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Old 10-08-2003, 06:09   #19
Adric
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IL FREE JAZZ STORICO (prima metà anni 60)

Il free jazz è caratterizzato spesso dall'atonalità; viene rivoluzionato il ruolo degli strumenti ed il modo in cui interagiscono tra loro, e nessun strumento di per sè è più essenziale.
Il free jazz è lo stile jazzistico più eterogeneo che ci sia; dal punto di vista dell'organico si va da dischi e concerti di un unico strumento in solitudine (solo sax, solo piano, solo trombone, solo chitarra ecc) a trii o quartetti insoliti senza piano (pianoless), o senza basso, senza batteria ecc a organici più allargati come settetti, ottetti o anche a big band; negli anni settanta si sono molto diffusi i gruppi composti da più strumenti dello stessa famiglia (gruppi di soli sassofoni, o batterie, o tromboni ecc.)
Proprio a causa della diversità di organico proposte differenti di free jazz possono essere tra loro musicalmente agli antipodi e non avere nulla in comune.

Il free jazz fu osteggiato molto a lungo negli Stati Uniti e venne accettato molto più in Europa da parte di buona parte di quel pubblico che era già abituato alle sperimentazioni avanguardistiche della musica classica contemporanea.



I tre maggiori esponenti del free jazz (Ornette Coleman, e i gia citati John Coltrane ed Archie Shepp) sono tutti sassofonisti.

Il manifesto sonoro della 'New Thing' o avanguardia è contenuto nei 36:23 di improvvisazione totale di 'Free Jazz' del sassofonista contralto Ornette Coleman, che finì per dare anche il nome all'allora nascente corrente musicale. Un disco così radicale, rivoluzionario, controverso, tuttora ostico da digerire (anche per me) dopo oltre 45 anni dalla sua uscita. Registrato con due diversi quartetti, uno sul canale sinistro e l'altro sul canale destro.

Ornette Coleman: Free Jazz (1960)


Forse l'espressione più ambiziosa e infuocata di tutto il free jazz, in un incontro irripetibile. Coltrane insieme agli altri sax tenori Archie Shepp e Pharoah Sanders, ai sax alti John Tchicai e Marion Brown e al trombettista Freddie Hubbard.

John Coltrane: Ascension (1965)


Col suo stile percussivo caratterizzato da grappoli di accordi (cluster) eseguiti sinultaneamente con entrambe le mani, Cecil Taylor è considerato unaninamente il maggiore pianista di tutto il free jazz; anche se, a mio giudizio, Sun Ra e' ancora piu' importante, almeno a livello compositivo, e come bandleader. Alcuni musicisti considerano invece Taylor come influenza nel free jazz superiore a quella di Ornette Coleman.
Il seguente doppio disco (uscito con diverse copertine) è un concerto a Copenhagen col suo trio, con l'eccellente Jimmy Lyons al sax alto e Sunny Murray alla batteria.

Cecil Taylor: Nefertiti, the Beautiful One Has Come (1962)


Da Fletcher Henderson negli anni 30 ai tanti anni di free jazz con i suoi numerosi e pittoreschi gruppi, con escursioni funky negli anni 70, ma anche attraverso la riscoperta della tradizione nera: un lunghissimo percorso musicale. Diceva di venire dallo spazio, ma adorava l'Egitto. Sterminata e complicata la sua discografia: ha inciso oltre 200 album a suo nome. Fu il primo nel jazz ad impiegare tastiere elettriche e sintetizzatori. I suoi concerti erano dei veri e propri happening definititi "sfilate di carnevale dell'era spaziale".

Sun Ra: Space is the Place (1972)



Il trombettista Bill Dixon è tra gli esponenti seminali del free jazz, molto più però come organizzatore e insegnante che come carriera solistica. Organizzò nel 1964 a Manhattan il primo rilevante festival di free jazz (October Revolution in Jazz)

Bill Dixon: Intents & Purposes (1966)


Sono pochi i bianchi americani a fare parte degli innovatori nel free jazz storico. Due su tutti: Steve Lacy e Roswell Rudd.
Entrambi passarono gradualmente dal tradizionale al free senza troppi traumi,
Lacy portò l'influenza di Thelonious Monk (col quale suonò per quattro mesi) nel free jazz e collaborò con moltissimi musicisti. Fu il primo sassofonista del jazz moderno ad essere specializzato al soprano.
Rudd, tra i trombonisti più orginali, è tra i maggiori promotori della musica del pianista Herbie Nichols.
Lacy e Rudd ebbero un quartetto insieme durato tre anni in vui suonarono eclusivamente la musica di Monk.

Steve Lacy - Roswell Rudd Quartet: School Days (1963)


Il trombettista Don Cherry si mise in evidenza negli anni più importanti del quartetto di Ornette Coleman per poi lasciare il gruppo e fondare formazioni proprie.
Fu il più cosmopolita tra i jazzisti: si stabilì in Svezia per quattro anni, girò l'Europa e l'Asia, si interessò ai ritmi africani e sudamericani.

Don Cherry: Symphony for Improvisers (1966)


L'intensita' del sax tenore Albert Ayler in uno dei dischi fondamentali di tutto il free jazz. Uno dei musicisti più misteriosi, ed avvolte nel mistero rimangono le circostanze della sua morte, mai del tutto chiarite.

Albert Ayler: Spiritual Unity (1964)


Il tenorsassofonista Pharoah Sanders, che collaborò sia con Coltrane che con la sua vedova Alice, venne indicato come il suo successore, ma era più cerebrale e meditativo.
In questo disco si mise in evidenza il chitarrista Sonny Sharrock, uno dei maggiori di tutto il free jazz. In altri dischi Sanders si avvalse di musicisti come il pianista John Hicks ed il cantante Leon Thomas, alla cui carriera diede un impulso determinante.

Pharoah Sanders: Tauhid (1966)




AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians)

L'AACM è l'importante associazione di musicisti afroamericani di area free, tuttora esistente (http://aacmchicago.org/), creata nel maggio 1965 nel South Side di Chicago dal pianista Muhal Richard Abrams.
Si deve all'AACM l'introduzione di nuovi strumenti nel jazz quali il flauto contralto, il clarinetto contrabasso e la tuba di Wagner.
Tutti i musicisti di questa corrente sono pluristrumentisti, e peraltro quasi tutti finirono per sperimentare in solitudine.

(Muhal) Richard Abrams fu uno dei primi a creare (nel 1961) un collettivo free, la Experimental Band, non documentato su dischi. Il pianista è riconosciuto come il padre spirituale e l'animatore della scena di Chicago della seconda metà degli anni 60.

Muhal Richard Abrams: Levels And Degrees Of Light (1967)


Quello che può essere considerato Il primo disco di un esponente dell'AACM è però del sassofonista Roscoe Mitchell. E' dal Roscoe Mitchell Art Ensemble che nacque il primo nucleo dell'Art Ensemble of Chicago.

Roscoe Mitchell: Sound (1966)



Anthony Braxton (il cui strumento principale è il sax contralto) è famoso per i pezzi che hanno diagrammi matematici come titolo. Sebbene sia nero, è il musicista del free più vicino alla musica classica europea; le sue influenze extra jazzistiche hanno suscitato e continuano a suscitare un ampio dibattito tra i critici (e tra i musicisti).
Inizialmente membro dell'AACM finì per distaccarsene compiendo un percorso unico nell'avanguardia degli anni 70. Dopo Ornette Coleman è stato il primo jazzista dell'area free a raggiungere un successo sia di critica che commerciale, sebbene la sua musica sia non di facile fruizione e sia stata spesso vista come troppo fredda e cerebrale, troppo poco 'afroamericana'.
Questo fu il primo album di solo sassofono (e in generale di strumento a fiato) inciso:

Anthony Braxton: For Alto (1969)


L'AACM in effetti non è stata solo un'associazione di musicisti, ma un collettivo afroamericano con interessi allargati anche a poesia, teatro, danza e arti visive, elementi questi che risaltano maggiormente nei concerti dal vivo dell'Art Ensemble of Chicago, il maggior gruppo stabile non solo dell'AACM ma di tutto il free jazz; ha inciso molti dischi in Europa, tra cui questo album destinato a colonna sonora di un film francese che ebbe poca fortuna.

Art Ensemble of Chicago: Les Stances A Sophie (1970)


Altri esponenti importanti dell'AACM sono il violinista Leroy Jenkins, il contrabassista Malachi Favors, i sassofonisti Joseph Jarman, Fred Anderson e Henry Threadgill, il trombettista Leo Smith.

BAG (Black Artist Group)

Nel 1968 a St. Louis sulla falsariga dell'AACM di Chicago viene fondato l'associazione BAG alla quale aderirono una cinquantina di musicisti.
Gli esponenti principali del BAG sono i sassofonisti Julius Hemphill, Oliver Lake e Hamiett Bluiett, i trombettisti Baikida Carroll e Floyd LeFlore , il trombonista Joseph Bowie (fratello di Lester), il batterista Charles Bobo Shaw e il pianista John Hicks.

Oliver Lake: Heavy Spirits (1975)


Hamiet Bluiett: Im/possible to Keep (1979) (2 CD)


A differenza dell'AACM, il BAG durò pochi anni e poi si sciolse.

Anello di congiunzione tra AACM e BAG fu il trombettista Lester Bowie, membro fondatore dell'Art Ensemble of Chicago, ma cresciuto in gioventù a St. Louis e coinvolto in vari progetti del BAG. Bowie sposò la nota cantante soul Fontella Bass, che occasionalmente apparve anche sui dischi e sui concerti dell'Art Ensemble of Chicago.

Lester Bowie: The 5th Power (1978)



Altre associazioni di musicisti analoghe ad AACM e BAG che raccolsero diverse adesioni:
Jazz Composers Guild (New York), Detroit Arts Workshop (Detroit), Union of God's Musicians and Artists Acension (UGMA/A, Los Angeles)

Altri esponenti importanti del free jazz al di fuori di AACM e BAG sono: il pianista canadese Paul Bley, il sassofonista David S.Ware, i batteristi Andrew Cyrille e Sonny Murray, il bassista Gary Peacock e i chitarristi Sonny Sharrock e James Blood Ulmer.
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