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Old 15-02-2004, 17:25   #1
MM
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DISCHI - RAID: piccola guida

PREMESSA
Quanto segue non vuole essere "la Bibbia" del RAID, ne' sostituire le discussioni su di esso, ma solo una guida semplice e pratica per chi si avvicina a questo tipo di configurazione.
La maggior parte delle informazioni tecniche riportate sono state rilevate dal sito www.storagereview.com, che ringraziamo per la molteplicità e la completezza delle informazioni messe a disposizione, sui dischi in generale e sulle loro specifiche tecniche.

Per ulteriori informazioni si rimanda anche:
- Definizioni sintetiche dei tipi di RAID, by ELMA
- Dischi SATA in RAID, by A. Bordin

Oltre al RAID prenderemo in considerazione anche la configurazione detta JBOD

Il RAID nei dettagli

Ultima modifica di MM : 22-04-2009 alle 13:51.
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Old 28-03-2005, 16:43   #2
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Cos'è il RAID?

Il RAID, nella sua definizione originale, significa:
Redundant Array of Inexpensive Disks = Sistema ridondante di dischi economici
Questa definizione fa evidentemente riferimento al fatto che il RAID consente di ottenere determinate caratteristiche di sicurezza e velocità su sistemi "casalinghi" utilizzando dischi economici, in contrapposizione a configurazioni riservate a sistemi professionali ben più costosi.
Si trova, qualche volta anche la definizione:
Redundant Array of Indipendent Disks = Sistema ridondante di dischi indipendenti
ma la definizione originale è la prima.

Al di là della definizione, il RAID è un sistema di “connessione logica” tra più dischi per ottenere determinati vantaggi, quali:
- la visione unica di tutto lo spazio disponibile
- l’aumento delle prestazioni in lettura/scrittura
- l’aumento della sicurezza dei propri dati

Definizioni generali del RAID
La caratteristica principale che identifica una configurazione RAID è l'array (tradotto letteralmente: raggruppamento, schieramento), quella struttura che definisce il collegamento logico dei dischi tra loro.
L’array può essere definito in varie forme (tipi di collegamento logico); il tipo di array definito identifica il livello RAID, la tipologia di RAID che andremo a configurare e determina il numero minimo di dischi necessario per attivarlo.
A seconda del livello RAID che andremo a scegliere verranno implementate diverse tecniche per ottenere maggiori prestazioni o una maggiore sicurezza dei propri dati oppure entrambe le condizioni.

Per definire un RAID sarà necessario disporre di un controller, integrato nella scheda madre o su scheda PCI, il quale consentirà di collegare i vari dischi e di implementare uno o più livelli di RAID, a seconda del modello del controller stesso.

Una delle peculiarità di un RAID è la ridondanza, riferimento presente nella definizione stessa di questa tecnica di collegamento logico dei dischi.
Ridondanza, come è facile intuire, si riferisce ad una "eccedenza", ad una duplicazione delle informazioni esistenti, per consentirne comunque il recupero, in caso di guasto a uno dei dischi.

La ridondanza viene ottenuta con varie tecniche a seconda del livello di RAID definito:

- mirroring: (da mirror = specchio) consiste nella duplicazione sistematica dei dati da un disco ad un altro.
Ogni dato scritto su un disco viene scritto nello stesso modo e nella stessa posizione su un altro disco, ottenendo così una copia speculare del disco originale

- duplexing: (duplicazione) variante del sistema precedente nella quale si utilizzano, oltre che due dischi, due controller gemelli ognuno dei quali gestisce un solo disco. In questo caso si ottiene anche una protezione da un possibile guasto di un controller.

- parity: (controllo di parità) al contrario del mirroring in questo caso, non si ha la doppia scrittura dei dati, ma la ridondanza viene ottenuta calcolando la somma binaria dei dati che vengono scritti.
In parole semplici: per ogni serie di bit scritta sui dischi viene calcolata la loro somma binaria e detta somma viene anch’essa scritta su apposito disco o su area riservata allo scopo.
Si ottiene così una "catena" (attraverso più dischi), tale che, in caso di mancata disponibilità di un "anello" della catena (disco guasto), il dato mancante è ricalcolabile tramite la somma di quelli esistenti.

A titolo di semplice esempio, tenuto conto che in calcolo binario si ha per definizione che 0+0=0 0+1=1 1+0=1 1+1=0
si prenda una qualsiasi sequenza
1 0 0 1 1 (ogni bit corrisponde ad una stessa posizione su un disco diverso)
se ne determini la somma binaria (che corrisponde a 1) e si scriva il risultato su un ulteriore disco.
La sequenza finale ottenuta è 1 0 0 1 1 1
E’ facile verificare che, togliendo uno qualsiasi degli elementi della sequenza, il suo valore può essere ricalcolato eseguendo la somma binaria dei restanti.
Questo, in termini molto semplificati, è il concetto su cui si basano gli algoritmi di calcolo della parità, per la generazione della ridondanza: è il cosiddetto “checksum”.

In termini di prestazioni, l'incremento di queste, viene invece ottenuto con la tecnica dello

- striping: (dividere in strisce) tecnica che consiste nella suddivisione di ogni file in blocchi di dimensioni prestabilite e nella scrittura di questi su dischi diversi. Questo consente, in fase di lettura/scrittura, di avere contemporaneamente letture/scritture su dischi diversi con intuibile miglioramento dei tempi di caricamento/scaricamento della memoria.


I livelli del RAID
Le varie configurazioni ottenibili in un sistema RAID sono chiamate "livelli" e generalmente indicate con numeri progressivi, che identificano il tipo di collegamento logico del RAID e le sue caratteristiche operative (mirroring, striping, etc.)
Oltre a questo esiste una ulteriore configurazione, non propriamente RAID ma che si avvicina a questa per l'approccio alla visione dei dischi, denominata JBOD

I livelli di RAID definiti ufficialmente vanno da 0 a 6 (esiste anche un un livello 7 sviluppato proprietariamente da un produttore hardware) e sono i cosiddetti "livelli semplici"
Alcuni livelli RAID sono combinabili tra loro per ottenere livelli più complessi, generalmente detti "multipli" o "annidati".
Esempi classici sono le configurazioni RAID 0+1 o 10

Ultima modifica di MM : 01-04-2009 alle 14:37.
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Old 28-03-2005, 19:25   #3
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PREMESSE IMPORTANTI
I DISCHI che vengono inseriti in una configurazione RAID possono essere di qualsiasi tipo e capacità: le diversità tra i dischi non comportano impedimenti all’implementazione di un RAID tra di essi.
E’ comunque bene tenere presente che, poiché l’array mette i dischi in stretta relazione tra loro:
- il disco più lento condizionerà le prestazioni velocistiche dell’intero array (i dischi più veloci saranno costretti ad attendere le risposte di quelli più lenti)
- le dimensioni totali dello spazio dedicato al RAID non sono la somma aritmetica delle capacità dei dischi, ma il più piccolo determinerà dette dimensioni. Vale a dire che lo spazio totale disponibile sarà uguale alla capacità del disco più piccolo, moltiplicata per il numero dei dischi impiegati

Detto questo è intuitivo che, per una configurazione ottimale, i dischi da impiegare dovranno essere di modello uguale o comunque appartenenti alla stessa generazione e tecnologia costruttiva.
Per quanto riguarda le dimensioni, se utilizziamo dischi di capacità diversa:
120 GB + 250 GB + 160 GB = 120 GB x 3 = 360 GB per il RAID (170 GB inutilizzati).
Mi pare ovvio che l’uso di dischi di dimensioni diverse è altamente sconsigliato, pur se fattibile, visto che si spreca una certa quantità di spazio.
Nelle valutazioni successive si prenderà comunque sempre in considerazione un array composto da dischi della stessa capacità.

ANNOTAZIONE: la scelta dei dischi spesso ricade su oggetti perfettamente identici, come versione e modello, due dischi “gemelli” come suol dirsi, proprio per avere la certezza della perfetta compatibilità.
Leggendo qua e là su internet però, ho raccolto qualche considerazione interessante proprio su questa questione.
In pratica, esperti sysadmin e addetti al settore, sulla base di esperienze dirette ed indirette, erano giunti alla conclusione che se due dischi sono perfettamente identici, aumentano le probabilità che si guastino insieme o comunque a distanza di poco tempo, vanificando i vantaggi del RAID.
Si tratta ovviamente di considerazioni di tipo statistico/probabilistico e sono quindi da prendere per quello che sono, ma senz’altro non sono prive di logica.


I PARAMETRI DEL RAID

A seconda del livello che si va ad implementare, ci sono parametri che è necessario valutare nel RAID.
Detti parametri, che variano a seconda del livello RAID, possono darci un’indicazione di quale sia il tipo di RAID più appropriato, oltre a indicare anche il livello di complessità ed il costo della configurazione scelta.

PRESTAZIONI
Per le prestazioni di un disco in una configurazione RAID è bene tener presente che queste possono essere significativamente diverse a seconda dell’operazione di lettura o scrittura che si va ad eseguire

Nel mirroring le prestazioni in scrittura saranno leggermente più lente del singolo disco, visto che i dati vengono scritti due volte. Non ci sarà un raddoppio del tempo, visto che comunque i dischi saranno collegati preferibilmente a canali diversi e quindi la trasmissione dati avverrà in contemporanea.
In lettura i dischi verranno invece utilizzati uno per volta, non essendoci necessità di leggerli entrambi, per cui eventuali richieste multiple potranno essere soddisfatte in tempi leggermente più brevi, potendo sfruttare entrambi i dischi contemporaneamente per leggere più archivi.

Con la tecnica dello striping le prestazioni in lettura e scrittura sono in pratica equivalenti e sono visibilmente superiori a quelle del singolo disco, potendo in entrambe le operazioni, distribuire o recuperare “pezzi” dello stesso archivio contemporaneamente

Con la tecnica dello striping con parità le prestazioni in lettura saranno leggermente più veloci rispetto a quelle di un RAID con striping senza parità. Le prestazioni in scrittura, al contrario saranno leggermente peggiori, a causa del fatto che per ogni dato scritto e distribuito sui dischi, il sistema dovrà calcolare e scrivere il “blocco di parità”, vale a dire la somma binaria dei dati scritti.


STORAGE EFFICIENCY
cioè il “rendimento” della configurazione RAID.

Come già detto è sempre consigliabile usare in un RAID dischi della stessa capacità, pena la perdita di parte dello spazio disponibile sui dischi più grandi.
Contemporaneamente è bene tener presente che, a seconda del livello di RAID che si configura, parte dello spazio verrà utilizzato per implementare la ridondanza, quindi non tutto lo spazio dei dischi sarà disponibile per i propri dati.

Detto questo, potremmo definire:
- capacità complessiva = somma delle capacità dei dischi
- capacità disponibile = la capacità gestibile dalla configurazione RAID
- capacità utilizzabile = la capacità utilizzabile dall’utente per i dati

Il rapporto tra la capacità complessiva e quella disponibile è in relazione alle dimensioni dei dischi, che si presume debba essere uguale, per evitare sprechi.
Il rapporto della capacità disponibile e della capacità utilizzabile esprime il “rendimento” del RAID e varia a seconda delle configurazioni.
Questo determina anche un rapporto di costo del RAID stesso, poiché a fronte dell’impiego di una certa capacità di dischi, spesso la capacità effettivamente utilizzabile è inferiore e quindi necessitano dischi più grandi o un maggior numero di dischi per ottenere uno spazio utilizzabile di una certa dimensione.
In pratica: rendimento = (capacità utilizzabile / capacità disponibile) * 100
Ogni configurazione RAID può avere “rendimento” diverso ed essere anche non costante, ma variabile a seconda del numero dei dischi impiegati.
In un RAID con mirroring, per esempio, la capacità utilizzabile sarà sempre e comunque la metà della capacità disponibile, poiché un disco viene utilizzato per duplicare il contenuto dell’altro e quindi il “rendimento” sarà del 50%.


TRASPORTABILITA’
Quella che potremo chiamare appunto trasportabilità non è un parametro “classico” delle configurazioni RAID, ma solo una valutazione sulla compatibilità dell’insieme RAID in relazione a sistemi diversi, qualora si presenti la necessità di trasferire detta configurazione.
E’ un parametro del tutto indipendente dal livello RAID utilizzato, ma in stretta relazione con l’hardware usato, in particolare con il controller.
E’ bene tenere presente che, in linea generale, l’array definito usando un controller non sarà generalmente gestibile da controller di altri costruttori e non sempre sarà gestibile da un controller dello stesso costruttore, ma di modello o release diversa da quello originario.
La buona notizia è che negli ultimi anni si è assistito ad un minimo di standardizzazione dei chipset dei controller e ne deriva una certa compatibilità tra essi e quindi la possibilità di migrare il RAID senza dover definirlo di nuovo e reinstallare il tutto.
Nel caso di trasferimento dei dischi in RAID su altro sistema o sostituzione di scheda madre del sistema attuale (per guasti o semplice upgrade), sarà necessario verificarne la compatibilità in questo senso e decidere il da farsi.
Per queste situazioni sarebbe comunque preferibile avere controller “aggiuntivi” su scheda PCI, i quali, trasportati sul nuovo sistema, continueranno a funzionare come in precedenza.
Per contro, generalmente detti controller hanno prestazioni inferiori e possono creare problemi di compatibilità o di conflitti, specie con controller integrati già presenti sulla scheda madre.

Per la "trasportabilità" di un array da un controller all'altro segnalo questo ottimo articolo di Tomshw
In ogni caso, prima di trasferire una configurazione RAID, è altamente consigliata la copia di backup dei propri dati (obbligatoria direi se i controller non sono compatibili).

ATTENZIONE: per i controller integrati sulle schede madri meno recenti, poiché il bios del controller è spesso strettamente legato al bios della scheda madre stessa, l'aggiornamento del bios generale potrebbe influire su quello del controller e quindi, in alcuni casi, inibire la lettura dell'array RAID. Si consiglia sempre di leggere attentamente le caratteristiche del nuovo bios da installare e tutte le avvertenze legate alla versione che si va ad installare


FAULT TOLERANCE
cioè tolleranza agli errori, ovverosia fino a che punto il livello RAID riesce a garantire la leggibilità o il recupero dei dati in caso di guasto di un disco. In linea di massima il guasto di un disco è tollerato da quasi tutti i livelli RAID e sarà possibile ripristinare il sistema funzionante dopo la sostituzione del disco guasto e la ricostruzione del suo contenuto.
In alcune configurazioni non sarà necessario arrestare il sistema che continuerà a funzionare, ma ci sarà un degrado evidente delle prestazioni durante il lavoro (ricalcolo della parità) e dopo la sostituzione del disco (fino alla completa ricostruzione dei dati contenuti).

Quanto sopra scritto si riferisce a guasti riguardanti i dischi, altra questione è quando il guasto riguarda il controller.
In questo caso la questione si fa più complessa e per ovviare a questo inconveniente, in alcuni casi, si opta per la soluzione del duplexing, vale a dire la ridondanza del sistema mirroring la si affianca ad una ridondanza fisica del controller, facendo in modo che i due dischi vengano gestiti da due controller distinti.
Ultimamente, con la migliore compatibilità dei controller tra loro, questo problema è comunque meno sentito


NOTA IMPORTANTE: il RAID non è l'ancora di salvezza che salva dalla perdita dei dati, poiché un guasto all'alimentatore che danneggi tutti i dischi, per esempio, porterà irrimediabilmente alla perdita dei dati.
Come scritto su storage review: il RAID non vi salva da eruzioni vulcaniche, intendendo appunto che il RAID garantisce il mantenimento dei dati per un guasto del disco dovuto al disco stesso, ma non protegge da eventi o fattori esterni.
Per questo il backup dei dati importanti è sempre necessario e consigliato ed è consigliato anche di effettuare detto backup su supporto esterno al sistema (anche CD e DVD sono supporti "esterni"), che non venga coinvolto in eventuali eventi catastrofici che dovessero danneggiare il sistema.

Ultima modifica di MM : 26-03-2009 alle 08:29.
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Old 28-03-2005, 20:12   #4
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RAID hardware e RAID software

Il sistema RAID è generalmente legato all’uso di un controller specifico, integrato o su scheda aggiuntiva PCI.
Alcuni sistemi operativi, a partire da Windows NT, permettono di definire una configurazione RAID via software, utilizzando specifiche routine insite nel sistema operativo stesso.
I risultati sono paragonabili alle configurazioni hardware, anche se le prestazioni sono generalmente inferiori, certe volte anche in modo significativo.
Il motivo è evidente: tutte le operazioni che normalmente vengono demandate al controller e da questo gestite direttamente, nel caso del RAID software tutto il “lavoro” sarà a carico del sistema, del software e del processore, quindi questo si ripercuoterà sulle prestazioni generali del sistema
Riportando liberamente quanto letto su www.storagereview.com: un RAID software, in definitiva, non è una bellezza, ma per la sicurezza dei dati, meglio un RAID 1 via software che non avere niente.

In sintesi:

VANTAGGI
- costo: avendo un sistema operativo che consente il RAID software i costi aggiuntivi sono nulli (anche se, probabilmente, si dovrà verificare la necessità di aggiunta dischi)
- semplicità: non c’è bisogno di configurare alcun controller, ne’ di installare driver

SVANTAGGI
- prestazioni: saranno generalmente inferiori, a volte anche sensibilmente
- limitazione boot: poiché il sistema operativo, per gestire l’array, avrà bisogno di caricare le relative routine, il boot dall’array RAID non è possibile, ma sarà necessaria una partizione di boot indipendente dal RAID
- limitazione configurazioni: generalmente sono disponibili solo le configurazioni RAID dei livelli “0”, “1” o eventualmente anche “5”; non sono comunque disponibili livelli RAID “annidati”
- limitazione sistema operativo: l’array creato sarà riconosciuto solo dal sistema operativo che l’ha creato e non sarà disponibile ad altri (vedi sistemi multi boot); crash del sistema operativo potrebbero danneggiare l’integrità dell’array
- altre limitazioni: non sono generalmente disponibili possibilità di “hot spare” cioè sostituzione di dischi con il sistema in funzione; alcuni prodotti software (specie quelli per partizionamento) potrebbero non riconoscere il RAID o addirittura entrare in conflitto con detta configurazione;


...ma il VERO RAID HARDWARE è un’altra cosa
Purtroppo ci sono alcune valutazioni da fare sui PC casalinghi che raffredderanno un po’ gli ardori di quanti erano già pronti a farsi un bel RAID, sfruttando i controller sempre più spesso presenti sulle schede madri.
La questione è abbastanza semplice: un controller RAID vero, quello che permette di fare un RAID HARDWARE vero, è un controller che ha un processore proprio ed una propria RAM.
In questo modo la gestione del RAID, dello striping, del calcolo di parità e insomma di tutte le operazioni relative alla gestione dei dischi in RAID sono demandate al controller.
Il guaio di questi controller è che sono piuttosto costosi e generalmente riservati ad utilizzo su server professionali.
Nei controller normalmente integrati nella scheda madre e sui controller, quelli economici, che si acquistano per fare il RAID, non c’è il processore dedicato ne’ la RAM dedicata, ragion per cui il RAID che andiamo a configurare non è un vero RAID hardware
E’, all’atto pratico, una via di mezzo tra il RAID software ed il vero RAID hardware e, di conseguenza, in parte penalizzato dalla necessaria condivisione delle risorse del sistema: il controller gestisce ed indirizza i dischi, ma tutte le operazioni di calcolo sono demandate al sistema.
Se in certe configurazione RAID la differenza è minima (nel RAID 0 si tratta solo di dividere i file in pezzi), in altre può essere significativa, per esempio in quelle che prevedono il controllo di parità, operazione demandata al processore del sistema (il calcolo della parità in un RAID 5 è a carico del processore ed è per questo che forse questa è la configurazione più penalizzata).
In pratica le configurazioni hardware che installiamo sui nostri PC casalinghi sono ibridi e non si ottengono tutti i vantaggi che normalmente si possono avere da un RAID.

Ultima modifica di MM : 17-03-2009 alle 09:28.
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Old 28-03-2005, 22:55   #5
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ATTIVAZIONE CONTROLLER
Impossibile scrivere dettagliatamente la procedura di attivazione e configurazione del RAID, poiché i particolari cambiano da un controller all’altro, da controller integrati o aggiuntivi su scheda PCI, da versioni del bios diverse.
Possiamo solo tracciare una linea da seguire per l’operazione di attivazione, rimandando i particolari al manuale del controller o della scheda madre (se controller integrato)
"Quando tutto il resto non funziona, provate a leggere il manuale di istruzioni" (da: "La legge di Murphy")

I controller integrati generalmente funzionano sia come controller per il RAID, sia come normali controller EIDE aggiuntivi, vale a dire che supporteranno sia dischi in configurazione RAID che dischi indipendenti.
A seconda dei controller si può in certi casi gestire anche la presenza contemporanea di dischi in RAID e dischi singoli indipendenti.
I controller integrati vanno attivati dal bios della scheda madre (qualora non lo siano già); sulla configurazione del bios, a seconda della versione di questo, potremmo trovare varie possibilità di scelta e queste vanno valutate sulla base del modello e seguendo le istruziuoni del manuale RAID (che di solito si trova in fondo al manuale o anche su libretto separato).
Il concetto è che il controller va impostato in modo che possa gestire un RAID, in quanto, normalmente è impostato in modalità disco singolo.

In caso di controller su scheda PCI la procedura descritta non serve in quanto il controller viene riconosciuto separatamente, rispetto al bios della scheda madre, fermo restando che anche in questo caso, a seconda dei controller, si posono gestire dischi in RAID, dischi singoli indipendenti o entrambe le cose.

Per i livelli disponibili sul controller che avete a disposizione, integrato o su scheda aggiuntiva, verificate, sempre sul manuale.

COLLEGAMENTO FISICO DISCHI
I dischi andranno collegati ovviamente ai canali del controller RAID, ma, se si tratta di dischi P-ATA, dovranno essere collegati sullo stesso canale o su canali diversi?
Prove specifiche effettuate non hanno evidenziato differenze sostanziali tra i due collegamenti, ma da più parti, su internet, si raccomanda di collegare i dischi su canali diversi, per migliorare le prestazioni.
Diciamo allora che, a scanso di problemi, se non ci sono controindicazioni, è preferibile collegare i dischi su canali diversi
Nel caso in cui si colleghino, per qualche motivo, entrambi allo stesso canale, è preferibile usare il primo: per esperienza il riconoscimento dell’array avviene più velocemente quando almeno un disco è presente sul primo canale.
Nel caso dei dischi S-ATA i problema dei canali non esiste poiché un canale SATA gestisce un unico disco

Sui canali PATA si può eventualmente anche aggiungere, sullo stesso cavo, un altro disco come disco singolo, non configurato in RAID (di solito i controller lo permettono, anche se non proprio tutti)

CONFIGURAZIONE/ATTIVAZIONE ARRAY
Dopo aver attivato il controller e impostato in modalità RAID, all'avvio del sistema dovremo configurare il RAID
Innanzitutto si tratta di definire/attivare l’ARRAY, per il collegamento logico dei dischi: generalmente si tratta di premere una combinazione di tasti all’avvio del sistema (CTRL+F / CTRL+H / …..leggere il manuale di istruzioni).
La richiesta dell'attivazione di solito compare subito dopo il post iniziale; se non compare evidentemente il controller RAID non è attivato come si deve.
Una volta entrati nel menu di configurazione di solito si tratta di selezionare i dischi che saranno configurati in RAID e si potrà scegliere il tipo/livello di RAID da configurare.
Si procede poi con il salvataggio della configurazione ed al riavvio del sistema.
Al riavvio verificare che i dischi siano riconosciuti nel modo giusto, altrimenti procedere nuovamente, cercando di capire dove si sta sbagliando (il manuale sempre a portata di mano )

Per l’attivazione di un array con opzioni di striping è consigliato che i dischi siano “puliti”, vale a dire senza partizioni già esistenti, altrimenti il rischio è che si creino “interferenze” tra le partizioni esistenti e la definizione dell’array, in fase di avvio del sistema.

STRIPING e STRIPE SIZE
Lo stripe size (o anche chunk size o block size) rappresenta il blocco, l’unità minima in cui viene diviso ogni file per la scrittura sui dischi in un RAID con caratteristiche di striping.
Non è da confondere con il cluster size che è un’unità di misura che identifica l’unità minima di allocazione del disco.
Sebbene lo stripe size influisca sulle prestazioni del RAID, non ci sono parametri certi o tabelle che consentano di definire una dimensione ottimale, ma a seconda delle situazioni di lavoro e dei tipi e dimensioni dei file, le cose potrebbero cambiare.
tripe molto piccoli, possono, per certi aspetti migliorare la lettura dei file distribuendo i file anche piccoli su più dischi, ma peggiorano le prestazioni di posizionamento delle testine (costrette a cercare più pezzi su più dischi)
Con stripe molto grandi potremmo avere i file più piccoli scritti su un solo disco e quindi non si avrebbe il miglioramento delle prestazioni in lettura, ma per contro il controller potrebbe intanto utilizzare gli altri dischi per leggere altri file…….
Insomma, come si sarà capito una regola certa non esiste e qualche volta è necessario provare qualche combinazione diversa.
Di solito si sceglie un compromesso che dovrebbe, bene o male, coprire un po’ tutti i problemi, vale a dire ci si attesta su una dimensione di 32K o 64K, ma è solo un’indicazione e la disposizione stessa dei dischi sul sistema (RAID + dischi singoli), può suggerire di scegliere diversamente.

Per essere pignoli nemmeno i benchmark potranno aiutarci molto, perché non sono in grado comunque di ripetere la situazione reale di lavoro giornaliero dei dischi.

Ultima modifica di MM : 22-03-2009 alle 11:19.
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Old 28-03-2005, 23:24   #6
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PARTIZIONAMENTO
Il partizionamento di dischi in RAID (anche se in RAID 0), è identico a quello di un singolo disco, poiché il sistema riconosce il tutto come un unico disco.
I soli limiti possono esserci usando software che non vede i canali RAID o non riesce ad interpretare l’array configurato.
Sistemi operativi come W2000 o successivi, che permettono il partizionamento durante l’installazione, non avranno alcun problema a partizionare lo spazio disponibile come se fosse un solo disco.
Nelle configurazioni striping, lo spazio riservato alle partizioni verrà distribuito su entrambi i dischi, mentre in quelle mirroring la partizione verrà duplicata sul secondo disco.


INSTALLAZIONE SISTEMA OPERATIVO
In caso di installazione del sistema operativo su disco singolo (riservando poi il RAID a programmi e/o dati), il problema non esiste: si installa il SO normalmente, poi si installano i driver per il riconoscimento del controller RAID e si procede normalmente (configurando i dischi in RAID indifferentemente prima o dopo l’installazione del sistema operativo)

L’installazione del SO direttamente sui dischi in RAID richiede invece alcune accortezze, infatti per installare W2000 o versioni successive, è necessario fornire durante l’installazione i driver RAID del controller (“F6” all’inizio dell’installazione, di solito)
E’ necessario copiare i driver su un floppy (qualora il floppy non sia fornito insieme al controller), poiché il sistema operativo cercherà detti driver solo ed esclusivamente su floppy (con Vista anche eventuali USB pen)
N.B.: al momento che premete F6 non succede nulla, il floppy verrà richiesto in seguito

Riconosciuto il controller ed individuato l’array, si procede normalmente come per le installazioni su dischi singoli.

Ultima modifica di MM : 15-03-2009 alle 15:43.
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Old 28-03-2005, 23:33   #7
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RAID livello 0
Il RAID livello 0 o semplicemente RAID 0, non è propriamente una configurazione RAID a rigore di termini.
Il motivo di questo sta nel fatto che questo livello raid non prevede ridondanza, quindi la protezione per la perdita dei dati non è implementata in questa configurazione.
Utilizza la funzione di striping per distribuire i file nei dischi configurati e questo migliora le prestazioni di lettura/scrittura, fino ad incrementi reali valutabili intorno al 50%.
E’ bene tenere conto, comunque, che l’incremento delle prestazioni non sarà riferito all’intero sistema, ma alle sole operazioni di scambio dati con i dischi: nonostante il sistema possa sembrare più veloce in assoluto, in realtà le operazioni di calcolo e/o scambio tra processore e memoria rimarranno invariate.
Per contro, il guasto di un disco provoca la perdita totale del contenuto dei dischi configurati con questo livello di RAID e questo comporta che la configurazione sia piuttosto “fragile”, poiché le probabilità di perdita delle funzionalità sono statisticamente proporzionali al numero dei dischi impiegati.
Si tenga inoltre conto che il recupero, con appositi software, del contenuto dei dischi è piuttosto problematico e con esito incerto, il che comporta, in caso di guasto, la probabile perdita totale dei dati.

IMPORTANTE: l’attivazione dell’array per il RAID 0 è una procedura “distruttiva”, vale a dire che la definizione dell’array si sovrappone e vanifica qualsiasi altra suddivisione presente sui dischi.
Ne consegue che il contenuto dei dischi viene perduto con questa attivazione, ragion per cui è assolutamente necessario il salvataggio di eventuali dati presenti, prima di procedere alla definizione dell’array

IN SINTESI
Dischi min.: 2
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: nessuna
Fault tolerance: nessuna
Prestazioni: miglioramento delle operazioni di lettura e scrittura, valutabili intorno al 50%
Rendimento: 100% - tutta la capacità disponibile al RAID è utilizzabile per i dati

---------------------------------------------------------------------------------

JBOD
Il JBOD (Just a Bunch of Disks) è un sistema di configurazione dei dischi che non ha niente a che vedere con il RAID, ma gli assomiglia nel concetto di indirizzare, tramite un array, più dischi della stessa macchina.
A differenza del RAID 0 non implementa lo striping, ma si limita a “far vedere “ al sistema tutti i dischi disponibili, come se fosse un unico disco.
Solo ed esclusivamente in questa configurazione la capacità complessiva, disponibile ed utilizzabile sono equivalenti e corrispondono alla somma aritmetica della capacità dei singoli dischi.
In pratica l’array definisce una specie di collegamento logico tra i dischi, senza metterli in relazione tra loro, ma simulando una continuità tra un disco ed il successivo della catena.
La scrittura dei dati avviene senza alcuno “spezzettamento programmato” (come avviene con lo striping), anche se l’occupazione di spazio dei dischi viene comunque bilanciata: non viene riempito un disco per poi passare al successivo, ma i file vengono distribuiti in modo che tutti i dischi abbiano, più o meno, la stessa percentuale di spazio occupato.
L’unico vantaggio che comporta questa configurazione è quello di avere un unico disco logico da gestire, invece di più dischi
In caso di guasto di un disco l’array viene perso, ma i dati all’interno di ogni singolo disco (a parte eventualmente quello guasto) sono generalmente recuperabili, in quanto ogni disco contiene file completi.

IN SINTESI
Dischi min.: 1
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: nessuna
Fault tolerance: nessuna
Prestazioni: paragonabili al disco singolo
Rendimento: 100% - tutta la capacità dei dischi è vista dall’array ed è utilizzabile dall’utente; possibile utilizzo di dischi di capacità diverse, senza spreco di spazio

Ultima modifica di MM : 15-03-2009 alle 15:46.
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Old 28-03-2005, 23:52   #8
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RAID livello 1
Il RAID 1 è spesso definito semplicemente “mirroring” in quanto la tecnologia di ridondanza adottata è quella, appunto, del mirroring.
Con questa configurazione i dischi utilizzati sono sempre e comunque due, poiché per ogni disco viene costantemente aggiornata una sua copia speculare.
Un controller può gestire anche più dischi, ma ogni coppia di dischi è un RAID 1 a sé stante.
Le prestazioni sono, in generale, paragonabili a quelle del singolo disco, con lieve peggioramento in scrittura e lieve miglioramento (statistico) in lettura.
Il guasto di un disco non provoca la perdita di alcun dato poiché i dati sono esattamente replicati sul suo gemello.
Generalmente è comunque possibile avviare il sistema con un solo disco funzionante, in attesa di sostituire il disco guasto.
La ricostruzione dell’array avviene generalmente in fase di avvio del sistema, su richiesta del bios del controller che chiede se ricostruire o proseguire con un solo disco

IMPORTANTE: l’attivazione dell’array per il RAID 1 non è una procedura distruttiva e l’array può essere definito anche usando un disco già esistente con installazione già effettuata (o addirittura si può installare prima su disco singolo e poi definire l’array e la duplicazione del disco in un altro)
Resta comunque il fatto che un salvataggio dei dati, per ogni evenienza, è sempre consigliabile.

IN SINTESI
Dischi min.: 2
Dischi max: quanti ne può gestire il controller, ma il RAID può essere definito solo per coppie di dischi
Ridondanza: duplicazione dei dati da un disco all’altro
Fault tolerance: tollera il guasto di un disco, con ricostruzione automatica dell’array su nuovo disco
Prestazioni: paragonabili al disco singolo
Rendimento: 50% - della capacità complessiva di due dischi viene restituita solo quella di un disco, mentre l’altro viene usato in copia

Ultima modifica di MM : 15-03-2009 alle 15:48.
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Old 28-03-2005, 23:57   #9
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RAID livello 2
Il RAID 2 è una configurazione ormai caduta in disuso per vari motivi.
Il sistema di ridondanza usato in questa configurazione proponeva nient’altro che il controllo ECC dei dati, feature già presente nei dischi attuali.
Per questo motivo non è più proponibile ed i costruttori di controller non forniscono più prodotti atti ad implementare questa configurazione.

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RAID livello 3
Il RAID 3 utilizza la tecnica dello striping e per la sicurezza utilizza la tecnica del controllo di parità.
Lo striping, in questa configurazione, avviene a livello di Byte e nello stesso modo viene calcolata la parità, ovverosia quella somma binaria che consente, a ritroso, di ricalcolare il dato eventualmente mancante.
Utilizza un minimo di due dischi per i dati, più un disco dedicato alla memorizzazione dei Byte di parità.
Le prestazioni in lettura sono migliori del singolo disco, poiché i dati vengono letti da più dischi contemporaneamente, visto l’uso della tecnica di striping.
Le prestazioni in scrittura peggiorano, poiché per ogni operazione eseguita sui dati necessita del calcolo della parità, da scrivere sul disco dedicato a questa funzione.
Inoltre, poiché il disco dedicato alla parità è unico, questo costituisce anche una specie di collo di bottiglia che può limitare ulteriormente le prestazioni in scrittura (infatti mentre i dati sono scritti su vari dischi, la parità viene scritta, per ogni operazione di scrittura, sempre sullo stesso disco).
Per assurdo, aumentando i dischi, le prestazioni in lettura migliorano e quelle in scrittura possono addirittura peggiorare.

La ricostruzione dell’array in caso di guasto di un disco può avvenire, a seconda delle caratteristiche del controller e del sistema, sia in avvio del sistema stesso o durante il normale funzionamento.
Ovviamente la ricostruzione “on line” degrada le prestazioni del sistema in modo sensibile.

I controller presenti nelle attuali MB non consentono generalmente questo tipo di RAID, ma sarà necessario l’acquisto di un controller specifico su scheda PCI.

IN SINTESI
Dischi min.: 3
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: calcolo e scrittura del Byte di parità su disco dedicato, per ogni dato scritto sui dischi riservati ai dati
Fault tolerance: tollera il guasto di un disco, con ricostruzione del contenuto su nuovo disco
Prestazioni: ottime in lettura, medie in scrittura (generalmente inferiori al disco singolo)
Rendimento: variabile - dal 67% nella configurazione minima, in aumento con l’aumentare dei dischi installati

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RAID livello 4
Il RAID 4 utilizza la tecnica dello striping e per la sicurezza utilizza la tecnica del controllo di parità.
E’ in pratica la stessa configurazione del RAID 3, con la differenza che lo striping viene eseguito a livello di blocchi e non di singoli Byte.
Allo stesso modo il calcolo della parità viene eseguito a livello di blocco e scritto di conseguenza.

I controller presenti nelle attuali MB non consentono generalmente questo tipo di RAID, ma sarà necessario l’acquisto di un controller specifico su scheda PCI.

IN SINTESI
Dischi min.: 3
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: calcolo e scrittura della parità su disco dedicato, per ogni blocco scritto sui dischi riservati ai dati
Fault tolerance: tollera il guasto di un disco, con ricostruzione del contenuto su nuovo disco
Prestazioni: ottime in lettura, medie in scrittura (generalmente inferiori al disco singolo)
Rendimento: variabile - dal 67% nella configurazione minima, in aumento con l’aumentare dei dischi installati

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RAID livello 5
Il RAID 5 utilizza la tecnica dello striping e per la sicurezza utilizza la tecnica del controllo di parità.
Ha in pratica le stesse funzionalità del RAID 4: striping a blocchi con calcolo e scrittura della parità per ogni blocco.
La differenza fondamentale, che lo distingue dal RAID 4, è che in questa configurazione non esiste il disco dedicato alla scrittura della parità, ma su tutti i dischi vengono scritti indifferentemente i dati o il corrispondente calcolo di parità.
N.B.: la parità viene comunque scritta su disco diverso da quello dei dati, altrimenti il checksum non avrebbe senso; in pratica il blocco di parità viene trattato come un blocco dati qualsiasi e distribuito su un disco qualsiasi.
Non si ha vantaggio in termini di spazio occupato dalla parità, in quanto lo spazio totale “sottratto” ai dati risulta essere sempre l’equivalente di un disco, ma si ottiene un miglioramento delle prestazioni in fase di scrittura eliminando il percorso obbligato, su unico disco, per la scrittura della parità.
Per questo motivo è forse la più popolare delle configurazioni RAID in striping, tenendo anche conto che alcune MB avanzate implementano controller con il supporto RAID 5.

Per la ricostruzione dei dati in caso di guasto del disco, valgono le stesse considerazioni del RAID 3.

IN SINTESI
Dischi min.: 3
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: calcolo e scrittura della parità distribuito sugli stessi dischi su cui vengono scritti i dati
Fault tolerance: tollera il guasto di un disco, con ricostruzione del contenuto su nuovo disco
Prestazioni: ottime in lettura, medio/buone in scrittura (anche se inferiori al RAID 0)
Rendimento: variabile - dal 67% nella configurazione minima, in aumento con l’aumentare dei dischi installati

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RAID livello 6
Il RAID 6 utilizza la tecnica dello striping e per la sicurezza utilizza la tecnica del controllo di parità con doppio calcolo e scrittura della parità stessa.
Ha le stesse caratteristiche e funzionalità del RAID 5 , con la sola differenza che la parità dei dati viene riportata due volte su dischi diversi (potremmo definirlo un "RAID5 plus").
Questo ovviamente aumenta la sicurezza dei dati, ma altrettanto ovviamente aumenta anche lo spazio occupato per la ridondanza.

Richiede un controller specifico, generalmente piuttosto costoso, ed un minimo di 4 dischi.

Per la ricostruzione dei dati in caso di guasto del disco, valgono le stesse considerazioni del RAID 3.

IN SINTESI
Dischi min.: 4
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: calcolo e scrittura della parità doppio, distribuito sugli stessi dischi su cui vengono scritti i dati
Fault tolerance: tollera il guasto di due dischi, con ricostruzione del contenuto su nuovo disco
Prestazioni: ottime in lettura, medie in scrittura (generalmente inferiori al disco singolo)
Rendimento: variabile - dal 50% nella configurazione minima, in aumento con l’aumentare dei dischi installati

Ultima modifica di MM : 17-03-2009 alle 17:48.
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Old 28-03-2005, 23:57   #10
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RAID livello 7
Il RAID 7 utilizza la tecnica dello striping e per la sicurezza utilizza la tecnica del controllo di parità.
Ha le stesse caratteristiche e funzionalità del RAID 5, ma non rappresenta uno standard in quanto si tratta di una configurazione RAID “proprietaria”, vale a dire che è una configurazione implementata da Storage Computer Corporation.
Le configurazioni sono variabili e dipendenti dal tipo di implementazione e si basano su un controller specifico che gestisce in modo asincrono una certa quantità di cache, con processore dedicato per la gestione simultanea di un certo numero di processi, per aumentare le prestazioni in fase di scambio dati con i dischi

Ultima modifica di MM : 29-03-2005 alle 15:07.
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Old 28-03-2005, 23:58   #11
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RAID “annidati”
I cosiddetti RAID annidati sono configurazioni di RAID di un certo livello applicate a loro volta su una configurazione RAID di altro livello.
Questa tecnica consente di compensare “le mancanze” di un certo livello, con le peculiarità di un altro livello, combinando insieme i vantaggi che i due livelli offrono.
Non esistono tutte le combinazioni di abbinamento tra i vari livelli semplici di RAID, ma solo alcune, anche perché la combinazione di due livelli di RAID simili non comporta alcun vantaggio.
Nel caso specifico valutiamo solo due configurazioni annidate (o multiple): il RAID 0+1 ed il RAID 1+0 (o semplicemente RAID 10); altre configurazione di RAID annidati sono molto complesse e costose e generalmente riservate a macchine aziendali di un certo livello.
Anche se a prima vista le due configurazioni possono sembrare identiche, in realtà sono diverse ed hanno caratteristiche di sicurezza diverse.

Come già detto, il RAID 0 ha caratteristiche di prestazioni appetibili, ma d’altra parte non supporta ridondanza e quindi nessuna protezione/sicurezza dei dati.
Per contro il RAID 1 offre una certa sicurezza, con la duplicazione dei dati, ma ha prestazioni paragonabili al disco singolo, se non, in certi casi, leggermente inferiori.
La combinazione dei due livelli RAID può abbinare la velocità e la sicurezza, tipiche dei due livelli, anche se, come è intuibile, il parametro che peggiora è quello dei costi.

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RAID livello 0+1
Si parte dalla configurazione di due o più dischi in RAID 0 e si definisce un ulteriore gruppo di dischi in RAID 0 (corrispondente a quello di partenza).
I due gruppi di dischi in RAID così configurati verranno visti dal sistema con due dischi separati, quindi sarà possibile configurarli a loro volta, in RAID 1 come se fossero due dischi fisici.
Una volta configurato il RAID annidato, ognuno dei gruppi di dischi in RAID 0 conterrà la copia speculare dell’altro gruppo.
Ne consegue che la configurazione minima per un RAID 0+1 sarà di 4 dischi e configurazioni superiori richiederanno in successione 6, 8, 10… etc. dischi.
Nella pratica, sfruttando la velocità fornita dal RAID 0, si implementa la sicurezza replicando i dati su altri dischi (sempre in RAID 0), configurandoli in RAID 1.
Ovviamente, in questo caso l’impegno di risorse, tipicamente dischi, è notevole.
Il guasto di un disco provoca l’inaccessibilità al “ramo” contenente uno dei gruppi di dischi in RAID 0, ma la copia speculare in RAID 1 consentirà il recupero dei dati o anche il funzionamento del sistema (con prestazioni limitate ovviamente).

La ricostruzione dell’array in caso di guasto di un disco può avvenire come detto per il RAID1.

NOTA: non tutti i controller integrati nelle schede madri supportano questa configurazione, quindi sarà necessario verificare prima di scegliere questa soluzione. Una verifica è consigliata anche per un eventuale controller su scheda PCI.

IN SINTESI
Dischi min.: 4 (incrementi di 2 dischi minimo)
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: duplicazione dei dati con la tecnica del mirroring
Fault tolerance: tollera il guasto di un disco, con ricostruzione del contenuto su nuovo disco
Prestazioni: ottime in lettura e scrittura basandosi sulla tecnica dello striping
Rendimento: 50% - per ogni gruppo di dischi in striping verrà utilizzato un corrispondente gruppo di dischi per il mirroring

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RAID livello 1+0( o RAID 10)
Si parte dalla configurazione di due dischi in RAID 1 per poi definire un’ulteriore coppia di dischi, a loro volta configurati in RAID 1.
Tra le due coppie, che vengono viste dal sistema come dischi singoli, si può definire una configurazione RAID 0, che consente di “vedere” il tutto come se fosse un unico disco.
Per la configurazione minima valgono le stesse considerazioni espresse per il RAID 0+1, anche in merito all’impegno minimo di risorse.
In questo caso si effettua l’operazione contraria: si velocizza, con un RAID 0, l’accesso a dati già protetti con l’operazione di mirroring.
Questa configurazione però, a differenza della precedente, tollera il guasto anche di due dischi, purché questi, ovviamente, non facciano parte della stessa coppia di mirroring.
Se le coppie sono più di due, ammesso che il controller possa gestirle, la tolleranza si estende, vale a dire che si può tollerare, per questa configurazione, il guasto di un disco per ogni coppia di mirroring configurata.

NOTA: non tutti i controller integrati nelle schede madri supportano questa configurazione, quindi sarà necessario verificare prima di scegliere questa soluzione. Una verifica è consigliata anche per un eventuale controller su scheda PCI.

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Dischi min.: 4 (incrementi di 2 dischi minimo)
Dischi max: quanti ne può gestire il controller
Ridondanza: duplicazione dei dati con la tecnica del mirroring
Fault tolerance: tollera il guasto di due dischi purché non appartenenti alla stessa coppia
Prestazioni: ottime in lettura e scrittura basandosi sulla tecnica dello striping
Rendimento: 50% - ogni coppia di dischi inseriti in striping utilizza il mirroring per la replica dei dati

Ultima modifica di MM : 26-03-2009 alle 08:35.
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Old 28-03-2005, 23:59   #12
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RECUPERO RAID DANNEGGIATI

Come già tutti sappiamo, il recupero di un RAID (nello specifico dell'array di un RAID) e dei dati contenuti non è cosa semplice, ma soprattutto non sempre è possibile.

Premesso che, se il danneggiamento riguarda più dischi dello stesso array, le probabilità di recupero dei dati sono decisamente scarse, nel caso in cui il problema riguardi la corruzione dell'array, ci sono alcuni prodotti software che possono aiutare nel tentativo di recupero di quanto possibile.

Detti programmi sono segnalati nella discussione riguardante il recupero dei dati dai dischi
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=623886 ed in particolare nel post
http://www.hwupgrade.it/forum/showpo...80&postcount=5

Ultima modifica di MM : 22-04-2009 alle 13:58.
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Old 22-04-2009, 13:48   #13
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CONSIDERAZIONI FINALI
Il RAID conviene? Conviene sempre o eventualmente, quando conviene?

Innanzitutto pare che ultimamente il RAID sia diventata un specie di moda, una di quelle cose che fa "tendenza" e molto spesso si legge di situazioni che non avrebbero alcuna necessità di una configurazione RAID.
Torno a ripetere che il RAID "non vi salva da eruzioni vulcaniche", significando con ciò che una configurazione che prevede ridondanza, garantisce il funzionamento e/o recupero soltanto in caso di guasti ad un disco, ma non da altri guai tipo scariche elettriche che potrebbero danneggiare l'intero sistema (per esempio).
I dati importanti, anche se magari con meno frequenza, andrebbero comunque salvati su suppporti esterni al sistema.

Il RAID più "desiderato" è sempre il RAID 0 che permette effettivi e tangibili incrementi di prestazioni dei dischi, ma altrettanto spesso la situazione specifica di lavoro non richiederebbe questo tipo di configurazione o, al contrario, in certi casi la sconsiglierebbe.
E' intuibile, anche senza prove specifiche, che il RAID 0 migliora le prestazioni dei dischi, ma non influisce sulle prestazioni degli altri componenti del sistema, per cui sarebbe ragionevole optare per questa soluzione solo in caso di uso intensivo dei dischi e non certo nei casi di utilizzo del sistema per calcoli complessi, ambiente in cui i vantaggi sarebbero nulli.
E' anche vero però che il RAID 0 è affetto da "fragilità" dovuta al fatto che il guasto di un disco pregiudica la leggibilità di tutti i dati contenuti nei dischi in RAID e che questa probabilità aumenta statisticamente con l'aumentare del numero dei dischi.
Un RAID 0 può essere consigliabile solo, come accennato, in caso di uso intensivo dei dischi, con utilizzo dei dischi in RAID come "archivi di transito", per poi parcheggiare i risultati delle elaborazioni su altri dischi al di fuori del RAID.
Quantomeno un RAID 0 presuppone salvataggi dei dati frequenti e su supporti affidabili, per evitare la perdita degli stessi

Per il RAID 1 le considerazioni sono diverse.
In effetti lo "spreco" di un disco per la sicurezza può essere giustificato solo in caso di un certo volume di dati e poco tempo a disposizione per le copie di salvataggio.
La semplicità di gestione ed implementazione ne fa un RAID da considerare se non si vogliono attivare cose molto complesse:
- si attiva anche con sistema installato
- il guasto di un disco non pregiudica la leggibilità dei dati dell'altro
- il guasto di un disco non comporta il blocco del sistema in attesa della sostituzione

Una configurazione che potrebbe sopperire alla sicurezza ed alla velocità, sarebbe senz'altro una configurazione RAID 5, che coniuga la velocità alla sicurezza, ma questa configurazione, sui controller normalmente a disposizionie sui sistemi home, è penalizzata dal fatto che il RAID non è un vero RAID hardware e le sue prestazioni sono leggermente inferiori alle aspettative. Resta sempre un RAID di buon livello e l'impegno di risorse hardware (dischi) non è eccessivo.

Per le configurazioni annidate RAID 0+1 (o 1+0) la semplicità ed il facile recupero rappresenta un indubbio vantaggio, ma i costi sono superiori e la valutazione del rapporto costo/risultati è strettamente personale.


Detto questo ognuno valuti se è il caso di attivare una configurazione RAID, se è conveniente, se la spesa maggiore ripaga in termini di prestazioni, di sicurezza o altro....

Se poi volete attivare il RAID per puro sfizio o semplicemente per provare come funziona, allora tutte le considerazioni precedenti sono ovviamente nulle
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