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14-03-2006, 15:18 | #81 | |||
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Puoi considerare Visual Studio come l'editor (molto semplicemente) che mancava nell'SDK, che ti dicevo prima. Solo che in questo caso è l'editor che ti fornisce l'SDK Ultima modifica di mjordan : 14-03-2006 alle 15:21. |
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14-03-2006, 16:53 | #82 | |
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mi pareva strano che ms fornisse gratis un pacchetto completo e funzionante
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14-03-2006, 17:22 | #83 | |
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14-03-2006, 17:39 | #84 | |
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14-03-2006, 17:56 | #85 | |||||
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La programmazione orientata agli oggetti non è stata inventata banalmente per risolvere problemi complessi con soluzioni + facili, è stata inventata ma è + giusto dire "mutuata", perchè si avvicina maggiormente al nostro modo di ragionare. Anzi è la trasposizione esatta di come funziona il nostro cervello, come ragioniamo: - il mondo è un universo composto da oggetti ( ed è vero, perchè noi siamo circondati da oggetti, dalle particelle + piccole della materia, alle costruzioni come ponti, grattacieli che sono il risultato dell'assemblamento di tanti oggetti) - gli oggetti, noi compresi, relazionano tra di loro scambiandosi dei messaggi ( nella vita reale usiamo i mezzi e le forme che preferiamo, nella programmazione si utilizza l'invocazione di metodi, ma il concetto è perfettamente identico) E tutto questo è il frutto di discussioni durate decenni dai problemi che in realtà si sono posti per primi i filosofi greci, le idee, le relazioni che sussistono tra di esse, se alcuni concetti sono innati oppure no, se sono esterni o interni a noi...per certi versi trovo sia affascinante che nella realizzazione di una finestrella con un bottone in realtà si sia passati attraverso queste problematiche e queste fasi della storia dell'uomo Quote:
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Perchè no? Secondo me c'è un grosso errore/fraintendimento di fondo e cioè quello di considerare gli aspetti tecnici della OOP prima ancora dei fondamenti e dei ragionamenti che stanno dietro questa filosofia. L'aspetto + importante e + difficile è proprio quello di capire la metodologia. ( che non ha nulla a che vedere con i cicli for e le varie iterazioni) Gli aspetti tecnici sono secondari, esistono i datasheet, esistono mille risorse soprattutto al giorno d'oggi nella rete, ma se non si riesce a capire che cosa sta dietro l'utilizzo di una classe, la comunicazione tra i vari oggetti e via discorrendo, tutto il discorso viene a cadere. Potrò fare magari qlc applicazione che funziona ma non avrò REALMENTE imparato a programmare. Quote:
Non è così diffuso come la creatura della Sun ma lo scopo che si prefigge l'utente che ha chiesto delucidazioni è imparare. E per farlo è necessario scegliere lo strumento che gli consenta di imparare al meglio ovvero quella di acquisire certe capacità di analisi e di problem solving che sn trasparenti al linguaggio utilizzato ed alla piattaforma utilizzata. E Python può essere una delle scelte + azzeccate secondo me...
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14-03-2006, 18:20 | #86 | |
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14-03-2006, 18:26 | #87 | ||||
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Secondo me Pascal non è meglio...dipende sempre da cosa vuoi fare; fosse per me utilizzerei un linguaggio per ciascun tipo di programmazione ( procedurale, a oggetti, funzionale, logica...). Chiaramente per non generare confusione conviene partire da uno solo e in questo caso scremando scremando io rimarrei con Java o Python ( forse Ruby...forse...un pò giovane però come linguaggio) Quote:
Ovvero non notepad, dato che non ha alcun funzionalità di suggerimento e di highlight syntax. cmq ci sono tanti editor free da poter utilizzare Quote:
Una persona può non capire un ciclo ( dal pdv del ragionamento), ma sà perfettamente cosa significhi combinare degli oggetti tra di loro, riutilizzarne una parte ecc. ecc. Lo fanno ogni giorno nella vita quotidiana. Quote:
Questo per 3 motivi sostanzialmente: - è un linguaggio didattico ( nasconde certe problematiche tecniche e si concentra + sui paradigmi) - è un linguaggio naturalmente orientato agli oggetti: il che significa che quando lo studente deve frequentare quel corso e capirne i principi ( anche solo per superare poi l'esame ) ha a disposizione il bagaglio culturale, l'esperienza acquisiti e la sintassi già imparata con Prog1 C resta di base perchè utilizzato soprattutto nel corso di Sistemi Operativi, ma con un'importanza + marginale e sarà sempre "peggio" in futuro.
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14-03-2006, 18:27 | #88 | |||||||||
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14-03-2006, 18:33 | #89 | |
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Il corso di Algoritmi e Strutture Dati ( quello per eccellenza, il tradizionale corso dove si imparano le varie strutture dati, gli algoritmi di ordinamento, alberi e via dicendo) non è nè in C, nè in Java, in nessun linguaggio. O meglio, tutti e nessuno. Perchè la teoria è trasparente rispetto al linguaggio e poi è l'insegnante che decide ( se sono previsti esercizi al calcolatore) quale sia il linguaggio utilizzato per implementare i vari algoritmi. Tipicamente sarà il linguaggio imparato nel corso di programmazione1, per facilitare le cose ovviamente ( chiaramente è una scelta fatta a tavolino tra i vari docenti che impostano quel percorso universitario). Ma la parte principale che è quella dedicata al problem solving e al ragionamento è neutra, tanto è vero che l'esame scritto così come i vari esercizi assegnati dal docente e la spiegazione dei vari algoritmi vengono tutti impostati con l'uso dello pseudocodice ( così come fà il Cormen tanto per citare un libro che conoscono in tanti). Ed è l'approccio + corretto.
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14-03-2006, 18:58 | #90 | ||||||||||
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Di sicuro non ragionano a suon di cicli Quote:
ed è vero che si avvicina di più al nostro modo di ragionare, ma non può e non vuole essere il nostro modo di ragionare (un pò più complesso oggettivamente parlando ) Quote:
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Così come la storia, la filosofia è un processo sequenziale. Se mi vuoi fare un parallelo sarcastico per dire che come iniziamo dai greci e non dal 900 così dovremmo iniziare dalla programmazione procedurale per poi passare a quella OO, non ci sei riuscito Perchè è tutta un'altra cosa... Quote:
In realtà l'OOP utilizza di fatto alcuni concetti e caratteristiche che derivano dalla programmazione procedurale come il concetto di classe che è l'evoluzione del TDA di memoria "settantiana" ( anni 70 ) Quote:
E dover fare tabula rasa purtroppo nel nostro caso non è così semplice, dato che non siamo dei computer Quote:
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Per me non ha senso imparare e fossilizzarsi su di un metodo per poi disimparare quanto acquisito e dover reiniziare praticamente da 0. Tanto vale partire col piede giusto. Quote:
Ho detto che è analogo perchè ha delle caratteristiche che lo rendono analogo (l'essere interpretato, cross-platform, la possibilità di utilizzare dei JIT-Compiler...poi se vuoi vado avanti ) Ma non sono sempre uno il sostituto dell'altro... Quote:
E cosa sia la programmazione non signfica imparare a programmare in Java o in C o in Perl. Questo sembra scontato ma è un errore che purtroppo molte persone che insegnano ( non necessariamente docenti universitari) commettono...
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14-03-2006, 19:49 | #91 |
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è troppo lungo risponderti a tutto.. comunque non ragioniamo a oggetti e la dimostrazione è che i ragionamenti umani non sono riproducibili con la programmazione a oggetti. ma devi sapere che capisco cosa intendi.. cioè una volta che uno ha la padronanza della programmazione a oggetti comincia a vedere oggetti ovunque, non il contrario
ma se vuoi guardare il nostro modo di ragionare assomiglia di più al paradigma logico, ma neppure quello è il nostro modo di ragionare. mi spieghi per quale a me ignoto motivo uno dovrebbe ripartire da zero dopo aver imparato il C (o meglio il pascal)? sono pienamente daccordo sul non fossilizzarsi, mai detto il contrario! ritengo controproducente però iniziare dagli oggetti. anche perchè le lacune sul procedurale te le porteresti dietro e poi perchè la trattazione degli oggetti richiederebbe conoscenze abbastanza ampie che uno alle prime armi non ha (sempre che non ti vuoi limitare a fare due bottoncini dentro un form). ps. mjordan fai questo tutorial sulla programmazione a oggetti in C |
14-03-2006, 21:51 | #92 |
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Ciao ragazzi....questa discussione è INTERESSANTISSIMA...scusate se mi intrometto!!
Prima o poi avrei voluto anch'io aprire un 3ad del genere e vorrei intervenire per chiedervi qualcosa, premesso che non sono niubbo... Nel lontano 1983 ho avuto il mio mitico ZX SPECTRUM, ed ho iniziato quindi col Basic, quando poi ho avuto il pc, sono passato al Quick Basic, poi ho iniziato col linguaggio più *elegante* (mi consenta il nome!!!) il Pascal, intanto dal Dos si è passati ai vari windows....e buonanotte!! Secondo me, al nostro amico hanno consigliato il VB perchè, semplicemente, dobbiamo tutti ammettere che il basic è il linguaggio più semplice in assoluto, simile al ragionamento umano, ad alto livello, appunto, solo che ormai il basic è diventato....visuale! Siamo daccordissimo che è il più scadente, ma sicuramente è il più facile da apprendere, perchè anche scrivere For f=0 to 10, è bello sapere cosa fa, cioè, parliamo delle basi, è bello ed anche utile, o no? Ad esempio, chi non ha mai avuto a che fare col Dos, alcune volte con xp si trova in difficoltà. Il rovescio della medaglia è che personalmente, non ci capisco niente con gli oggetti, ma quando ho iniziato io c'era il c e il pascal 5, oggetti nisba! |
14-03-2006, 23:35 | #93 | |
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ciao |
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14-03-2006, 23:51 | #94 | |||||
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Riformulo il mio pensiero: le relazioni tra noi e il mondo esterno così come il comunicare sono un modello ripreso nella programmazione a oggetti, in questo senso è un approccio tipico del nostro modo di ragionare; + che di ragionare avrei dovuto di relazionarsi. Quote:
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Detto questo, te lo dico subito il perchè occorre ripartire da 0 e + in là con gli anni e con l'esperienza si và e + diventa difficile compiere questo passo ( e se leggi qls intervento di programmatori di una certa esperienza possono confermartelo oppure l'hanno fatto a suo tempo, da fek a cdimauro per citarne un paio che di "programmazione" campano): perchè per programmare decentemente ed essere produttivo ( il che vuol dire non buttare via del tempo, molto semplicemente) devi perdere tutte le abitudini, spesso brutte abitudini, che avevi imparato con la programmazione procedurale. Un pò come quelli che passano dal C al C++ e siccome usano il C++ ( che per altro è un linguaggio ibrido dato che supporta vari tipi di metodologia...e non poteva essere altrimenti, essendo un superset del C) con un pò di incapsulamento, sono convinti di saper programmare ad oggetti. Questo non è programmare ad oggetti ma soprattutto non è _ragionare_ con l'approccio OO. Quote:
Quindi iniziare subito dalla metodologia giusta sarebbe un grosso passo in avanti. (e sempre fosse per me, questa è una provocazione, non utilizzerei nessuno dei linguaggi finora citati bensì Nebula, Eiffel o ancor meglio Smalltalk che ha a disposizione discreti strumenti per poter lavorare, un'ottima documentazione ed ancora una buona comunità di sviluppatori; in parole povere utilizzerei un linguaggio ad oggetti puro) Quanto alle lacune che ci sarebbero nel non partire con la programmazione procedurale, beh sono facilmente colmabili perchè sono concetti abbastanza semplici e che possono essere trattati durante l'insegnamento dell'OOP. Molto + difficile è insegnare un approccio, far sì che gli studenti imparino ad usare quello per poi dire "bene, quello che avete imparato è ok, ora però mettetelo da parte, pensate come se doveste iniziare da 0 ed impariamo a programmare e a pensare il programma in termini di oggetti". E' come voler insegnare a giocare a calcio a stando con le mani appoggiate sul campo per poi insegnare a giocare a calcio "normalmente". Non è un modo diverso di giocare, è proprio un altro sport.
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14-03-2006, 23:54 | #95 | ||
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ciao |
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15-03-2006, 00:03 | #96 | ||||||
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[quote=Franziscko]Ciao ragazzi....questa discussione è INTERESSANTISSIMA...scusate se mi intrometto!!
Prima o poi avrei voluto anch'io aprire un 3ad del genere e vorrei intervenire per chiedervi qualcosa, premesso che non sono niubbo... Nel lontano 1983 ho avuto il mio mitico ZX SPECTRUM, ed ho iniziato quindi col Basic, quando poi ho avuto il pc, sono passato al Quick Basic, poi ho iniziato col linguaggio più *elegante* (mi consenta il nome!!!) il Pascal, intanto dal Dos si è passati ai vari windows....e buonanotte!! Quote:
Invece in nessuna università lo si fà ma nemmeno negli istituti tecnici o in altri ambienti...ti pongo la domanda: come mai? Quote:
Quote:
Così come esiste tra VB ( l'ultimo cioè il 6) e la versione .NET "magari" fosse solo l'essere "visuale"... Quote:
Per quale motivo quindi uno dovrebbe scegliere un linguaggio che per fare le cose + semplici, complica le cose, assai poco didattico, non portabile e chiuso ad una sola piattaforma con tutti gli svantaggi che ne derivano? Scusa ma se io devo imparare a guidare, non scelgo una macchina da Formula1 ( che poi il paragone nemmeno regge perchè il VB non è la F1 dei linguaggi, ma cmq...), con 40mila comandi, sensibile, difficile da guidare. Scelgo un'utilitaria e se poi vorrò da grande fare il pilota, passerò al limite alle macchine da corsa. Ti pare? Quote:
Per fortuna esistono strumenti e ambienti in cui poter lavorare e produrre in minor tempo e con + efficienza e risultati di una volta. XP ed i programmi terzi sono un'ottima palestra in cui potersi esercitare, non c'è alcun bisogno di conoscere DOS o la linea di comando in generale per imparare a programmare. E per fortuna aggiungo io... Quote:
Però salvo casi eccezionali, saper costruire delle classi e farle comunicare tra di loro in modo che il programma funzioni è una richiesta minima ormai per coloro che vogliono fare non i programmatori mai semplici coders. E' così, il mondo và avanti e tocca sempre aggiornarsi...chi resta indietro è perduto ^^
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15-03-2006, 00:13 | #97 |
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comunque, senza divagare troppo, la questione non è partita come scegliere l'approccio giusto per imparare a programmare ( è un aspetto importante e io ho detto la mia).
La domanda iniziale è che linguaggio consigliare. Io se dovessi consigliare un linguaggio, terrei conto di vari fattori, semplicità sintattica, facilità nel reperire gli strumenti giusti, portabilità o cmq diffusione del linguaggio, facilità di apprendimento, facilità nell'imparare a programmare, propensione alla metodologia ad oggetti. E tutti questi fattori io li vedo in Java che preferirei a Python solo per un fatto di diffusione. E' inutile dover insegnare ad uno che non sà NULLA della programmazione aspetti tecnici che complicano la vita e che distolgono il problema dalla testa di chi deve imparare; e cioè che il problema non è di natura tecnico, è meglio se faccio la dichiarazione della variabile subito con l'istanziazione oppure no ecc., quanto l'imparare a risolvere i problemi che ci si pone nel programmare. E se posso rendere trasparenti parte degli aspetti tecnici e dei problemi che ne derivano, lo preferisco, ecco perchè le università privilegiano Java per esempio, ormai. Non ci sono puntatori, non c'è la necessità di allocare e deallocare ogni volta le risorse ( ci pensa il Garbage Collector anche se occorre distinguere in alcuni casi), l'ereditarietà e il polimorfismo sn concetti insiti nel linguaggio e non aggiunti successivamente. E via discorrendo...poi se uno vuole iniziare con C, niente di male, deve sapere però che prima o poi si scontrerà con un modo completamente diverso di approcciare i problemi della programmazione e prima lo farà meglio sarà per lui. Finito P.S.: cmq discussione interessante e sempre attuale direi Thx a tutti i partecipanti
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15-03-2006, 00:26 | #98 |
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Galileo, grazie per aver citato i filosofi greci. Credevo di essere l'unico rimasto a ricordare e approfondire la relazione esistente tra la prospettiva orientata agli oggetti e la filosofia classica.
C'è anche un aneddoto riguardo alla nascita dei linguaggi "orientati agli oggetti". Lo racconto perchè, oltre a sembrarmi divertente, può essere utile a chi deva affrontare un volume sui linguaggi tipo C++, Python, Java, Squeak eccetera. E' trito e ritrito il fatto che il primo linguaggio di programmazione orientato agli oggetti sia stato Simula. Furono tal Nygaard e un certo Dhal a crearlo e che per questo vinsero un Turing a testa. Lo scopo era quello di semplificare la vita a chi dovesse eseguire delle simulazioni attraverso un calcolatore (da cui, con grande fantasia, il nome Simula). Per i due Nostri, si trattava si simulazioni riguardanti l'arricchimento di barre di uranio per una centrale nucleare sperimentale o roba del genere. Sappiamo, dalla voce dei due, che la prima cosa che fecero fu cercare di capire perchè le simulazioni in ALGOL erano "complicate". Stabilirono che ALGOL permetteva di descrivere i fenomeni da un punto di vista che era più vicino a quello del calcolatore che non a quello del uomo che programmava. Come giustamente afferma Galileo, la soluzione che trovarono per semplificare la scrittura di simulazione fu quella di automatizzare un cambio di prospettiva. I calcolatori avevano allora e hanno ancora oggi una prospettiva che si basa su valori conservati in registri di memoria e operazioni su quei valori (lo dico basandomi sul libro di Hennessy-Patterson, io non progetto computer). Loro (Dhal e Nygaard) sapevano della diversità tra questo modo di interpretare per comprendere i fenomeni e quello proprio degli esseri umani. Ciò che scoprirono fu il modo di rappresentare un fenomeno secondo una prospettiva umana e lasciare che un compilatore si occupasse di tradurre questa rappresentazione secondo la prospettiva che avrebbe potuto usare e poteva comprendere un calcolatore. Fondarono quindi, con Simula, quella che fu poi definita da Nygaard "prospettiva orientata agli oggetti": un modo umano di scrivere programmi. Ora viene il passaggio cruciale. Cosa sapevano Nygaard e Dhal circa il modo in cui l'uomo comprende i fenomeni (reali o immaginari) che osserva? Be', è ragionevole supporre che non ne sapessero più di quanto ne sapevano psicologi e neurologi sul finire degli anni '70. Tutti i campi del sapere umano hanno, in certo periodo storico, una teoria dominante. La teoria dominante non è "vera": è solo quella più resistente alle critiche. Capita allora che tra gli anni '60 e gli anni '70 la psicologia cognitiva stabilisse che l'uomo comprendesse il mondo attraverso l'applicazione di concetti le cui relazioni erano definite dalla teoria cosidetta "classica". "classica" perchè apparentata con le categorie aristoteliche. La teoria classica stabiliva che i concetti usati dall'uomo per comprendere i fenomeni fossero intrecciata da relazioni di tipo gerarchico rapportanti le loro caratteristiche essenziali. Se B è sottoclasse di A allora B ha tutte le caratteristiche essenziali di A più altre caratteristiche definenti. Per ogni concetto esistono delle caratteristiche che lo distinguono in quanto appartenente ad un Tipo e non ad un altro e tali caratteristiche sono essenziali e immancabili. La specie è compatibile con il genere. E via dicendo. Caspita, ma questa è proprio la programmazione orientata agli oggetti! Siamo a cavallo, scrivo come penso! E allora perchè a tanti lascia l'amaro in bocca? Ragazzi, notizia dell'ultima ora: non siamo più nel 1970 Nell'anno del signore 2006, i cognitivisti dibattono accanitamente sulla natura della "prospettiva umana". C'è un solo punto fermo e penso che l'abbiate sulla punta della lingua: di tutte le teorie possibili, quella "classica" è la peggiore immaginabile. A quanto pare ci si accapiglia su altre tre: teoria dei prototipi, teoria degli esemplari e teoria dei concetti dipendenti dalle teoria. E' un problema mica da ridere. Apri un libro che abbia qualcosa a che fare con l'orientamento agli oggetti in informatica e la prima frase cade come un pugno sul tavolo "gerarchia, genere a specie, ereditarietà, ereditarietà, ereditarietà!!!". Probabilmente la teoria classica continua ad appestarci perchè è molto schematica: ha le gambe, una seduta e lo schienale, cascasse il mondo questa è una sedia. La migliore scienza ed esperienza del nostro momento storico, ci dice che la faccenda è, come rileva k0nt3, più magmatica: ci sono sedie che sono più "sedia" di altre sedie. Caratteri non essenziali che definiscono categorie essenziali secondo il contesto. E oggetti che non hanno nulla in comune, salvo il fatto che sono compresi come in rapporto di genere a specie. Così programmiamo usando strumenti che ci offrono una visione delle cose che non è nè la nostra nè quella della macchina a cui parliamo. Ben si comprende perchè qualcuno ancora parli al proprio computer in C: il 50% dei dialoganti comprende quel che si dice . Il mio consiglio a chi si appresti ad imparare è: se scegliete un linguaggio "OO", siate pronti a mettere in discussione le "verità" che vi offre un libro. C'è una sorta di peccato originale nella programmazione orientata agli oggetti di cui non tutti vogliono dar conto. E se qualcosa vi appare strano, c'è caso che lo sia veramente Ultima modifica di PGI-Bis : 15-03-2006 alle 00:29. Motivo: ci voleva uno "smile" |
15-03-2006, 06:50 | #99 | |||
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Cavoli, ho risposto a delle questioni su un SDK e si è scatenato l'inferno qui dentro...
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E' proprio vero che i thread in rilievo non li legge mai nessuno Quote:
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Comunque un tutorial del genere non è semplice da scrivere, nel senso che i concetti in genere per chi legge un tutorial come questo sono già noti, quindi bisogna andare subito al sodo. Siccome si tratta di fare OO in C, il sodo significa scrivere del codice di supporto. La parte difficile è mantenere il codice "piccolo" laddove tende a diventare "grande". Soprattutto si tratta di scrivere un piccolo "sdk" per i concetti successivi. Quindi è l'inizio che è molto complicato poi il resto viene da se. Comunque mi avete dato un incipit. P.S.: Premetto che non ho letto i discorsi fatti sull'OO dopo la mia risposta sull'SDK. Sono le 7:51 e sto ancora col cervello annebbiato dal sonno. |
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15-03-2006, 10:25 | #100 | |
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cmq se potessi tornare indietro, comincerei col Pascal per buttarmi subito poi col C/C++. |
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