Torna indietro   Hardware Upgrade Forum > Off Topic > Discussioni Off Topic > Storia, politica e attualità (forum chiuso)

Edge 50 Ultra: Motorola convince anche con il suo top di gamma! La recensione
Edge 50 Ultra: Motorola convince anche con il suo top di gamma! La recensione
Motorola sfida i top di gamma con funzionalità AI avanzate, design innovativo e prestazioni da vero flagship. Riuscirà a trovare spazio anche nel segmento premium di mercato? Tutti i dettagli, test e prezzo di questo nuovo smartphone.
FlexiSpot E7B-PRO: una scrivania motorizzata per migliorare la postura
FlexiSpot E7B-PRO: una scrivania motorizzata per migliorare la postura
Abbiamo ricevuto e provato la scrivania FlexiSpot E7B-PRO. Dotata di gambe motorizzate, è una scrivania di nuova generazione regolabile in altezza, perfetta sia per le attività professionali che per l'intrattenimento.
Citroën ë-C3, la prova in anteprima: l'elettrica con caratteristiche e prezzo per tutti
Citroën ë-C3, la prova in anteprima: l'elettrica con caratteristiche e prezzo per tutti
Abbiamo guidato per la prima volta la Citroën ë-C3, che tanti clienti hanno scelto praticamente a scatola chiusa sfruttando gli incentivi nazionali. Ma anche a prezzo pieno può essere molto interessante
Tutti gli articoli Tutte le news

Vai al Forum
Rispondi
 
Strumenti
Old 02-10-2008, 17:50   #2261
CYRANO
Senior Member
 
L'Avatar di CYRANO
 
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
Messaggi: 19598
Quote:
L’ORDINANZA. Decisione col botto dei giudici romani: accolto il ricorso del comitato favorevole alla Ederle 2

Il Consiglio di Stato
blocca il referendum
«È irrealizzabile»
di Gian Marco Mancassola

Sparisce dal calendario del Comune la data del 5 ottobre. Domenica non ci sarà alcuna consultazione ufficiale sul Dal Molin, nessun appuntamento istituzionale con le urne. Il referendum è stato annullato dal Consiglio di Stato, che a tre giorni dal giorno della verità ha messo fuori gioco la delibera con cui il consiglio comunale a luglio aveva indetto la consultazione sulla base Usa. In questo modo, i giudici amministrativi di secondo grado ribaltano il giudizio emesso dal Tar del Veneto due settimane fa, accogliendo il ricorso del comitato favorevole alla Ederle 2.
LO SHOCK. La notizia è una scossa che sferza la città. Viene vanificato uno progetto politico maturato durante la campagna elettorale della scorsa primavera e coltivato dalla giunta del sindaco Achille Variati fino all’ultimo minuto. La decisione giunge quando ormai è troppo tardi per fermare una macchina organizzativa costata 120 mila euro: tutte le 87 mila schede sono già state recapitate nelle case degli elettori vicentini.
Davanti a palazzo Spada si vivono due scene opposte: da una parte il giubilo esibito dal primo firmatario del ricorso, Roberto Cattaneo, leader del comitato del Sì alla base, con gli avvocati Pierantonio Zanettin e Alessandro Moscatelli; dall’altra la delusione e l’amarezza del sindaco Variati e dell’assessore agli Affari legali Antonio Marco Dalla Pozza.
IL VERDETTO. Cosa ha deciso la quarta sezione del Consiglio di Stato, presieduta dal giudice Luigi Cossu? L’argomentazione muove dall’ordinanza di metà settembre. Il Tar aveva evidenziato l’insussistenza di «sufficienti elementi per l’accoglimento della misura cautelare» dal momento che vi è assenza di danno, trattandosi di una consultazione «a scopo esplorativo, al fine di svolgere un sondaggio tra la popolazione», e che «il quesito verte su un’eventuale iniziativa da parte del consiglio comunale, sul cui esito non vi è alcuna certezza». I giudici romani ritengono invece che «l’argomentazione del Tar non può essere condivisa». Perché? «L’assenza di danno non è sufficiente a sorreggere, da sola, la pronuncia cautelare, essendo necessaria una valutazione di legittimità dell’atto impugnato e tale valutazione non può che avere esito negativo, atteso che la consultazione ha per oggetto “un auspicio” del Comune di Vicenza al momento irrealizzabile, qual è quello di acquisire un’area sulla cui sdemanializzazione si sono pronunciate in senso sfavorevole le autorità competenti». L’obiettivo non può essere raggiunto perché il governo ha dichiarato il Dal Molin non in vendita e perché lo ha già ceduto agli americani. Non è finita qui: «La consultazione - scrivono i giudici romani - appare comunque inutile, ove si volesse assumere una sua connotazione “patrimoniale”, giacché non occorrono sondaggi per accertare la volontà positiva di ogni cittadino di accrescere il patrimonio del Comune di appartenenza, al pari di quanto potrebbe verificarsi se si proponesse un quesito su un ipotetico vantaggio patrimoniale individuale e/o collettivo». Sono questi i due architravi dell’ordinanza che sospende l’efficacia della delibera comunale. A questo si aggiunge un’ultima confutazione delle tesi sostenute dal Tar: «L’esito incerto della consultazione popolare è proprio di questa, e non può essere assunto a motivo di irrilevanza del danno che dallo svolgimento della stessa può derivare».
Il cerchio dei provvedimenti in via cautelare si è chiuso ieri. La parola, ora, torna al Tar per la sentenza di merito. Ma ci vorrà tempo: di certo nessun pronunciamento è atteso prima di domenica. Per questo, il procedimento è già stato fermato e congelato.
LE REAZIONI. «Sono preoccupato», dichiarava a caldo ieri il sindaco Variati, che parla di «un’ordinanza incomprensibile, miserevole dal punto di vista del diritto, e che sembra avvolgere l’alta corte del Consiglio di Stato in una nube di sospetto francamente inquietante. Oggi ci sentiamo traditi. E come sindaco vivo questa decisione come la violenta sopraffazione di uno stato sordo e lontano» L’assessore Dalla Pozza si dice «allibito», conferma che domenica l’appuntamento istituzionale salta, ma che la battaglia non è finita: «Se serve andremo fino alla Corte di giustizia europea».
Dopo l’ordinanza, Cattaneo è stato ricevuto a palazzo Chigi dal sottosegretario Gianni Letta, che ha confermato gli impegni del governo su tangenziale e prolungamento di via Aldo Moro: «È stato confermato che la consultazione è inutile e dannosa per la città e pertanto non può essere svolta. A questo punto il presidente della Repubblica, il governo, il commissario Costa, la magistratura, la Regione, la Provincia, hanno tutti manifestato la loro contrarietà alla posizione assunta dal sindaco sul Dal Molin. Invitiamo ancora Variati a operare finalmente per salvaguardare i benefici collegati al Dal Molin, difendendo realmente gli interessi di Vicenza e di tutti i suoi Concittadini».

Quote:
L’ANNUNCIO IN PIAZZA. Davanti a 8 mila vicentini, la chiamata al referendum autogestito: si farà fuori dalle scuole

Ma il sindaco si ribella
«Voteremo lo stesso»
di Antonio Trentin

Venti minuti esatti di «non applaudite, lasciatemi ragionare», ma anche di parole ben piazzate e di silenzi messi al posto giusto per strappare abilmente proprio il battimani o per chiamare i fischi. Poi, quando la torre Bissara segna meno dieci alle undici, ecco il colpo di scena “in notturna”, dopo ore di tensione: Achille Variati - dal palchetto alzato alla bell’e meglio in piazza dei Signori per una manifestazione cresciuta sul tam-tam dei telefonini e delle e-mail - annuncia quello che il “popolo anti-base” aspettava. Domenica si voterà lo stesso, voglia o non voglia Roma.
«Un sindaco di tutti - dice nel microfono con l’ultima voce di una giornata iniziata nella capitale con i “sindaci dell’Irpef” e dell’autonomia - non può vedere la sua città imbavagliata. Se non ci permettono di votare domenica dentro le nostre scuole, bene, allora voteremo davanti alle nostre scuole». E poi spiega: gazebi autogestiti al posto dei seggi, dalle 8 alle 21 come previsto, in 53 postazioni come 53 dovevano essere i punti di raccolta delle schede-voto, con tre scrutatori volontari in ogni banchetto per garantire la serietà e la correttezza anche nei confronti di chi tenterà sabotaggi. In pratica si ritorna al referendum autogestito ipotizzato un anno e mezzo fa, quando l’Amministrazione Hüllweck negava la possibilità di una consultazione ufficiale.
È finito così il “mercoledì nero” di Variati e del No Dal Molin: con la sconfitta istituzionale davanti ai magistrati del Consiglio di Stato e con la vittoria sentimentale sotto la Basilica. Il sindaco si è guadagnato selve di applausi da un pubblico numeroso come non si vedeva da decenni in Piazza. Le dirigenze dei comitati, associazioni, partiti e gruppi vari sono rimaste ancora a lungo davanti alla loggia del Capitaniato per concertare l’attività dei tre giorni che restano prima del referendum svolto in proprio.
«Quando una piazza si riempie - aveva detto all’inizio Variati - o è per una festa o è perché qualcosa non va. A Vicenza c’è qualcosa che non va». E poi giù con il riepilogo della vicenda-consultazione, con l’accusa che «a Roma qualcuno, qualcosa, ha tolto a tutti il diritto di parlare», con la lettura delle frasi-clou scritte dal Consiglio per cancellare il “via libera” dato dal Tar Veneto. Fino a quella clou, quella che dice che l’“auspicio” vicentino è irrealizzabile perché il venditore-governo non vuole cedere il Dal Molin al Comune. «Ma io non ho nessun atto ufficiale del Demanio militare o di altri organi dello Stato che metta nero su bianco questa situazione» aveva replicato il sindaco: un rilievo formale - di fronte alla sostanzialità dei “niet” annunciati dal premier Berlusconi e dal ministro La Russa - che però gli ha consentito di lanciare il sospetto sulla natura politica e non tecnica della decisione del Consiglio. «Per carità, la magistratura amministrativa è un organo indipendente... ma queste argomentazioni sono misere sul piano del diritto e miserabili sul piano della giustizia»: tanto da fargli intravvedere «un sospetto inquietante intorno al Consiglio di Stato».
Il resto del discorso è stato a base di critiche «alla scena raccapricciante di chi in piazza Montecitorio ha gioito alla notizia della bocciatura», di punzecchiature a Galan presidente della Regione (altro che [\FIRMA]Il Veneto sono io, come titola il suo libro: «Non rappresenta né il cuore né gli interessi dei veneti») e alla Lega («ha professato per tanto tempo l’autonomia, speravo fosse qui con noi, invece ha giurato a Pontida e tradito a Vicenza»). Poi la definizione finale su ciò che sarà la domenica referendaria: «Questa non è una sfida allo Stato, questa è democrazia».
Quote:
Il sen. Filippi:
«Dirottati
i soldi per la tangenziale»

Compensare Vicenza per l’impatto della base ameri- cana al Dal Molin? Intanto è sicura una cosa, accertata ieri pomeriggio dal senatore le- ghista Alberto Filippi («gli altri discutono, io sono anda- to a vedere come stanno le cose»): a Roma non c’è nean- che un euro stanziato per l’o- pera più importante annun- ciata come beneficio per il territorio vicentino, la circon- vallazione nord/tangenziale all’aeroporto. Niente di inat- teso: l’aveva già raccontato l’altro giorno il commissario di governo Paolo Costa, impegnandosi soltanto su un futuro “contributo” dello Sta- to. Ma sentirselo dire chiaro e tondo dal sottosegretario alle infrastrutture, il collega di partito Roberto Castelli, non è stato per nulla piacevo- le. Unica soddisfazione: la possibilità di polemizzare contro il centrosinistra di Ro- mano Prodi, perché una voce di spesa c’era su Vicenza e la progettazione della circon- vallazione, nella Finanziaria 2007, ma è poi stata trasfe- rita su lavori stradali a Bolo- gna («è stato uno scippo, la le- zione è chiara: i vicentini votino noi, non loro»). Che cosa ha pro- messo Castelli? Per il mo- mento poco anche lui. Soldi per la circonvallazione nord non ne sta prevedendo neanche la Fi- nanziaria nuova del governo Berlusconi e tutto dovrà muo- versi su iniziativa vicentina: «L’opera non è finanziata - ha confermato il sottosegretario leghista - e neppure è prevista tra le opere prioritarie indicate dalla Region e allo Stato». Sul fatto che ci voglia, comunque, Castelli è più che d’accordo. Vicenza, ha detto a Filippi, ospi- terà «un’opera importante e strategica per l’alleanza con gli Usa» e legittimamente deve aspettarsi un indennizzo. Come, per quanto riguarda la strada che dovrebbe collegare gli assi stradali a nord del capoluogo? Castelli ha indicato al senatore vicentino questo percorso: progettazione da parte della Provincia organo sovracomu- nale, un anno fa “distratta” su un compito del genere perché alle prese con il rinnovo amministra- tivo e con la staffetta Dal La- go-Schneck; poi accoglimento del progetto tra le opere prio- ritarie programmate dalla Regione; e quindi coordinamen- to tra Regione e governo per il finanziamento (quanto parziale, si vedrà...). La palla passa quindi alla Provincia, secondo Filippi: «Gli enti locali devono fare la loro parte, mi ha detto Castelli. Il presidente Schneck deve av- viare la progettazione. Il sotto- segretario assicura che seguirà personalmente la pratica».
Quote:
IL FRONTE ANTI-BASE. Sconcerto a sinistra

«Questa sentenza
è una grave ferita
alla democrazia»

Delusione e sconcerto, nel variegato schieramento del “No Dal Molin”, per la decisione del Consiglio di Stato di non ammettere il referendum consultivo sulla “Ederle 2”.
Giovanni Rolando, capogruppo Lista Variati. «È inaccettabile che la comunità vicentina venga zittita. Questa decisione del Consiglio di Stato è una sentenza tutta politica contro la dignità di una intera comunità. Una brutta pagina per la democrazia».
Stefano Soprana, capogruppo di Vicenza Capoluogo: «La peggiore risposta che si poteva dare agli americani è impedire ai cittadini vicentini di esprimere il loro consenso (fino a prova contraria il consenso era possibile). Impedendo ai cittadini di esprimersi, rimane il solo No alla base del consiglio comunale eletto dai suoi cittadini, gli unici eletti sulla questione Dal Molin».
Massimo Calearo, deputato Pd: «Proprio mentre sono scesi a Roma centinaia di sindaci per chiedere più autonomia, ai cittadini di Vicenza viene impedito di esprimere la loro opinione su un tema che li riguarda da vicino. Non è una questione di essere pro o contro la base; è semplicemente una questione di democrazia».
Rosanna Filippin, coordinatore provinciale Pd: «Una decisione che lascia aperta una ferita per la democrazia. Su una questione che segna il futuro del territorio, era giusto e necessario sentire le ragioni della comunità locale».
Gianfranco Bettin, consigliere regionale dei Verdi: «È una pagina nera per la democrazia. Impedire una consultazione popolare voluta dall’Amministrazione Variati, per far esprimere la comunità, è un atto arrogante e autoritario».
Claudio Fava, deputato di Sinistra democratica: «Non può essere Berlusconi nè il Consiglio di Stato a sottrarre ad una città il diritto di parola. Domenica il referendum sulla nuova base militare Usa dovrà svolgersi, nelle forme che la comunità vorrà dare».
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente: «In aperto contrasto con la politica federalista, dobbiamo registrare un nuovo episodio in cui si nega alla cittadinanza il diritto di parola».
Patrik Riondato, movimento I Veneti: «Un atto fascista e irresponsabile del Consiglio di Stato, che ha sospeso i diritti democratici a Vicenza, negando la possibilità ai cittadini di recarsi alle urne».
Serena Capodicasa, Rete studenti del Veneto: «Si tratta di un atto burocratico e autoritario che non può cancellare in alcun modo i lunghi mesi di lotte della popolazione».
Coordinamento cristiani per la pace: «La decisione del Consiglio di Stato allarga il solco fra cittadini e istituzioni, e rischia di incrinare pericolosamente i rapporti di accoglienza fra i vicentini e la comunità americana».
Partito dei comunisti italiani, federazione di Vicenza: «Evidentemente il ruolo del governo nazionale (del quale fa parte la Lega che si è sempre dichiarata dalla parte “della gente”) è stato determinante nell’impedire la consultazione democratica».
Cgil di Vicenza: «Il pronunciamento del Consiglio di Stato nega ai cittadini di Vicenza di potersi esprimere sul futuro del loro territorio, con una consultazione popolare promossa dall’Amministrazione».
Paolo Beni, presidente nazionale Arci: «È stato impedito all’ente locale e alla cittadinanza l’esercizio di un diritto democratico attraverso uno strumento legale e legittimo».
Quote:
IL FRONTE PRO-BASE. Soddisfazione a destra

«Adesso Variati
tiri con onestà
le conseguenze»

Soddisfazione fra i vari rappresentanti del “Sì Dal Molin” per la decisione del Consiglio di Stato. E molte prese di posizione personali contro il sindaco Achille Variati.
Valerio Sorrentino, consigliere comunale Pdl: «La decisione del Consiglio di Stato, parafrasando il sindaco all’indomani della decisione del Tar, scrive una bella pagina di democrazia, insegnando che in uno Stato di diritto non è possibile stravolgere gli elementi fondamentali della nostra Carta costituzionale».
Francesco Rucco, consigliere comunale Pdl: «Qusta decisione espone l’Amministrazione Variati all’azione della Corte dei conti, dato che, a questo punto, il danno alle casse del Comune è stato fatto. Variati se ne deve assumere ogni responsabilità conseguente».
Maurizio Franzina, consigliere comunale Pdl: «Lo avevamo detto per mesi, di fronte ad una maggioranza dal sorriso ironico, in Consiglio comunale; lo avevamo ribadito in tutte le sedi: si tratta di una farsa, di un inganno a cui il sindaco vuole sottoporre la città».
Marco Zocca, consigliere comunale Pdl: «Questo fatto dichiara il completo fallimento amministrativo del sindaco nella gestione della città; e dovrebbe per rispetto di l’ha o non l’ha votato rimandare il giudizio ai cittadini».
Alex Cioni, Azione sociale con Alessandra Mussolini: «Vengono mandate al macero le inutili schede che il sindaco Variati stava distribuendo in città, per compiacere gli amici del Presidio permanente».
Lucio Zoppello, coordinatore comunale FI-Pdl Vicenza: «E ora lavoriamo per far ottenere a Vicenza le giuste compensazioni e per ricucire lo strappo che purtroppo sta ora lacerando la città».
Sergio Berlato, eurodeputato e presidente provinciale An: «Dopo l’ennesima sconfitta politica, Variati dovrebbe prendere atto dei suoi errori e dare un segnale di coerenza alla città che ha consegnato ai Comitati No Base».
Graziano Meneghini, coordinatore provinciale FI: «La Vicenza del no, che non rappresenta i vicentini, ha subìto finalmente il giusto stop. La debolezza del sindaco Variati, che si è speso in campagna elettorale giocando su due fronti, è oggi di grande evidenza».
Roberto Ciambetti, consigliere regionale Lega: «La Lega è sempre a favore delle consultazioni popolari, ma l’ingarbugliato quesito prodisposto dal sindaco era tutto fuorchè una consultazione seria. Agisca quindi di conseguenza, rassegnando le dimissioni per coerenza e onestà intellettuale».
Manuela Dal Lago, vicepresidente deputati Lega: «È ora che il sindaco Variati ritorni sui suoi passi e ammetta gli errori commessi: il suo atteggiamento ostinato ha solo danneggiato la città».
Stefano Stefani, deputato Lega, presidente della commissione “Esteri”: «Da oggi per il sindaco si deve aprire una fase di profonda riflessione sugli errori che ha compiuto; e su quelli che, per nostra fortuna, qualcuno gli ha impedito di fare».
Paolo Franco, senatore e segretario provinciale Lega: «La bocciatura da parte del Consiglio di Stato della consultazione sul Dal Molin rende molto grave la responsabilità politica del sindaco Variati. La Lega Nord chiede a tutti di stringersi attorno alla città, a destra come a sinistra, con senso di responsabilità e attaccamento alla propria terra, e di confrontarsi pacificamente e democraticamente per il suo presente e il suo futuro».
Quote:
IL RADUNO SPONTANEO. D piazza Castello il corteo si è via via allungato per tutto il centro storico

Piazza dei Signori
con pochi vessilli
ma tante famiglie
di Gian Maria Maselli

Migliaia di persone si sono radunate in piazza dei Signori ieri sera dopo un tam-tam spontaneo avvenuto a poche ore dalla sentenza del Consiglio di Stato, che ha sospeso la consultazione popolare sul Dal Molin. La folla trabocca in piazza Biade e in piazzetta Palladio. «Sono 10 mila persone», dicono gli organizzatori. «Nel momento di massimo afflusso erano 4 mila», calcola invece il questore Giovanni Sarlo.
Una cosa è certa: si registra una partecipazione inedita per consistenza. Si contano poche bandiere, ma tantissime famiglie. Anziani e studenti pigiati uno di fianco all’altro. La manifestazione è unitaria, e si vede. I megafoni arringano la folla, anche se è già delusa e arrabbiata di suo: «Qui c’è la città che accetta il confronto democratico. Chi vuole impedire la consultazione invece lo teme. Ma non ce la farà: domenica si va a votare lo stesso».
Applausi: il proposito è proprio quello; e a confermarlo ufficialmente ci sono alcuni esponenti del movimento, che spiegano: «Sarà una consultazione autogestita, ma seria. Selezioneremo scrutatori e presidenti di seggio dalle liste del Comune, e ne comunicheremo i nomi in Prefettura e in Questura. Voterà solo chi risiede a Vicenza; e, a giudicare da stasera, saranno in tanti».
Piazza dei Signori si riempie con una fiaccolata partita da piazza Castello alle 21. Lungo la strada, quelle duemila persone si sono moltiplicate. La voglia di farsi sentire è palpabile. Volano analisi moderate nei toni ma pesanti nella sostanza; e questo ben prima che sul palco salisse l’assessore alla Pace, Giovanni Giuliari.
«Questa amministrazione resterà al fianco di chi inorridisce per il sangue versato dalle guerre - promette - Stasera sono riuniti in un’enorme assemblea popolare i più preziosi valori della nostra comunità. Noi non ci fermeremo, né ci rassegneremo davanti alla politica di chi cerca di ridurre al silenzio i cittadini, fatta di cattiveria e arroganza. Spero che gli americani saranno più saggi, e non vorranno proseguire su una scelta che trova contrari troppi vicentini».
Tra la folla molti volti noti. Il capogruppo della Lista Variati, Giovanni Rolando, afferma: «Questa sentenza del Consiglio di Stato è un episodio da deriva antidemocratica. È grave che un organo istituzionale subisca le pressioni di un Governo. Voler bloccare un pronunciamento dei cittadini sulle questioni patrimoniali del Comune è una pessima mossa, perché toglie ai cittadini un canale pacifico, democratico e istituzionale per esprimersi».
Il Consiglio di Stato è nel mirino di tutti. L’ex parlamentare vicentina Lalla Trupia: «La destra di questa città ha paura di perdere, e ha sollecitato a Roma il soffocamento dell’autonomia del Comune, cioè di un’istituzione locale. Alla faccia del federalismo».

Quote:
Lo stupore
di quattro
deputati
europei

Sono arrivati a Vicenza nel giorno peggiore per il No Dal Molin. Hanno passato la mat- tinata a perorare le ragioni della consultazione e a ten- dere l’orecchio a Roma, por- tando la loro esperienza da Bruxelles. Poi, nel pomeriggio della decisione del Consiglio di Stato, hanno alzato la pro- testa contro la «democrazia negata». Sono i 4 europarla- mentari che le “donne del Presidio” avevano chiamato in città per alzare il tono della disputa e riferire al quadro internazionale la contesa cittadina: Umberto Guidoni (Pdci), Sepp Kusstatscher (Verdi), Roberto Musacchio e Vittorio Agnoletto (Prc). E- rano stati chiamati a «garan- tire ed essere testimoni dello svolgimento democratico della consultazione - secondo l’annuncio fatto da Cinzia Bottene per i No Dal Molin - anche alla luce delle ingiusti- ficabili pressioni per far falli- re la consultazione messe in atto dal governo». Avevano volantinato in Corso e in Piaz- za, soddisfatti perché «erano molti di più i vicentini che accettavano l’invito ad anda- re a votare, di quelli che strac- ciavano il volantino». E avevano ancorato ai temi europei la loro iniziativa: «L’Europa vuole la pa- ce, non le basi. Gli accordi bila- teriali in base ai quali l’Italia concede il Dal Molin agli Usa so- no il contrario della politica e- stera unitaria di un’Unione euro- pea con capacità d’iniziativa. In un quadro che avvicina sempre di più gli scenari bellici all’Euro- pa, l’Italia e Vicenza, unico luogo dell’Europa occidentale in cui si vuole costruire un grande inse- diamento americano, saranno identificate come il luogo da cui partono le azioni militari decise senza consultazione dagli Usa».
Poi la novità del k.o. deciso nella capitale hanno fatto virare tutta la loro azione. Sono stati a stretto contatto con i Comitati del No. Hanno partecipato alle riunioni per elaborare nuove azioni. Sono andati a protestare in prefettura. Al prefetto Pietro Mattei hanno espresso un formale «sconcerto» da riferire al governo. Fuori dall’ufficialità hanno criticato il «golpe che nega la democrazia ai vicentini». Agnoletto ha riassunto così: «Il Consiglio di Stato rinuncia a svolgere il suo ruolo d’istituzione autonoma dall’esecutivo e si appiattisce sulla linea del governo. E anzi ha fatto sue nelle motivazioni esattamente le stesse dichiarazioni rilasciate in questi giorni da Berlusconi e La Russa contro la consultazione che avrebbe certamente dato ragione a chi si oppone all’ampliamento della base».
GdV 02-10-08



Cnkankakmnaamlk
__________________
FINCHE' C'E' BIRRA C'E' SPERANZA !!!
CYRANO è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-10-2008, 09:34   #2262
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
http://www.repubblica.it/2008/06/sez...occiatura.html



VICENZA - La consultazione autogestita a Vicenza è per il sì all'acquisizione dell'area dell'aeroporto Dal Molin a uso della città anziché a base Usa. L'esito del voto - a spoglio in corso - secondo gli organizzatori appare scontato. La consultazione, del tutto priva di ufficialità, si è tenuta per protesta dopo che un referendum, indetto dalla giunta guidata dal sindaco Achille Variati, è stato bocciato dal Consiglio di Stato.

Al voto - secondo l'ultimo rilevamento del pomeriggio - si erano recati, degli 84.349 aventi diritto, in oltre 17.000. Le operazioni si sono tenute in 32 gazebo nei pressi di quelli che avrebbero dovuto essere i seggi ufficiali. I cittadini hanno trovato urne e schede del tutto uguali a quelle fatte stampare, inutilmente, dal comune. A controllare le operazioni di voto circa 500 volontari tra scrutatori e presidenti di seggio.

Alle 12 ai gazebo si erano presentati in 8.812 pari al 10,45%, saliti a 17.411 (20,64%) alle 17 con grande soddisfazione degli organizzatori. Tra i primi ad essere contenti Cinzia Bottene, consigliere comunale e leader dei "No Dal Molin", che ha detto che il voto è stata "un'ottima risposta di partecipazione e democrazia a chi voleva imporre con l'autoritarismo scelte che riguardano il futuro della comunità locale vicentina".

Per Variati, che si è presentato al gazebo di prima mattina, così come un'anziano da poco divenuto centenario, il voto è stato "uno straordinario esempio di democrazia". L'afflusso al voto, per il sindaco, ha dimostrato la volontà di esprimersi dei vicentini sui destini della propria città. E' un messaggio, per Variati, che è andato oltre Vicenza e si è rivolto "all'intero Paese" facendo capire "quanto sia sbagliato non permettere alla gente di esprimersi su ciò che li riguarda".

"Il quesito - ha sottolineato Variati - mette al centro non problemi di natura militare o legati a patti internazionali ma il destino di un'area verde che riguarda una città". "Uno spazio di pregio ambientale - conclude - a ridosso di Vicenza che è il più grande del genere in Italia".

Il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ha criticato invece l'iniziativa e ha parlato di "scorrettezze politiche sostenute dal sindaco Variati e dal 'No dal Molin'" sottolineando che "dalla trappola dell'imbroglio referendario si è tenuta lontana la stragrande maggioranza della cittadinanza vicentina".

Pressoché in silenzio i favorevoli alla base Usa. A intervenire è stato solo Silvano Giometto, del Comitato "Si al Dal Molin" che, bocciato il "referendino fatto in casa", ha chiesto ai cittadini di attivarsi per sfiduciare il sindaco anche alla luce dei "costi inutili" e degli "sprechi della consultazione" bocciata dal Consiglio di Stato.
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-10-2008, 11:16   #2263
Silver_1982
Senior Member
 
L'Avatar di Silver_1982
 
Iscritto dal: Nov 2003
Città: Milano
Messaggi: 1715
rassegnatevi, la base si farà!!!
__________________

Ultima modifica di Silver_1982 : 06-10-2008 alle 15:44.
Silver_1982 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-10-2008, 13:59   #2264
zerothehero
Senior Member
 
L'Avatar di zerothehero
 
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 13988
Il referendum autogestito è stato un sostanziale fallimento (populista, da parte del signor Variati)...hanno votato solo il 30% dei cittadini (che nel 95% dei casi si sono espressi contro l'ampliamento della base)...
zerothehero è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-10-2008, 14:16   #2265
sapatai
Senior Member
 
L'Avatar di sapatai
 
Iscritto dal: Sep 2003
Città: ABANO TERME (Padova) paninaro inside
Messaggi: 3810
imho abbastanza ridicolo e futile sto """"referendum"""". però fa tenerezza e anche un po' sorridere.
__________________
sapatai è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-10-2008, 14:29   #2266
Fil9998
Senior Member
 
L'Avatar di Fil9998
 
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11663
mi pare ceh più ceh base si e base

qua non ha vinto NESSUNO.

ha solo perso lo stato e la democrazia.



sempre maggiore scollamento fra cittadini e istituzioni, fra istituzioni locali e istituzioni romane.

sta settimana TUTTI i sindaci veneti son andati a roma a chiedere una parte dell'irpef ai comuni,
son stati trattenuti dall apolizia come manifestanti da centro sociale...

i sindaci....


non va bene ogni qualvolta lo stato si fa lontano e impone dall'alto e semplicemente e solo presente pre PRENDERE e basta.




imho

un passo in più verso il caos totale e il disinnamoramento dall ' "Italia" ...
preludio a secessionismo.



complimenti a tutti.
__________________
mac user = hai soldi da buttare; linux user = hai tempo da buttare; windows user = hai soldi e tempo da buttare
Fil9998 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-10-2008, 16:06   #2267
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
Quote:
Originariamente inviato da zerothehero Guarda i messaggi
Il referendum autogestito è stato un sostanziale fallimento (populista, da parte del signor Variati)...hanno votato solo il 30% dei cittadini (che nel 95% dei casi si sono espressi contro l'ampliamento della base)...
Vediamo se capisci il concetto...


TUTTE LE NOTIZIE

07/10/2008 fonte: Presidio Permanente

IT EN
FR
DE
Facciamo due conti

Il giorno dopo la consultazione popolare sul Dal Molin è una babele di commenti; sono tanti o son pochi 24 mila cittadini che votano per dire che futuro vogliono per l'aerea verde a nord della città? Intorno a questa domanda, spesso in modo strumentale e in alcuni casi con argomentazioni ridicole, si è concentrato il dibattito di coloro che si ergono a commentatori [...]

Il giorno dopo la consultazione popolare sul Dal Molin è una babele di commenti; sono tanti o son pochi 24 mila cittadini che votano per dire che futuro vogliono per l'aerea verde a nord della città? Intorno a questa domanda, spesso in modo strumentale e in alcuni casi con argomentazioni ridicole, si è concentrato il dibattito di coloro che si ergono a commentatori.

Il commissario Costa, che evidentemente, oltre che di basi militari, treni ad alta velocità, paratie marine mobili, se ne intende anche di sociologia, ha tratto dalla consultazione popolare – che lui stesso ha definito poche settimane fa antidemocratica – le conclusioni più stupefacenti: «il 72% dei vicentini – ha dichiarato il portaborse veneziano – non si oppone alla costruzione della nuova base militare». Che il commissario Costa abbia passato la domenica in incognito tra le strade di Vicenza chiedendo ad ogni cittadino che non si è presentato ai seggi se si oppone al progetto statunitense sembra difficile. È più probabile che l'uomo dei mille incarichi abbia goduto della splendida giornata di sole per concedersi un po' di relax. Beato lui che può, verrebbe da dire; ma, tornando a questo 72%, la questione è piuttosto semplice: c'è tanta – troppa – gente abituata a prendere la parola anche a nome di altri. E Costa è uno di questi, tanto che si sente legittimato, come annota il Sindaco Variati, «a parlare a nome di chi non si è espresso». Poco importa se tra i non votanti ci sono sicuramente i favorevoli alla nuova base statunitense – Roberto Cattaneo e Enrico Hüllweck non hanno mica votato –, ma anche coloro che sono indifferenti e soprattutto coloro che non hanno oggettivamente potuto esprimersi per cause di forza maggiore – per esempio i degenti dell'ospedale i quali, grazie al Consiglio di Stato che ha annullato la consultazione ufficiale, non hanno potuto ricevere la visita di una commissione di seggio –, per mancanza d'informazione o per qualunque altro motivo. È singolare la democrazia proposta dal commissario governativo, fondata non sulla realizzazione delle istanze dei cittadini, bensì sull'interpretazione dell'opinione dei silenti. Verrebbe da dire, allora, che “chi tace acconsente” e, alla luce del quesito referendario, che i favorevoli alla nuova base statunitense sono appena 906 in tutta la città.

Ventiquattromila persone, è evidente, non sono la maggioranza dei cittadini di Vicenza; ma sono un dato statisticamente ufficiale. Un campione all'interno del quale è possibile verificare, numeri alla mano, quanti hanno espresso parere favorevole e quanti parere negativo; e, nel caso concreto, a Vicenza è successo che il 95,66% dei votanti ha espresso parere favorevole, chiedendo alla Giunta comunale di acquisire l'area del Dal Molin. E, del resto, non risulta che il Presidente statunitense – le coincidenze – si sia mai chiesto se il 60-70% dei cittadini che non partecipano alle elezioni presidenziali lo sostengono o lo disapprovano nelle sue politiche. Questo, piaccia o no, è il meccanismo che sta alla base della democrazia fondata sul voto: chi partecipa conta uno, chi non partecipa conta zero. Potremmo discutere a lungo sulla democraticità di questo meccanismo, ma non possiamo mettere in dubbio il principio che sta alla base di questa formula: chi partecipa decide. E Vicenza ha deciso.

Del resto, il movimento vicentino ha sempre sostenuto che la vocazione maggioritaria contro la base militare è evidente nelle dinamiche pubbliche, nella manifestazioni di piazza, nelle relazioni sociali. E, a confermare questa evidenza, c'è anche l'altra faccia della medaglia, rappresentata dai favorevoli alla base i quali, per autorappresentarsi, sono costretti a parlare di “maggioranza silenziosa” per contrastare mediaticamente quella maggioranza reale che si esprime nella quotidianità. Da tante cariche istituzionali e da molti partiti questa democrazia, fatta di partecipazione diretta e presenza fisica, è stata definita “antipolitica”, perché slegata dalla delega e dai vincoli che essa impone all'espressione della cittadinanza. Ieri quella che loro hanno definito “antipolitica” ha attraversato per un giorno le forme “accettate” dell'espressione politica; ed è stato un fiume in piena, perché la partecipazione quotidiana di migliaia di cittadini si è riversata nelle 32 urne elettorali mettendo nero su bianco non tanto un sì o un no, quanto la determinazione civica di essere protagonisti attivi del proprio domani.

Ventiquattro mila, allora, sono tanti; perché queste donne e questi uomini non hanno semplicemente partecipato a quello che ormai, nella società contemporanea, è il rituale del voto; non hanno, per dirla in altre parole, espresso una delega perché qualcun altro risolva questa questione. Hanno, in un certo senso, espresso una sentenza che, per essere smentita, avrebbe bisogno di un'altra sentenza: bene ha fatto, allora, il Sindaco a invitare i partiti favorevoli alla base statunitensi a organizzare essi stessi una consultazione analoga a quella di ieri per verificare la consistenza numerica reale dei favorevoli al progetto statunitense.

Restare silenti è un diritto, naturalmente; ma questo diritto non può sopraffare la voce di chi, viceversa, vuole esprimersi. Non può farlo perché il silenzio non è interpretabile e chi tenta di strumentalizzarne il significato fa un misero gioco politico che non ha gambe perché, alle spalle, non ha persone. In occasione della consultazione popolare di Vicenza, dunque, la cittadinanza si è espressa in questo modo: 23.050 cittadini favorevoli all'acquisizione dell'area del Dal Molin da parte dell'Amministrazione comunale; 906 contrari. Gli altri silenziosi, perché disinteressati, non informati, impossibilitati a esprimersi, o per qualunque altra ragione che riguarda soltanto loro
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-10-2008, 19:10   #2268
Lord Archimonde
Senior Member
 
L'Avatar di Lord Archimonde
 
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 988
Per tutti quelli che pensano che esprimersi in democrazia sia inutile consiglio di leggere

http://www.repubblica.it/2007/02/rub...a-inutile.html

Se la democrazia diventa inutile (Ilvo Diamanti)

"Il Consiglio di Stato ha bocciato il referendum indetto, domenica prossima, a Vicenza dall'amministrazione comunale, per consultare i cittadini sull'uso dell'area dove è prevista la costruzione di una nuova base Usa. Non una consultazione deliberativa, perché si tratta di una scelta che poggia su negoziati internazionali. Ma un modo per permettere alla popolazione di esprimersi su una decisione che è destinata a produrre effetti rilevanti sulla realtà locale: dal punto di vista dell'ambiente, del territorio, della viabilità, della sicurezza.

Il Consiglio di Stato ha stabilito che si tratta di un esercizio "inutile", perché si applica a un obiettivo "irrealizzabile". E ha, per questo, bloccato l'iniziativa, tre giorni prima dello svolgimento. Contraddicendo, così, il pronunciamento del Tar, che, al contrario due settimane fa, aveva considerato legittima la consultazione.

Così, Vicenza diventa un caso esemplare, nella sua specificità. Una città dove lo Stato decide che i cittadini non "devono" pronunciarsi, secondo procedure istituzionali, perché, comunque, è stato già deciso. Peraltro, è difficile che, in questo caso, si levino voci indignate, a livello nazionale. (ad eccezione dei "soliti" esponenti della sinistra radicale). Perché su questa materia l'accordo è bipartisan.

La scelta della nuova base Usa nasce, cinque anni fa, da un accordo informale fra Berlusconi e le autorità americane, approvata dall'amministrazione di Vicenza del tempo e coltivata in gran segreto per anni. Così, a doverla gestire è stato il governo Prodi, che, dopo qualche resistenza e molte perplessità, ha, infine, concesso la base agli Usa, nel gennaio 2007. In nome dei buoni rapporti con l'alleato più influente, a livello internazionale. Dunque, destra, sinistra e centro d'accordo. Senza se e senza ma. Cioè: senza ascoltare i cittadini. Senza neppure preoccuparsi di vedere il luogo, il contesto, le condizioni.

Nessun leader politico del centrodestra e del centrosinistra che sia venuto a Vicenza a confrontarsi, a spiegare le ragioni della scelta. Nessun ministro che, negli ultimi due anni, abbia avuto il coraggio di avvicinarsi alla città, per timore di venire fischiato e contestato. Oggi che i fischi e le contestazioni fanno male all'immagine.

Solo il presidente Napolitano, di recente, si è recato a Vicenza. E ha pronunciato parole prudenti ma, in fondo, sagge, esortando affinché la difesa degli interessi locali avvenga nel rispetto di quelli nazionali. Senza, però, negare il diritto dei cittadini a esprimersi. Mentre il Consiglio di Stato ha decretato che il referendum è inutile. La stessa posizione espressa, in modo aperto, dal ministro La Russa. E dai leader di centrodestra. Dal presidente della Regione, Galan. Senza che, peraltro, si siano levate voci dissonanti dal centrosinistra. Né dal Pd né dall'Idv di Antonio di Pietro. D'altra parte, lo stesso Berlusconi, nelle scorse settimane, aveva inviato al sindaco di Vicenza una lettera per invitarlo a desistere. Il referendum è inutile: non fatelo. Tutti d'accordo, da sinistra a destra. Da Roma a Venezia.

Qui, però, non si tratta più del merito: la costruzione di una "nuova" base Usa (non dell'allargamento di quella pre-esistente, come erroneamente si dice) alle porte della città. Ma della possibilità dei cittadini di esprimersi attraverso un referendum. (come ritiene giusto oltre il 60% dei vicentini, interpellati in un sondaggio condotto da Demetra la settimana scorsa).

Il Consiglio di Stato (come le principali forze politiche nazionali) ha negato questa possibilità perché "ha per oggetto un auspicio irrealizzabile... su cui si sono pronunciate sfavorevolmente le autorità competenti". Sostenendo, in questo modo, che l'utilità della democrazia si misura solo a partire dal suo "rendimento" concreto; dall'efficacia dei risultati. (Se così fosse, non si spiegherebbe perché, per quanto faticosamente, regga ancora nel nostro paese).

Come se la democrazia fosse un utensile per realizzare "prodotti" pubblici. Un sistema e un metodo per decidere, come un'impresa qualsiasi (proprio oggi che il mercato non sembra più di moda). Dimenticando che la democrazia ha valore in sé. E' un valore in sé. Le procedure mediante cui si realizza "servono" come fonte di legittimazione perché garantiscono riconoscimento alle istituzioni e consenso alle autorità.

La democrazia "serve" perché istituzionalizza il dissenso sociale, perché sostituisce la mediazione e la partecipazione allo scontro. La democrazia diretta, peraltro, offre un sostegno importante alla democrazia rappresentativa. Nel caso concreto, la prospettiva del referendum ha incanalato i comitati e i movimenti contrari alla base americana dentro alle logiche e alle regole del confronto istituzionale. Ha istituzionalizzato il dissenso. Ha isolato e estromesso le frange più estreme e le tentazioni violente.

Due anni di opposizione, manifestazioni e proteste su un terreno così critico si sono svolte senza incidenti, senza strappi. D'altronde, e non a caso, il movimento "No dal Molin" ha partecipato alle elezioni comunali dello scorso aprile, dove ha eletto una rappresentante. Accettando, così, il gioco della democrazia. Trasferendo il confronto dalla piazza alle sedi istituzionali. Sostituendo - e preferendo - la logica della rappresentanza a quella dello scontro.

Per la stessa ragione, il referendum avrebbe offerto all'amministrazione comunale e, in primo luogo, al sindaco Variati uno strumento per "governare" il malessere e le tensioni sociali. Perché, qualsiasi ne fosse stato l'esito, avrebbe ottenuto una delega a "negoziare". Anche se non vi fosse stato nulla di negoziabile - come accusa il Consiglio di Stato (la cui fiducia nel potere della partecipazione, dunque, della democrazia "sostanziale" appare assai fragile). In quel caso, avrebbe pagato lui, il sindaco, insieme all'amministrazione il prezzo di aver generato aspettative deluse. Ora, invece, la città si ritrova muta. Costretta al silenzio. Perché si è sancito, semplicemente, che, in alcuni casi, in questo caso, nel "suo" caso, la "democrazia è inutile". Che la partecipazione non serve. Che l'ascolto è un vizio. Che è meglio decidere ignorando il dissenso. Dichiarando preventivamente "illegittima" la semplice possibilità di farlo emergere.

Ma la democrazia ha una funzione terapeutica, prima che pratica e strumentale. Serve a curare la frustrazione nei rapporti sociali e politici. A evitare che degeneri.

Quando diventa inutile allora è lecito avere paura.

(1 ottobre 2008) "
__________________
IMBROCCHIAMOLA!
Lord Archimonde è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 01-02-2009, 09:08   #2269
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
RICAPITOLIAMO....

http://temi.repubblica.it/limes/il-c...ani-a-vicenza/
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 09:20   #2270
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
LA PASIONARIA CINZIA BOTTENE RICEVUTA DALLA COMMISSIONE SUGLI INVESTIMENTI MILITARI DEL CONGRESSO
La casalinga anti-Dal Molin a Washington
MILANO — «La verità vera? È che so no un’incosciente totale. Mica altro». Cin zia Bottene, 52 anni, casalinga di Vicenza, ex timida («Da ragazzina camminavo ra sente i muri. Ma da quando le mie ami*che mi hanno obbligato a salire sul palco a Trento per contestare Prodi, marcio co me un treno»), la vorrebbe liquidare lì, tutta la storia. Appena sbarcata dopo un volo Washington-Parigi-Venezia, mentre recupera le valigie al nastro trasportato re, il volto e l’anima del movimento No Dal Molin se la ride con leggerezza. La stessa con la quale da mesi affronta mili tari e politici. E dell’avventura americana appena conclusa la prima cosa che ti rac conta è un particolare da gita scolastica: «Ma lo sai che dormivamo alla Pink House? È la casa delle donne attiviste per la pace. Sono loro che ci han*no ospitate per tutto il peri odo e ci hanno aiutato ne gli spostamenti. Ci siamo divertite da matti. Una se ra, per festeggiare, abbia mo cucinato noi la carbona ra: un successone».

Cinzia, Laura Bettini ed Emanuele Rivellino (anche loro del No Dal Molin) sono stati ricevuti giovedì scor so, per la prima volta, al Congresso degli Stati Uniti, dalla Commissione Appropria tion military construction. «Una eccezio ne, mi dicono, perché è raro che questo importante organismo, che definisce gli investimenti militari, convochi degli stra nieri ». Dopo tre anni di picchetti, manife*stazioni, proteste e contestazioni biparti san, vedersi a colloquio con chi può deci dere davvero le sorti della base americana da loro tanto contestata, per la pasionaria di Vicenza e i suoi compagni di viaggio è stata, manco a dirlo, «un’emozione gran dissima. Se penso a tutte le porte sbattute e all’indifferenza che abbiamo ricevuto qui in Italia... Lì invece hanno un concetto molto chiaro di democrazia formale: tutti possono e devono dire la loro. E così, an che noi siamo riusciti a farci ricevere. Co me? Roba da manuale. Abbiamo chiesto prima un colloquio al presidente della commissione, Sam Farr, un democratico. Poi abbiamo spedito i moduli con i nostri dati e una relazione. Però eravamo convin ti di fare una cosa inutile, come quando imbuchi la cartolina per un concorso a premi... Non ti aspetti di vincere. E inve ce, quando ci è arrivata la lettera di invito col logo del Congresso, ci sembrava di es sere in un film di Frank Capra».

Così, giovedì mattina, Cinzia Bottene si è ritrovata davanti alla Commissione fi nanziamenti militari degli Stati Uniti. Una delle più potenti del Congresso. «Io e Laura per l’occasione abbiamo indossato un tubino nero con filo di perle. Ci siamo ispirate a Michelle Obama... Emozionate? Nella sala accanto stava deponendo Hil lary Clinton, e in un’altra ala c’era Oba ma: inutile dire di no. Ma siamo stati ac colti in maniera sorprendente, devo am metterlo. C’era un grande silenzio quan do parlavamo. O meglio, quando parlava Laura, che sa le lingue, ed è stata bravissi ma. Io l’inglese lo capisco così così, lo par lo peggio. Ho preferito star zitta. E dire che non c’eravamo preparate nemmeno un discorso». Nemmeno una scaletta? «No, giuro. Beh, dopo che per anni parli di certe cose, le sai a memoria. Abbiamo spiegato loro le ragioni per cui non do vrebbero proseguire nel progetto di co*struzione della base a Vicenza: il proble ma della falda acquifera, la eccessiva vici nanza al centro storico. E poi come la de cisione sia stata nascosta all’intera popo lazione per anni. Alla fine conoscevano il problema a fondo. Per capirci, ora nessu no — anche tra gli americani — potrà più dire di non sapere».

Poche ma mirate le domande dei depu tati americani: «Per esempio ci hanno chiesto se cambiando l’architettura del progetto saremmo stati più contenti... Ma gli abbiamo spiegato, nascondendo un sorriso, che non era mica una questio ne di estetica! Poi hanno voluto sapere co me si poneva il governo italiano rispetto a questo caso. E noi giù a dire dell’accor do Bush-Berlusconi, dell’ultimatum di Spogli, e dell’editto bulgaro di Prodi. Li abbiamo stesi. Tanto che i due deputati repubblicani se ne sono stati zitti zitti fi no alla fine. Al termine dell’incontro il presidente si è girato verso uno dei mem bri della Commissione e gli ha detto: con tattiamo subito il Pentagono e chiediamo se ci sono spazi di intervento. Capisci? Proprio così».


Tutta un’altra musica rispetto a quando c’era l’amministrazione Bush, secondo Cinzia: «Quando andammo allora, riu scimmo solo a parlare con qualche depu tato nei corridoi: ci ascoltavano per dove re, con lo sguardo distratto, la mano al cel lulare, e poi una pacca sulla spalle e via. Insomma il cambio di clima, con Obama, si fa sentire. E la nostra vicenda ne è la prova. Se ci fosse stato ancora Bush alla Casa Bianca non ci avrebbero nemmeno ricevuto. Però il potere del Pentagono è ancora fortissimo. Lo percepisci dagli sguardi. Da come molti di loro, alla fine, ci sono venuti incontro e in un orecchio ci hanno bisbigliato: andate avanti, fate bene. Ce la farete». E se ce la faceste davve ro? «Avremmo dimostrato che anche le formichine, come ci hanno spesso defini to, a volte vincono»

corriere.it
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 09:32   #2271
Stormblast
Senior Member
 
L'Avatar di Stormblast
 
Iscritto dal: Feb 2005
Città: Vicenza
Messaggi: 2371
mi auguro fortemente la bottene non sia sia presentata come la rappresentante della popolazione vicentina, in quanto non lo è.

edit. anzi direi che la maggior parte dei vicentini ne ha le balle piene della bottene&C.
__________________
"E non è un gioco, non è una partita, ma semplicemente uno stile di vita..."
Stormblast è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 09:45   #2272
zerothehero
Senior Member
 
L'Avatar di zerothehero
 
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 13988
Ma l'han posata la prima pietra?

Ho una weiss che devo stappare.
__________________
We are the flame and darkness fears us !
zerothehero è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 09:45   #2273
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
La base è una follia. Essere per il "si" è da pazzi scellerati. In ogni caso è evidente che la maggioranza della popolazione è contraria e, comunque la si pensi, lei altro non fa che perorare la propria (giusta) causa.
I favorevoli al "si" hanno del resto il loro rappresentante, ovvero Giometto (hahahaha...che culo...), quindi, anche sotto questo profilo, tutto trova il proprio equilibrio.
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 09:51   #2274
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
Quote:
Originariamente inviato da zerothehero Guarda i messaggi
Ma l'han posata la prima pietra?

Ho una weiss che devo stappare.

Ognuno nella propria vita aspetta qualcosa da festeggiare.
La differenza la fa solo "cosa".
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 10:07   #2275
Stormblast
Senior Member
 
L'Avatar di Stormblast
 
Iscritto dal: Feb 2005
Città: Vicenza
Messaggi: 2371
Quote:
Originariamente inviato da radiovoice Guarda i messaggi
La base è una follia. Essere per il "si" è da pazzi scellerati. In ogni caso è evidente che la maggioranza della popolazione è contraria e, comunque la si pensi, lei altro non fa che perorare la propria (giusta) causa.
I favorevoli al "si" hanno del resto il loro rappresentante, ovvero Giometto (hahahaha...che culo...), quindi, anche sotto questo profilo, tutto trova il proprio equilibrio.
si ma la bottene&Co di discorsi economici, viabilistici, energetici etc non gliene può fregare de meno. Loro hanno in mente altro che le bombe americane, guantanamo e tutte le altre cavolate pseudo pacifiste.
è per questo che a molti ha stancato.
__________________
"E non è un gioco, non è una partita, ma semplicemente uno stile di vita..."
Stormblast è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 10:10   #2276
Killer Application
Senior Member
 
L'Avatar di Killer Application
 
Iscritto dal: Jan 2006
Città: dietro di te!
Messaggi: 340
Quote:
Originariamente inviato da zerothehero Guarda i messaggi
hanno votato solo il 30% dei cittadini (che nel 95% dei casi si sono espressi contro l'ampliamento della base)...
Quote:
Originariamente inviato da radiovoice Guarda i messaggi
La base è una follia. Essere per il "si" è da pazzi scellerati. In ogni caso è evidente che la maggioranza della popolazione è contraria e, comunque la si pensi, lei altro non fa che perorare la propria (giusta) causa.
le cose sono 2 o zero ha detto una cazzata, o hai uno strano concetto di democrazia visto che il 70% dei cittadini frega una mazza della base usa.
Killer Application è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 10:17   #2277
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
Quote:
Originariamente inviato da Killer Application Guarda i messaggi
le cose sono 2 o zero ha detto una cazzata, o hai uno strano concetto di democrazia visto che il 70% dei cittadini frega una mazza della base usa.
Il 33 o 36 % (non ricordo esattamente) dei cittadini è andato a votare (su delle votazioni boicottate e quindi autogestite) esprimendo il proprio "no" alla costruzione della base.
Va da sè che in tali condizioni il risultato è di enrome peso e va tantopiù da sè che non si può di certo dire che il 67% sia favorevole
In ogni caso i vari sondaggi che si sono fatti sinora hanno sempre e costantemente dimostrato che la maggioranza dei vicentini è contraria alla costruzione di questa ennesima base.
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 10:19   #2278
zerothehero
Senior Member
 
L'Avatar di zerothehero
 
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 13988
Quote:
Originariamente inviato da radiovoice Guarda i messaggi
Ognuno nella propria vita aspetta qualcosa da festeggiare.
La differenza la fa solo "cosa".
Se mi piacciono le basi americane sul territorio italiano non vedo perchè non dovrei festeggiare.
Peccato che non fanno una base militare vicino a Milano.
__________________
We are the flame and darkness fears us !
zerothehero è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 10:22   #2279
zerothehero
Senior Member
 
L'Avatar di zerothehero
 
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 13988
Quote:
Originariamente inviato da radiovoice Guarda i messaggi
Il 33 o 36 % (non ricordo esattamente) dei cittadini è andato a votare (su delle votazioni boicottate e quindi autogestite) esprimendo il proprio "no" alla costruzione della base.
Va da sè che in tali condizioni il risultato è di enrome peso e va tantopiù da sè che non si può di certo dire che il 67% sia favorevole
In ogni caso i vari sondaggi che si sono fatti sinora hanno sempre e costantemente dimostrato che la maggioranza dei vicentini è contraria alla costruzione di questa ennesima base.
Se i vicentini avessero manifestato, anche solo formalmente, una fortissima volontà nel non volere la base, sarebbero andati in massa a votare.
Fermo restando che non devono cmq essere i cittadini a scegliere su queste questioni (quel referendum era un pro-forma)... è il governo che deve decidere, assumendosene le responsabilità. A meno che non si pensi che l'Italia debba essere governata da Beppe Grillo, da Cinzia Bottene e da chi scende in piazza a manifestare.
__________________
We are the flame and darkness fears us !
zerothehero è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2009, 10:25   #2280
radiovoice
Senior Member
 
L'Avatar di radiovoice
 
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 2744
Quote:
Originariamente inviato da zerothehero Guarda i messaggi
Se i vicentini avessero manifestato, anche solo formalmente, una fortissima volontà nel non volere la base, sarebbero andati in massa a votare.
Fermo restando che non devono cmq essere i cittadini a scegliere su queste questioni (quel referendum era un pro-forma)... è il governo che deve decidere, assumendosene le responsabilità. A meno che non si pensi che l'Italia debba essere governata da Beppe Grillo, da Cinzia Bottene e da chi scende in piazza a manifestare.
Siamo perfettamente d'accordo.
Ma se il governo si muove nell'illegalità, come ha fatto, è evidente che il concetto non vale più.
§Quanto al voto, in quelle condizioni, è un risultato che può essere interpretato in un solo modo.

Ultima modifica di radiovoice : 28-04-2009 alle 10:28.
radiovoice è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
 Rispondi


Edge 50 Ultra: Motorola convince anche con il suo top di gamma! La recensione Edge 50 Ultra: Motorola convince anche con il su...
FlexiSpot E7B-PRO: una scrivania motorizzata per migliorare la postura FlexiSpot E7B-PRO: una scrivania motorizzata per...
Citroën ë-C3, la prova in anteprima: l'elettrica con caratteristiche e prezzo per tutti Citroën ë-C3, la prova in anteprima: l...
Intel Lunar Lake: le nuove CPU per i notebook del 2024 Intel Lunar Lake: le nuove CPU per i notebook de...
Intel Xeon 6 e Intel Gaudi 3 nel futuro dei datacenter Intel Xeon 6 e Intel Gaudi 3 nel futuro dei data...
Le novità software di QNAP al Com...
God of War Ragnarock: ecco una prima com...
Crescono vertiginosamente gli investimen...
Canon presenta l'obiettivo RF 35mm F1.4 ...
Enermax: tanti alimentatori, case e diss...
Fallout: la seconda stagione non ha una ...
Gli Europei di calcio arrivano in EA SPO...
Prezzo mai visto (799€) per Dreame L10s ...
Tamron 50-300mm F/4.5-6.3 Di III VC VXD:...
XPG NIA al COMPUTEX 2024: la console por...
SpaceX Starship: doppio ammaraggio duran...
Volete acquistare un monitor a 360 Hz se...
Mini PC a prezzo super su Amazon: si par...
ASUS ROG Zephyrus G16 in video direttame...
AI per l'accessibilità: i vincito...
Chromium
GPU-Z
OCCT
LibreOffice Portable
Opera One Portable
Opera One 106
CCleaner Portable
CCleaner Standard
Cpu-Z
Driver NVIDIA GeForce 546.65 WHQL
SmartFTP
Trillian
Google Chrome Portable
Google Chrome 120
VirtualBox
Tutti gli articoli Tutte le news Tutti i download

Strumenti

Regole
Non Puoi aprire nuove discussioni
Non Puoi rispondere ai messaggi
Non Puoi allegare file
Non Puoi modificare i tuoi messaggi

Il codice vB è On
Le Faccine sono On
Il codice [IMG] è On
Il codice HTML è Off
Vai al Forum


Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 17:40.


Powered by vBulletin® Version 3.6.4
Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Served by www1v