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grazie a tutti razionalizzando dentro mi era appunto venuto log in base 2 di 6..
ma essendo che la mia calcolatrice non fà o non riesco log in base diversa da 10 non riuscivo a capire che i due risultati erano uguali.. ancora adesso non riesco a capire ln3/ln2 +1 = log in base di 6..come mai? |
sfrutta le proprietà dei logaritmi
logX in base y = log(X)/log(Y) quindi log(3)/log(2)=log(3)in base 2 essendo 1 log(2) in base 2 e la somma di logaritmi con la stessa base un logaritmo con la stessa base e il prodotto tra gli argomenti ottieni il tuo risultato |
scusa quindi ln3/ln2 +1 uguale a log(3) base 2 + 1
e da qui ad arrivare log(6) base 2 non riesco a capirlo? :cry: |
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log2(base2)+log3(base2)=log(2*3)base2 (la somma di logaritmi con la stessa base equivale a un log con la stessa base e il prodotto degli argomenti) |
continuo a non riuscire a capire... :mc: avrò la testa di coccio :p
il risultato che mi viene è Log 6(base2) il risultato di derive ln3/ln2 + 1 ln3/ln2 posso scriverlo anche come Log 3(base2) mi rimane il +1 da mettere.. quindi non riesco a capire come possono essere uguali: Log 6(base2) con Log 3(base2) +1 |
guardati le proprietà dei logaritmi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Logaritmo |
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In quanto sto per scrivere indico log2(x) il logaritmo in base 2 di un generico numero positivo x. Allora: log2(6) = ln6/ln2 = ln(2*3)/ln2 = (ln2 + ln3)/ln2 = ln2/ln2 + ln3/ln2 = 1 + ln3/ln2 = ln3/ln2 + 1 dove al primo segno di eguaglianza è stato applicato il cosiddetto teorema del cambiamento di base. Spero di esserti stato di aiuto. :ciapet: |
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Appunto! Per la sua "potenza", in molti casi utilizzarlo sarebbe un po' come "sparare ad una mosca con un cannone"! Senza tenere conto, inoltre, che la sua applicazione è condizionata anche all'esistenza del limite del rapporto delle derivate delle funzioni che generano l'indeterminazione 0/0 ovvero oo/oo - limite che, come sai, non sempre esiste; che è molto tecnico e didatticamente poco formativo; che non possiede l'eleganza tipica di altri metodi; che non consente di avvicinare la mente alla bellezza dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo... Insomma, dal punto di vista matematico, in generale è cosa un po' "vastasa" tirarlo in ballo! :ciapet: |
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Comunque non ho mai letto quel racconto, senz'altro raccoglierò il suggerimento :) |
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Ti accorgerai che Asimov ha affrontato in modo un tantino diverso il tema della "luce". ;) |
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saresti dio altrimenti :D |
avrei due domande da fare :D
la prima riguarda un limite: ho la funzione y=(x+1)e^(1-x), che può essere riscritta come: y=(x+1)e/e^x limite per x che tende a meno infinito: lim (x+1)e^(1-x)= -inf. controllato il risultato anche con derive. per un mio errore (pensavo che quella sopra fosse una forma indeterminata) ho usato il teorema di de l'hopital: lim (x+1)e/e^x = lim e/e^x = inf controllato anche questo con derive...com'è possibile che cambi di segno applicando il teorema? seconda domanda: come integro una circonferenza? devo calcolare l'area dei settori in cui la funzione y=(x^2-1)/2x divide la circonferenza x^2+y^2-2y-1=0 |
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Risposta alla prima domanda: in un intorno di -inf la funzione in questione ha segno negativo, ed essendo continua nel suo dominio, per il teorema della permanenza del segno anche il limite sarà negativo. Se hai ottenuto una contraddizione, evidentemente avrai commesso un errore nel calcolo delle derivate. Per il calcolo del limite in sé, basta osservare che l'ordine di infinito dell'esponenziale è maggiore di quello di un polinomio di qualunque grado (nel tuo caso, poi, il polinomio di primo grado (x+1) che rimane a numeratore), per cui il risultato è infinito (con segno meno per quanto detto prima). Risposta alla seconda domanda: devi prima esplicitare la circonferenza. Per far questo, puoi scrivere: y^2 - 2y +(x^2 -1) =0, da cui (soluzioni di una eq. di II grado in y): y = 1-rad(2-x^2) et y = 1+rad(2-x^2) le quali rappresentano le equazioni delle due semicirconferenze, inferiore e superiore, la cui unione dà la circonferenza di partenza. Poi sono solo conti di integrazione - occhio che esistono metodi ad hoc per integrare radici che abbiano come radicando la differenza di due quadrati... |
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Mah... stiamo forse parlando di un "dio" asimmetrico? Di un dio che ha "dimenticato di mettere al mondo" il monopolo magnetico? :eek: :confused: Magari gli imperfetti siamo noi - anzi sicuro... :D Troppe cose ancora ci sfuggono. Dietro un'apparente asimmetria nelle equazioni di Maxwell, potrebbe celarsi invece una non ancora compresa "divina simmetria"... :ciapet: |
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per la prima: nella prima parte hai detto che il limite avrà segno negativo, nella seconda hai detto che il limite dà come risultato + inf., quindi non capisco...questa è una contraddizione :mbe: comunque sia, il calcolo delle derivate è giusto: D[(x+1)e] = D[ex+e] = e D[e^x]=e^x |
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E vabbé, i matematici non si chiedono mai se sarà "utile" o se sia "interessante".
L'importante è che sia "matematicamente bello". :D Silvio, tu che ne pensi? :Prrr: |
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