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Maicol82 11-06-2021 17:05

Quote:

Originariamente inviato da azi_muth (Messaggio 47442015)
Beh hai visto? Alla fine ti serviva una smart plug...non un ampli nuovo.

:doh: Avrei dovuto capirlo subito...

Si scherza eh :D :D :D

Tranquillo, non me la prendo :D :D :D

Si, alla fine ho risolto così che era ciò che cerccavo inizialmente dato che lo Scythe fa il suo lavoro...ma non volevo pensionare le Superlux :cry: :cry: :cry:
Credo comunque che un amp più potente e serio non sia escluso che lo prenda ma, in quel caso la scelta non sarebbe così dura

Rumpelstiltskin 13-06-2021 08:49

Amplificatori, Sintoamplificatori, Diffusori e Subwoofer
 
Ieri ho passato tutto il pomeriggio per esplorare Apple Music (che avevo sempre schifato)



Ho comparato Roon con audio flac puro e flac/mqa e Apple Music Hi-Res Lossless.



La catena del primo sistema di test : NUC con roon server -> Raspberry pi 4 con VitOS -> Khadas Tone2 Pro -> Ingresso Denon -> Diffusori Focal Sib Evo



La catena del secondo sistema di test : Mac Mini M1 con iTunes -> Airplay2 al Denon -> Focal Sib Evo.



Ho paragonato una canzone che conosco in ogni singola nota e sfumatura e devo ammettere che sono rimasto meravigliosamente sorpreso dal nuovo servizio Hi-Res di iTunes.

Tra le due prove, impossibile sentire differenze se non per via del DAC, uno è un ESS ES9038Q2M, il Denon invece monta un AKM AK4458 ma complessivamente entrambe le tracce suonavano in modo egregio alle mie orecchie ed alla prova al buio con la mia compagna.






Graphite600T 14-06-2021 13:33

Ormai un servizio equivale l'altro ovviamente il dac fa la differenza. Considera io appena preso un Loxjie A30 e la differenza con il vecchio dac integrato nell'Onkyo è impressionante.

DelusoDaTiscali 14-06-2021 14:52

Sono della vecchia guardia quindi dirò la cosa più ovvia, che a fare la differenza sono le casse oltre ad eventuali "bug" del setup casalingo. Idem per il DAC: conta quando è scadente, ma se non lo è mi sembra difficile che "faccia la differenza" se non su inpianti di altissimo livello.

Guardo con grande interesse e rispetto al test di @Rumpelstiltskin ma non posso ("in scienza e coscienza") considerare definitivo un test su casse focal sib evo ed un denon che non so (letteralmente) se è un multicanale con un DSP interno o un integrato stereo con interfaccia digitale. E' evidente che nel primo caso rileva se il DSP in generale e la room EQ in particolare erano disinserite. Ignota (ma presumo irrilevante ai fini del test) la presenza o meno di un subwoofer.


===

Nel frattempo comincio a maturare un dubbio: ma da dove prendono le tracce questi provider?

Non vorrei che stiamo a spaccare il capello in quattro per poi scoprire che il file digitale che mi viene streammato sia né più né meno quello fornito dalla relativa casa editrice sia che mi arrivi da Qobuz sia che mi arrivi da Amazon Music o Apple (ometto Tidal e Spotify per ovvi motivi relativi alla peculiarità delle rispettive codifiche).

Qualcuno ha notizie in merito? Io non credo che le piattaforme di streaming si mettano a produrre in proprio milioni di file audio direttamente dai master (ma chi glieli da poi i master?), ma che si limitino a chiederli al detentore legale dei diritti che ovviamente poi da la stessa cosa a tutti.

A questo punto a fare la differenza tra le varie piattaforme sono i servizi accessori (dalla usabilità dell' interfaccia utente all' affidabilità del servizio ecc ecc da non trascurare la funzione di ricerca dei brani e la fruibilità reale dei "suggerimenti d' ascolto")

azi_muth 14-06-2021 15:53

Quote:

Originariamente inviato da Graphite600T (Messaggio 47444866)
Ormai un servizio equivale l'altro ovviamente il dac fa la differenza. Considera io appena preso un Loxjie A30 e la differenza con il vecchio dac integrato nell'Onkyo è impressionante.

Le prestazioni "pure" dei dac chip sono talmente elevate che possono essere considerati quasi completamente trasparenti.
Se il Loxjie suona meglio dell'Onkyo non è tanto una questione di dac ma di tutta l'elettronica (...soprattutto in meno :D ) che gli sta intorno.

Graphite600T 15-06-2021 08:42

Quote:

Originariamente inviato da azi_muth (Messaggio 47445122)
Le prestazioni "pure" dei dac chip sono talmente elevate che possono essere considerati quasi completamente trasparenti.
Se il Loxjie suona meglio dell'Onkyo non è tanto una questione di dac ma di tutta l'elettronica (...soprattutto in meno :D ) che gli sta intorno.

Ottima riflessione, è uno spunto che avevo sempre poco considerato.

Graphite600T 15-06-2021 08:45

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47445020)
Sono della vecchia guardia quindi dirò la cosa più ovvia, che a fare la differenza sono le casse oltre ad eventuali "bug" del setup casalingo. Idem per il DAC: conta quando è scadente, ma se non lo è mi sembra difficile che "faccia la differenza" se non su inpianti di altissimo livello.

Guardo con grande interesse e rispetto al test di @Rumpelstiltskin ma non posso ("in scienza e coscienza") considerare definitivo un test su casse focal sib evo ed un denon che non so (letteralmente) se è un multicanale con un DSP interno o un integrato stereo con interfaccia digitale. E' evidente che nel primo caso rileva se il DSP in generale e la room EQ in particolare erano disinserite. Ignota (ma presumo irrilevante ai fini del test) la presenza o meno di un subwoofer.


===

Nel frattempo comincio a maturare un dubbio: ma da dove prendono le tracce questi provider?

Non vorrei che stiamo a spaccare il capello in quattro per poi scoprire che il file digitale che mi viene streammato sia né più né meno quello fornito dalla relativa casa editrice sia che mi arrivi da Qobuz sia che mi arrivi da Amazon Music o Apple (ometto Tidal e Spotify per ovvi motivi relativi alla peculiarità delle rispettive codifiche).

Qualcuno ha notizie in merito? Io non credo che le piattaforme di streaming si mettano a produrre in proprio milioni di file audio direttamente dai master (ma chi glieli da poi i master?), ma che si limitino a chiederli al detentore legale dei diritti che ovviamente poi da la stessa cosa a tutti.

A questo punto a fare la differenza tra le varie piattaforme sono i servizi accessori (dalla usabilità dell' interfaccia utente all' affidabilità del servizio ecc ecc da non trascurare la funzione di ricerca dei brani e la fruibilità reale dei "suggerimenti d' ascolto")

Per quanto riguarda l'ascolto concordo sul sistema utilizzato, non il top e non un sonus faber sonetto II per intenderci.

Per quanto riguarda i "master" che poi MASTER non sono penso che le varie case inviino i file alle piattaforme che li equalizzano e codificano secondo le proprie necessità.

Io penso che ci sia anche una colorazione su questi file hires soprattutto paragonando la stessa canzone in 44khz CD 16 bit e 24bit 96\192 khz su Qobuz.

Voi cosa ne pensate? Sono artefatte o cosa? 8 bit di differenza non dovrebbero influire così tanto come spesso mi trovo ad ascoltare.

DelusoDaTiscali 15-06-2021 15:23

Io ho provato Qobuz, Tidal, Amazon music HD oltre a Spotify; mi sono fermato su Amazon Music HD perché costa meno e differenze rispetto agli altri on il mio setup audio non ne rilevo.

Ascolto "flat" con casse di qualità media (come hi-fi) / alta (come casse da tavolo). Ho un subwoofer per "completare" in basso le casse (crossover 65Hz) nonostante ascolti molta classica e jazz e poco o niente pop.

Escludo che le tracce siano equalizzate o rielaborate.

La qualità delle tracce [imho] è disomogenea, né si è in grado di sapere quale edizione (si pensi ai classici del rock degli anni '70 ristampati più volte negli anni) a meno che questa non si evinca dal titolo (edizione "remastered").

La mia impressione (ma non saprei dimostrarlo) è che la qualità sia quella dell' edizione caricata e che molto probabilmente molti album (penso soprattutto al rock) una edizione decente non l'abbiano mai avuta.

Non ho mai provato Roon (che oltretutto mi raddoppierebbe il costo mensile di abbonamento).

Io credo che l'audiofilo esigente rimanga su CD e vinili e che scelga con accuratezza l' edizione da acquistare, ma non è certo il mio caso, trovo straordinario poter cambiare continuamente le cose che ascolto o ascoltare qualcosa solo perché mi incuriosisce.

Graphite600T 15-06-2021 16:00

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47446530)
Io ho provato Qobuz, Tidal, Amazon music HD oltre a Spotify; mi sono fermato su Amazon Music HD perché costa meno e differenze rispetto agli altri on il mio setup audio non ne rilevo.

Ascolto "flat" con casse di qualità media (come hi-fi) / alta (come casse da tavolo). Ho un subwoofer per "completare" in basso le casse (crossover 65Hz) nonostante ascolti molta classica e jazz e poco o niente pop.

Escludo che le tracce siano equalizzate o rielaborate.

La qualità delle tracce [imho] è disomogenea, né si è in grado di sapere quale edizione (si pensi ai classici del rock degli anni '70 ristampati più volte negli anni) a meno che questa non si evinca dal titolo (edizione "remastered").

La mia impressione (ma non saprei dimostrarlo) è che la qualità sia quella dell' edizione caricata e che molto probabilmente molti album (penso soprattutto al rock) una edizione decente non l'abbiano mai avuta.

Non ho mai provato Roon (che oltretutto mi raddoppierebbe il costo mensile di abbonamento).

Io credo che l'audiofilo esigente rimanga su CD e vinili e che scelga con accuratezza l' edizione da acquistare, ma non è certo il mio caso, trovo straordinario poter cambiare continuamente le cose che ascolto o ascoltare qualcosa solo perché mi incuriosisce.

La qualità delle tracce è disomogenea anche per la produzione. Un 24 bit 96 khz di J-Ax non avrà mai la qualità dei Kings of Leon che hanno prodotto a Nashville.... Purtroppo su questo non possiamo farci niente. Se i brani li producono degli scarpari nell'Hi-Fi il suono sarà ancora più scarparo dato che escono tutti i difetti.

Vedi ad esempio tutte quelle canzoni che hanno quel woooof tra basso e midrange che ti stona le orecchie quando poi una canzone come "Katy Perry - Dark Horse" che ha bassi molto + invasivi suoni netta e pulitissima. Dipende dalla produzione, se fa schifo diventa ancora peggio in ascolto ad alta fedeltà cacciando fuori tutti i difetti.

Purtroppo su questo non possiamo farci niente ti posso fare l'esempio dei Tool che producono con una qualità impressionante mentre altri grupponi siano molto distanti da una buona qualità

azi_muth 15-06-2021 16:16

Quote:

Originariamente inviato da Graphite600T (Messaggio 47445836)
Per quanto riguarda l'ascolto concordo sul sistema utilizzato, non il top e non un sonus faber sonetto II per intenderci.

Per quanto riguarda i "master" che poi MASTER non sono penso che le varie case inviino i file alle piattaforme che li equalizzano e codificano secondo le proprie necessità.

Io penso che ci sia anche una colorazione su questi file hires soprattutto paragonando la stessa canzone in 44khz CD 16 bit e 24bit 96\192 khz su Qobuz.

Voi cosa ne pensate? Sono artefatte o cosa? 8 bit di differenza non dovrebbero influire così tanto come spesso mi trovo ad ascoltare.

Il campionamento non c'entra i 44khz@16bit sono più che sufficienti per l'ascolto. I 24 bit sono importanti in fase di editing.

Il punto è che purtroppo la maggior parte della musica più "commerciale" ha registrazioni orribili.
Per esempio io sono un grande fan degli U2...ma non si salva quasi nulla in particolare degli album più recenti mi conviene quasi sentirli in macchina con lo stereo di serie...

Graphite600T 15-06-2021 16:28

Quote:

Originariamente inviato da azi_muth (Messaggio 47446633)
Il campionamento non c'entra i 44khz@16bit sono più che sufficienti per l'ascolto. I 24 bit sono importanti in fase di editing.

Il punto è che purtroppo la maggior parte della musica più "commerciale" ha registrazioni orribili.
Per esempio io sono un grande fan degli U2...ma non si salva praticamente nulla...mi conviene quasi sentirli in macchina con lo stereo di serie...

Esatto... fortunatamente ascolto roba fatta in media in maniera buona. Mi impressiono a volte della qualità dei nastri di un Bob Marley rispetto ad artisti che oggi hanno strumenti moderni che darebbero la stessa qualità con una spesa inferiore di 10 volte... incredibile.

azi_muth 15-06-2021 17:08

Quasi tutti gli album dei dire straits sono prodotti bene.

Il punto è che i gruppi più commerciali devono fare produzioni che sia accettabili al pubblico più grande possibile e questo significa che farli suonare bene su sistemi da pochi spicci...

DelusoDaTiscali 16-06-2021 05:22

Lo streaming di qualità allarga la platea degli ascoltatori esigenti e restituisce all' industria musicale parte di quella fonte di guadagno che si era persa con la pirateria.

Che poi i campionamenti superiori alla "qualità CD" siano solo una bandiera per dire "ti vendo musica di qualità", oppure vi sia una sostanza, in fondo non mi nteressa più di tanto. Ho la pretesa di accorgermi quando il brano ha una profondità di 24 bit (i provider mischiano nelle playlist e negli album brani con diversi campionamenti, ed A.M. HD definisce commercialmente "Ultra HD" i brani da 24/44100 in su) che poi sia perché l'incisione così diffusa è stata selezionata tra quelle di maggiore qualità o perché il sistema funziona veramente non mi importa il risultato è lo stesso.

azi_muth 16-06-2021 14:10

Lo streaming di qualità è ( o meglio sarebbe) un ottima cosa.
Ma la qualità dipende in minima parte dal campionamento o dalla risoluzione***.
Purtroppo questioni di marketing si pone troppa attenzione su questi aspetti e meno a come quella registrazione sia stata eseguita.
E' pieno di registrazioni orribili e il fatto di essere "hires" è utilizzato come modo facile per spuntare un prezzo superiore a fronte di una registrazione che rimane povera.
Mi piacerebbe un servizio che invece di spingere su campionamento vendesse un servizio che fosse "audiophile" per la qualità delle registrazioni come fanno alcune etichette indipendenti... ma la vedo dura.



***Per chi è interessato sulla effettiva rilevabilità di un segnale a 16bit/44khz rispetto allo stesso segnale in hi-res in un ambito sperimentale in doppio cieco c'è un paper pubblicato dall' AES.
Quote:

" Audibility of a CD-Standard A/DA/A Loop Inserted into High-Resolution Audio Playback"

Gli autori riferiscono su una serie di test in doppio cieco che confrontano l'uscita analogica di lettori ad alta risoluzione che riproducono registrazioni ad alta risoluzione con lo stesso segnale passato attraverso un "collo di bottiglia" a 16 bit/44,1 kHz. I test sono stati condotti per oltre un anno utilizzando diversi sistemi e una varietà di soggetti. I sistemi includevano costosi monitor professionali e un sistema di fascia alta con altoparlanti elettrostatici e componenti e cavi costosi. I soggetti includevano ingegneri di registrazione professionisti, studenti in un programma di registrazione universitario e audiofili dedicati.
I risultati del test mostrano che il loop A/D/A di qualità CD non era rilevabile a livelli di ascolto da normali a alti, da nessuno dei soggetti, su nessuno dei sistemi di riproduzione.
E' commentato in modo esteso in questo vecchio articolo articolo
https://web.archive.org/web/20140206...ng/index1.html

Poi c'è questo test più recente realizzato da archimago http://archimago.blogspot.com/2014/0...t-part-ii.html

Sulle ragioni tecniche c'è un famoso articolo a firma dell'autore del codec Vorbis Chris Montgomery
https://web.archive.org/web/20140412...ung.html#foot6

DelusoDaTiscali 16-06-2021 17:45

E' un tema su cui a molti piace tornare spesso, sul piano tecnico credo che non ci sia nulla di nuovo da aggiungere ai soliti argomenti detti e ridetti, ma, a quanto pare, c'é una ritrosia ad accettare il fenomeno dell' hi-res anche solo come mero fenomeno commerciale / sociale sulla base del sacrosanto principio "vivi e lascia vivere".

D' altro canto se Amazon allo stesso prezzo di Spotify mi dà non solo il formato flac ma anche un 10% di tracce in quello che loro chiamano "Ultra HD", perché gli dovrei dire di no?

azi_muth 16-06-2021 18:00

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47448218)
E' un tema su cui a molti piace tornare spesso, sul piano tecnico credo che non ci sia nulla di nuovo da aggiungere ai soliti argomenti detti e ridetti, ma, a quanto pare, c'é una ritrosia ad accettare il fenomeno dell' hi-res anche solo come mero fenomeno commerciale / sociale sulla base del sacrosanto principio "vivi e lascia vivere".

Più che altro devo riscontrare che nonostante i soliti argomenti detti e ridetti il grande pubblico (e a quanto pare anche di qualcuno che dovrebbe essere più esperto) usa il termine "streaming di qualità" per designare lo streaming in alta risoluzione quando non sono necessariamente sinonimi.

L'unica ritrosia da parte mia è nell'associare una registrazione di qualità solo perchè viene veicolata in hi-res.

Se il pubblico fosse un pochino più accorto nel cogliere la differenza forse anche chi propone questi servizi avrebbe un catalogo veramente di qualità, ma mi rendo conto che ci sono degli ostacoli oggettivi che di per se sono insormontabili. Per rendere un file hi-res alla fine basta un tasto e parecchia banda.
Fornire registrazioni di qualità superiore probabilmente in molti casi richiederebbe di rimasterizzare i brani secondo standard più elevati che poi magari non si sentirebbero così bene con impianti economici e sicuramente i costi sarebbero elevatissimi.

E' facile capire cosa è più semplice spingere commercialmente.

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47448218)
D' altro canto se Amazon allo stesso prezzo di Spotify mi dà non solo il formato flac ma anche un 10% di tracce in quello che loro chiamano "Ultra HD", perché gli dovrei dire di no?

Dipende se sono registrazioni oggettivamente migliori (nel senso di registrazioni audiophile) o no.
Già abbiamo discusso di come gli mp3 ad alto bitrate siano difficili da distinguere rispetto ai corrispettivi in flac.

Qui il test che avevo postato se qualcuno vuole cimentarsi
https://www.npr.org/sections/thereco...=1623864538274

Qui Rick Beato che commenta questo test
https://www.youtube.com/watch?v=YgEjI5PZa78

Poi io ho presentato i fatti. Non capisco cosa c'entri con "il vivi e lascia vivere".

DelusoDaTiscali 17-06-2021 05:36

Quote:

Originariamente inviato da azi_muth (Messaggio 47448236)
... usa il termine "streaming di qualità" per designare lo streaming in alta risoluzione quando non sono necessariamente sinonimi...

Se le tracce in alta risoluzione sono vermente tali (non falsificate in qualche modo) si possono ben vendere come streaming di alta qualità senza timore di essere accusati di frode in commercio.

Ciò che in fondo contesti è se quella qualità aggiuntiva sia utile o meno al consumatore, ma questo credo che lo si possa far decidere liberamente al consumatore stesso.

Personalmente continuerò ad usare indicazioni come "streaming di qualità", ma invito a riflettere sul fatto che, dopo aver provato i servizi principali, mi sono fermato su quello che... costa meno! ;)

azi_muth 17-06-2021 11:09

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47448523)
Se le tracce in alta risoluzione sono vermente tali (non falsificate in qualche modo) si possono ben vendere come streaming di alta qualità senza timore di essere accusati di frode in commercio.

Ciò che in fondo contesti è se quella qualità aggiuntiva sia utile o meno al consumatore, ma questo credo che lo si possa far decidere liberamente al consumatore stesso.

Personalmente continuerò ad usare indicazioni come "streaming di qualità", ma invito a riflettere sul fatto che, dopo aver provato i servizi principali, mi sono fermato su quello che... costa meno! ;)


Non è questo il punto: una traccia in alta risoluzione non trasforma una cattiva registrazione in una traccia di alta qualità.
Una cattiva registrazione dipende solo in parte dalla risoluzione, dal campionamento e dal fatto che sia compressa o no.

DelusoDaTiscali 18-06-2021 06:13

Ormai il digitale fa parte della vita comune, soprattutto grazie al mondo video / foto credo che un po' tutti hanno chiara la differenza tra risoluzione e qualità.

Il punto caso mai è decidere quando una risoluzione aggiuntiva diventa un puro costo, un confine che probabilmente si sta raggiungendo nel mondo della Tv con il passaggio da 4K ad 8K.

Tornando allo streaming audio quello che è difficile far emergere è il "costo" della risoluzione aggiuntiva (a prescindere dalla sua utilità), visto che l'impegno della rete è ormai irrilevante per la maggior parte degli utenti e che l'impegno dell' hardware "lato utente" in genere è irrilevante.

Presumo che in casodi costi reali, ad esempio nell' acquisto di tracce hi res, ddella loro conservazione nello storage casalingo o in cloud personale, la scelta del consumatore (accantonerei un attimo il concetto di "audiofilo") sarebbe più accorta.

azi_muth 18-06-2021 11:49

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47449983)
Ormai il digitale fa parte della vita comune, soprattutto grazie al mondo video / foto credo che un po' tutti hanno chiara la differenza tra risoluzione e qualità.

Visto quello quello che hai scritto tu negli ultimi post e quello che viene scritto da chi fornisce il servizio di streaming... se avevo dei dubbi prima... si sono rafforzati :D :D :D

Quote:

Originariamente inviato da DelusoDaTiscali (Messaggio 47449983)
Tornando allo streaming audio quello che è difficile far emergere è il "costo" della risoluzione aggiuntiva (a prescindere dalla sua utilità), visto che l'impegno della rete è ormai irrilevante per la maggior parte degli utenti e che l'impegno dell' hardware "lato utente" in genere è irrilevante.

Presumo che in caso di costi reali, ad esempio nell' acquisto di tracce hi res, ddella loro conservazione nello storage casalingo o in cloud personale, la scelta del consumatore (accantonerei un attimo il concetto di "audiofilo") sarebbe più accorta.

E' facile dimostrare che sopra a un mp3 44/16 @ 320 Kbps anche con ottimi impianti di riproduzione e un orecchio allenato ( v. l'articolo di Rick Beato) indovinare quale sia una traccia compressa e quale non lo sia si base sul tirare a indovinare.
Per mettere l'anima in pace agli audiofili ammettiamo che la compressione è un male assoluto e consideriamo solo flac o formati audio non compressi a 44/16...tutto quello che va sopra a questo livello è irrilevante a livello qualitativo.

A livello di rete e di hw file più grandi non sono mai irrilevanti in termini più generali in termini d'impatto ambientale e risparmio energetico specialmente quando come in questo caso è irrilevante la ricaduta in termini qualitativi.

Riguardo all'acquisto di tracce a parte che lo stile di consumo prevalente non si basa sul modello di acquisto e conservazione ma sullo streaming per il quale valgono le considerazioni già fatte anche qui mi concentrerei più sull'acquisire musica ben registrata, ovviamente in standard cd, piuttosto che musica ad alta risoluzione che serve più a i producer che agli utenti finali.


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