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Old 29-09-2011, 10:09   #1
_anthony_
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[Dream Theater] - A Dramatic Turn Of Events

Salve ragazzi,
per chi è amante come me del Progressive Metal, non può non aver notato/ascoltato questo album dei grandissimi Dream Theater. Mi permetto di esprimere al mia opinione, con la speranza che altri possano condividerla su queste pagine.

Premessa
A differenza di molti fan, da quando i DT sono alla Roadrunner Record, Systematic Chaos è un album che a me è piaciuto molto e Black Clouds and Silver Linings non mi è dispiaciuto (ma non mi esalta ). Mi sono reso conto del cambiamento dei DT nell'ultimo decennio e quindi non mi sono aspettato album come Images and Words oppure Scenes from a Memory. Adoro molto le arti tecniche, graffianti e soprattutto sperimentali, anche nella stessa canzone.Premessi i miei pregiudizi/gusti, dopo aver assimilato l'album con 7-8 ascolti, analizziamo una canzone alla volta per poi passare a giudizi sui singoli membri della band.

1. On the Backs of Angels - Voto 7
La canzone di lancio del CD, che cerca di accontentare quanto più persone possibile. Vecchi fan, nuovi fan e nuovi potenziali fan, con ritornello orecchiabile. Stessa situzione di A Rite of Passage nello scorso CD. Questo apsterebbe a renderla insufficienza però non si può fare a meno di notare l'ottimo arpeggio iniziale ed il giuisto bilanciamento tra le parti (nota dolente in questo album) con un ritornello azzeccato. Tutto ben miscelato e studiato, quindi la canzone risulta decisamente positiva.

2. Build Me Up, Break Me Down - Voto 4,5
WTF??? Questo quello che viene da dire a questa canzone. Non condanno il loro esperimento di Nu Metal/Industrial...a tratti sembrano i Rammstein di buon livello. Però la canzone è priva di identità. Il ritornello è di queanto più sdolcinato (rispetto alla canzone) un pubblico disattento possa sperare. Le parti faticano ad incollarsi. Ma cos'è quel "Until I'm falling to pieces" con la f passionale-checca? Peccato, esperimento mal riuscito a mio avviso.

3. Lost Not Forgotten - 6,5
Questa cazone l'ho dovuta apprezzare col tempo. L'idea di base è buona. La canzone inizia e fruisce bene, ti accompagna verso quella che sembra una felice cascata di note...e poi all'improvviso? Tripudio di tecnica con diminuite e parti cromatiche che personalmente non disprezzo...ma in un jam session e non così di punto in bianco! Qui sembrano spiccicate tanto
per fare il "prog"...ma stiamo attenti. Le parti cantate sono di quelle di una certa qualità nell'amalgama totale; la canzone fruisce bene per poi arrivare ad una nuova sezione tecnica, ma stavolta riuscita con Tastiera-Chitarra che fanno il loro lavoro e poi l'ottimo solo di Petrucci e finalmente anche Rudess fa uscire una delle sue magie.

4. This Is the Life - Voto 6
Qui i DT cercano di placare gli animi con una song senza pretesa, orecchiabile e dolce, da ascoltare sotto la doccia. In generale, dai DT non mi aspetto questo tipo di canzoni, ma purtroppo le cose cambiano ed è giusto accettarle. Assolo di Petrucci molto azzeccato.

5. Bridges in the Sky - 5,5
Io avrei lasciato il vecchio titolo (The Shaman Trance) che ritengo più suggestivo. La canzone inizia in maniera evocativa, con un chorus gotico...mi sono detto "Evvai!!" un pò di solennità e Symphonic Metal ma nulla. Come in altri casi, la canzone non ha molta identità e stenta a decollare da vero anche se si tiene bene durante l'ascolto. Il ritornello ormai è come sempre studiato per entrare nel cervello e annebbia la mente su un vero giudizio della canzone. Poi si arriva alla solita parte tecnica un pò all'improvviso, salvata alla grande dal solito immenso Petrucci

6. Outcry - 5,5
Questa è una delle canzoni con le migliori potenzialità dell'intero album, forte di un ritornello davvero bello e sentito e atmosfere ben studiate. Parte davvero bene ma Rudess rovina tutto con una base simil-dance, si avete letto bene; non per disprezzarla appieno, ma la scelta non la ritengo azzeccata, e continua spesso per questa strada. Al primo ascolto mi aveva colpito; dopo i successivi emergono i punti deboli della song in quesitone. Il solito discorso che ad un certo punto ti mettono d'avanti show tecnici mastodontici e per poi spegnersi all'improvviso a vantaggio della melodia. Solito Rudess fuori lugo e finalmente un mini-solo di Myung ben azzeccato. Dopo un tripudio di note, un barlume di Rudess con un accompagnamento dolce e sentito di Rudess con un Labrie che fa una bella ricomparsa sulla scena

7. Far from Heaven - 5,5
Discorso simile a "Beneath the Surface" ma qui il piano tiene una buona parte. Qui le sezioni
iper-tecniche mancano, ma semplicemente perchè in alcune canzoni precedenti ce ne erano già
troppe! Se facciamo la media le parti tecniche e quelle melodiche sono ben bilanciate, ma non
credo sia così che si ragione...questa deve essere musica non un problemucio di media
ponderata che si fa a scuola. Canzone godibile, ma così si va troppo sul sicuro. Non raggiunge la sufficienza perchè non è nulla di nuovo, e dai DT ci si aspetta sempre tanto.

8. Breaking All Illusions - 7,5
E qui finalmente veniamo a quelli che dovrebbero essere gli standard dei DT. Buon inizio, ottima amalgama degli strumenti, ritornello interessante ma soprattutto ottimo bilanciamento tra la classe e la tecnica. Giuste atmosfere che non strafanno mai ma suscitano le giuste emozioni al gradevole ascolto. Non stiamo parlando di un pietra miliare, ma di sicuro, imho, della miglior track dell'album insieme a "On the Back of Angels". E che vi dico a fare, l'assolo di Petrucci...e Rudess non riesce a stargli dietro, ancora una volta.

9. Beneath the Surface - 5,5
Canzone sdolcinata, molto orecchiabile, forse troppo. Ma dove sono i Dream Theater in questa canzone? L'avrei ammessa se fosse stata cadenzata, ma qui la vedo decisamente forzata.

James Labrie - 6,5
Un James senza infamia nè lodi. In quest'album non ho notato la crescita che ha conseguito durante gli ultimi lavori. A parte qualche vocalizzo fuori dal normale, fa il suo lavoro bene.

John Myung - 7
Il solito lavoro sacrificato. Il basso stavolta lo si sente un pò di più, ma rimane sembre nell'ombra ad eccezione di qualche passaggio solistico. Condisce bene tutto il comparto sia tecnico che stilistico dell'album senza eccedere.

Jordan Rudess - 4,5
Da sempre il mio idolo, sia per tecnica che per sperimentazione. Ma qui è a tratti snervante. Le parti buone ci sono perchè lui in fondo è un genio, ma almeno in 6-7 occasioni se avesse avuto le mani in tasca, staremmo qui a parlare di un'altra buona prestazione. Spero che sia stato solo uno sfogo momentaneo.

Mike Mangini - 7
Fa il suo debutto da mero esecutore, senza strafare e, soprattutto, senza sbagliare una virgola. Il suono è più soft della Tama del suo predecessore, ma sempre presente. Lui stesso ha dichiarato di non aver partecipato alla composizione delle parti di batteria dell'album. Poi se leggete il suo CV non potete far altro che sorridere, è un genio anche lui. Mettendo sul piatto valutazionale che non fa i lamenti che faceva il vecchio Mike, mi ritengo contento della sostituzione, che non ha destato traumi di nessun tipo. Nei prossimi lavori, lo vedremo comporre e valuteremo appieno il suo potenziale

John Petrucci - 8,5
E' maturo. Sotto tutti i punti di vista. In alcuni passaggi imbarazzanti di certe canzoni, è sempre lui a tenere a galla il pezzo con degli ottimi assoli. E qui si parla di tecnica e melodia in un connubio davvero raro. Da notare l'assolo di "Lost Not Forgotten" che rpesenta molte analogie con quello bellissimo di "Under a Glass Moon".

Conclusione - 5,5
ADTOE fa parte ormai di un filone istaurato anche dalla "nuova" casa discografica con cui le canzoni mi danno l'impressione di essere un tutt'assieme confusionario e caotico. Tanti buoni spunti, originali e coraggiosi, ma quasi incollati gli uni agli altri, come a voler alternare il loro esuberante stile con la richiesta "commerciale". Se ascoltate con attenzione, in fondo capite che c'è una giusta dose di ogni cosa, peccato che sia amalgamata male. E' decisamente una strada che non mi piace, ma credo ancora in loro (stolto?). Anche se forse sono troppo oscuri e lontani i tempi un cui ciò che musicavano era oro colato, godiamoci questo cupo ed opaco A Dramatic Turn of Events, con la speranza di ottenere in futuro Eventi più rosei e costernati d'arte.
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Ultima modifica di _anthony_ : 29-09-2011 alle 22:51.
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