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21-04-2010, 10:09 | #1 |
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Sartori: incognite del federalismo
QUATTRO SCENARI PER UNA RIFORMA
Le incognite del federalismo All’inizio la Lega parlava di secessione, poi è passata al federalismo, e ora dice «federalismo fiscale». L’ultima dizione è uno specchietto per le allodole? In gran parte sì. Il «fiscale» piace al Nord (che lo legge: più soldi da tenere per sé), e inoltre la qualifica di fiscale dà l’idea di un federalismo circoscritto, più modesto. Ma non è così. Se sarà, sarà completo e, temo, micidiale. Il collega Angelo Panebianco, sulle colonne di «Sette» è tranquillo. Per lui le riforme istituzionali saranno chiacchiere che non arriveranno a nessuna conclusione. Io sono meno tranquillo, confesso. A Berlusconi restano tre anni di governo per i quali non può più addurre il pretesto — anche se continua a invocarlo — di non avere il potere di governare. In realtà nessuno, dopo l’infausto regime, ne ha avuto quanto lui. Si vede che il Nostro non è forte in storia, nemmeno recente. Il fatto è però che Berlusconi non ha soldi (s’intende, soldi pubblici) e che Tremonti non glieli può dare perché, vedi caso, il fisco non piace agli italiani (Berlusconi incluso) e lascia le casse dello Stato a secco. Invece le riforme inizialmente non costano nulla, sono pezzi di carta. Dopo costeranno, ci scommetto, moltissimo. Ma après moi le déluge, dopo me venga pure il diluvio. Tra tre anni Berlusconi medita di insediarsi al Quirinale, da dove il diluvio lo può guardare al sicuro dall’alto. Intanto, ripeto, le riforme sarebbero a costo zero. I problemi sollevati dal nostro rifacimento federalistico esauriscono il mio pallottoliere. Qui li raggrupperò sotto quattro stringatissime voci. Primo, il costo finanziario: nuove sedi, nuovo personale, nuovi stipendi. Questa cosiddetta devolution quanto verrà a costare? Nessuno lo sa, nemmeno all’incirca (come è stato onestamente ammesso da Tremonti). In passato l’impavido Calderoli diceva: niente. Niente, tra l’altro, perché a suo dire il personale «federalizzato » verrà trasferito da quello statale. Si è visto. Man mano che le Regioni si consolidavano i «trasferiti» sono stati quattro gatti (salvo che da una sede romana all’altra) e contestualmente il personale centrale ha continuato a crescere. Dunque costi crescenti, sicuramente ingenti, e ignoti. In un’altra sua esternazione il faceto Calderoli ha asserito che il problema non esiste perché «tutti gli Stati federali costano meno di quelli centrali». Questa è davvero una perla. Tutti gli Stati federali in funzione, e che funzionano, sono nati federali. Pertanto non possiamo sapere quanto costavano prima quando erano (non erano) centralizzati. Secondo, i costi decisionali: quanto si allungheranno i tempi, e anche quanto aumenteranno i veti, i blocchi sui permessi di fare qualcosa. Di regola, più sono i passaggi di una pratica da una scrivania all’altra, più tempo ci vuole perché arrivi in porto. Però i costi decisionali sono anche dovuti alla incompetenza e al menefreghismo del personale che gestisce i papelli. E purtroppo il reclutamento del personale regionale è soprattutto clientelare, e anche, man mano che si scende al Sud, sfacciatamente familistico e pericolosamente infiltrato dalla malavita. Comunque sia, il punto è che il grosso delle nuove assunzioni non avviene per merito e capacità ma per alleviare la disoccupazione e allevare clientele elettorali. Federalismo clientelare? Sarebbe un bel risultato. Terzo, il costo della frammentazione localistica. Il mondo reale è sempre più interconnesso e richiede strutture diciamo «lunghe» e allungabili: strade e ferrovie di migliaia di chilometri, oleodotti e gasdotti che traversano i continenti, linee di trasmissione dell'energia davvero globali, e così via. Invece da noi, un comune blocca un traliccio elettrico (spesso solo per farsi pagare, per fare cassa), il grande Nichi Vendola blocca da anni il rigassificatore di Brindisi (per l'Italia una riserva vitale), e Firenze non riesce ad avere un aeroporto decente perché il comune limitrofo nega da sempre qualche centinaio di metri del suo preziosissimo territorio per allungare la pista. Eccetera, eccetera, eccetera. Il federalismo andrà a spezzettare un paese già troppo spezzettato. Se ne dovrebbe quantomeno discutere a fondo, sul serio. Ma la tv è imbavagliata, e la partita sembra oramai aggiudicata. Dimenticavo: gli italiani sono buoni, il nostro sarà un federalismo «solidale». Vorrei vedere prima di credere. Quarto, e brevissimo. Esiste, o può esistere, una qualsiasi organizzazione senza punizioni? La Sicilia fa da gran tempo tutto quel che vuole, eppure non è mai punita. Altrove esistono ancora i «commissariamenti»; ma andranno a sparire. Negli Stati Uniti (un sistema federale serio) la città di New York può fallire; e proprio per questo non fallisce. Ma in Italia Palermo, Napoli, Catania, saranno libere, come meriterebbero, di fallire? Oppure costringeranno le banche delle quali si andranno a impadronire, a fallire per loro? Sarei curioso di sapere dal ministro Calderoli (Bossi e Berlusconi non lo sanno di certo) se il federalismo leghista contempla sanzioni, e quali. Grazie, se ci sarà, dell'attenzione. Giovanni Sartori Fonte: Corriere. Il federalismo e il mistero del silenzio tombale L’altro giorno scrivendo su queste colonne su le «Incognite del federalismo» mi sono detto: questa volta mi massacrano. Mi sono sbagliato alla grande. La risposta è stata un silenzio tombale. Chi mi ha letto saprà che ponevo quattro quesiti, appunto sul federalismo: quanto costerà, quanto complicherà le decisioni, quanto spezzetterà le cose che non sono da spezzettare, e chi punirà, e come, chi sgarra. Non dico che i suddetti fossero quesiti facili; ma erano e restano quesiti sine qua non, senza i quali nulla, senza i quali «non si può». Mi era stato annunziato che mi avrebbe risposto il ministro Roberto Calderoli. Del che ero lietissimo perché l’uomo è intelligente (la sua legge elettorale lo è, pur nella sua orrendezza). Invece Calderoli si è sfilato, a quanto pare. Così mi ha risposto domenica soltanto La Padania trovando come vittima— immagino—Stefano Bruno Galli, che mi risulta essere ricercatore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Milano. Il buon Galli se la cava come può. Non affronta e tantomeno risponde in alcun modo a nessuna delle mie domande. Curiosamente mi rimprovera di aver citato con favore, alcuni anni fa, La Casta di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Farei lo stesso, oggi, per almeno una dozzina di altri libri loro, di Peter Gomez, di Marco Travaglio e altri, tutti di devastante documentazione. Dico curiosamente perché se i suddetti diffamassero un’Italia regionale che prefigura l’Italia federale (sembra così anche a me), allora sarebbe strettissimo dovere della Lega di controbattere e smontare queste calunnie. Invece anche rispetto a questo il silenzio è tombale. Ma vengo al nocciolo. Il Nostro cita, in favore della tesi che il federalismo costa meno del centralismo, un solo autore, Buchanan. Ma siccome su Buchanan ho lavorato e scritto, posso assicurare il valoroso Galli che il suo teste gli darebbe torto. Senza scomodare venerati maestri, anche io saprei escogitare sulla carta un buon sistema federale. Ma tutto dipende dalle condizioni di attuazione e da quel che troviamo di già fatto (malfatto) e incancrenito in loco. Gira e rigira —sempre a vuoto— il buon Galli approda a questa sensazionale scoperta: che «il federalismo è responsabilità». A dire così non si sbaglia mai; ma non si dice nulla. Responsabilità è in primis un concetto etico, a proposito del quale si distingue tra etica delle buone intenzioni (redente dalla loro bontà intrinseca, anche se risultano disastrose nei loro effetti pratici) ed etica della responsabilità, e cioè consapevole delle conseguenze e quindi per ciò stesso responsabile. In politica, invece, essere responsabile vuol dire, in primissimo luogo, essere tenuto a rispondere dei propri atti; e in questo contesto un responsabile che si rivela «irresponsabile» deve essere cacciato e se del caso punito. Come? Da chi? Il nostro non ne ha la minima idea, e perciò lascia anche me senza nessuna idea. Peccato che io non sappia il padano e quindi che non possa tradurre. In inglese la nostra vicenda è già prevista, temo, da Shakespeare (in Macbeth): It is a tale told by an idiot full of sound and fury signifying nothing. Giovanni Sartori Fonte: Corriere |
21-04-2010, 10:24 | #2 | |
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La cosa che mi lascia più basito è che andiamo incontro al federalismo così, per provare e nessuno dice nulla. Anche se a naso uno può benissimo immaginare che se prima si facevano tutte le cose centralizzate a Roma, una duplicazione di N (con N=20) istituzioni non può che portare ad un aumento della spesa pubblica. Questo è rafforzato ancora di più dal fatto che dall'emilia in giù (essendo il nord il motore dell'italia, a quanto dicono) dovrebbero tutti perderci, ma non ho ancora visto nessuno lamentarsi. Ergo, si prepara l'ennesima inculata italiana. |
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21-04-2010, 13:10 | #3 | |
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In altre regioni (compresa la mia) avverrà l'opposto. E' giusto così, non si capisce in base a quale principio alcune regioni debbano vivere di sussistenza. Non si capisce nemmeno perchè il Veneto ad esempio debba veder sfumare gran parte dei propri quattrini, sudati con tante fatiche, per darli alla Campania dove certo non sono Stacanovisti. Dantes approverà. |
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21-04-2010, 13:34 | #4 |
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21-04-2010, 13:52 | #6 |
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Grazie per le tue perle di saggezza.
Ne avevamo decisamente bisogno. Grazie davvero.
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L'Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, del 25 luglio, dell'8 settembre, e anche l'Italia di p.le Loreto. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo. (Indro Montanelli) |
21-04-2010, 15:10 | #7 | ||
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Ma io non capisco che differenza ci sia dalla classe politica a roma e quella in regione. La voglia di mangiare è la stessa. Mi ricordi la Moratti a quale parte politica appartiene? No perchè mi sembra di ricordare che Milano sia in rosso di 200 milioni E poi poniamo per assurdo che le cose comincino a migliorare nel nord e peggiorare nel sud.. cosa avverrà? Immigrazione massiccia da Sud a Nord? Mettiamo delle barriere? Cominciamo a schedare i terroni? Spariamo a vista? Quote:
Siamo in italia, bellezza, questi non perdono occasione di alzarsi lo stipendio, pararsi il culo (vedi le intercettazioni) e dare da mangiare a tutta la famiglia. Vi invidio che riuscite a vedere così pieni di fiducia certe scelte.. Io sento la solita puzza di bruciato |
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21-04-2010, 15:24 | #8 |
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insomma siete nel vostro, muri, stasi, epurazioni. non vi smentite mai.
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21-04-2010, 15:31 | #9 |
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Eh?
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21-04-2010, 15:42 | #10 |
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non sai cosa è la stasi ? oh !
per tenere uniti popoli che non possono stare uniti ( o viceversa ) ci vuole il pugno di ferro. è un fatto storico poi nel thread successivo, quello sulla catalogna magari tutti i sinister sono favorevoli alla sua secessione, nel nome del popolo sovrano.. è così. sotto sotto anche voi si sinistra siete tutti keinesiani convinti, grandi nazioni, grandi spese militari, grandi investimenti, tutto per sostenere la produzione delle aziende private. stati piccoli, piccole spese, per assurdo !! che serve l'arma nucleare se devo difendermi dalla basilicata asd !! Ultima modifica di Gnubbolo : 21-04-2010 alle 15:50. |
21-04-2010, 15:48 | #11 | |
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Ok, va bene, cerchiamo di ragionare con calma Spiegami per piacere che c'azzecca questo con quello di cui stavamo parlando. |
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21-04-2010, 16:01 | #12 | |
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O forse e' qualcuno che sta esasperando le differenze, magari anche creandole artificiosamente se non esistono come nel caso degli insegnanti, puntando sulla separazione? Divide et impera, unito a Panem et circenses. La cultura, cio' che stanno devastando oggi, ci fa capire bene tutto. Io personalmente non credo ne al federalismo ne che esso venga realizzato. Questo perche' l'utopia federalismo frutta molto di piu' come cavallo di battaglia propagandistico che come piano da realizzare concretamente in un futuro a breve termine.
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21-04-2010, 16:06 | #13 | |
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come puoi tenere in piedi la nazione italia se il 50% degli italiani del nord non vogliono esserne parte ?
non siamo ancora al livello dell'ETA.. ma poniamo che nasca un movimento di questo genere, un apparato alla stasi, per controllare una regione "ribelle" quanto ci costerebbe ? ( inteso costare dal punto di vista sia economico che sociale !!! ) Mettiamo delle barriere? Cominciamo a schedare i terroni? Spariamo a vista? sei tu che scrivi e dai appigli polemici. riguardo Sartori fa domande ma non dà risposte, critica ma non propone ne alternative, ne soluzioni, mi sembra Lenin, un pappagallo. ma non è un caso isolato, vi ricordate recentemente l'attacco a Beppe Grillo ? Quote:
che campano di elezione in elezione con lo stesso programma per decenni, le libertà civili, i gay, le tasse, le droghe e non cambia mai niente anzi ogni ciclo porta un peggioramento rispetto al programma elettorale. quella della lega è ingenuità politica ? puo' essere, ci sono partiti come i radicali che campano da 30 anni sempre con gli stessi cavalli di battaglia.. ognuno fa le sue scelte, probabilmente la lega cosciente del suo essere effimera, vuole ottenere tutto subito senza fare calcoli. Ultima modifica di Gnubbolo : 21-04-2010 alle 16:18. |
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21-04-2010, 16:10 | #14 | |
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Sartori non deve dare alcuna risposta! E' il governo che DEVE rispondere ai quesiti e invece tace vergognosamente.
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L'Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, del 25 luglio, dell'8 settembre, e anche l'Italia di p.le Loreto. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo. (Indro Montanelli) |
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21-04-2010, 16:14 | #15 | ||
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Allora, andiamo con calma
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E cmq era dal punto di vista degli abitanti del nord, eh |
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21-04-2010, 16:16 | #16 | |
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Mi spieghi chi l'ha detto che il 50% degli abitanti del norditalia non vuole far parte di un'unica Nazione?
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21-04-2010, 16:24 | #17 |
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a sarcasmo si risponde con sarcasmo.
spero che tu non pensi seriamente che il federalismo possa tramutarsi in un muro dalla toscana in giù !!!!!!!! ma dai, questa è polemica gratuita. |
21-04-2010, 16:32 | #18 |
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Metto la mano sul fuoco che sarà come la devolution, sempre di mamma padana: aumento delle poltrone, dei costi, dei centri decisionali, della burocrazia, delle tasse. Vedremo.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
21-04-2010, 16:46 | #19 | |
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E nemmeno consideriamo un eventuale fallimento di tre-quattro regioni del sud, che rischierebbe di mandare in bancarotta lo stato centrale con conseguenze devastanti per il nord. E non consideriamo neanche i "fondi solidali" allargabili a piacimento per le regioni in difficoltà, e che consentono benissimo per come sono strutturati ora di dare soldi al sud con una scappatoia. |
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21-04-2010, 16:47 | #20 | |
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una risposta te l'ha data implicitamente "il" Sartori. che succede se fallisce Catania ? indovina un po' dove troveranno i soldi ? prima di tutto dovranno dimezzare i dipendenti pubblici ( compresi quelli che hanno ottenuto il posto con il voto di scambio ), poi dovranno cominciare ad ottimizzare sulla spesa sanitaria, poi dovranno cominciare a tagliare i progetti architettonici.. le cattedrali nel deserto ! insomma butta via il federalismo.. se continerete a ragionare così, oltre i voti dirottati alla lega, avrete il dirottamento dei voti verso il movimento di Grillo, che tra le tante battute di spirito ne disse una più seria: "non mandate più finanziamenti europei al Sud, non finanziate la mafia, tedeschi invadeteci !" siamo compatti contro di voi meridionalisti, non avete possibilità. Ultima modifica di Gnubbolo : 21-04-2010 alle 16:54. |
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