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View Full Version : Processo "Occidente": scagionato Salvatore Lo Piccolo


Ja]{|e
05-07-2009, 14:16
Ma se ne era parlato qui?

LINK (http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/mafia-scagionati-salvatore-lo-piccolo-e-salvatore-biondo-dallaccusa-di-estorsione-nellambito-del-processo-occidente-otto-i-boss-condannati-ad-un-totale-di-75-anni-di-carcere-51656/)

Mafia / Scagionati Salvatore Lo Piccolo e Salvatore Biondo dall’accusa di estorsione nell’ambito del processo “Occidente”. Otto i boss condannati ad un totale di 75 anni di carcere

Il superboss Salvatore Lo Piccolo è stato assolto dall’accusa di estorsione nel processo “Occidente” la cui sentenza è stata pronunciata nella sera di venerdì dalla terza sezione del Tribunale di Palermo. Con Lo Piccolo è stato scagionato anche Salvatore Biondo, che sta scontando nel carcere duro una condanno per ergastolo.

Non è andata altrettanto bene per altri otto imputati, che sono stati condannati complessivamente a 75 anni di carcere. Queste le altre pene: Angelo Conigliaro, originario di Carini, ha avuto la pena più alta, 15 anni; l’imprenditore Lorenzo Altadonna 12; Francesco Biondo 2 anni e 5 mesi in continuazione con una precedente condanna; Vincenzo Collesano 13 anni; Vincenzo Curulli 6; Antonio Cusimano 8; Giorgio Iaquinoto 5 anni e 6 mesi, Antonino De Luca 12 anni.

Il collegio presieduto da Raimondo Loforti e’ rimasto in camera di consiglio oltre dieci ore.

Il blitz Occidente fu eseguito nel gennaio del 2007 e riguardò le cosche della parte occidentale di Palermo e dell’hinterland del capoluogo. Tra gli arrestati l’imprenditore Lorenzo Altadonna, oggi a piede libero perchè, sebbene accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio, il tribunale del riesame ritenne gli indizi non sufficientemente gravi.

Durante l’inchiesta furono raccolte centinaia di ore di conversazioni fra boss, captate tra il 2003 e il 2005 dalle microspie. Il mandamento guidato dall’allora latitante Salvatore Lo Piccolo, secondo quanto emerse dalle indagini della polizia, aveva svariati interessi nel settore dei lavori edili e delle imprese commerciali. Il 7 agosto scorso, col rito abbreviato, erano stati condannati a 130 anni di carcere altri 24 presunti appartenenti alle cosche.

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05-07-2009, 16:05
{|e;28106460']Ma se ne era parlato qui?

LINK (http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/mafia-scagionati-salvatore-lo-piccolo-e-salvatore-biondo-dallaccusa-di-estorsione-nellambito-del-processo-occidente-otto-i-boss-condannati-ad-un-totale-di-75-anni-di-carcere-51656/)

Penso di no, ma tu cosa ne pensi ?


Per quello che mi riguarda la stampa nazionale non fa nessuna informazione, penso che ormai i giornalisti stranieri inizieranno ad occuparsi del nostro paese con maggiore attenzione, mentre la stampa italiana tace.

L'articolo è la dimostrazione della poca informazione che la stampa è disposta a fare. Non c'è scritto perchè è stato assolto, non c'è nessun dato sul processo Occidente.

Perchè non cambi il titolo del 3d in "Processo Occidente"... ?:stordita:


Qualche articolo:

Salvatore_Lo_Piccolo


Biografia [modifica]

Capo indiscusso della città in ambito mafioso, è stato arrestato a Giardinello dalla "Catturandi" della Polizia di Stato il 5 novembre 2007, dopo una latitanza di 25 anni. Insieme a lui sono stati arrestati il figlio Sandro (latitante per nove anni) ed i presunti "reggenti" dei mandamenti di Brancaccio e Carini, Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo .

Cresciuto nella borgata di San Lorenzo, latitante dal 1983, era ricercato inoltre dal 1998 per omicidio e dal 2001 per associazione mafiosa.

Condannato all'ergastolo. Attuava traffici di cocaina, è nel mercato delle imprese e del pizzo nel mandamento di San Lorenzo.

Aveva contatti con la mafia italo-americana. Il suo territorio era probabilmente la parte nord-occidentale di Palermo, lo Zen e i comuni di Capaci, Isola delle Femmine, Carini, Villagrazia di Carini, Sferracavallo, Partanna-Mondello e alcune zone della provincia di Trapani.

Si alleò insieme al figlio con Bernardo Provenzano offrendogli i suoi servizi in cambio di libertà di manovra.

Il suo clan ultimamente puntava al controllo degli appalti, per la realizzazione degli svincoli autostradali, estorsioni, guardiania, esazione sistematica di una quota sociale per le utenze elettriche del quartiere Zen2.

Si sa anche di un'alleanza con Matteo Messina Denaro, altro boss di Cosa Nostra, dopo la cattura di Provenzano nel 2006.

Dopo la cattura di Provenzano (nel 2006) le forze dell'ordine affermarono che divenne lui il nuovo capo di Cosa Nostra con suo figlio Sandro come vice.
http://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Lo_Piccolo

Cronaca Regionale

Palermo. Al processo Occidente depongono gli investigatori: "L'imprenditore Altadonna sponsorizzato dalla mafia" 07 gennaio 2009


L'imprenditore Lorenzo Altadonna sarebbe stato "sponsorizzato" dai mafiosi della famiglia Pipitone: lo hanno detto oggi, rispondendo come testimoni nel processo Occidente, due investigatori dei carabinieri della Compagnia di Carini (Palermo), sentiti dai giudici della terza sezione del Tribunale, presieduta da Raimondo Loforti. Nel processo, in cui Altadonna è imputato, ha deposto anche l'imprenditore Marcello Trapani, che ha ammesso di avere pagato il pizzo e ha rivelato che il boss Vincenzo Pipitone caldeggiò l'affidamento ad Altadonna dei lavori di ristrutturazione di un capannone industriale. L'affare non fu poi concluso perché l'importo venne giudicato non particolarmente allettante. Il processo è stato rinviato al 16 gennaio per l'esame di altri testimoni.

Fonte: ansa


http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/40012/palermo-processo-occidente-depongono-investigatori-limprenditore-altadonna-sponsorizzato-dalla-mafia.htm


Processo Occidente (rito abbreviato): le condanne della sentenza di Primo Grado.
Letta oggi la sentenza di primo grado del processo denominato “Occidente” – rito abbreviato, per il quale erano stati chiesti 205 anni di carcere dai Pubblici Ministeri Domenico Gozzo, Gaetano Paci e Annamaria Picozzi per i 28 imputati.
Il GUP Sergio Ziino ha così disposto (tra parentesi la condanna richiesta dai Pubblici Ministeri):

9 anni a Pipitone Antonino (16 anni);
8 anni e 4 mesi a Lo Duca Giuseppe (15 anni);
8 anni a Pipitone Angelo Antonino (12 anni) e Covello Giulio (15 anni);
6 anni e 8 mesi a Gallina Angelo (8 anni), Bruno Giuseppe (9 anni), Biondo Carmelo (8 anni), Di Blasi Francesco (7 anni) e Gottuso Salvatore (8 anni);
6 anni a Collesano Rosario (7 anni) e Passalacqua Giuseppe (8 anni);
5 anni e 4 mesi a Gelsomino Giuseppe (9 anni);
5 anni e 2 mesi a Gaspare Pulizzi (6 anni);
5 anni a Cuccia Giorgio (4 anni e 6 mesi), D’Alessandro Francesco (6 anni), Prano Salvatore (6 anni), Privitera Saverio (7 anni), Sparacio Francesco (8 anni) e Sapienza Gioacchino (10 anni), quest’ultimo è stato scarcerato;
4 anni a Di Napoli Pietro;
3 anni e 4 mesi a Bruno Andrea (4 anni e 6 mesi); tutti e due sospesi dai pubblici uffici per 5 anni;
2 anni e 6 mesi a Fortunato Vitale (4 anni);
2 anni Cardinale Michele (4 anni);
1 anno a Pedalino Davide (4 anni e 6 mesi) pena sospesa.

Assolti: Garofalo Francesco, Francesco Spinelli Francesco Paolo, Biondino Salvatore, Privitera Antonino, Conigliaro Angelo jr.

Il GUP ha inoltre determinato il risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituitesi e la confisca della Roma Elettroservice di Cardinale con sede a Carini.


Data: 07 Agosto 2008
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=1700a601141a4e5


Home » notizie
PROCESSO OCCIDENTE. IMPRENDITORE DEPONE IN AULA CONTRO FAMIGLIA MAFIOSA DI CARINI
8 gennaio 2009 No Comment



Un imprenditore titolare di un’azienda a Carini ha deposto ieri in tribunale nell’ambito del processo Occidente. Marcello Trapani, 60 anni, ha risposto ai magistrati raccontando di avere pagato il pizzo dal 1997 al 2005. In un’aula piena di imputati, con il boss Salvatore Lo Piccolo collegato in videoconferenza dal carcere di Milano-Opera, Trapani ha parlato in particolare della posizione di una delle 24 persone coinvolte nell’inchiesta giudiziaria che ha sgominato i vertici della famiglia mafiosa di Carini, l’imprenditore Lorenzo Altadonna. Marcello Trapani ha raccontato di avere incontrato Altadonna nel 2003 in un villino sulla statale 113 a Carini, assieme a Vincenzo Pipitone e che quest’ultimo cercò di imporglielo per alcuni lavori che l’imprenditore doveva eseguire in un proprio capannone. “Pipitone – ha detto il teste – era molto cordiale in apparenza, e mi disse di conoscere molto bene le abitudini e i miei sposatamenti e della mia famiglia. Quindi non ho avanzato obiezioni, anche se avevo già preso accordi con un’altra ditta. Poi, furono gli stessi Pipitone e Altadonna a rinunciare – ha proseguito Marcello Trapani – quando scoprirono che i lavori ammontavano a circa 800 mila euro e non a 3 milioni e mezzo di euro come pensavano. Vincenzo Pipitone si ripresentò nel 2005 – ha concluso Trapani – quando misi in vendita un terreno, stavolta in veste di sensale di un possibile acquirente, ma l’affare non venne concluso neppure in quel caso.” Pipitone è considerato il boss di Carini. Di lui, in aula ha parlato anche il capitano Aniello Schettino, comandante dei carabinieri della compagnia di Carini che ha condotto le indagini. Secondo i pm Gaetano Paci e Anna Maria Picozzi che rappresentano l’accusa assieme a Domenico Gozzo, le testimonianze confermano il rapporto che lega il carinese Lorenzo Altadonna ai Pipitone. Il costruttore, però, ha sempre respinto le accuse. Marcello Trapani ha riferito che le prime pressioni gli arrivarono nel 1997: cera sparsa per terra, un vetro rotto in un camion, una bottiglia di liquido infiammabile…..decise allora di rivolgersi al sensale che lo aveva aiutato ad insediarsi a Carini, Ciccio Di Blasi di Pallavicino. Questi, pure coinvolto nell’operazione Occidente, gli disse che per stare tranquillo doveva pagare alle famiglie mafiose un milione delle vecchie lire, cifra che Di Blasi evidenziò di avere ottenuto, con una sorta di intercessione, rispetto alla richiesta iniziale. Trapani, quindi, per far cessare le intimidazioni cominciò a pagare il pizzo allo stesso Di Blasi che nel 2003 lo condusse in quel villino di Carini dove conobbe Vincenzo Pipitone e Lorenzo Altadonna. Infine nel 2006 – ha raccontato il teste in aula – si presentò un’altro signore che mi chiese se ero al corrente di dover pagare per la costruzine di un’altro capannone. Ma quei lavori non mi riguardavano. Quel signore – secondo gli inquirenti – era Antonino Pipitone, nipote di Vincenzo, pure lui coinvolto nell’operazione Occidente.

http://www.teleoccidente.it/wp/?p=1162

Home » notizie
PROCESSO OCCIDENTE. NEL POMERIGGIO LE SENTENZE
3 luglio 2009 No Comment


I giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Raimondo Loforti, sono in camera di consiglio per decidere la sentenza del processo “Occidente”, in cui sono imputati, assieme ad altre 20 persone, i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, che rispondono di associazione mafiosa e di una serie di estorsioni. Il dibattimento, in corso dal 2007, riguarda una serie di indagini scaturite dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, gia’ appartenenti alle cosche di Resuttana, San Lorenzo, Tommaso Natale e delle altre zone della parte occidentale di
Palermo: da qui il nome dato al processo. I Pm Gaetano Paci e Annamaria
Picozzi hanno chiesto condanne per circa due secoli di carcere. La sentenza e’ attesa per il pomeriggio.

http://www.teleoccidente.it/wp/?p=3550


Cronaca • Cronache siciliane
Processo "Occidente". Ammesso esame a 3 pentiti
07 marzo 2008 00:00 Nessuno


I collaboratori di giustizia Francesco Franzese, Antonino Nuccio e Gaspare Pulizzi deporranno il prossimo 3 aprile all'udienza preliminare del processo 'Occidente', che vede imputati 29 esponenti della cosca mafiosa di San Lorenzo. Lo ha stabilito il gup Sergio Ziino che ha accolto la richiesta del pm Gaetano Paci.
Tra gli imputati anche il boss Salvatore Lo Piccolo, Lorenzo Altadonna, Francesco e Salvatore Biondo, Vincenzo Collesano, Angelo Conigliaro, Vincenzo Curulli, Antonio Cusimano, Antonino De Luca e Giorgio Iaquinoto.


Fonte: ANSA
http://www.italiainformazioni.com/giornale/cronaca/sicilia/11618/processo-occidente-ammesso-esame-pentiti.htm


Intimidazione al giudice dei Lo Piccolo
Sotto la sua abitazione, nella zona di San Lorenzo, è stata lasciata una vettura rubata
di Romina Marceca
Sesta intimidazione nei confronti di un magistrato che lavora a Palermo. Ieri, nel mirino è finito il presidente della terza sezione penale del Tribunale Raimondo Loforti. Un´auto, poi risultata rubata, ieri pomeriggio è stata rinvenuta davanti al portone dell´abitazione del magistrato con i fili dell´accensione scoperti. Un chiaro segno intimidatorio.

A fare la scoperta, il custode dello stabile dove abita il giudice, nei pressi del Tennis club 2 di via Resuttana, che ha chiamato subito i carabinieri. Sul posto è arrivata una squadra di artificieri. Raimondo Loforti che da anni è impegnato in processi di mafia celebrati anche a Caltanissetta, dal marzo scorso presiede il collegio giudicante nel processo "Occidente", in cui ci sono dieci imputati di reati che vanno dall´associazione mafiosa all´estorsione e al riciclaggio. Tra questi, anche il boss Salvatore Lo Piccolo.

Nel dibattimento si sono costituiti parte civile una serie di associazioni ed enti: fra gli altri la Provincia di Palermo, Addiopizzo e i Comuni di Carini e Terrasini e fra i testimoni ci sono tre collaboratori di giustizia che hanno messo in ginocchio con le loro dichiarazioni Cosa nostra: Gaspare Pulizzi, Francesco Franzese e Antonino Nuccio, tutti ex fedelissimi di Lo Piccolo. Tra gli altri imputati anche l´imprenditore Lorenzo Altadonna, Francesco Biondo, Salvatore Biondo detto il Lungo, Vincenzo Collesano, Vincenzo Curulli, Antonio Cusimano, Antonino Conigliaro (nato nel 1934), Antonino De Luca e Giorgio Iaquinoto.

Il presidente Loforti, che da tempo ha avuto assegnata la tutela della Finanza, ieri è stato bloccato in Tribunale fino alla fine delle operazioni degli artificieri. Solo dopo l´ok da parte dei carabinieri, che hanno chiuso il tratto di strada e hanno analizzato e poi posto sotto sequestro la vettura, il presidente Loforti ha potuto fare rientro a casa. «Ogni giorno svolgo il mio lavoro con estrema serenità - ha commentato il magistrato, che nega di avere mai ricevuto intimidazioni in passato - e quindi non posso farmi impressionare da questi episodi. Oltretutto sono fatalista». Il 7 gennaio, al termine delle vacanze di Natale, è fissata la ripresa del processo "Occidente". Con quella di ieri le intimidazioni ai danni di magistrati salgono a quota sei.

Un mese fa l´ultimo episodio ha visto protagonista il sostituto procuratore Laura Vaccaro (che non ha alcuna scorta) la quale ha ricevuto pesanti minacce telefoniche. Non è la prima volta per lei. Nelle settimane precedenti altri quattro magistrati erano già stati oggetto di strane incursioni. Prima, il giudice Giacomo Montalbano, poi i sostituti procuratori Nino Di Matteo e Roberto Piscitello, quindi il gip Fabio Licata. E proprio qualche giorno addietro l´Associazione nazionale magistrati aveva lanciato un allarme: «Parafrasando una famosa frase latina, ripresa durante una tristemente nota omelia dal compianto cardinale Pappalardo, ancora una volta dobbiamo constatare che mentre a Roma si discute, in Sicilia qualcuno si dà da fare».

A fine settembre, i carabinieri della scorta di Nino Di Matteo stavano quasi raggiungendo l´uomo sorpreso nel giardino di casa del magistrato, a Bagheria. Era una domenica sera: prima di scomparire fra i cespugli ha lanciato in aria un razzo di segnalazione. I carabinieri non sono riusciti ad andare oltre: in casi di emergenza hanno la consegna esclusiva di proteggere il magistrato.
(23 dicembre 2008)

http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Intimidazione-al-giudice-dei-Lo-Piccolo/1566053

Ja]{|e
05-07-2009, 16:39
Mi domandavo se l'ergastolo rimaneva ergastolo, e soprattutto come mai nessuno ne ha parlato, visto che io l'ho saputo tramite un tg di una tv locale...

first register
05-07-2009, 17:39
Penso proprio di si.
Ma queste notizie non finiscono in prima pagina ed i mass-media concentrano la loro attenzione sul Gossip.


Mafia La figlia di un macellaio ucciso e sciolto nell' acido nel 2000 descrisse su un foglio la dinamica del rapimento
I boss incastrati dal disegno di una bambina di sette anni


PALERMO - Quel che ha visto e vissuto lo aveva raccontato il giorno dopo il sequestro, disegnando anche la scena. Una ricostruzione per immagini di una bambina di appena 7 anni testimone oculare del rapimento del padre. Il disegno è poco più che uno schizzo, ma a suo tempo fu fondamentale per dare il primo impulso alle indagini. Nove anni dopo viene fuori tutta la verità sulla scomparsa di un macellaio di Terrasini, Giampiero Tocco, 38 anni. Così come aveva raccontato la bambina, il padre venne sequestrato da un commando di finti poliziotti. Ma quel che avvenne dopo anche lei lo ha scoperto solo ieri: la stessa notte del rapimento l' uomo fu interrogato dai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo quindi strangolato e sciolto nell' acido. Ieri sono state notificate tre ordinanze di custodia cautelare ai due boss già in carcere e a Damiano Mazzola, 49 anni. Sono accusati di sequestro di persona e omicidio. A dare una svolta alle indagini sono state le dichiarazioni dei pentiti Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio. «Grazie ai collaboratori e al lavoro della Squadra Mobile - afferma il procuratore aggiunto Antonio Ingroia - viene assestato un altro duro colpo all' impunità dei Lo Piccolo». La sera del sequestro, il 26 ottobre 2000, la bambina è in auto col padre ma viene miracolosamente risparmiata. L' indomani disegna quel che ha visto. Due auto affiancate: una con lo sportello aperto e delle persone che si accalcano all' esterno, sull' altra campeggia la scritta polizia e un pallino che dovrebbe rappresentare il lampeggiante. Mentre ad un angolo spunta una paletta, forse impugnata da una figura sproporzionata disegnata su un altro lato del foglio. «Bisogna considerare che si tratta del disegno di una bambina terrorizzata per quel che ha vissuto - spiega il capo della Mobile Maurizio Calvino - ma quel che vuole raccontare è chiarissimo». Dopo quell' istantanea fermata sul foglio bianco la bambina resta da sola in auto, mentre Tocco va incontro al proprio destino. In un casolare di Torretta i Lo Piccolo lo interrogano perché lo ritengono responsabile del tranello teso a Giuseppe Di Maggio ucciso poco tempo prima a Cinisi. «Lo sai chi sono io?», chiede Lo Piccolo. «Sì - replica Tocco - e ne sono onorato». Ma dopo un sommario interrogatorio il boss allarga le braccia come a dire: non c' è più niente da fare. Secondo i pentiti del commando di finti poliziotti faceva parte anche il boss Salvatore Lo Piccolo che era armato di mitra mentre a strangolare Tocco sarebbero stati lui ed il figlio Sandro. Successivamente il cadavere venne trasportato in un' altra località, spogliato e buttato in un contenitore pieno di acido. Nell' attesa che il corpo si sciogliesse i carnefici rimasero nel casolare tutta la notte, ingannando il tempo mangiando.



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(20 giugno 2009) - Corriere della Sera