View Full Version : Ingenuità, tratto del carattere o solo immaturità?
Ho appena finito di rileggere due libri di Voltaire che al liceo ho odiato ed ora apprezzo sempre più, l'Ingenuo (Naive) e Candido (Candide)
Li amo perché sono anche un po autobiografici,
come Candido e come molti di voi credo sono cresciuto non nel castello di Vestfalia, ma in una specie di castello, in una famiglia borghese, figlio di commercianti, famiglia agiata, mai avuto problemi economici, mai subito violenze, ne traumi, scuole fino alle medie nel paese dove sono nato, dove non è mai accaduto un omicidio, ne uno stupro, nessun fatto di grave violenza.
Da piccolo il chierichetto tutte le mattine fino a 8 anni, tutti i sacramenti, catechismo, un po viziato dalla mamma, calcio all'oratorio cogli amici e motorino a 14 anni.
La natura mi ha fornito un temperamento assai mite, un intelletto abbastanza solido ed un cuore ingenuo.
Studi di buon livello, terminati in un ateneo considerato tra i migliori italiani,
e ho smesso di fare l'apologia della mia infanzia, anche perché non è tutto rosa e fiori :D
Come l'Urone invece, sono cresciuto in una piccola comunità (l'Urone viene da una piccola Isola), paese di 2000 abitanti, circondato dalla campagna, in una provincia dove il capoluogo ne fa quarantamila.
Luoghi monoculturali, lontano dalle multietniche Roma, Parigi, Berlino,
dove tutti abbiamo fatto la stessa e unica scuola, abbiamo avuto gli stessi maestri, lo stesso prete e siamo figli di persone nate e cresciute qui (è incredibile come nel mio paese quasi tutti i genitori dei miei coetanei vengano dallo stesso paese).
Lontano quindi da tutte le problematiche tipiche dei grossi centri urbani.
Come l'Urone però amo l'avventura, invece della comoda Parma, scelsi Milano per gli studi universitari, l'ultimo anno feci di tutto per trascorrerlo come Erasmus a Parigi.
Dopo due anni di lavoro vicino a casa, mosso sempre da questa voglia di muoversi, intrapresi un'esperienza di lavoro all'estero, prima a Parigi e poi negli USA che si è conclusa poco tempo fa.
Ho un attrazione per il diverso, il vario.
Dal mio paesino non fui cacciato a calci nel sedere come Candido dal castello, ma per volontaria iniziativa.
Milano è stata una grande scuola di vita per me, per la prima volta ho visto persone cresciute in zone molto diverse dalla mia ed in modo diverso da me.
Genitori, amicizie, scuole diverse
La Francia e gli USA ancora di più
Non mi dilungo qui su tutto quello che mi è accaduto, ma come Candido ho vissuto accanto ad esperienze positive anche alcune negative.
Tutte queste esperienze, come a Candido, mi hanno fatto capire quanto sia ingenuo spesso nei rapporti umani, vedo di fronte a me sempre una persona amabile, una persona con dei valori anche quando di fronte a me c'è uno che mi sta facendo le scarpe o vuole farmele, anche quando di fronte a me c'è il peggiore degli invidiosi vedo una persona potenzialmente positiva.
Come Candido mi sono posto delle domande sull'umanità
Ho avuto la stessa discussione venerdì scorso con un compaesano che ha avuto un percorso simile al mio, secondo lui l'ingenuità è un tratto tipico della gente cresciuta nelle piccole comunità dove spesso, gelosie a parte, s'instaura un clima di fiducia e amicizia con quasi tutti. (vedere anche il ragazzo di Campagna, un piccolo grande film con Renato Pozzetto) In più ha aggiunto, quando si ha ricevuto una buona educazione, si è spinti a credere che chiunque l'abbia ricevuta.
Voltaire concluse il libro con un'affermazione, un po nichilista a mio parere, per cui nella vita bisognerebbe pensare solo a coltivare il proprio orto.
Questa frase sottintende che non bisogna porsi domande riguardo il male, ma solo diffidare e fregarsene di tutto quello che ci sta attorno.
Candido, affamato di domande, si rivolge al volgere della sua storia ad un filosofo turco, per poter ragionare delle cause e degli effetti, del migliore dei mondi possibili, dell'origine del male, della natura dell'anima e dell'armonia prestabilita.
Il derviscio gli fa capire che non si deve impicciare in queste cose e che non dovrebbe importargliene niente.
Gli dice poi che chi si mette nelle faccende pubbliche finisce male (poco prima elenca una sfilza di re morti ammazzati).
Sembra che dedicarsi unicamente alle proprie attività e stare coi propri cari sia l'insegnamento ultimo che Voltaire vuole darci,
fregandosene completamente del resto (Voltaire non è proprio il maggiore trai scrittori cristiani :D ).
Voi cosa ne pensate? è una cosa che si può correggere l'ingenuità o fa parte del nostro carattere e niente possiamo fare?
A volte penso che l'unico modo per il naturalmente ingenuo di non essere ingenuo è di vivere in uno stato di tensione e pessimismo che lo protegge da eventuali fregature.
Tratto del carattere. Tutto ciò che sei puoi cambiarlo appena decidi di farlo. Quelli che credono non sia possibile farlo, è bene che decidessero al più presto di cambiare proprio questo pensiero idiota come prima cosa.
^TiGeRShArK^
16-12-2009, 01:00
Tratto del carattere. Tutto ciò che sei puoi cambiarlo appena decidi di farlo. Quelli che credono non sia possibile farlo, è bene che decidessero al più presto di cambiare proprio questo pensiero idiota come prima cosa.
come non quotare :p
il BIOS è sempre quello ma si può sempre aggiornare il firmware :O
(d'altronde siamo in un forum d'informatica.. dovevo pur spiegarlo in modo comprensibile :asd: )
come non quotare :p
il BIOS è sempre quello ma si può sempre aggiornare il firmware :O
(d'altronde siamo in un forum d'informatica.. dovevo pur spiegarlo in modo comprensibile :asd: )
e allora tu.. http://www.youtube.com/watch?v=ftlYgMSYGCE
Che bello Candido! Lo lessi al liceo e poi nei primi anni dell'università ed ancora oggi mi torna in mente spesso. Anche solo qualche giorno fa (e in quell'occasione insieme ad una canzone di Rino Gaetano: mio fratello è figlio unico.... vedi un po' che accostamenti e che salti).
Vengo da una città abbastanza grande, ma non grandissima (300.000 abitanti), dopo la scuola l'università a milano, lo scambio in USA, il rientro a milano, il lavoro come consulente e quindi oggi una grande società.
Secondo me non è una questione di esperienza, nè di provenienza da centri piccoli. E' una questione di carattere. Però anche quello si smorza col tempo se ci si impegna un po'.
Non nascondo che i vostri commenti motivino alquanto, anche gli ingenui possono diventare dei fieri maliziosi, persone che vedono sempre tutto nero come il mio capo a Parigi (credo non si fidasse di nessuno, nemmeno dei cari) gente capace di diffidare davanti ad un santo
Chissà come dev'essere questo stato, vedere sempre tutto nero
A proposito di esperienza, il dizionario della garzanti mette inesperto come sinonimo d'ingenuo, che ci sia un legame?
Due giorni fa ho riascoltato una canzone di Vasco che mi piace molto, E ADESSO CHE TOCCA A ME, sicuramente c'è un po d'ipocrisia, però mi ha fatto riflettere sul fatto che crescendo invece di migliorare spesso peggioriamo
cit. adesso che ho capito come va il mondo che cosa me ne faccio della sincerità
Voi cosa ne pensate? è una cosa che si può correggere l'ingenuità o fa parte del nostro carattere e niente possiamo fare?
A volte penso che l'unico modo per il naturalmente ingenuo di non essere ingenuo è di vivere in uno stato di tensione e pessimismo che lo protegge da eventuali fregature.
Penso che l'igenuità sia dovuta al carattere che si forma delle esperienze, quindi è collegata sia al carattere che alla maturità.
A me sembra che tu voglia vedere a tutti i costi la tua ingenuità come una cosa positiva..in quanto dovuta ad una vita di esperienze miti e piacevoli e invece svalutare l'astuzia facendola derivare dal pessimismo e considerandola creatrice di tensioni inutili. Non è così..astuzia non è affatto sinonimo di pessimismo.
Ritornando alla domanda precendente l'ingenuità si combatte mano mano che ci si rende conto che se non si è più prudenti, prespicaci si rischia di prendere facilmente delle fregature imho.:)
Femi
Interessante il tuo discorso, perché è il primo un pò articolato
Gli americani dicono book smart quando una persona dotata per lo studio si è applicata e ha raggiunto livelli di conoscenza teorica molto elevata
Dicono street smart quando una persona è, potremmo dire astuta, capace di riconoscere e difendersi dai problemi presenti nella società, nella strada, ad un meeting come in ufficio
Un ingenuo potrebbe essere molto book smart, ma se ingenuo resta non sarà mai street smart
Io non vedo l'ingenuità come una cosa assolutamente positiva, vedo positiva l'apertura, da cristiano quale mi ritengo, credo che un uomo debba essere capace di ascoltare e fidarsi del prossimo.
Pensare di dover vivere tutta la mia vita vedendo nero come il mio ex capo mi viene da rabbrividire, anche quando non c'è alcun rischio, ne alcun pericolo pensava sempre male.
Astuzia e pessimismo non sono sinonimi, ma come giudicheresti una persona che diffida in ogni momento, crede che il fornitore di turno sia lì solo per fare spionaggio industriale, è uno stato di pessimismo e diffidenza cronica.
Kharonte85
16-12-2009, 19:35
Studiando psicologia della personalità si puo' distinguere (ma in realtà la distinzione non è così netta ma al momento mi è comoda per inquadrare il discorso):
- Temperamento --> si riferisce alle caratteristiche innate e biologicamente determinate.
- Carattere --> si riferisce alle caratteristiche acquisite socio-culturalmente.
- Personalità --> costituisce il prodotto della interazione di queste due componenti.
Se intendiamo ingenuità in senso moderno, ovvero sincero, schietto, semplice ecc.. questo tratto della personalità puo' essere in gran parte fatto risalire alle esperienze "ambientali" (che riguardano i rapporti con gli altri, la cultura dove si cresce, le relazioni significative ecc...) quindi riconducibile al carattere.
Il carattere (i tratti che lo caratterizzano) è generalmente stabile nel tempo ma non si puo' escludere che alcune esperienze di vita ambientali particolarmente significative (in positivo o in negativo) possano cambiarlo.
L'adattività (efficacia, successo ecc..) o meno di un tratto dipende molto dal contesto in cui ci troviamo: lo stesso tratto puo' pagare molto in ambiente famigliare e interpersonale, mentre puo' essere di ostacolo e dannoso in un certo contesto lavorativo (Es: il "venditore sincero" che ci dice di andare a comprare il suo prodotto da un'altra parte perchè costa meno. Noi lo ringraziamo di cuore ma lui non arriverà alla fine del mese :D ).
Accade talvolta che alcuni "tratti" possano deviare in maniera spropositata dalla norma. In questi casi si puo' parlare di "disturbi di personalità", per riprendere l'esempio che facevi portandolo all'eccesso (cioè presenta questi tratti sempre e non solo nel contesto lavorativo):
Criteri diagnostici per Disturbo Paranoide di Personalità
Diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri (tanto che le loro intenzioni vengono interpretate come malevole), che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi:
1) sospetta, senza una base sufficiente, di essere sfruttato, danneggiato o ingannato
2) dubita senza giustificazione della lealtà o affidabilità di amici o colleghi
3) è riluttante a confidarsi con gli altri a causa di un timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui
4) scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri o altri eventi benevoli
5) porta costantemente rancore, cioè, non perdona gli insulti, le ingiurie o le offese
6) percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri, ed è pronto a reagire con rabbia o contrattaccare
7) sospetta in modo ricorrente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o del partner sessuale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_paranoide_di_personalit%C3%A0
Una persona che ha queste caratteristiche ha un disturbo paranoide di personalità secondo il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ).
Comunque a parte questo discorso mi vengono in mente alcuni modi per poter vivere meglio il rapporto con il proprio carattere:
1) modulare coscientemente il tratto del proprio carattere (senza misconoscerlo) in funzione del contesto in modo tale da poter raggiungere il proprio scopo lasciando che si esprima liberamente in altri contesti.
2) cambiare il contesto in modo tale che il nostro tratto si possa esprimere liberamente e in maniera adattiva ed efficace.
3) sforzarsi di correggere il tratto una volta riconosciuto come dannoso o fastidioso.
Li ho messi in ordine da quello più utilizzato a quello meno frequente.
Voi cosa ne pensate? è una cosa che si può correggere l'ingenuità o fa parte del nostro carattere e niente possiamo fare?
A volte penso che l'unico modo per il naturalmente ingenuo di non essere ingenuo è di vivere in uno stato di tensione e pessimismo che lo protegge da eventuali fregature.
Mah, non vedo il motivo per correggere l'ingenuità, che fa spesso parte di una persona fondamentalmente buona e altruista. Semmai opterei per l'atteggiamento del finto ingenuo, che fa "buon viso" e allo stesso tempo nasconde una mazza. :D
Mi sembra scontato che il carattere di una persona si possa definire come un software aggiornabile dalle esperienze positive e negative della vita.
Spesso se la gioca l'inconscio. Di conseguenza a parità di esperienza ogni persona reagirà in modo differente. C'è chi diventa cinico,freddo e pessimista (dato che l'ottimista vive felice, ma il pessimista casca quasi sempre in piedi), chi riacquista fiducia negli altri, chi diventa buono e altruista di fronte a eventi sconvolgenti.
Sicuramente se vuoi cambiare lo puoi fare, ma sostanzialmente è il "nucleo"(l'inconscio) che deve essere intaccato, quindi prevalgono sempre le esperienze(magari forti in modo da lasciare il segno).
Credo che tu non ti sia mai trovato di fronte gente spietata,profondamente egoista e menefreghista. Ci deve essere un avvenimento o una serie di piccole vicende negative che ti trasformino da ingenuo(tutto è relativo) a freddo e calcolatore.Citando il Principe di Machiavelli spesso è utile la capacità di essere "simulatore e gran dissimulatore".
Studiando psicologia della personalità
Hai studiato veramente psicologia o sei come il venditore di aspirapolveri che dice all'infermo mentale che il suo prodotto è affidabilissimo mentre se ne guastano 9/10 dopo 2 mesi :D?
scherzi a apret non avendo mai studiato la materia a livello scientifico non posso sapere se ciò che hai scritto è scientificamente valido o meno
Da ingenuo tenderrei a crederci, ma dato che voglio a esserlo sempre meno, mi pongo dei dubbi :)
scherzo.. siamo qui per discutere, se sei più competente di me in materia (basta poco) ben vengano le tue delucidazioni
Quello che hai scritto nel riquadro (Criteri diagnostici per Disturbo Paranoide di Personalità) mi ricorda giusto, tutti gli ultimi miei capi ed il 70% dei colleghi che ho avuto, poca roba ;)
Kharonte85
16-12-2009, 20:14
Hai studiato veramente psicologia o sei come il venditore di aspirapolveri che dice all'infermo mentale che il suo prodotto è affidabilissimo mentre se ne guastano 9/10 dopo 2 mesi :D?
scherzi a apret non avendo mai studiato la materia a livello scientifico non posso sapere se ciò che hai scritto è scientificamente valido o meno
Da ingenuo tenderrei a crederci, ma dato che voglio a esserlo sempre meno, mi pongo dei dubbi :)
scherzo.. siamo qui per discutere, se sei più competente di me in materia (basta poco) ben vengano le tue delucidazioni
Questa :D
Quello che hai scritto nel riquadro (Criteri diagnostici per Disturbo Paranoide di Personalità) mi ricorda giusto, tutti gli ultimi miei capi ed il 70% dei colleghi che ho avuto, poca roba ;)
Anche se in realtà probabilmente la maggior parte di loro, ad un esame approfondito, non soddisferebbero i criteri del disturbo paranoide di personalità ma più semplicemente sono persone che adottano la strategia 1) in contesto esclusivamente lavorativo ;)
E' chiaro comunque che le nostre teorie su come funziona il mondo influenzano molto il modo con cui ci relazioniamo con gli altri, specialmente in certi contesti.
Kharonte85
16-12-2009, 20:40
Sei già laureato?
Sì, ma in questo campo non si finisce mai di studiare :doh: :D
Sì, ma in questo campo non si finisce mai di studiare :doh: :D
come anche in altri campi,
mi ha colpito il discorso che hai fatto sui colleghi che adottano la strategia 1) ovvero,
modulare coscientemente il tratto del proprio carattere (senza misconoscerlo) in funzione del contesto in modo tale da poter raggiungere il proprio scopo lasciando che si esprima liberamente in altri contesti.
Ho sempre creduto infatti che per eprimersi bene nel lavoro sia necessario avere una vita sociale parallela che permetta di esprimersi liberamente, potremmo dire di sforgarsi
L'ho notato quando ho lasciato l'Italia, nei primi momenti quando non avevo amici, mi sono reso conto che lavorare era più difficile (non ripeterei più l'esperienza di lasciare il mio paese solo, senza riferimenti, i primi periodi sono difficilissimi se si è troppo lontani)
Soprattutto quando si lavora in contesti molto competitivi dove fare amicizia è molto difficile sul luogo di lavoro
La soluzione per riuscire bene nel proprio lavoro all'ingenuo è quella di essere falsi se così potremo dire Karonte, o meglio, tenere a bada la nostra personalità, indossare una maschera per poi esprimerci liberamente nella sfera sociale
Guai a togliersi la maschera mentre si lavora se si è ingenui
Kharonte85
16-12-2009, 22:32
come anche in altri campi,
mi ha colpito il discorso che hai fatto sui colleghi che adottano la strategia 1) ovvero,
modulare coscientemente il tratto del proprio carattere (senza misconoscerlo) in funzione del contesto in modo tale da poter raggiungere il proprio scopo lasciando che si esprima liberamente in altri contesti.
Ho sempre creduto infatti che per eprimersi bene nel lavoro sia necessario avere una vita sociale parallela che permetta di esprimersi liberamente, potremmo dire di sforgarsi
Sì è fondamentale potersi esprimere pienamente in almeno un ambito della nostra vita (il migliore ed il più comune è quello interpersonale: delle relazioni famigliari, di coppia e le amicizie).
L'ho notato quando ho lasciato l'Italia, nei primi momenti quando non avevo amici, mi sono reso conto che lavorare era più difficile (non ripeterei più l'esperienza di lasciare il mio paese solo, senza riferimenti, i primi periodi sono difficilissimi se si è troppo lontani)
Soprattutto quando si lavora in contesti molto competitivi dove fare amicizia è molto difficile sul luogo di lavoro
L'ideale sarebbe ricercarsi un contesto lavorativo più consono alla nostra personalità (il punto 2), laddove non sia possibile non resta altro da fare che adattarsi al meglio delle nostre potenzialità.
La soluzione per riuscire bene nel proprio lavoro all'ingenuo è quella di essere falsi se così potremo dire Karonte, o meglio, tenere a bada la nostra personalità, indossare una maschera per poi esprimerci liberamente nella sfera sociale
Specifico però che lo sforzo mentale e la "frustrazione" derivata dal recitare una parte che non ci appartiene completamente non deve creare un disagio significativo altrimenti non va bene.
Guai a togliersi la maschera mentre si lavora se si è ingenui
Purtroppo se non si vuole essere predati è meglio non togliersi la maschera.
Specifico però che lo sforzo mentale e la "frustrazione" derivata dal recitare una parte che non ci appartiene completamente non deve creare un disagio significativo altrimenti non va bene.
Sto leggendo anche un altro libro, molto semplice ,ma che fa riflettere
Io odio la gente
parla d'impiegati frustrati, di tutte le specie che popolano le aziende, gli stopper, i buldozzer, ecc...
Come hai scritto, la frustrazione è causata dal dover recitare una parte che non ci appartiene, che crea un disagio eccessivo, non tollerabile.
Se il disagio creatoci è eccessivo la soluzione non può che essere drastica, ovverosia cambiare luogo di lavoro, trovare qualcosa di più consono alla propria personalità.
Non mi stupisce che certi accademici, anche brillanti, hanno iniziato la loro carriera nell'industria, un settore molto più redditizio dell'università, per poi ritornare qualche anno dopo all'università, perché probabilmente non reggevano la pressione psicologica dell'industria.
Balthasar85
16-12-2009, 23:46
Uff.. c'è lo strizzacervelli, vedrò di non dilungarmi troppo. :O
L'ingenuità è sintomo di mancanza d'esperienza da cui può nascere un'eccessiva fiducia nel prossimo.. la stupidità è intrinseca nell'uomo.
Fai un po' te.
CIAWA
Uff.. c'è lo strizzacervelli, vedrò di non dilungarmi troppo. :O
L'ingenuità è sintomo di mancanza d'esperienza da cui può nascere un'eccessiva fiducia nel prossimo.. la stupidità è intrinseca nell'uomo.
Fai un po' te.
CIAWA
non credo proprio, credo invece che sia un tratto del carattere come diceva il nostro strizzacervelli, si riferisce alle caratteristiche acqusite
socio-culturalmente, si può essere ingenui a 40 anni dopo che per 30 anni lo si è preso in quel...
Balthasar85
17-12-2009, 00:53
non credo proprio, credo invece che sia un tratto del carattere come diceva il nostro strizzacervelli, si riferisce alle caratteristiche acqusite
socio-culturalmente, si può essere ingenui a 40 anni dopo che per 30 anni lo si è preso in quel...
Ed in che altra maniera può esser chiamato questo comportamento persistente se non con la parola "stupidità"?
IMHO l'ingenuità termina quando hai avuto esperienze sufficienti per capire che c'è qualcuno che può\vuol fregarti.. oltre ad una manciata di esperienze, se il comportamento ingenuo persiste allora prende il nome di stupidità e.. questa sì che può esser radicata in una persona.
La differenza è che l'ingenuità ha delle attenuanti.. la stupidità no.
(discorso generale, non sto dando dello stupido a nessuno)
Comunque, anche se la risposta è già arrivata, l'ingenuità si può correggere.
Seppur all'inizio si possa continuar a tendere verso un'ingenuità "automatica", alla fine si può sopperire a questo difetto correggendo il proprio carattere nel tempo.
P.S.
Quello che hai scritto nel riquadro (Criteri diagnostici per Disturbo Paranoide di Personalità) mi ricorda giusto, tutti gli ultimi miei capi ed il 70% dei colleghi che ho avuto, poca roba ;)
E ti sei domandato come mai molti dei tuoi capi avessero questa visione? E, sopratutto. tu adesso sei "capo"?
Femi
Quando ho letto questa parola ho pensato che volessi parlare di nVidia :asd:
CIAWA
Comunque, anche se la risposta è già arrivata, l'ingenuità si può correggere.
Seppur all'inizio si possa continuar a tendere verso un'ingenuità "automatica", alla fine si può sopperire a questo difetto correggendo il proprio carattere nel tempo.
Credo proprio che chi lo è naturalmente, debba vivere uno stato di tensione permanente, per cui è naturalmente inadatto a luoghi dove si debba vivere in uno stato di diffidenza costante
P.S.
E ti sei domandato come mai molti dei tuoi capi avessero questa visione? E, sopratutto. tu adesso sei "capo"?
CIAWA
Non sono capo, inquadramento sindacale inesistente :), ma semplicemente quadro, sono stato capo di una sola persona in vita mia, un ragazzo poco più giovane di me,
Una cosa generale che ho imparato è, meno fiducia e libertà dai ad una persona, in altre parole, più la assoggetti alla tua diffidenza, e meno avrai in termini di lavoro creativo, innovazione.
Un capo che non si fida mai, che diffida sempre, non avrà mai nulla di creativo e nuovo dai suoi impiegati.
In un'azienda dove ho lavorato, ai tecnici commerciali, un lavoro che richiede molta più creatività di quello che si crede (si pensi al rapporto coi clienti o a tutto ciò di nuovo che si deve proporre e trovare per aumentare il mercato) si rimborsava il chilometraggio con l'auto.
Facile capire che sia sufficiente, prendere il treno per andare da Milano ad Ancona, e chiedere poi il rimborso come se lo si avesse fatto in auto.
C'è chi lo ha fatto, ed è stato licenziato, ma solo dopo esser stato scoperto
MAI e dico MAI l'azienda ha fatto controlli in precedenza, mai ha osato tenere gli impiegati col fiato sul collo
perché? perché non ne ha l'interesse, meno ti fidi, meno hai in termini produttivi
bye
purtroppo in Italia le persone oneste, sincere e valide nell'ambito lavorativo non vengono premiate
vanno avanti solo i lecchini mer*e e i raccomandati
ho scritto Italia, perchè vivo in Italia, spero che in altri stati ci sia una sorta di meritocrazia
Il discorso che facevo sulla fiducia è quello che mi preme maggiormente
Se la soluzione all'ingenuità è la malizia, vedere sempre tutto nero, non credo faccia al caso mio, vivrei troppo male se vedessi sempre tutto nero.
Amare è una cosa bellissima, e fidarsi è una delle conseguenze, un sociologo tedesco diceva che le arti sono manifestazioni di questa capacità, che pochissime persone praticano per cui sono sempre più convinto che chi veda sempre tutto nero nella vita non creerà mai niente di bello
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