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Ogni soluzione di con condizione iniziale è somma di
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ce l'ho fatta per l'integrale, grazie comunque!..
senti zio un dubbio ampletico preesame, poi non ti rompo più::D Se ho due poli doppi. Uno ha residuo +5 e l'altro -5. => Posso affermare che sia una singolarità eliminabile oppure un polo semplice di residuo 0 o addirittura rimanga polo doppio??? Se invece ho due poli semplici, sempre con gli stessi residui, posso dire che diventi eliminabile, o rimane polo semplice di residuo 0? grazie ciao!:) |
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Cmq anche noi eravamo arrivati al fatto che la soluzione sara` del tipo a_n = b_n + c_n, dove b_n e` la soluzione particolare gia` trovata (con b_0 e b_1 qualsiasi), mentre c_n dovra` risolvere la medesima ricorsione ma SENZA il termine n, e le condizioni c_0 e c_1 dovranno essere imposte in modo da soddisfare le condizioni iniziali su a_0 e a_1. Grazie cmq ;) Ora ci servirebbe un'altra cosa (che potrà sembrare una stupidaggine) ma prima mi servirebbe sapere come fare il binomiale in latex.... idee? |
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Come hai risolto? Quote:
È sempre una stessa funzione f ad avere i due poli, oppure sono due funzioni distinte f1, f2 ad avere un polo ciascuna? E in questo caso, i poli sono due punti distinti o sono lo stesso punto? |
in questa funzione unica, ad esempio, formata da due "pezzi", presi singolarmente sono due poli semplici, uno di residuo 1 e l'altro -1. In questo caso, quando la singolarità si trova sempre nello stesso punto (=> z=0) noto che anzichè avere un polo semplice di residuo 0, ho una singolarità eliminabile (lo vedo facendo il mcm). Allo stesso modo se alzo di un grado il denominatore, facendo venire da entrambe le parti un polo doppio, noto che il residuo è nuovamente da 0, ma anzichè essere un polo doppio è un polo semplice(sempre con mcm)....sono giuste qeuste considerazioni??? Ricapitolando ho il dubbio: Stesso punto di singolarità fra vari "pezzetti" di una funzione totale, in cui i residui si compensano. Riguardo l'integrale: Devi usare la definizione per irisolvere il primo integrale, cioè ponendo z = e^(i*teta). E andando avanti, utilizzi, come dicevi te cos(teta) + isin(teta). Piano piano viene fuori...se vuoi ti posto tutti i passaggi |
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Controesempio: f(z) = 1/z + 1/z^2, g(z) = 1/z - 1/z^2. Allora f, g, ed f-g hanno ciascuna un polo doppio nell'origine. |
si questo l'ho capito, quando ho due poli di diverso ordine, "vince" quello più forte, cioè di ordine maggiore, come pure se compare una singolarità essenziale, essa "vince".
Io parlo nel caso particolare in cui ho due poli dello stesso ordine, e sto affermando che se i residui sono uguali e opposti, nello stesso punto, esso cala di grado: se era polo semplice=> sing. eliminabile polo doppio => polo semplice è vero o me lo sto inventando??? grazie |
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Lo riscrivo in un modo leggermente diverso: Prendi f(z) = 1/z + 1/z^2, g(z) = -1/z + 1/z^2. Poni h(z) = f(z) + g(z). Giustamente, il residuo di h nell'origine è 0. Però, l'origine è un polo doppio per h, perché f(z)+g(z) = 2/z^2. |
scusami zio se insisto, forse sto dicendo una cavolata:) .
Quelli che tu scrivi sono: un polo semplice e un polo doppio. E quello che dici l'ho capito perfettamente, permane un polo doppio... io parlo del particolarissimo caso in cui ho due poli dello Stesso ordine, e con residui uguali e opposti: +3 e -3 ad esempio => residuo = 0 => cala di grado? da polo semplice diventa eliminabile ecc..almeno dai miei calcoli sembra così, cercavo una conferma. ciao e grazie per la pazienza:) ! |
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Tanto f(z) = 1/z + 1/z^2 quanto g(z) = -1/z + 1/z^2 hanno nell'origine un polo doppio. Questo perché il minimo k tale che z^k*f(z) ammette limite finito nell'origine, è 2, e il minimo h tale che z^h*f(z) ammette limite finito nell'origine, è anch'esso 2. Ma anche h(z) = f(z)+g(z) = 2/z^2 ha un polo doppio nell'origine, perché il minimo m tale che z^m*h(z) ammette limite finito nell'origine, è sempre 2. L'unico caso in cui succede necessariamente quello che dici tu, è quello in cui il polo è semplice e i residui sono opposti. Ma se il polo è multiplo, questo non è più garantito. |
E VAI COL !!!!
grazie zio!!!!:flower: :winner: :flower: a presto;) |
Salve gente! Ho un problema di statistica da porvi...
Per gli esami di stato voglio portare il calcolo delle soluzioni possibili nel gioco del tris (c'è chi lo conosce come filetto). Non riesco a venirne a capo. Fin'ora ho determinato (ma non ne sono sicuro) che il quadro si può riempire in modi diversi, ma mi serve da sapere anche quante soluzioni vincenti ci sono. Per questo bisogna anche considerare che una soluzione vincente richiede semplicemente l'allineamento di 3 elementi uguali e non è necessario completare il quadro. Quindi queste soluzioni non sono tutte incluse in . Altra cosa da tener conto è che le soluzioni poi vanno raddoppiate, perchè le vittorie calcolate possono essere fatte da entrambi i giocatori (per questo per esempio ho messo il 2 nella formula iniziale). Infine bisogna considerare che il giocatore che comincia ha più probabilità di vittoria perchè può posizionare un elemento in più, dato che il quadro è formato da 9 elementi. La mia professoressa mi ha indirizzato verso il calcolo combinatorio, ma non so dove mettere le mani... |
secondo me i possibili modi di riempire il quadro sono 2^9
ciao! |
Ho la serie di funzioni:
ho calcolato l'insieme di convergenza, ma per verificare la convergenza uniforme cosa devo fare?Grazie. |
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EDIT: No, mi sa che ho detto una bufala... Mmm ci devo ragionare. Comunque 2^9 mi sembrano un po' pochi. |
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Secondo me un approccio esclusivamente alla "nove oggetti con due colori" non va bene. Secondo me dovresti costruire un albero di gioco --- ogni nodo rappresenta una posizione, ogni freccia rappresenta una mossa --- considerando anche le simmetrie possibili. Comunque, proprio per la sua classicità, il tris viene trattato quasi in ogni pubblicazione italiana di teoria dei giochi. Se vuoi farti un po' male, puoi provare a leggere (magari in biblioteca) "Di duelli, scacchi e dilemmi" di Roberto Lucchetti. P.S.: 2^9 posizioni sono forse troppe. P.P.S.:
P.P.P.S.: Qualcuno sa che fine ha fatto il thread degli indovinelli matematici? |
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Ricorda che l'insieme di convergenza uniforme fa parte della definizione di convergenza uniforme. Ad esempio, la successione di funzioni f{n}(x) = x^n converge uniformemente in [0,1-1/k] per ogni k intero positivo, ma non converge uniformemente in [0,1]. |
Sull'esercizio non vi è scritto di conseguenza ho pensato fosse l'insieme di convergenza stesso. Sei d'accordo?
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In alternativa, potrebbe volere l'estremo superiore degli insiemi su cui la serie è convergente. In quel caso però devi accertare se tale estremo superiore è un massimo. |
Si direi che è la seconda che hai detto. Quindi cosa devo fare?
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