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15-05-2008, 20:13 | #1 |
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Fusione fredda: è vicina la soluzione del mistero? di Giuseppe Caravita
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Post originale di iuccio del 15/05/2008 La fusione fredda esce finalmente da quel limbo, un po' eretico e marginale, in cui viveva quasi da vent'anni, dopo i primi clamorosi annunci di Fleischmann e Pons? Lo sapremo con maggiore certezza tra una settimana, il prossimo 22 maggio, data fissata dal team dell'Università di Osaka che ha caparbiamente continuato le ricerche, e che ora vuole pubblicamente esibire il suo rivoluzionario reattore al lavoro, con tanto di eccesso di calore misurabile e reazione ripetibile. E' da circa tre mesi che la comunità internazionale dei ricercatori sulla fusione fredda è in fermento. Qualcosa di nuovo, e forse di decisivo è nell'aria. Yoshiaki Arata, per vent'anni bandiera degli studiosi (spesso malfinanziati, e guardati con sufficienza dai colleghi) è l'eroe designato. La sua tecnologia raffinata, capace di imprigionare nanoparticelle di palladio per poi farvi ammassare dentro molecole di deuterio fino a pressioni tali da generare la fusione dei nuclei di idrogeno, conferemerebbe peraltro (e vendicherebbe in qualche misura) i primi, ma incauti, annunci di Fleischmann e Pons di vent'anni fa. Quando appunto proclamarono al mondo che erano in grado di far fondere in un catodo di palladio gli atomi di idrogeno, salvo poi non riuscire a ripetere, se non casualmente e per brevissima durata, il miracoloso processo. Sarà in Giappone la soluzione del mistero? Di sicuro su questa trincea, da molti paragonata all'alchimia o alla parapsicologia, hanno resistito anche ricercatori italiani, all'Infn, all'Enea e in alcune università. Se a Osaka tutto andrà bene, potranno uscire di sicuro dalla semiclandestinità. E forse l'Italia si accorgerà di avere, di colpo, la seconda scuola scientifica mondiale su una frontiera strategica. fonte: www.ilsole24ore.it Qualcuno riesce a spiegarmi brevemente cosa si intende per "fusione" degli atomi di deuterio all'interno del Palladio? Ho capito le reazioni di fissione nucleare (suppergiù) ma la fusione mi crea problemi...
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La community italiana per la ricerca scientifica facile - Il blog sul mio viaggio in Giappone Ultima modifica di iuccio : 31-05-2011 alle 14:23. Motivo: Aggiornamento richiesto |
15-05-2008, 20:25 | #2 |
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da Wikipedia:
confinamento chimico Questo tipo di confinamento, che è quello utilizzato anche da Fleischmann e Pons nella loro cella elettrolitica, consiste nell'utilizzare la proprietà del palladio (o di altri catalizzatori) di caricare all'interno del proprio reticolo cristallino atomi di idrogeno o dei suoi isotopi come il deuterio, formando deuteruro oppure idruro di palladio. C'è da mettere in rilievo che una condizione necessaria, ma non sufficiente, è che tale caricamento deve essere assai elevato e raggiungere una percentuale di Pd/H o Pd/D di almeno il 95%, ovvero per ogni atomo di palladio ci deve essere quasi un atomo di idrogeno o deuterio; condizione difficile da ottenere in tempi brevi, se non con particolari procedimenti di natura fisica e/o chimica. Questa difficoltà è, per molti autori, uno dei principali motivi di difficoltà per ottenere una buona riproducibilità in questo genere di esperimenti. In pratica il Palladio agisce da catalizzatore permettendo l'interazione nucleare fra gli atomi di idrogeno. Probabilmente le nanoparticelle favoriscono la penetrazione dell'idrogeno.
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15-05-2008, 21:57 | #3 |
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All'ENEA lo stavano studiando... Mi pare si chiamasse progetto 41 (provate a googlare)... Avevano anche formulato una teoria, secondo cui sopra una certa soglia di deuterio (appunto il 95%) c'era una risonanza per cui gli atomi riuscivano ad oscillare e avvicinarsi fino a fondere. Hanno anche misurato eccesso di elio ed energia perfettamente proporzionali...
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15-05-2008, 22:00 | #4 |
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Messaggi: 458
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mah, io ho un idea ancora migliore, caricare di deuterio un cristallo di silicio o simile
e poi mandare la corrente alternata che con l'effetto piezoelettrico schiaccia gli atomi e li fonde http://www.infinite-energy.com/iemag...ansistors.html Ultima modifica di GUSTAV]< : 15-05-2008 alle 22:33. |
15-05-2008, 22:01 | #5 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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Post di Christina |
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15-05-2008, 22:37 | #6 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2006
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questo mi interessa di più.. potrbbe essere vero?
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15-05-2008, 22:43 | #7 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
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[OT] Ma il reattore ARK che usa Iron Man....teoricamente nel film su che tipo di tecnologia è basata??? [/OT]
Cmq bene, speriamo che abbiano veramente trovato qualcosa di rivoluzionario in modo da poter affinare questa tecnologia a livello mondiale.... Potrebbe essere l'inizio di una svolta epocale...anche se per la produzione di energia in larga scala serve la FUSIONE "seria"
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15-05-2008, 23:11 | #8 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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Se è deuterio non è idrogeno, è deuterio |
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16-05-2008, 00:59 | #9 |
Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 206
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Ma guarda te che CASO. Appena il petrolio sfonda sopra i 100 dollari al barile e punta verso i 200 con velocità esponenziale, si rifanno vivi certi progetti messi nel cassetto del dimenticatoio.
Che CASO eheeh!!! |
16-05-2008, 03:20 | #10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2006
Messaggi: 1021
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Quote:
forse nelle centrali termoelettriche ammesso che funzioni veramente e sia conveniente . |
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16-05-2008, 06:55 | #11 | |
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Quote:
Un catalizzatore chimico avvicina i nuclei a distanze dell'ordine dell'Angstrom, mentre le interazioni nucleari agiscono a distanze del Fermi, che è un valore centomila volte più piccolo. |
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16-05-2008, 06:57 | #12 | |
Senior Member
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Concordo sul fatto che l'articolo lo ha scritto uno non troppo informato, ma la frase non è scorretta, ha parlato prima di deuterio e poi di idrogeno , non di protio. Comunque , se la cosa dovesse rivelarsi non sono reale ma anche fattibile, qui in italia qualcuno dovrebbe gentilmente porgere la testa e farsi decollare.. |
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16-05-2008, 14:30 | #13 | |
Senior Member
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http://www.lenr-canr.org/acrobat/DeNinnoAexperiment.pdf In appendice i fondamenti teorici. Ma anche la descrizione dell'esperimento e i risultato sono notevoli.
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16-05-2008, 14:52 | #14 | |
Bannato
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16-05-2008, 15:28 | #15 |
Bannato
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e dal 2002 il silenzio
pare che esista qualcosa (addirittura in alcuni casi ha fuso il palladio) perche non è iniziata una sperimentazione su la possibilità di un "reattore" di potenza??? per mantenere il petrolio e gli investimenti sulla fusione calda??(iter).. |
16-05-2008, 15:39 | #16 |
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Fusione fredda alla riscossa
Sempre da ilsole24ore.it
Recentemente si è tornato a parlare di fusione fredda, quell'esperimento molto discusso che da 19 anni appassiona, nel bene e nel male, ricercatori italiani e non solo. L'Italia svolge in questo preciso settore ricerche serie e approfondite che hanno dato esiti interessanti. Brevemente. Nel 1989 Fleischmann e Pons comunicarono al mondo di avere scoperto che con una semplice strumentazione di tipo chimico, a temperatura ambiente, si poteva verificare una reazione molto simile a quella di una fusione nucleare con l'emissione di energia termica in eccesso. La strumentazione usata era una semplice cella elettrochimica contenente un catodo di Palladio (Pd) con soluzione di sali in acqua pesante (cioè deuterata). Le reazioni della comunità scientifica furono piuttosto negative. Le critiche riguardavano: scarsa riproducibilità del fenomeno; mancanza di prove della fusione nucleare avvenuta, cioè la presenza di particelle nucleari specifiche; incapacità delle teorie usualidi spiegareil fenomeno.Ma l'esperimento era intrigante e in diversi laboratori sparsi per il mondo le prove continuarono, e molte di esse dettero esito positivo, si riscontrava cioè calore in eccesso durante l'esperimento, anche se di basso valore assoluto e poco riproducibile. Alcuni ricercatori misurarono anche emissione di neutroni, di elio, di particelle cariche, e prodotti di trasmutazione. Molte e diverse sono state in questi 19 anni le configurazioni sperimentali sviluppate e messe alla prova, ma la piena riproducibilità degli esperimenti è stata finora un problema. Si sono tenute ben 13 conferenze internazionali sull'argomento – segno che non si trattava proprio di una banalità –, e sono stati pubblicati moltissimi lavori, anche su prestigiose riviste internazionali. Tra gli autori, oltre ai ricercatori giapponesi che insistono tenacemente (hanno addirittura fondato una società specifica dedicata, la Jcf-Rs), c'è un vivace gruppo italiano dell'Infn che fa capo a Francesco Celani dei Laboratori nazionali di Frascati. Qui il gruppo di lavoro, ripercorrendo l'itinerario originale di un esperimento condotto da Yoshiaki Arata, ha affinato tecniche e procedure arrivando a riscontrare un eccesso di calore misurabile con un sistema strumentale a cella gassosa dove il ruolo chiave sta nella presenza di nanoparticelle di Pd assorbite in una matrice nanoporosa di allumina, immesse in una camera ad alta pressione (circa 60 atmosfere) con deuterio gassoso e portata rapidamente ad alta temperatura. La tecnica di fabbricazione ricorda quella usata per produrre le marmitte catalitiche delle automobili. L'esperimento giapponese (e quindi anche il suo simile italiano) ha chiarito che l'eccesso termico è evidenziabile in maniera riproducibile se il palladio all'interno del quale viene fatto assorbire il deuterio si presenta in forma di nanoparticelle (diametro di 10-20 nanometri). La concentrazione di deuterio dentro le nanoparticelleè equivalente a una pressione di qualche milione di atmosfere nel materiale massiccio ed è proprio questa pressione locale, unitamente allo stimolo esterno di situazioni di non equilibrio, a spiegare l'avvenuta fusione nucleare. Si tratta di una nuova fisica, un "nanomondo" a sé stante dove le leggi della fisica sono diverse da quelle valide per i materiali macroscopici. Il prossimo 22 maggio, nella "Arata Hall" dell'Università di Osaka verrà effettuato un esperimento pubblico in cui si dimostrerà, a livello macroscopico, tramite l'apparecchiatura di Arata (un reattore a camera singola) collegato a un mini motore termico, la produzione di calore per tempi abbastanza lunghi e senza alcun apporto energetico esterno. Il valore dell'eccesso energetico è centinaia di volte superiore a quello di qualunque reazione chimica nota. Non solo, ma la presenza di atomi di elio-4 alla fine della reazione, cioè la trasmutazione di parte del deuterio-deuterio iniziale in elio-4 all'interno delle nanoparticelle di Pd, significa che è avvenuta una Reazione nucleare nella materia condensata.
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16-05-2008, 16:21 | #17 | |
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Postai questo PDF anche qualche tempo fa sempre qui... Evidentemente non sei stato attento...
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16-05-2008, 16:56 | #18 |
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Molto interessante.
Lessi su internet, mi pare, che avevano trovato tracce di radioattività(con materiale scisso) sulla superifice del catodo(elemento pesante) dove avveniva la fusione. Da allora la mia idea fu che la micro(livello atomico)-fusione del deuterio sia dovuto alla micro-fissione del palladio. Aspetto con ansia...
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L'Italia è destinata alle energie rinnovabili. Sviluppiamole... Ultima modifica di E85ROMA : 16-05-2008 alle 16:59. |
16-05-2008, 17:25 | #19 |
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16-05-2008, 17:56 | #20 |
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Ultima modifica di stbarlet : 16-05-2008 alle 18:00. |
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