questione di costi, ma anche e soprattutto di competenze specializzate.

La realtà della produzione secondo Tim Cook

Lo stesso CEO di Apple, Tim Cook, negli scorsi anni aveva spiegato perché l'azienda produce i suoi iPhone in Cina:

"C'è molta confusione su questo punto. L'opinione comune è che le aziende vadano in Cina per il basso costo del lavoro. Non so in quale parte della Cina si guardi, ma la verità è che la Cina ha smesso da anni di essere un Paese a basso costo del lavoro. Il motivo è un altro: le competenze."

Cook aveva evidenziato come i prodotti Apple richiedano un livello di precisione e di capacità avanzata nella lavorazione degli strumenti e dei materiali che in Cina è disponibile su larga scala:

"Negli Stati Uniti potremmo forse riempire una stanza con ingegneri specializzati negli utensili. In Cina si possono riempire campi da football. Il livello di specializzazione professionale è enorme."

Le perplessità degli analisti

Gli analisti del settore hanno espresso forti dubbi sulla fattibilità di una produzione di iPhone interamente americana. Laura Martin di Needham ha commentato su CNBC: "Non credo sia una cosa fattibile. I costi per Apple schizzerebbero alle stelle e un iPhone made in USA potrebbe arrivare a costare 3.500 dollari." Anche Dan Ives di Wedbush concorda su questa stima. La complessità della supply chain di Apple è evidenziata dal fatto che l'azienda ha un elenco di fornitori lungo 27 pagine, distribuiti in oltre 50 Paesi, senza contare i minerali rari provenienti da 79 Stati, molti dei quali non reperibili negli Stati Uniti. Anche limitando il concetto di "produzione" alla sola fase di assemblaggio finale, gli Stati Uniti non disporrebbero comunque dei lavoratori qualificati necessari.

L'impatto dei dazi e le strategie di Apple

Con l'entrata in vigore dei nuovi dazi, Apple si trova di fronte a una sfida senza precedenti. Cupertino produce in Cina circa il 90% degli iPhone destinati al mercato statunitense. Un dazio del 104% renderebbe insostenibile l'attuale modello di business, mettendo sotto pressione margini e prezzi al consumo. Apple ha già avviato alcune contromisure: ha intensificato l'importazione di iPhone da paesi dove i dazi sono meno pesanti, come l'India, nel tentativo di creare scorte sufficienti per tamponare l'impatto a breve termine. L'azienda sta anche studiando soluzioni strutturali come la diversificazione della produzione e lo spostamento di parte dell'assemblaggio fuori dalla Cina.

Tuttavia, queste strategie erano basate sul presupposto di un dazio del 54%. Con il raddoppio al 104%, anche per una macchina ben oliata come quella di Apple sarebbe impossibile ammortizzare l'impatto senza significativi rincari. L'aumento dei costi potrebbe riflettersi sui listini a livello globale, vista la portata della manovra e l'interconnessione della catena produttiva mondiale.

Il vero oggetto dell'investimento da 500 miliardi

L'amministrazione Trump cita spesso l'investimento da 500 miliardi di dollari annunciato da Apple negli Stati Uniti come prova della volontà dell'azienda di "tornare a casa". Tuttavia, questo investimento riguarda in realtà una diversa area operativa: la produzione di server destinati al sistema Private Cloud Compute di Apple, non gli iPhone. Si tratta di prodotti a basso volume e non destinati al mercato consumer, quindi molto diversi per scala e complessità dalla produzione di smartphone.

Il precedente tentativo di portare parte della produzione Apple negli Stati Uniti risale al primo mandato di Trump, quando l'azienda avviò la realizzazione del Mac Pro in Texas. Anche in quel caso l'esperienza si rivelò problematica: difficoltà nel reperire fornitori locali, costi imprevisti legati all'importazione di componenti e carenza di manodopera qualificata portarono a ritardi e criticità operative.

Un sogno irrealizzabile?

Alla luce di tutti questi fattori, il sogno di un iPhone "Made in USA" rilanciato dalla Casa Bianca sembra più un'operazione politica che una prospettiva concreta. Riorganizzare l'intera supply chain sul territorio americano richiederebbe anni e centinaia di miliardi di investimenti, senza alcuna garanzia di successo. Negli USA non esiste un bacino di manodopera specializzata paragonabile a quello cinese, in grado di assemblare milioni di dispositivi al mese con la stessa efficienza.

L'unica vera speranza per Apple e altre aziende del settore sembra quindi essere una de-escalation della tensione commerciale tra USA e Cina. Un passo che, al momento, appare lontano. I mercati sembrano condividere questo pessimismo: subito dopo la conferma ufficiale dei nuovi dazi da parte della Casa Bianca, il titolo Apple (AAPL) ha perso terreno a Wall Street, segno che gli investitori non credono a una soluzione rapida né a un futuro a breve termine senza impatti significativi sui conti e sulla strategia globale del colosso californiano.

Mentre l'amministrazione Trump continua a spingere per il reshoring dell'industria tecnologica, la realtà della produzione globale di dispositivi complessi come gli iPhone si scontra con le ambizioni politiche. Il futuro della produzione di Apple e di altre aziende tech rimane incerto, in bilico tra pressioni politiche, sfide logistiche e la necessità di mantenere competitività in un mercato globale sempre più complesso.

30 Commenti
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Saturn09 Aprile 2025, 09:34 #1
Il sogno americano è MADE IN CHINA/TAIWAN.

C'è chi lo ammette e c'è chi mente !
agonauta7809 Aprile 2025, 09:48 #2

“Designed by ... in California”
Fatto da schiavi in Asia

IlCarletto09 Aprile 2025, 09:58 #3
Originariamente inviato da: agonauta78
“Designed by ... in California”
Fatto da schiavi in Asia


scritto da Oppo/Samsung/Xiaomi...
IlCarletto09 Aprile 2025, 10:01 #4
Originariamente inviato da: Saturn
Il sogno americano è MADE IN CHINA/TAIWAN.

C'è chi lo ammette e c'è chi mente !


E lo fanno veramente
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Kuriosone09 Aprile 2025, 10:02 #5
Caro argonauta, intanto la gente lo compra lo stesso l'Iphone costruito da "schiavi" come continuiamo a comprare il gas liquefatto USA trasportato con pericolose ed inquinanti Metaniere nonostante i Dazi. Gli Smartphone cinesi sono brutti e cattivi spiano le persone ma costano fino ad 1/3 in meno costruiti dagli stessi "schiavi" dell'Iphone bello, elegante che non spia nessuno.
gd350turbo09 Aprile 2025, 10:02 #6
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
Apple affronta dazi record del 104% sulle importazioni dalla Cina mentre l'amministrazione Trump spinge per la produzione USA degli iPhone, un obiettivo che esperti e analisti considerano economicamente e tecnicamente irrealizzabile.

Bè non è necessario essere esperti per capirlo !
Decenni di produzioni spostate all'estero, non si recuperano in un giorno !
Costruire impianti, reperire le materie prime quanto più possibile all'interno dei confini usa, approntare la logistica, trovare le persone formarle, roba che necessita di anni e anni e di una montagna di miliardi !
E...
Nel improbabile ipotesi che ci riesca a quanto dovresti venderlo l'iphone made in usa ?
2000$
3000$
the_joe09 Aprile 2025, 10:11 #7
Originariamente inviato da: gd350turbo
Bè non è necessario essere esperti per capirlo !
Decenni di produzioni spostate all'estero, non si recuperano in un giorno !
Costruire impianti, reperire le materie prime quanto più possibile all'interno dei confini usa, approntare la logistica, trovare le persone formarle, roba che necessita di anni e anni e di una montagna di miliardi !
E...
Nel improbabile ipotesi che ci riesca a quanto dovresti venderlo l'iphone made in usa ?
2000$
3000$


Infatti il giochino è quello, non solo per iPhone, lo fai aumentare di prezzo con i dazi in modo che allo stesso costo lo possa costruire in patria, può funzionare, ma il costo ricade sul consumatore che lo stesso oggetto lo paga decisamente di più.

Senza considerare nel caso specifico, la difficoltà di rendere efficiente una fabbrica allo stesso livello di quello raggiunto da Foxcon
AlexSwitch09 Aprile 2025, 10:13 #8
Originariamente inviato da: Kuriosone
Caro argonauta, intanto la gente lo compra lo stesso l'Iphone costruito da "schiavi" come continuiamo a comprare il gas liquefatto USA trasportato con pericolose ed inquinanti Metaniere nonostante i Dazi. Gli Smartphone cinesi sono brutti e cattivi spiano le persone ma costano fino ad 1/3 in meno costruiti dagli stessi "schiavi" dell'Iphone bello, elegante che non spia nessuno.


Gli americani, con dazi di questa portata e l'inflazione che continua a crescere su beni di consumo fondamentali come gli alimentari, cominceranno a pensarci su 10 volte prima di cambiare l'iPhone o il Mac.
Terminate le scorte importate prima dell'entrata in vigore dei dazi, un iPhone base potrebbe arrivare a costargli il 50%-60% in più se Apple decidesse di assorbire parte dei dazi, altrimenti si arriverebbe all'80% e più ( VAT e tasse accessorie escluse ovviamente ).

Lo stesso discorso vale anche per altri marchi venduti negli USA: Microsoft con l'hardware Surface e le console da gioco, HP, Dell, IBM, Logitech, i vari produttori di schede grafiche con ricadute inevitabili su Nvidia ed AMD, Intel...
gd350turbo09 Aprile 2025, 10:29 #9
Originariamente inviato da: AlexSwitch
Gli americani, con dazi di questa portata e l'inflazione che continua a crescere su beni di consumo fondamentali come gli alimentari, cominceranno a pensarci su 10 volte prima di cambiare l'iPhone o il Mac.
Terminate le scorte importate prima dell'entrata in vigore dei dazi, un iPhone base potrebbe arrivare a costargli il 50%-60% in più se Apple decidesse di assorbire parte dei dazi, altrimenti si arriverebbe all'80% e più ( VAT e tasse accessorie escluse ovviamente ).

bè alcuni sono sicuro che lo prenderebbero ugualmente, altri magari andranno su altri modelli non made in usa.
supertigrotto09 Aprile 2025, 10:58 #10
Che lo faccia,poi che mandi i suoi elettori,figli,mogli e parenti ad assemblare iPhone 16 ore al giorno , 7 giorni su 7 e pagati a 1 dollaro all' ora.
Hanno voluto loro l'America dei servizi perché erano troppo superiori per sporcarsi le mani con i lavori manuali e adesso hanno cambiato idea?
Non si sentono più il popolo per eccellenza non nel mondo ma nell' universo?

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