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La definizione e' precisa : x0 e' un minimo locale se esiste un intorno di x0 tale che per ogni x : f(x) >= f(x0). Quindi stando alla definizione non si puo' parlare di minimo o massimo (locale) per il punto x=1 se consideri l'intervallo (-3,1]. Se per esempio avessi considerato l'intervallo (-3,2] che e' sempre un intervallo limitato, allora in questo caso si puo' vedere se f ha un massimo o minimo in x=1. |
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Codice:
for[int i=1; i<10; i++] Quote:
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E poi la funzione dev'essere ovviamente definita non solo in x0 ma anche in un suo intorno, altrimenti la definizione non ha alcun senso ti pare ? :stordita: |
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ciao, l'unico caso in cui mi pare di aver capito :stordita: dove un insieme A non ammette maggiorante o minorante è un insieme illimitato come ad esempio A=(-oo, +oo) o sbaglio? Negli altri casi invece come: A1=(3, 5) A2=[3, 5) A3=(3, 5] A4=[3, 5] sono tutti insiemi limitati superiormente ed inferiormente ma in A1 ad esempio, se non ho capito male un suo minorante è 3 in quanto non vi appartiene, idem per il suo maggiorante. Nel caso di A2 un suo minorante è 2 ma non 3 in quanto pur essendo il più piccolo elemento in A2 vi appartiene. Spero di non aver detto castronate in quanto invece tu mi dicevi che può appartenere. |
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A1, 3 e 5 sono rispettivamente minorante e maggiorante. 3 è il maggiore dei minoranti quindi è anche estremo inferiore. 5 è il minore dei maggioranti ed è anche estremo superiore. L'insieme non ha ne massimo ne minimo, in quanto la frontiera, 3 e 5, non è compresa nell'insieme, quindi il massimo e minimo non possono coincidere con maggiorante e minorante. A2, In questo caso il 3 come sopra è un minorante, ed anche il maggiore dei minoranti quindi estremo inferiore. Esso è anche il minimo dell'insieme quindi in questo caso minA=infA=un minorante di A. Per il punto cinque vale quanto detto sopra. A3, Vale il contrario dell'insieme A2, in questo caso 3 non è un punto di minimo e 5 è un punto di massimo. A4, Vale per 3 e 5 quanto detto di 3 nell'insieme A2. Ricordati della definizione di minimo e massimo. Deve appartenere all'insieme ed essere maggiore o uguale (minore o uguale) a ogni punto dell'insieme. O meglio deve esistere un intorno U di x0 tale che f(x)(disuguaglianza)f(x0) per ogni x appartenete al dominio intersecato l'intorno (quando vale la stretta disuguaglianza il punto x0 deve essere escluso dall'intorno in quanto capiterà una volta che f(x)=f(x0) mentre la definizione dice f(x)< (>) f(x0)). Quote:
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quindi avere (3,... parentesi tonda oppure [3,.... parentesi quadra, tale numero è sempre il maggiore dei minoranti ed esiste sempre sia che sia compreso o meno :stordita: |
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Ok, ma come vedi si tratta di casi "patologici" ed infatti si deve parlare di minimo locale debole e minimo locale forte. |
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ciao,
teorema di unicità del limite. una successione convergente non può avere due limiti distinti. supponiamo per assurdo che a e b siano i limiti della successione {an} con a≠b. Poniamo ε = |a-b|/2. Esistono v1 e v2 tali che |an–a| < ε per ogni n > v1 e |an – b| < ε per ogni n > v. Siccome ho una mentalità da praticone mi sono detto: se pongo a=5 e b=10 posso calcolare ε = |a-b|/2 = |5-10|/2 = 5/2 Ora il teorema dice: esistono v1 e v2 tali che |an–a| < ε per ogni n > v1 e |an– b| < ε per ogni n > v e poi Sia v il max(v1, v2), allora per ogni n > v si ha per la disuguaglianza triangolare (|x1 + x2| ≤ |x1| + |x2|): |a – b| = |(a – an) + (an– b)| ≤ ≤ |a – an| + |an– b| = = |an– a| + |an– b| < ε + ε = |a – b| Abbiamo trovato che |a – b| < |a – b| il che è assurdo. che vuol dire? |
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Io comunque ho studiato una diversa dimostrazione, non per assurdo. |
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ma |b-a| non può essere minore di se stesso e si giunge a un assurdo |
medito
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Trasformata di Fourier, funzione porta
Salve a tutti, è il mio primo post su questo forum anche se in passato ho già avuto modo di usufruire di utili consigli trovati qui.
Innanzi tutto mi scuso per il doppio post (l'altro sta qui http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2310633, se qualche admin volesse cancellarlo...), questo dovrebbe insegnarmi a leggere i regolamenti prima... :rolleyes: Ad ogni modo: devo calcolare la trasformata di Fourier della funzione Codice:
p2(2t-1) Istintivamente ho proceduto così raccogliendo il 2: Codice:
p2(2t-1) = p2(2(t-1/2)) Codice:
(2/w)e^((-iw)/4)*sin(w/2) Sul mio libro di testo infatti viene svolto in maniera differente, che mi ha lasciato alquanto perplesso. Praticamente il riscalamento è stato applicato subito, senza raccogliere il 2 nella funzione iniziale, per poi calcolare la trasformata della funzione risultante: Codice:
F(p2(2t-1))(w) = (1/2)F(p2(t-1))(w/2) Codice:
(2/w)e^((-iw)/2)*sin(w/2) Codice:
p2(2u), u=t-1/2 |
ciao,
una domanda sul concetto di limite di una successione, a volte sia ha sensazione di aver capito e magari non si è capito un tubo :stordita: A parole mie: dire che L è un limite per la successione an significa dire che preso un ε piccolo a piacere la disuguaglianza |an - L| < ε è vera definitivamente per ogni ε e se è vera definitivamente allora L è il limite della successione an? In altre parole: fissa un ε e se |an - L| < ε è vera definitivamente L è il limite della tua successione. |
Non dire sempre vera, di vera definitivamente, ovvero da un certo v in poi. Infatti prima di giungerci la successione può anche oscillare vistosamente. Inoltre epsilon è piccolo. Anche |an-L|<ε => an-L<+-ε => -ε<an-L<ε =>L-ε<an<L+ε.
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grazie 1000 ho corretto. Quindi tutti gli altri teoremi come ad esempio quello della permanenza del segno si basa sullo stesso principio e cioè da un certo n in poi risulta vero che i termini della successione sono positivi sempre testando la condizione |an - L| < ε ? |
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ciao,
allora in questo caso non ho intuito matematico :fagiano: Teorema della permanenza del segno, da wikipedia: Se a è finito, basta prendere ε=a/2 nella definizione di limite: esiste quindi un N tale che an è nell'intervallo (a − a/2, a + a/2) per ogni n > N; poiché a − a/2 > 0, allora an > 0 per ogni n > N. Se ti dico che non mi è chiaro puoi crederci. |
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dimostrazione: poichè la serie converge, per ogni epsilon maggiore di zero esiste un indice N per cui per ogni n > N vale |an-a|< epsilon scegliamo epsilon = a/2, allora esisterà perciò un N per cui per ogni n>N |an-a|< epsilon = a/2 ciò implica che -a/2+a < an < a/2 +a il membro a destra è positivo, il membro a sinistra anche poichè è pari ad a/2 e a è positivo per ipotesi; dunque definitivamente è an positiva |
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