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09-07-2010, 09:56 | #101 |
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09-07-2010, 10:14 | #102 | |
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1) Perchè hanno spinto verso la laurea se poi l'effetto è stato quello che abbiamo visto? 2) La confindustria è una casta che pensa ai propri interessi, infatti ha sempre più peso nelle decisioni dei governi: ne è esempio il fatto che è composta principalmente dai grossi industriali che sono quelli che in tempo di crisi hanno limitato i danni, mentre le piccole medie imprese e l'artigianato sono stati distrutti e con essi l'economia del paese di cui rappresentano il vero motore. Ci sono alcuni rari casi, ma non possono essere presi come regola. 3) Un titolo serve, vero, ma c'è anche chi non ha voglia o possibilità di studiare, ma è obbligato per colpa del processo vizioso che impone a tutti gli effetti titoli più alti di quelli che servirebbero effettivamente per accedere a certe attività. Senza contare che il processo di demolizione progressiva dell'artigianato ha fatto parzialmente cadere l' "impara l'arte e mettila da parte" inteso come lavoro tramandato per le generazioni.. oggi un artigiano se vuole sopravvivere alla concorrenza spietata deve tenere i prezzi alle stelle oppure vivere di stenti. 4) Ben venga l'ampia offerta formativa, ma con una logica e soprattutto con un buon livello di approfondimento: tornando a puntare il dito contro le "scienze di.." esistono 1000 varianti che in fin dei conti sono "lettere moderne + qualcosina" che non si differenza abbastanza da un corso di "lettere moderne" standard: lì si dovrebbe intervenire seriamente per differenziare bene i corsi. Mi fa ridere per esempio "scienze sociali dell'ambiente" o una roba del genere che dovrebbe essere attivo a Milano: da quel corso ci aspetterebbe qualcosa di ampio respiro, invece è lettere +, udite udite, geografia come si studiava al liceo + forse biologia, tutto all'acqua di rose. Anni fa veniva presentato come un ottimo corso per poter entrare in enti legati al turismo e ai parchi naturali o nazionali. La realtà è che c'è chi ha preso quella laurea e l'ha stracciata perchè quando andava a presentare il curriculum, nonostante il massimo dei voti, i datori gli ridevano in faccia. Capite la situazione? 5) hai detto sostanzialmente la mia stessa cosa riguaro ai media: è tutto figlio del "coi soldi puoi fare tutto" che deriva sostanzialmente dal materialismo: senza soldi e quindi oggetti che si possono comprare sembra che non si possa essere felici, ma a ben vedere, nonostante i soldi, questa non è una società molto felice.
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09-07-2010, 11:15 | #103 | |
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Il resto del discorso lo condovido in parte,alcune persone oltre te ragionano come dici tu,molti laureati o quasi laureati che conosco vivono gli studi come un periodo da allungare all'inverosimile per darsi al cazzeggio o da concludere al più presto indipendentemente dai risultati per poi cercare lavoro. Se tutti i ragazzi che studiano ragionassero come dici tu staremmo a cavallo,invece credo proprio che sia una risicata minoranza. Per come la vedo io non è l'università ad essere tappa fondamentale,ma lo studio,la cultura in sé che ti apre la mente,l'università è troppo piena di fancazzisti (sia dalla sponda studentesca che dell'insegnamento) per essere questo paradiso culturale di cui parli.Altrimenti non si spiegano quei tanti laureati che hanno gravi deficit linguistici e grammaticali (sintomo che non hanno mai aperto un libro o che almeno non l'hanno mai studiato con serietà) o di preparazione. E' mai possibile che un laureando in lettere sia convinto che purtroppo si scriva puLtroppo e che "un altro" necessiti dell'apostrofo?O che uno in ingegneria civile si sia laureato grazie alle ripetizioni di matematica prese fino al giorno prima della tesi?O che laureandi in giurisprudenza s'incazzino perché il professore ad un esame di diritto commerciale abbia chiesto un riferimento alla costituzione italiana,lamentando che non è argomento di studio,dimostrando apertura mentale pari a quella di un sasso?Saranno pure eccezioni,ma intanto sono dottori (o quasi) Ultima modifica di Deuced : 09-07-2010 alle 11:27. |
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09-07-2010, 12:53 | #104 | |
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09-07-2010, 12:59 | #105 | |
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09-07-2010, 14:07 | #106 |
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Bisogna però ammettere che come da classica realtà italiana, bisogna anche ottimizzare i fondi destinati alle università in quanto gli sprechi abbondano.
Ciò che comunque più temo e che nonostante i tagli gli sprechi e i fannulloni persistano. |
09-07-2010, 14:09 | #107 | |
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Iscritto dal: Apr 2004
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Vorrei proporre anche un certo ritorno all'autarchia, intesa come il produrre (anche in agricoltura che andrebbe rilanciata alla grande) a casa nostra ciò che possiamo invece di produrre per l'estero e comprare da fuori il medesimo prodotto.
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09-07-2010, 16:32 | #108 | |
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Iscritto dal: Feb 2006
Città: Torino
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I nostri politici in media prendono il doppio di un politico tedesco I nostri ricercatori universitari in media prendono un terzo dell'equivalente germanico I nostri ordinari con 40 anni di servizio prendono molto di pù dell'equivalente tedesco. Ergo, si dovrebbe 1) RIDURRE (direi dimezzare almeno) l'esorbitante stipendio dei nostri parlamentari (si parla di 15000 € / mese fra indennità integrativa speciale e benefit..) 2) aumentare lo stipendio dei giovani in università (un ricercatore neoassunto prende 1250 € /mese...) 3) ridurre lo stipendio troppo elevato di certi ordinari. 4) probabilmente, ma qui siamo nel campo dell'utopia, legare lo stipendio alla produttività. Invece l'effetto netto della manovra finanziaria sarà quello di ridurre del 32% lo stipendio dei neo-ricercatori e solo del 5-6% quello degli ordinari di una certa anzianità. Ma vi pare giusto?
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Мир - CPU 6502 - 48K RAM Ultima modifica di Мир : 09-07-2010 alle 16:34. |
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09-07-2010, 17:42 | #109 | |
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Iscritto dal: Oct 2008
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apertura mentale è capire che un concetto di algebra puo' sposarsi ad un argomento di linguaggi di programmazione al di là del formalismo, queste sono cose che molti non vedono e vengono piano piano eliminati.. anche se sono nerdoni incredibili, ma se manca il QI al di là della preparazione enciclopedica non c'è futuro per loro. secondo me il quoziente intellettivo delle persone che critichi è più basso della media e quindi dovresti dare colpa a loro di avere scelto male e non alla scuola che li prepara. |
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