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Old 11-10-2009, 13:06   #281
Sallino
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Old 12-10-2009, 21:49   #282
juninho85
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Il Sardegna - Il mistero Brkljaca
Premio dell’anno a chi pronuncia per bene Brkljaca. Se mettete l’accento sulla “i” alla parola “Brcliaca” siete decisamente avanti rispetto a chi, comprensibilmente, si accontenta di chiamarlo “Mario”. Un nome, un mistero. Un transefert un altrettanto mistero. Di
questo croato dalla faccia birichina finora abbiamo avuto solamente promettenti comparse in amichevole. Assurdo ma vero, il nostro Mario ha fatto prima a crearsi un minimo di vocabolario italiano che ad essere regolarizzato come tutti gli altri acquisti estivi del mondo. Burocrazia, si salvi chi può. Il transfert è arrivato ma la società rossoblù parla di «problemi tecnici per regolarizzare il tutto». Chi è questo “investimento” così lo aveva chiamato il presidente Cellino, che si aggira silenzioso per la club house di
Asseminello�� Esterno destro di centrocampo, laddove Dessena ora non si tocca. Ma ci sarebbe anche Barone, per la cronaca.
Quindi, Allegri, durante queste prime settimane di allenamento, ha cercato di provare Brkljaca anche in altri ruoli. A sinistra
e da regista. Perché comunque Brkljaca si è dato un gran da fare per conquistare un posticino.
gol, assist, contropiedi. Tenace, tanto. «forte fisicamente e buona tecnica», ha detto di lui il tecnico livornese. E in casa
rossoblù garantiscono la sua convocazione possibile già a Catania. Quel già è un eufemismo, ma il biondino classe '85 intanto si gasa. Insomma, il perché di un così lungo tesseramento resterà senza risposta, ma almeno questa vicenda troverà una sua
fine. D'altronde ogni anno è avvolto in un modo o nell'altro di un minimo di mistero. Un'estate fa è stato venduto un fantasma,
Ricardo Chara Lerma, neanche un allenamento, una parola o un volto. Dall'Udinese poi, chissà che fine ha fatto. Mai visto giocare invece Rosano, qualche anno fa, ma almeno lui esisteva. Si è messo in gioco ed è tornato a casa. esiste Sivakov.
Ma quella di Mario è tutta un’altra storia. Profuma di convocazione

Unione Sarda - Cellino:"Il mio Cagliari rock"
Il patron che non ti aspetti, insomma, pragmatico, razionale e riflessivo. «Ma certe etichette non te le stacchi più». Chissenefrega, sembra poi voler dire con una risata sottile, filtra sibillina attraverso la cornetta e non sembra voler rinnegare il passato di un solo esonero. «Io guardo avanti», dice ripensando all'addio recente di Acquafresca e alla sua crisi attualissima, poi, però, si addolcisce non poco se l'ex è Suazo, oggi all'Inter. «Ma David è un discorso diverso, è come se non se ne fosse mai andato, per lui la porta è sempre aperta». E non a caso paragona Larrivey all'honduregno, e rilancia così la scommessa sull'argentino: «Prima o poi verrà fuori. Anche Suazo ha faticato all'inizio. Non sempre si può avere tutto e subito».
Due vittorie, un pareggio e quattro sconfitte in sette partite: come spiega questo inizio così altalenante?
«Il vero Cagliari non l'abbiamo ancora visto. Abbiamo bisogno di una fase di assestamento. Ci sono tanti giocatori nuovi. Calma e sangue freddo».
Siamo già a ottobre.
«Ma i giocatori sono uomini, non robot. C'è chi attende la famiglia, chi deve ambientarsi, chi sta entrando in una nuova realtà come Marchetti, passato in un anno dalla porta dell'AlbinoLeffe a quella della Nazionale. E parlo anche di chi c'è da più tempo».
Ossia?
«Per esempio Conti è un po' nervoso. Ma come dargli torto, lui tiene troppo al Cagliari, per questo accumula maggiore stress. Ma in generale tutti i miei giocatori storici spendono più energie nervose rispetto agli altri. Per questo dico: assestamento. Qualcuno poi si dimentica gli infortunati».
Un infortunato, Pisano.
«E vi sembra poco? Per me Pisano è un giocatore prezioso, anzi fondamentale, anche se Marzoratti sta facendo alla grande».
Intanto Nenè cresce.
«È un giocatore straniero arrivato da poco in Italia. Se ci farà vedere qualcosa di buono nel girone di ritorno sarà già tanta roba».
Questa, invece, è la terza stagione in Italia di Larrivey.
«Mi ricorda tanto Suazo, e non solo lui. Non ho dimenticato i fischi all'inizio per Conti, così pure per i vari Valdes, Bisoli, Herrera, Canini. Per non parlare dello stesso Marchetti. Già alla prima giornata tutti rivolevano Storari. Io, invece, ho avuto pazienza e difeso la mia scelta. Vedrete, verrà fuori anche Larrivey, sono certo. È del segno del leone».
Ha citato Canini, la sorpresa più lieta.
«Più che una sorpresa, è una conferma».
Eppure ad agosto stava per andar via.
«Se è rimasto ci sarà pure un motivo, no? Non è semplice per un giocatore lasciarsi alle spalle un brutto infortunio come il suo al ginocchio. Aveva bisogno di continuità. Del resto non si è titolari in serie A a ventun anni per caso».
Al contrario Barone stenta.
«Ho la sensazione che dirà la sua».
Sembra meno convinto, però.
«Assolutamente no. Anzi, proprio in settimana ho avuto segnali incoraggianti: sta tirando fuori il carattere. Gli ultimi tre anni non sono stati semplici per lui, ma ha il fisico e l'età giusta per potersi ritrovare e noi siamo qui per aspettarlo».
Mai visto, invece, un Cossu così.
«Sta giocando alla grande, la sua crescita è impressionante. È un figlio di Cagliari, mai conosciuto un giocatore più tifoso di lui».
Per questo non giocherà mai in una grande squadra?
«Gioca già in una grande squadra».
Certo non sfigurerebbe al posto di Ronaldinho.
«Il problema del Milan è generale non è dovuto ai singoli».
Come sarebbe il Milan con Allegri?
«Non riesco proprio a immaginarmelo. Già faccio fatica a pensare Allegri al Cagliari da un anno e mezzo».
Non si sarà mica stancato?
«Non scherziamo. Allegri sta crescendo e ce lo teniamo stretto. Non è miglior allenatore in circolazione ma nemmeno il peggiore. Di sicuro è una persona seria. Poi magari avrà avuto anche un po' di fortuna, ma comunque fa le sue scelte con rispetto e lealtà. E io lo sosterrò sempre».
Un'altra scommessa vinta?
«Semplicemente una scelta».
Così, però, rischia di "rovinare" la sua fama di mangiallenatori...
«Quella ce l'ho sempre. Ma l'errore non lo commetti quando mandi via un allenatore, piuttosto quando lo prendi».
Lei avrebbe cacciato Donadoni?
«Semmai mi avrebbe dovuto chiedere se io l'avrei mai preso. E la risposta è no. Per carità, è un bravo allenatore, ma non va bene per il mio carattere».
E qual é l'allenatore ideale per il carattere di Cellino?
«Deve avere più personalità».
Si aspettava Ventura di nuovo in A?
«È un ottimo tecnico, uno dei più bravi. Magari il modo in cui gestisce il gruppo non mi fa impazzire».
Rosica quando perde contro i suoi ex allenatori?
«Non mi piace perdere con quei tecnici che cercano di limitare i danni senza giocare al calcio. Vedi le gare con Siena e Chievo».
E vedi Giampaolo, dunque?
«Noi cerchiamo sempre di fare un calcio bello e diverso. Allegri si fa ogni giorno un mazzo così affinché il Cagliari non sia una squadra di ragionieri».
I tifosi del Cagliari possono sognare il primato come quelli della Samp?
«Se avessi uno stadietto come quello sarei più ottimista. Noi giochiamo su una struttura precaria. Siamo in mezzo a una strada».
Ma prima o poi lo stadio si farà?
«È colpa mia. Avrei dovuto costruire uno stadio tanti anni fa da un'altra parte».
Il rossoblù che l'ha più sorpresa sinora?
«Sivakov. L'ho visto in allenamento ed è cresciuto in una maniera imbarazzante. Per Allegri sarà difficile lasciarlo fuori in futuro».
Quello da cui si attende di più?
«Senza dubbio Larrivey. Non ha mostrato nemmeno il 10 per cento del suo valore».
Acquafresca non se la passa meglio.
«È normale, ha 21 anni, ha subito una grossa delusione dall'Inter e fatica a uscirne fuori. È un ragazzo eccezionale, è giusto che il padre e la madre gli stiano vicino in questo momento».
Magari l'aria della Sardegna gli farebbe bene.
«Io guardo avanti».
Lasciare l'Isola non ha portato bene nemmeno a Suazo.
«Per me è come se David non fosse mai andato via. Quando vuole tornare per lui la porta è sempre aperta».
Un peso e due misure?
«Ma Suazo è stato con noi nove anni. È un'altra storia, come quella di Moriero, Muzzi, Villa, Festa, Firicano, Bisoli. Tutti mi sono rimasti nel cuore».
Tra questi, quindi, c'è il futuro allenatore del Cagliari?
«Speriamo. Vorrebbe dire che tutti abbiamo fatto un passo in avanti».
De Laurentiis stravolge lo staff dirigenziale, Cellino invece lo cresce in casa.
«Meglio tardi che mai. Lavorare in Sardegna deve essere una scelta di vita. Abbiamo professionisti seri che hanno bisogno solo di fiducia per crescere».
Tra tutti il direttore generale Marroccu.
«Di direttore generale nel Cagliari ce n'è uno solo: sono io. I titoli nel calcio si sprecano. Marroccu è un gran dirigente col quale mi trovo benissimo. È una bella persona e, soprattutto, sta diventando davvero bravo».
Un Cellino così riflessivo è davvero inedito, merito della musica?
«Un tempo era il golf, ora la musica. Chissà. Certo la musica male non mi fa».
A proposito: a Cagliari tutti continuano a chiedersi come ha cacciato Belen dalla sua festa-concerto.
«Non ho mandato via nessuno. La signora non aveva piacere di restare. Ha iniziato a creare problemi per qualsiasi cosa. Le ho detto di non rovinarmi la festa e ho chiesto una macchina per farla accompagnare all'aeroporto. Lei è voluta andar via. Era nervosa. Capita».

La Nuova Sardegna - Allegri, rispolvera il tridente
Da Langella, Suazo ed Esposito a Matri, Nené e Jeda. I primi tre avevano Zola alle spalle a inventare gioco e assist. I rossoblù di Allegri potrebbero giovarsi della fantasia di Cossu. Fantacalcio? Può darsi. Ma intanto, l’allenatore del Cagliari prova anche il tridente. E il discorso tattico, che abbia un seguito o meno, non è così strampalato come sembra. Il tecnico, ovviamente, sa di poterlo utilizzare solo in certe situazioni. Poi, merita un discorso a parte l’equilibrio dei reparti. E’ evidente che la fase difensiva col tridente richiede ben altro carico, non solo per i tre attaccanti, ma anche per centrocampisti e difensori. Però, offre maggiori soluzioni sia nello scarico della palla, sia nella gestione e nella finalizzazione ai limiti dell’area avversaria.
Tra imprevedibilità e fantasia. Attualmente, uno dei giocatori più in forma è Cossu. Ed è proprio attorno al fantasista che si sta sviluppando il nuovo corso stagionale dei rossoblù. Il cambio di ritmo, la giocata rapida e imprevedibile, la forza nell’uno contro uno che procura superiorità numerica sono alcuni dei top motiv di Cossu. Con un limite: il cagliaritano non può cantare e portare la croce per tutti i 90’. Da qui, l’idea, almeno negli scontri diretti e con squadre che si arroccano difendendosi in 9, di occupare l’intero scacchiere d’attacco. Si vedrà.
Una sosta proficua. Nel corso di queste due settimane di lavoro, il Cagliari è tornato sui luoghi del misfatto: le tre sconfitte in tre partite al Sant’Elia, offrono più di uno spunto al lavoro dello staff tecnico. In breve, i punti critici da affrontare riguardano il non saper pazientare nel cercare l’affondo, i rischi corsi, e pagati cari, nei frangenti «caldi» della gara, le amnesie difensive e la fragile e arrembante carica emotiva conseguente alle fasi successive l’aver preso gol.
Con la testa a Catania. Allegri ritrova lo spogliatoio al completo. Potrebbe essere a disposizione Pisano mentre lo è di sicuro Lopez. Ma dietro c’è anche Astori, squalifica scontata. E in mezzo, stanno ricaricando le pile Conti, Dessena, Biondini, Cossu e Lazzari. Mentre Barone è in crescita e Brkljca potrebbe aver finalmente chiuso l’iter legato al transfer. In attacco, tutti in regola. A partire da Matri e Jeda, che col Chievo ha pagato salate le performance con Bari e Parma. Intanto, alle loro spalle premono Nenè, Larrivey e il piccolo grande Ragatzu: il bomber classe ’91 ha verniciato la partitella di giovedì segnando tre reti e offrendo a Matri una palla gol millimetrica. Allegri è avvertito.

Nazionale, Marchetti giocherà titolare
Federico Marchetti potrebbe esordire dal primo minuto in gare ufficiali con la maglia della Nazionale italiana. Considerate le non perfette condizioni fisiche di Gianluigi Buffon (che nei prossimi mesi dovrà sottoporsi a un'operazione al menisco), il Ct Marcello Lippi pare intenzionato a dare fiducia al numero 1 del Cagliari per l'ultima partita delle qualificazioni al Mondiale sudafricano, che si disputerà mercoledì prossimo a Parma contro Cipro.

Marchetti, che ha esordito in Nazionale da titolare nell'amichevole del 6 giugno scorso a Pisa contro l'Irlanda del Nord (finita 3-0 per gli azzurri), sarebbe dunque preferito al "napoletano" Morgan De Sanctis, che finirebbe dunque in panchina.
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Old 13-10-2009, 08:21   #283
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Il Sardegna - Stadio, Cellino compra l'area
Cellino compra lo stadio. meglio: vuole acquisire l'area dove attualmente sorge il Sant'Elia per “rigenerare” il termine
è quello indicato nella documentazione il vecchio stadio per adeguarlo alle richieste Uefa e alle moderne esigenze delle
società di calcio. Tutto in vista dell'appuntamento per Euro 2016 per il quale l'Italia è attualmente in corsa, come paese
ospitante. I presupposti legali sui quali si basa la richiesta del Cagliari,e capitata al Comune lunedì scorso, si trovano tutti nel disegno di legge varato dal Governo il 17 marzo, e recentemente approvato dalla commissione Istruzione del Senato, sull'impiantistica sportiva. Il sì definitivo di palazzo Madama potrebbe sbloccare la situazione. Mentre in città la risposta spetta a
palazzo Bacaredda. E in attesa della relazione dei tecnici comunali, ieri mattina, in via Roma il primo cittadino Emilio Floris ha presentato la proposta ufficiale del Cagliari calcio agli assessori Lorrai Lavori pubblici , Campus, urbanistica e Collu Patrimonio. Il problema è sempre lo stesso: quale formula adottare per l'alienazione di una superficie pubblica ad una società privata. Il disegno di legge individua la soluzione: «Per favorire un'adeguata, efficace e trasparente attività di ristrutturazione degli impianti sportivi
pubblici», scrive il Governo, «si consente ai Comuni di inserire tali beni, comunque non produttivi, nel proprio patrimonio disponibile e di poter cedere i diritti reali di proprietà o di superficie, con affidamento diretto, alle società sportive professionistiche
che ne hanno l'uso prevalente». E il Cagliari risponde propio ai requisiti, come società professionistica che fa uso addirittura esclusivo dal 1999 dello stadio. Dunque la soluzione potrebbe essere questa: il Comune concedei diritti di proprietà o di superficie, attraverso l'affidamento diretto al Cagliari calcio come utilizzatore esclusivo dell'impianto. Due le ipotesi: cessione
dell'area o concessione e il prezzo della vendita o del canone per la superficie verrebbe calcolato dal Comune. Di sicuro il varo
della legge consentirà lo stanziamento di fondi e corsie preferenziali per le procedure burocratiche. Ancora incertezza sulla demolizione. Il termine “rigenerare” utilizzato dal Cagliari fa pensare ad una ristrutturazione o comunque al riutilizzo di una parte del vecchio stadio Sant'Elia

Unione Sarda - Marchetti. il futuro è adesso
Su il sipario, Federico Marchetti si prende la scena. E non sarà un mercoledì come tanti altri per il portiere veneto, domani allo stadio Tardini di Parma dove già tre domeniche fa ha fatto il pieno con il Cagliari. Guanti pesanti, come l'eredità che prima o poi lo accompagnerà in giro per il mondo, ma quanto corre stavolta il treno azzurro.
Dopo l'esordio nell'amichevole del 6 giugno a Pisa con l'Irlanda del Nord, molto probabilmente sostituirà Buffon in un match ufficiale. Italia-Cipro è, infatti, partita valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali, mica briciole, anche se la squadra di Lippi ha staccato il biglietto per il Sud Africa con una giornata d'anticipo pareggiando sabato scorso a Dublino (ecco perché il commissario tecnico ha ora intenzione di far giocare tutti i convocati).
Il futuro è adesso. «È lui il dopo Buffon», si sbilancia apertamente Gigi Riva, team manager della Nazionale e fratello dell'Italia tutta, ma con un occhio di riguardo per chi ha il rossoblù sotto l'azzurro. Una battuta per lasciapassare. «Finalmente ho trovato un compagno di viaggi», visto che entrambi partono dall'aeroporto di Elmas per raggiungere il centro federale fiorentino di Coverciano. «E ho l'impressione che di viaggi insieme ne faremo parecchi, io e Marchetti». E se a dirlo è Rombodituono (ormai gli basta una smorfia per interpretare un pensiero del ct) «l'impressione» diventa quasi una certezza. «Federico è molto stimato, sia dai compagni sia dallo staff». Questione tecnica e caratteriale insieme. «Il preparatore dei portieri Bordon lo ha seguito a lungo e adesso stravede per lui, sostiene che è completo. Lo stesso Lippi lo adora, anche per quel suo modo di proporsi. Durante la giornata», tiene a precisare Riva, «dirà sì e no dieci parole, appena indossa i guanti, poi, parla ininterrottamente, urla, richiama all'ordine i compagni e si sente solo lui. Insomma, come entra in porta si trasforma».
Il destino segnato, e in parte il portiere del Cagliari (solo un anno e mezzo fa giocava in B con l'AlbinoLeffe) se l'è conquistato a denti stretti. Sin da quando ha lasciato Bassano del Grappa, la città dove è nato e cresciuto, per trasferirsi a Torino e cominciare così tutta la trafila nelle giovanili granata. Aveva appena compiuto quattordici anni, ora ne ha ventisei e se si volta troppo indietro quasi gli gira la testa. Per il Toro ha tradito la Juve (che tifava da bambino), poi è stato il Toro a tradire lui scaricandolo sul più bello nella stagione 2004-05 in B. Così Marchetti (che ha faticato non poco a farsene una ragione) una settimana dopo l'esordio in prima squadra ha preferito ricominciare da zero in C2 con la Pro Vercelli dove l'anno precedente aveva iniziato a farsi le ossa. «E dove i palloni non bastavano mai in allenamento e i campi erano in terra e pietra», ha ricordato in più di un'occasione e con il sorriso liberatorio di chi ha saltato il fosso. L'anno successivo con la Biellese prima del doppio campionato con l'AlbinoLeffe, diventato poi il suo vero trampolino di lancio. Dalla C2 alla Nazionale in pochi anni, che scalata. E già sente sul collo il fiato del Milan. «Vivo alla giornata e per ora mi tengo stretto il Cagliari», ha ribadito anche lunedì scorso mentre si lasciava alle spalle la Sardegna. Nell'Isola è arrivato in prestito nel 2008. Dall'estate scorsa è ufficialmente in comproprietà e nel 2010 Cellino dovrebbe riscattare - sempre dall'AlbinoLeffe - l'altra metà del cartellino.
Portiere spavaldo. Ci mette sempre le mani, i piedi, e di conseguenza la faccia. Lui stesso ha sempre ammesso: «Mi piace collaborare con i compagni, tenere la difesa alta, uscire, talvolta in modo aggressivo e persino spericolato». Nel calcio come nella vita. «Vivo tutte le emozioni al massimo». Soprattutto da quando il destino, ancora lui, prima gli ha sbattuto la morte in faccia, poi gli ha strozzato il cuore. Sempre la strada di mezzo. Il primo incidente quattro anni fa sull'A4 che collega Milano con Torino, dentro l'auto lui e altri tre compagni della Pro Vercelli. Un camion di traverso, lo schianto sul guardrail, le lamiere accartocciate, le fiamme, il sangue, la paura. «Nel buio», ha poi ammesso Marchetti, «ho avuto un abbaglio e ho visto la Madonna». E per lei si è tatuato sul braccio destro una preghiera, un'Ave Maria in lingua avesta. «Il mio ringraziamento eterno». Asfalto maledetto, invece, due anni più tardi, i suoi amici più cari se li è portati via a distanza di qualche mese l'uno dall'altro. «Quanto vorrei che fossero qui con me, mi incitavano sempre, mi sostenevano quando mi sentivo triste e perso, mi ripetevano in continuazione che prima o poi ce l'avrei fatta e sarei arrivato in alto, sarebbero proprio orgogliosi di me», l'ultimo pensiero del portiere rossoblù, quattro mesi fa, mentre varcava per la prima volta il cancello verde che separa Coverciano dal resto del mondo. Andrea e Francesco, nomi speciali, sono ora scolpiti sull'altro braccio, quello sinistro. Amici per sempre, la prossima estate in Sud Africa con Marchetti ci saranno anche loro.

La Nuova Sardegna - Il battesimo di Marchetti
Tocca a Federico Marchetti. Il portiere del Cagliari nella partitella è stato schierato tra gli undici che domani affronteranno Cipro: Marchetti, Santon, Gamberini, Cannavaro, Bocchetti, Gattuso, D’Agostino, Pepe, Rossi, Quagliarella e Gilardino. Dall’altra parte Buffon, Zambrotta, Chiellini, Grosso, De Rossi, Pirlo, Palombo, Camoranesi, Di Natale e Iaquinta.
Il tecnico azzurro ha disposto la squadra in maglia rosa, ovvero i probabili titolari contro Cipro mercoledì, con il modulo 4-2-3-1. La partita è finita 3-2 per la squadra blu, a segno Palombo, D’Agostino, Gilardino, Camoranesi e Di Natale.
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Old 15-10-2009, 08:23   #284
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Il Sardegna - Acquafresca dimenticato, l'attacco segna
La settima giornata, nella più recente storia rossoblù, fa parte della cabala. Un anno fa ha segnato la rinascita. Torino,
minuto 86: Acquafresca segna e scioglie la maledizione. Secondo gol della stagione dopo quello di Larrivey alla prima
giornata contro la Lazio��, e finalmente una stretta di mano ai tre punti. Da lì un percorso incalzante. Un anno dopo, alla
settima, il Cagliari ha tre punti in più e soprattutto un attacco più prolifico. Insomma, l'addio di Acquafresca non è stato un
problema così come si era temuto. Non ne ha fatto sentire la mancanza soprattutto Jeda, che si è caricato la squadra sulle
spalle e ha già siglato tre volte. Due rigori e una mezza girata. Buon momento per il brasiliano, in realtà meritevole della recente
cittadinanza italiana soprattutto per come padroneggia la lingua sciacquata nell'Arno. Meglio di chi dovrebbe. Ma date un po' di continuità e possibilità a Matri, che non vi deluderà. Nella gara che anticipava la sosta è arrivata la sua prima rete, di quelle che fanno bene perché portano sacchi di sicurezza. l'attaccante di Sant'Angelo Lodigiano l'anno scorso fu di quelli con la media migliore nel rapporto gol-minuti giocati. Insomma, il fantasma di Acquafresca non c'è più e ora Matri può continuare a difendere
il suo posto da titolare. A segno anche la scommessa di Cellino. No, non Larrivey. Ma Nenè, seppure si continui a ripetere
che non è pronto, il brasiliano ha già dato prova di “opportunismo” nel senso positivo del termine. ha trovato il primo
gol, realizzato da vera prima punta, un po' all'Inzaghi, come ci aveva abituato Acquafresca. A completare il ciclo dei gol ci si è messo Dessena. Troppa foga, troppa voglia di urlare al mondo che è tornato. L'ha fatto a suo modo, anche bersagliando la
porta dalla distanza. Fini non si rimpiange più. siamo a sei. Sei reti contro le due dello scorso anno. Otto quelle subìte contro
le dieci di un anno fa. Sette punti contro quattro. Col gioco ritrovato e premesse addirittura migliori, il Cagliari si avvicina all'ottava giornata. Chissà anche stavolta i rossoblù faranno la loro ascesa mozzafiato nel nuovo campionato. Tanto per iniziare ci sarà un Catania guerrigliero che finora non ha mai vinto. Poi altro faticoso trittico perché la prossima settimana nel giro di sette giorni arrivano il Genoa, che ha già 13 punti, la Lazio di Ballardini che per un'estate ha corteggiato Allegri e Canini, poi l'Atalanta ultima in
classifica con un Robert Acquafresca sinora ancora a secco. Altro tour de force. Ma visti i precedenti, niente paura

Unione Sarda - Cagliari , traffico a centrocampo
Cagliari in continuo movimento. Magari a gennaio qualcuno chiederà al presidente Cellino di essere ceduto: intanto Allegri guida felice nel traffico scoppiato (più o meno) improvvisamente a centrocampo.
Il tesseramento di Brkljaca (a disposizione per la trasferta di domenica a Catania) dopo un lungo e intricato iter burocratico consentirà, infatti, di provare ulteriori soluzioni all'allenatore toscano che già aveva l'imbarazzo della scelta. Ventiquattro anni, croato, mezzala destra naturale, ma anche quando è stato schierato sul centrosinistra durante le amichevoli del giovedì ha confermato di avere discrete qualità tecniche, oltre a uno spirito agonistico invidiabile (non tira mai indietro la gamba).
Giovedì scorso nel test con il Selargius, Allegri lo ha addirittura piazzato davanti alla difesa nel momento in cui si è infortunato Parola (vice Conti già dallo scorso campionato). Il ruolo di regista non è forse quello che più gli si addice, comunque anche in quella circostanza Brkljaca ha confermato di essere un giocatore polivalente, pertanto preziosissimo. Lo sarà presto anche Sivakov, ha assicurato nei giorni scorsi Cellino. «L'ho visto in allenamento, la sua crescita è imbarazzante. Per l'allenatore sarà difficile lasciarlo fuori in futuro», ha inoltre precisato il patron del Cagliari.
Tempo al tempo. Ora il centrocampo rossoblù ha tre moschettieri ben definiti, anche se Biondini e Lazzari si scambiano continuamente la spada. Dessena, invece, ha preso il sopravvento su Barone dall'altra parte del campo, mentre Conti del reparto è quasi un Re.
Ogni vigilia è quasi un gioco delle coppie per Allegri che deve scegliere gli interpreti ideali, in base allo stato di forma di ognuno, ma anche (o soprattutto) alle caratteristiche dell'avversario. Contro il Chievo Biondini ha bruciato Lazzari al fotofinish, e a Catania il ballottaggio per la maglia di interno sinistro sembra destinato a ripetersi e trascinarsi sino a poche ore prima del match. Al momento è l'ex atalantino (quattro presenze in sette partite sinora per un totale di 309 minuti) ad avere qualche chance in più rispetto al romagnolo (266 minuti in cinque gare). E difficilmente il test di oggi a Ussana sarà attendibile (nelle amichevoli del giovedì Allegri mischia sempre le carte).
Nettamente favorito Dessena su Barone, invece, nella porzione di campo sino a pochi mesi fa occupata da Fini. Quantità e qualità la miscela esplosiva che l'allenatore spera di trovare con le due mezze ali, che assieme al vice-capitano Conti proveranno a sfondare il bunker del Catania.

La Nuova Sardegna - Pisano, Nenè e Lopez in dubbio per Domenica
Doppio allenamento ieri per il Cagliari al centro sportivo «E. Cellino». Hanno lavorato in differenziato Pisano, Nenè cui si è aggiunto Diego Lopez. Il capitano ha nuovamente avvertito leggeri fastidi alla caviglia, gli stessi che lo avevano costretto a stare fermo quasi un mese, da valutare quindi se riuscirà a recuperare in tempo per essere in campo a Catania. Tutti gli altri invece godono ottima salute. La squadra al mattino ha svolto solo ed esclusivamente attività fisica in palestra, mentre nel pomeriggio lavoro tecnico con esercitazioni di possesso e non possesso palla, la partitella ad una sola meta campo ha chiuso poi la seduta. Oggi alle 15 ad Ussana è in programma il collaudo infrasettimanale contro una rappresentativa formata da dilettanti della zona. Alle 10.30 invece i calciatori Andrea Cossu e Francesco Pisano saranno ospiti dell’Istituto Comprensivo Monastir - Ussana, al Centro Polifunzionale sito in via Crispi ad Ussana, dove incontreranno gli studenti e gli insegnanti. Il tutto nell’ambito dell’iniziativa «Lo stadio dei bambini» giunta al suo quarto anno consecutivo. Sempre nella giornata odierna faranno rientro in città il portiere Federico Marchetti e il centrocampista bielorusso Mikhail Sivakov, reduci dagli impegni con le rispettive nazionali. Venerdì unica sessione lavorativa al mattino.
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Io voglio vedere Brkljaca
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Unione Sarda - Cagliari, serve un'altra impresaTrasferta insidiosa per il Cagliari che a Catania cercherà di riscattare la terza sconfitta interna consecutiva (con il Chievo Verona, dopo quelle incassate da Siena e Inter), i cui effetti sono stati parzialmente assorbiti grazie alla sosta. L'avversario è da prendere con le molle non tanto per lo spessore tecnico, quanto per la rabbia accumulata nelle ultime settimane. Atzori, successore di Zenga, nel frattempo trasferitosi sulla panchina del Palermo, ha costruito una squadra da combattimento che, però, non è ancora riuscita a vincere. In casa ha perduto con la Sampdoria e pareggiato con Lazio e Roma (quest'ultima salvatasi per il rotto della cuffia e senza alcun merito), in trasferta è caduta a Parma, Udine, ma ha strappato due 0-0 sui campi dell'Atalanta e del Bari. Insomma, il Catania non ha mai vinto ma ha tenuto quasi sempre bene il campo e questo non è un segnale rassicurante per i rossoblù.
Allegri, come nelle ultime settimane, ha avuto pochi margini di manovra per compilare la formazione. In pratica, il tecnico si è potuto concedere un solo ballottaggio (quello tra Lazzari e Biondini per il ruolo di mezzala sinistra, con il primo favorito), mentre ha dovuto fare scelte obbligate per tutto il resto.
In difesa, ancora assente Francesco Pisano, alle prese con un lunghissimo e fastidioso infortunio al ginocchio. Il capitano Lopez, infortunatosi a Firenze, rientrato con il Chievo Verona e di nuovo ai box per una distorsione alla caviglia, ha recuperato in extremis ma non potrà garantire altro che la sua disponibilità. Andrà in panchina, lasciando a Canini e Astori il compito di contrastare l'insidioso Mascara e il guizzante Martinez e il talentuoso giapponese Morimoto. Il reparto sarà completato dall'affidabile Marzoratti (che ha accusato un calo con il Chievo dopo tre ottime prestazioni) e dall'inossidabile Agostini, mentre tra i pali ci sarà l'azzurro Marchetti, reduce dalla tumultuosa gara con Cipro nel corso della quale ha subito due gol (francamente inevitabili) ma arricchita da una parata prodigiosa che ha evitato all'Italia la figuraccia. Purtroppo, gran parte degli osservatori ha visto solo i gol incassati e non la prodezza e la complessiva buona prova del portiere rossoblù, punito da voti in pagella troppo bassi.
A centrocampo, l'unico dubbio, Biondini o Lazzari, per completare il reparto che non può fare a meno della lucidità di Conti (dal quale ci si aspetta un po' di più, a essere sinceri) e della vigoria di Dessena. Ancora indietro Barone perché possa esserci una sua candidatura a un posto da titolare. Poca scelta anche in attacco. Cossu non si tocca, Jeda neppure, Matri, soprattutto per una partita in trasferta, è decisamente più indicato di Larrivey e di Nenè, tra l'altro in condizioni non ottimali a causa di una botta al ginocchio. Comitiva completata dal croato Brkljaca, alla prima convocazione, dopo il lunghissimo iter burocratico per la concessione del transfer.

La Nuova Sardegna - Cagliari a caccia di un nuovo exploit
Lontano dal Sant’Elia, il Cagliari ha un ottimo ruolino di marcia. Pareggio a Livorno, vittorie a Bari e Parma, sconfitta a Firenze. Sette punti, che oggi a Catania (i siciliani in casa non hanno ancora vinto, subendo due sconfitte) i rossoblù cercheranno di incrementare, aggiungendo un altro risultato positivo.
La formazione. Allegri dice di avere dei dubbi, in realtà l’allenatore del Cagliari ha le idee chiarissime. In difesa i centrali saranno Astori e Canini (difficile che Lopez possa giocare dall’inizio), mentre a centrocampo Biondini sarà preferito a Lazzari e Dessena e Barone (apparso in crescita), con Conti al centro a dettare i tempi del gioco. Cossu agirà, come sempre, alle spalle di Jeda e Matri. Larrivey partirà dalla panchina, per lui potrebbe essere spazio a gara in corso.
Gli avversari. Il Catania gioca col 4-3-2-1. Unica punta sarà Morimoto, alle sue spalle si muoveranno Mascara e Ricchiuti, abili a inserirsi negli spazi e nell’uno contro uno. La squadra di Atzori, in casa, aggredisce gli avversari, tiene la difesa (a quattro) molto alta e sfrutta le corsie esterne, con continue sovrapposizioni degli esterni bassi.
La tattica. La partita potrebbe decidersi in mezzo al campo. Il Cagliari dovrà mantenere le distanze tra i reparti, evitare di schiacciarsi all’indietro. Se ci riuscirà, potrebbe sfruttare la capacità di ribaltare il fronte dell’azione di Cossu e Conti. I rossoblù potrebbero trovarsi in vantaggio numerico nella zona «calda», soprattutto perchè sia Ricchiuti che Mascara, non sempre rientrano celermente. Ecco perchè sarà fondamentale rubare palla e ropartire subito.
La corsa. Quella del Cagliari verso posizioni tranquille di classifica è stata interrotta dal Chievo. Il ko casalingo col Chievo, ha annulato gli exploit di Bari e Parma. Errori tattici, seguiti da incredibili cali di concentrazione e di intensità, hanno consentito agli avversari di andare a nozze. Distrazioni che a Catania bisognerà assolutamente evitare, contro un avversario che ha già dimostrato di essere cinico e di saper colpire senza pietà.
Il futuro. Fare punti in Sicilia potrebbe lanciare in orbita il Cagliari. Prima dell’ultima sosta del 2009, i rossoblù giocheranno tre volte in casa (Genoa, Atalanta e Sampdoria), con l’intermezzo della trasferta di Roma con la Lazio (nel turno infrasettimanale del 28 ottobre). Non saranno partite facile, ma affrontarle dopo aver violato il campo del Catania, avrebbe un sapore decisamente diverso, condito da un grandissimo entusiasmo. Insomma, quello di oggi è un incrocio che potrebbe aprire le porte del... paradiso.
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Old 18-10-2009, 13:25   #287
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Catania-Cagliari formazioni ufficiali
Catania (4-3-3): Campagnolo; Potenza, Augustyn, Silvestre, Marchese; Izco, Carboni, Llama; Martinez, Ricchiuti, Mascara;. A disposizione: Andujar,, Terlizzi, Biagianti, Pesce, Ledesma, Plasmati, Morimoto. All.: Atzori.
Indisponibili: Barrientos, Sciacca, Alvarez, Bellusci
Squalificati: Capuano (1), Spolli (1)

Cagliari (4-3-1-2): Marchetti; Marzoratti, Astori, Canini, Agostini; Dessena, Conti, Lazzari; Cossu; Matri, Jeda. A disposizione: Lupatelli, Lopez, Barone, Parola, Lazzari, Nené, Larrivey. All.: Allegri
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Old 18-10-2009, 14:48   #288
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Dessena
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Old 18-10-2009, 14:59   #289
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manco lui ci credeva, bello veramente, peccato per il tanto affannarsi quasi inutile di tutta la squadra...sembra di rivedere la partita con il chievo..
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Old 18-10-2009, 17:50   #290
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Old 19-10-2009, 03:53   #291
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Ho visto la partita, mi han colpito la scarsezza del Catania e la discontinuità del Cagliari....a momenti gioca discretamente, a momenti è svagato...a momenti gioca alla cazzo di cane con lanci nel vuoto....sinceramente non mi è piaciuta per niente la partita di oggi.
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"Il silenzio è la più perfetta espressione del disprezzo." - « Tancas serradas a muru Fattas a s'afferra afferra Si su chelu fit in terra L'aiant serradu puru » - vedere avvinazzati darsi arie da sommelier non ha prezzo -
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Old 19-10-2009, 07:54   #292
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Il Sardegna - Dessena, gran goal
Seconda rete stagionale. Un capolavoro. Daniele Dessena ha però un cruccio. «non meritavamo di perdere, sarebbe stato più giusto un pareggio». Il giovane esterno rossoblùincassa i complimenti. Da parte di tutti. Avversari compresi. «In effetti sono le cose belle del calcio. Quando fai un gesto tecnico e la tifoseria avversaria ti applaude, come è accaduto a Catania, riesci a capire i reali valori dello sport». Quindispiega la rete. «Premetto una cosa. non ho assolutamente paura di sbagliare. Quando ho visto arrivare il cross di Marzoratti ho capito subito che non sarei riuscito ad arrivare di testa. Ragion per cui ho cercato di coordinarmi al meglio e di fare la cosa apparentemente più difficile. Fortuna che mi è riuscita. Ammetto di essere un testardo, quando parto per fare una cosa, con quell’idea, tento di farla senza tentennamenti». Poi l’esultanza. «Ma stavolta i catanesi hanno capito, contrariamente a quelli della mia città, che fraintesero». E pace fatta anche con Potenza, con il quale c’è stato un battibecco subito dopo il gol. «Ci siamo spiegati in campo e pure negli spogliatoi. non volevo assolutamente sbeffeggiare nessuno». Quindi fa una disamina della gara. «Non meritavamo di perdere. Addirittura, prima del loro definitivo vantaggio, Lazzari ha avuto la possibilità di portarci in vantaggio. Solo che ha perso il tempo ed un difensore è riuscito a chiudere». Parola d’ordine: guardare avanti. Dessena ne è
convinto. «E continuare a lavorare così come stiamo facendo in questo periodo. Una cosa mi sento di dire senza paura di essere
smentito. Il Cagliari si salverà sicuramente. In questo periodo siamo stati traditi dagli episodi, ma sono sicuro che, alla
unga, ne verremo fuori senza tanti problemi. Dobbiamo solo limare certe disattenzioni, che possono capitare nel contesto
di una gara». Per Dessena c’è solo un modo per superare certi periodi bui. «Lavorare sodo durante la settimana. Solo così riusciremo a venir fuori da una situazione tuttavia rimediabilissima. Il campionato è talmente lungo ed articolato che basta un
filotto di vittorie per recuperare posizioni perdute. Catania però valeva 6 punti».

Unione Sarda - Allegri : "Ci risolleveremo"
Doccia gelata. I successi con Bari e Parma sembravano aver spazzato via la crisi sul nascere, ora però Max Allegri si ritrova di nuovo costretto a fare la conta delle lacrime. «Non facciamo drammi», dice e ripete ogni volta che ne ha l'occasione l'allenatore del Cagliari, quinto ko stagionale (il secondo consecutivo) sulle spalle e il morale stritolato dagli eventi. «Certo potevamo essere più precisi e determinati, in occasione dei gol subiti, ma anche durante la fase offensiva in generale, nella scelta dell'ultimo passaggio, e non solo. Eppure - ancora una volta - posso rimproverare davvero ben poco alla mia squadra». Episodi decisivi, per farla breve, adesso, però, iniziano a pesare.
Le braccia incrociate dietro una scrivania piccola e bassa, e con lo sguardo quasi sfida l'intera serie A attraverso le telecamere che affollano la sala stampa dello stadio Massimino. Giù le mani dal Cagliari. «Questa sconfitta», mette subito le mani avanti l'allenatore livornese, «non premia la nostra prestazione, non meritavamo di lasciare Catania senza nemmeno un punto». Una spruzzata di autostima, inizia così qui in Sicilia un lavoro psicologico che - c'è da scommetterci - accompagnerà i rossoblù sino alla gara con il Genoa, in programma domenica prossima al Sant'Elia. «In questo momento più che mai è importante non farsi trascinare dallo sconforto. Capisco che la partita con il Chievo prima e questa con il Catania adesso siano una mazzata sul morale, ma anche quest'anno abbiamo dimostrato di avere forza e carattere per riprendere la strada giusta». Tutto d'un fiato per non perdere il filo diretto con il campionato. Così anche la classifica diventa un dettaglio. «Conosciamo il nostro obiettivo», tiene a precisare non a caso Allegri, e non è la prima volta che lo fa. «Quest'anno il campionato è ancora più difficile. Per ottenere la salvezza dovremo conquistare quaranta punti, se bastano. Di sicuro dovremo lottare sino all'ultima partita». Da qui alla fine non mancheranno i periodi di difficoltà. «Sta a noi affrontarli nel modo giusto e, ripeto, senza fare drammi».
Sconfitta immeritata, insiste Allegri. «Almeno per quello che abbiamo fatto vedere in campo. Perché poi alla fine», sottolinea, «contano i risultati, e se abbiamo perso evidentemente il Cagliari ha commesso qualche errore, e sicuramente l'ho commesso anch'io». Recita il mea culpa, e qui si ferma. «Adesso lasciamoci alle spalle Catania e concentriamoci sul Genoa».
Eppure la sfida del Massimino è un continuo replay, è un coltello che gira e rigira nella piaga ancora calda e fa male. «Sapevo che sarebbe stata una partita difficile, così è stato, ma se andiamo ad esaminarla bene il Catania non ci ha mai messo realmente in difficoltà, certo non abbiamo subito arrembaggi. Tutt'altro». Aveva un dubbio per reparto, Allegri, e alla fine sono state ben due le novità rispetto alla precedente gara con il Chievo. Canini e Astori nel cuore della difesa, Lopez in panchina. «Diego ha svolto un lavoro differenziato per quasi tutta la settimana, ho preferito pertanto risparmiarlo». Scelta tecnica, invece, in mezzo al campo. Stavolta Lazzari si è aggiudicato il ballottaggio con Biondini per il ruolo di mezzala sinistra. «Avevo bisogno di qualità in quella zona e più geometria». Poi è stato lo stesso Biondini a cambiare gli scenari al 22' della ripresa. Il romagnolo è entrato al posto di Cossu, ma di fatto ha sostituito proprio Lazzari che, invece, si è piazzato tra le linee. «Cossu aveva speso tanto e in questo modo ho voluto tenere alto il ritmo della manovra. Mi serviva più gamba, E infatti le cose stavano andando nel verso giusto». Poi il gol di Martinez. «Una gran giocata, ma noi dovevamo essere più attenti».
Nel finale il (doppio) cambio della disperazione: fuori Marzoratti e Matri, dentro Barone e Nenè. «Prima non aveva senso cambiare», tiene ancora a precisare l'allenatore del Cagliari. «Stavamo facendo bene e le sostituzioni servono quando ti rendi conto che la squadra è in difficoltà. E non era certo questo il caso».
E ora il Genoa, che vorrà certamente riscattare la batosta (0-5) subita sabato a Marassi nell'anticipo con l'Inter. «Ma se loro sono arrabbiati, noi lo siamo molto di più», afferma Allegri. «Poi in serie A tutte le partite sono difficili. E il Cagliari non può e non deve guardare in faccia nessuno». Da ieri più che mai.

La Nuova Sardegna - Redimento lontano da quello di un anno fa
Il primo a sottolineare gli errori del Cagliari è stato lo stesso Massimiliano Allegri nelle rituali interviste di fine gara. Il tecnico toscano è sempre molto severo con i giocatori e con se stesso, quando i risultati sono determinati da errori e disattenzioni, come purtroppo è avvenuto anche ieri pomeriggio.
Reso merito, quindi, al tecnico rossoblu per la sua obiettività e detto anche che forse il risultato più giusto, per quanto ha espresso il campo, sarebbe stato il pareggio, bisogna tuttavia approfondire l’esame di una sconfitta che spinge il Cagliari al limite della zona retrocessione. A partire, ovviamente, dai due gol subiti a Catania. Sul primo la difesa rossoblu ha giocato alle belle statuine, mentre i catanesi sviluppavano la trama di un calcio di punizione provato e riprovato in allenamento. Sul secondo gol, quello decisivo di Martinez all’880 minuto, il Cagliari si è fatto trovare scoperto in difesa: è grave per una squadra che sta portando in porto un pareggio a conclusione di una gara che avrebbe potuto anche vincere se soltanto, nella ripresa, Lazzari, Jeda, Matri avessero avuto maggiore convinzione e decisione. L’impressione dopo questo ko, e dopo aver rapidamente ripercorso il cammino fin qui compiuto in campionato (con 0 punti in casa e con due vittorie, un pari e due sconfitte in 5 gare esterne) è che questa squadra è ancora lontana da quella esaltante dello scorso anno. Non tanto perché sono state cambiate tre pedine importanti in difesa, a centrocampo e in attacco, quanto piuttosto perché ha meno” anima” e forse più presunzione. Lo scorso anno, dopo le preoccupanti sconfitte iniziali, ha trovato lo sbocco giusto alle trame di gioco disputando un campionato d’alto livello. Quest’anno invece l’andamento è altalenante, con questi ultimi episodi, la sconfitta interna con il Chievo e questa di Catania, a preoccupare. Forse c’è bisogno di più giocatori, come gli assenti Lopez e Pisano, che diano l’anima
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Old 20-10-2009, 07:51   #293
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Unione Sarda - Cellino: "Fiducia e serenità, diremo la nostra"
Fare quadrato, mantenendo la calma e cercando la soluzione al problema tattico che a Catania è tornato a evidenziarsi. La linea di condotta è stata dettata da Miami dal presidente Cellino, che ha trascorso buona parte del pomeriggio americano (in Italia era notte fonda) al telefono con il direttore generale del Cagliari, Francesco Marroccu. Ieri, invece, lungo colloquio telefonico con Massimiliano Allegri. Il presidente e l'allenatore hanno fatto il punto della situazione, analizzato gli alti e i bassi della squadra, cercato di individuare la strada giusta.
Il Cagliari sa giocare al calcio, lo ha dimostrato l'anno scorso e quest'anno con Inter, Bari e Parma. Si tratta di dare continuità alle prestazioni, con un progetto chiaro e condiviso. Ecco perché - ha spiegato Cellino a Marroccu - va salvaguardata per prima cosa la compattezza dello spogliatoio e la credibilità dell'allenatore, mai messe in discussioni nonostante le cinque sconfitte sin qua subite. Questo mentre i soliti bene informati provvedevano a far circolare il nome di Mario Beretta come potenziale successore dell'esonerato Allegri. Invenzioni di chi non vuole capacitarsi che la strada imboccata da Cellino è diversa e che non sono previste inversioni di marcia.
L'immediata reazione del presidente seguita alla sconfitta di Catania, equivale a un campanello d'allarme. Cellino non intende sottovalutare il ko che la squadra rossoblù ha subito in extremis da un avversario mediocre, incapace di portare pericoli alla porta di Marchetti e a lungo fischiato dal proprio pubblico.
Contro un avversario del genere, il Cagliari è riuscito nell'impresa di non portare a casa neanche un punto, subendo la rete decisiva di Martinez (dopo il gol iniziale di Ricchiuti e la spettacolare replica di Dessena in rovesciata) quando ormai neanche i siciliani credevano più nella prima vittoria del campionato. Smaltita gioco forza la delusione, presidente, staff dirigenziale e tecnico si sono messi al lavoro per scovare i motivi di questo rendimento altalenante e individuare le soluzioni.
Oggi Allegri farà il punto con i suoi collaboratori: la condizione fisica è ottima, anche se l'infortunio di Pisano pesa e quello, ormai superato, di Lopez ha comunque prodotto strascichi difficili da assorbire da un reparto, la difesa, già sotto numero in partenza. La compattezza dell'ambiente è fuori discussione, questo è l'unica cosa che non preoccupa Allegri. Piuttosto, sono i cali di attenzione a far riflettere l'allenatore. Urgono rimedi: è in arrivo il Genoa ferito dopo lo 0-5 con l'Inter e c'è sempre la maledizione del Sant'Elia (tre sconfitte su altrettante partite sinora) da scacciare. La sacrosanta preoccupazione va a braccetto con l'altrettanto doverosa fiducia. «Vedrete che alla fine», ha detto ieri Cellino a Allegri e Marroccu, «diremo la nostra anche quest'anno». L'operazione riscatto è già iniziata, a dispetto del calendario che non promette nulla di buono. Dopo il Genoa, trasferta sul campo della Lazio, quindi, doppio impegno casalingo con Atalanta e Sampdoria, poi tutte sfide con squadre della fascia medio-alta del campionato.

La Nuova Sardegna - Cagliari, va usata la sciabola
E’ un passo falso che fa male quello commesso dal Cagliari a Catania. Fa male per il modo in cui è maturato, fa male alla classifica che si fa preoccupante, fa male al morale della squadra, che continua a ripetere gli stessi errori e viene punita dagli avversari. Le origini delle sconfitte sono sempre le stesse: amnesie difensive.
Distrazioni. Gravi quelle dei rossoblù. Il gol che ha consentito ai siciliani di conquistare la prima vittoria della stagione, è nato da un’incertezza di Agostini. Il difensore ha concesso al giapponese Morimoto la possibilità di crossare indisturbato, invece di andare a chiudere lo spazio. La stessa cosa aveva fatto Marzoratti a Firenze e Vargas, aveva messo sulla testa di Gilardino il pallone decisivo. Incertezze che stanno costando care, punti persi che al momento di tirare le somme potrebbero pesare. Quest’anno salvarsi non sarà una passeggiata, di questo passo 40 punti non saranno sufficienti.
Incisività. Vedere giocare i rossoblù è piacevole. Una squadra che fa girare bene la palla, ha giocatori dotati di ottima tecnica, ma che trova enormi difficoltà quando deve affondare. L’azione si sviluppa bene, poi o manca l’ultimo passaggio, oppure arriva tardi all’appuntamento il giocatore chiamato a finalizzare. E’ un problema da risolvere in fretta. Al Cagliari i complimenti non servono, ha bisogno di punti per rianimare una classifica a cui comincia a mancare l’ossigeno.
Le scelte. Allegri non merita processi. Il tecnico a Catania ha mandato in campo una formazione logica. Aver dato fiducia a Lazzari e lasciato in panchina Biondini, col senno del poi potrebbe essere considerato un errore. In realtà l’idea era giusta, perchè il centrocampista, abile a saltare l’uomo e puntare verso la porta, pur non giocando una grande partita, ha evitato che il Catania conquistasse campo, schiacciando i rossoblù.
Gli attaccanti. Jeda e Matri giocano troppo lontani dalla porta. Sono costretti a partire da dietro e questo, in qualche modo, li limita. Forse non stanno attraversando un gran momento di forma, ma chi sono le alternative? Larrivey ogni volta che ha giocato non ha lasciato traccia, mentre Nenè, per il momento, non è uno che fa la differenza. Fa bene Allegri a insistere su di loro, solo giocando possono ritrovare la condizione migliore.
Il morale. Non può essere a mille dopo la seconda sconfitta consecutiva. Due stop che hanno praticamente annullato gli exploit di Bari e Parma. E’ come se il Cagliari dovesse ripartire da zero. Il compito di Allegri sarà quello di evitare che il gruppo cada in depressione e perda autostima.
La prossima gara. Domenica al Sant’Elia arriva il Genoa. Un avversario ferito dalla batosta subita contro l’Inter. E’ una partita delicata per i rossoblù, dalla quale non possono permettrsi di uscire sconfitti. Sarà una settimana intensa, di riflessione, di analisi degli errori commessi. Giusto voltare pagina, facendo tesoro delle cose che non funzionano per cercare di migliorare. Forse, oltre al fioretto, già dalla prossima gara, il Cagliari dovrà scendere in campo anche con la sciabola. Se è necessario per portare a casa punti prezioai, è meglio usarla.
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Old 21-10-2009, 07:53   #294
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La Nuova Sardegna - Allegri: "Il Cagliari si rialzerà"
Ancora una volta il Cagliari è stato condannato più dalle proprie distrazioni che dai meriti degli avversari. Queste situazioni si stanno ripetendo con un po’ troppa frequenza negli ultimi tempi. Punti persi non facili da recuperare.
«Dobbiamo sforzarci di restare sereni e allo stesso tempo cercare di fare tesoro di tutti quegli errori che in questo momento ci stanno penalizzando - dice il tecnico rossoblù Massimiliano Allegri -. Non abbiamo disputato la nostra migliore partita dal punto di vista tecnico, ma la nostra condanna è arrivata solo per una disattenzione».
- Errore, un vocabolo a voi conosciuto.
«Non ne facciamo molti durante le singole partite, semmai sono gli avversari ad avere un’alta percentuale di realizzazione quelle poche volte che ne commettiamo. Ma personalmente mi sento tranquillo così come tranquilla è la squadra».
- Come spiega la sostituzione di Cossu a metà della ripresa?
«Andrea in quel momento della gara non mi stava dando quel contributo dal punto di vista tecnico che gli avevo chiesto. Inoltre avevo bisogno di dare maggiore fisicità al centrocampo inserendo Biondini a fianco di Lazzari. Ho fatto quindi una scelta ben precisa e sinceramente la rifarei».
- A parte l’errore finale come giudica la prova della squadra?
«I ragazzi hanno fatto delle buone cose e anzi sino a dieci minuti dalla fine avevamo in mano la gara e pensavamo addirittura di portare via l’intera posta. Però a volte il calcio è strano, così alla fine è arrivata quella distrazione e siamo andati via dal campo senza punti. Dobbiamo riflettere e bene».
- A fine gara ha detto di essersi assunto le responsabilità della sconfitta.
«Io sono molto critico con me stesso, e sicuramente nella preparazione della partita devo avere tralasciato di curare qualche dettaglio rivelatosi poi determinante ai fini del risultato finale, magari sotto il profilo della concentrazione dei singoli. Mi considero quindi il primo responsabile di questo passo falso».
- Cinque sconfitte in otto gare, situazione non semplice.
«Io in primo luogo valuto le prestazioni, poi è normale che quando perdi aumenti la rabbia e il dispiacere. Al momento siamo ancora fuori dalla zona retrocessione, dobbiamo renderci conto che questo campionato è più difficile di quello dell’anno scorso e ogni punto conquistato va sudato sino in fondo».
- Domenica cè il Genoa, ferito dallo 0-5 con l’Inter.
«Speriamo che giovedì faccia sei gol al Lilla in Europa League così arriverà più tranquillo. Battute a parte, l’avversario è di quelli molto quotati, ha un allenatore molto bravo e verranno per fare risultato. Ma anche noi abbiamo lo stesso obiettivo».

Unione Sarda - La scossa di Allegri
Sotto la scrivania le dita si intrecciano tra loro, il tono è pacato, lo sguardo impenetrabile, vaga per la stanza, quasi dribbla le telecamere che affollano la sala stampa del centro sportivo di Assemini. E ogni domanda (e soprattutto ogni risposta), alla fine, porta sempre verso la stessa direzione: «Il campionato è equilibrato e difficile, il Cagliari dovrà lottare e sudare domenica dopo domenica per centrare la salvezza».
No, non è il solito Allegri, almeno non è quello che ha sempre addolcito l'amaro avvio di stagione e che due settimane fa ha trasformato la sconfitta con il Chievo in un trampolino di lancio. Il tecnico livornese alterna soddisfazioni (poche) a delusioni (tante), e per la prima volta (a dir il vero lo ha fatto anche tre giorni fa a Catania a caldo) ci mette la faccia e ammette di aver sbagliato qualcosa pure lui durante la settimana che ha preceduto la partita. «Forse ho tralasciato qualche dettaglio, forse avrei dovuto approfittare in modo diverso della sosta e lavorare più sulla concentrazione e sull'attenzione in generale». Nemmeno la presenza in sala del direttore generale è casuale. Appoggiato alla parete, Marroccu incrocia le braccia e ascolta in silenzio l'allenatore che prova a spiegare i mali di una squadra schizofrenica (almeno sfogliando i risultati, ma anche le prestazioni). Su il muro rossoblù. Tutti per uno e uno per tutti.
Catania sul gruppone. «Non abbiamo fatto una grande partita, allo stesso tempo, però - eccetto i due gol - abbiamo subito poco-nulla». La premessa è una magra consolazione, la ricetta ancora da trovare. Una cosa è, però, certa: nessuna rivoluzione tattica in vista. «La settimana è appena cominciata, vedremo cammin facendo se cambiare qualcosa o no». Al momento la strada percorribile è forzata: «Analizzare ciò che non è andato e, soprattutto, fare tesoro degli errori commessi». A proposito, strano davvero il destino rossoblù: «Se la nostra percentuale di errori è bassa, quella di realizzazione degli avversari è altissima». Nemmeno il tempo di tirare il fiato, insomma. Il Cagliari commette poche disattenzioni, ma le paga a caro prezzo. «Nessun calo fisico, però», tiene a precisare l'allenatore rossoblù blindando due giocatori in particolare, Jeda e Conti, al di sotto dei loro livelli standard domenica scorsa in Sicilia. Giù le mani dal regista romano. «A livello difensivo Daniele ha fatto una buona partita. Certo, ultimamente è più marcato, ha sempre l'uomo addosso, e questo magari limita un po' il suo raggio d'azione». Questione più tattica che mentale, insomma. E il perché è presto spiegato: «Lui sta facendo lo stesso lavoro dello scorso anno. Semmai sono le altre squadre che hanno cambiato modo di giocare e di interpretare le partite. Adesso c'è la moda di marcare il centrocampista basso». Non proprio il massimo per il Cagliari. «Senza togliere nulla agli altri», ammette lo stesso Allegri, «Conti è il nostro ago della bilancia». Cinque sconfitte in otto partite, come un anno fa di questi tempi. Ma con una differenza sostanziale: lo scorso campionato la squadra si era appena lasciata la crisi alle spalle, oggi ci è ancora dentro. Da Miami (dove si trova al momento il presidente Cellino) continuano ad arrivare segnali più che incoraggianti per Allegri. La sua panchina non è a rischio. Ma come può sentirsi un allenatore in un momento così delicato? «Io penso alle prestazioni. È chiaro poi che sono arrabbiato e dispiaciuto». E non potrebbe essere altrimenti. «Ma la situazione non mi sembra disperata. Siamo ancora fuori dalla zona retrocessione e dobbiamo pensare domenica per domenica. L'ho ripetuto spesso in questi ultimi mesi e non smetterlo di farlo: la strada che porta alla salvezza non è affatto semplice, la quota salvezza si è sollevata, ogni punto dovremo sudarcelo. Questa è la nostra dimensione. Dovremo imparare a gestire meglio certe partite che magari sembrano alla portata. Mi riferisco a quella di domenica con il Catania, ma anche alla precedente con il Chievo».
Decisivo in Sicilia l'errore di Astori. «Ci può stare», taglia corto Allegri, «è un classe 1987 e ha già dimostrato di meritare la serie A». L'allenatore prova a blindare - per quanto - possibile anche l'attacco, e di conseguenza la coppia Matri-Jeda. «Nel complesso davanti hanno fatto tutti bene». Senza, però, tirare in porta. C'è voluta, infatti, una prodezza di Dessena per raddrizzare (temporaneamente) la partita. «Ma due-tre soluzioni le abbiamo avute, purtroppo non le abbiamo sfruttate nel modo migliore, sbagliando la scelta dell'ultimo passaggio».
E adesso il Genoa, forse il peggior avversario possibile in questo momento. Squadra di spessore e pure ferita dopo i cinque gol subiti a Marassi contro l'Inter. «Speriamo che ne segni altrettanti a Lilla». A prescindere dalla gara di domani valida per l'Europa League: «Domenica al Sant'Elia dobbiamo riprenderci i punti persi per strada». Riecco il solito Allegri. La sfida al campionato ricomincia.
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Old 21-10-2009, 08:25   #295
Wesker
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Io attendo fiducioso... ma ogni domenica è nervoso per me...
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Old 22-10-2009, 08:44   #296
juninho85
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La Nuova Sardegna - Oggi collaudo col Carloforte
Doppia seduta ieri per i giocatori del Cagliari in vista della sfida di domenica al Sant’Elia contro il Genoa. La squadra di Giampiero Gasperini scenderà in campo oggi in casa dei francesi del Lilla nella terza giornata della fase a gironi di Europa League.
I rossoblù cagliaritani ieri erano tutti a disposizione dell’allenatore Massimiliano Allegri, ad eccezione di Francesco Pisano, che ha lavorato in differenziato. Al mattino il gruppo ha svolto attività fisica in palestra, nel pomeriggio spazio alla tecnica: sono state effettuate esercitazioni sulla fase di possesso e non possesso palla.
La partitella finale ad una sola metà campo ha chiuso la sessione lavorativa di ieri. C’è da registrare il ritorno nei ranghi del centrocampista venezuelano Rafael Acosta, reduce dall’esperienza con la nazionale del suo paese agli ultimi campionati del mondo under 20.
Questa mattina, dalle 10.30, l’attaccante brasiliano Jeda incontrerà gli alunni della scuola primaria «Sacra Famiglia» a Cagliari in via Montello, nell’ambito dell’iniziativa della società intitolata «Lo stadio dei bimbi».
Nel pomeriggio, invece, alle 15 ad Assemini è in programma il collaudo infrasettimanale, avversario dei rossoblù sarà il Carloforte (Promozione B). Domani un solo allenamento, sabato mattina la rifinitura.

Unione Sarda - Un anno dopo è lo stesso Cagliari
Sette punti in otto partite, quindicesimo posto in classifica, una lunghezza appena sopra la zona retrocessione. Così oggi, così un anno fa di questi tempi. Cagliari in fotocopia, bilancio identico dodici mesi dopo. Eppure l'umore non è proprio lo stesso. Perché se lo scorso ottobre la squadra di Allegri era appena uscita dalla crisi (e da allora è stata un'escalation continua), adesso ci è ancora dentro e fatica non poco a trovare un andamento costante.
Avvio choc con tre sconfitte di fila (contro Siena, Fiorentina e Inter) dopo il pari di Livorno all'esordio. Il doppio blitz in trasferta in cinque giorni (a Bari e a Parma) sembrava aver invertito la rotta, poi la mazzata con il Chievo e l'ennesima beffa, stavolta a Catania. Su e giù, su e ancora una volta giù. Punteggio uguale, percorso forse più disastroso all'inizio, ma decisamente meno schizofrenico, la passata stagione. Ben cinque i ko consecutivi, con Lazio, Siena, Juventus, Atalanta e Lecce. Il pareggio interno con il Milan, poi, ha stravolto gli scenari: a seguire, infatti, i rossoblù hanno sbancato Torino, si sono ripetuti la domenica successiva in casa con il Chievo e a quel punto la stagione del Cagliari ha preso tutt'altra piega.
Numeri relativi, insomma, comunque alimentano le speranze. «Del resto in questo momento saremmo salvi», la battuta (non casuale) di Allegri martedì scorso alla ripresa degli allenamenti.
Campionati a confronto, si specchiano soltanto apparentemente. Se lo scorso anno il fattore campo era decisivo solo in parte (ottenuti in casa quattro dei sette punti complessivi), ora lo è del tutto, ma al contrario. Sant'Elia, infatti, stregato per il Cagliari che in Sardegna ha preso solo schiaffi e oltre il mare, invece, ha costruito sinora la sua classifica.
Altro dato interessante, riguarda i gol segnati (quattro ieri, sette oggi), ma soprattutto quelli subiti (dieci contro dieci, vale a dire gli stessi). Bianco via, Astori promosso titolare, Lopez spesso infortunato, Canini di nuovo al top. Eppure il bilancio della difesa è immutato. Rispetto all'inizio dell'ultimo torneo, invece, gli attaccanti si sono già sbloccati (all'appello manca solo Larrivey) spazzando via così sul nascere il fantasma di Acquafresca (in nove giornate era andato a segno due volte) che a sua volta fatica a ritrovarsi a Bergamo (è ancora a secco e il nuovo tecnico Conte gli preferisce Tiribocchi). Ora è Jeda il capocannoniere rossoblù con tre reti. A seguire un centrocampista, Dessena, due prodezze per lui e un altro fantasma rinchiuso nel cassetto, quello di Fini.
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Old 22-10-2009, 15:02   #297
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Credo si esageri, le aspettative erano magari tante, ripetersi non è mai facile, specie quando i giocatori non sono gli stessi, oltretutto dobbiamo ricordarci che le squadre ormai ci conoscono, bisogna dare il tempo ad Allegri di recuperare tutte le pedine e utilizzarle a seconda dell'avversario.
Un Pisano in più ci fà comodo, un Lopez in forma fà comodo, anche se bisogna dire che Astori sta giocando bene, tranne in alcune occasioni quando dimentica il proprio uomo.
Pure Conti non lo vedo in grande forma può dare molto di più e non nel rompere le azini di ripartenza degli altri, ma NEL RECUPERARE PALLONI senza uccidere nessuno e aiutare nella manovra.
Biondini deve ancora capire che ruolo avrà, Nenè non ha praticamente giocato mentre secondo me è forte e quando sarà pronto darà il suo contributo. Matri bene o male è lo stesso, sciupone, volenteroso, ma poco lucido. Qualche volta vorrei rivedere il Marchetti che esce fuori dalla porta con uscite da urlo, magari avremo evitato qualche gol...
credo si dovrà attendere ancora diverse giornate prima di avere la situazione chiara, credo sia inutile dare gia gli ultimatum o parlare di situazione difficile, la squadra si sta impegnando, ma gioca con troppa ansia.

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La Nuova Sardegna - Oggi collaudo col Carloforte
Doppia seduta ieri per i giocatori del Cagliari in vista della sfida di domenica al Sant’Elia contro il Genoa. La squadra di Giampiero Gasperini scenderà in campo oggi in casa dei francesi del Lilla nella terza giornata della fase a gironi di Europa League.
I rossoblù cagliaritani ieri erano tutti a disposizione dell’allenatore Massimiliano Allegri, ad eccezione di Francesco Pisano, che ha lavorato in differenziato. Al mattino il gruppo ha svolto attività fisica in palestra, nel pomeriggio spazio alla tecnica: sono state effettuate esercitazioni sulla fase di possesso e non possesso palla.
La partitella finale ad una sola metà campo ha chiuso la sessione lavorativa di ieri. C’è da registrare il ritorno nei ranghi del centrocampista venezuelano Rafael Acosta, reduce dall’esperienza con la nazionale del suo paese agli ultimi campionati del mondo under 20.
Questa mattina, dalle 10.30, l’attaccante brasiliano Jeda incontrerà gli alunni della scuola primaria «Sacra Famiglia» a Cagliari in via Montello, nell’ambito dell’iniziativa della società intitolata «Lo stadio dei bimbi».
Nel pomeriggio, invece, alle 15 ad Assemini è in programma il collaudo infrasettimanale, avversario dei rossoblù sarà il Carloforte (Promozione B). Domani un solo allenamento, sabato mattina la rifinitura.

Unione Sarda - Un anno dopo è lo stesso Cagliari
Sette punti in otto partite, quindicesimo posto in classifica, una lunghezza appena sopra la zona retrocessione. Così oggi, così un anno fa di questi tempi. Cagliari in fotocopia, bilancio identico dodici mesi dopo. Eppure l'umore non è proprio lo stesso. Perché se lo scorso ottobre la squadra di Allegri era appena uscita dalla crisi (e da allora è stata un'escalation continua), adesso ci è ancora dentro e fatica non poco a trovare un andamento costante.
Avvio choc con tre sconfitte di fila (contro Siena, Fiorentina e Inter) dopo il pari di Livorno all'esordio. Il doppio blitz in trasferta in cinque giorni (a Bari e a Parma) sembrava aver invertito la rotta, poi la mazzata con il Chievo e l'ennesima beffa, stavolta a Catania. Su e giù, su e ancora una volta giù. Punteggio uguale, percorso forse più disastroso all'inizio, ma decisamente meno schizofrenico, la passata stagione. Ben cinque i ko consecutivi, con Lazio, Siena, Juventus, Atalanta e Lecce. Il pareggio interno con il Milan, poi, ha stravolto gli scenari: a seguire, infatti, i rossoblù hanno sbancato Torino, si sono ripetuti la domenica successiva in casa con il Chievo e a quel punto la stagione del Cagliari ha preso tutt'altra piega.
Numeri relativi, insomma, comunque alimentano le speranze. «Del resto in questo momento saremmo salvi», la battuta (non casuale) di Allegri martedì scorso alla ripresa degli allenamenti.
Campionati a confronto, si specchiano soltanto apparentemente. Se lo scorso anno il fattore campo era decisivo solo in parte (ottenuti in casa quattro dei sette punti complessivi), ora lo è del tutto, ma al contrario. Sant'Elia, infatti, stregato per il Cagliari che in Sardegna ha preso solo schiaffi e oltre il mare, invece, ha costruito sinora la sua classifica.
Altro dato interessante, riguarda i gol segnati (quattro ieri, sette oggi), ma soprattutto quelli subiti (dieci contro dieci, vale a dire gli stessi). Bianco via, Astori promosso titolare, Lopez spesso infortunato, Canini di nuovo al top. Eppure il bilancio della difesa è immutato. Rispetto all'inizio dell'ultimo torneo, invece, gli attaccanti si sono già sbloccati (all'appello manca solo Larrivey) spazzando via così sul nascere il fantasma di Acquafresca (in nove giornate era andato a segno due volte) che a sua volta fatica a ritrovarsi a Bergamo (è ancora a secco e il nuovo tecnico Conte gli preferisce Tiribocchi). Ora è Jeda il capocannoniere rossoblù con tre reti. A seguire un centrocampista, Dessena, due prodezze per lui e un altro fantasma rinchiuso nel cassetto, quello di Fini.
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Old 23-10-2009, 07:45   #298
juninho85
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La Nuova Sardegna - Jeda pensa all'azzurro
Tranquillità e determinazione. Questo il diktat di Capucho Jeda per dare un calcio al momento no del Cagliari. «Le sconfitte fanno male ma è col lavoro che ci riprenderemo i punti per la salvezza - ha detto ieri il brasiliano davanti ai 200 studenti della scuola elementare Sacra Famiglia di via Montello - l’importante è tenere alta la concentrazione per evitare gli errori che ci hanno condannato domenica scorsa».
A rivedere il film delle ultime due gare con Chievo e Catania, paiono in effetti soprattutto le distrazioni il vero tallone d’Achille dei rossoblù. «Questo campionato è equilibrato e perdere punti con erroracci all’ultimo minuto potrebbe costarci caro, alla fine. Ecco perché in ogni partita dovremo tenere alta la guardia fino al novantesimo».
Sul banco degli imputati c’è però pure l’attacco che non gira più ai regimi cui ci aveva abituato l’anno passato. «Domenica abbiamo fatto alcuni errori tecnici grossolani - continua il brasiliano - scelte di passaggio spesso troppo affrettate e mal ponderate. La nostra è però una squadra equilibrata dove gli attaccanti faticano parecchio per coprire anche la fase difensiva. Ecco perché a volte mancano le energie per arrivare lucidi sottoporta».
In attesa del ritorno alla vittoria, il centravanti si fa garante degli umori di spogliatoio. «Siamo sereni ma anche consapevoli che alcuni gol vanno evitati - spiega - e sappiamo pure che per centrare la salvezza sarà necessario riprendere a vincere al S. Elia».
Obiettivo tre punti dunque, anche se domenica arriva il Genoa, indispettito dalla cinquina rifilatagli sette giorni fa dall’Inter. «E’ il peggior avversario ci potesse capitare in questo momento», prosegue Jeda. Nella sua analisi la mezza punta glissa poi con mestiere le ipotesi su un cambio di modulo. «In allenamento proviamo tante soluzioni ma la squadra ha caratteristiche ben definite che le permettono di rendere al meglio in questo modo».
Infine un battuta sul nuovo status di «Italiano» e sulle fantasie che lo accostano all’azzurro. «Considero l’Italia la mia casa e sono felice di averne acquisito la cittadinanza. Sulla Nazionale non mi pronuncio ma mai dire mai. La vera risposta dovrò darla sul campo per il bene del Cagliari».
Al fianco di Jeda un altro cagliaritano, che nella scuola aveva un amico speciale, Filippo. E’ il fratellino di Andrea Cossu, fantasista dai piedi vellutati e dalle giocate di gran classe. A neanche sette giorni dall’ultima apparizione nelle scuole è stato infatti l’amore verso il piccolo di famiglia a riportare il rossoblù a tu per tu con la folla di baby calciofili.

Unione Sarda - Lopez ritorna in trincea
La beffa di Catania l'ha vissuta dalla panchina. «E così fa ancora più male», ha ammesso Diego Lopez mentre si lasciava alle spalle la Sicilia e - forse una volta per tutte - l'infortunio alla caviglia destra che lo ha costretto a saltare ben quattro partite. Riposo precauzionale domenica scorsa, di nuovo in trincea dopodomani al Sant'Elia contro il Genoa. Cagliari, il gioco si fa duro e il capitano c'è.
Molto più di una consolazione per Allegri che non perde occasione per evidenziare il ruolo chiave dell'uruguaiano, dentro e fuori dal campo. Dodicesima stagione con la maglia rossoblù, una bandiera che non smette un attimo di sventolare. È arrivato in Sardegna nel '98 con l'aereo personale di Cellino (con lui a bordo anche il connazionale Abeijon). Era settembre, certo non immaginava di costruire proprio nell'Isola gran parte della sua storia, sportiva e non. È stato Zola a consegnargli la fascia, Sonetti gliel'ha poi tolta (per darla a Suazo), ma Lopez se l'è ripresa l'anno successivo e da allora non l'ha più lasciata. Capitano nel sangue, col tempo è diventato un punto di riferimento anche dal punto di vista tattico. Sempre protagonista dalla B in poi. Nel 2006 Giampaolo gli ha consegnato le chiavi della difesa. «Praticamente l'allena lui», amava ripetere il tecnico di Giulianova. E non a caso il reparto arretrato negli ultimi anni è passato indenne agli uragani.
La sfida col Genoa (e che sfida) per ricominciare, dunque. L'infortunio risale alla gara del 13 settembre a Firenze, quasi un mese di stop forzato, poi Lopez è stato costretto a bruciare le tappe e scendere in campo contro il Chievo complice la squalifica di Astori. Quindi ha approfittato della sosta per la Nazionale per ritrovare la condizione ideale. Nuovo campanello d'allarme quattro giorni prima della trasferta di Catania, il riacutizzarsi del dolore in allenamento ha spinto lo staff medico rossoblù a rivedere il programma di recupero e ritardare il ritorno in campo di una settimana. Ecco spiegata la panchina di Catania. Dopodomani, però, capitan Lopez si riprende il posto nel cuore della difesa in un match che potrebbe segnare una svolta nella stagione del Cagliari.
Lopez già scalpita, uno tra Astori e Canini dovrà pertanto cedergli il posto. Un mese fa Allegri non avrebbe avuto il minimo dubbio, avrebbe scelto Astori, rispettando una gerarchia nata e cresciuta sul campo durante la preparazione estiva. Ora, però, è combattuto, e non poco, il tecnico rossoblù. L'exploit di Canini ha sorpreso anche lui. Entrambi i difensori (ventidue anni il bergamasco, ventiquattro il bresciano) stanno attraversando un periodo positivo, hanno un buon feeling in campo e si frequentano spesso durante le ore libere. «La gerarchia iniziale non cambia», aveva detto Allegri la settimana scorsa, quando ancora non sapeva di dover fare a meno di Lopez per un'altra domenica. Di fatto un via libera per Astori. E chissà se dopo la partita di Catania (proprio un errore dell'ex centrale della Cremonese ha spalancato a Martinez la via del gol) ha cambiato idea.
L'altro dubbio riguarda l'attacco, e più precisamente il ruolo di prima punta. Matri parte ancora una volta favorito al fianco dell'intoccabile Jeda, ma nelle ultime ore sono cresciute parecchio le quotazioni di Nenè e Larrivey. Dopo una settimana travagliata il brasiliano si sta allenando regolarmente e già sogna la sua prima maglia da titolare. Ma la sorpresa della domenica potrebbe essere l'argentino, profilo basso, uno stato di forma eccezionale e una voglia matta di gol.

Il Sardegna - Lo Stadio vale 80 milioni
Lo stadio vale 80 milioni di euro: 50 di struttura più 30di area. È quanto filtra dalla relazione tecnico-amministrativa redatta dai dirigenti comunali coordinati da Paolo Zoccheddu. Spetta al Comune definire il prezzo da proporre al Cagliari: 80 milioni (ma c'è ancora incertezza sui numeri precisi) sarebbero forse un po' troppi, anche per Cellino. Tutto nella relazione dei tecnici: base giuridica per la risposta che il Comune darà al Cagliari per l'acquisto dello stadio. Il documento è pronto. Manca soltanto la firma
del primo cittadino, ieri fuori città. Oggi Floris esaminerà la relazione, dopodichè andrà in giunta a votare la delibera predisposta
dall'assessorato al Patrimonio per l'inserimento dello stadio nei beni disponibili del Comune. Anticamera della cessione, per la quale però servirà l'ok della giunta regionale (Cappellacci ha già comunicato informalmente l'assenso) da valutare però la modalità del passaggio burocratico. quel che è certo è che il Comune è determinato ad impedire qualsiasi possibilità di speculazione futura sull'area. Le ipotesi sono tre. La prima è la cessione: ma se il Calgiari chiede un prezzo basso, il rischio
è la Corte dei conti. Un'altra soluzione sarebbe quella della cessione del diritto di superficie: l'area rimarrebbe al Comune e il Cagliari si farebbe carico delle operazioni di demolizione e ricostruzione dell'impianto, entrando in possesso dello stadio per cinquanta o più anni. Una terza soluzione è quella della dismissione del bene da parte della Regione. E ieri il Pd ha aperto il dibattito sul ricavato dell'eventuale cessione. «Il sindaco spieghi ai cagliaritani e al Consiglio cosa intende fare», chiedono i consiglieri Pd, Claudio Cugusi, Ninni Depau e Lorenzo Cozzolino, «la vicenda dello stadio Sant’Elia è insieme esilarante e grottesca. Mentre trattava con il Cagliari calcio spa intorno al progetto di costruzione del nuovo stadio, il Comune non sapeva che l’area è di proprietà della Regione». Si chiede quindi chiarezza sulla trattativa in corso. Secondo i consiglieri Pd, il bilancio del Comune spiega che l’area e l’impianto valgono 80 milioni di euro. «E vorremmo sapere se il Cagliari calcio è disposto a pagare
80 milioni di euro in cambio di questa proprietà», aggiungono, «e vorremmo sapere anche come il sindaco, la giunta e la
maggioranza intendono spendere i denari che arriveranno da questa transazione commerciale ». Vengono rievocate le opere
pubbliche fondamentali per la città e prive della necessaria copertura finanziaria: dalla messa in sicurezza di Pirri e Fangario,
dalle opere pubbliche a Barracca Manna (��gli ex abusivi che hanno già pagato gli oneri��) alla riqualificazione del quartiere
Sant’Elia «del quale nessuno parla più. Aspettiamo», conclude, «il sindaco in Aula: dopo due anni di palleggi vuole spiegare
ai cagliaritani cosa intende fare?»
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Old 24-10-2009, 12:30   #299
juninho85
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Unione Sarda - Le duecento panchine di Allegri
L'allenatore del Cagliari, Massimiliano Allegri, domani festeggia la panchina numero duecento della sua carriera professionistica. Il tecnico dei rossoblù somma finora quarantasei gettoni in serie A, ottantanove in C-1, trentaquattro in C-2, sei in coppa Italia, diciotto in Coppa Italia di C e sei in altri tornei. La prima delle attuali centonovantanove panchine - collezionate alla guida di Aglianese, Spal, Grosseto, Sassuolo e Cagliari - risale al 20 agosto 2003 in Carrarese-Aglianese 2-3, in Coppa Italia di serie C. Il bilancio attuale di Massimiliano Allegri è di 71 vittorie, 58 pareggi e 70 sconfitte.
Il Cagliari è una delle tre formazioni della serie A 2009/10 a non aver ancora subito un rigore, come la Juventus e la Sampdoria. Il Cagliari non ne subisce uno da ventisei giornate: l'ultimo risale, infatti, al 25 gennaio 2009, in Lazio-Cagliari 1-4, e furono ben due, entrambi falliti, da Zarate e Rocchi, ed entrambi concessi molto generosamente alla squadra biancoceleste.
Il Cagliari è reduce da tre sconfitte interne consecutive, incassate contro il Siena (1-3), l'Inter (1-2) e il Chievo Verona (1-2). I rossoblù sono rimasti l'unica formazione della serie A a non aver fatto ancora punti davanti al pubblico amico. L'ultimo risultato utile casalingo del Cagliari risale al 24 maggio scorso, 2-1 all'Inter, già laureatasi campione d'Italia.
Nelle ultime sette gare la porta del Genoa non è mai rimasta inviolata, ma quello che preoccupa è il numero dei gol subiti: 19, quasi 3 di media a gara. Nelle ultime 21 partite ufficiali il Genoa ha subito 36 reti, rimanendo inviolato solo in due circostanze: Atalanta-Genoa 0-1 (30 agosto, serie A) e Genoa-Slavia Praga 2-0 (17 settembre, Europa League).

Unione Sarda - Cagliari, la strada del riscatto
Più attenzione, soprattutto nei minuti finali, quando la fatica annebbia la mente, e più cattiveria. Il bel gioco va bene ma, per salvarsi, occorre anche una certa aggressività nella fase di non possesso. Il Cagliari cerca di ritrovare lo spirito giusto per riprendere la corsa salvezza, bruscamente interrotta con il Chievo Verona e, ancor più, a Catania, dove è stato capace di farsi infilzare da un avversario decotto. Errori gravi, da non ripetere contro il Genoa, che domani si presenterà con le ossa rotta dopo aver beccato cinque gol dall'Inter in campionato e tre dal Lilla in Europa League. I disagi del Grifone non tranquillizzano Allegri e la sua banda. Essi sanno bene che il Genoa deve imprimere una sterzata e lasciarsi alle spalle il momento-no. Anche perché Enrico Preziosi sta già dando segni di nervosismo nei confronti del suo bravo allenatore, Gasperini, sinora al riparo dei turbamenti presidenziali solo in virtù dei risultati straordinari ottenuti sulla panchina genoana.
CATTIVERIA È un tasto sul quale ha battuto spesso Allegri. A Firenze, sarebbe servita una chiusura più decisa su Vargas, che invece ha avuto la possibilità di indirizzare sulla testa di Gilardino il gol della vittoria viola. Stessa cosa a Catania, dove Morimoto ha giostrato a suo piacimento sulla linea di fondo, sino a pilotare sul capo di Martinez il pallone del primo successo in campionato dei siciliani. Due errori gravi, a cui va aggiunto l'atteggiamento assunto contro il Chievo Verona. Il Cagliari non era in buona giornata dopo tre partite di alto livello con Inter, Bari e Parma. Anziché suicidarsi, consegnandosi al contropiede veneto, i rossoblù avrebbero dovuto controllare il match e portare a casa un pareggio non disprezzabile. Quindi, attenzione sino al triplice fischio dell'arbitro perché il patatrac può verificarsi anche nelle più sonnacchiose delle partite, come ha dimostrato l'amaro finale di Catania.
LA FASE OFFENSIVA In questo il Cagliari è bravo, non c'è alcun dubbio. E gli errori tecnici, numerosi a Catania, fanno parte del gioco. Quello che conta è che i rossoblù, dal primo all'ultimo, quando hanno il pallone tra i piedi, hanno un atteggiamento propositivo, cercano la giocata determinante. Quindi, verticalizzazioni, cambi di gioco, passaggi rischiosi per servire il compagno meglio posizionato per finalizzare l'azione. Molti errori sono frutto della voglia di giocare della squadra e questo è un fatto positivo. Molto meglio sbagliare nel tentativo di fare qualcosa piuttosto che vivacchiare a furia di passaggi laterali. Ecco perché Allegri è soddisfatto del rendimento di Lazzari ma anche dei progressi di Biondini, cresciuto notevolmente nel corso delle ultime due stagioni, e che non si limita più a fare il cursore ma cerca di partecipare alla manovra. Il problema sta nel tenere costantemente nel vivo del gioco Jeda e Cossu, due piedi buoni che devono sostenere il peso maggiore della manovra d'attacco.
IL NON POSSESSO Il Cagliari è ammirevole per partecipazione collettiva alla fase difensiva, meno sotto il profilo della determinazione e della concentrazione. Ci sono giornate, come con il Chievo e con il Catania, in cui va portato a casa il risultato, anche se il gioco non è stato particolarmente brillante. Constatato che non si è riusciti ad avere ragione dell'avversario con il gioco, si deve conquistare almeno un pareggio, aumentando la determinazione soprattutto nei minuti finali. Si immagini una classifica con i due possibilissimi pareggi con Chievo e Catania. Il Cagliari avrebbe nove punti e si troverebbe al quattordicesimo posto, in compagnia del Chievo. Sarebbe tutta un'altra storia. A volte, pochi punti fanno la differenza.
LE ATTENUANTI È evidente che il lavoro di costruzione della squadra non è concluso e che il cantiere rossoblù è aperto. Ciò pare assurdo a oltre tre mesi dall'inizio della stagione. Ma il Cagliari e il suo allenatore hanno diritto alle attenuanti generiche e specifiche. A qualcuno sarà sfuggito, ma il Cagliari è nettamente diverso rispetto a quello dell'anno scorso. Per motivi vari, Allegri ha dovuto sostituire ben sei titolari rispetto allo scorso campionato: Pisano, Lopez, Bianco, Fini, Biondini e Acquafresca, rimpiazzandoli con diverse modalità con Marzoratti, Canini, Astori, Dessena, Lazzari e Matri (o Larrivey). Una rivoluzione silenziosa. Ovvio che serva tempo e non può sorprendere il fatto che Allegri abbia impiegato più del previsto a individuare la strada giusta. Domani con il Genoa, ci saranno aggiustamenti che, si spera, servano a trovare l'assetto. Ma a gennaio qualche cosa andrà fatta anche in sede di calciomercato.

La Nuova Sardegna - Quattro pilastri per il Cagliari
Va bene o va male che il Genoa, atteso domani al Sant’Elia, ne abbia presi tre dal Lilla in Europa League? E la vittoria della Lazio - che aspetta il Cagliari nel turno infrasettimanale di mercoledì - capace di imporsi con Rocchi al 92’ (2 a 1 sul Villareal), che valore può avere per il match con i rossoblù? Sul tema, Massimiliano Allegri ha sempre dato una risposta univoca: «Tutte le partite sono diverse.
«In campo - dice l’allenatore del Cagliari - si pensa a giocare, che si sia reduci da un risultato positivo o meno». I rossoblù dalle sfide del giovedì di Europa League hanno tratto indicazioni sui prossimi avversari. Due sfide delicatissime. Si parte con i Gasperini boys. Domani, i 90’ sono molto importanti per entrambi i team. I liguri vogliono riscattare i cinque gol e la figuraccia rimediata in campionato con l’Inter. La batosta in Coppa ha completato il quadro.
Il Cagliari non può permettersi altre leggerezze. L’errore di Agostini e Conti, prima, e Astori e Canini, poi, che ha dato allo scadere i tre punti immeritati al Catania. In settimana, Cossu e soci sono riandati sulla prestazione del Massimino. La registrata è stata generale: equilibrio tra i reparti, intensità e qualità della manovra, approccio da rivedere. Allegri insiste su una partenza caparbia. Chiede ai suoi la conclusione in porta fin dai 25 metri. Al Cagliari manca attenzione dietro e cinismo in avanti. Senza, la lotta salvezza si complica.
Conti, Jeda, Biondini e Agostini: il Cagliari ha bisogno che i pilastri del gruppo si ritrovino al meglio e in fretta. Sia per la quantità, sia per la qualità.
E per Conti c’è anche un discorso di leadership da ribadire con una prestazione gagliarda. Fondamentali sia nella fase offensiva, sia in quella senza palla, il quartetto è nevralgico per la condotta psicoagonistica dell’intera squadra. La partita di domani con Floccari (vecchio pallino di Massimo Cellino) e compagni, è un test da non sbagliare.
Come sempre il tecnico livornese tiene tutti in ballo. Ma Lopez pare essersi ripreso la maglia da titolare dopo aver visto la partita dalla panchina in Sicilia. La distorsione alla caviglia è in archivio. A fargli posto, uno tra Canini e Astori, con quest’ultimo in leggero svantaggio. Poche sorprese a centrocampo. O meglio, Allegri tiene d’occhio le condizioni di Biondini ma Lazzari dovrebbe partire dal via. L’ex atalantino vanta talento e tecnica, «il rosso» al top è basilare in copertura. Il croato Brkljca potrebbe essere al debutto in casa, e anche Barone accelera. Si vedrà. In attacco Matri, sfiancatosi a Catania, è insidiato da Nené. Larrivey sta a guardare.
Discorso diverso per Jeda e Cossu. Il carioca, con tre reti bomber della squadra, non passa un momento strepitoso. Ma è quasi insostituibile. Cossu, invece, è illuminato come non mai. Ma viene sostituito quasi sempre per «stanchezza». Forse, solo Marchetti può permettersi un mezzo sorriso: è lui il miglior portiere della scorsa serie A. L’ha deciso una giuria di 600 preparatori di portieri italiani. La premiazione avviene domani prima della gara con il Genoa.

Martorelli: "Jeda resta a lungo. Stovini rifiutò Cagliari"
"Jeda da poco è diventato comunitario e questo può aprire orizzonti importanti per il suo futuro. Ma non si muoverà da Cagliari prima della conclusione della stagione". Lo ha dichiarato a Itasportpress Giocondo Martorelli, agente dell'attaccante brasiliano. Il procuratore cura anche gli interessi di Lorenzo Stovini, che "ha rifiutato proposte importanti arrivate da piazze prestigiose come Cagliari e Torino".
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Old 24-10-2009, 14:33   #300
Sallino
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Spero che col Genoa ci sia Nenè titolare.
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