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Ora ti scrivo in pvt. ;) |
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Sono ancora io!
Stavolta la tipologia di esercizio è un pò diversa, si tratta di una dimostrazione. Sia {Un} una base ortonormale di vettori in L2(a,b), dimostrare che un vettore v appartenente a questo spazio è equidistante dai vettori base cui è ortogonale. Definiamo innanzi tutto il prodotto scalare (tralasciamo il peso) fra 2 vettori, g e f, in questo spazio: e la distanza sempre fra f, g: Sia un vettore generico della base cui v è ortogonale. Ho pensato di procedere così, svolgendo il quadrato nell'integrale: Ora: perchè vettore unitario perchè ortogonali e in definitiva ...che non dipende dal vettore di base ortonormale preso in considerazione e quindi è costante. Che ne dite, regge? Era nel compito scritto d'esame che ho sostenuto pochi giorni fa, probabilmente mi verrà chiesto di spiegare e correggere gli errori all'orale e vorrei avere le idee chiare. Grazie :) |
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E credo si possa generalizzare a uno spazio con prodotto scalare, reale o complesso; ora ci provo. Sia V uno spazio con prodotto scalare <v,w>, e sia {v[j], j in I} una base di V. Per j e k qualsiasi in I con j<>k hai Codice:
d(v[j],v[k])^2 = <v[i]-v[j],v[i]-v[j]> |
come calcolo il determinante di una matrice infinita?
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Ho fatto un giro su Wikipedia, ed è saltata fuori una definizione che usa l'esponenziale di matrici. La cosa funziona più o meno così. Una matrice è fondamentalmente un operatore lineare continuo A su uno spazio di Banach separabile V. Chiamiamo L(V) lo spazio di tutti questi operatori. Puoi definire l'esponenziale di A come Nota che questa quantità è ben definita, perché se V è uno spazio di Banach, allora L(V) è a sua volta uno spazio di Banach. A sua volta, l'esponenziale è un morfismo suriettivo del gruppo additivo L(V) nel gruppo moltiplicativo GL(V) degli elementi invertibili di L(V). Allora una determinazione del logaritmo di una matrice invertibile J, è una mappa log : GL(V) --> L(V) tale che exp log J = J per ogni J in GL(V). Bada che, in generale, se J è una matrice, allora log J è una matrice a elementi complessi. Ora, facendo due conti vedi che, se A è una matrice finita, allora dove la traccia di A è la somma dei suoi autovalori. Ma allora puoi definire anche se A è infinita. Ci sono dei metodi più semplici se A è diagonalizzabile, e altri metodi che impiegano la forma canonica di Jordan. Qualche link: http://en.wikipedia.org/wiki/Matrix_exponential http://en.wikipedia.org/wiki/Matrix_logarithm |
Equazione differenziale di PRIMO grado a coefficienti costanti (K=cost)
dot_x+K*x=g(x) dove g(x) è una funziona positiva crescente di cui (sgrunt!) NON è nota l'equazione (so solo che è sempre positiva e cresce con la x). come calcolo l'integrale particolare? o, meglio, conoscendo che g(x) è positiva crescente, che proprietà posso evincere sulla soluzione globale x(t) dell'eq. differenziale? Se fosse stato dot_x+K*x=0 avrei avuto x(t)=cost*e^-Kt che decresce esponenzialmente a zero. Avendo però anche g(x), la presenza del termine g(x) positivo crescente come modifica la soluzione x(t)? |
Tu sai che l'equazione omogenea associata
ha soluzioni Per trovare la soluzione particolare puoi usare il metodo di variazione della costante arbitraria: se infatti A non fosse costante, ma variasse anche lei a seconda di t, l'equazione diventerebbe che però equivale a che ha soluzione A questo punto, x(t) = A(t)*exp(-Kt) è soluzione particolare. EDIT: quindi g è funzione di x, e non di t? |
opps! g(t) anch'essa.
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x(t) = A(t)*exp(-Kt) è soluzione particolare
dove sin qui tutto ok. però sapendo che f(t) è sempre positiva e crescente allora la funzione che andamento avrà? dovrebbe essere crescente perchè g(t) cresce ed è sempre positivo e la stessa cosa e^ks. come si modifica in generale la soluzione rispetto a quella omogenea [ ovvero differenza tra il caso con e senza la g(x)]? a causa dell'"agiunta! della A(t) crescente ho un "accrescimento" dei valori di e^-kt. poichè nel tempo e^-kt va a zero mentre A(t) cresce sempre di più che accade? all'inizio x(t) dovrebbe non variare (A(t) basso e e^-kt alto). Poi x(t) aumenta rispetto al caso omogeneo (E^-kt diminuito ma A(t) aumentato. Oltre un certo valore e^-kt avrà valori tanto bassi (tende a zero) che i valori elevati (ssimi) di A(t) non riscnono ad aumentala "molto". esatto? quindi visto un andamento esponenziale che cala a zero dovrai avere una prima parte che decrescepiù lentamente e poi un a parte che descresce più velocemente? insomma cme una "gobba" al centro? |
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Ora, se moltiplichi due funzioni monotone crescenti positive, ottieni una funzione monotona crescente positiva; ma se una delle due funzioni non ha uno di 'sti due requisiti, non è detto a priori cosa farà il prodotto. Quote:
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K è positiva e la g(t) sempre positiva e crescente.
il problema è "come" cresce. ho una telecamera che inquadra un oggetto (una sfera) distante quindi sullo schermo vedo un cerchietto. se avvicino la camera all'oggetto con velox costante l'area del cerchietto aumenta (la sfera è sempre più vicina alla camera) MA man mano che mi avvicino cresce sempre di più. infatti se è molto lontana anche un grande avvicinamento ingrandisce poco l'area. se sono molto vicino anche un piccolo avvicinamento la ingrandisce molto. la g(t) è la legge di accrescimento di quell'area. secondo te la x(t) che forma avrà? |
scusa. per una serie di motivi troppo lunghi a dirsi è:
la legge ha un andamento del tipo g(t)=cost/(t^3) secondo te , quindi, la soluzione particolare e quella complessiva che andamento avranno? |
equazione
perdonatemi, un quesito:
sqr( (-w^2+1)^2 + (2w)^2 ) = 2 risolvo ed ottengo: sqr ( w^4+1-2w^2+4w^2 ) = 2; ora le strade sono due: 1a: elevo al quadrato ambo i membri ed ottengo: w^4+2w^2-3=0; w1=1, w2=-1, w3/4 radici complesse e coniugate. ok! 2a: mi accorgo che sotto la radice ho il quadrato del binomio e lo semplifico con la radice... sqr( (w^2+1)^2) = w^2+1 = 2 w1=1, w2=-1. Ora le due strategie sono equivalenti? perchè se elevo al quadrato ambo i membri ottengo quelle due radici complesse e coniugate? grazie |
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La particolare dovrebbe scendere fino a un tot, e poi mettersi a salire. La complessiva... hai una cosa che tende a zero più una cosa che diverge... |
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Quindi, le soluzioni della tua equazione "radice quadrata di polinomio di secondo grado uguale costante" ha quattro soluzioni, e non due. Il motivo per cui ogni numero complesso non nullo ha due radici quadrate, è questo. Considera la rappresentazione polare per cui, per ogni n>0, Se z<>0, allora rho>0. Supponi z=w^2: detto hai rho=r^2, cos theta = cos 2t, e sin theta = sin 2t. Questo implica r=sqrt(rho) nel senso dei numeri reali, ma per qualche k intero. Per periodicità, hai una radice e una radice |
Chi mi dimostra che gli autovalori di una matrice siffatta:
http://operaez.net/mimetex/\left ( \...rray} \right ) ovvero una matrice con tutti alpha sulla diagonale, beta sulla sopradiagonale e sulla sotto diagonale, beta nelle posizioni (1,N) e (N,1) e tutto il resto uguale a zero, per N pari, hanno forma Offresi gratitudine eterna in cambio! |
mi potete aiutare in questo please, ci ho messo un ora per far un sistema e mi esce sempre uguale, però il risultato dle libro non quadra....è elettrotecnica, ma il sistema è di matematica quinid posto qui...è un sistema a 2 incognite :
(Va-Vb)G4+Va*G2+Va*G3=8 (Va-Vb)G4+Vb*G1=2 G3=0.05 G1=0.1 G2=0.2 G4=0.025 A me è uscito Vb = 0.53/6.27 Mi sapreste dire se esce cosi anche a voi?:stordita: |
Determinare gli estremi inferiore e superiore dell'insieme
Oltre a questo esercizio specifico, quale potrebbe essere un buon metodo per questo tipo di problema? |
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