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Old 11-07-2010, 09:27   #51
luxorl
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PDL, GUERRA DEI DOSSIER
Elezioni in Campania: così la nuova P2 di Carboni gettava fango su Caldoro per favorire Cosentino.
I finiani: peggio di romanzo criminale

A COLPI DI TRANS
Pdl, veleni sulle regionali campane: gli amici di Cosentino prepararono un dossier contro l’altro candidato Caldoro

di Eduardo Di Blasi

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“È una giornata che attendevamo da anni. Che se da un lato celebra il ritorno della legalità politica, dall’altro segna l’inizio di una nuova era”. È il 19 aprile 2010. Con queste parole Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Pdl campano e sottosegretario all’Economia nonostante una richiesta d’arresto per camorra, festeggia pubblicamente la vittoria di Stefano Caldoro, fresco eletto alla Presidenza della Regione Campania. “Legalità politica”. Strana accoppiata di parole a vedere la guerra sporca che ai margini del Pdl campano si scatenò per quella elezione. Una storia di dossieraggi che, per usare il paragone del deputato finiano Fabio Granata, sembra uscita da “Romanzo Criminlae”.

Facciamo qualche passo indietro. È la metà di settembre 2009, sette mesi prima dei festeggiamenti. Il Pdl è alla ricerca di un candidato per la presidenza e il nome di Caldoro è tra i più gettonati assieme a quello di Mara Carfagna e di Cosentino.

Arcangelo Martino, vecchio assessore socialista con qualche noia nella tangentopoli napoletana, chiama Flavio Carboni. Parlano delle candidature. Il faccendiere che finì nello scandalo del Banco Ambrosiano, ha una certa consuetudine con il coordinatore del Pdl Denis Verdini. È a lui che entrambi portano la loro preferenza per l’uomo forte di Casal di Principe. Certo, ci sono i problemi giudiziari, ma quelli potrebbero anche essere messi alle spalle. Se non fosse che a novembre, dopo tanto lavoro di lobby, arriva la mazzata. “Quella cosa di quel Nicolino là è precipitata”, si preoccupa Martino. Che è successo? La procura ha chiesto alla Camera dei deputati di arrestarlo, e Gianfranco Fini ne ha sotterrato le possibilità di successo con la frase: “La candidatura di Cosentino non è più nel novero delle cose possibili”.

Martino allora punta sul cavallo Lettieri, presidente degli industriali, ma non molla Cosentino. La lobby si attiva con Vincenzo Carbone, presidente della Corte di Cassazione, affinchè venga accolto il ricorso che il caselese ha fatto contro l’arresto. Si prova a interessare della vicenda anche Gianni Letta. È il giudice tributario Pasquale Lombardi a tenere i legami con il presidente Carbone. Gli fa anche una strana profferta: “Stammi a sentì... io mi so’ fatto portare l’olio e te lo porto domani mattina (...) Ci vediamo in Cassazione e facciamo il trasbordo”. A fine gennaio però il ricorso è respinto.

Frattanto, si prova comunque a scalzare Caldoro che per Martino rappresenta “una nomina di un comitato di affari e di ladri”. È infatti alla metà di quel mese di gennaio, quando si pensa di ripescare ancora “Nicolino”, che entra in gioco l’allora sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica, oggi assessore a dir poco “scomodo” proprio nella giunta guidata da Caldoro.

È la seconda metà di gennaio quando si inizia a costruire il dossier. Sica è attivissimo: “Dico mo’ tanto uscirà quella bomba e uscirà al momento opportuno”. La bomba è rappresentata da una storia di trans. Ma in quel mese di gennaio non si riesce a raccattare granchè. Martino è deluso di un documento dove sono segnate solo date e luoghi di incontro. Sica ribatte: “Basta che tu gli dici ma tu il diciannove settembre sei andato là! Quello... poi dopo di che veramente... mo bisognerebbe avere una copia.. una cazzata perchè lui lì andava bimestralmente il vizio è pesante ehh (...) Lui ha cambiato un po’! Ha girato un po’! Gira un po’! All’Excelsior e altre parti capito?”.

Si inizia a far strada l’ipotesi di mettere in circolo il veleno. È Lombardi a parlarne con Martino: “Potrebbe essere data a Repubblica, in una busta”.

Frattanto partono le telefonate al candidato. Almeno così racconta Martino al telefono: “Lo, so che a lui gliel’hanno anche detto, l’hanno chiamato. E lui ha negato tutto, dice ma no, ma quando mai, ma qua, là, però è molto abbacchiato, molto giù. So che stasera c’era una riunione di verifica su questi fatti che loro hanno fatto fare, hai capito, indipendentemente da, indipendentemente da te, da me e da altri, la hanno fatto fa per fatti loro. Quindi bisognerebbe andare là con tutto eccetera eccetera. Tu c’hai pure i circostanziati, no? Con nomi e tutto. E allora tu cosi devi andare là fratello mio, se tu vuoi veramente, perché quello sta lì, mi hanno detto che sta cosa si può fare e si farà però io non avevo i circostanziati (...) Quello che fa le verifiche non ha i circostanziati...”. E Sica: “Vabbè, mancano gli amichetti allora, i nomi degli amichetti, ho capito, vabbene”.

Siamo al 2 febbraio. Ormai sembra impossibile riprendere la candidatura di Cosentino. Ma la partita con Caldoro non è chiusa. L’8 febbraio un sms informa Martino: “Dici a Nicola che dovrebbe uscire il rapporto di Caldoro con i trans, forse del problema ha parlato anche un pentito, che fine abbiamo fatto, siamo finiti in un mondo di froci..Povero Berlusconi”.

Il 9 febbraio la polpetta avvelenata è servita in tavola. Sul sito www.campaniaelezio  ni.altervista.org   esce un articolo dal titolo: “Un Marrazzo in pectore: le ‘passioni’ strane di Caldoro”. Dettagliava quanto gli uomini della lobby si erano scambiati nel corso dell’ultimo mese.

I due, Sica e Martino, se ne compiacciono con toni fintamente scandalizzati al telefono. Il giorno seguente, sullo stesso sito, un altro colpo, già sentito, sul candidato Pdl: “Pentito di camorra accusa: nel ‘99 stringemmo patto con Caldoro”. Ma quest’ultimo riesce a stoppare la diffamazione in corso e a Roma non sembra interessare troppo una notizia non approdata nemmeno sulla cronaca locale. Forse anche perchè, come si lamenterà Martino, “la relazione è stata fatta una chiavica”
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