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cmq mi sono impiccato al compitino cercando di risoverlo con mac laurin :cry: |
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;) |
ovviamente non è 2^(senx+1) / (senx+1)
vero? oddio e io c'ho l'esame forse venerdi.... |
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Osserva che cosx dx è il differenziale di senx, ovvero si ha: d(senx) = cosx dx Dunque abbiamo: Int((2^senx)* cosx dx) = Int((2^senx)dsenx) e ponendo senx = t (ma non sarebbe neppure necessario...) l'integrale diventa banale (basta che trasformi 2^t in e^(t*ln2) e risolvi... ;) |
aspetta dunque
vediamo se ci riesco int ( (e^((senx + 1)ln2)) * cosx ) primitiva: e^(senxln2 + ln2) perchè derivata viene (e^(senxln2 + ln2)) * (cosxln2 + 0) quindi si dovrebbe per esigenze di semplicità moltiplicare l'integrale per ln2 e dividerlo fuori per ln2 giusto? cioè 1/ln2 * int ( (e^((senx + 1)ln2)) * cosxln2) abbi pietà il mio prof m'ha spiegato tutti gli integrali in una settimana a metà dicembre, e io li ho studiati solo oggi in 30 minuti :D |
uhm no aspe sono un'idiota :D
non so perchè ma l'ho fatto partendo da int (2^(senx + 1) * cosx dx) invece il due era elevato solo a senx ma anche ammesso che fosse come ho fatto io, ho fatto giusto no? |
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Se fosse stato (senx + 1) ad esponente cambiava poco, perché 2^(senx + 1) è come dire: 2*2^senx, per cui devi solo portare davanti il segno di integrale la costante moltiplicativa 2. Scusami, i tuoi passaggi al momento non ho la lucidità di analizzarli. Segui la strada che ti ho dato e giungerai alla soluzione... |
Salve ragazzi, sto sempre preparando algebra...
Ora facendo i reticoli mi è comparso un dubbio riguardo la cosa più stupida del mondo... Minoranti e maggioranti! Guardando su Wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Maggiorante_e_minorante ) al primo esempio, chi mi spiega perchè i maggioranti sono {3,4,5...} e non {4,5...} ? Perchè il 3 è maggiorante ma ad esempio l'unico minorante è 0? Insomma, dato un insieme X' incluso in X, quand'è che i minoranti di X' possono appartenere ad X' stesso? Di conseguenza sup e inf, quando possono appartenere all'insieme X' ? Grazie a tutti... |
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saluti :cincin: |
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Infatti, ogni numero da 3 in su non e' inferiore ad alcun elemento di {1,2,3}, e ogni numero da 1 in giu' non e' superiore ad alcun elemento di {1,2,3}. (Oltretutto, ogni insieme non vuoto di numeri naturali e' dotato di minimo.) Quote:
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Allora... Dato un insieme S={1,2,3} e un insieme T={1,2}, c'è un'applicazione f: X appartenente a P(S) --> |XΩT| (intersezione, non sono riusicto a trovarla :stordita: ) appartenente a {0,1,2}, una relazione d'ordine (parzialmente ordinata) in P(S): X*Y<=> |XΩT|<|YΩT| v X=Y. Ora l'esercizio in questione mi chiede di dimostrare perchè (P(S), *) non è un reticolo... Sapendo quand'è che un reticolo si chiama tale, me lo sapresti dimostrare tu perchè? Ti ringrazio, ti farò una statua d'oro... :D |
PROBLEMA DI MASSIMI E MINIMI
mmm mi potete dire se questo esercizio di massimi e minimi è svolto correttamente:
"Si consideri un quadrato di lato 1 ed i triangoli iscritti con base su di un lato e vertice sul lato opposto. Tra tutti questi triangoli trovare quello di perimetro massimo" Vabbè chiamo AB la base del quadrato che mi diventa anche la base del mio triangolo e C il vertice del triangolo che si sposta sul lato opposto del quadreato. Se uno si fà il disegno il problema risulta essere deficiente in quanto è chiaro che ci sono due triangoli di perimetro massimo e sono quelli aventi i vertici C ai due estremi del lato del quadrato. Volendo usare un po' di analisi (purtroppo glielo dovrò fare così sul compito di Martedi :cry: ) dico che x € [0,1] quindi x si può spostare da 0 ad 1 passando per tutti i valori intermedi Reali. Mediante il teorema di pitagora trovo quanto valgono i due lati obliqui in funzione di x e cioè: AC = (1 + x^2)^(1/2) BC = (x^2 - 2x + 2)^(1/2) quindi la funzione del perimetro è: 2p = f(x) = 1 + (x^2 - 2x + 2)^(1/2) + (1 + x^2)^(1/2) Svolgendo le dovute semplificazioni la derivata prima risulta essere: f ' (x) = [(x^2 -2x + 2)^(-1/2)]*(x-1) + x*(x^2 + 1)^(-1/2) Ora studiarsi una robba del genere >= 0 è un casino...da ammazzarsi di conti...e quà sorgono i casini... La mia idea per evitare di ammazzarmi di conti è questa...guardo f(x) In f(x) sommo quantità sempre POSITIVE perchè (facilmente dimostrabile): 1 > 0 (x^2 - 2x + 2)^(1/2) > 0 (1 + x^2)^(1/2) > 0 quindi potrei pensare che la mia funzione è monotona crescente in qualche intervallo perchè all'aumentare di x dovrebbe aumentare il valore di f(x) Facendo qualche altra considerazione: 1) Asintoticamente per x molto piccole o x molto grandi la funzione andrà comunque a + infinito 2) Guardando il disegno del quadrato ci si accorge immediatamente che avrò un punto critico in x = 1/2 mettendo insieme 1 e 2 posso dire che la funzione ha un minimo assoluto in x= 1/2 quindi considero il mio intervallo e calcolo nei punti ai bordi dell'intervallo [0, 1] quindi i due triangoli di perimetro massimo saranno quello avente vertice in x = 0 e quello avente vertice in x = 1 Se si calcola la funzione f(x) con x=0 e x=1 infatti il risultato è il medesimo Dite che può andar bene come metodo risolutivo o è molto porcoso? Cioè studiare quella derivata è un incubo perchè avrei dovuto fare l'MCD..avrei avuto radici sopra e sotto...un incuboooo...è molto porcoso farlo come l'ho fatto o come raggionamento può filare mmm l'esercizio correttamente svolto varrebbe 8 punti...quanti me ne dareste? Grazie Andrea |
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Andiamo per gradi. E' vero, Pascal diceva che "il cuore ci rassicura della giustezza dei passaggi matematici", ma Pascal era Pascal e nel '600 il calcolo differenziale era ancora un terreno alquanto accidentato! Mai fare ragionamenti "a naso" in matematica! O comunque, utilizzare sempre moooolta cautela! La derivata a me viene: p'(x) = x/rad(x^2+1) + (x - 1)/rad(x^2 -2x +2) con x che varia in [0, 1]. Se poni p'(x) maggiore o eguale a zero e riduci ad un'unica frazione, ti accorgi che il denominatore è sempre positivio, per cui il segno dipende solo dal numeratore, e ottieni: p'(x) >= 0 se e solo se xrad(x^2-2x+2)>=(1-x)rad(x^2+1) Quadrando ambo i membri (nessun problema poiché ogni fattore è non negativo) e facendo qualche conto trovi: x>=1/2 Ne viene che p'(x) decresce in [0,1/2[ e cresce in ]1/2, 1], annullandosi in x=1/2. In x=1/2 si ha allora un minimo (triangolo isoscele inscritto nel quadrato nel modo detto); gli estremi dell'intervallo sono invece punti di massimo assoluto (triangoli rettangoli aventi come cateti i lati del quadrato). A me non sembra che ci fossero conti complicati. Basta non fare errori ed avere le idee chiare. Di sicuro esistono altri modi di risolvere il problema, anche più eleganti, ma va bene anche così. Ciao. |
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Considera la relazione *: fai presto a vedere che, se X*vuoto, allora X=vuoto, e se X*{3}, allora X={3}. Ma allora, dato che {3} non e' vuoto, il sottoinsieme {vuoto,{3}} di P({1,2,3}) non puo' avere un estremo inferiore. |
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Ti ringrazio... :cool: |
ho appena dato il mio primo esame universitario (escludendo conoscenze informatiche che ho dato grazie all'ECDL)
ovviamente matematica generale, facoltà di economia e amministrazione a palermo però ho preso un voto di m***a, 20, perchè ci sono stati un miscuglio di eventi che mi hanno danneggiato (perchè obiettivamente, ero più preparato di tanti altri che se ne sono andati con 26) l'ho accettato perchè di sti tempi non si butta niente, però che cavolo mi ero partito per fare il colpaccio del 30 |
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I voti sono relativi... l'importante è essere soddisfatti della propria prestazione (ed essere onesti con se stessi). Mai aspettarsi giustizia o correttezza all'università - un po' come nella vita. Nessuno, in quel luogo, si prende la briga di analizzare nel dettaglio lo svolgimento di un esercizio, nessuno pondera con cognizione gli esercizi da assegnare ed il modo in cui valutarli, nessuno sa cosa significhi fare "didattica". Forse ci sarà qualche eccezione da qualche parte, ma è appunto un'eccezione, e conferma solo questa triste regola... Poi vorrei capire che senso hanno certi esercizi terribilmente calcolosi, se servano forse a verificare l'assimilazione di un argomento o l'acquisizione di una competenza. Non credo proprio, visto che si potrebbe verificare entrambe le cose con esercizi semplici ma significativi, ovvero esercizi semplici ma non banali. Gli esercizi molto tecnici e complicati assegnati allo scritto hanno solo un obiettivo: fare selezione ed avere meno studenti da interrogare all'orale. Certo, una verifica scritta è importante perché "fotografa" il grado di preparazione dell'allievo, che da parte sua magari non si è applicato come avrebbe dovuto; ma è pur vero che, in molti altri casi questa preparazione è carente perché gli esempi svolti a lezione, gli esercizi e la stessa teoria non hanno la chiarezza che dovrebbero avere. E soprattutto non stimolano l'allievo ad impossessarsi di quella capacità di "confutare" che, come osservava ottimamente Karl Popper, è sempre il gradino più elevato da raggiungere nello studio delle scienze esatte. In matematica, le cose veramente interessanti sono sempre le più semplici, quelle che puoi spiegare all'uomo della strada, per dirla con Chasles! E, vedi caso, sono anche quelle che affinano il pensiero e "spalancano" una grande quantità di porte su argomenti relativamente più "complessi"... - questo è, almeno, il mio punto di vista. Complimenti! E in bocca al lupo per il seguito... ;) |
sei grande... ;)
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mmm stimare un valore con Taylor
Oddio mertedi secondo esonero di analisi...non sò come ma DEVO passarlo !!!
Vi prego datemi una mano ormai stò alla frutta :cry: Stimare arcsen(1/2) con la precisione di 1/2 (quindi pari al 50%) Allora lui in classe lo ha iniziato così.... Ha detto...faccio lo sviluppo di arcsen(x) considerando l'intervallo [0, 1/2] quindi X0=0 X=1/2 Mi pare che la derivata prima si annulli quindi se mi fermo alla derivata seconda potrei approssimare arcsen(X) con X e poi dice che: f ''(x) = x(1-x^2)^(-3/2) allora |f ''(x)| <= (1/2)*(3/4)^(-3/2) da quello che ho intuito visto che sommo la derivata seconda dice che se mi fermo ad approssimare a prima della derivata seconda l'errore che commetto è sicuramente minore o unguale al valore massimo della derivata seconda che stò ignorando (ci può stare come discorso?) in quanto sostituisco x con il valore dell'intervallo che mi fà ottenere il massimo nella derivata seconda facendo i conti ottengo che: |f ''(x)| <= (1/2)*(8/rad(27)) che è circa pari a: 0.76 Ora visto che voglio stimare 6*arcsen(1/2) allora anche la quantità massima che potrei trascusare viene moltiplicata per 6 quindi è circa pari a: 0,76*6 = 4,56 il chè non va bene perchè volevo approssimare con la precisione di 1/2 quindi dovrei provare aggiungendo un ordine. Apparte che aggiungengo altri ordini non mi viene ma la cosa non mi quadra... perchè in classe l'ha risolto così? Io sapevo che l'errore commesso era pari a: (M/(n+1)!)*(X-X0)^(n+1) appunto dalla formula di Taylor Insomma non ne riesco ad uscire fuori... 1) Il raggionamento che ha fatto lui in classe fila? posso scrivermi lo sviluppo di arcsen(x) considerare fino a un certo ordine e dire che l'errore che commetto è sicuramente minore o uguale al valore massimo che avrebbe l'ordine successivo? :eek: 2) Posso usare la seconda formula che ho scritto alla fine per stimare l'errore con precisione un mezzo in questo esercizio? Se non è chiedere tropo all'atto pratico mi dite come si fà? non ci riesco è da ieri che mi ci impicco e mi sento stupido. Grazie Andrea P.S: spero per voi e per me di passarlo il 16 così finisce questa agonia da forum |
y=arcsen x
y'= 1/[radicequadrata(1-x^2)] y(0) = 0 y' (0) = 1 ( e non zero come supponevi...) quindi mi sa che devi rifare un pò di conticini... |
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se al posto di farlo ieri lo avessi fatto oggi o una delle successive volte, avrei anche potuto prendere 30 bastava che al posto di quella funzione me ne avesse data un'altra (anche se di quella ho fatto solo due errorini di calcolo e mai di concetto), al posto delle combinazioni mi avesse dato una moltiplicazione di matrici (anche se le combinazioni quando mi ha detto che non andavano bene le ho rifatte e tutte perfette) e non mi avesse fatto fare un esercizio che non aveva mai sperimentato lui in classe, avrei fatto uno scritto ottimo, che poi all'orale si sarebbe tramutato in un ottimo inizio, invece già dall'inizio ha esordito "se prosegui con l'orale, visto lo scritto, parti male", io non avevo voglia di rifarlo tra 5 mesi (maledette regole dell'unipa, in altri posti ci sono esami ogni mese, o ce ne sono tante parti spezzettate, qua invece cornuto e bastonato) praticamente fa esami a 15 persone ogni giornata, e dà 15 compiti diversi, che non variano solo per i dati, ma cambiano anche gli esercizi! ad esempio a me è capitato un integrale definito per parti (cazzata), uno studio di funzione, una domanda sui punti di accumulazione, un calcolo di possibilità, un esercizio da svolgere sulla definizione di un limite (e li è che non ha mai fatto un esempio alla lavagna, ma si è sempre limitato a dire "f(x) < - M", si e grazie al c.... ma poi una volta che svolgo i calcoli e mi viene na roba tipo "5 - sqr(7/M) < x < 5 + sqr(7/M)" cosa devo dire? non ha mai fatto un esempio alla lavagna ad altri è capitata una moltiplicazione di matrici (che gran cazzata, e la ragazza vicina a me che aveva questo manco sapeva farlo e mi chiedeva cose a me, alla fine cmq lei ha rinunciato all'orale) ed altra roba, a volte più semplice insomma è na questione di culo, se ti capita il compito facile, quando vai all'orale già parti da un ipotetico 30, sennò come me parti già che sembra che stai sulle palle al prof |
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;) P.S.: ah, ma la ragazza almeno era carina? :Prrr: |
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...fortuna che è di Palermo! :D |
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io non sono di palermo :cry: ci sto solo quando c'è lezione dal lun al venerdi e sono pure a piedi :( |
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...Magari lei ha la macchina... :Prrr: |
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:oink: :oink: :oink: è una buona soluzione :oink: :oink: :oink: mi offrirò di darle "ripetizioni" di matematica :oink: |
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:O |
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Senza starsi a valutare Quote:
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Codice:
(M/(n+1)!)*(X-X0)^(n+1) <= 0.76/2 * 1/4 = 0.085 EDIT: di fatto, arcsin 1/2 = Pi/6 = 0.523..., per cui, se approssimi arcsin 1/2 con 1/2 arcsin' 0 = 1/2, lo scarto è fra il 2 e il 3 per cento. |
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ANALISI
mmm lo sò che rompo le palle..spero che da martedi in poi non avrò più bisogno hehe
Vi poisto una serie die sercizzi che mi creano qualche problema: 1) Studiare la convergenza della serie: SOMME da n=1 ad infinito di [ln(1 + (1/n)]^2 allora è come se avessi la funzione logaritmo al quadrato quindi posso fare: SOMME da n=1 ad infinito di 2*ln(1 + (1/n)] quindi visto che 2 è una costante lo porto fuori dalla sommatoria e ho: 2*SOMME da n=1 ad infinito di ln[(1 + (1/n)] quini io sò che: SOMME da n=1 ad infinito di ln[(1 + (1/n)] <= SOMME da n=1 ad infinito di (1/n) che non converge quindi non posso dire nulla della prima? oddio come si fà? 2)Si calcoli il limite: (1/n^2) * SOMME da k=0 ad infinito di: k Oddio un'idea c'è l'avrei ma è moltooo una porcata credo... la serie è un limite, in questa serie sommo valori di k che vanno da 0 a infinito quindi è come se avessi delle somme parziali del tipo: 0 0+1=1 0+1+2=3 0+1+2+3=5 0+1+2+3+4=10 quindi sembrerebbe ovvio che la serie và ad infinito e quindi nel limite iniziale avrei una forma infinito su infinito...tocca vedere se và più velocemente ad infinito la serie o n^2...cioè io sono convinto che cresca più velocemente n^2 perchè moltiplico n per se stesso e se n è grande mi diventa un numero molto grande mentre nella sommatoria sommo ad n termini sempre più piccoli però non sò come dimostrarglielo in maniera rigorosa |
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In realtà la cosa è molto semplice se ti ricordi che log(1+x) va a zero come x. Quote:
Che se fosse così, la cosa diventerebbe davvero molto facile... e il limite sarebbe 1/2. |
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1) La serie data ha lo stesso carattere della serie di termine generale 1/n^2, e pertanto converge. Riesce infatti: lim [ln(1+1/n)/(1/n)]^2 = 1^2 = 1 ed essendo 1 diverso da zero le due serie hanno lo stesso carattere. Tieni conto che ho saltato un paio di passaggi... 2) Il limite dato vale 1/2, purché la somma sia per K che va da zero ad n e non da zero a + infinito (in caso contrario, il risultato sarebbe proprio + infinito, ma dimostrarlo richiederebbe un attimo di attenzione in più). Posto allora che dark abbia commesso un errore di copiatura, si perviene al risultato osservando che la serie coincide con la somma dei primi n numeri naturali, ovvero con l'espressione: n(n+1)/2. Pertanto, passando al limite su n si trova: lim [n(n+1)/(2n^2)] = 1/2 Il dubbio su un eventuale errore di copiatura, del resto, era già stato sollevato a suo tempo da ziosilvio, che aveva pure osservato come il risultato del limite fosse appunto 1/2, nell'ipotesi k andasse proprio da zero ad n. :D |
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Se quello che intendeva D4rkAng3l è allora quindi |
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Tu dici: se esiste allora, come conseguenza del Teorema di Stolz-Cesàro, esiste anche e i due limiti coincidono. A questo punto, tu dici: poniamo e applichiamo il teorema a Solo che quindi il Teorema di Stolz-Cesàro ti dice che ossia, la decomposizione riconduce a una forma indeterminata "zero per infinito"... sulla quale, notoriamente, nulla si può dire senza ulteriore analisi. |
:read:
Scusate se non sono intervenuto prima. Causa problemi con la linea non mi è stato possibile collegarmi. Oggi, dopo l'intervento di ziosivio mi sono accorto di avere effettivamente commesso un grossolano errore :doh: nel limite di cui al punto 2 del post precedente (ho applicato una regola sulla proprietà associativa nel prodotto dei limiti valida, ovviamente!, solo se non sono presenti forme di indeterminazione! Colpa della linea che andava e veniva, dell'ora tarda o dell'età che avanza??? :p ). Ho già provveduto a correggere il risultato in quel post... Grazie a ziosilvio che è sempre attento e puntuale! :D Non escludo, comunque, che lo stesso limite possa essere effettivamente calcolato applicando il corollario di Stolz-Cesàro a cui mi ero rifatto ieri. Appena posso, ci penso e vi faccio sapere... ;) |
grazie ragazzi grazie...oddio lo ho domani...mi sento una zappa...alcuni esercizzi vengono...altri no :cry:
Mi potreste fare un esempio di funzione ovunque differenziabile ma che non ammetta derivata seconda in 0 per favore? |
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