News del 28/08/2007
Roma - Australia, terra di
hacker e di
lotta alla pornografia online.
Sono bastati trenta minuti a Tom Wood, sedici anni, per crackare il filtro per la pornografia
distribuito dal Governo australiano a tutte le famiglie e
costato l'equivalente di quasi [b]43 milioni di euro[/url].
Secondo il giovane Tom, il software statunitense
Safe Eyes scelto dal Governo australiano "è un [b]orribile spreco di denaro[/url]". "L'ho scaricato per vedere quanto fosse buono - racconta - perché per tutti quei soldi [b]mi sarei aspettato un filtro quasi indistruttibile[/url]: ho provato un paio di cose, e ci è voluta circa mezz'ora per renderlo totalmente inservibile". Il
metodo utilizzato non elimina il software dal computer, ma si limita a renderlo
inoffensivo e, beffa oltre al danno,
apparentemente funzionante.
Nel frattempo il governo
tenta di difendere il sistema, annunciando di aver previsto questa eventualità e di aver
già richiesto un aggiornamento al produttore. Anche un nuovo software denominato
Integard è comparso online sulle pagine del programma ministeriale:
questa volta a Tom sono serviti quaranta minuti per scavalcarne le difese.
Il ragazzo, che vive a Melbourne ed è un liceale modello, ha scelto di rendere pubblico il suo exploit per evitare che qualcun altro scoprisse il trucchetto e lo diffondesse. Le sue intenzioni sono sincere, sostiene, poiché a suo dire "filtrare la pornografia può servire" ma soprattutto è necessario "collaborare coi ragazzi, perché il problema che abbiamo riguarda direttamente i ragazzi, non gli adulti".
L'occasione era troppo ghiotta perché i promotori della [b]crociata antipornografia[/url] non si facessero avanti. È il caso di Steve Fielding, senatore e da molto tempo tra i protagonisti della campagna per la cyber-sicurezza, che
ribadisce la necessità di integrare dei
filtri anche
sugli apparati dei provider: "C'è bisogno di entrambi (i filtri, ndr), a livello di ISP e a livello di PC. Il Governo non ha avuto buon senso e ha esposto i ragazzi al pericolo". Di tutt'altro avviso la
blogosfera, che
plaude a Tom e alla sua vena hacker e
ribadisce l'importanza del
controllo diretto dei genitori, senza delegarlo ad un software qualunque, e
del dialogo.
Fonte:
Punto Informatico