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View Full Version : Rifiutare un voto !


audax
12-02-2010, 20:25
Salve ragazzi più che un consiglio vorrei raccogliere le vostre esperienze di fronte la scelta più difficile di uno studente universitario: accettare o rifiutare un voto.

Quale è stato il vostro parametro di riferimento: media, difficoltà dell' esame , caratteristiche del docente?

Premesso che frequento la specialistica, mi chiedevo nel mercato del lavoro quanto era importante il voto finale. La cruda realtà.

monelli
12-02-2010, 20:36
Io ho sempre accettato tutti i voti!!!

Sono alla specialistica anche io, mi mancano più pochi esami ma da quando ho iniziato ho sempre fatto così!

audax
12-02-2010, 20:37
Io ho sempre accettato tutti i voti!!!

Sono alla specialistica anche io, mi mancano più pochi esami ma da quando ho iniziato ho sempre fatto così!

Io alla triennale mi sono laureato con 96

teo1986
12-02-2010, 20:44
Io di solito i voti rifiutabili (dal 26 in giù) li ho sempre presi in materie impossibile dove avevo studiato mesi e la prospettiva di ristudiare ancora quella roba mi avrebbe messo veramente in difficoltà... In ogni caso sono delle filosofia del nn rifiuto a meno che nn ci sia un sacco di tempo morto per ripreparare l'esame...
Per ora cmq nn ho mai rifiutato un voto, sono al quinto anno di una specialistica europea, la media nn la dico perchè mi vergogno...

Verro
12-02-2010, 20:57
dipende tutto dalle aspettative che hai e dagli obbiettivi che ti sei prefisso :)
...io quando ho iniziato, diciamo che avevo come unico obbiettivo quello di finire in tr anni...quando ho visto che, anche non ammazzandomi, i voti arrivavano, ho deciso, dopo il primo anno, che avrei rifiutato tutto dal 26-27 in giu, tranne che in esami assurdi!

Fedozzo
12-02-2010, 22:02
sotto il 27 rifiuto tranne casi eccezionalissimi.

tehblizz
12-02-2010, 22:27
presi 27 a inglese, essendo italo/americano rifiutai senza nemmeno pensarci...


ps: colpa del prof britannico antiamericano!! :D

caurusapulus
12-02-2010, 22:40
presi 27 a inglese, essendo italo/americano rifiutai senza nemmeno pensarci...


ps: colpa del prof britannico antiamericano!! :D

LOL questa è stupenda
cmq c'era un thread in piazzetta simile se casomai ci fai un giretto lo trovi sicuramente

girodiwino
13-02-2010, 13:19
Negli esami pesanti si prende tutto, basta levarseli dalle palle (del resto chi deciderebbe di studiarsi altri 6 mesi un esame difficile e magari palloso?); negli esami medi si valuta caso per caso, io di solito sospendo la registrazione e vedo se ho il tempo per ripreparare.
Gli esami fuffa e i complementari servono per compensare la media, sotto il 30 non si va: è roba che studi in una settimana, ti puoi anche sacrificare...

Qualcuno qui è mai passato per il salto d'appello?

NetEagle83
13-02-2010, 13:31
Io durante la mia carriera universitaria ho coperto quasi tutta la scala di votazione dal 18 al 30 e lode... :D

Quindi come potrete facilmente intuire (:asd:) non ho mai rifiutato un voto e ho finito perfettamente in corso con 102. :)

Non mi pento assolutamente di nulla... il mio consiglio anzi è di cercare il giusto equilibro per finire in fretta e con voti decenti.

Ps. comunque occhio ai crediti di ogni materia, la media è ponderata... io - che sono fortunello - l'unico 18 che ho preso è stato nella materia più pesante (12 crediti)... :asd: e mi ha dato una mazzata incredibile alla media! Se in quell'unico esame avessi preso un voto intorno al 24-26 sarei uscito con 2 punti in più...

markk0
13-02-2010, 13:40
Premesso che frequento la specialistica, mi chiedevo nel mercato del lavoro quanto era importante il voto finale. La cruda realtà.

dipende.

il 110 di un'università "fuffa" conta meno di un 100 in una seria.

...e alla fine, conta quello che sai fare (cioè nulla, per il laureato generico medio)

NetEagle83
13-02-2010, 13:51
...e alla fine, conta quello che sai fare (cioè nulla, per il laureato generico medio)

Ecco, questa è una di quelle affermazioni che mi fanno incavolare parecchio....

Non vorrei andare troppo OT, ma dire che un neo-laureato non sappia "fare" nulla è mooolto discutibile. Forse (e dico forse) non sarà a conoscenza delle metodologie di lavoro specifiche di questa o quell'azienda... ma (se non ha solo scaldato il banco all'uni) il *suo* lavoro lo saprà fare benissimo. E parlo di tutte le facoltà eh... da Informatica a Lettere Classiche.

Fedozzo
13-02-2010, 15:27
dipende.

il 110 di un'università "fuffa" conta meno di un 100 in una seria.

...e alla fine, conta quello che sai fare (cioè nulla, per il laureato generico medio)

Una laurea (magari seria come ingegenria) con 110 vale enormemente di piu di una medesima laurea con 98.
vieni scartato a priori con un voto mediocre :stordita:
Che poi esistano lauree completamente inutili con qualsiasi voto è un altro discorso :fagiano:

:dissident:
13-02-2010, 15:41
Ecco, questa è una di quelle affermazioni che mi fanno incavolare parecchio....

Non vorrei andare troppo OT, ma dire che un neo-laureato non sappia "fare" nulla è mooolto discutibile. Forse (e dico forse) non sarà a conoscenza delle metodologie di lavoro specifiche di questa o quell'azienda... ma (se non ha solo scaldato il banco all'uni) il *suo* lavoro lo saprà fare benissimo. E parlo di tutte le facoltà eh... da Informatica a Lettere Classiche.

Vari miei amici ingegneri i primi anni dopo la laurea mi dicevano che li pagavano per imparare perche' non sapevano fare nulla.

:dissident:
13-02-2010, 16:16
Una laurea (magari seria come ingegenria) con 110 vale enormemente di piu di una medesima laurea con 98.
vieni scartato a priori con un voto mediocre :stordita:
Che poi esistano lauree completamente inutili con qualsiasi voto è un altro discorso :fagiano:

Bah non e' vero. Dipende da tanti fattori.

girodiwino
13-02-2010, 16:37
dipende.

il 110 di un'università "fuffa" conta meno di un 100 in una seria.

...e alla fine, conta quello che sai fare (cioè nulla, per il laureato generico medio)

Peccato che in certi concorsi il voto di uscita conti eccome indipendentemente dall'uni... con tutto il rispetto mi girano le palle che un camerinese abbia la strada spianata e io che mi rompo alacremente il culo no... alla fine io uscirò con nozioni probabilmente superiori alle sue, ma sarà il voto a fare il gioco.


Per chi ha esperienza, quanto è rilevante l'età quando si ha un buon voto di laurea?

NetEagle83
13-02-2010, 16:46
Vari miei amici ingegneri i primi anni dopo la laurea mi dicevano che li pagavano per imparare perche' non sapevano fare nulla.

C'è da fare una bella distinzione (grande quanto una casa) tra la "formazione aziendale" (che è necessaria per forza di cose... ogni azienda ha le sue procedure, i suoi metodi ecc.) e la preparazione accademica...

Un ingegnere edile (esempio a caso) che va a lavorare per la "Pippo Costruzioni S.r.l." non saprà mica come il sig. Pippo organizza le squadre, i cantieri, le procedure burocratiche ecc. Ma se c'è da tirar fuori i calcoli strutturali per un ponte cosa dici, se lo fa spiegare dal muratore??

Per piacere smettiamola di dire che all'università si va per sentire favolette che nella vita lavorativa non servono a niente... perchè primo non è vero, e secondo si fa il gioco dei nostri cari imprenditori italici che, in quanto ignoranti (nella stragrande maggioranza dei casi) come le capre, vorrebbero un esercito di loro pari per non doversi confrontare e - mentre ci sono - poterli pagare pure meno...

Ciccio17
13-02-2010, 17:15
Cercate di finire in 5 anni.

Le grandi aziende assumono anche chi non ha preso voti eccellenti, ma magari ci ha messo 5 anni.

Ciccio17
13-02-2010, 17:19
Una laurea (magari seria come ingegenria) con 110 vale enormemente di piu di una medesima laurea con 98.
vieni scartato a priori con un voto mediocre :stordita:

Questo non è vero, ed io ne sono la prova vivente.

Che poi esistano lauree completamente inutili con qualsiasi voto è un altro discorso :fagiano:

Ingegneria Gestionale rientra in queste vero? :read:

kambo85
13-02-2010, 18:33
La mia esperienza personale (da ing. meccanico neolaureato) è questa: come in tutte le cose ci vuole la giusta via di mezzo. Ossia: sopra il 100 sono tutti buoni voti, se per laurearti con 110 ci metti al max 6 mesi in più allora forse ne vale la pena, altrimenti no... Tenete conto che sono soprattutto le grandi aziende a guardare il voto di laurea, ma poi contano anche altri fattori non meno importanti (conoscenza dell'inglese-fondamentale, esperienze lavorative-anche stage, più se ne ha e meglio è). Le piccole aziende generalmente non hanno così tante candidature di laureati, poichè sono meno appetibili (generalmente un laureato punta ad una grossa azienda con una posizione rinomata), quindi si fossilizzano meno sul voto. Le multinazionali invece ricevono migliaia di cv, e quindi un parametro fondamentale su cui discriminano è il voto di laurea. Ma l'età è anche fondamentale. Quindi, secondo me, se sei in tempo e rifiutare un paio di esami ti comporta un ritardo di 2-3 mesi nel laurearti, ma ti consente di uscire con 110, allora puoi anke rifiutare, altrimenti ti consiglio di no.

:dissident:
13-02-2010, 19:11
C'è da fare una bella distinzione (grande quanto una casa) tra la "formazione aziendale" (che è necessaria per forza di cose... ogni azienda ha le sue procedure, i suoi metodi ecc.) e la preparazione accademica...

Un ingegnere edile (esempio a caso) che va a lavorare per la "Pippo Costruzioni S.r.l." non saprà mica come il sig. Pippo organizza le squadre, i cantieri, le procedure burocratiche ecc. Ma se c'è da tirar fuori i calcoli strutturali per un ponte cosa dici, se lo fa spiegare dal muratore??

Guarda, invece non e' cosi' neanche nell'esempio che fai, visto che in qualunque studio si lavora con modelli FEM e BIM ingegneristici che all'universita' se va bene (e non succede spesso) hai giusto visto di cosa si occupano.


Per piacere smettiamola di dire che all'università si va per sentire favolette che nella vita lavorativa non servono a niente... perchè primo non è vero, e secondo si fa il gioco dei nostri cari imprenditori italici che, in quanto ignoranti (nella stragrande maggioranza dei casi) come le capre, vorrebbero un esercito di loro pari per non doversi confrontare e - mentre ci sono - poterli pagare pure meno...

I miei amici di cui parlavo sopra sono stati presi cmq e ben pagati pur se non produttivi, quindi non diciamo castronerie ;)

:dissident:
13-02-2010, 19:12
Cercate di finire in 5 anni.

Le grandi aziende assumono anche chi non ha preso voti eccellenti, ma magari ci ha messo 5 anni.

E' vero, anche se a fare da discriminante piu' che il numero di anni e' l'eta' a cui ti laurei, se hai 35 anni e ti sei laureato in 3 anni invece che 5 avrai cmq un sacco di difficolta' lo stesso..

^TiGeRShArK^
13-02-2010, 19:33
Vari miei amici ingegneri i primi anni dopo la laurea mi dicevano che li pagavano per imparare perche' non sapevano fare nulla.
Mai capitato.
Anzi, nonostante i miei colleghi avessero anni ed anni di esperienza, molte volte erano loro che chiedevano a me una soluzione.

Fedozzo
13-02-2010, 19:40
Bah non e' vero. Dipende da tanti fattori.

ovviamente parlo per esperienza personale.

Ognuno ha il suo bagaglio di statistiche :)

:dissident:
13-02-2010, 19:41
Mai capitato.
Anzi, nonostante i miei colleghi avessero anni ed anni di esperienza, molte volte erano loro che chiedevano a me una soluzione.

Quindi vuoi dirmi che tu appena uscito dall'universita' ti hanno dato il pc e ti hanno detto "ok progettaci la trafilatrice"? E tu lo sapevi fare? Oppure ti hanno dato in mano DOCFA e ti hanno detto "tieni fai tu l'accatastamento"? Ho i miei dubbi.

Fedozzo
13-02-2010, 19:42
C

Per piacere smettiamola di dire che all'università si va per sentire favolette che nella vita lavorativa non servono a niente... perchè primo non è vero, e secondo si fa il gioco dei nostri cari imprenditori italici che, in quanto ignoranti (nella stragrande maggioranza dei casi) come le capre, vorrebbero un esercito di loro pari per non doversi confrontare e - mentre ci sono - poterli pagare pure meno...

quote della settimana :O

Fedozzo
13-02-2010, 19:44
Ingegneria Gestionale rientra in queste vero? :read:

OT
Direi di no, dato che sono i professionisti piu richiesti dal mercato, e non vorrai fare come tanti ignoranti che parlano di un corso di laurea di cui non sanno niente vero :rolleyes: ?

cit Wiki L'ingegneria gestionale è la branca dell'ingegneria che studia con approccio sistemistico l'organizzazione e i processi produttivi delle imprese, di qualsiasi genere, costruendo e applicando modelli per la soluzione dei loro problemi.

OT/

non continuiamo sennò ci bannano, e questi discorsi li sentivo fare da matricola, non sono decisamente piu allenato per ste bambinate

NetEagle83
13-02-2010, 19:45
Guarda, invece non e' cosi' neanche nell'esempio che fai, visto che in qualunque studio si lavora con modelli FEM e BIM ingegneristici che all'universita' se va bene (e non succede spesso) hai giusto visto di cosa si occupano.

Ma quello è un altro discorso... un conto è dire (ed è sacrosanto farlo) che gli atenei dovrebbero dare una svecchiata ai programmi didattici (che poi il metodo FEM risale tipo agli anni '30! :D), ben altra cosa è dire che dopo la laurea non si è capaci di svolgere la professione per cui ci si è fatto il mazzo sui libri...

Cioè, secondo te in quanto tempo un ingegnere si "aggiorna", per così dire, su metodi/modelli in uso nel mondo del lavoro? E soprattutto, senza una dovuta preparazione accademica di base, chi potrebbe svolgere quel tipo di professione? Un geometra (che è già tanto se sa cos'è un vettore o una matrice... :asd:)?

E' solo questo ciò che intendo... :) E vale naturalmente per ogni ambito di studi, fermo restando il discorso di cui sopra (che condivido pienamente) sul fatto che alcuni programmi/piani di studio siano a volte obsoleti.

I miei amici di cui parlavo sopra sono stati presi cmq e ben pagati pur se non produttivi, quindi non diciamo castronerie ;)

Evidentemente i tuoi amici son capitati in aziende gestite da persone più lungimiranti della media... ma non credere che si tratti di benefattori eh... nessuno paga una risorsa "non produttiva" se non è stra-sicuro che possa diventarlo con un'adeguato (e non troppo prolungato) periodo di formazione interna... e qui è il discorso di prima: certe cose non puoi impararle solo con la formazione aziendale, DEVI avere solide basi accademiche. E questo le aziende lo sanno benissimo. ;)

:dissident:
13-02-2010, 19:52
Cioè, secondo te in quanto tempo un ingegnere si "aggiorna", per così dire, su metodi/modelli in uso nel mondo del lavoro? E soprattutto, senza una dovuta preparazione accademica di base, chi potrebbe svolgere quel tipo di professione? Un geometra (che è già tanto se sa cos'è un vettore o una matrice... :asd:)?

Mai detto questo. Ma il discorso era che uno uscito dall'universita' arriva in azienda e sa gia' fare le cose, e tutte le mie esperienze dicono il contrario, e piu' si tratta di una professione tecnica, piu' e' vero, perche e' un ambito in cui la pratica si discosta davvero tanto dalla teoria. Ma anche in quelle meno tecniche spesso e' cosi'.


Evidentemente i tuoi amici son capitati in aziende gestite da persone più lungimiranti della media... ma non credere che si tratti di benefattori eh... nessuno paga una risorsa "non produttiva" se non è stra-sicuro che possa diventarlo con un'adeguato (e non troppo prolungato) periodo di formazione interna... e qui è il discorso di prima: certe cose non puoi impararle solo con la formazione aziendale, DEVI avere solide basi accademiche. E questo le aziende lo sanno benissimo. ;)

Il discorso e' un altro: se cerchi un neolaureato (per le tue ragioni aziendali) metti da conto che sia da formare (piu' o meno dipende anche da cosa si occupa l'azienda). Che poi e' anche il motivo per cui ci sono incentivi fiscali e contrattuali ad assumere i giovani.
Certo prendere un neo ingegnere meccanico vuol dire sapere gia' che per almeno un anno non sara' produttivo al 100%, ma ovviamente lo si fa in ottica di investimento, e' come comprare una giovane promessa invece di un campione gia' affermato, se mi concedi il paragone sportivo.

:dissident:
13-02-2010, 20:03
Per chiarire definitivamente il mio pensiero, non dico ovviamente che un laureato sia equiparabile ad un diplomato o che quest ultimo possa sostituirlo, perchè è ovvio che non sia così, per tante ragioni (capacità di imparare, bagaglio culturale, forma mentis ecc.), ma di certo fra tutti questi motivi non metterei il fatto che il neolaureato sa già la professione...

NetEagle83
13-02-2010, 20:05
Mai detto questo. Ma il discorso era che uno uscito dall'universita' arriva in azienda e sa gia' fare le cose, e tutte le mie esperienze dicono il contrario, e piu' si tratta di una professione tecnica, piu' e' vero, perche e' un ambito in cui la pratica si discosta davvero tanto dalla teoria. Ma anche in quelle meno tecniche spesso e' cosi'.

Ma infatti (e qui si dovrebbe aprire una discussione a parte) le "professioni tecniche", così come le intendi, dovrebbero essere svolte da persone formate in tutt'altra maniera, ma di sicuro non dalle università...

Cerchiamo di capirci: se devo programmare PLC non mi serve un corso di laurea in Informatica... mi basta un corso di formazione. Se mi iscrivo ad informatica è perchè voglio saper "progettare" un software, voglio che il codice sia ottimizzato ecc. Tutte cose che, per saperle fare, necessitano di studio teorico e modelli di approccio ai problemi. Ecco cosa distingue una formazione accademica da una prettamente "tecnica"...

Che poi nella realtà le cose vadano diversamente (perchè nel nostro bel paese il mondo del lavoro è un delirio) è un altro paio di maniche...

Il discorso e' un altro: se cerchi un neolaureato (per le tue ragioni aziendali) metti da conto che sia da formare (piu' o meno dipende anche da cosa si occupa l'azienda). Che poi e' anche il motivo per cui ci sono incentivi fiscali e contrattuali ad assumere i giovani.
Certo prendere un neo ingegnere meccanico vuol dire sapere gia' che per almeno un anno non sara' produttivo al 100%, ma ovviamente lo si fa in ottica di investimento, e' come comprare una giovane promessa invece di un campione gia' affermato, se mi concedi il paragone sportivo.

Si ma, rimanendo nel tuo paragone sportivo, la "giovane promessa" non la comprerebbe nessuno se fosse "zoppa"... ;)

E allo stesso modo nessuno assumerebbe una risorsa senza la certezza che diventerà produttiva GRAZIE alla formazione di base che già ha...

:dissident:
13-02-2010, 20:34
Ma infatti (e qui si dovrebbe aprire una discussione a parte) le "professioni tecniche", così come le intendi, dovrebbero essere svolte da persone formate in tutt'altra maniera, ma di sicuro non dalle università...


Professioni tecniche sono l'ingegnere, l'architetto ecc..eh


Cerchiamo di capirci: se devo programmare PLC non mi serve un corso di laurea in Informatica... mi basta un corso di formazione. Se mi iscrivo ad informatica è perchè voglio saper "progettare" un software, voglio che il codice sia ottimizzato ecc. Tutte cose che, per saperle fare, necessitano di studio teorico e modelli di approccio ai problemi. Ecco cosa distingue una formazione accademica da una prettamente "tecnica"...

Vero. Ma poi devi anche saper mettere mano ad un progetto reale, che non sia un modello, che e' quello che di solito in universita' non hai mai avuto modo di approcciare.


Si ma, rimanendo nel tuo paragone sportivo, la "giovane promessa" non la comprerebbe nessuno se fosse "zoppa"... ;)

Perche' zoppa? :confused:


E allo stesso modo nessuno assumerebbe una risorsa senza la certezza che diventerà produttiva GRAZIE alla formazione di base che già ha...

Ma che discorso e'? :confused:
All'azienda interessa solo che diventi produttiva, che questo avvenga per il titolo di studio o per la scienza infusa non cambia. Certo il primo ha qualche possibilita' in piu' :D , ma conta il risultato non il resto. Poi ovvio che punti a chi le da' piu' garanzie di diventare produttivo.

Ciccio17
13-02-2010, 20:51
E' vero, anche se a fare da discriminante piu' che il numero di anni e' l'eta' a cui ti laurei, se hai 35 anni e ti sei laureato in 3 anni invece che 5 avrai cmq un sacco di difficolta' lo stesso..

Ovviamente ;)

Ciccio17
13-02-2010, 21:10
OT
Direi di no, dato che sono i professionisti piu richiesti dal mercato, e non vorrai fare come tanti ignoranti che parlano di un corso di laurea di cui non sanno niente vero :rolleyes: ?

Tanto per chiudere l'OT: quello che sostengo lo dico con cognizione di causa, essendo stato (durante gli studi e tuttora) a contatto diretto con Ing. Gestionali ed avendo anche fatto alcuni esami in comune con tale cds.

Qualche altra idea a riguardo la trovi qua (http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=773201) ;)


PS: sbrigatevi a finire e fregatevene(per quanto possibile) del voto

Fedozzo
13-02-2010, 21:57
Tanto per chiudere l'OT: quello che sostengo lo dico con cognizione di causa, essendo stato (durante gli studi e tuttora) a contatto diretto con Ing. Gestionali ed avendo anche fatto alcuni esami in comune con tale cds.

Qualche altra idea a riguardo la trovi qua (http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=773201) ;)


PS: sbrigatevi a finire e fregatevene(per quanto possibile) del voto

eh, le discussioni su hwupgrade su ingegneria gestionale, i pettegolezzi delle matricole e mio cuggggino :rolleyes: dai ,lasciamo perdere le bambinate.

Comunque, quanti voti avete rifiutato?

:dissident:
13-02-2010, 22:29
io 3 o 4 non ricordo. pero' ho finito in corso e mi sono laureato col massimo dei voti

Fedozzo
13-02-2010, 23:15
io 3 o 4 non ricordo. pero' ho finito in corso e mi sono laureato col massimo dei voti

Anche io un paio, con le tue stesse specifiche :p .
La questione del tradeoff voto-durata studi però non è di facile risoluzione.
Ovviamente è consigliabile finire in tempo e con il voto alto.
Ma io mi sentirei di consigliare magari quell'anno in piu se c'è la speranza di prendere la lode.

:dissident:
13-02-2010, 23:18
Si' non saprei un anno in piu' non e' poco..Una sessione ancora ancora..Ma poi come si diceva, dipende da caso a caso

NetEagle83
14-02-2010, 00:22
Professioni tecniche sono l'ingegnere, l'architetto ecc..eh

Ah, ok. Allora per quanto mi riguarda quelle sono professioni in cui sono convinto conti 1000 volte più la "teoria" appresa sui banchi dell'uni che non le modalità operative che un laureato apprende facilmente in un paio di mesi....

Questo discorso naturalmente esula dal ragionamento di prima riguardo al fatto che effettivamente i piani di studio dei corsi di laurea sono un tantino... "statici", ecco.

Vero. Ma poi devi anche saper mettere mano ad un progetto reale, che non sia un modello, che e' quello che di solito in universita' non hai mai avuto modo di approcciare.


Stesso discorso, ad imparare a "metter mano ad un progetto" ci si mette, toh, un paio di mesi al massimo. Il "contenuto" del progetto però vien fuori da anni di studio accademico... e questo è talmente ovvio che non credo ci sia bisogno di discuterne.

Perche' zoppa? :confused:

Lol, in effetti forse sono stato un po' criptico... :asd:

Ma che discorso e'? :confused:
All'azienda interessa solo che diventi produttiva, che questo avvenga per il titolo di studio o per la scienza infusa non cambia. Certo il primo ha qualche possibilita' in piu' :D , ma conta il risultato non il resto. Poi ovvio che punti a chi le da' piu' garanzie di diventare produttivo.

Intendevo che se la FIAT ha bisogno di qualcuno che gli progetti la centralina delle auto (sparo eh...) assume un Ing. Elettronico (o chi fa queste cose... confesso che non ne ho idea... :asd:), spende 6 mesi per formarlo (durante i quali in effetti non è produttivo) sui propri standard progettistici, sulle proprie procedure ecc., ma poi sa che quello saprà fare il suo lavoro di Ingegnere... perchè beh, è un Ingegnere! :D

Potrebbe fare la stessa cosa con un perito? Non è questione di "possibilità", è che senza la teoria che impari all'uni queste cose non le puoi fare! E la conseguenza logica di questo ragionamento è una sola: chi si laurea in Ingegneria impara a fare il proprio mestiere, cioè l'Ingegnere! :D

Boh, a me sembra fin troppo ovvio... anzi, onestamente mi par strano dover sottolineare certe cose...

EDIT: E comunque ribadisco che tutto questo vale anche per le altre facoltà... ho preso come esempio gli ingegneri, ma ho avuto conferma di quello che dico anche in altri casi (compreso il mio, che mi occupo di tutt'altro).

:dissident:
14-02-2010, 00:31
A me invece sembra che continui a non capire cosa voglio dire (e probabilmente e' colpa mia eh): non contesto in alcun modo che si debba prendere un ingegnere a fare il lavoro dell'ingegnere (e l'architetto per quello dell'architetto ecc.), ovviamente! Dico solo, per esperienza personale mia e di molti miei amici in altri campi, che non e' vero che chi esce da ingegneria (o architettura ecc) sa fare la professione, ma neanche lontanamente. Poi in alcuni ambiti bastano sei mesi in altri invece ci vogliono anni (un mio caro amico ingegnere meccanico dopo i primi 2 anni ha iniziato a produrre davvero, prima solo formazione e qualche piccolo incarico secondario). Ma attenzione che non e' solo questione di imparare come una determinata azienda e' abituata a lavorare, ma in quasi tutti i casi anche proprio di imparare la professione, soprattutto tanto piu' questa e' settoriale: un ing. meccanico appena laureato non puo' sapere tutto su tutti i tipi di macchine, uno civile non puo' conoscere tutti i tipi di strutture e i prodotti sul mercato che si usano per farle ecc. Ed e' normale che sia cosi' e nessuno si aspetterebbe il contrario! Quello che ti da' l'universita' e' in primo luogo una forma mentis a risolvere certi problemi tipici del tuo settore e i mezzi per imparare a svolgere una professione.
Tu che lavoro fai?

NetEagle83
14-02-2010, 00:53
Quello che ti da' l'universita' e' in primo luogo una forma mentis a risolvere certi problemi tipici del tuo settore e i mezzi per imparare a svolgere una professione.

Esatto, e io semplicemente do molto più valore alla forma mentis e all'approccio ai problemi che deriva dalle nozioni accademiche rispetto al resto... è ovvio che, come dici tu, un Ing. Edile non impara all'uni quanti materiali ci sono e che caratteristiche hanno, ma quello è un problema che non si può risolvere, non puoi mica mandare i rappresentanti di calcestruzzi a fare lezione! :D

Ma da qui a dire (come è stato detto all'inizio di tutta 'sta discussione) che usciti dall'uni non si sa far nulla ce ne passa se permetti... :)

Tu che lavoro fai?

Guarda, ti riassumo la mia esperienza: io sono un umile e deriso laureato in Comunicazione. :asd: Dopo la laurea ho frequentato un master e sono finito a fare uno stage in un'agenzia di Marketing e Pubblicità.

Beh, ho visto come lavorano, ho visto come stendono i piani di comunicazione e fanno le analisi di Marketing, e onestamente è tutto esattamente IDENTICO a come l'ho studiato all'uni. Sarà un caso, sarò stato fortunato io a trovare prof. validi e piani di studio fatti bene... fatto sta che nel giro di 10 giorni mi hanno fatto stendere un piano preliminare, l'hanno valutato e hanno detto che andava benissimo.

Ora, questo è solo il mio caso personale, e naturalmente non vale nulla di per sè, però anche altri miei conoscenti/amici di facoltà diverse (informatici, ingegneri ecc.) dopo la laurea non hanno trovato nessuna difficoltà ad inserirsi in contesti lavorativi e ad essere "produttivi" da subito o quasi... coincidenze fortunate che capitano solo a me? Non credo... ;)

:dissident:
14-02-2010, 01:00
Beh infatti il mio discorso partiva dal presupposto delle facolta' tecniche (tra cui ci metto anche molte di quelle scientifiche in cui spesso vai a fare laboratorio). E quando ne esci, non sai fare niente. Pero' puoi imparare a fare tutto, che e' la cosa che piu' conta.
Del resto, quanti neolaureati si cimentano con la libera professione da subito?

NetEagle83
14-02-2010, 01:06
Però molti informatici ad esempio cominciano a fare consulenze fin da subito... perchè in fondo quello che gli serve per inquadrare le problematiche di un cliente e trovare le soluzioni lo hanno già imparato all'uni. E informatica è una facoltà scientifica...

Diverso è il discorso di facoltà tipo chimica, biologia et similia... lì la colpa è del sistema universitario italiano, che consente abominii tipo 20 ore di laboratorio (o manco quelle in molti casi) in 3 anni di corso... ci credo che poi chi si laurea in quelle facoltà non è capace manco di prendere in mano una provetta...

Dipende molto dal tipo di studi insomma.

:dissident:
14-02-2010, 01:13
Però molti informatici ad esempio cominciano a fare consulenze fin da subito... perchè in fondo quello che gli serve per inquadrare le problematiche di un cliente e trovare le soluzioni lo hanno già imparato all'uni. E informatica è una facoltà scientifica...

Si ma questo tipo di consulenze lo fanno anche molti appassionati senza titolo di studio..Non e' significativo..E infatti non e' un caso che gli ingegneri informatici siano quelli con piu' difficolta' in ambito lavorativo di questi tempi..


Diverso è il discorso di facoltà tipo chimica, biologia et similia... lì la colpa è del sistema universitario italiano, che consente abominii tipo 20 ore di laboratorio (o manco quelle in molti casi) in 3 anni di corso... ci credo che poi chi si laurea in quelle facoltà non è capace manco di prendere in mano una provetta...


Si' ma anche se se ne facessero 200 ore all'anno, per il grado di specializzazione nel campo del lavoro dei giorni nostri, usciresti cmq senza sapere fare quasi niente, e' tutto iper settorializzato.

NetEagle83
14-02-2010, 01:22
Si ma questo tipo di consulenze lo fanno anche molti appassionati senza titolo di studio..Non e' significativo..E infatti non e' un caso che gli ingegneri informatici siano quelli con piu' difficolta' in ambito lavorativo di questi tempi..

Eh ma bisogna vedere il risultato finale però... con tutto il rispetto per gli smanettoni (che hanno anche una loro professionalità in fondo... :D), vorrei proprio vedere un autodidatta a metter mani su cose complesse tipo i sistemi informativi di banche ecc. (sempre che glie li lascino toccare... :asd:).

A certi livelli il discorso è sempre lo stesso: DEVI avere le competenze necessarie, e sono quelle che ottieni sui banchi dell'università. ;)

Si' ma anche se se ne facessero 200 ore all'anno, per il grado di specializzazione nel campo del lavoro dei giorni nostri, usciresti cmq senza sapere fare quasi niente, e' tutto iper settorializzato.

Eh, ho capito, ma una cosa è la settorializzazione, un'altra è non sapere nemmeno da dove cominciare! :D

Un minimo di training di laboratorio è la base per poter imparare ad operare in strutture più complesse/settoriali... cavolo, persino i periti chimici hanno più ore di laboratorio! E infatti nello specifico del settore chimico a quanto pare molte aziende preferiscono assumere i diplomati... :rolleyes:

:dissident:
14-02-2010, 01:25
Eh ma bisogna vedere il risultato finale però... con tutto il rispetto per gli smanettoni (che hanno anche una loro professionalità in fondo... :D), vorrei proprio vedere un autodidatta a metter mani su cose complesse tipo i sistemi informativi di banche ecc. (sempre che glie li lascino toccare... :asd:).

Esatto, ma sono cose che neanche un neolaureato da solo si metterebbe a fare :D ;)


Eh, ho capito, ma una cosa è la settorializzazione, un'altra è non sapere nemmeno da dove cominciare! :D

Un minimo di training di laboratorio è la base per poter mettere mani su cose più complesse... cavolo, persino i periti chimici hanno più ore di laboratorio! E infatti nello specifico del settore chimico a quanto pare molte aziende preferiscono assumere i diplomati... :rolleyes:

Beh certo costano meno e se hai bisogno di un tecnico di laboratorio non assumi un laureato in chimica..

NetEagle83
14-02-2010, 01:34
Esatto, ma sono cose che neanche un neolaureato da solo si metterebbe a fare :D ;)

Beh no, spesso in ambito informatico più che la famosa "esperienza" servono proprio le nozioni. Quindi anche un neo-laureato potrebbe lavorare a certi livelli... magari serve giusto un pizzico di coraggio e taaaanto sangue freddo... :asd:

Beh certo costano meno e se hai bisogno di un tecnico di laboratorio non assumi un laureato in chimica..

Che costano meno è indubbio... ma se invece di un semplice laboratorio (dove in fondo è ammissibile che si preferisca un perito) parlassimo di un centro di ricerca? Purtroppo ho sentito che in alcuni casi anche in questo tipo di strutture hanno preferito i periti... e non solo perchè potevano pagarli meno, ma anche perchè in effetti avevano più esperienza pratica. Ecco, questo è un caso in cui effettivamente un laureato si trova a non saper "fare" il suo lavoro. Ma è una distorsione limitata a poche facoltà... per il resto la situazione fortunatamente è ben diversa.

:dissident:
14-02-2010, 01:38
Che costano meno è indubbio... ma se invece di un semplice laboratorio (dove in fondo è ammissibile che si preferisca un perito) parlassimo di un centro di ricerca? Purtroppo ho sentito che in alcuni casi anche in questo tipo di strutture hanno preferito i periti... e non solo perchè potevano pagarli meno, ma anche perchè in effetti avevano più esperienza pratica. Ecco, questo è un caso in cui effettivamente un laureato si trova a non saper "fare" il suo lavoro. Ma è una distorsione limitata a poche facoltà... per il resto la situazione fortunatamente è ben diversa.

Si ma anche nei centri di ricerca servono i tecnici di laboratorio. Un laureato in chimica o biologia di solito non e' un tecnico cmq..

NetEagle83
14-02-2010, 01:45
Si ma anche nei centri di ricerca servono i tecnici di laboratorio. Un laureato in chimica o biologia di solito non e' un tecnico cmq..

Vero... però in teoria dovrebbe essere chiamato a "dirigere" un laboratorio... e direi che risulta difficile gestire un posto dove non sei mai entrato! :D

Tra l'altro conosco personalmente alcuni futuri biologi e chimici... e sinceramente non li invidio affatto. Già quel particolare settore nel nostro paese è praticamente morto, in più si trovano a scontare colpe non loro... bah.

Ps. abbiam fatto notte! :D E siamo pure andati completamente OT... :asd: Colpa mia, ma quando si parla di queste cose non riesco a frenarmi! :D

Meglio chiuderla qua. 'notte. :)

^TiGeRShArK^
14-02-2010, 09:33
Quindi vuoi dirmi che tu appena uscito dall'universita' ti hanno dato il pc e ti hanno detto "ok progettaci la trafilatrice"? E tu lo sapevi fare? Oppure ti hanno dato in mano DOCFA e ti hanno detto "tieni fai tu l'accatastamento"? Ho i miei dubbi.
No, appena uscito dall'università (ma anche prima) sapevo già programmare piuttosto bene per gli standard italiani.
Ovviamente se uno si limita a quello che insegnano all'università uscirà senza saper fare niente, se uno si mette a studiare e a fare pratica per conto suo, approfondendo tutto quello che l'università non ha trattato, è tutto un altro discorso.
E comunque è anche giusto così dato che a me l'università ha insegnato ad imparare.
Mi ha dato la giusta forma mentis per affrontare i problemi e la capacità di imparare in fretta.
L'università non può insegnare tutto, ma può insegnarti a ragionare e a mettere a frutto le tue capacità nella maniera + produttiva possibile.

^TiGeRShArK^
14-02-2010, 09:40
Vero. Ma poi devi anche saper mettere mano ad un progetto reale, che non sia un modello, che e' quello che di solito in universita' non hai mai avuto modo di approcciare.
Perchè no?
Per la mia tesi ci ho impiegato 9 mesi ma ho fatto un progetto in java per progettare e implementare un recommendation system basato su agenti intelligenti che analizzavano i profili utente e proponevano i servizi + indicati nel campo dell'e-governemnt.
tesi da cui è pure scaturita una pubblicazione su "Intelligenza Artificiale", il giornale ufficiale dell'associazione italiana per l'intelligenza artificiale.
E io non ho fatto nemmeno ingegneria informatica, ma bensì delle telecomunicazioni.

^TiGeRShArK^
14-02-2010, 09:42
eh, le discussioni su hwupgrade su ingegneria gestionale, i pettegolezzi delle matricole e mio cuggggino :rolleyes: dai ,lasciamo perdere le bambinate.

Comunque, quanti voti avete rifiutato?

buh...
penso 4 - 5...
comunque sono uscito con 109 in 6 anni per via dei 9 mesi di tesi e del fatto che ho iniziato a lavorare dopo la triennale :p

^TiGeRShArK^
14-02-2010, 09:45
Si ma questo tipo di consulenze lo fanno anche molti appassionati senza titolo di studio..Non e' significativo..E infatti non e' un caso che gli ingegneri informatici siano quelli con piu' difficolta' in ambito lavorativo di questi tempi..
Il problema è che in italia il mercato del software semplicemente NON esiste.
C'è solo la consulenza in pratica, il cui unico obiettivo è consegnare al cliente un prodotto che "funzionicchia", al minor costo possibile.

Fedozzo
14-02-2010, 10:09
buh...
penso 4 - 5...
comunque sono uscito con 109 in 6 anni per via dei 9 mesi di tesi e del fatto che ho iniziato a lavorare dopo la triennale :p

Complimenti, soprattutto per non aver dato fuoco all'università per averti messo un 109

caurusapulus
14-02-2010, 10:14
Complimenti, soprattutto per non aver dato fuoco all'università per averti messo un 109

e infatti.. :asd:
è come prendere 29 ad un esame... :muro:

audax
14-02-2010, 11:02
Siamo andati un pò oltre a quello che era lo spirito iniziale della discussione. Tornate ai ranghi , ragazzi , pur avendo espresso opionioni intelligenti ed interessanti.

guylmaster
14-02-2010, 11:42
Dal mio punto di vista impegnarsi per prendere bei voti è giustissimo, ovviamente un 30 è meglio che un 18, ma arrivare a rifiutarli, no, non ci sta proprio.

Uno quando va all'esame sa bene o male quanto è preparato, se credeva di non esserlo abbastanza poteva andare all'appello dopo.

Io però gia mi sono iscritto con qualche anno di ritardo, e non ne voglio uscire troppo vecchio, questo diciamo che influisce molto sul ragionamento.

^TiGeRShArK^
14-02-2010, 17:35
e infatti.. :asd:
è come prendere 29 ad un esame... :muro:

quelli li ho anche :p
2 o 3 se non sbaglio :p

Mr_Max
14-02-2010, 19:16
Ricordo un collega che sostenne 8 esami in un anno ma con media piuttosto bassa. Quando gli chiesi il motivo per cui non rifiutasse i voti, mi rispose che l'Università è come il maiale: Non si butta via niente ! Oggi quel collega è un ufficiale della GdF.
In linea di massima l'umiltà di accettare un voto basso vince sulla superbia di coloro che pensano di conoscere la materia più del docente.
L'Uni serve non solo per le nozioni che uno apprende, ma anche e soprattutto per forgiare il carattere e consolidare un metodo di studio che nel corso della vita daranno i frutti sperati.

audax
15-02-2010, 18:36
Il rimpianto più grande è quello di non riuscire mai a spuntare quel voto che voglio, sempre sotto. :mad: