marcovp
24-07-2004, 14:16
Dai dati ricavati dai 550 iscritti maschi del gruppo noallapornodipendenza si ricava che quattro delle conseguenze disastrose dell'uso dipendente della pornografia sono:
- calo quasi assoluto del desiderio sessuale verso la propria
partner, con una forma di fastidio per il suo corpo;
- semiimpotenza o impotenza totale all'atto con una donna reale;
- condizionamente a guardare le donne reali solo ed
esclusivamente come corpi pornografici;
- masturbazione compulsiva: .e dopo ore che stai davanti a quel
monitor maledetto, con il tuo pene in tensione tra le mani,
quando ti senti esausto, quando senti che stai per impazzire,
per poter riuscire a fermarti l’unica soluzione è l’eiaculazione.
La pornografia da internet può diventare una droga che crea una dipendenza terribile.
E’ una tragedia che riguarda milioni di persone nel mondo ed ha assunto ormai la caratteristica di problema sociale.
In Italia solo adesso si comincia a parlarne.
La dipendenza dalla pornografia non ha nulla a che vedere con la dipendenza dall’attività sessuale ed in nessun modo è una
compensazione ad una carenza di questa attività.
La pornodipendenza è un tentativo di colmare un vuoto interiore. Una ricerca del mondo delle emozioni, che fino a quel momento ci eravamo negate. Un modo di staccarci dalla nostra realtà, troppo dolorosa. Un tentativo folle di crearci un mondo di emozioni che noi possiamo accettare e controllare completamente.
La pornodipendenza ha una caratteristica assolutamente orizzontale: uomini e donne, con partner e senza partner, giovanissimi e persone mature, credenti e non credenti, tutte le fasce economiche e sociali.
Il pornodipendente è solo nella sua disperazione, nella sua vergogna, nella sua mancanza di autostima. Si possono confessare tanti tipi di dipendenza (alcool, fumo, gioco d'azzardo, eroina, bulimia, chat, giochi di ruolo, eccesso di rapporti sessuali.
Ma non si può confessare ad un estraneo di trascorrere ore ed ore davanti al monitor a guardare foto e filmini pornografici. E dopo ore che stai davanti a quel monitor maledetto, con il tuo pene in tensione tra le mani, quando ti senti esausto, quando senti che stai per impazzire, per poter riuscire a fermarti l’unica soluzione è l’eiaculazione.
Ed hai il crollo verticale di quella assurda tensione. E ti dici che assolutamente quella è l’ultima volta, che ora hai capito, che da domani cambierà. E domani ricominci, esattamente nello stesso modo.
Nel mese di aprile scorso, in quanto pornodipendente e dietro forte stimolo del mio psicoterapeuta, ho fondato un gruppo di auto aiuto on line. A distanza di un anno il gruppo è attualmente formato da 605 iscritti ed ha ricevuto 3500 lettere.
Chi sono gli iscritti?
Persone che stavano per naufragare nella pornodipendenza. Siamo persone delicate, aggrappate ad un fragile equilibrio interiore. Siamo dei border line, siamo dei pellegrini in cerca della nostra terra promessa.
E la nostra terra promessa è ritrovare noi stessi, la stima per noi stessi, l'amore per noi stessi, l'affetto per noi stessi, la simpatia per noi stessi.
La dipendenza ci ha tolto tutto questo. Ci ha privato della nostra essenza. E noi stavamo per perderci totalmente. Il naufragio definitivo della nostra vita. E poi, poveri naufraghi nel mare tempestoso della nostra vita, abbiamo trovato il gruppo. La zattera a cui ci siamo aggrappati con tutte le nostre forze, con tutta la nostra disperazione. Ed ognuno di noi pensava di essere il solo naufrago di quell'immenso mare, e mano a mano abbiamo visto arrivare altri naufraghi ad aggrapparsi alla zattera.
Sempre di più. E più naufraghi si aggrappavano alla zattera, più questa diveniva forte e sicura. E ad un certo punto la zattera non solo galleggiava, ma cominciava vagamente a prendere una qualche direzione. Ed i nostri cuori trepidavano e tremavano per la paura che tutto finisse. Ed altri naufraghi arrivavano ed i vecchi confortavano i nuovi, appena arrivati, allo stremo delle forze. Ecco, la nostra zattera forse sta trovando faticosamente, disordinatamente una rotta salvifica.
Ora sappiamo che abbiamo la possibilità di salvarci. Sappiamo che tutto dipenderà da noi, dalla nostra volontà e capacità di amare e rispettare noi stessi.
Parliamone. Senza remore, senza moralismi, senza infingimenti, senza paura di noi stessi. Non potete immaginare quanto sia importante raccontare la propria storia di dipendenza. Perché essenzialmente la storia la raccontate a voi stessi. Ed é il primo, essenziale passo sulla strada della liberazione.
- calo quasi assoluto del desiderio sessuale verso la propria
partner, con una forma di fastidio per il suo corpo;
- semiimpotenza o impotenza totale all'atto con una donna reale;
- condizionamente a guardare le donne reali solo ed
esclusivamente come corpi pornografici;
- masturbazione compulsiva: .e dopo ore che stai davanti a quel
monitor maledetto, con il tuo pene in tensione tra le mani,
quando ti senti esausto, quando senti che stai per impazzire,
per poter riuscire a fermarti l’unica soluzione è l’eiaculazione.
La pornografia da internet può diventare una droga che crea una dipendenza terribile.
E’ una tragedia che riguarda milioni di persone nel mondo ed ha assunto ormai la caratteristica di problema sociale.
In Italia solo adesso si comincia a parlarne.
La dipendenza dalla pornografia non ha nulla a che vedere con la dipendenza dall’attività sessuale ed in nessun modo è una
compensazione ad una carenza di questa attività.
La pornodipendenza è un tentativo di colmare un vuoto interiore. Una ricerca del mondo delle emozioni, che fino a quel momento ci eravamo negate. Un modo di staccarci dalla nostra realtà, troppo dolorosa. Un tentativo folle di crearci un mondo di emozioni che noi possiamo accettare e controllare completamente.
La pornodipendenza ha una caratteristica assolutamente orizzontale: uomini e donne, con partner e senza partner, giovanissimi e persone mature, credenti e non credenti, tutte le fasce economiche e sociali.
Il pornodipendente è solo nella sua disperazione, nella sua vergogna, nella sua mancanza di autostima. Si possono confessare tanti tipi di dipendenza (alcool, fumo, gioco d'azzardo, eroina, bulimia, chat, giochi di ruolo, eccesso di rapporti sessuali.
Ma non si può confessare ad un estraneo di trascorrere ore ed ore davanti al monitor a guardare foto e filmini pornografici. E dopo ore che stai davanti a quel monitor maledetto, con il tuo pene in tensione tra le mani, quando ti senti esausto, quando senti che stai per impazzire, per poter riuscire a fermarti l’unica soluzione è l’eiaculazione.
Ed hai il crollo verticale di quella assurda tensione. E ti dici che assolutamente quella è l’ultima volta, che ora hai capito, che da domani cambierà. E domani ricominci, esattamente nello stesso modo.
Nel mese di aprile scorso, in quanto pornodipendente e dietro forte stimolo del mio psicoterapeuta, ho fondato un gruppo di auto aiuto on line. A distanza di un anno il gruppo è attualmente formato da 605 iscritti ed ha ricevuto 3500 lettere.
Chi sono gli iscritti?
Persone che stavano per naufragare nella pornodipendenza. Siamo persone delicate, aggrappate ad un fragile equilibrio interiore. Siamo dei border line, siamo dei pellegrini in cerca della nostra terra promessa.
E la nostra terra promessa è ritrovare noi stessi, la stima per noi stessi, l'amore per noi stessi, l'affetto per noi stessi, la simpatia per noi stessi.
La dipendenza ci ha tolto tutto questo. Ci ha privato della nostra essenza. E noi stavamo per perderci totalmente. Il naufragio definitivo della nostra vita. E poi, poveri naufraghi nel mare tempestoso della nostra vita, abbiamo trovato il gruppo. La zattera a cui ci siamo aggrappati con tutte le nostre forze, con tutta la nostra disperazione. Ed ognuno di noi pensava di essere il solo naufrago di quell'immenso mare, e mano a mano abbiamo visto arrivare altri naufraghi ad aggrapparsi alla zattera.
Sempre di più. E più naufraghi si aggrappavano alla zattera, più questa diveniva forte e sicura. E ad un certo punto la zattera non solo galleggiava, ma cominciava vagamente a prendere una qualche direzione. Ed i nostri cuori trepidavano e tremavano per la paura che tutto finisse. Ed altri naufraghi arrivavano ed i vecchi confortavano i nuovi, appena arrivati, allo stremo delle forze. Ecco, la nostra zattera forse sta trovando faticosamente, disordinatamente una rotta salvifica.
Ora sappiamo che abbiamo la possibilità di salvarci. Sappiamo che tutto dipenderà da noi, dalla nostra volontà e capacità di amare e rispettare noi stessi.
Parliamone. Senza remore, senza moralismi, senza infingimenti, senza paura di noi stessi. Non potete immaginare quanto sia importante raccontare la propria storia di dipendenza. Perché essenzialmente la storia la raccontate a voi stessi. Ed é il primo, essenziale passo sulla strada della liberazione.