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08-12-2006, 18:30 | #1 |
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Iscritto dal: Dec 2006
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S.C.A.R.
Nome in codice S.C.A.R. (Scassare i Coglioni Alle Riviste)
Questa operazione si propone di martellare le redazioni dei quotidiani e delle riviste scientifiche affinché pubblichino degli articoli per divulgare la cultura del calcolo distribuito e di Boinc (finora ingiustamente snobbati dai media). L’operazione dovrà essere ben pianificata e dovrà seguire in linea di massima il seguente schema. 1) Arruolamento. Questa è una fase determinante per il successo della missione. Sarà necessario un gran numero di volontari perché SCAR sia degna del suo nome. 2) Determinazione obiettivi. I nostri obiettivi saranno scelti di volta in volta. Dovremo infatti indirizzare il nostro fuoco di e-mail su una singola rivista alla volta per garantire l’efficacia del risultato. 3) Determinazione ora x. Dovremo coordinare i nostri sforzi all’interno di un lasso di tempo ristretto. Un’azione troppo diluita nel tempo non darebbe gli effetti sperati. Questo sarà il luogo in cui organizzeremo l’operazione SCAR. L’obiettivo finale sarà diffondere la cultura di Boinc attraverso tutti i quadranti della galassia. Su ogni pianeta abitato riecheggerà forte il nome BOINC.Italy! |
08-12-2006, 18:45 | #2 |
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Prima di partire con campagne pubblicitarie secondo me bisogna prima tirare su il nostro sito...altrimenti il nome di BOINC.Italy riecheggierà ben poco
Comunque "scassare i coglioni" non mi sembra una idea buona....magari si ottiene l'effetto contrario Iniziare a prendere contatti con qualche redattore interessato sarebbe l'ideale....io sarei disponibile per dare tutte le info che servono per scrivere un articolo come si deve
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08-12-2006, 19:11 | #3 |
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"scassare i coglioni" era solo per dare un po' di enfasi alla cosa.
In ogni caso se non ci facciamo sentire rimarremo in ben pochi a partecipare al calcolo distribuito. Non so se hai visto il numero di partecipanti in Germania o anche solo in Francia. Noi in confronto siamo 4 gatti... Le e-mail che pensavo di spedire alle varie redazioni sarebbero state comunque ben strutturate ed esplicative. Non intendevo certo mettermi a correre in strada a urlare "Fate Boinc! Fate Boinc!" E poi è difficile che i redattori diano retta a una singola persona. Di solito sono più propensi ad ascoltare le masse, le idee di molti.. In questo modo sarebbero molti poi anche i lettori delle loro riviste. Comunque provare a contattare un singolo redattore come dici tu può essere un buon inizio. Se qualcuno ha altre idee le scriva qui. |
09-12-2006, 03:15 | #4 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Vicopisano (PI)
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Ok, ma da come avevi impostato il topic sembrava quasi un attacco DoS ai mail server delle riviste
A parte gli schersi, ogni idea/proposta/suggerimento postatela che verrà presta in considerazione. Ciao, GHz
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09-12-2006, 07:21 | #5 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
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Buongiorno a tutti. Mi sono appena alzato e, dopo la lieta sorpresa, vado a lavorare. Se avete la pazienza di aspettare una mattinata, al mio ritorno possiamo discutere di come organizzare l'attacco a Focus
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Team Seti Guardians - Seti Warrior X° Livello - Chiedimi di BOINC.Italy Membro dell'HWUpgrade JRR Tolkien ClanMembro dell' HWUpgrade Seti@Home Project Partecipa anche tu! Aiuta la scienza senza muovere un dito! TOLKIEN Online Italia - - www.webcomunity.org - - Linux User #439364 -- Ubuntu user #8741
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09-12-2006, 09:49 | #6 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2006
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Secondo quale criterio scegliamo la prima rivista? Un sondaggino? Contattiamo tutti i membri dei vari team italiani sparsi sui servers dei vari progetti Boinc? (e naturalmente tutti coloro che sono già all'interno del team BOINC.Italy che magari non sono iscritti a questo forum...)
Inoltre ritengo adatto allo scopo il sito BOINC.Italy... quanto manca per la sua definitiva release? Ragazzi, io sono iscritto ad altri due forum: Hacker Journal e Ubuntu-it.org. Questi sono i topic che ho aperto sul calcolo distribuito: Hacker Journal > Grid Computing e Ubuntu-it > Grid Computing. Ammetto che su Ubuntu-it mi sono lasciato prendere dalla pigrizia, perciò devo riparare la cosa... Diffonderò la voce sul progetto S.C.A.R. in questi due forum...Qualcuno di voi è iscritto a uno dei due forum?
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È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio - Albert Einstein Ultima modifica di djtux : 09-12-2006 alle 10:27. |
09-12-2006, 11:35 | #7 |
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Come prima “rivista” io avrei pensato all’inserto Tuttoscienze de La Stampa perché si colloca a metà tra quelle che sono le riviste più tecniche rivolte ad un pubblico relativamente ristretto (vedi Le Scienze) e quelle riviste più divulgative che vengono lette praticamente da chiunque (per esempio Focus). In questo modo i lettori dell’articolo sarebbero un numero abbastanza significativo e allo stesso tempo abbastanza competenti.
Questa è la mia idea… Però prima vorrei capire se GHz è d’accordo o se secondo lui è meglio intraprendere un’altra strada. |
09-12-2006, 12:34 | #8 | |
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09-12-2006, 17:05 | #9 |
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io ci sto, ma l'osserrvazione di ghz è giusta... ci manca il sito!
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09-12-2006, 17:07 | #10 | |
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Quote:
ha già fatto parecchi articoli su SETI@home & distributed computing! Idem Focus & altre riviste. In passato ne hanno parlato anche Piero Angela e Alessandro Cecchi Paone. La più importante rivista di divulgazione astronomica italiana "Le Stelle" ha pubblicato il mio articolo Scienza vera per tutti con il calcolo distribuito http://www.geocities.com/priapus_dionysos/2.html e, per chi non lo sapesse, nel numero di dicembre 2006 in edicola ha un bellissimo articolo (non mio) sul calcolo distribuito per la ricerca di pianeti extrasolari. Molti di voi si ricorderanno che in agosto c'è stata una trasmissione radiofonica nazionale sul distributed computing (scaricabile online) http://www.geocities.com/priapus_dionysos/24.html grazie alla collega Silvie Coyaud che partecipa a Malariacontrol. L'ultimo numero di "Astronomia" organo della UAI ospita due articoli sul SETI. Uno è questo http://www.geocities.com/priapus_dio...epImpact1.html Come giornalista scientifico freelance a suo tempo ho più volte cercato di sensibilizzare redazioni varie al problema, ma a parte qualche trafiletto... Martellare di msg le redazioni è il sistema migliore per essere mandati a quel paese. Penso che sarebbe meglio (magari concordandola assieme) scrivere qualche "lettera al direttore" o "lettera aperta alla redazione" (magari firmata: i 1.900 iscritti a BOINC.Italy & i 900 iscritti al SETI ITALIA Team G. Cocconi) facendogli presente che esiste anche il distributed computing (con 160.000 italiani partecipanti che sono tutti potenziali lettori) e invitando i lettori alla partecipazione. Almeno come lettera è + probabile che venga pubblicata. Da cosa nasce cosa. Per ragioni professionali, possiedo il database di tutti gli email address dei media italiani scientifici e non (radio, TV, e cartacei). Se la cosa vi interessa GHz o suo delegato mi contatti e concordiamo cosa fare. Cieli sereni a tutti. Bruno Moretti IK2WQA brmoret@libero.it 347-9235549 |
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09-12-2006, 17:15 | #11 |
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Almeno con la mia proposta un po' forte sono riuscito ad attirare l'attenzione sulla questione della divulgazione di Boinc...
Mi fa piacere. Spero che si riesca a mettere in moto qualcosa di concreto. |
10-12-2006, 09:46 | #12 |
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Per ora posso fare ben poco...però a febbraio/marzo, quando riprenderò l'università, e se avrete un buon sito di riferimento, posso parlarne a qualche primario in ospedale...magari la cosa potrebbe interessare (sicuramente a pochissimi...che sono degli ******* paurosi, ma al direttore del mio corso come minimo susciterà un minimo di curiosità).
PS: tutto questo solo e se avremo un sito di riferimento... Ciao!
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10-12-2006, 10:12 | #13 |
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@Fradeve11: GRAZIE 1000!!! per l'aiuto che mi hai dato su Ubuntu-it.org!!!
Abbiamo già un utente di Ubuntu-it che partecipa al Grid Computing!!!
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10-12-2006, 16:59 | #14 |
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@Bruno Moretti: gli argomenti finora pubblicati, se non ho capito male, parlano del Grid Computing facendo riferimento soprattutto al progetto SETI@home. Quindi chi l'ha letto, a parte coloro che per curiosità l'hanno approfondito, avrà capito che il Grid Computing serva solo ad elaborare dei calcoli astronomici e roba simile che non porta grandi benefici per gli esseri umani... non so se mi sono spiegato...quindi bisogna mettere luce su sta cosa... ci sono moooolti altri progetti totalmente diversi dal SETI@home. Ormai SETI@home ha una sua, se pur piccola ancora, fama... gli altri progetti sono tutti "in sordina"... pochissimi, se non nessuno, sanno della loro esistenza... quindi penso che coloro che sanno del Seti e non sanno degli altri progetti, ritenendo il seti come progetto pressappoco inutile, se ne infischiano di partecipare al calcolo distribuito. Non dico che il SETI sia inutile, anzi! Però se non si getta un grosso fascio di luce sugli altri progetti e sul Grid Computing in maniera più "massiccia" di certo non sarebbe affatto male... no?
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10-12-2006, 17:47 | #15 | |
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Quote:
Ma le redazioni (e i direttori), esperienza personale, sono "duri d'orecchie" anche sui progetti di genetica e biomedicina! I giornalisti scientifici in italia sono pochissimi! I giornalisti normali sono (mediamente) delle capre su tutto ciò che è scientifico! (IMVHO anche sul resto! Ma tu la guardi mai Striscia la notizia? ) Prova a spiegare il distributed computing in medicina biogenetica a un Giurato o a un Fede Come minimo pensano subito che gli vuoi infilare un virus nel pc! Ammesso che sappiano cos'è un virus! E se scrivessero qualcosa sul distributed computing chissà che mi....ate scriverebbero! E' per questo che una "lettera alla redazione" o "al direttore" scritta da noi, 1) evita le cavolate alla Giurato (anche un cretino sa fare cut&paste) 2) ha + possibilità di essere pubblicata (e quando mai 'sti bischeri ricevono una lettera firmata da 3.000 persone?) Ultima modifica di Bruno Moretti IK2WQA : 10-12-2006 alle 17:58. |
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10-12-2006, 18:11 | #16 |
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Ricordo un articolo dove si citava il calcolo distribuito e si parlava dei mb trasferiti citando quanti film potrebbero essere trasferiti in un minuto
Cmq è vero, il SETI lo conoscono tutti, ogni volta che devo spiegare mi fermo e dico "conosci il seti? "si" "ecco, il principio è quello, cambia lo scopo" e fine spiegazione
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10-12-2006, 19:02 | #17 | |
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Quote:
Daccordissimo con il nostro maestro Moretti, puntare in alto è un buon inizio... se poi le lettere non danno i frutti sperati, allora si passa all'operazione SCAR vera e propria
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11-12-2006, 18:31 | #18 |
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Avete l'appoggio di tutto il lato oscuro
PS. Bruno, ma tu sei anche quello della birra?
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11-12-2006, 19:17 | #19 |
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ma lol.
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12-12-2006, 18:04 | #20 |
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Nel mio piccolo ho mandato una e-mail alla redazione del giornalino della mia università sperando che mi diano retta. Ve la riporto se dovesse per caso servire da spunto a qualcuno.
Non badate agli errori di lingua e ai termini poco specifici L'ho buttata lì senza stare troppo a guardare i dettagli. L'ho spedita giusto per mettere la pulce nell'orecchio ai redattori del giornalino sperando di incuriosirli. "Mi chiamo Manuel e frequento il primo anno di biologia. Volevo proporvi un’iniziativa interessante. Come ben sapete al giorno d’oggi molti settori della ricerca scientifica dispongono di attrezzature e strumenti di misura sempre più sofisticati che “potrebbero” permettere una notevole accelerazione al progresso dei rispettivi settori (per esempio la medicina, la biologia, ma anche la fisica, la chimica, l’astronomia,…). Perché ho detto potrebbero? Beh… perché in realtà strumenti più precisi portano con se un problema di non poco conto: l’accumulo di un’enorme quantità di dati. Problema che non si poneva quando gli strumenti erano più “grezzi”. La situazione diventa quindi paradossale. Da una parte si hanno strumenti di ultima generazione che consentirebbero progressi inimmagginabili e dall’altra questi stessi strumenti generano una quantità tale di dati da renderli praticamente inutilizzabili. Come porre rimedio ad una situazione così imbarazzante? In che modo si possono elaborare questi dati? Bisogna infatti ricordare che non sempre gli enti che fanno ricerca possono permettersi costosissimi super-computer. E a volte neanche i super-computer da svariati TeraFlops possono essere sufficienti. Dobbiamo quindi rassegnarci all’idea che il progresso debba inevitabilmente frenare, che la cura di certe malattie come l’Alzhaimer o la malaria debba essere rimandata ancora di parecchi anni? Nient’affatto! La soluzione sta già arrivando e prende il nome di calcolo distribuito. L’idea è semplice e geniale allo stesso tempo. Apriamo una parentesi… Penso che chiunque sappia che i computer che abbiamo in casa o in ufficio sfruttano una minima parte della loro potenzialità. L’utilizzo della CPU non arriva quasi mai a cento, si aggira in media intorno al 20-30% pressappoco e spesso sfiora l’1% quando entra lo screensaver. Vi siete mai chiesti perché “lasciare a marcire” tanta potenza di elaborazione? Non sarebbe bello se potessimo donare la percentuale di CPU inutilizzata a progetti scientifici importanti che stentano ad andare avanti? In questo modo la cura per le malattie prima citate (ma anche altri progetti) potrebbe avere una speranza in più di essere trovata in breve termine, con immensa gioia dei malati che ogni giorno soffrono. Questo è proprio quanto sta alla base del calcolo distribuito. Come dice il nome stesso si tratta di dividere l’enorme lavoro di elaborazione di un determinato progetto di ricerca in tante piccole parti che verranno distribuite via internet ad ogni personal computer del mondo che voglia partecipare. Una volta che il computer avrà finito di eseguire i calcoli il pacchetto di elaborazione sarà rispedito all’ente di ricerca in questione. Moltiplicate questo meccanismo per milioni di computer e otterrete una potenza di elaborazione da far invidia a qualsiasi attuale super-computer. Partecipare è facilissimo. Basta scaricare il programma dall’indirizzo http://boinc.berkeley.edu e scegliere il progetto a cui aderire (i progetti vanno dalla medicina alla matematica, dall’astronomia alla biologia, ecc). Il programma scaricherà da solo i “compiti per casa” da far eseguire al computer, sfruttando solo la CPU inutilizzata (quindi senza influire sulle prestazioni del computer) terminerà l’elaborazione e la invierà, sempre da solo, al progetto di ricerca scaricando subito un’altra unità di lavoro da calcolare. Il programma può essere naturalmente stoppato a vostro piacimento e si può anche decidere che non usi più di una certa percentuale di CPU. Il programma inoltre non contiene alcun virus o simili (giusto per precisarlo a chi ha la fobia dei virus) e può essere totalmente anonimo richiedendo solamente un nickname a scelta. Allo stesso tempo però chi partecipa può ottenere il suo “contentino”. Infatti alcuni progetti rilasciano un certificato che attesta la partecipazione al calcolo distribuito e la quantità di calcoli effettuati. Se non vi bastasse c’è un progetto che mette sulla sua homepage il nome dell’utente che con il suo computer ha scoperto la struttura più stabile per una certa proteina, con tanto di congratulazioni. Se ancora qualcuno non si sentisse soddisfatto, per gli appassionati di classifiche, c’è una classifica mondiale e nazionale dei migliori partecipanti e dei migliori computer (in base a chi avrà eseguito un maggior numero di calcoli). Io sto partecipando ormai da più di un anno e il programma non mi ha mai dato alcun problema (nonostante lo faccia lavorare 24 ore al giorno, tutti i giorni ;-)). Purtroppo questa iniziativa così importante che permette ad ogni singolo cittadino di aiutare la ricerca senza muovere un dito è poco pubblicizzata. Forse Inchiostro potrebbe parlarne nel prossimo numero. O meglio ancora, potrebbe creare un proprio team in cui tutti gli studenti di Pavia potrebbero entrare a far parte dimostrando la nostra compattezza nel voler dare una mano al mondo. Creare un team è semplice tanto quanto creare un account. Il punteggio (assegnato in base al numero di calcoli elaborati) di ogni membro del team si sommerà con quello degli altri membri ed andrà a costituire il punteggio del team. Nella classifica dei team ci sono anche le università più prestigiose del mondo e sarebbe un bel traguardo per l’Università di Pavia potersi confrontare con loro. Io sono disponibile per qualsiasi chiarimento. Aspetto una vostra risposta. Vi ringrazio comunque per l’attenzione. Ciao…" |
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