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Old 14-09-2003, 12:40   #2
s0nik0
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[CORSO BASE DI FOTOGRAFIA] 1ª Sezione "La macchina fotografica" 2ª Parte

1.4. L’esposimetro e l’esposizione.

L’esposimetro è un apparecchio che serve per misurare la luce.
Le reflex moderne sono tutte munite d’esposimetro incorporato. Le reflex completamente manuali hanno una lettura esposimetrica su tutta l’immagine inclusa nel fotogramma, la lettura avviene automaticamente e si basa sul valore medio tra la misurazione delle alte luci e delle zone d’ombra. Questi esposimetri sono a luce riflessa.
Esistono esposimetri che vengono posti al posto del soggetto e rivolti verso la fotocamera, questi misurano la luce incidente.
Alcune macchine sono dotate di lettura esposimetrica a spot, cioè nella porzione centrale dell’immagine. Questo tipo di lettura esposimetrica può essere indirizzata o sulle alte luci o sulle ombre, tenendo presente che ogni volta che si fa un’analisi di questo tipo sarebbe necessario farlo su entrambi i fattori per controllare la differenza d’esposizione, altrimenti si rischia di perdere eventuali dettagli.
L’esposizione corretta, nel caso degli esposimetri interni delle reflex, è dato da un LED luminoso verde, da un "ok", da un galvanometro posizionato al centro di una scala di valori, o da una linea di riferimento, che si orientano col premere il pulsante a metà.

Sovraesposizione. È quando la coppia tra tempi e diaframmi fa si che la luce che colpisce il fotogramma sia troppa. Si può correggere l’esposizione chiudendo il diaframma (salendo con i numeri della scala "f/"), oppure diminuendo il tempo d’otturazione (per esempio passando da 1/125 a 1/250). Un’immagine può risultare sovraesposta anche a causa di un inganno ottico dovuto al bianco, cosicché l’immagine risulterà chiara e i colori sbiaditi.

Sottoesposizione. È quando la coppia tra tempi e diaframmi fa si che la luce che colpisce il fotogramma sia poca. Si può correggere aprendo il diaframma o aumentando il tempo d’otturazione. Un’immagine sottoesposta risulterà buia.
Ovviamente è possibile fare uso creativo dell’esposizione sovrasponendo o sottoesponendo a piacere, molte volte l’uso di una determinata esposizione è la chiave della particolarità di una fotografia. Per questo a chi inizia a fotografare si consiglia di disinserire gli automatismi, solo così si riesce a capire il funzionamento della propria macchina fotografica.
L’uso degli automatismi è solo di carattere pratico.

1.5 Otturatore
L'otturatore è il dispositivo che permette di fare arrivare luce al elemento sensibile quando si preme il pulsante di scatto; in quel momento l'otturatore regola il tempo di esposizione.Come si è visto a proposito dell'esposizione, la giusta quantità di luce che deve arrivare alla pellicola viene regolata dall'azione congiunta dell'otturatore e del diaframma; agendo sul tempo di otturazione si fa arrivare luce alla pellicola per un tempo più o meno lungo. L'otturatore può essere di due tipi: centrale e a tendina. Nell'otturatore centrale si ha una serie di lamelle mobili poste tra le lenti dell'obiettivo; esse stanno normalmente chiuse e solo al momento dello scatto si aprono per il tempo prestabilito. Nell'otturatore a tendina, invece, abbiamo due tendine poste vicino alla pellicola; quando si scatta la foto, esse formano una fessura che scorre su tutto il fotogramma, esponendolo alla luce.

1.6 Diaframma

Come si è visto a proposito dell'esposizione, la giusta quantità di luce che deve arrivare alla pellicola viene regolata dall'azione congiunta dell'otturatore e del diaframma; agendo sul diaframma si influisce sull'ampiezza dell'apertura che sta al centro dell'obiettivo. Il diaframma è del tipo a iride, per analogia di funzionamento con l'iride dell'occhio umano, dove essa serve per allargare o restringere l'apertura centrale, adeguandosi alle condizioni di luce ambientale. La corretta esposizione dell’elemento sensibile dipende quindi dalla regolazione dei due dispositivi appena visti: l'otturatore e il diaframma. Nell'analogia del recipiente da riempire, vista nella scheda della esposizione, l'otturatore rappresenta il tempo in cui il rubinetto sta aperto, mentre il diaframma fa le veci della maggiore o minore apertura della valvola, il rubinetto. Generalmente il diaframma è inserito tra le lenti dell'obiettivo ed è costituito da una serie di lamelle a iride, che possono essere chiuse o aperte per regolare il flusso luminoso che passa attraverso l'obiettivo. È evidente che quando si chiude il diaframma si altera l'apertura relativa dell'obiettivo, in quanto si riduce il diametro del foro di passaggio della luce. La luminosità di un obiettivo è quella che corrisponde alla massima apertura del diaframma.

Esempio:

se per scattare una foto con pellicola da 100 Iso, il diaframma è aperto a 5.6 e l’esposimetro ci dice che il tempo di esposizione dovrà essere di 1/250 di secondo, la foto sarà comunque esposta correttamente anche se noi imposteremo un tempo di 1/500 di secondo ma con diaframma a 4.0 . Si tenga presente che il diaframma è tanto più aperto quanto più il numero che lo indica è basso. Il diametro dell'apertura f/2 è il doppio del diametro dell'apertura f/4; per la proporzione tra lunghezze e rispettive aree, risulta che la quantità di luce che passa attraverso un f/2 è quattro volte più grande di quella che passa attraverso un f/4. La scala dei diaframmi è unificata a livello internazionale e viene espressa da una serie di numeri che parte da 1 (diaframma uguale alla lunghezza focale) e procede con valori che via via corrispondono alla metà della quantità di luce trasmessa:

Scala dei diaframmi

1 - 1.4 - 2 - 2.8 - 4 - 5.6 - 8 – 11 - 16 - 22 – 32 - 44 - 64

Quindi come dimostrato dall’esempio sopraccitato, Il diaframma 1.4 fa passare la metà della luce rispetto al diaframma 1; il diaframma 2 fa passare la metà del diaframma 1.4 e così via. Si noti che 1.4 è la radice quadrata di 2 (proporzione tra lunghezze ed aree) e che i numeri sono alternativamente il doppio dei precedenti (arrotondando il doppio di 5.6 a 11). Nelle fotocamere più semplici ed economiche al posto dei numeri compaiono dei simboli di diaframma (come sole, cielo coperto e cielo nuvoloso) per indicare in modo approssimativo l'apertura di diaframma da adottare (in questi casi ci si riferisce alla giusta esposizione della pellicola, in relazione alle condizione di luce). Più avanti vedremo ulteriori approfondimenti sul diaframma, soprattutto per quello che riguarda la messa a fuoco del soggetto fotografato. Analogamente all'otturatore, quindi, il diaframma non si limita a regolare l'esposizione, ma interviene anche su altri importanti aspetti della resa fotografica finale.

By s0nik0@libero.it

Ultima modifica di FreeMan : 15-09-2003 alle 23:33.
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