PDA

View Full Version : Crisi.... continua


nesema
19-04-2010, 20:11
fonte:
http://www.repubblica.it/economia/2010/04/13/news/piccole_crisi_2-3319874/


Fini licenzia, Badoni Costa chiude dopo 200 anni
minatori e operai in strada, infermieri sui tetti
La Playtex di Pomezia manda a casa 120 lavoratrici, la Sidel abbandona Parma e va in Cina: 100 esuberi
In Sardegna va al fallimento la Plastwood, Scm sbaracca lo stabilimento di Pesaro e sposta tutto a Rimini

ROMA- Non ci sono i soldi per prolungare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 settimane. Non ci sono soldi per la norma cosiddetta salva-Eutelia, quella che avrebbe assicurato un sostegno ai lavoratori privi di qualsiasi ammortizzatore e senza stipendio da almeno tre mesi. Entrambe le misure sono state escluse, con la bocciatura in Commissione bilancio alla Camera, dal disegno di legge sugli ammortizzatori sociali. La Cgil sostiene che, dietro il boom della cig nelle sue varie forme, la disoccupazione reale in Italia sia all'11,5%. Curiosamente, anche il Fondo monetario internazionale, nell'elogiare la funzione svolta dalla cig in Italia, sottolinea però il rischio che in alcuni settori gli ammortizzatori possano "non rispondere a temporanee riduzioni delle attività aziendali" , ma nascondere "riduzioni di occupazione strutturali". A confermare che questo pericolo è reale sono le tante vertenze locali di cui non si parla nei tg, le "piccole crisi senza importanza" sulle quali Repubblica.it farà il punto ogni settimana, guardando alle realtà dove lavoratori e imprese continuano a pagare pegno alla crisi.


LA PRIMA PUNTATA: DA ITALTEL A TELEPERFORMANCE

10 aprile - Alla "Linari Enzo srl" di Forlì, azienda di macchinari per l'elettronica, l'amministratore invia la lettera di licenziamento a tutti i dipendenti (una cinquantina). Il sindacato annuncia che impugnerà i licenziamenti in quanto nulli, essendo stato firmato un mese fa l'accordo sulla cassa integrazione straordinaria per crisi.

I sindacati incontrano il commissario straordinario della Provincia per chiedere lo sblocco dei 500mila euro stanziati dall'amministrazione provinciale a favore dei 290 lavoratori del call center
Phonemedia di Trino Vercellese, che attendono di ricevere la cassa integrazione in deroga riconosciuta loro a partire dal 22 febbraio. L'ultimo stipendio ricevuto dai dipendenti di Trino, come quelli di tutto il gruppo Phonemedia (circa 7mila) è quello di settembre 2009.

12 aprile -Un centinaio di operai della Otefal Sail, l'ex Ila di Portovesme, effettuano un sit in davanti al palazzo della Regione, a Cagliari. Con loro alcuni lavoratori dell'Eurallumina e dell'Alcoa. La protesta per chiedere alle istituzioni un'iniziativa che porti alla riapertura della fabbrica.

Gli 80 dipendenti della casa di cura privata "Villa Alba" di Agnano (Napoli) occupano la clinica e salgono sul tetto per protesta contro l'ipotesi di chiusura della struttura.

Siglato a Cagliari l'accordo istituzionale per il reimpiego degli 83 lavoratori dell'ex Nuova Scaini in liquidazione, giunti alla quarta e ultima proroga dell'indennità di mobilità in deroga. Dovrebbero essere impiegati in progetti degli enti locali e territoriali.
Fini licenzia, Badoni Costa chiude dopo 200 anni minatori e operai in strada, infermieri sui tetti

I celebri magneti ideati e prodotti dalla Geomag-Plastwood di Calangianus. L'azienda ha annunciato al tribunale di essere costretta al fallimento


A Zola Predosa (Bologna) inizia il blocco ai cancelli della Fini compressori. Rdb e sindacati contestano la decisione dell'azienda di mettere in mobilità 108 dipendenti su 219 in presenza di un accordo per la cassa integrazione in deroga.

Dopo tre cicli di 16 settimane di cassa integrazione, in assenza di segnali da parte della proprietà, proclamano lo sciopero a tempo indeterminato i circa 50 dipendenti della ex Rdb (oggi gruppo fantini Scianatico) di Torano Castello (Cosenza). L'impresa produce laterizi e manufatti in cemento per costruzioni.

13 aprile - I 250 dipendenti della Lares e della Metalli preziosi sfilano in corteo per le strade di Paderno Dugnano; le due aziende metalmeccaniche sono fallite e i lavoratori sollecitano iniziative istituzionali per sbloccare le trattative con gli imprenditori che si sono detti interessati a rilevarle. A dicembre scadrà la cassa integrazione per tutti i lavoratori.

Alla Basell di Terni scade il termine entro il quale, da annuncio dell'azienda, sarà avviata la procedura di cessazione delle attività dello stabilimento chimico ternano. I parlamentari pd eletti in Umbria chiedono l'intervento del ministero e del governo. L'incontro è convocato per il 20 aprile.

Raggiunto l'accordo di massima tra azienda, istituzioni e sindacati per concedere la cassa integrazione in deroga a 7 lavoratori, su dodici totali, licenziati il 31 marzo scorso dalla Comar di Sinalunga, azienda di carpenteria e macchinari per legno. L'intesa prevede il ritiro dei licenziamenti ma andrà ratificata da tutti i soci dell'azienda.

Rsu e lavoratori della Rockwool di Iglesias, da sei mesi in assemblea permanente all'interno dello stabilimento in località Sa Stoia, decidono di portare la propria lotta all'esterno e organizzano un "accampamento" sul ponte di Campo Pisano. La cassa integrazione attivata dall'azienda (produzione di lana di roccia) per cessazione di attività sta per arrivare alla scadenza e al momento non si vede alcuna prospettiva per i lavoratori.

Il deputato pd Massimo Marchignoli presenta un'interpellanza urgente al ministero per lo sviluppo economico sul caso della Cnh di Imola, controllata Fiat che produce macchine per movimento terra. I 335 dipendenti sono in cassa integrazione dal 31 agosto scorso e da allora la commissione tecnica attivata al ministero non è riuscita a trovare una nuova iniziativa industriale per salvare i posti di lavoro.

Alla Provincia di Benevento viene firmato il Patto di servizio per il reinserimento occupazione dei 21 ex dipendenti della ditta "Domenico Russo & Figli" di Benevento, attualmente in cassa integrazione in deroga.

La direzione della Istamp di Baldichieri d'Asti annuncia che l'azienda è costretta a chiudere per mancanza di commesse. La fabbrica occupa una cinquantina di operai e dal 1973 produce stampi per grandi fabbriche quali Ceset e Piaggio. Del caso si parlerà nei prossimi giorni in un incontro tra le parti presso la Regione.

I sindacati chiedono alla Regione Friuli Venezia Giulia assicurazioni sul futuro per la Co.Solution, la newco che ha affittato macchinari e stabilimento e assunto 70 dei 106 dipendenti della fallita Euroform di Pordenone. Anche in attesa delle decisioni del curatore fallimentare, Co.Solution ha dato la disponibilità per gli adeguamenti richiesti al piano industriale e confermato il positivo avvio dell'attività in termini di ordinativi, fatturato e produttività.

La Scm, azienda riminese attiva nella produzione di macchine per la lavorazione del legno conferma la volontà di chiusura dello stabilimento Scm di Pesaro (Morbidelli) e il trasferimento del personale nello stabilimento di Rimini (su cui ha raggiunto un accordo con la Fiom Cgil di Pesaro). La ristrutturazione è motivata con la crisi e l'andamento del mercato. L'azienda parla di 32 pensionamenti, 22 dimissioni volontarie, 21 contratti a termine in scadenza e 71 lavoratori richiamati dalla cassa integrazione a zero ore.

I sindacati chiedono l'applicazione dei contratti di solidarietà per 24 mesi alla Europlastica di Pasiano di Pordenone, società di subfornitura nel mercato dell'elettrodomestico, in crisi da circa un anno e mezzo.
La richiesta è fatta in vista della scadenza degli ammortizzatori sociali oggetto dell'accordo vigente per i 77 dipendenti (sul totale di 140) dichiarati in esubero: 52 settimane di cassa integrazione ordinaria e un anno di cig straordinaria.

14 aprile - Renato Bonfanti, proprietario della Badoni Costa meccanica di Costa Masnaga, annuncia la chiusura per cessazione dell'attività e la mobilità per i circa 30 dipendenti. I sindacati avranno 45 giorni di tempo per cercare una soluzione. L'azienda metalmeccanica è un pezzo importante della storia industriale del Lecchese essendo stata fondata nella seconda metà del Settecento.

Ci sarebbe una società americana interessata a insediare proprie attività nell'area dello stabilimento dell'ex Finmek di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Lo ha annunciato il sindaco Giancarlo Giudicianni. Sono 140 i lavoratori ex Finmek al momento senza alcuna prospettiva occupazionale.

I vertici di Nca di Marina di Carrara annunciano la cassa integrazione ordinaria al cantiere navale per 13 settimane; il provvedimento interesserà 25 dipendenti tra operai e impiegati ed è stato motivato con il mancato ottenimento di commesse pubbliche registrato all'incontro al ministero dello sviluppo economico. In estate, quando il carico di lavoro è al minimo, la cig potrà arrivare a interessare 105 dipendenti sul totale di 198.

Arrivano le prime 76 lettere di licenziamento agli operai della Fini compressori di Zola Predosa (Bologna). L'azienda non intende recedere e Rdb e sindacati hanno dato mandato ai legali per impugnare i licenziamenti che riguardano 108 dei 219 dipendenti. I Comuni di Zola e Casalecchio forniscono il pasto agli operai che presidiano la fabbrica. Nelle lettere la Fini afferma che non esistono "alternative al personale strutturalmente in esubero". I tagli riguardano soprattutto i settori produttivi: 23 su 24 al montaggio singolo, 26 su 30 al montaggio gruppi, 10 su 10 alla verniciatura, 3 su 3 ai disegnatori meccanici, 12 su 29 al magazzino. Il pd chiede l'intervento del ministero.

15 aprile - Al termine dell'incontro con l'azienda, i sindacati annunciano la proroga fino al 30 giugno della cassa integrazione in deroga per 1.257 dipendenti della Videocon di Anagni. Entro maggio ci sarà un nuovo incontro sulla situazione dei 60 dipendenti della controllata Cervino per i quali la cassa integrazione per crisi scade il 24 maggio.

Stato di agitazione alla Playtex di Pomezia dopo l'annuncio del licenziamento, il prossimo giugno, dei 120 dipendenti, quasi tutte donne. Rsu e lavoratori presidiano i cancelli con picchetti, striscioni, manifesti e proteste. La ristrutturazione del gruppo non coinvolge la divisione Lovable di Grassobbio (BG) della Branded Apparel Italia.

Positivo incontro per i dipendenti della Galvanotecnica & P.M. di Bologna (lavorazioni meccaniche e componenti per motocicli). L'azienda ha dato la disponibilità a sospendere i licenziamenti e ad attivare la cassa integrazione ordinaria fino alla fine di maggio, quando si concluderanno le verifiche aziendali sulle condizioni minime per un rilancio. Negli ultimi 18 mesi, 28 lavoratori su 47 sono stati in cassa a zero ore.

Due ore di presidio sotto i Portici del grano per i lavoratori Telecom della provincia di Parma. La protesta è contro il piano industriale annunciato dall'azienda che prevede migliaia di esuberi.

Approvata la mobilità in deroga per quindici lavoratori della Pumex di Lipari. Lo ha deciso la Commissione regionale per l'impiego. A febbraio avevano usufruito del beneficio altri 3 dipendenti. La Pumex, che produceva pomice per uso cosmetico ed edilizio, chiuse nell'estate del 2007 lasciando a piedi 38 dipendenti.

Edoardo Tusacciu, inventore delle barrette magnetiche e del gioco Geomag, comunica al tribunale di Tempio che non ci sono le condizioni per rispettare il concordato preventivo siglato nel 2008: per la Plastwood di Calangianus, che ai tempi delle grandi commesse aveva fino a 200 dipendenti, si apre la strada del fallimento. Tusacciu ha fatto sapere che appena possibile trasferirà in Cina idee e progetti.

E' stato proclamato per il 3 maggio lo sciopero della guardie giurate della "Veritas" di Catania, che non ricevono lo stipendio da tre mesi. Dalle 14 si terrà un presidio davanti alla prefettura.

I sindacati metalmeccanici della Sidel di Parma proclamano un giorno di sciopero per il 21 aprile dopo che l'azienda ha annunciato 100 esuberi a seguito della delocalizzazione in Cina del reparto "asettico". La Sidel è una multinazionale che produce impianti per l'alimentare.
_________________________________________________________________________________________

http://www.giornalettismo.com/archives/59701/cassa-integrazione-crisi-senza/


Cassa integrazione: una crisi senza fine
pubblicato il 21 aprile 2010 alle 10:30

I dati rilasciati dall’Inps relativi al mese di marzo mostrano uno scivolamento inarrestabile verso la natura permanente del ricorso agli ammortizzatori sociali. Ma invece di interrogarsi sulla sostenibilità di questa situazione, il Presidente Mastropasqua dice che va tutto bene

L’osservatorio sulle richieste di Cassa integrazione mostra un’escalation continua: dopo febbraio 2010, nel quale l’incremento delle ore Cassa integrazione autorizzate rispetto al precedente mese di gennaio era stato del 12,4%. I dati appena rilasciati dall’Inps mostrano un nuovo incremento a marzo del 29%.

U Cassa integrazione: una crisi senza fineNA CORSA INARRESTABILE – E’ cresciuta la richiesta di Cassa integrazione ordinaria (CIO), lo strumento che per sua natura segnala a crisi di carattere congiunturale (+14,3%), ed è aumentato in modo molto consistente (+38,5%) il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (CIGS), lo strumento di sostegno ai lavoratori in caso di crisi aziendali a carattere strutturale. Le ore complessivamente autorizzate in Italia sono passate dai circa 84,5 milioni di gennaio 2010 agli oltre 122 milioni di marzo, il 65% delle quali, 79,8 milioni, sono ore di CIGS. Il raffronto dei dati di marzo 2010 con quelli di marzo 2009 – un mese in cui i segnali della crisi si erano già pienamente manifestati anche in Italia, soprattutto dal punto di vista congiunturale – gli incrementi registrati sono particolarmente rilevanti: la Cassa integrazione nel suo complesso risulta raddoppiata, le ore di CIGS sono più che quadruplicate mentre quelle di CIO sono sostanzialmente sullo stesso livello, +0,6% rispetto a marzo del 2009. Insomma, rispetto ai dati già molto negativi di un anno fa, la cassa ordinaria non si riduce e la Straordinaria esplode.

VERSO UNA CRISI PERMANENTE – Ricordando che, secondo il comunicato Inps, i dati della CIGS di marzo 2010 includono anche quelli relativi alla Cassa integrazione in deroga, strumento che a marzo 2009 non era ancora previsto dalle norme vigenti, va sottolineato che rispetto a dicembre 2009, l’incidenza delle ore di cassa integrazione straordinaria o in deroga è salita di quindici punti percentuali, e nel mese di marzo 2010, per il quarto mese consecutivo, le ore di CIGS autorizzate in Italia hanno superato quelle di CIO. Le ore di CIGS autorizzate a marzo 2010 rappresentano, in termini assoluti, il valore massimo da gennaio 2009 e, in termini di tendenze, si consolida l’ipotesi di una progressiva “sostituzione” delle ore di CIO con le ore di CIGS che segnala o l’effettivo scivolamento della crisi verso la “strutturalità”, o l’esaurimento delle ore di CIO utilizzabili ed il tentativo da parte delle imprese di resistere alla crisi attraverso il ricorso alla CIGS. Eppure, il Presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua dice che va tutto bene. Ecco cosa dice nel suo comunicato stampa: “Gli ammortizzatori sociali sono utilizzati dalle aziende e il fatto che le autorizzazioni amministrative siano in crescita, a fronte delle richieste delle imprese, mostra la capacità del sistema di reagire di fronte alle necessità del mercato.” Quindi, è positivo che le richieste aumentino e non si riducano. Almeno finché ci saranno i soldi nelle casse dello Stato.

UN OTTIMISMO INCOMPRENSIBILE – “Nel complesso i dati di cig e disoccupazione sembrano confermare l’efficacia delle misure messe in campo dal Governo – aggiunge Mastrapasqua – e l’efficienza di chi è stato chiamato a Cassa integrazione: una crisi senza finedarne attuazione, come nel caso dell’Inps”. Ma questo non è un problema. Il problema è quanto può durare. Particolarmente sorprendente l’opinione di Mastropasqua in merito alla sostituzione tra Ordinaria e Straordinaria: “l’ordinarizzazione della cassa integrazione straordinaria, senza soluzione di continuità con quella ordinaria, sta assicurando la protezione dei lavoratori ben oltre i limiti di cui spesso si parla.” Per il presidente dell’Inps, il fatto che sia ormai “ordinario” per il sistema delle imprese utilizzare uno strumento “straordinario”, fatto apposta per le crisi strutturali d’impresa è una fatto positivo. Il motivo di tanta tranquillità lo spiega lo stesso Mastropasqua: “la durata della cig, nel suo complesso (da cigo a cigs, fino alla deroga), è sostanzialmente illimitata, così come le risorse messe a disposizione dal Governo con il contributo delle Regioni” Quindi, secondo il presidente dell’Inps, potremo continuare a mantenere la gente in cassa integrazione per un tempo illimitato, perché i soldi messi dal governo sono illimitati. E’ una notizia, anzi è uno scoop. Ci era sembrato di capire che il bilancio dello stato fosse in difficoltà e che saranno necessari drastici tagli di spesa per non incappare in un destino alla greca. Forse avevamo capito male: se Mastropasqua è tranquillo, siamo tranquilli anche noi.

_fred_
19-04-2010, 20:24
Mi domando cose ne rimarrà dell'Italia quando tutto questo finirà...:doh:

La mazzata finale...

Amodio
19-04-2010, 20:30
va tutto bene
la crisi è passata


urka, uqa piu si va a avanti e piu vedo disastri
mi sa che non vedrò la fine di questo 2010

Fil9998
19-04-2010, 20:33
crisi nerissima, sommosse, eventuali teste blasonate che cadono, disordini sociali forti, richiesta di un unto del signore, di un uomo forte di un tiranno che riporti ad ogni costo il paese fuori dal caos > uomo forte o gruppo di uomini forti che elimineranno il caos eliminando il diritto di manifestare e in generale i diritti elementari.
medioevo, tirannde.


ne più ne meno quello che è soccesso in 3/4 di mondo di riffe o di raffe dove di fatto regnano più o meno apertamente e più o meno con l'uso dell'esercito e dello stato di polizia politicanti al soldo di chi ha in mano l'economia e l'esercito.


fine della storia.

cocis
19-04-2010, 21:32
ora il governo è impegnato a fare le riforme , tutto si sistemerà :fagiano:

fabio80
19-04-2010, 22:38
pregasi notare il "va in cina"

questa non è crisi, è servire su un piatto d'argento a certa imprenditoria di serie Z la possibilità di delocalizzare con una giustificazione di comodo

mi piacerebbe sapere tra una 50ina d'anni che sarà dell'italia, tutti centralinisti? senza industrie? e gli imprendiminchia a chi venderanno le loro pregiate merci made in china engineered in india and packed in italy?

dr-omega
20-04-2010, 10:30
ora il governo è impegnato a fare le riforme , tutto si sistemerà :fagiano:

Già, finalmente adesso, dopo le regionali, potranno partire le riforme...si si...e vai di marmotta!

Forse prima non gli bastava la maggioranza schiacciante al governo, per fare le riforme gli mancavano le regioni...:rolleyes:

pregasi notare il "va in cina"

questa non è crisi, è servire su un piatto d'argento a certa imprenditoria di serie Z la possibilità di delocalizzare con una giustificazione di comodo

E non solo, perchè alcuni fornitori della Brianza mi raccontano che alcune aziende ne approfittano per chiudere e licenziare senza troppi sbattimenti con la scusa della crisi.

Belle merde aggiungo io!

mi piacerebbe sapere tra una 50ina d'anni che sarà dell'italia, tutti centralinisti? senza industrie? e gli imprendiminchia a chi venderanno le loro pregiate merci made in china engineered in india and packed in italy?

Facile, a questa imprenditoria/politica non importa nulla del futuro, non esiste una programmazione, vogliono tutti i soldi possibili e li vogliono adesso.

In futuro saranno ca.zi degli altri!

lowenz
20-04-2010, 10:31
mi piacerebbe sapere tra una 50ina d'anni che sarà dell'italia, tutti centralinisti? senza industrie? e gli imprendiminchia a chi venderanno le loro pregiate merci made in china engineered in india and packed in italy?
:asd:

Ai cinesi ovviamente :D

MadJackal
20-04-2010, 10:36
Ma la crisi non era finita? :mbe:

R4iDei
20-04-2010, 10:39
ne più ne meno quello che è soccesso in 3/4 di mondo di riffe o di raffe dove di fatto regnano più o meno apertamente e più o meno con l'uso dell'esercito e dello stato di polizia politicanti al soldo di chi ha in mano l'economia e l'esercito.



Con un governo che non paga i poliziotti non so quanto possa succedere...
Piuttosto continueranno a farsi i cazzi loro finché potranno e poi lasceranno il bel paese in anarchia totale :D

Steinoff
20-04-2010, 11:08
Ma la crisi non era finita? :mbe:

La crisi non esiste, ma ora e' finita grazie alle nostre riforme. Pero' e' solo psicologica, colpa dei giornali e della magistratura comunista, ma per colpa di Prodi voi umili sottoposti non ne venite ancora fuori.

CoreDump
20-04-2010, 12:12
TelecomItalia e passata ( per chi nn lo sapesse ) in dieci anni da 110.000 a 55.000 dipendenti circa, ora si vociferano altri
6000 esuberi, senza contare tutte le aziende che cmq sono legate all'indotto che danno altri molti posti di lavoro, imho farà
la fine di alitalia, si tagliera il tagliabile per fare guadagnare i soliti noti nel corto/medio termine alla faccia dei lavoratori,
poi quando la situazione starà al lumicino interverra il governo o la solita coordata che comprera il tutto ad un tozzo di pane
o peggio, con i soldi statali, cioè i nostri, ormai il giro e più che chiaro ;)

gigio2005
20-04-2010, 12:18
siete solo dei comunisti invidiosi....e magari pure ricchioni!

_fred_
20-04-2010, 12:21
TelecomItalia e passata ( per chi nn lo sapesse ) in dieci anni da 110.000 a 55.000 dipendenti circa, ora si vociferano altri
6000 esuberi, senza contare tutte le aziende che cmq sono legate all'indotto che danno altri molti posti di lavoro, imho farà
la fine di alitalia, si tagliera il tagliabile per fare guadagnare i soliti noti nel corto/medio termine alla faccia dei lavoratori,
poi quando la situazione starà al lumicino interverra il governo o la solita coordata che comprera il tutto ad un tozzo di pane
o peggio, con i soldi statali, cioè i nostri, ormai il giro e più che chiaro ;)

Bhe oddio, come ex azienda statale poi privatizzata, non so quanti dei 100.000 dipendenti telecom fossero strettamente necessari, come pure quelli alitalia.

CoreDump
20-04-2010, 12:30
Bhe oddio, come ex azienda statale poi privatizzata, non so quanti dei 100.000 dipendenti telecom fossero strettamente necessari, come pure quelli alitalia.

Dipende da quale e quanti servizi offri ;)

Scalor
20-04-2010, 15:05
Mi domando cose ne rimarrà dell'Italia quando tutto questo finirà...:doh:

La mazzata finale...


http://zamparini.files.wordpress.com/2009/11/magic-italy.jpg

rimarrà il turismo enogastronomico !
:D
http://www.fattoriadidattica.trentino.it/img/full/formaggio.latte.capra.jpg

tdi150cv
20-04-2010, 15:10
TelecomItalia e passata ( per chi nn lo sapesse ) in dieci anni da 110.000 a 55.000 dipendenti circa, ora si vociferano altri
6000 esuberi, senza contare tutte le aziende che cmq sono legate all'indotto che danno altri molti posti di lavoro, imho farà
la fine di alitalia, si tagliera il tagliabile per fare guadagnare i soliti noti nel corto/medio termine alla faccia dei lavoratori,
poi quando la situazione starà al lumicino interverra il governo o la solita coordata che comprera il tutto ad un tozzo di pane
o peggio, con i soldi statali, cioè i nostri, ormai il giro e più che chiaro ;)

be visto l'andamento dell'azienda e le prospettive future direi che quei 55.000 dipendenti in meno siano stati solo un surplus inutile.
Direi stupido quindi strumentalizzare la cosa quando in realtà si è riusciti a tagliare nettamente con un passato fatto di magna magna ...

Deuced
20-04-2010, 15:17
be visto l'andamento dell'azienda e le prospettive future direi che quei 55.000 dipendenti in meno siano stati solo un surplus inutile.
Direi stupido quindi strumentalizzare la cosa quando in realtà si è riusciti a tagliare nettamente con un passato fatto di magna magna ...


quoto...a metà.Telecom avrà anche avuto troppi dipendenti,ma la classe dirigenziale non è stata ridimensionata nemmeno un pò,senza contare i soldi buttati al vento da Tronchetti per vicende come quella delle intercettazioni.Ok "ottimizzare",ma non devono pagare sempre e solo i lavoratori.E nemmeno gli utenti,telecom si fa forte delle finte liberalizzazioni messe in atto dallo stato,in cui controlla ancora l'ultimo miglio e se lo fa pagare a peso d'oro,senza contare che gli investimenti sono prossimi allo zero e la qualità ne risente,basta farsi un giro nel forum per rendersene conto

E' una vicenda troppo complicata per essere liquidata così

ferste
20-04-2010, 15:57
Però tutti parlano di riforme ecc......ma cosa si deve fare? statalizziamo le industrie? perchè la Cassa Integrazione non si può fare altrimenti il debito sale e poi tutti dicono che spendono troppo, se la togli e lasci morire quelle aziende che sono in agonia da una vita e sono gestite da cani si lascia la gente a casa.....allora? che si fa?

CoreDump
20-04-2010, 16:09
be visto l'andamento dell'azienda e le prospettive future direi che quei 55.000 dipendenti in meno siano stati solo un surplus inutile.
Direi stupido quindi strumentalizzare la cosa quando in realtà si è riusciti a tagliare nettamente con un passato fatto di magna magna ...

Qui nessuno strumentalizza niente, magari dovresti un'attimino informarti di come funzionino le cose nelle grandi aziende italiane
prima di sparare a zero ;)

Pucceddu
20-04-2010, 16:15
Però tutti parlano di riforme ecc......ma cosa si deve fare? statalizziamo le industrie? perchè la Cassa Integrazione non si può fare altrimenti il debito sale e poi tutti dicono che spendono troppo, se la togli e lasci morire quelle aziende che sono in agonia da una vita e sono gestite da cani si lascia la gente a casa.....allora? che si fa?

mah, io direi che in caso di licenziamento l'impendimento di apertura in cina sarebbe già un buon punto.
La liberalizzazione delle strutture attualmente in monopolio pure.
Il commissariamento delle aziende che dall'attivo sono improvvisamente passate a licenziare migliaia di dipendendi, la correzione delle leggi lavoro=schiavitù, e utlima ma non ultima aumento delle tasse ai redditi alti e diminuzione alla borghesia che fa girare veramente l'economia.

CoreDump
20-04-2010, 16:15
quoto...a metà.Telecom avrà anche avuto troppi dipendenti,ma la classe dirigenziale non è stata ridimensionata nemmeno un pò,senza contare i soldi buttati al vento da Tronchetti per vicende come quella delle intercettazioni.Ok "ottimizzare",ma non devono pagare sempre e solo i lavoratori.E nemmeno gli utenti,telecom si fa forte delle finte liberalizzazioni messe in atto dallo stato,in cui controlla ancora l'ultimo miglio e se lo fa pagare a peso d'oro,senza contare che gli investimenti sono prossimi allo zero e la qualità ne risente,basta farsi un giro nel forum per rendersene conto

E' una vicenda troppo complicata per essere liquidata così

Ottima argomentazione ;), ma vedi il punto e proprio quello che alla fine paga o il dipendente o il consumatore non certo chi sta sopra.

Il tronchetto e stato uno dei tanti casi, forse quello piu eclatante visto che e riuscita a disfare una azienda attiva come la tim,
ma se ne potrebbero tirare fuori diecimila, tutti fatti di mazzette e interessi piu o meno velati, alla fine prendi prendi crei una voragine
e l'unico modo che trovano per attappare il buco continuando a gudagnarci e segare i lavoratori o caricare le spese sui clienti ;)

ferste
20-04-2010, 16:29
mah, io direi che in caso di licenziamento l'impendimento di apertura in cina sarebbe già un buon punto.
La liberalizzazione delle strutture attualmente in monopolio pure.
Il commissariamento delle aziende che dall'attivo sono improvvisamente passate a licenziare migliaia di dipendendi, la correzione delle leggi lavoro=schiavitù, e utlima ma non ultima aumento delle tasse ai redditi alti e diminuzione alla borghesia che fa girare veramente l'economia.

Sono cose sensate, ma andresti a mettere le mani sull'iniziativa privata...e saresti pronto a sostenere una guerra commerciale con la cina?

A me le liberalizzazioni fan paura, lo Stato ci rimette sempre e a guadagnarci sono sempre gli stessi.

Sul commissariamento attenzione, la proprietà privata non si può toccare, se l'azienda non è a partecip statale le mani non le puoi mettere sulla conduzione

Le leggi sul lavoro sono una porcata, ma eliminandole le aziende (quelle condotte da pirati senza scrupoli...circa il 90%) avrebbero ancora più scuse.

Sulle tasse io non le abbasserei a nessuno, punterei ad alzarle ai soliti noti e soprattutto a farle pagare a tutti, mazzuolando in maniera biblica chi viene beccato a evadere

Tefnut
20-04-2010, 16:34
l'imprenditoria media italiana.. non media per media industria.. ma media per la scarsità di scelte..

taglia e fai su l'arraffabile..

Pucceddu
20-04-2010, 16:46
Sono cose sensate, ma andresti a mettere le mani sull'iniziativa privata...e saresti pronto a sostenere una guerra commerciale con la cina?

Guerra con la Cina?
Io la guerra la faccio a chi approfitta delle crisi per andare a straguadagnarci.
Se c'è realmente un piano in logica futura, sensato e senza intaccare l'attuale azienda allora ben venga la cosa.Ma se devi licenziare 100 persone per metterne a lavoro 200 in cina e guadagnarci comunque allora la cosa non mi sta bene.


A me le liberalizzazioni fan paura, lo Stato ci rimette sempre e a guadagnarci sono sempre gli stessi.

E' giusto, sarebbe uno dei problemi da risolvere in effetti :)


Sul commissariamento attenzione, la proprietà privata non si può toccare, se l'azienda non è a partecip statale le mani non le puoi mettere sulla conduzione

Hai ragione, non saprei allora, sicuramente una più dura verifica delle condizioni di bancarotta renderebbe più difficile chiudere e riaprire.


Hai ragione

Le leggi sul lavoro sono una porcata, ma eliminandole le aziende (quelle condotte da pirati senza scrupoli...circa il 90%) avrebbero ancora più scuse.


Non sono daccordo, la possibilità di vendere interi rami d'azienda è vergognosa e aggira completamente i diritti delle famiglie.
I contratti sono disgustosamente a favore delle aziende e i controlli praticamente non ci sono.
Dei sindati poi non ne parli
amo.

Sulle tasse io non le abbasserei a nessuno, punterei ad alzarle ai soliti noti e soprattutto a farle pagare a tutti, mazzuolando in maniera biblica chi viene beccato a evadere
Certo, l'evasione, me ne sono scordato è da abbattere completamente.
Le tasse sono da abbassare perchè non si può costringere ad aumentare gli stipendi che sono troppo troppo bassi.
Magari dare un incentivo per la prima casa sarebbe uguale, però a quel punto ci mangerebbero i proprietari che probabilmente aumenterebbero ancora i prezzi.

Parliamo delle assicurazioni, io le renderei non obbligatorie e obbligherei a fornire assicurazioni personali: anzichè ricevere un risarcimento da altri si riceverebbe un risarcimento dalla propria assicurazione che poi dovrebbe rivalersi sull'altro nel modo migliore.Magari è un'idea stupida e sicuramente fallace, ma il dover pagare 2000€ all'anno di assicurazione tra auto e moto mi deprime enormemente.:muro:

Killian
20-04-2010, 22:22
per come la penso io, lo Stato non dovrebbe statalizzare le imprese, impedire la gestione privata e quant'altro, dovrebbe invece creare le condizioni affinchè le imprese possano svilupparsi in un ambiente sano ed efficiente.

Invece di usare dei palliativi che sostengono solo nel breve termine, lo Stato dovrebbe potenziare le infrastrutture, le vie di comunicazione; dovrebbe fare in modo che se una persona apre una nuova impresa non si trovi il giorno dopo il boss che chiede la sua parte, dovrebbe rendere disponibili alle imprese dei capitali fatti da persone istruite, dovrebbe far funzionare in maniera efficace ed efficiente la giustizia, così che chi abbia intenzione di gestire le aziende in modo non sano (evasione fiscale, lavoro nero, ecc.) chiuda e non vada a fare concorrenza sleale alle aziende sane.

nesema
21-04-2010, 18:18
http://www.giornalettismo.com/archives/59701/cassa-integrazione-crisi-senza/


Cassa integrazione: una crisi senza fine
pubblicato il 21 aprile 2010 alle 10:30

I dati rilasciati dall’Inps relativi al mese di marzo mostrano uno scivolamento inarrestabile verso la natura permanente del ricorso agli ammortizzatori sociali. Ma invece di interrogarsi sulla sostenibilità di questa situazione, il Presidente Mastropasqua dice che va tutto bene

L’osservatorio sulle richieste di Cassa integrazione mostra un’escalation continua: dopo febbraio 2010, nel quale l’incremento delle ore Cassa integrazione autorizzate rispetto al precedente mese di gennaio era stato del 12,4%. I dati appena rilasciati dall’Inps mostrano un nuovo incremento a marzo del 29%.

U Cassa integrazione: una crisi senza fineNA CORSA INARRESTABILE – E’ cresciuta la richiesta di Cassa integrazione ordinaria (CIO), lo strumento che per sua natura segnala a crisi di carattere congiunturale (+14,3%), ed è aumentato in modo molto consistente (+38,5%) il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (CIGS), lo strumento di sostegno ai lavoratori in caso di crisi aziendali a carattere strutturale. Le ore complessivamente autorizzate in Italia sono passate dai circa 84,5 milioni di gennaio 2010 agli oltre 122 milioni di marzo, il 65% delle quali, 79,8 milioni, sono ore di CIGS. Il raffronto dei dati di marzo 2010 con quelli di marzo 2009 – un mese in cui i segnali della crisi si erano già pienamente manifestati anche in Italia, soprattutto dal punto di vista congiunturale – gli incrementi registrati sono particolarmente rilevanti: la Cassa integrazione nel suo complesso risulta raddoppiata, le ore di CIGS sono più che quadruplicate mentre quelle di CIO sono sostanzialmente sullo stesso livello, +0,6% rispetto a marzo del 2009. Insomma, rispetto ai dati già molto negativi di un anno fa, la cassa ordinaria non si riduce e la Straordinaria esplode.

VERSO UNA CRISI PERMANENTE – Ricordando che, secondo il comunicato Inps, i dati della CIGS di marzo 2010 includono anche quelli relativi alla Cassa integrazione in deroga, strumento che a marzo 2009 non era ancora previsto dalle norme vigenti, va sottolineato che rispetto a dicembre 2009, l’incidenza delle ore di cassa integrazione straordinaria o in deroga è salita di quindici punti percentuali, e nel mese di marzo 2010, per il quarto mese consecutivo, le ore di CIGS autorizzate in Italia hanno superato quelle di CIO. Le ore di CIGS autorizzate a marzo 2010 rappresentano, in termini assoluti, il valore massimo da gennaio 2009 e, in termini di tendenze, si consolida l’ipotesi di una progressiva “sostituzione” delle ore di CIO con le ore di CIGS che segnala o l’effettivo scivolamento della crisi verso la “strutturalità”, o l’esaurimento delle ore di CIO utilizzabili ed il tentativo da parte delle imprese di resistere alla crisi attraverso il ricorso alla CIGS. Eppure, il Presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua dice che va tutto bene. Ecco cosa dice nel suo comunicato stampa: “Gli ammortizzatori sociali sono utilizzati dalle aziende e il fatto che le autorizzazioni amministrative siano in crescita, a fronte delle richieste delle imprese, mostra la capacità del sistema di reagire di fronte alle necessità del mercato.” Quindi, è positivo che le richieste aumentino e non si riducano. Almeno finché ci saranno i soldi nelle casse dello Stato.

UN OTTIMISMO INCOMPRENSIBILE – “Nel complesso i dati di cig e disoccupazione sembrano confermare l’efficacia delle misure messe in campo dal Governo – aggiunge Mastrapasqua – e l’efficienza di chi è stato chiamato a Cassa integrazione: una crisi senza finedarne attuazione, come nel caso dell’Inps”. Ma questo non è un problema. Il problema è quanto può durare. Particolarmente sorprendente l’opinione di Mastropasqua in merito alla sostituzione tra Ordinaria e Straordinaria: “l’ordinarizzazione della cassa integrazione straordinaria, senza soluzione di continuità con quella ordinaria, sta assicurando la protezione dei lavoratori ben oltre i limiti di cui spesso si parla.” Per il presidente dell’Inps, il fatto che sia ormai “ordinario” per il sistema delle imprese utilizzare uno strumento “straordinario”, fatto apposta per le crisi strutturali d’impresa è una fatto positivo. Il motivo di tanta tranquillità lo spiega lo stesso Mastropasqua: “la durata della cig, nel suo complesso (da cigo a cigs, fino alla deroga), è sostanzialmente illimitata, così come le risorse messe a disposizione dal Governo con il contributo delle Regioni” Quindi, secondo il presidente dell’Inps, potremo continuare a mantenere la gente in cassa integrazione per un tempo illimitato, perché i soldi messi dal governo sono illimitati. E’ una notizia, anzi è uno scoop. Ci era sembrato di capire che il bilancio dello stato fosse in difficoltà e che saranno necessari drastici tagli di spesa per non incappare in un destino alla greca. Forse avevamo capito male: se Mastropasqua è tranquillo, siamo tranquilli anche noi.