Scusate, sono sempre io con le mie rette. Qualcuno usa sullo smartphone l'app QuickGraph? Anche lì non so come scrivere la retta in 3D, ho cercato su google, ma non trovo niente
|
puoi scrivere i 2 piani e ruotando col dito poi visualizzare la loro intersezione...
per "eliminare" i due piani magari trovi qualcosa pagando nelle opzioni avanzate boh... |
salve ragazzi, qualcuno mi sa dare una spiegazione al fatto che in ambito "Probabilità e statistica" la varianza è del tipo
σ^2=1/n * sommatoria da 1 a n di (x_i - E(X))^2 (E(X) valore medio, x_i insieme di n dati) quindi si divide per n, mentre in altri ambiti (analisi dei dati) si divide per 1/(n-1)? |
Quote:
La seconda, si chiama "varianza campionaria corretta", e viene adoperata in statistica, con E(X) pari non al valore atteso (che, in generale, non è noto) ma alla media campionaria, ossia alla media aritmetica dei valori raccolti. Il motivo per questo nome, è che il valore atteso della varianza campionaria corretta è proprio la varianza: cosicchè la prima è uno stimatore non distorto della seconda. |
grazie mille, con le poche info che ti ho dato hai centrato il discorso.
Ho studiato 'probabilità e statistica' ed ora 'analisi dei dati' in modo consequenziale, ed è quasi un trauma vedere che concetti simili abbiano applicazioni che sembrano simili ma in realtà sono molto diverse.. mi sembra di affrontare una cosa tipo "ok fin'ora hai saputo che l'addizione si fa così, però abbiamo scherzato in realtà si fa in quest'altro modo..":D Nel merito, ok, E(X) ha due significati diversi nelle due varianze, ma ancora non mi è chiarissimo l'n-1, al di là di una non meglio precisata "distorsione" |
1 Allegato(i)
altra domanda, sempre in ambito di statistica descrittiva, il tema è la Concentrazione
non riesco a capire cosa siano p_i e q_i. Anche perché, ignoranto la formula analitica e leggendo solo i paragrafi hanno stessa definizione "percentuale cumulata dei primi i possessori del carattere":confused: |
Sto studiando Analisi 2 e mi è stato dato un esercizio in cui devo dimostrare che la funzione definita
f(x,y)=xy(x^2-y^2)/(x^2+y^2) per (x,y)!=(0,0) ed f(x,y)=0 per (x,y)=0 ammette derivate parziali seconde in (0,0), ma non vale il teorema di Schwarz, quindi le miste sono diverse. Ho provato la differenziabilità in (0,0) e ho calcolato le derivate parziali prime. Poi volevo calcolare le miste usando la definizione di derivata direzionale, ma mi risultano entrambe pari a zero. Ho poi consultato la pagina di wikipedia sul teorema di Schwarz e viene proprio riportato l'esercizio che devo svolgere io. http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Schwarz Lì le derivate parziali miste (calcolate tramite derivata direzionale) risultano pari a -1 e 1, ma non so come le abbia fatte saltare fuori! E sì che non e ho fatte poche di derivate direzionali... anzi... Qualche buon'anima mi può spiegare passo per passo come fare e dirmi magari dove mi perdo? Soprattutto in riferimento a quella pagina di wikipedia che riporta proprio il mio esempio. Grazie! |
hai difficolta' a fare la derivata parziale? In quale : in quella rispetto a x o rispetto a y?
Quella è una funzione composta da due parti la prima è xy mentre la seconda è (x^2-y^2)/(x^2+y^2) . Ovvio che devi fare una volta la derivata della prima per la seconda non derivata e poi la derivata della seconda per la prima non derivata. questo lo devi derivare una volta rispetto a x e una volta rispetto a y. prova a rifarti le derivate parziali, non sono esageratamente difficili, attento a ricordarti che nella seconda funzione (x^2-y^2)/(x^2+y^2) devi fare il quadrato del denominatore. se vuoi sapere come il limite per k->0 fa zero devi fare la cosi: lim k->0 di f_x(0,0)= (k(0-k^2)/k^2)/k=(-k^3/k^2)/k=-1 |
Non ho problemi a calcolare il gradiente, infatti le derivate parziali prime mi vengono come su quella di pagina di wikipedia. Il problema è quando vado a fare le derivate parziali seconde miste tramite definizione di derivata direzionale. A me risultano entrambe pari a zero (quindi uguali e non diverse come dice di dimostrare la consegna dell'esercizio), mentre su quella pagina risultano pari a -1 e 1. Quindi evidentemente mi perdo qualcosa nella derivata direzionale, anche se mi sembra molto molto strano
|
prova a scrivere il calcolo che fai e vediamo deve è l'errore.
|
Scusate, non ho parole... Dimenticavo di dividere per k nel limite... Lo sapevo che non mi sarei dovuto mettere a studiare col mal di testa. Grazie comunque!
|
devo dare analisi 1... io ho dei grossi problemi con i limiti, ovviamente sulle forme indeterminate.
Il problema è che ci sono 7-8 metodi per risolverli e non riesco mai a capire quale funziona meglio. in particolare non capisco se in realtà tutti i metodi sono validi e portano allo stesso risultato.. Non capisco cosa sbaglio ma pur facendo passaggi algebrici di semplificazione che mi sembrano corretti, non arrivo al risultato corretto. Cioè con i limiti è facile sbagliare perché ogni risultato è potenzialmente corretto. mi date qualche dritta su come affrontare un limite "complesso"? PS: sto affrontando analisi 1 quasi da autodidatta quindi sto facendo un po' di fatica :help: :stordita: |
ciao spero che tu abbia chiaro il concetto di limite.
Purtroppo le varie forme di risoluzione sono utili quando servono. Alcuni esercizi si risolvono facilmente con un metodo e con un altro non riesci proprio. non c'e' una regola buona per tutto. Fai tanti esercizi, parti da quelli piu' semplici e poi vai a quelli piu' difficili. Cerca dei libri che presentato tanti esercizi e risolvili. Una cosa molto utile è quella di fare esercizi con altri se possibile cosi ti confronti e capisci quali sono i tuoi punti deboli e magari qualcuno riesce a darti un piccolo aiuto per poter andare avanti. |
Quote:
limiti notevoli .. Il mio consiglio è di impararti bene gli sviluppi di taylor e mac laurin più importarti, e svolgere tutto usando opiccoli e robe simili.. e fai molti esercizi prova a ragionare su questo: lim x->1 (sen(pi*x^3) + 3*pi*(x-1)^2)/(x - x^(1/5)) |
[Official Thread]Richieste d'aiuto in MATEMATICA: postate qui!
Qualcuno mi può dimostrare la non esistenza di questo limite (almeno così dice WolframAlpha)? Io non riesco a beccare la giusta direzione.
lim (5x+3y)/(x^2+y^2) as (x,y)->(0,0) Grazie! |
Quote:
Che cosa succede per x > 0 ed y = 0? Che cosa succede per x < 0 ed y = 0? |
Infatti, ma non riesco a dimostrare la non esistenza tramite direzioni diverse. Qualcuno me lo può fare?
|
Quote:
|
ragazzi mi sapreste aiutare con il dominio della funzione
(3*arcocotan(x) -pi)^pi il risultato è ]-inf, -(3^1/2)/3] u [0,+inf[ mi ritrovo la prima parte ponendo tutta la parte in parentesi >=0 e facendo e passando alla cotangente, ma non riesco a capire da dove esce la seconda parte ,perche [0,+inf[ ? grazie a tutti per l'attenzione |
Quote:
perché imponi che la base debba essere positiva? (probabile che sia una cosa che non ricordo ) |
in pratica avendo esponente reale si pone:
3*arcocotan(x) -pi>=0 che per la decrescenza della cotangente si cambia segno di disequazione(giusto?) e si ha: x<=cotangente(pi/3) da cui x<= - sqrt(3)/3 da cui la prima parte del dominio, la seconda non me la so spiegare |
Quote:
by the way, se consideri la stessa funzione, invece che a valori reali, a valori complessi credo che il dominio dovrebbe coincidere con R |
risolvendo con wolfram da ragione al libro non so proprio che pesci prendere. Troppo presto per analisi complesse :D
|
Quote:
Da quello dici, non puoi elevare un numero negativo a potenza irrazionale, per cui il campo di esistenza che riporta il tuo libro è sbagliato.. edit: forse è meglio che mi ristudio, nei ritagli di tempo, le funzioni trigonometriche: è vero, l'arcocotangente è una funzione monotona decrescente ma NON è continua in zero !! lo vedi facile se fai un grafico con wolfram alpha: grafica il membro di sx della disequazione che devi risolvere, e poi trova le che x la cui ordinata sta sopra la retta y = 0 (il solito metodo per risolvere graficamente disequazioni) ... insomma ti becchi soluzione 0 < x < 1/sqrt(3) (a meno di uguali) , che non è né quella che riporta il libro, né quello che hai trovato, ma è anche la soluzione che wolfram riporta ... perché cot(pi/3) = -1/sqrt(3) ??? cot(pi/3) = 1/tan(pi/3) = 1/sqrt(3) |
scusa ma la funzione non è questa?
mi sembra continua in zero, forse hai visto su wolfram dove secondo me prendono una restrizione del dominio diversa, forse da quello nasce il disguido? |
Quote:
|
ma sei sicuro che la elevazione a potenza sia pi-greco?
|
Sisi l'esponente é pi greco. Il mistero si infittisce :-)
|
La seconda parte del dominio
[0,+inf[ non è inclusa totalmente, basta semplicemente sostituire un qualunque numero di questo intervallo maggiore di 1/sqrt(3) (cioe circa 0,6) nella funzione per ottenere numeri negativi. ad esempio per x=1 otterresti 3*pi/4 - pi = -(1/4)pi che è negativo quindi non adatto ad essere elevato a potenza reale per valori ancora piu' grandi il numero negativo cresce in valore assoluto. Quindi i numeri accettabili sono quelli da (-inf,1/sqrt(3)) oppure scritto come (-inf, sqrt(3)/3 ) |
mi sa che é l'unica spiegazione, grazie a tutti :-)
|
Quote:
Lo dico perché, ad un'occhiata veloce, GNU Octave sembra pensarla esattamente in questo modo :eek: Ah: e poi, ovviamente, c'è la possibilità che questi software considerino qualche prolungamento analitico dell'arcocotangente, sviluppato in serie di potenze... |
Nel venire qui per postare un nuovo dubbio, mi sono accorto di non aver neanche ringraziato per il suggerimento in quel limite che avevo postato ormai due mesi fa. Evidentemente tapatalk non aveva inviato il messaggio. Quindi grazie!
Adesso sto studiando le forme differenziali, campi e potenziali. Ho però un grosso dubbio. Io so che una forma differenziale è esatta se e solo se il campo è conservativo, di conseguenza esiste una funzione potenziale; e so anche che se una forma differenziale è esatta allora è chiusa. L'implicazione contraria vale solo per i domini semplicemente connessi, per i quali posso verificare se la forma differenziale è esatta, provandone la chiusura con le derivate incrociate. E fin qui ci sono. Il problema si pone quando voglio verificare se una forma differenziale è esatta in un dominio che non è semplicemente connesso. Per esempio, prendiamo R^2 privato dell'origine: è giusto calcolare l'integrale curvilineo di seconda specie sulla circonferenza chiusa centrata nell'origine, di raggio 1? Se vedo che non è nulla (come dovrebbe essere dato che è un percorso chiuso), allora è corretto concludere che la forma non è esatta? Se considerassi invece come dominio R^2 con y!=0, come mi dovrei comportare? Grazie già anticipatamente! |
Se ho capito bene, "R^2 con y!=0" significa "il piano, privato dell'asse delle ascisse".
Questo dominio non solo non è semplicemente connesso: non è affatto connesso! Però, ciascuna delle sue componenti connesse (sottoinsiemi connessi massimali) è semplicemente connessa. Quindi, una forma differenziale che sia chiusa in una di queste componenti connesse, sarà anche esatta in quella componente connessa. |
Perfetto, avevo anch'io fatto un ragionamento del genere, ma non ero sicuro che fosse giusto. Grazie!
Invece quando è che devo calcolarmi la funzione potenziale costruendo una curva (tipicamente ad L)? Mi riferisco al classico esempio della forma differenziale -y/(x^2+y^2)dx+x/(x^2+y^2)dy. Se come dominio prendo R^2 escluso l'origine vedo che non è esatta calcolando l'integrale curvilineo di seconda specie sulla circonferenza centrata nell'origine. Se considero R^2, x>0 a questo punto so che è esatta e mi calcolo la funzione potenziale usando l'integrale curvilineo di seconda specie su una curva a L. Non ho ben capito perché devo usare questo procedimento, e quindi quando devo usarlo... |
Il punto è che le forme differenziali esatte in un dominio sono precisamente le forme chiuse il cui integrale lungo un qualsiasi cammino chiuso contenuto nel dominio è nullo.
Se il dominio è semplicemente connesso, allora sei sicuro che l'integrale di una forma chiusa lungo un cammino chiuso è nullo: questo perché l'integrale di una forma differenziale chiusa lungo un cammino chiuso è lo stesso che su qualsiasi altro cammino chiuso omotopicamente equivalente al primo, e in un dominio semplicemente connesso ogni cammino chiuso è omotopicamente equivalente ad un punto. Se il dominio non è semplicemente connesso, questo trucco non funziona più. |
E quindi devo calcolarmi la funzione potenziale come integrale curvilineo di seconda specie ogni volta che non ho un dominio semplicemente connesso? E dovrei poi controllare se il suo gradiente corrisponde al campo per capire se è conservativo (e quindi una forma esatta), giusto?
|
Ho un'altra domanda, forse stupida. Mi viene data una forma differenziale su un dominio semplicemente connesso di cui ho già verificato l'esattezza e ho trovato la funzione potenziale. Se mi viene chiesto di calcolare l'integrale curvilineo di seconda specie lungo la curva ottenuta dall'intersezione di z=x^2+4y^2 e z=3x-2y da (0,0,0) a (1,1/2,2), posso sfruttare la funzione potenziale sostituendo gli estremi giusto? Ma se la forma non fosse stata esatta, e avessi dovuto calcolarlo da definizione, come avrei parametrizzato quella curva? Grazie ancora!
|
salve, qualcuno mi sa dire cos'è la risposta impulsiva di un segnale (in ambito "analisi dei dati e segnali")?
|
sono in difficoltà con la convergenza uniforme delle serie di funzioni... non ho ancora ben capito come affrontare gli esercizi.
Se mi ritrovo una serie di funzioni qualsiasi, dimostro l'eventuale convergenza assoluta nell'eventuale dominio di convergenza e fin qua ok, ma poi quando devo trovare se converge uniformemente non ho la minima idea da dove cominciare. E non ho capito la storia del maggiorante del |fn(x) - f(x)| :stordita: |
Per dimostrare che una serie di funzioni f_n converge uniformemente ad una somma S in un certo insieme U, devi far vedere che, detta S_n la somma parziale dei termini fino all'n-esimo, comunque preso e > 0, puoi trovare k >= 0 dipendente da e ma non da x, tale che, se n > k, allora |S_n(x) - S(x)| < e per ogni x in U.
Tipico esempio con le serie di potenze: La serie di funzioni f_n(x) = x^n converge uniformemente nell'intervallo (-1/2, 1/2) alla funzione S(x) = 1 / (1-x). Questo perché la serie resto è: e puoi maggiorare in modulo x^{n+1} con 1/2^{n+1} ed S(x) con 2. |
Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 17:19. |
Powered by vBulletin® Version 3.6.4
Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Hardware Upgrade S.r.l.