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05-02-2007, 09:43 | #1101 | |
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Ultima modifica di JackTheReaper : 05-02-2007 alle 09:46. |
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05-02-2007, 09:48 | #1102 | |
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gli imbecilli ci sono sempre e dappertutto, ma non sono da meno quelli che vedono in ogni manifestazione, in ogni espressione di pensiero un agglomerato di rivoltosi delinquenti. Puro qualunquismo.
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Perchè il NO alla nuova base USA e Vicenza città militarizzata 3d ---------- Ho fatto "solo" 3 leggi ad personam... |
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05-02-2007, 09:51 | #1103 | |
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purtroppo è così! ci sarà gente che manco sa cos'è una base militare e che fino a ieri collocava vicenza in umbria |
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05-02-2007, 09:57 | #1104 | |
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05-02-2007, 10:05 | #1105 | |
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05-02-2007, 10:09 | #1106 | |
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Zerex il gigante verde |
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05-02-2007, 10:45 | #1107 |
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Rimettere la faccia? Ma per piacere, la faccia l'abbiamo persa a suon di cornine e Kapò.
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05-02-2007, 10:46 | #1108 |
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O mio dio Franca Rame, chi^?.
Prendiamo della gente seria: Vicenza, Parisi: ''Sì ad ampliamento base ma vigileremo'' Il ministro della Difesa in aula a Montecitorio: ''Nostro dovere verificare che le opere realizzate siano rispettose delle esigenze delle comunità locali e degli accordi bilaterali con gli Usa'' Nella foto Infophoto, Arturo ParisiRoma, 30 gen. (Adnkronos) - ''Il governo ritiene suo dovere vigilare affinché le opere che verranno realizzate siano rispettose delle esigenze prospettate dalle comunità locali, con particolare riferimento all'impatto sul tessuto sociale, sulla viabilità e sulle reti dei sottoservizi''. Lo ha detto in aula a Montecitorio il ministro della Difesa Arturo Parisi, nell'informativa del governo al Parlamento sulla vicenda dell'ampliamento della base Usa di Vicenza. ''Sarà ugualmente dovere del governo - ha aggiunto Parisi - assicurare la massima vigilanza circa il rispetto degli accordi bilaterali in materia di utilizzo della base stessa per quel che riguarda gli impieghi operativi. Della realizzazione delle opere così come del loro utilizzo il governo terrà informato il Parlamento''. E' "una e una sola", ha detto tra l'altro Parisi, la linea di orientamento dell'esecutivo, che "muove dal riconoscimento della esistenza da parte del governo americano di aspettative consolidate fondate sulla disponibilità manifestata dal precedente governo" di accogliere la richiesta degli Stati Uniti. Per il governo, comunque, non sono irrilevanti "le obiezioni avanzate da parte significativa delle comunità locali. E "ritenendo di rilievo l'impatto che il nuovo insediamento avrebbe avuto sulla città dal punto di vista urbanistico, sociale e ambientale", l'esecutivo, pur confermando "la compatibilità del progetto con le linee di politica estera e di difesa del Paese, ha ritenuto di procedere alla decisione finale solo sulla base di un pronunciamento esplicito della comunità locale". Parisi ha ripercorso le tappe della vicenda che ha portato al sì da parte del governo: nel 2005 la Direzione generale del ministero della Difesa conferma il sì 'tecnico' al progetto, "ferma restando la necessità di giudicare la progettazione di dettaglio che avrebbe dovuto ricevere anche il vaglio delle autorità civili regionali in sede di comitato misto paritetico Difesa-Regione". Nel dicembre 2005 il Capo di Stato maggiore della Difesa trasmette il parere tecnico favorevole del ministro della Difesa, "che dichiara perciò una disponibilità di massima all'ampliamento della base. Conseguentemente, l'ammiraglio Di Paola, Capo di Stato maggiore della Difesa comunica tale disponibilità - ha riferito Parisi - al comandante militare statunitense in Europa". Ed è "sulla base di questa lettera - ha proseguito il ministro - che il governo americano consolida le proprie aspettative sulla possibilità di realizzare il progetto". Il governo, però, "riconoscendo la fondatezza delle preoccupazioni manifestate dalla comunità locale" sull'impatto urbanistico, sociale e ambientale della base "ritiene di dover coinvolgere più direttamente la comunità", ha sottolineato Parisi, che ha riferito di aver scritto al sindaco di Vicenza nel settembre 2006 "sollecitando un parere formale da parte dell'amministrazione comunale di Vicenza". Il 26 ottobre, quindi, "il Consiglio comunale di Vicenza approva un ordine del giorno in cui esprime parere favorevole all'accoglimento nel territorio comunale di Vicenza della 173ma brigata aviotrasportata degli Stati Uniti", ha concluso il ministro. Parisi interverrà nell'aula di palazzo Madama giovedì mattina. E' quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo del Senato che ha anche stabilito che, successivamente, verranno poste in votazione le mozioni presentate dall'opposizione (Forza Italia e Alleanza nazionale, mentre la maggioranza ha presentato diverse interrogazioni e interpellanze). ******************************************* Rutelli: non tirate troppo la corda "Sulla politica estera la sinistra radicale si allinei" MARIA GRAZIA BRUZZONE ROMA «La sinistra radicale si allinei e non tiri troppo la corda. C’è una sola politica estera, quella del centrosinistra, della Costituzione e di Prodi». Francesco Rutelli torna a richiamare all’ordine i radicali dell’Unione, ai quali si era già rivolto, non più tardi di tre giorni fa, a ridosso dell’autogol della maggioranza al Senato sull’allargamento della base di Vicenza, avvisandoli che era stata «superata la misura». Un ultimatum che aveva provocato repliche irritate da parte degli interlocutori ma anche un certo fastidio nei Ds. E perfino in Prodi, preoccupato della benzina buttata sul fuoco delle divisioni interne in vista del prossimo vertice, da lui stesso annunciato proprio per ricompattare la coalizione sui delicati temi della politica estera: in vista c’è il pur non imminente voto sul rifinanziamento delle missioni all’estero, il cui decreto non è stato approvato dai tre ministri di Prc, Pdci e Verdi. Su quell’ultimatum il vicepremier torna adesso, indubbiamente rafforzato dalle parole ferme del ministro della Difesa Parisi che, intervistato da «La Stampa», ha denunciato «il prevalere delle ragioni di interesse e di identità di partito», ha detto che il governo «è pacifico ma non pacifista» e, soprattutto, ha fatto nettamente capire che l’intesa su Kabul è decisiva per Prodi, il suo governo e lo stesso bipolarismo. Un monito sul quale, secondo il prodiano Franco Monaco, «la sinistra radicale farebbe bene a riflettere». All’estremo opposto il trozkista Marco Ferrando, ala estrema del Prc, aizza i compagni in vista della manifestazione vicentina del 17 febbraio «contro il governo», sostenendo che «con l’ammettere candidamente che il governo Prodi “non è pacifista” e che le decisioni sulla base di Vicenza sono irreversibili, il ministro Parisi ha sottratto definitivamente alle sinistre governative ogni residua foglia di fico». Tornando a Rutelli, spiega di aver difeso Prodi «perché ha detto che è chiusa la decisione su Vicenza e troppe forze l’hanno riaperta, ha chiesto il voto sul decreto per le missioni all’estero - di pace - e non l’hanno concesso tre ministri, e perchè al Senato non è stato dato il sostegno necessario a Parisi che ha esposto la linea italiana». Così il vicepremier, ma anche l’Udeur sottolinea «il rischio di una crisi di governo» e dall’Idv Di Pietro avvisa che «la corda dell’Unione rischia di spezzarsi». La sinistra radicale, che poche ore prima ha apprezzato il Rutelli che era sembrato fugare le paventate tentazioni di cambi di maggioranza in senso centrista («C’è una sola maggioranza, quella che scelta dagli elettori», aveva affermato perentorio il vicepremier nella lunga intervista al Tg3), non ci sta a subire altri diktat e li rispedisce al mittente. «Tirare la corda? E’ Rutelli che segna la demarcazione dello spazio in cui si decide, cioè il suo, ma la coalizione è plurale, Rutelli deve farsene una ragione», replica il capogruppo del Prc alla Camera Gennaro Migliore. «Ci si allinea solo sul programma che non prevede né la costruzione di nuove basi americane, né il taglio delle pensioni», gli fa eco, ancor più duro, Marco Rizzo dal Pdci. E i Verdi: «Non vorremmo che con i suoi continui ultimatum, Rutelli stia cercando a tutti i costi un casus belli», replica il capogruppo alla Camera Angelo Bonelli. Fare definitivamente chiarezza spetterà al vertice che si terrà sicuramente entro la settimana, visto che nella prossima Prodi sarà in India. Quando, esattamente, lo si deciderà tra stasera e domattina, al rientro dal Giappone del ministro D’Alema, che si è già detto «pienamente d’accordo con Prodi e disponibile a ogni riunione». La sinistra preme perché si parli anche dei temi più caldi fra riformisti e radical, ovvero Pacs e pensioni (oltre a clima & energia, argomento caro ai Verdi). Quanto a cambiare il decreto sulle missioni, il governo non ci pensa proprio. La soluzione alle richieste che i radical si accingono a presentare al ministro Chiti ala fine potrebbe essere piuttosto una mozione. **********************************************+ |
05-02-2007, 10:56 | #1109 | |
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Perchè si dovrebbe dire di no all'allargamento di una base, se siamo nella nato e siamo alleati tradizionali degli Usa? Perchè si deve protestare, quando coloro che sono titolati a decidere (l'esecutivo nel pieno della sue funzioni) hanno scelto di non ostacolare l'allargamento di una base militare? |
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05-02-2007, 11:10 | #1110 |
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Certa gente deve ancora capire che andare avanti a ideali non porterà mai a nulla
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05-02-2007, 11:29 | #1111 | |
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05-02-2007, 11:30 | #1112 | |
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Ma anche di questo si è già parlato.
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05-02-2007, 11:38 | #1113 | |
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05-02-2007, 11:39 | #1114 | |
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05-02-2007, 12:02 | #1115 | |
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E' ridicolo pensare che Prodi ci rimetta la faccia davanti al mondo intero per quattro bandiere e tre campallini anche in virtù dei "10 100 1000 Nassiriya" che faranno da contorno.
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05-02-2007, 12:45 | #1116 | |
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In ogni caso vorrei ricordare che la maggioranza della città è ovviamente contraria alla base usa, quindi "quattro bandiere e tre campallini" non mi pare appropriato. In ogni caso finchè vi ostinate a farne una questione di americanismo-antiamericanismo et similia il discorso è aria fritta. E se proprio la si deve fare in virtù di accordi ora assurdi a distanza di 60 anni, vorrei che venisse fatta sotto casa vostra. Sarei proprio curioso di vedere come la pensereste in quel caso.
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05-02-2007, 13:06 | #1117 |
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Veramente un giorno esce un sondaggio in cui i Vicentini sono favorevoli, un altro giorno sono contrari ... mah ... cmq per po possono pure farmela vicino casa una base del genere, non vedo dove stia il problema ...
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Zerex il gigante verde |
05-02-2007, 13:08 | #1118 | |
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Ripeto: se siamo alleati degli Stati Uniti da quasi 60 anni, perchè non consentirgli di allargare una base militare in territorio italiano? Quale è il problema? |
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05-02-2007, 13:10 | #1119 | |
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Poteva avere valore un referendum comunale, se fosse stato possibile farlo. Hanno deciso i nostri rappresentanti, secondo le precedure tipiche di uno stato di diritto. |
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05-02-2007, 13:22 | #1120 | |
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Deve andare avanti con delle finzioni linguistiche quali "superamento", "pace", "discontinuità" e altro..un pò come Togliatti nel 49, quando per calmare la base (che voleva la rivoluzione socialista o meglio "stalinista") parlava di "democrazia progressiva". La sinistra radicale deve mettersi in testa che la politica estera è frutto di tendenze di lungo periodo, che l'Italia è inserita nel sistema di difesa NATO, che il nostro paese è stato una nazione guida nell'ambito ISAF e che all'Italia nessun vantaggio vi sarebbe (vantaggio ed interesse, questi sono i metri di giudizio per la politica estera) da un eventuale allontanamento dagli Stati Uniti. Inoltre accettino la logica ferrea della maggioranza..la sinistra di governo non ha in agenda una politica anti-americana, le frange estremiste cerchino di adeguarsi a quanto afferma D'Alema, Fassino, Parisi, Prodi, Rutelli e via dicendo. Non è tollerabile andare avanti in questo modo, come se la sinistra-estrema non facesse parte di QUESTO GOVERNO. |
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