View Full Version : E' giusto raccontare le favole ai bambini?
Dalla lettura di un libro, mi è venuto da riflettere sul genere di informazioni che riceviamo sin dalla più tenera età.
In sostanza, attraverso i racconti delle favole, ci fanno credere in un mondo che non vediamo.
Un mondo popolato da babbinatale, befane, gesùbambini, harrypotter, e governato da leggi soprannaturali che se ne infischiano di quelle fisiche.
Ed a considerare questo mondo fittizio altrettanto reale di quello che veniamo a conoscere con l'esperienza e la razionalità.
In alcuni casi, addirittura "più reale" come nel caso della favola più grande di tutte che è la religione.
Col risultato che buona parte della gente trova normale staccare il cervello, soprattutto nelle situazioni di stress nelle quali sarebbe richiesto addirittura un maggior ricorso a tutte le proprie risorse razionali, e arrivare alla "sospensione della razionalità".
Finendo per credere alle favole degli imbonitori politici, televisivi, religiosi, che fanno leva su qualcosa che è sedimentato fin da piccoli.
Solo una porzione limitata della popolazione riesce a scrollarsi di dosso queste reminiscenze, in buona parte - ma non solo - quelli che si impegnano nello studio "serio" (non da superquark) della matematica e delle materie scientifiche in generale.
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
:mbe:
Vorresti un mondo popolato da persone tipo Spock di Star Treck?
....evitare di raccontare le favole ai bambini, ed insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
definiamo i limiti di età, cioè si leggono le favole ai bambini fino ai 6-7 anni circa penso..in cui comunque è bello che siano rilassati e contenti e beati nel loro mondo fantasioso..se gli togliamo anche la fantasia e lo stupore..poveri bimbi!
Gia crescono troppo infretta ormai, secondo me, ma questo è tutto un'altro discorso.
Ogni cosa al proprio tempo, cioè secondo me fin quando non arriva l'età dei "perchè" è giusto lasciarli sognare..poi quando iniziano a chiedere per ogni cosa il perchè è giusto come dici tu dargli le giuste risposte logiche ed insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono.:)
:dissident:
27-05-2009, 13:04
Dalla lettura di un libro, mi è venuto da riflettere sul genere di informazioni che riceviamo sin dalla più tenera età.
In sostanza, attraverso i racconti delle favole, ci fanno credere in un mondo che non vediamo.
Un mondo popolato da babbinatale, befane, gesùbambini, harrypotter, e governato da leggi soprannaturali che se ne infischiano di quelle fisiche.
Ed a considerare questo mondo fittizio altrettanto reale di quello che veniamo a conoscere con l'esperienza e la razionalità.
In alcuni casi, addirittura "più reale" come nel caso della favola più grande di tutte che è la religione.
Col risultato che buona parte della gente trova normale staccare il cervello, soprattutto nelle situazioni di stress nelle quali sarebbe richiesto addirittura un maggior ricorso a tutte le proprie risorse razionali, e arrivare alla "sospensione della razionalità".
Finendo per credere alle favole degli imbonitori politici, televisivi, religiosi, che fanno leva su qualcosa che è sedimentato fin da piccoli.
Solo una porzione limitata della popolazione riesce a scrollarsi di dosso queste reminiscenze, in buona parte - ma non solo - quelli che si impegnano nello studio "serio" (non da superquark) della matematica e delle materie scientifiche in generale.
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
uhm, sei un ingegnere? :asD:
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
togliere la fantasia ai bambini?
senza offesa, ma diventerebbe un mondo triste e di merda gia' piu' di quanto non sia...
ziozetti
27-05-2009, 13:10
...
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
Zoe (due anni e mezzo) non ha ancora acquisito il concetto di tempo... dubito che guardare Cenerentola ne rovini il futuro.
Anche perché trovo molto più dannosa la trasmissione della domenica mattina alle 11 su Rai1... :asd:
uhm, sei un ingegnere? :asD:
Si, ma non si vede (cit.) :asd:
Zoe (due anni e mezzo) non ha ancora acquisito il concetto di tempo... dubito che guardare Cenerentola ne rovini il futuro.
Anche perché trovo molto più dannosa la trasmissione della domenica mattina alle 11 su Rai1... :asd:
Infatti quella trasmissione io l'ho catalogata tra le favole, anzi è la più colossale di tutte le favole, che può avere ripercussioni negative sull'intera esistenza delle persone.
2 anni e mezzo sono veramente pochi, non ho esperienza diretta ma penso che si e no sappia parlare, mi riferivo ad un'età di almeno 4-5 anni in poi.
Aviatore_Gilles
27-05-2009, 13:17
Seguendo il tuo ragionamento i bambini non dovrebbero neanche più giocare, visto che andrebbero incontro ad una visione diversa della realtà. :mbe:
:dissident:
27-05-2009, 13:18
Si, ma non si vede (cit.) :asd:
ah eccome se si vede :asd:
anche solo dal fatto di non capire quanto sviluppare la fantasia sia importante
ziozetti
27-05-2009, 13:20
2 anni e mezzo sono veramente pochi, non ho esperienza diretta ma penso che si e no sappia parlare, mi riferivo ad un'età di almeno 4-5 anni in poi.
Si e no sta cippa, inventa tante di quelle panzane ben articolate... :D
Secondo me le favole e le fiabe servono a trasmettere ai bambini concetti e morali (a volte anche complessi/e) utilizzando immagini alla loro portata.
Gli verrà in automatico, soprattutto con la crescita, la necessità di avere informazioni congruenti con la realtà...
Senza considerare poi il lato antropologico: le fiabe, in fondo, sono una rappresentazione di alcune culture.
Ruth Accex
27-05-2009, 13:27
Condivido la tua idea.
Che i bambini si stupiscano di quante volte si può trovare la sezione aurea in natura o del numero di transistor che riusciamo a piazzare in un cm^2 di silicio piuttosto che a sentir parlare di Babbo Natale.
2 anni e mezzo sono veramente pochi, non ho esperienza diretta ma penso che si e no sappia parlare,
Questo la dice veramente lunga anche sulle tue conoscenze dell'universo infantile :asd:
Dai retta, dedicati ad altro e lascia che la gente coltivi la propria fantasia :D
Condivido la tua idea.
Che i bambini si stupiscano di quante volte si può trovare la sezione aurea in natura o del numero di transistor che riusciamo a piazzare in un cm^2 di silicio piuttosto che a sentir parlare di Babbo Natale.
tu da piccolo giocavi?
o ti dilettavi gia' fin dai 3 anni in analisi fisico-matematiche?
Sono d'accordo con te :)
Pubblico un articolo a riguardo :)
I bambini dovrebbero credere a Babbo Natale?
Psychomedia pubblica un articolo in cui sostiene, direi abbastanza in controtendenza, che i bambini non dovrebbero credere a Babbo Natale, ovvero che i genitori non dovrebbero raccontare loro la storia di questo simpatico vecchietto che viaggia di casa in casa per portare i doni ai bambini buoni.
L'articolo in lingua francese sostiene che questa tradizione risale a un'epoca nella quale i valori relativi allo sviluppo dei bambini e alla relazione genitori-figli erano molto diversi.
Il bambino oggi avrebbe bisogno di verità, non di miti e fantasie: i genitori dovrebbero appagare la sua curiosità, il suo desiderio di comprendere il mondo, facendogli distinguere con chiarezza ciò che appartiene al mondo del possibile e ciò che invece appartiene al mito e alla fantasia. Il bambino di oggi deve saper costruire il suo pensiero razionale: indurlo in errore su questioni così importanti è come mettergli dei bastoni fra le ruote nella sua richiesta di comprensione del mondo.
Non credere alla storia di Babbo Natale non toglie nulla, continua sempre l'articolo, al piacere di fantasticare. Guardare i film con Babbo Natale, incontrarlo per le strade nei giorni di Natale rinnova quel senso del magico che piace anche agli adulti, anche se si sa benissimo che il personaggio non esiste realmente e che si tratta solo della rappresentazione di un mito.
Forse, conclude l'articolo, la tradizione di Babbo Natale non sparisce del tutto perché serve ancora a qualcuno: ai commercianti.
Fonte: Psychomedia
http://psicolinea.blogspot.com/2008/12/i-bambini-dovrebbero-credere-babbo.html
Vorrei ricordare che essere madre/padre non implica automaticamente l'essere un buon/a padre/madre :)
Aviatore_Gilles
27-05-2009, 13:40
Sta tutto nel trovare la giusta dose tra fantasia e realtà e smettere quando è opportuno. Fino all'età di 7/8 anni i miei mi facevano mettere la letterina sull'albero e poi mi trovavo il regalo, con la befana idem. Però quando è giunto il momento stop, si inizia a familiarizzare con la realtà. In alcuni casi ho visto genitori che nonostante il figlio sia già cresciutello continuano con la storia di babbo natale, in questo caso il limite è stato superato.
Però non ci vedo nulla di male a far divertire un pò i propri figli, la trovo una cosa naturale. :)
Si è piccini una volta sola ricordatevelo ;)
Questo la dice veramente lunga anche sulle tue conoscenze dell'universo infantile :asd:
Dai retta, dedicati ad altro e lascia che la gente coltivi la propria fantasia :D
Infatti ho tenuto a precisare che non ho esperienza diretta.
Già mi dedico ad altro.
Mi domando però se invece che "coltivare la propria fantasia" non sia meglio coltivare altre capacità, ad esempio quelle razionali, proprio in un'età dove si formano esperienze che influenzano tutta la vita.
E' chiaro che non è facile, visto che genitori nati cresciuti e pasciuti a favole santini madonnine e gesùbambini non hanno proprio i mezzi per insegnare altro.
Questo è uno degli scopi con cui sono nate le favole.
Secondo me però è meglio parlare in modo più razionale, si rischia di confondere davvero la realtà con l'immaginazione, che nei bambini viaggia già molto da sola...
Per spiegare che ci sono adulti che possono fare male ai bambini, basta dire di non parlare mai con nessuno di grande senza vicino il papà o la mamma (o i nonni...), senza instaurare nella mente le sciocchezze "l'uomo nero mangia i bambini" con il rischio che se il bimbo fa confusione ed il malintenzionato di turno si presenta invece bene ed amichevolmente possa non essere ritenuto nella sua mente "l'uomo nero da temere".
Insomma, le fiabe a scopo pedagogico sono figlie di un periodo in cui la pedagogia (e la società stessa) erano molto ma molto più arretrate.
Non creare confusione e dare spiegazioni necessarie è un compito del genitore.
L'adulto dovrà fornire i giusti filtri e mano a mano dirigere il bambino/ragazzino verso processi mentali più complessi.
E' come per la questione tv/film/videogiochi: il problema non è che i bambini/ragazzi abbiano l'accesso a tutto ciò, ma il fatto che, spesso, vengano proprio "abbandonati a se stessi"
Ruth Accex
27-05-2009, 13:54
tu da piccolo giocavi?
o ti dilettavi gia' fin dai 3 anni in analisi fisico-matematiche?
A tre anni e mezzo ho imparato a leggere e passavo quasi tutto il mio tempo con mio nonno, ex professore di Fisica all'università. Per giocare giocavo, ma anche giocare a biglie poteva diventare un modo interessante e divertente per spiegare un minimo di studio dei moti o dell'applicazione delle forze. Sfortunatamente per te hai scelto la persona sbagliata per un controesempio, non sono stato quello che si può definire un bambino normale (ero un genietto, purtroppo con il tempo il divario con i coetanei si è ridotto).
ziozetti
27-05-2009, 13:59
A tre anni e mezzo ho imparato a leggere e passavo quasi tutto il mio tempo con mio nonno, ex professore di Fisica all'università. Per giocare giocavo, ma anche giocare a biglie poteva diventare un modo interessante e divertente per spiegare un minimo di studio dei moti o dell'applicazione delle forze. Sfortunatamente per te hai scelto la persona sbagliata per un controesempio, non sono stato quello che si può definire un bambino normale (ero un genietto, purtroppo con il tempo il divario con i coetanei si è ridotto).
Quindi anche crescendo con favole e nascondino non si diventa poi troppo stupidi... ;)
ziozetti
27-05-2009, 14:01
Infatti, si discuteva sul fatto che le fiabe e le favole sono pensate per rendere più facile veicolare certi concetti, valori e messaggi, perché sono usati termini ed immagini più adatti ai bambini.
Dato che c'è invece il rischio di creare confusione e quindi è richiesto dare spiegazioni necessarie e filtrarne il contenuto, nonché dirigere il bambino verso processi più complessi e non abbandonare a sè stessi di fornte a queste forme di fantasia, alle quali tu giustamente aggiungi anche tv, film e videogiochi, io semplicemente ritengo che sia un mezzo più complicato e pericoloso per veicolare tali concetti, che semplicemente spiegarglielo semplicemente ma razionalmente...
I bambini hanno (di norma) una soglia di attenzione bassa, le fiabe/favole sono un buon modo per insegnare senza che si stufino.
Ovviamente questo in funzione dell'età dei piccoli.
Sinceramente spero che qualcuno non abbia mai bambini da allevare.
ziozetti
27-05-2009, 14:13
Appunto che hanno poca attenzione... meglio dire pochi concetti chiari e razionali subito, che raccontare una favolona e poi spiegare che in realtà si voleva dire questo, che l'uomo nero è questo e quell'altro, che devi stare attento a questo e quell'altro... quando invece si sa che il bambino si ricorderà solo la storia della favola oppure si è già bello che addormentato. :rolleyes:
Cosa intendi per bambino?
Età?
Facciamo un esperimento: vieni da me a spiegare alla mia piccola pochi concetti razionali subito. :D
ziozetti
27-05-2009, 14:14
Sinceramente spero che qualcuno non abbia mai bambini da allevare.
Spero che il tuo post sia immediatamente successivo al mio solo per un fortuito caso... :stordita:
:p
Ossignur,sta diventando troppo cinico questo mondo!:doh:
I bambini crescono usando la fantasia da migliaia di anni, perchè smettere ora e rovinarli?
Appunto che hanno poca attenzione... meglio dire pochi concetti chiari e razionali subito, che raccontare una favolona e poi spiegare che in realtà si voleva dire questo, che l'uomo nero è questo e quell'altro, che devi stare attento a questo e quell'altro... quando invece si sa che il bambino si ricorderà solo la storia della favola oppure si è già bello che addormentato. :rolleyes:
io mi chiedo se tu abbia mai avuto un'infanzia.
senza offesa, ma ti rendi conto che quello che dici è assurdo?
ogni età ha le sue tappe, le favolette non hanno mai fatto male ai piccini.. è molto meno salutare la vita di un adolescente che abita sulla sedia del proprio pc rincoglionendosi con giochi di violenza.. e magari poi ci sono ragazzini che si buttano dalla finestra per imitare gli x men :rolleyes:
vai a spiegare i tuoi concetti razionali ad un bimbo di tre anni e poi fammi sapere che succede.:asd:
vogliamo togliere anche le favole?
rivoluzioniamo tutta la pedagogia allora :rolleyes:
Spero che il tuo post sia immediatamente successivo al mio solo per un fortuito caso... :stordita:
:p
;)
Ruth Accex
27-05-2009, 14:23
I bambini crescono usando la fantasia da migliaia di anni, perchè smettere ora e rovinarli?
Fantasia = capacità di pensiero astratto. Non ha molto a che vedere con le favole.
rivoluzioniamo tutta la pedagogia allora :rolleyes:
Se serve, dove sarebbe il problema?
Il progresso è passato attraverso le rivoluzioni.
Infatti, si discuteva sul fatto che le fiabe e le favole sono pensate per rendere più facile veicolare certi concetti, valori e messaggi, perché sono usati termini ed immagini più adatti ai bambini.
Dato che c'è invece il rischio di creare confusione e quindi è richiesto dare spiegazioni necessarie e filtrarne il contenuto, nonché dirigere il bambino verso processi più complessi e non abbandonare a sè stessi di fornte a queste forme di fantasia, alle quali tu giustamente aggiungi anche tv, film e videogiochi, io semplicemente ritengo che sia un mezzo più complicato e pericoloso per veicolare tali concetti, piuttosto che spiegarglieli semplicemente ma razionalmente...
Tante volte, però, un bambino non ha abbastanza conoscenze e nozioni per arrivare a capire la spiegazione razionale e diventa essenziale ricorrere alle analogie [tante volte le usiamo anche tra adulti]
Includiamoci poi il fattore intrattenimento: il bambino sarà decisamente più invogliato a prestare attenzione a quello che gli si sta dicendo.
Poi boh sarà che mi hanno sempre letto e tuttora amo leggere le favole e le fiabe e non credo di essere venuta fuori proprio male :p
Fantasia = capacità di pensiero astratto. Non ha molto a che vedere con le favole.
ma è innegabile che un bambino venga attratto dalla favola, dai colori e da tutto l'insieme.. e questo rende la conoscenza e l'approccio a certe cose anche più facile..
secondo te un bimbo è più attratto da una favolina innocente o da un librone di mille pagine?
non per nulla oggi l'aspetto fantasioso e "favolistico" viene inserito anche negli ospedali, per rendere migliori le degenze dei bambini..
quindi non credo possa far male :asd:
@ giano: nessun problema.. ma la rivoluzione dovrebbe apportare aspetti positivi, non "scarrupare" il mondo ;)
Ad un'età di 4-5 anni, quando comincia ad avere una vita al di fuori dei genitori/nonni: asilo, amichetti ecc...
Il piccolo e chiaro concetto razionale può essere: "non parlare mai con persone che non conosci e se qualcuno ti cerca, vai subito dalla mamma/papà/maestra ecc."
Oppure in mezzo alla gente: "non allontanarti mai da me o dalla mamma".
Ripetuto con calma ogni volta che si dimentica.
Penso che siano sicuro più diretti e comprensibli della metafora degli orchi sbrana bambini...
Aspetta, che c'entra questo con le favole????
E' chiaro che se stiamo parlando di una situazione reale ci si raffronta con quella senza parlare per metafore anche perchè il bambino non capirebbe che c'entra l'orco con il fatto di perdersi fra gli scaffali di un grande magazzino, quindi basta dirgli di stare vicino ai genitori e la cosa è chiara.
Questo però non significa che non si possa far vedere "biancaneve e i 7 nani" a un bambino perchè gli procurerebbe un trauma in quanto favola non rispondente alla realtà o non si possa raccontare la favola del gatto con gli stivali la sera per farlo addormentare, tanto poi quando cresce e magari ha un gattino suo, si accorge da solo che i gatti non parlano e non portano gli stivali.......
@ giano: nessun problema.. ma la rivoluzione dovrebbe apportare aspetti positivi, non "scarrupare" il mondo ;)
Gli aspetti positivi sono soggettivi in quando fortemente influenzati dalla cultura. Uno a cui è stato raccontato che esiste babbo natale sarà più propenso a raccontarlo al proprio figlio pensando "se a me ha fatto bene, non può che far bene anche a lui". In realtà, oltre al fatto che bisogna dimostrare che ti ha fatto bene, bisognerebbe anche dimostrare il passaggio logico.
:mbe:
Vorresti un mondo popolato da persone tipo Spock di Star Treck?
Perché no?
ziozetti
27-05-2009, 14:41
Ad un'età di 4-5 anni, quando comincia ad avere una vita al di fuori dei genitori/nonni: asilo, amichetti ecc...
Il piccolo e chiaro concetto razionale può essere: "non parlare mai con persone che non conosci e se qualcuno ti cerca, vai subito dalla mamma/papà/maestra ecc."
Oppure in mezzo alla gente: "non allontanarti mai da me o dalla mamma".
Ripetuto con calma ogni volta che si dimentica.
Penso che siano sicuro più diretti e comprensibli della metafora degli orchi sbrana bambini...
Come ha scritto the_joe queste non sono favole, e concordo con te che sono controproducenti.
Beh, può essere, ma ci sono anche molti bambini che faticano a staccare la fantasia dalla realtà ed in questo caso è meglio insistere sulla realtà piuttosto che sull'immaginazione. Se ci sono tanti bambini che hanno paura del buio, dei mostri ecc, forse è il caso di usare più razionalità piuttosto che caricare di "soprannaturale" i concetti reali e semplici che vogliamo giustamente insegnargli.
Quoto, e quando diventano adulti possono essere tendenzialmente portati a credere nelle "favole da adulti", proprio perché abituati alla sospensione del giudizio.
Non ci si deve poi stupire quando leggiamo di gente che cade nelle trappole di scientology, wanna marchi e cialtroni del genere.
ziozetti
27-05-2009, 14:42
MA NOOOO!!! La finite di male interpretare quello che dico! (accidenti sembro berlusconi...) :D :D
Sei stato frainteso, CRIBBIO!!! :D
MA NOOOO!!! La finite di male interpretare quello che dico! (accidenti sembro berlusconi...) :D :D
Parlavo esclusivamente del fatto che secondo Micky le favole sono utili per veicolare certi concetti, valori e pericoli. Io dicevo di no.
Le favole secondo me sono utili e divertenti, e vanno raccontate al bambino per consentirgli un adeguato sviluppo intellettuale (oltre alla razionalità è importante anche lo sviluppo della fantasia).
Contestavo solo il fatto che le favole siano utili perché facilitano la trasmissione di verità scomode ("l'orco mangia bambini", "i bambini portati dalla cicogna" ecc. ecc.). Fanno solo casino in questo caso.
Ah........allora spiegati.
E' chiaro che non si dice ad un bambino "non andare là che c'è il lupo che ti mangia" che c'entra il lupo???? C'è un pericolo reale e il bambino deve stare alla larga da quello.
Poi le favole hanno tutto un altro valore educativo, e ricreativo per cui perchè non raccontarle ad un bambino?????
Ad un'età di 4-5 anni, quando comincia ad avere una vita al di fuori dei genitori/nonni: asilo, amichetti ecc...
Il piccolo e chiaro concetto razionale può essere: "non parlare mai con persone che non conosci e se qualcuno ti cerca, vai subito dalla mamma/papà/maestra ecc."
Oppure in mezzo alla gente: "non allontanarti mai da me o dalla mamma".
Ripetuto con calma ogni volta che si dimentica.
Penso che siano sicuro più diretti e comprensibli della metafora degli orchi sbrana bambini...
Su questo sono d'accordo; semplicemente una cosa non dovrebbe escludere l'altra. Si possono raccontare le fiabe la sera e nella vita "pratica" dare spiegazioni lineari.
Beh, può essere, ma ci sono anche molti bambini che faticano a staccare la fantasia dalla realtà ed in questo caso è meglio insistere sulla realtà piuttosto che sull'immaginazione. Se ci sono tanti bambini che hanno paura del buio, dei mostri ecc, forse è il caso di usare più razionalità piuttosto che caricare di "soprannaturale" i concetti reali e semplici che vogliamo giustamente insegnargli.
Proprio in questo senso intendevo dire che i genitori devono fare da filtro,
erroneamenti molti utilizzano personaggi di fantasia nelle situazioni inerenti la vita quotidiana tipo: "se non mangi ti porta via l'uomo nero" oppure "se non fai il bravo babbo natale non ti porta il regalo" e questo lo ritengo assai dannoso.
Mucchina Volante
27-05-2009, 14:44
Dalla lettura di un libro, mi è venuto da riflettere sul genere di informazioni che riceviamo sin dalla più tenera età.
In sostanza, attraverso i racconti delle favole, ci fanno credere in un mondo che non vediamo.
Un mondo popolato da babbinatale, befane, gesùbambini, harrypotter, e governato da leggi soprannaturali che se ne infischiano di quelle fisiche.
Ed a considerare questo mondo fittizio altrettanto reale di quello che veniamo a conoscere con l'esperienza e la razionalità.
In alcuni casi, addirittura "più reale" come nel caso della favola più grande di tutte che è la religione.
Col risultato che buona parte della gente trova normale staccare il cervello, soprattutto nelle situazioni di stress nelle quali sarebbe richiesto addirittura un maggior ricorso a tutte le proprie risorse razionali, e arrivare alla "sospensione della razionalità".
Finendo per credere alle favole degli imbonitori politici, televisivi, religiosi, che fanno leva su qualcosa che è sedimentato fin da piccoli.
Solo una porzione limitata della popolazione riesce a scrollarsi di dosso queste reminiscenze, in buona parte - ma non solo - quelli che si impegnano nello studio "serio" (non da superquark) della matematica e delle materie scientifiche in generale.
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
un conto è raccontare favole stile mago di oz et similia, secondo me importantissime per i bimbi, che imparano così ad amare la letteratura e la lettura, a saper viaggiare con la fantasia, oltre che importante nel rapporto fra i genitori e il figlio.
un'altra cosa è raccontare di babbo natale e dell'uomo nero...a casa mia ste cose non le hanno mai spacciate. non hanno mai tentato di vendermi neanche la cicogna che porta i bambini :asd:
Gli aspetti positivi sono soggettivi in quando fortemente influenzati dalla cultura. Uno a cui è stato raccontato che esiste babbo natale sarà più propenso a raccontarlo al proprio figlio pensando "se a me ha fatto bene, non può che far bene anche a lui". In realtà, oltre al fatto che bisogna dimostrare che ti ha fatto bene, bisognerebbe anche dimostrare il passaggio logico.
come dice mucchina, ci sono favole e favole.
non ammetto ad esempio chi usa la storia dell'uomo nero per spaventare un bambino, tipo non far questo sennò arriva l'uomo nero.
ma cenerentola è una cosa differente.
non credo possa far male questo.
c'è anche da dire che nessun trattato di pedagogia suggerisce di parlare dell'uomo nero, facendo quindi una sorta di violenza psicologica.
non dimentichiamo anche il fattore applicazione errata da parte di genitori incompetenti.
è chiaro anche che poi crescendo, ogni bambino elabora e razionalizza il tutto, seguendo le tappe della propria vita.
esiste anche la capacità di discernimento.
io da piccola potevo credere a babbo natale, ma avendo razionalizzato questo concetto nel tempo, un giorno cercherò di non proporlo ai figli, se ne avrò.
ciò non toglie che possa raccontar loro una fiaba per farli addormentare;)
Quoto, e quando diventano adulti possono essere tendenzialmente portati a credere nelle "favole da adulti", proprio perché abituati alla sospensione del giudizio.
Non ci si deve poi stupire quando leggiamo di gente che cade nelle trappole di scientology, wanna marchi e cialtroni del genere.
Bravo.
Però c'è comunque da stare molto attenti, in quanto si rischia di segare via il pensiero laterale, e quello potrebbe portare non pochi problemi( visto che alcune invenzioni e scoperte sono state fatte proprio applicando la fantasia alla realtà).
Secondo me sarebbe una buona idea fare un esperimento. 100 bambini da una parte e 100 dall'altra. I primi cresciuti in modo razionale( e magari con insegnamenti di yoga, buddismo, ecc... ), i secondi nel modo tradizionale.
Cosi si saprebbe senza dubbio qual'è il metodo più efficiente.
MA NOOOO!!! La finite di male interpretare quello che dico! (accidenti sembro berlusconi...) :D :D
Parlavo esclusivamente del fatto che secondo Micky le favole sono utili per veicolare certi concetti, valori e pericoli. Io dicevo di no.
Le favole secondo me sono utili e divertenti, e vanno raccontate al bambino per consentirgli un adeguato sviluppo intellettuale (oltre alla razionalità è importante anche lo sviluppo della fantasia).
Contestavo solo il fatto che le favole siano utili perché facilitano la trasmissione di verità scomode ("l'orco mangia bambini", "i bambini portati dalla cicogna" ecc. ecc.). Fanno solo casino in questo caso.
Le favole hanno tutte più o meno la stessa costruzione: l'adulto dice di fare o non fare una cosa, il protagonista non ubbidisce e si trova in una situazione difficile, deve affrontare un "cattivo" ma lo vince e tutto finisce bene.
Servono più per spiegare ai bimbi che se un adulto di dice qualcosa lo fa per il tuo bene e servono anche e soprattutto per imprimere il concetto di "affrontare le paure" che tutti i bimbi hanno (avevo letto un bellissimo libro sull'educazione dei bimbi :D ) e considera che sono destinate ad un'età massima io direi di 5/6 anni. Successivamente avrebbero solo uno scopo ricreativo perchè diventano abbastanza grandi da capire quello che spieghi, prima sarebbe più complicato.
Io l'ho trovata una spiegazione assolutamente logica
come dice mucchina, ci sono favole e favole.
non ammetto ad esempio chi usa la storia dell'uomo nero per spaventare un bambino, tipo non far questo sennò arriva l'uomo nero.
ma cenerentola è una cosa differente.
non credo possa far male questo.
c'è anche da dire che nessun trattato di pedagogia suggerisce di parlare dell'uomo nero, facendo quindi una sorta di violenza psicologica.
non dimentichiamo anche il fattore applicazione errata da parte di genitori incompetenti.
è chiaro anche che poi crescendo, ogni bambino elabora e razionalizza il tutto, seguendo le tappe della propria vita.
esiste anche la capacità di discernimento.
io da piccola potevo credere a babbo natale, ma avendo razionalizzato questo concetto nel tempo, un giorno cercherò di non proporlo ai figli, se ne avrò.
ciò non toglie che possa raccontar loro una fiaba per farli addormentare;)
sono d'accordo, a volte senti perfino dire "se non fai questo la mamma non ti vuole più bene" una cosa assurda e che uccide del tutto l'autostima
Mr. killer Lot
27-05-2009, 15:34
mah secondo me le favole sono ansiolitici senza effetti collaterali e controindicazioni. adatte x i bambini appunto...
però parlo di favole sane... senza sesso e violenza...
mah secondo me le favole sono ansiolitici senza effetti collaterali e controindicazioni. adatte x i bambini appunto...
però parlo di favole sane... senza sesso e violenza...
Visto il crescere della popolarità di romanzi fantasy,giochi di ruolo,rpg online e quant'altro mi sembra che soprattuto gli adulti cerchino piacere nella fantasia.
basta accendere la televisione e vedere qualche telegiornale in campagna elettorale per scoprire che le favole le raccontano anche ai grandi. :O
Parlavo esclusivamente del fatto che secondo Micky le favole sono utili per veicolare certi concetti, valori e pericoli. Io dicevo di no.
Ehi io mi chiamo Nicky :cry::fagiano:
Comunque non voglio (e non posso) negare di averlo detto; vedrò di spiegarmi meglio.
La favola proprio per la sua concezione "naturale" cerca di trasmettere una morale, rappresenta vizi e virtù dell'uomo, riconoscendo nei primi una componente per lo più negativa: per tale motivo può essere utile (o meglio non si rivela dannosa) perchè oltre ad intrattenerlo trasmette al bambino l'idea che quel comportamento sia controproducente/sbagliato.
Gli esempi sono tanti: la volpe e l'uva, il corvo e la volpe, la rana e il bue...insomma quelle di esopo e fedro, per intenderci.
Il discorso fiabe è già diverso: sono più accentrate su personaggi irreali come streghe, orchi etc. e derivano dalla tradizione popolare; nascono insomma più per una questione di intrattenimento...per questo, forse, è facile rischiare di utilizzarle in modo inappropriato.
E cmq cercano di trasmettere anche loro valori positivi: il rispetto per gli adulti/anziani, ad essere buoni per essere premiati, ad essere generosi, umili, coraggiosi e a scontrarsi anche contro i potenti se necessario.
Forse il lato più deleterio è il quasi assicurato lieto fine [anche se non è sempre così...vedi la sirenetta di Andersen]
Minchia le favole... alcune mi inquietano adesso che ho 24 anni :\
Fosse per me ne abolirei ALCUNE, ma è giusto che ognuno abbia la sua opinione.
Quello che è assurdo è che alcuni legano la favola alla fanstasia del bambino, cosa che non sta ne in cielo ne in terra. Privare un bambino di favole non vuol dire privarlo della sua infanzia, ne della sua fantasia, ne di nient'altro :\
Tommy_83
27-05-2009, 17:40
come dice mucchina, ci sono favole e favole.
non ammetto ad esempio chi usa la storia dell'uomo nero per spaventare un bambino, tipo non far questo sennò arriva l'uomo nero.
ma cenerentola è una cosa differente.
non credo possa far male questo.
c'è anche da dire che nessun trattato di pedagogia suggerisce di parlare dell'uomo nero, facendo quindi una sorta di violenza psicologica.
non dimentichiamo anche il fattore applicazione errata da parte di genitori incompetenti.
è chiaro anche che poi crescendo, ogni bambino elabora e razionalizza il tutto, seguendo le tappe della propria vita.
esiste anche la capacità di discernimento.
io da piccola potevo credere a babbo natale, ma avendo razionalizzato questo concetto nel tempo, un giorno cercherò di non proporlo ai figli, se ne avrò.
ciò non toglie che possa raccontar loro una fiaba per farli addormentare;)
*
Le favole "calssiche" contengono una enorme quantità di metafore e archetipi che servono al bambino per comprendere molte cose (il bene e il male, i pericoli, il sacrificio, l'amicizia ecc) della vita.
Qualunque psicologo infantile lo potrà confermare.
Quindi non ritengo sia corretto eliminare le fiabe.
Più in là con gli anni, sarà invece importante secondo me, fare il passaggio successivo e aiutarlo a distinguere il vero dal falso.
rispondo all'autore del topic.
vorresti formare l'ego anche ai bambini?
e che cazzo, lasciamoli in pace :asd:
Dream_River
27-05-2009, 22:06
Razionalità per i bambini??? Mai e poi mai!!!
Un bambino da piccolo a bisogno solo di sperimentare l'incontro della propria volontà con il mondo, niente religione, niente razionalità, solo volontà ed esperimento
Detto questo
Non ci vedo niente di male nel raccontare le favole ai bambini, spesso ciò che cercano è l'attenzione e la compagni di una persona più grande, non la favola di per se
:mbe:
Vorresti un mondo popolato da persone tipo Spock di Star Treck?
se e' lo spock di giggio abrams , no grassie..
c;'.a;'.z;'.a
blindwrite
27-05-2009, 23:07
La fantasia è più importante della conoscenza.
Albert Einstein
Satviolence
27-05-2009, 23:10
Dalla lettura di un libro, mi è venuto da riflettere sul genere di informazioni che riceviamo sin dalla più tenera età.
In sostanza, attraverso i racconti delle favole, ci fanno credere in un mondo che non vediamo.
Un mondo popolato da babbinatale, befane, gesùbambini, harrypotter, e governato da leggi soprannaturali che se ne infischiano di quelle fisiche.
Ed a considerare questo mondo fittizio altrettanto reale di quello che veniamo a conoscere con l'esperienza e la razionalità.
In alcuni casi, addirittura "più reale" come nel caso della favola più grande di tutte che è la religione.
Col risultato che buona parte della gente trova normale staccare il cervello, soprattutto nelle situazioni di stress nelle quali sarebbe richiesto addirittura un maggior ricorso a tutte le proprie risorse razionali, e arrivare alla "sospensione della razionalità".
Finendo per credere alle favole degli imbonitori politici, televisivi, religiosi, che fanno leva su qualcosa che è sedimentato fin da piccoli.
Solo una porzione limitata della popolazione riesce a scrollarsi di dosso queste reminiscenze, in buona parte - ma non solo - quelli che si impegnano nello studio "serio" (non da superquark) della matematica e delle materie scientifiche in generale.
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
Mah... se è vero che sei ingegnere probabilmente sei un po' avulso dalla realtà, non hai mai avuto a che fare con bambini e non hai mai letto una favola.
Come prima cosa non esistono solo le interazioni di tipo fisico, ma anche quelle di tipo sociale, e le favole/fiabe parlano proprio di queste cose.
Come prima cosa hai mai sentito la locuzione "morale della favola"? La favola è un componimento letterario breve, narrativo, che fornisce un insegnamento di carattere morale o didascalico. Anche la fiaba ha un intento didattico: non insegna che F=m*a, ma le regole e i valori che stanno alla base delle interazioni sociali.
Sono cose che possono essere utili perfino ad un ingegnere, visto che quello che facciamo è inserito in un certo contesto sociale... Anzi: nella maggior parte dei casi è più difficile gestire i rapporti con le persone che risolvere il problema tecnico in se.
Saluti da un collega.
Dream_River
27-05-2009, 23:23
Ma che razza di favola è una favola che trasmette morale? Allora tanto vale raccontargli le parabole e mettergli Radio Maria per cullargli il sonno :mbe:
Guarda autore del thread, le storie fantastiche sono la più antica forma di autodifesa e di apprendimento della razza umana.
Quando un essere umano scopriva qualcosa di nuovo, per esempio che il fuoco è buono e utile, ma se se ne perde il controllo può provocare un incendio, raccontava agli altri una storia, che col tempo si modificava e diventava sempre più fantastica e simbolica, ma che manteneva l'insegnamento iniziale.
La storia si diffondeva e insegnava a tutti ad usare il fuoco in modo responsabile.
Anche oggi i bambini imparano un sacco di cose che gli serviranno nella vita tramite le favole.
Non c'è niente di frivolo ed inutile in tutto questo, è evoluzione.
ps: a una certa età sarebbe bene smettere di credere nelle favole (ma non di ascoltarle o raccontarle). Sono d'accordo sulla religione, che è una favola per adulti più dannosa che altro nella nostra società.
Satviolence
27-05-2009, 23:31
Ma che razza di favola è una favola che trasmette morale? Allora tanto vale raccontargli le parabole e mettergli Radio Maria per cullargli il sonno :mbe:
Mi pare che l'espressione "morale della favola" sia piuttosto comune, e testimonia appunto che le favole hanno una morale...
Comunque queste sono cose che vengono insegnate in prima media, e poi vengono riprese e approfondite anche alle superiori. Forse eri un po' distratto?
Dai una letta qui http://it.wikipedia.org/wiki/Favola .
windsofchange
27-05-2009, 23:37
Secondo me le favole e le fiabe servono a trasmettere ai bambini concetti e morali (a volte anche complessi/e) utilizzando immagini alla loro portata.
Gli verrà in automatico, soprattutto con la crescita, la necessità di avere informazioni congruenti con la realtà...
Senza considerare poi il lato antropologico: le fiabe, in fondo, sono una rappresentazione di alcune culture.
D'accordissimo, senza le favole di Esopo e Fedro come si crescerebbe ?? :O
PS: io le adoro ancora oggi :stordita:
Dream_River
27-05-2009, 23:38
Mi pare che l'espressione "morale della favola" sia piuttosto comune, e testimonia appunto che le favole hanno una morale...
Comunque queste sono cose che vengono insegnate in prima media, e poi vengono riprese e approfondite anche alle superiori. Forse eri un po' distratto?
Dai una letta qui http://it.wikipedia.org/wiki/Favola .
A bhè, io mi ero confuso con le Fiabe
Allora come non detto, niente favole, solo fiabe
Satviolence
27-05-2009, 23:40
A bhè, io mi ero confuso con le Fiabe
Allora come non detto, niente favole, solo fiabe
Ma bene... guarda che lo stesso discorso vale anche per le fiabe!
La morale è meno esplicita, ma è comunque comprensibile anche ai bambini per il fatto che c'è una netta distinzione tra bene e male.
ziozetti
27-05-2009, 23:41
Cosi si saprebbe senza dubbio qual'è il metodo più efficiente.
Stiamo parlando di persone, non di esperimenti di fisica.
Il "senza dubbio" non esiste nell'uomo.
"Stories are the creative conversion of life itself into a more powerful, clearer, more meaningful experience. They are the currency of human contact" (cit. Robert McKee) :O
Mucchina Volante
27-05-2009, 23:50
la mia favola preferita era quella della gallinella rossa :O
la morale era che o ti dai da fare per goderti i frutti del tuo lavoro, oppure sticazzi nessuno ti regala niente :asd:
D'accordissimo, senza le favole di Esopo e Fedro come si crescerebbe ?? :O
PS: io le adoro ancora oggi :stordita:
vero esopo ! l'ho sempre adorato...
specie la favola di hansel e gretel !
c;,a;,z;,a;,;l,za
la mia favola preferita era quella della gallinella rossa :O
la morale era che o ti dai da fare per goderti i frutti del tuo lavoro, oppure sticazzi nessuno ti regala niente :asd:
non la conosco , me la racconti ?
C;,a;,amlamla
Mucchina Volante
28-05-2009, 00:18
non la conosco , me la racconti ?
C;,a;,amlamla
ti posso fare un riassunto, ma mia madre faceva le voci ed era tutta un'altra cosa :asd:
c'è questa gallinella rossa che vuole fare il pane, allora chiede chi vuole aiutarla a raccogliere il grano e ne il cane ne il gatto ne l'oca vogliono aiutarla. quindi lo fa solo con l'aiuto dei suoi pulcini. stessa cosa per fare la farina, impastare e cuocere. quando il pane è pronto chiede chi vuole mangiare il pane, e il cane, il gatto e l'oca lo vogliono mangiare. a quel punto la gallina risponde che quando era il momento di aiutarla per prepararlo nessuno si era fatto avanti, e quindi il pane se lo sarebbe mangiato tutto lei coi suoi pulcini :asd:
windsofchange
28-05-2009, 00:29
vero esopo ! l'ho sempre adorato...
specie la favola di hansel e gretel !
c;,a;,z;,a;,;l,za
:mbe: Quella è dei fratelli Grimm.
Sì, sono esperta di favole in vista di una eventuale maternità.
:asd:
windsofchange
28-05-2009, 00:30
ti posso fare un riassunto, ma mia madre faceva le voci ed era tutta un'altra cosa :asd:
c'è questa gallinella rossa che vuole fare il pane, allora chiede chi vuole aiutarla a raccogliere il grano e ne il cane ne il gatto ne l'oca vogliono aiutarla. quindi lo fa solo con l'aiuto dei suoi pulcini. stessa cosa per fare la farina, impastare e cuocere. quando il pane è pronto chiede chi vuole mangiare il pane, e il cane, il gatto e l'oca lo vogliono mangiare. a quel punto la gallina risponde che quando era il momento di aiutarla per prepararlo nessuno si era fatto avanti, e quindi il pane se lo sarebbe mangiato tutto lei coi suoi pulcini :asd:
La conosco la conosco :sofico:
Kharonte85
28-05-2009, 00:34
Dalla lettura di un libro, mi è venuto da riflettere sul genere di informazioni che riceviamo sin dalla più tenera età.
In sostanza, attraverso i racconti delle favole, ci fanno credere in un mondo che non vediamo.
Un mondo popolato da babbinatale, befane, gesùbambini, harrypotter, e governato da leggi soprannaturali che se ne infischiano di quelle fisiche.
Ed a considerare questo mondo fittizio altrettanto reale di quello che veniamo a conoscere con l'esperienza e la razionalità.
In alcuni casi, addirittura "più reale" come nel caso della favola più grande di tutte che è la religione.
Col risultato che buona parte della gente trova normale staccare il cervello, soprattutto nelle situazioni di stress nelle quali sarebbe richiesto addirittura un maggior ricorso a tutte le proprie risorse razionali, e arrivare alla "sospensione della razionalità".
Finendo per credere alle favole degli imbonitori politici, televisivi, religiosi, che fanno leva su qualcosa che è sedimentato fin da piccoli.
Solo una porzione limitata della popolazione riesce a scrollarsi di dosso queste reminiscenze, in buona parte - ma non solo - quelli che si impegnano nello studio "serio" (non da superquark) della matematica e delle materie scientifiche in generale.
Mi domando quindi se non sarebbe meglio evitare di raccontare le favole ai bambini, insegnargli a interrogarsi razionalmente su ciò che non capiscono, e a fronte delle loro domande fornire risposte logiche invece che spiegazioni fantasiose.
:eek: Ma dico siamoimpazziti? Dopo questa le ho sentite tutte...:doh:
Sarebbe una abitudine da aumentare esponenzialmente altro che evitare! Se sostieni una cosa del genere evidentemente il mondo dell'infanzia è la cosa che piu' ti è lontana.
Da distinguere invece il discorso religioso...
Sono d'accordo con te :)
Pubblico un articolo a riguardo :)
I bambini dovrebbero credere a Babbo Natale?
Psychomedia pubblica un articolo in cui sostiene, direi abbastanza in controtendenza, che i bambini non dovrebbero credere a Babbo Natale, ovvero che i genitori non dovrebbero raccontare loro la storia di questo simpatico vecchietto che viaggia di casa in casa per portare i doni ai bambini buoni.
L'articolo in lingua francese sostiene che questa tradizione risale a un'epoca nella quale i valori relativi allo sviluppo dei bambini e alla relazione genitori-figli erano molto diversi.
Il bambino oggi avrebbe bisogno di verità, non di miti e fantasie: i genitori dovrebbero appagare la sua curiosità, il suo desiderio di comprendere il mondo, facendogli distinguere con chiarezza ciò che appartiene al mondo del possibile e ciò che invece appartiene al mito e alla fantasia. Il bambino di oggi deve saper costruire il suo pensiero razionale: indurlo in errore su questioni così importanti è come mettergli dei bastoni fra le ruote nella sua richiesta di comprensione del mondo.
Non credere alla storia di Babbo Natale non toglie nulla, continua sempre l'articolo, al piacere di fantasticare. Guardare i film con Babbo Natale, incontrarlo per le strade nei giorni di Natale rinnova quel senso del magico che piace anche agli adulti, anche se si sa benissimo che il personaggio non esiste realmente e che si tratta solo della rappresentazione di un mito.
Forse, conclude l'articolo, la tradizione di Babbo Natale non sparisce del tutto perché serve ancora a qualcuno: ai commercianti.
Fonte: Psychomedia
http://psicolinea.blogspot.com/2008/12/i-bambini-dovrebbero-credere-babbo.html
Vorrei ricordare che essere madre/padre non implica automaticamente l'essere un buon/a padre/madre :)
Qui il problema è molto diverso, ovvero che si tenta di fare passare per vero un personaggio di una fiaba (si esce un po' dal mondo dei simboli) a volte andando contro le intuzioni e i dubbi degli stessi bambini (a partire dall'età scolare in su) il bambino, rassicurato, è ovviamente propenso a credere ai genitori che insistono ma è un inganno che prima o poi i bambini scoprono definitivamente e in una certa misura potrebbe mettere in dubbio la credibilità dei genitori e creare vissuti di risentimento.
Anche per questo piccolo aspetto della vita c'è necessità di individuare da parte dei genitori il momento in cui smettere di fare "respirare" babbo natale e confinarlo dove dovrebbe stare: nel mito insieme alle favole e alle fiabe :)
:mbe: Quella è dei fratelli Grimm.
Sì, sono esperta di favole in vista di una eventuale maternità.
:asd:
maddai sei incintola !!!
:eek: :eek:
C;.a;.z;.a
ti posso fare un riassunto, ma mia madre faceva le voci ed era tutta un'altra cosa :asd:
c'è questa gallinella rossa che vuole fare il pane, allora chiede chi vuole aiutarla a raccogliere il grano e ne il cane ne il gatto ne l'oca vogliono aiutarla. quindi lo fa solo con l'aiuto dei suoi pulcini. stessa cosa per fare la farina, impastare e cuocere. quando il pane è pronto chiede chi vuole mangiare il pane, e il cane, il gatto e l'oca lo vogliono mangiare. a quel punto la gallina risponde che quando era il momento di aiutarla per prepararlo nessuno si era fatto avanti, e quindi il pane se lo sarebbe mangiato tutto lei coi suoi pulcini :asd:
taccagna sta galinella !
:O
C;,a,;z;,a;,za
windsofchange
28-05-2009, 00:38
maddai sei incintola !!!
:eek: :eek:
C;.a;.z;.a
:mbe:
:mbe:
l'hai scritto tu che impari le favole perche' diventerai mammola !
:mbe:
C;,a;,z;,a
windsofchange
28-05-2009, 00:46
L' :asd: non ti ha fatto capire niente? :mbe:
L' :asd: non ti ha fatto capire niente? :mbe:
si mi ha fatto capire la tua felicita' per la tua condizione!
:O
C;,a;,,za
windsofchange
28-05-2009, 01:53
si mi ha fatto capire la tua felicita' per la tua condizione!
:O
C;,a;,,za
:mbe: Evviva, hai istinti paterni?
:mbe: Evviva, hai istinti paterni?
no , solo istinti maiali :O
C;'.a.z;.a
no , solo istinti maiali :O
C;'.a.z;.a
Già, ma come hai visto, la gallinella rossa non ti smolla niente :O
ti posso fare un riassunto, ma mia madre faceva le voci ed era tutta un'altra cosa :asd:
c'è questa gallinella rossa che vuole fare il pane, allora chiede chi vuole aiutarla a raccogliere il grano e ne il cane ne il gatto ne l'oca vogliono aiutarla. quindi lo fa solo con l'aiuto dei suoi pulcini. stessa cosa per fare la farina, impastare e cuocere. quando il pane è pronto chiede chi vuole mangiare il pane, e il cane, il gatto e l'oca lo vogliono mangiare. a quel punto la gallina risponde che quando era il momento di aiutarla per prepararlo nessuno si era fatto avanti, e quindi il pane se lo sarebbe mangiato tutto lei coi suoi pulcini :asd:
muhahahaha!!!!
Me la ricordo e l'ho raccontata un sacco di volte anche a mio figlio:
Chi vuole raccogliere le spighe? chiese la gallinella rossa
Ah, io no! disse il cane
Ah, io no! disse il gatto
Ah, io no! disse l'anatra
E va bene, disse la gallinella rossa; lo farò io
Si intitola "la gallinella rossa e il chicco di grano", è una fiaba popolare inglese.
A volte la cito ancora oggi quando in casa mi ritrovo a fare tutto da sola .asd:
Mucchina Volante
28-05-2009, 09:02
La conosco la conosco :sofico:
avevi anche tu "i quindici"? :asd:
Mucchina Volante
28-05-2009, 09:06
Me la ricordo e l'ho raccontata un sacco di volte anche a mio figlio:
secondo me a mia mamma gliel'ho fatta uscire dalle orecchie, quando mi chiedeva cosa volevo che mi leggesse usciva quasi sempre questa :asd:
...sempre nei quindici c'era la truculentissima favola di barbablu'...quella era inquietante, forse è da allora che è nata la mia passione per i thriller :asd:
poi avevo due libroni illustrati di la fontaine, anche quelli andavano alla grande, anche perchè c'erano le figure con gli animali che mi piacevano :asd:
avevi anche tu "i quindici"? :asd:
mitici! :D
Mi dispiace i miei siano stati dati via: i due libri sulle fiabe e filastrocche erano stupendi :)
secondo me a mia mamma gliel'ho fatta uscire dalle orecchie, quando mi chiedeva cosa volevo che mi leggesse usciva quasi sempre questa :asd:
...sempre nei quindici c'era la truculentissima favola di barbablu'...quella era inquietante, forse è da allora che è nata la mia passione per i thriller :asd:
poi avevo due libroni illustrati di la fontaine, anche quelli andavano alla grande, anche perchè c'erano le figure con gli animali che mi piacevano :asd:
Mio figlio adorava la fiaba di Esopo in cui c'era un corvo che si credeva un'aquila e finiva con le piume tagliate .asd:
Mucchina Volante
28-05-2009, 09:43
Mio figlio adorava la fiaba di Esopo in cui c'era un corvo che si credeva un'aquila e finiva con le piume tagliate .asd:
a me piaceva quella della volpe che invitava la cicogna a cena e poi le offriva il brodo in un piattino in cui lei non riusciva a mangiarlo :asd: e dopo la cicogna invitava la volpe e le dava da mangiare in un lungo vaso
Mio figlio adorava la fiaba di Esopo in cui c'era un corvo che si credeva un'aquila e finiva con le piume tagliate .asd:
anche a mio figlio (6 anni) piacciono molto, e alla fine chiede sempre spiegazioni sulla morale della fiaba.
mia figlia (3 anni) invece adora le principesse, cenerentola e la bella addormentata in primis...
penso di aver imparato a memoria le didascalie dei libri illustrati da tante volte ho letto le fiabe... :asd:
Vabè, adesso diventa l'elenco delle fiabe che piacciono ad ognuno e non c'è più discussione... :fagiano:
Giusto ieri sera a fine riunione in un contesto di associazioni di volontariato, ci hanno consegnato quello che potrebbe diventare il "motto" ufficiale
Questa è la storia di 4 persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.
C'era un lavoro importante da fare e
Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto.
Ciacuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece.
Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
.......
Secondo me le favole e le fiabe servono a trasmettere ai bambini concetti e morali (a volte anche complessi/e) utilizzando immagini alla loro portata.
Gli verrà in automatico, soprattutto con la crescita, la necessità di avere informazioni congruenti con la realtà...
Senza considerare poi il lato antropologico: le fiabe, in fondo, sono una rappresentazione di alcune culture.
ti quoto ad abuso.. ok magari un po' meno..
mitici! :D
Mi dispiace i miei siano stati dati via: i due libri sulle fiabe e filastrocche erano stupendi :)
il mio preferito era "fare e costruire" ! Non ricordo dove ho letto pero' che la casa editrice americana era una societa' di facciata della Cia...
windsofchange
28-05-2009, 12:33
avevi anche tu "i quindici"? :asd:
Mamma ha fatto fuori buona parte dei miei libri di favole, regalandoli qua e là :muro:
a me piaceva quella della volpe che invitava la cicogna a cena e poi le offriva il brodo in un piattino in cui lei non riusciva a mangiarlo :asd: e dopo la cicogna invitava la volpe e le dava da mangiare in un lungo vaso
Quella ricordo che la narrarono in prima elementare e ne restai affascinata, è bellissimo cercare di visualizzare le immagini mentre viene raccontata :cry:
Sono stato frainteso! (cit.) :asd:
Il punto essenziale del mio post è questo:
In sostanza, attraverso i racconti delle favole, ci fanno credere in un mondo che non vediamo.
Un mondo popolato da babbinatale, befane, gesùbambini, harrypotter, e governato da leggi soprannaturali che se ne infischiano di quelle fisiche.
Ed a considerare questo mondo fittizio altrettanto reale di quello che veniamo a conoscere con l'esperienza e la razionalità.
In alcuni casi, addirittura "più reale" come nel caso della favola più grande di tutte che è la religione.
Allora, trovo giusto che si possa esemplificare un contenuto morale attraverso una storia di fantasia per consentire ai bambini di capirlo, così come molti hanno detto.
Le mie considerazioni erano dirette ad un altro tipo di favole o fiabe che dir si voglia, quelle dove è presente una forte componente metafisica, e questa costituisce l'elemento portante della favola e/o che risolve le situazioni in modo miracoloso.
Questo genere di racconti, soprattutto se rivolto a bambini piccoli che assimilano tutto quello che gli viene proposto, a mio avviso contribuisce a far sviluppare un substrato mentale di "fede nell'irrazionale", sul quale si agganciano le religioni, gli imbonitori e i santoni.
E comunque anche le fiabe o favole che umanizzano degli animali vanno prese con le molle in alcuni casi, tipo il "lupo cattivo" che carica di elementi negativi un animale stupendo peraltro a rischio di estinzione, oppure come ho letto qualche tempo fa il caso di un bambino che era stato morso da un topo di fogna al quale si era avvicinato pensando che si comportasse come uno dei simpatici topini delle fiabe :fagiano:
Sono stato frainteso! (cit.) :asd:
Allora, trovo giusto che si possa esemplificare un contenuto morale attraverso una storia di fantasia per consentire ai bambini di capirlo, così come molti hanno detto.
Le mie considerazioni erano dirette ad un altro tipo di favole o fiabe che dir si voglia, quelle dove è presente una forte componente metafisica, e questa costituisce l'elemento portante della favola e/o che risolve le situazioni in modo miracoloso.
Questo genere di racconti, soprattutto se rivolto a bambini piccoli che assimilano tutto quello che gli viene proposto, a mio avviso contribuisce a far sviluppare un substrato mentale di "fede nell'irrazionale", sul quale si agganciano le religioni, gli imbonitori e i santoni.
E comunque anche le fiabe o favole che umanizzano degli animali vanno prese con le molle in alcuni casi, tipo il "lupo cattivo" che mette in cattiva luce un animale stupendo peraltro a rischio di estinzione, oppure come ho letto qualche tempo fa il caso di un bambino che era stato morso da un topo di fogna al quale si era avvicinato pensando che si comportasse come uno dei simpatici topini delle fiabe :fagiano:
decisamente un ingegnere... :nono:
cosa c'è di male nell'irrazionale? :mbe:
L'uomo non è, non può essere e non DEVE essere pura razionalità.
Ti do una notizia: se fossimo esseri puramente razionali non avrebbe senso, tanto per dirne una, fornire cure mediche ai pensionati, perchè razionalmente controproducente per la società.
Se fossimo puramente razionali tutto sarebbe di una tristezza infinita.
O stai forse insinuando che in età adulta la gente vada a caccia di lupi perchè nelle fiabe c'è il lupo cattivo? :asd:
Mucchina Volante
28-05-2009, 12:43
Mamma ha fatto fuori buona parte dei miei libri di favole, regalandoli qua e là :muro:
io ho ancora tutto in solaio :asd:
comunque dipende molto anche dal bambino...io e mio fratello, stessa mamma, lui non chiedeva mai di raccontare favole (e quando mia mamma lo faceva non stava attento) e non gli sono mai piaciuti i libri, io praticamente ho fatto consumare tutti i libri che erano stati comprati per lui :asd: (fra cui il doppio libro piu' audioracconti in musicassetta :asd: di la fontaine)
windsofchange
28-05-2009, 12:46
io ho ancora tutto in solaio :asd:
comunque dipende molto anche dal bambino...io e mio fratello, stessa mamma, lui non chiedeva mai di raccontare favole (e quando mia mamma lo faceva non stava attento) e non gli sono mai piaciuti i libri, io praticamente ho fatto consumare tutti i libri che erano stati comprati per lui :asd: (fra cui il doppio libro piu' audioracconti in musicassetta :asd: di la fontaine)
Io mi sento vecchia a ripensare ai vinili che ci vendevano le suore-rappresentanti all'asilo, con dentro le storie anche di candy candy :stordita:
Quelli li ho ancora.:sofico:
Mucchina Volante
28-05-2009, 12:52
Io mi sento vecchia a ripensare ai vinili che ci vendevano le suore-rappresentanti all'asilo, con dentro le storie anche di candy candy :stordita:
Quelli li ho ancora.:sofico:
io ho ereditato tutto da mio fratello, come tutti i fratelli secondogeniti ho avuto pochissime cose nuove :asd: ...tra l'altro a sua volta mio fratello riceveva cose dai cugini...
killercode
28-05-2009, 13:01
favole si sono divertenti e hanno una morale, le fiabe no sono abbastanza sterili e sessiste
favole si sono divertenti e hanno una morale, le fiabe no sono abbastanza sterili e sessiste
Mi risulta alquanto strana questa distinzione...
Ad ogni modo non credo esista alcuna storia di tradizione popolare che non racchiuda una morale o un insegnamento intrinseco.
Le storie vengono raccontate da sempre come forma metaforica di un messaggio.
decisamente un ingegnere... :nono:
cosa c'è di male nell'irrazionale? :mbe:
L'uomo non è, non può essere e non DEVE essere pura razionalità.
Ti do una notizia: se fossimo esseri puramente razionali non avrebbe senso, tanto per dirne una, fornire cure mediche ai pensionati, perchè razionalmente controproducente per la società.
Se fossimo puramente razionali tutto sarebbe di una tristezza infinita.
O stai forse insinuando che in età adulta la gente vada a caccia di lupi perchè nelle fiabe c'è il lupo cattivo? :asd:
Non sono d'accordo su NIENTE :O
A meno che tu non confonda irrazionalità con "creatività" o "arte".
La creatività e l'arte sono attività assolutamente razionali.
Entrambe consistono nel "passare dal disordine all'ordine".
Tutte le creazioni artistiche, dal teatro alla letteratura alla musica alla pittura, sia classiche che moderne, sono creazioni razionali, e non il frutto dei deliri di un folle.
Se fosse vero che "se fossimo puramente razionali tutto sarebbe di una tristezza infinita", allora gli schizofrenici e i malati di mente in generale dovrebbero essere le persone più felici del mondo, e non mi pare.
Per rispondere a cosa c'è di male nell'irrazionalità, e che l'uomo secondo te non deve essere puramente razionale, basta la famosa frase "il sonno della ragione genera mostri".
Il male dell'irrazionalità è esemplificato da un signore con i baffetti, che fece credere ad un'intera nazione la storiella della superiorità della razza ariana.
Questo signore - guarda caso - diffondeva ai bambini delle scuole un libretto di "favole" illustrate, dove si vedeva una giovane e bella ragazza ariana molestata da un ebreo grasso, pelato e sporco che la insidiava sessualmente dopo aver ridotto sul lastrico la di lei famiglia con la sua attività di strozzino.
Un'intera nazione arrivò alla sospensione della razionalità, e le conseguenze le conosciamo.
Quindi ripeto, l'unica possibilità è che tu abbia confuso irrazionalità con creatività.
Tutte le creazioni artistiche, dal teatro alla letteratura alla musica alla pittura, sia classiche che moderne, sono creazioni razionali, e non il frutto dei deliri di un folle.
Non è proprio verissimo...alcuni artisti erano/sono famosi per l'uso di droghe e sostanze che alterassero le sensazioni/percezioni, come i poeti decadentisti.
Per rispondere a cosa c'è di male nell'irrazionalità, e che l'uomo secondo te non deve essere puramente razionale, basta la famosa frase "il sonno della ragione genera mostri".
Io non credo che con quella frase si volesse intendere di abbandonare totalmente l'irrazionalità ma, semmai, di evitare di spegnere totalmente il cervello.
Razionalità e irrazionalità sono componenti opposte ma complementari, per l'uomo. [ovviamente imho :fagiano:]
killercode
28-05-2009, 13:32
Mi risulta alquanto strana questa distinzione...
Ad ogni modo non credo esista alcuna storia di tradizione popolare che non racchiuda una morale o un insegnamento intrinseco.
Le storie vengono raccontate da sempre come forma metaforica di un messaggio.
la morale la racchiudono, ma è molto sottile e metaforico, impossibile da assimilare per un bambino senza conoscenze pregresse, inoltre usano principalmente esseri umani come personaggi, e i personaggi sono abbastanza standardizzati (per esempio i maschi sono quasi sempre buoni) e per finire hanno quasi tutte un lieto fine dovuto a eventi sempre magici o sovrannaturali, il protagonista non è quasi mai artefice del suo destino
windsofchange
28-05-2009, 13:37
io ho ereditato tutto da mio fratello, come tutti i fratelli secondogeniti ho avuto pochissime cose nuove :asd: ...tra l'altro a sua volta mio fratello riceveva cose dai cugini...
Devo andare a riprendermi della roba dalla cuginetta ora che ci penso :mad:
favole si sono divertenti e hanno una morale, le fiabe no sono abbastanza sterili e sessiste
:stordita:
Ti do una notizia: se fossimo esseri puramente razionali non avrebbe senso, tanto per dirne una, fornire cure mediche ai pensionati, perchè razionalmente controproducente per la società.
Sbagliato, almeno per il momento.
I vecchi custodiscono una conoscenza di cui la società ha bisogno, quindi finché non ci sarà un modo per scaricare i ricordi delle persone in DB, la loro esistenza è necessaria per passare la loro esperienza alle generazioni successive.
O stai forse insinuando che in età adulta la gente vada a caccia di lupi perchè nelle fiabe c'è il lupo cattivo? :asd:
Posso insinuarlo io?
Solo che il lupo che gli adulti cacciano è quello diverso da loro, l'immigrato, il criminale, il ricco, l'ebreo, ecc...
Proprio perché da piccoli ci viene insegnata la paura che poi questa paura può essere sfruttata da qualcuno per usarci a loro piacimento.
killercode
28-05-2009, 13:51
:stordita:
Ho risposto sopra
Non è proprio verissimo...alcuni artisti erano/sono famosi per l'uso di droghe e sostanze che alterassero le sensazioni/percezioni, come i poeti decadentisti.
Io in questo non ci vedo nulla di irrazionale, anzi ...
Il risultato delle esperienze allucinogene di quegli artisti è comunque espresso in un linguaggio comprensibile, sotto forma di versi, non certo in sequenze randomiche di caratteri.
L'uso delle droghe è paragonabile a quello di un obiettivo distorcente, con il quale un fotografo altera l'immagine per evidenziarne qualcosa che per lui è significativo e che poteva sfuggire ad un'analisi superficiale.
Attraverso le droghe, quegli artisti non hanno fatto altro che esplorare - non mi lapidate - il funzionamento delle sinapsi una volta alterate da sostanze chimiche, traducendo comunque in un linguaggio razionale i risultati dei propri "viaggi".
Kharonte85
28-05-2009, 14:34
Sono stato frainteso! (cit.) :asd:
Il punto essenziale del mio post è questo:
Allora, trovo giusto che si possa esemplificare un contenuto morale attraverso una storia di fantasia per consentire ai bambini di capirlo, così come molti hanno detto.
Le mie considerazioni erano dirette ad un altro tipo di favole o fiabe che dir si voglia, quelle dove è presente una forte componente metafisica, e questa costituisce l'elemento portante della favola e/o che risolve le situazioni in modo miracoloso.
Questo genere di racconti, soprattutto se rivolto a bambini piccoli che assimilano tutto quello che gli viene proposto, a mio avviso contribuisce a far sviluppare un substrato mentale di "fede nell'irrazionale", sul quale si agganciano le religioni, gli imbonitori e i santoni.
Non ci siamo...
Intanto cerchiamo di chiarire a quale età ci stiamo riferendo, diciamo allora che se ho capito bene possiamo trovare un discreto spartiacque nel momento in cui i bambini vanno alla scuola elementare, diciamo che stiamo parlando di bambini da 0 a 6-7anni e della tipica situazione in cui il genitore (o i genitori) raccontano la fiaba prima di andare a dormire oppure guardano insieme un cartone animato.
La prima considerazione da fare è che il pensiero logico e razionale come lo intendiamo noi per un bambino prima dei 7 anni (ma anche prima dei 10-11anni) non ha alcun senso e non è proprio fisicamente in grado di assimilarlo ( rimando agli studi di Jean Piaget per un approfondimento http://www.homolaicus.com/teorici/piaget/piaget.htm e http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Piaget.
E comunque anche le fiabe o favole che umanizzano degli animali vanno prese con le molle in alcuni casi, tipo il "lupo cattivo" che carica di elementi negativi un animale stupendo peraltro a rischio di estinzione, oppure come ho letto qualche tempo fa il caso di un bambino che era stato morso da un topo di fogna al quale si era avvicinato pensando che si comportasse come uno dei simpatici topini delle fiabe :fagiano:
Fino all'età di 6-7 anni, tutti i corpi per il bambino sono coscienti e vivi; Sarebbe inconcepibile che un animale ma anche un oggetto non abbia una propria volontà (ES: la palla rotola perchè vuole rotolare); ha una visione della realtà che Piaget definisce “animismo infantile”.
L'umanizzazione degli animali nei cartoni animati è funzionale e si adatta proprio a questo modo di vedere il mondo.
Il mondo dei bambini è quantitativamente e qualitativamente diverso dal nostro, quello di cui ha bisogno il bambino è differente da quello che per un adulto è "il necessario" sarà poi il processo di maturazione a condurre l'individuo alle operazioni mentali concrete e logiche, ma privare il bambino dell'esercizio della fantasia attraverso le fiabe, favole e racconti significherebbe deprivarlo di un vissuto emotivo e simbolico di cui ha bisogno e di un substrato che promuove la costruzione e il rafforzamento proprio di quelle funzioni mentali non ancora attivate.
In altre parole proprio le Fiabe e le favole sono la palestra e i precursori del pensiero razionale, critico, e della riflessione (ma anche degli aspetti pro-sociali quali il rispetto altrui, la capacità di provare empatia ecc ecc...)...per ottenere il risultato da te auspicato (cioè che rifiutino i costrutti religiosi) bisognerebbe aumentarle esponenzialmente :D
Infine un' ultima considerazione è che: spetta ai genitori (o altre figure significative quali gli insegnanti) fare "da filtro" da e verso il mondo interno ed esterno del bambino affinche' possano parlare senza confondersi, in questo modo la dicotomia realtà/finzione viene assimilata ma cio' non impedisce al bambino di relazionarsi in modo simbolico coi personaggi fantastici proposti dalla narrativa (anzi lo aiuta).
Se proprio volessimo trovare un punto di criticità direi che forse sarebbe bene porre l'attenzione sul vero elemento significativo (ovvero quest'ultimo: la funzione genitoriale) e non andare miopemente contro a cio' che rappresenta una riconosciuta e fondamentale risorsa che dovremmo imparare a sfruttare ancora di piu' :)
Non sono d'accordo su NIENTE :O
A meno che tu non confonda irrazionalità con "creatività" o "arte".
La creatività e l'arte sono attività assolutamente razionali.
Entrambe consistono nel "passare dal disordine all'ordine".
Tutte le creazioni artistiche, dal teatro alla letteratura alla musica alla pittura, sia classiche che moderne, sono creazioni razionali, e non il frutto dei deliri di un folle.
Se fosse vero che "se fossimo puramente razionali tutto sarebbe di una tristezza infinita", allora gli schizofrenici e i malati di mente in generale dovrebbero essere le persone più felici del mondo, e non mi pare.
Per rispondere a cosa c'è di male nell'irrazionalità, e che l'uomo secondo te non deve essere puramente razionale, basta la famosa frase "il sonno della ragione genera mostri".
Il male dell'irrazionalità è esemplificato da un signore con i baffetti, che fece credere ad un'intera nazione la storiella della superiorità della razza ariana.
Questo signore - guarda caso - diffondeva ai bambini delle scuole un libretto di "favole" illustrate, dove si vedeva una giovane e bella ragazza ariana molestata da un ebreo grasso, pelato e sporco che la insidiava sessualmente dopo aver ridotto sul lastrico la di lei famiglia con la sua attività di strozzino.
Un'intera nazione arrivò alla sospensione della razionalità, e le conseguenze le conosciamo.
Quindi ripeto, l'unica possibilità è che tu abbia confuso irrazionalità con creatività.
Cosa mi tocca sentire... :nono:
Pensare che una creazione artistica sia il frutto della razionalità è, a parer mio, semplicemente delirante.
O forse non mi è chiaro il tuo concetto di razionalità...
Ad ogni modo, considera anche solo il fatto che sentimenti ed emozioni sono assolutamente avulsi alla razionalità.
Nemmeno una giustificata paura è razionale. Non è una cosa che RAGIONI.
Un essere puramente razionale sarebbe quindi presumibilmente incapace di sentimenti ed emozioni.
Un robot.
Tutto quello che ci aggiungi tirando dentro patologie psichiche e Hitler non c'entra una cippa di niente.
Sbagliato, almeno per il momento.
I vecchi custodiscono una conoscenza di cui la società ha bisogno, quindi finché non ci sarà un modo per scaricare i ricordi delle persone in DB, la loro esistenza è necessaria per passare la loro esperienza alle generazioni successive.
Non tutti.
C'è anche l'alzheimer, eh...
Posso insinuarlo io?
Solo che il lupo che gli adulti cacciano è quello diverso da loro, l'immigrato, il criminale, il ricco, l'ebreo, ecc...
Proprio perché da piccoli ci viene insegnata la paura che poi questa paura può essere sfruttata da qualcuno per usarci a loro piacimento.
Ma per favore :rolleyes:
Adesso vienimi a dire che il razzismo poggia le sue basi sulla favola del lupo :nono:
Non ci siamo...
Intanto cerchiamo di chiarire a quale età ci stiamo riferendo, diciamo allora che se ho capito bene possiamo trovare un discreto spartiacque nel momento in cui i bambini vanno alla scuola elementare, diciamo che stiamo parlando di bambini da 0 a 6-7anni e della tipica situazione in cui il genitore (o i genitori) raccontano la fiaba prima di andare a dormire oppure guardano insieme un cartone animato.
La prima considerazione da fare è che il pensiero logico e razionale come lo intendiamo noi per un bambino prima dei 7 anni (ma anche prima dei 10-11anni) non ha alcun senso e non è proprio fisicamente in grado di assimilarlo ( rimando agli studi di Jean Piaget per un approfondimento http://www.homolaicus.com/teorici/piaget/piaget.htm e http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Piaget.
Fino all'età di 6-7 anni, tutti i corpi per il bambino sono coscienti e vivi; Sarebbe inconcepibile che un animale ma anche un oggetto non abbia una propria volontà (ES: la palla rotola perchè vuole rotolare); ha una visione della realtà che Piaget definisce “animismo infantile”.
L'umanizzazione degli animali nei cartoni animati è funzionale e si adatta proprio a questo modo di vedere il mondo.
Il mondo dei bambini è quantitativamente e qualitativamente diverso dal nostro, quello di cui ha bisogno il bambino è differente da quello che per un adulto è "il necessario" sarà poi il processo di maturazione a condurre l'individuo alle operazioni mentali concrete e logiche, ma privare il bambino dell'esercizio della fantasia attraverso le fiabe, favole e racconti significherebbe deprivarlo di un vissuto emotivo e simbolico di cui ha bisogno e di un substrato che promuove la costruzione e il rafforzamento proprio di quelle funzioni mentali non ancora attivate.
In altre parole proprio le Fiabe e le favole sono la palestra e i precursori del pensiero razionale, critico, e della riflessione (ma anche degli aspetti pro-sociali quali il rispetto altrui, la capacità di provare empatia ecc ecc...)...per ottenere il risultato da te auspicato (cioè che rifiutino i costrutti religiosi) bisognerebbe aumentarle esponenzialmente :D
Infine un' ultima considerazione è che: spetta ai genitori (o altre figure significative quali gli insegnanti) fare "da filtro" da e verso il mondo interno ed esterno del bambino affinche' possano parlare senza confondersi, in questo modo la dicotomia realtà/finzione viene assimilata ma cio' non impedisce al bambino di relazionarsi in modo simbolico coi personaggi fantastici proposti dalla narrativa (anzi lo aiuta).
Se proprio volessimo trovare un punto di criticità direi che forse sarebbe bene porre l'attenzione sul vero elemento significativo (ovvero quest'ultimo: la funzione genitoriale) e non andare miopemente contro a cio' che rappresenta una riconosciuta e fondamentale risorsa che dovremmo imparare a sfruttare ancora di piu' :)
*inchino*
Non ci siamo...
Intanto cerchiamo di chiarire a quale età ci stiamo riferendo, diciamo allora che se ho capito bene possiamo trovare un discreto spartiacque nel momento in cui i bambini vanno alla scuola elementare, diciamo che stiamo parlando di bambini da 0 a 6-7anni e della tipica situazione in cui il genitore (o i genitori) raccontano la fiaba prima di andare a dormire oppure guardano insieme un cartone animato.
La prima considerazione da fare è che il pensiero logico e razionale come lo intendiamo noi per un bambino prima dei 7 anni (ma anche prima dei 10-11anni) non ha alcun senso e non è proprio fisicamente in grado di assimilarlo ( rimando agli studi di Jean Piaget per un approfondimento http://www.homolaicus.com/teorici/piaget/piaget.htm e http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Piaget.
Fino all'età di 6-7 anni, tutti i corpi per il bambino sono coscienti e vivi; Sarebbe inconcepibile che un animale ma anche un oggetto non abbia una propria volontà (ES: la palla rotola perchè vuole rotolare); ha una visione della realtà che Piaget definisce “animismo infantile”.
L'umanizzazione degli animali nei cartoni animati è funzionale e si adatta proprio a questo modo di vedere il mondo.
Il mondo dei bambini è quantitativamente e qualitativamente diverso dal nostro, quello di cui ha bisogno il bambino è differente da quello che per un adulto è "il necessario" sarà poi il processo di maturazione a condurre l'individuo alle operazioni mentali concrete e logiche, ma privare il bambino dell'esercizio della fantasia attraverso le fiabe, favole e racconti significherebbe deprivarlo di un vissuto emotivo e simbolico di cui ha bisogno e di un substrato che promuove la costruzione e il rafforzamento proprio di quelle funzioni mentali non ancora attivate.
In altre parole proprio le Fiabe e le favole sono la palestra e i precursori del pensiero razionale, critico, e della riflessione (ma anche degli aspetti pro-sociali quali il rispetto altrui, la capacità di provare empatia ecc ecc...)...per ottenere il risultato da te auspicato (cioè che rifiutino i costrutti religiosi) bisognerebbe aumentarle esponenzialmente :D
Infine un' ultima considerazione è che: spetta ai genitori (o altre figure significative quali gli insegnanti) fare "da filtro" da e verso il mondo interno ed esterno del bambino affinche' possano parlare senza confondersi, in questo modo la dicotomia realtà/finzione viene assimilata ma cio' non impedisce al bambino di relazionarsi in modo simbolico coi personaggi fantastici proposti dalla narrativa (anzi lo aiuta).
Se proprio volessimo trovare un punto di criticità direi che forse sarebbe bene porre l'attenzione sul vero elemento significativo (ovvero quest'ultimo: la funzione genitoriale) e non andare miopemente contro a cio' che rappresenta una riconosciuta e fondamentale risorsa che dovremmo imparare a sfruttare ancora di piu' :)
Finalmente un commento da qualcuno che ne sa qualcosa...... :)
Dream_River
28-05-2009, 15:12
Ma bene... guarda che lo stesso discorso vale anche per le fiabe!
La morale è meno esplicita, ma è comunque comprensibile anche ai bambini per il fatto che c'è una netta distinzione tra bene e male.
E che cavolo :muro:
La favole servono per spiegare le moralità nello stesso modo in cui io spiegherei come funziona l'invio di una email a mia nonna..
Obiettivo: mandare concetti concreti e profondi utilizzando storie e colori che siano recepibili in maniera diretta ed immediata per qualcuno che sta imparando, grazie a noi, a vivere.
Spero che qualcuno che ha postato qui non abbia *mai* figli in vita sua.. glielo auguro.
mister giogio
28-05-2009, 15:28
....Le mie considerazioni erano dirette ad un altro tipo di favole o fiabe che dir si voglia, quelle dove è presente una forte componente metafisica, e questa costituisce l'elemento portante della favola e/o che risolve le situazioni in modo miracoloso.
Questo genere di racconti, soprattutto se rivolto a bambini piccoli [leggi, la maggior parte degli Italiani] che assimilano tutto quello che gli viene proposto, a mio avviso contribuisce a far sviluppare un substrato mentale di "fede nell'irrazionale", sul quale si agganciano le religioni, gli imbonitori e i santoni.
Se prendiamo questa parte del tuo discorso, ci aggiungiamo il tuo avatar = penso proprio che tu abbia ragione
.....scusate, ma le similitudini erano tali che non ho potuto resistere :D .
Per tornare al contesto del discorso, personalmente, quando i miei figli hanno scoperto che Babbo Natale non esiste, un pochino, mi è dispiaciuto.
Certo, è una tappa obbligata, ma per un genitore (che sà bene il mondo che li aspetta), è la consapevolezza che stanno, anche loro, entrando nella vita reale, dove non sempre il giusto trionfa; ovviamente, questa, è solo UNA delle tappe.
Sono talmente tanti gli insegnamenti delle favole (insegnamenti = che percepiscono i bambini), che, a fronte di effetti collaterali zero, non vedo perchè non raccontargliele.
Inoltre, come genitore, non si nasce imparati; quindi, la prima risorsa a cui si fà riferimento è la nostra esperienza personale di figlio/a; se a me non hanno fatto male, non faranno male nemmeno a lui/lei................ e questa, è una consuetudine che và avanti da millenni.
;)
Non ci siamo...
Intanto cerchiamo di chiarire a quale età ci stiamo riferendo, diciamo allora che se ho capito bene possiamo trovare un discreto spartiacque nel momento in cui i bambini vanno alla scuola elementare, diciamo che stiamo parlando di bambini da 0 a 6-7anni e della tipica situazione in cui il genitore (o i genitori) raccontano la fiaba prima di andare a dormire oppure guardano insieme un cartone animato.
La prima considerazione da fare è che il pensiero logico e razionale come lo intendiamo noi per un bambino prima dei 7 anni (ma anche prima dei 10-11anni) non ha alcun senso e non è proprio fisicamente in grado di assimilarlo ( rimando agli studi di Jean Piaget per un approfondimento http://www.homolaicus.com/teorici/piaget/piaget.htm e http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Piaget.
Fino all'età di 6-7 anni, tutti i corpi per il bambino sono coscienti e vivi; Sarebbe inconcepibile che un animale ma anche un oggetto non abbia una propria volontà (ES: la palla rotola perchè vuole rotolare); ha una visione della realtà che Piaget definisce “animismo infantile”.
L'umanizzazione degli animali nei cartoni animati è funzionale e si adatta proprio a questo modo di vedere il mondo.
Il mondo dei bambini è quantitativamente e qualitativamente diverso dal nostro, quello di cui ha bisogno il bambino è differente da quello che per un adulto è "il necessario" sarà poi il processo di maturazione a condurre l'individuo alle operazioni mentali concrete e logiche, ma privare il bambino dell'esercizio della fantasia attraverso le fiabe, favole e racconti significherebbe deprivarlo di un vissuto emotivo e simbolico di cui ha bisogno e di un substrato che promuove la costruzione e il rafforzamento proprio di quelle funzioni mentali non ancora attivate.
In altre parole proprio le Fiabe e le favole sono la palestra e i precursori del pensiero razionale, critico, e della riflessione (ma anche degli aspetti pro-sociali quali il rispetto altrui, la capacità di provare empatia ecc ecc...)...per ottenere il risultato da te auspicato (cioè che rifiutino i costrutti religiosi) bisognerebbe aumentarle esponenzialmente :D
Infine un' ultima considerazione è che: spetta ai genitori (o altre figure significative quali gli insegnanti) fare "da filtro" da e verso il mondo interno ed esterno del bambino affinche' possano parlare senza confondersi, in questo modo la dicotomia realtà/finzione viene assimilata ma cio' non impedisce al bambino di relazionarsi in modo simbolico coi personaggi fantastici proposti dalla narrativa (anzi lo aiuta).
Se proprio volessimo trovare un punto di criticità direi che forse sarebbe bene porre l'attenzione sul vero elemento significativo (ovvero quest'ultimo: la funzione genitoriale) e non andare miopemente contro a cio' che rappresenta una riconosciuta e fondamentale risorsa che dovremmo imparare a sfruttare ancora di piu' :)
Ringrazio Kharonte85 per il contributo "qualificato".
Nel quale però non riesco a ritrovare la mia esperienza personale.
Io a 4 anni ero in grado di leggere e scrivere correntemente, grazie a mia madre che tra un lavoro di casa e l'altro (o durante) mi insegnava le uniche cose che lei conosceva.
Alle scuole elementari risolvevo i problemi di geometria che le maestre non erano in grado di risolvere, ma non perché fossi un genio io, ma perché loro erano delle bestie :asd:
Così in diversi casi alle superiori e qualche volta anche all'università, e ripeto, sono perfettamente cosciente di essere una persona nella media.
I geni sono altri, sono Mozart che a 4 anni componeva, Capablanca che a 5 anni batteva il padre a scacchi, Gauss che a 3 anni correggeva la contabilità del padre.
Quindi quei dati sulle età del pensiero razionale, cioè non prima dei 6-7 anni se non 10-11, mi sembrano sballati.
Io penso che siano dei risultati dovuti al fatto che ai bambini non si insegna il pensiero razionale, e i responsabili sono genitori e scuola che non sono in grado di farlo, probabilmente perché loro stessi carenti sotto questo aspetto.
Tornando alla mia esperienza personale, forse proprio l'accesso precoce alla lettura mi ha messo in contatto con libri di fiabe di tutti i tipi, nonché libri religiosi con annessa frequentazione di preti e monache per i sacramenti.
Per cui mi sono ritrovato da un lato con delle decenti capacità logico/matematiche (che peraltro non ritengo nulla di eccezionale), dall'altro a vivere come reale una realtà immaginaria appresa dalle fiabe e poi dai libri religiosi.
E il conflitto è venuto fuori molto presto, però ogni mio tentativo di esternarlo si è concluso con scenate e disapprovazioni anche pesanti, per cui ho stentato molto a liberarmi delle sovrastrutture e paure irrazionali che mi hanno creato anche problemi notevoli, dei quali non sto qui a discutere.
Kharonte85
28-05-2009, 17:16
Ringrazio Kharonte85 per il contributo "qualificato".
Nel quale però non riesco a ritrovare la mia esperienza personale.
Io a 4 anni ero in grado di leggere e scrivere correntemente, grazie a mia madre che tra un lavoro di casa e l'altro (o durante) mi insegnava le uniche cose che lei conosceva.
Alle scuole elementari risolvevo i problemi di geometria che le maestre non erano in grado di risolvere, ma non perché fossi un genio io, ma perché loro erano delle bestie :asd:
Così in diversi casi alle superiori e qualche volta anche all'università, e ripeto, sono perfettamente cosciente di essere una persona nella media.
I geni sono altri, sono Mozart che a 4 anni componeva, Capablanca che a 5 anni batteva il padre a scacchi, Gauss che a 3 anni correggeva la contabilità del padre.
Quindi quei dati sulle età del pensiero razionale, cioè non prima dei 6-7 anni se non 10-11, mi sembrano sballate.
Io penso che siano dei risultati dovuti al fatto che ai bambini non si insegna il pensiero razionale, e i responsabili sono genitori e scuola che non sono in grado di farlo, probabilmente perché loro stessi carenti sotto questo aspetto.
Non è esattamente così, vorrei evitare di addentrarmi in considerazioni teoriche troppo specifiche ma il discorso è che si parla sempre in termini di cio' che è tipicamente riscontrabile e desiderabile/positivo (fermo restando che da sempre la psicologia tende a valutare caso per caso), gli studi di Piaget rappresentano l'inizio, ovviamente sono stati integrati da molti altri autori e si sono sviluppati concetti importanti che hanno anche applicazioni pratiche quali quello di Zona di sviluppo prossimale
Nella teoria di Lev Vygotskij la Zona di sviluppo prossimale (ZSP) è un concetto fondamentale che serve a spiegare come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri. La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore.
Secondo Vygotskij, l'educatore dovrebbe proporre al bambino problemi di livello un po' superiore alle sue attuali competenze, ma comunque abbastanza semplici da risultargli comprensibili; insomma, all'interno di quell'area in cui il bambino può estendere le sue competenze e risolvere problemi grazie all'aiuto degli altri (la ZSP, appunto). Questi problemi potranno infatti essere risolti dal bambino aiutato da un esperto (l'educatore, un adulto o anche un pari con maggiori competenze in quel campo), ma non dal bambino che non riuscirebbe ad affrontarli da solo (in quel caso saremmo all'interno della zona di sviluppo attuale). Se il processo è impostato correttamente, la zona di sviluppo attuale del bambino si amplia, includendo quella che in precedenza era la zona di sviluppo prossimale, in altre parole egli diventa capace di eseguire autonomamente un compito che prima non sapeva eseguire. All'esterno della zona di sviluppo attuale si crea una nuova zona di sviluppo prossimale.
Questo processo iterativo dovrebbe dunque permettere al bambino di acquisire nuove capacità senza sperimentare la frustrazione del fallimento.
http://it.wikipedia.org/wiki/Zona_di_sviluppo_prossimale
Queste procedure consentono al bambino di apprendere di piu' se guidato ed aiutato (e in questi casi con delle rielaborazioni del materiale proposto ai bambini si possono superare le indicazioni sulle età date da Piaget), ma anche questa zona ha un limite oltre il quale il bambino non è proprio in grado di comprendere; oltretutto non è utile (tanto è vero che queste metodologie si usano per aiutare chi è in "ritardo").
Vorrei chiarire che con il mio intervento volevo soprattutto sottolineare che non si puo' pensare al bambino solo come un piccolo adulto (quindi quantitativamente diverso) ma ci si deve rendere conto che è anche qualitativamente diverso e che le sue esigenze sono diverse dalle nostre così come il loro mondo fatto di oggetti animati, spiegazioni finalistiche, emozioni e sentimenti.
Tornando alla mia esperienza personale, forse proprio l'accesso precoce alla lettura mi ha messo in contatto con libri di fiabe di tutti i tipi, nonché libri religiosi con annessa frequentazione di preti e monache per i sacramenti.
Per cui mi sono ritrovato da un lato con delle decenti capacità logico/matematiche (che peraltro non ritengo nulla di eccezionale), dall'altro a vivere come reale una realtà immaginaria appresa dalle fiabe e poi dai libri religiosi.
E il conflitto è venuto fuori molto presto, però ogni mio tentativo di esternarlo si è concluso con scenate e disapprovazioni anche pesanti, per cui ho stentato molto a liberarmi delle sovrastrutture e paure irrazionali che mi hanno creato anche problemi notevoli, dei quali non sto qui a discutere.
Dai concetti di ZSP si pone infatti il problema se sia utile forzare i tempi nell'insegnamento della scrittura/lettura a scapito ad esempio del tempo dedicato al gioco simbolico e fantastico; la risposta è tipicamente negativa (la maggior parte dei pedagogisti ed educatori concordano).
Pensando alla tua esperienza personale (che fa eccezione), senza la pretesa di trovare delle spiegazioni veritiere, forse proprio il fatto di aver appreso precocemente la scrittura e la lettura ha tolto spazio e tempo ai vissuti emotivi, alla creatività e alle sue applicazioni simboliche nella fantasia e al gioco libero specifiche dell'eta' prescolare, non è da escludere che questo abbia avuto effetti successivi.
La conclusione è che le fiabe e la favole sono davvero fondamentali e necessarie (in alcuni contesti di pedagogia oncologica sono addirittura usate a scopo terapeutico) e che forzare il bambino ad un pensiero razionale-logico prima del tempo sarebbe per la maggior parte dei bambini incomprensibile, per altri controproducente e deleterio.
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