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Se nel libro c'è scritto 3x al denominatore, allora è sbagliato il libro, altrimenti hai scritto male tu :D Quote:
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ci sono arrivato anche io ma mi fermo qui... Uff...quanto mi fa ammattire sta algebra lineare.. Ciauz |
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Semplicemente, moltiplica e poi somma i vettori: ... = (3, 3(1+t)/2, 3/2) - (1, (3+3t)/2, 1/2) = (2, 0, 1) (Chiedo scusa, prima ho scritto (3,0,1)...) |
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Edit: y=(3x^2-4x+7)^3(2x^2-5x+4)^2 Perchè mi sto ammattendo dietro questa cavolata di derivata senza riuscire? |
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Amo l'analisi e mi viene bene... ma a volte mi impiattello in cavolate come queste di algebra lineare :cry: :cry: |
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y=[(3x^2-4x+7)^3]*[(2x^2-5x+4)^2] la funzione è del tipo y=f(x)*g(x) y'=f'(x)*g(x)+f(x)*g'(x) f(x) e g(x) sono del tipo y=h(x)^n la cui derivata è y'=n*h(x)^(n-1)*h'(x) quindi y= 3[(3x^2-4x+7)^2]*(6x-4)*[(2x^2-5x+4)^2] + [(3x^2-4x+7)^3]*2(2x^2-5x+4)*(4x-5) raccogli i fattori comuni... y= [(3x^2-4x+7)^2]*(2x^2-5x+4) * [6(3x-2)*(2x^2-5x+4) + 2(3x^2-4x+7)*(4x-5)] svolgi i conti nella seconda parentesi quadra... |
Ho questo esercizio d'esame:
dimostrare o confutare la seguente affermazione: , allora . Allora io fatto così: equivale a: equivale a: Dunque dalla seconda ottengo: e poiché e per l'algebra dei limiti ho: = ottengo ... ora che ho ottenuto questo, non riesco a capire se l'affermazione è dimostrata o confutata... anche se teoricamente non sapendo f(x) non potrei valutare l'ultimo limite che ho ottenuto, giusto? Dunque l'affermazione è errata o no? :confused: Anche perché se fosse vera allora le tre domande vero/falso dell'esame che ho fatto sarebbero tutte vere (e delle altre due sono sicuro)... |
salve ragazzi...qualcuno sa dirmi cosa si intende per componente radiale?
grazie ...ciaoo |
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In pratica in detto moto le forze sono dirette lungo la tangente alla circonferenza che forma questo genere di moto e lungo un raggio (radiale) della stessa circonferenza. Spero di aver detto giusto! |
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Fa' attenzione: x+5 non è infinitesimo per x che tende a zero, quindi un fattore x+5 non dà alcun contributo all'ordine di infinitesimo nell'origine. |
Riecchime!
Questa volta è calcolo numerico :eek: :nera: per cui ragazzi aiutatemi! Allora sono alla dimostrazione del perchè una matrice ha inversa se e solo se il suo det è diverso da 0. Prende una matrice qudrata A e le associa una matrice "A tilde" che dovrebbe essere l'aggiunta di A da questo momento in poi la dimostrazione è arabo per me! |
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det non nullo --> invertibile: definisci B per mezzo di essendo A_{i,j} la matrice ottenuta da A togliendo la i-esima riga e la j-esima colonna. Calcoliamo l'elemento di indici (i,j) della matrice AB: Questa espressione, a guardar bene, rappresenta lo sviluppo di Laplace, rispetto alla j-esima riga, del determinante di una matrice uguale ad A, tranne che nella k-esima riga, che è uguale alla i-esima riga di A. Se i=j, questa matrice è proprio A. Se i<>j, allora questa matrice ha due righe uguali. Per cui, AB è la matrice diagonale che ha tutti gli elementi sulla diagonale principale uguali al determinante di A. In modo simile, ragionando stavolta sulle colonne, BA = diag(det A, ..., det A). Ne segue che, se det A <> 0, allora A^-1 esiste, ed è uguale ad (1/det A)*B. |
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Grazie!
Tuttavia qui non mi otrna: "tranne che nella k-esima riga, che è uguale alla i-esima riga di A." non capisco cosa intendi dire! in particolare mi mandano in confusione tutti gli h ed i k le i e le j ho capito il concetto di fondo: tutti gli elementi extradiagonali sono nulli perchè (AB)ij può essere visto come il determinante di una matrice che ha due colonne uguali allora il dterminante (il nostro elemento extradiagonale generico) è nullo. Ma non ho capito al fatto delle colonne uguali o meno a seconda dei valori assunti da i e j come ci si ariva! |
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No ZioSilvio scusa ma proprio non ci arivo! Sulle mie dispense c'è un indice di meno, tu introduci l'indice h che sulle mie dispense non c'è. |
ZioSilvio sono nelle tue mani!
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Rileggi fra un quarto d'ora, e dimmi se è più chiaro... |
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Tutavia, non me ne vorrai, ma non riesco ancora a capire questo passaggio: ", tranne che nella k-esima riga, che è uguale alla i-esima riga di A. Se i=j, questa matrice è proprio A. Se i<>j, allora questa matrice ha due colonne uguali. " Effettivamente se al posto K ci fosse i in quella espressione avremmo il determinante della matrice A. ma che centra i=j e i diverso da j proprio non ci sono! Magari me lo riguardo in un'altro momento che sono più fresco, però se riesci a darmi un chiarimento a parole forse è intiuitivo e mi sfugge qualcosa di immediato... |
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:rotfl: :rotfl: :rotfl: :sperem: |
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Purtroppo non ho ancora capito se tratti le i come righe o come colonne... eventuali altri chiarimenti sono graditissimi. Ora ci dormo su anche se alla fine non dovrebbe essere difficile... |
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Ziosilvio ha perso entrambe le mani schiacciate dai sui innumerevoli libri di matematica. :asd: |
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Azz! L'hai detto... :ops2: |
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Scrivo la mia interpretazione delle tue parole: Questa espressione, a guardar bene, rappresenta lo sviluppo di Laplace, rispetto alla j-esima riga, del determinante di una matrice uguale ad A, tranne che (inteso che questa matrice è diversa da A tranne che) nella k-esima riga ( di questa matrice) che corrisponde alla i-esima riga della matrice A originale. -qui nasce la prima confusione i è riga o colonna?Ma provo a proseguire ugualmente- Questo perchè nell'espressione per (AB) il termine aik avrebbe dovuto essere aij. Allora, affinchè questa matrice sia uguale ad A le righe k-esima ed i-esima (usando la tua notazione) devono essere uguali. Lo sarebbero se al posto di k in aik ci fosse j allora questo richiede (visto che la kriga corrisponde alla iesima riga) che i=j. Questa una mia molto probabilmente spagliata interpretazione. ma per i><j non ho proprio capito nulla, inoltre sei sicuro che in questo caso si avrebbero 2 colonne diverse e non due righe?? Help! |
Ragazzi perdonatemi per le sciocchezze che vi chiedo. Comincio ad essere stanco e non ho altri a cui chiedere una mano. Vi ringrazio, quindi, anticipatamente dell'aiuto che mi darete.
Il problema è questa derivata: Quindi essendo una funzione composta ho provato nel seguente modo: Proseguendo per questa strada il risultato sistematicamente differisce da quello del libro, ovvero: Colgo l'occasione per dire che le formule di questo post sono state scritte utilizzando il semplicissimo equation di cui quasi tutti dispongono. In pratica scrivo le formule col suddetto programma, le salvo come .gif e le metto su ImageShack. Non so se qualcuno ne fa già uso, ma ritengo questo metodo molto più rapido del Latex che prevede come minimo la conoscenza del linguaggio. Grazie ancora. Marco. |
1 Allegato(i)
salve ragazzi...qualcuno sa spiegarmi quanto detto nel file allegato?..grazie a tutti
ma c'è anche qualche sezione particolare di trigonometria o geometria?... ciaoo... |
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Come scrivevo in un altro post in un'altra sezione, sono rimbambito. Ora correggo il post originale. |
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la x e la y col cappelletto dovrebbero essere dei semplici versori. |
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:Prrr: P.S.: non ti ammazzare troppo con le derivate, l'importante è che hai afferrato l'argomentazione... - soprattutto la teoria! |
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Grazie del consiglio comunque! |
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mi è venuto un dubbio:
f: R^3 ---> R^3 continua e differenziabile in R^3 se ho la seguente derivata parziale: @f(x1,x2,x3)/@x1 e voglio effettuare il cambio di variabili x1=cos(theta)*sin(fi)*R che forma assume la derivata parziale? cioè come si procede quand esprimo la variabile rispetto a cui svolgo la derivata parziale come funzione di più variabili? |
scusate... una piccola comunicazione di servizio...
ho da cambiare qualche ventola al server.... il servizio mimetex sara' down credo per poco tempo... scusate di nuovo per l'inconveniente :) |
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