Apple dovrà spostare dati iCloud cinesi su server in Cina

Cupertino si deve uniformare alle leggi locali sulla cybersicurezza. Se vuole continuare a vendere sul territorio cinese deve piegarsi alle richieste dell'esecutivo
di Rosario Grasso pubblicata il 27 Febbraio 2018, alle 10:41 nel canale AppleApple
Entro fine mese Apple dovrà mantenere la promessa fatta alle autorità cinesi e consegnare i dati degli utenti immagazzinati su iCloud, ovvero documenti, foto, messaggi, email, dati personali e tutto ciò che si trova sul suo servizio di storage online.
Cupertino deve uniformarsi alle leggi locali sulla cybersicurezza che le impongono l'obbligo di memorizzare i dati usati in Cina su server che risiedono fisicamente all'interno della Repubblica Popolare. Se vuole operare in Cina, il più importante mercato mondiale, Apple non può fare diversamente, e sarà dunque chiamata a una consistente operazione di trasferimento dei dati dai server statunitensi, dove risiedono attualmente, a quelli cinesi.
La notizia ha però destato preoccupazioni in vari ambienti, visto lo storico delle istituzioni cinesi e la loro tendenza al tracciamento dei dissidenti. Reporters sans frontièrs, il noto osservatorio sulla libertà d'espressione internazionale, ha già invitato gli utenti di dispositivi Apple che risiedono in Cina a interrompere l'uso di iCloud. Si teme possa ripetersi quanto accaduto qualche anno fa quando Yahoo! cedette i dati di alcuni utenti cinesi al governo, con l'operazione che portò a una serie di arresti e di condanne a morte.
Apple si è opposta per lungo tempo alle autorità cinesi sulla questione iCloud, senza riuscirci. I dati risiederanno, dunque, sui server della società Cloud Big Data Industry, creata e finanziata a Guizhou nel 2014, che ha stretti legami con il Partito Comunista cinese. Apple garantisce che le autorità non avranno comunque accesso ai dati, visto che continuerà a mantenere il controllo sulle chiavi crittografiche. Inoltre, in caso di richiesta da parte delle autorità giudiziarie segnalerà di aver ceduto dei dati personali nel suo report pubblico semestrale.
Per la prima volta le chiavi per l'accesso ai dati iCloud verranno archiviate nella stessa Cina. Ciò significa che le autorità cinesi non dovranno più ricorrere ai tribunali statunitensi nel caso di ricerca di dati memorizzati in account iCloud cinesi e potranno invece utilizzare il proprio sistema legale per chiedere ad Apple di consegnare i dati di iCloud per gli utenti cinesi.
Anche Apple deve dunque chinarsi al volere dell'esecutivo cinese, come già accaduto a molti altri produttori occidentali. Non può rinunciare al mercato cinese, il primo al mondo per gli smartphone, dove oltretutto nello scorso anno iPhone 7 è stato il secondo telefono più venduto nella nazione, con una quota di mercato del 2,8%.
32 Commenti
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"a Cina" ?[S]Business to Customer[/S] now Business to Government
In casa Apple sono tutto orgoglio, moralità ed etica
e mi permetto di sottolineare come il punto non sia tanto che sia coinvolto un nome come apple (per quanto non sia esattamente chiara la questione delle chiavi crittografiche che restano a loro, suona da cerchiobottismo potenzialmente...), anche se non mi sfugge l'utilità dal punto di vista 'pesca'...
a margine, non escludo che, sotto la 'malefica influenza' della rete mondiale cresca via via, dal basso, una sorta di 'anticonformismo' che possa alla lunga cambiare le cose, e chissà, potrebbe essere proprio questo che spaventa l'apparato...
Innegabile che Apple abbia fatto, con questa decisione, una figura ipocrita piegandosi ad un apparato che ha appena deciso che la carica di presidente sarà " a vita ".... Ovvero un regime, di cui il buon Tim Cook, così politicamente corretto, si è reso complice nella lotta contro i dissidenti e l'opposizione ( due cose che in Cina coincidono ).
Ma le fabbriche di Foxconn e Pegatron servono per macinare profitti su profitti producendo decine di milioni di iPhone e tutto il resto.
Ma non solo: l'aver consegnato i dati degli utenti iCloud cinesi rappresenta un precedente a cui anche altri governi potranno attaccarsi per eventuali richieste simili in futuro.
Quindi è ora che in Apple dismettano le vesti di paladini delle libertà, dell'uguaglianza e dei diritti su privacy e riservatezza, visto che è solamente una strategia di marketing, un orpello da sfoggiare ad una marea di utenti inconsapevoli.
https://www.reuters.com/article/us-...s-idUSKCN1GA0LP
sì la piccola differenza è che l'Europa lo sta facendo attraverso il GDPR per evitare che li USA ci ficchino il naso a proprio piacimento, non per metterci le mani lei e mettere in galera sommariamente gli utenti non graditi
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