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Old 08-08-2003, 11:24   #9
Adric
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Se c'è un mister Jazz per antonomasia, Duke Ellington lo è più di chiunque altro, oltre a Louis Armstrong. Insieme al suo geniale braccio destro Billy Strayhorn e alle sue straordinarie big band, ha creato decine di pezzi diventati standard nella storia del jazz. Discografia sterminata la sua; qui è in uno dei suoi dischi più significativi degli anni 50 in veste prettamente pianistica.

Duke Ellington: Piano Reflections (1953)


Ellington è anche il maggior scopritore di talenti della storia del jazz in 52 anni di carriera, dal 1922 al 1974. Non pochi dei suoi dischi dagli anni 50 in poi rientrano nel jazz moderno.


IL BEBOP

Il bebop (spesso abbreviato in bop) è così chiamato dal soprannome della quinta nota diminuita (detta tritono) molto utilizzata in questo stile, che in precedenza era considerata tabu.
il bop si sviluppò gradualmente nelle jam sessions notturne presso i locali di Manhattan tra il 1940 e il 42, in particolare al Minton's Playhouse e al Monroe's Uptown House. Purtroppo, a causa della sospensione dell'attività per circa due anni da parte dell'industria discografica tra il 1942 e il 44 dovuta a un blocco delle registrazioni derivante dalla lotta tra il sindacato dei musicisti e le etichette discografiche, praticamente non esistono testimonianze sonore dei suoi inizi.
Il bop è cronologicamente il primo stile di jazz moderno, trasformò il jazz da musica da ballo o comunque da intrattenimento, tipica dell'allora imperante stile swing, in musica d'ascolto, più complessa e più libera, meno legata alle convenzioni; perlopiù composta e suonata da organici numericamente più ristretti nel numero di strumenti ed in locali dale dimensioni più contenute, tipicamente piccoli club.
Il bop non fu tanto l'evoluzione dello swing, ma piuttosto si rivelò un fenomeno totalmente nuovo di totale rottura verso gli stili jazzistici precedenti.
Con il bop, anche grazie alle nuove possibilità aperte dalla microfonazione a strumenti meno udibili senza alcuna amplificazione, viene ad assumere nel jazz particolare importanza la velocità esecutiva a scapito della potenza d'emissione, tanto che i sostenitori del jazz tradizionale considerarono effeminato e poco virile il modo di suonare dei boppers.
Sebbene suonato in grande maggioranza da neroamericani, il bebop venne assai apprezzato anche da molti intellettuali (specialmente da beatnicks ed hipsters come gli esponenti della cosiddetta 'Beat generation', poeti e scrittori quali Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Gregory Corso ecc) ed artisti bianchi. Non venne apprezzato dalla maggioranza del pubblico meno preparato, specialmente nero; di fatto col bop il jazz divenne una musica d'elite
Il bebop spaccò in due fazioni sia la critica che i musicisti ed il pubblico; venne stroncato dalla maggior parte di quei musicisti che continuarono a suonare gli stili cronologicamente precedenti (Louis Armstrong ecc) e avversato dai gestori delle sale da ballo. In effetti però la crisi delle sale da ballo fu più dovuta agli alti costi delle big band che alla nascita del bop in sè.
Molti esponenti del bebop soffrirono della scarsa accettazione della loro musica da parte del pubblico; le polemiche tra modernisti e tradizionalisti si trascinarono per anni, anche in Europa, specialmente in Francia, dove gli intellettuali esistenzialisti accolsero con molto favore il nuovo jazz moderno.

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I due maggiori esponenti del jazz moderno.

L'altosassofonista Charlie Parker, l'improvvisatore per antonomasia dalla magica espressività.
A oltre cinquant'anni dalla sua morte 'Bird vive nel sound di tutti i numerosissimi sassofonisti che hanno subito profondamente la sua influenza.

Charlie Parker: Jazz at the Philharmonic (1949)


ed il trombettista Dizzy Gillespie, il cui suono squillante, gioioso e la cui attenzione agli aspetti percussivi fecero sensazione. Una forte personalità istrionica che lo portò ad essere imitato anche nel vestiario, nei capelli e nei baffi.

Dizzy Gillespie: Shaw Nuff (1945-46)


Caratteri e personalità tra loro antitetici, Parker e Gillespie suonarono spesso insieme in quegli anni, specie sui locali della 52a strada a Manhattan. Mentre Gillespie come sound derivava chiaramente dal trombettista Roy Eldridge, per Parker non è chiaro stabilire quale sia stata la sua principale influenza sassofonistica.



I due padri del pianismo jazz moderno, Thelonious Monk e Bud Powell, che influenzarono sia molti dei loro contemporanei, che specialmente i pianisti degli anni a venire fino ad oggi.

Più spigoloso e meno facile all'ascolto immediato Monk, il cui suono fortemente personale non lo fa rientrare prevalentemente in nessuna corrente jazzistica, sebbene fu tra gli iniziatori del bebop e tra gli ispiratori del Free Jazz (a cui non aderì); anche per questo ha influenzato molti jazzisti che suonavano altri strumenti, sebbene la sua genialità è stata riconosciuta molto tardi rispetto ad altri jazzisti anche più giovani di lui.
E' anche uno dei maggiori compositori della storia del jazz, il più eseguito dopo Ellington, ha composto una settantina di pezzi dei quali almeno una dozzina sono molto eseguiti e registrati; questo doppio cd dal vivo è un'eccellente introduzione in quanto contiene quasi tutti i suoi pezzi più famosi.

Thelonious Monk: Live at the It Club Complete (1964)


La toccante vicenda umana di Bud Powell e la sua amicizia col disegnatore Francis Paudras è raccontata nel bellissimo film Round Midnight di Bertrand Tavernier, ambientato nella Parigi degli anni 50; un omaggio non solo verso Powell ma anche a Lester Young, allo stesso Monk (autore del pezzo Round Midnight) e a Dexter Gordon, il sassofonista indimenticabile interprete del film. Powell è il pianista bebop per antonomasia.

The Amazing Bud Powell, Vol. 1 (1949-51)


Essenziale per l'evoluzione del bebop anche l'apporto dei trombettisti Fats Navarro e Howard McGhee, del compositore e pianista Tadd Dameron, del trombonista J.J. Johnson, del batterista Kenny Clarke, dei sax tenori Wardell Gray e Dexter Gordon e del sax baritono Serge Chaloff.

Molti dei musicisti be bop morirono giovani, per droga, cirrosi, tubercolosi, altre malattie o incidenti stradali. Parker, Monk, Powell ed altri diedero alle volte segni di instabilità mentale o comunque ebbero tendenze e stile di vita autodistruttivi.

Magnifico trombettista, il sound di Fats Navarro influenzò chiaramente Clifford Brown e tutti i trombettisti di stile hard bop. Ebbe un gruppo insieme a Tadd Dameron, pianista, valente arrangiatore e compositore di brani tra i più belli del be bop. Navarro morì nel 1950.

Fats Navarro Featured with the Tadd Dameron Band (1948)


J.J. Johnson, il maggiore trombonista del jazz moderno, ebbe un sodalizio artistico e una consolidata amicizia con l'eccellente trombonista danese Kai Winding. Stile più rigoroso Johnson, più rilassato invece Winding.

Jay Jay Johnson: The Eminent Jay Jay Johnson, Vol. 1 (1953)


Oscar Pettiford non solo fu il primo innovatore del contrabbasso nel jazz moderno dopo la morte di Jimmy Blanton ma anche uno dei maggior solisti di violoncello della storia del jazz; anche notevole compositore, ma morì a soli trentotto anni.

Lucky Thompson viene spesso dimenticato, ma è uno dei tenoristi più originali; sebbene il sax tenore fosse il suo strumento principale è però al sax soprano che esercitò una maggiore influenza sugli altri musicisti.

Questo disco li vede insieme.

Lucky Thompson Meets Oscar Pettiford (1956)



Wardell Gray fu tra i più attivi boppers, e lavorò molto in California. La sua morte, poche settimane dopo quella di Parker (per il quale si rivelò al sax tenore un partner ottimale) avvenne in circostanze mai del tutto chiarite.

Wardell Gray Memorial, Vol. 1 (1949-53)


Il trombettista nero Howard McGhee fu uno dei musicisti più attivi nella scena californiana della seconda metà degli anni 40; in particolare fu forse il primo a organizzare gruppi locali di stile bop sulla costa occidentale nei primi mesi del 45.
I problemi con la droga ne ridussero l'attività nel decennio successivo, nel quale invece si impose il brillante chitarrista bianco Tal Farlow.

Howard McGhee Volume 2/Tal Farlow Quartet (1953-54)


Dexter Gordon a fine anni 40 fu spesso protagonista di epici duelli con l'altro tenorista Wardell Gray. Losangelino di nascita, a partire dal 1962 soggiornò prevalentemente a Copenhagen e Parigi per diversi anni.

Il disco dal vivo del quartetto di Dexter Gordon a Parigi, con Bud Powell al piano.

Dexter Gordon: Our Man In Paris (1963)


L'intenso Serge Chaloff fu il primo sax baritono del be bop, emerse prima rispetto a Gerry Mulligan, che lo sopravanzò ampiamente come fama

Serge Chaloff: Blue Serge (1956)


Primo innovatore della batteria nel be bop, Kenny Clarke si trasferì in Francia nel 1956 e per tutti gli anni 60 diresse insieme al pianista belga Francy Boland la più importante big band in Europa.

Clarke-Boland Big Band: Handle With Care (1963)


Gene Ammons è il figlio del celebre pianista di boogie-woogie Albert Ammons; tra i sassofonisti è quello che tendeva più al blues. Passò sette anni in prigione per droga.
Sonny Stitt venne messo in ombra dal successo di Charlie Parker; secondo alcuni il suo stile derivava da Bird, secondo altri no. Stitt e Lee Konitz furono tra i primi a sperimentare strumenti a fiato elettronici nella seconda metà degli anni 60.
I due tenoristi hanno inciso in coppia spesso, oltre a un gran numero di rispettivi album da leader.

Gene Ammons and Sonny Stitt: Boss Tenors (1961)

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Ultima modifica di Adric : 24-05-2017 alle 05:36.
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