View Full Version : Curiosità: messa a terra e corrosione galvanica
La messa a terra e il neutro nel sistema TT sono collegate a terra, no?
ora, se la corrente che circola nei tralicci dell'alta tensione poi si scarica a terra che funge da potenziale 0 e da ritorno, io mi chiedo: il piccone di messa a terra e del neutro, impiantato per terra, non si dovrebbe erodere per gli effetti elettrochimici?
Il neutro nelle cabine e nei generatori trifase è direttamente impiantato in terra...
Altra domanda analoga: se non erro esiste un importante elettrodotto DC che passa nel mare, viene trasportato solo un cavo, il mare funge da massa (correggetemi se sbaglio, non sono sicuro di questo l'ho sentito ad un seminario). Anche e soprattutto in questo caso, il connettore che si scarica nel mare non dovrebbe corrodersi? :mbe:
mi sfugge qualcosa :asd:
demonbl@ck
28-04-2009, 23:09
Se non sbaglio c'è corrosione solo se i puntali sono di due metalli diversi. (es: Al - Cu)
Paganetor
29-04-2009, 10:11
protezione catodica? con un anodo sacrificale si evita alla "parte nobile" di corrodersi...
http://it.wikipedia.org/wiki/Protezione_catodica
La messa a terra e il neutro nel sistema TT sono collegate a terra, no?
ora, se la corrente che circola nei tralicci dell'alta tensione poi si scarica a terra che funge da potenziale 0 e da ritorno
in realtà ni...
dipende da diversi fattori. se il carico è bilanciato sulle tre fasi non c'è ritorno... Le tre tensioni si "annullano" completamente.
io mi chiedo: il piccone di messa a terra e del neutro, impiantato per terra, non si dovrebbe erodere per gli effetti elettrochimici?
anche qui... dipende...
da esperto chimico saprai che la corrosione elettrochimica esiste quando si ha una differenza di potenziale "tra le estremità del conduttore"...
Questa si può manifestare per più ragioni solitamente:
quando il conduttore è costituito di metalli diversi ( vedi termocoppia ) quando la concentrazione dell'ossidante varia lungo il conduttore e quando non c'è nessun altro materiale che si "ossida prima" ( perdonami il gioco di parole ma sono piuttosto "arrugginito") quando coè ha una tensione di interfaccia più bassa. Dato che il rame è uno dei materiali con tensione più elevata, è anche quello meno propenso ad ossidarsi, per cui in generale l'effetto della corrosione elettrochimica è minimo.
nel caso dovesse presentarsi, oltre all'utilizzo di un anodo sacrificale, ad esempio in magnesio, mi pare, ci sono altre tecniche, come l'applicazione di una differenza di tensione continua che ostacola il processo ossidativo.
sorry per la poca chiarezza.
Dumah Brazorf
29-04-2009, 13:10
Potrebbe centrare qualcosa anche il fatto che la corrente è alternata mentre quando si parla di corrosione galvanica c'è la continua?
+Benito+
29-04-2009, 21:47
Potrebbe centrare qualcosa anche il fatto che la corrente è alternata mentre quando si parla di corrosione galvanica c'è la continua?
?
Dumah Brazorf
29-04-2009, 22:56
Era una domanda, probabilmente errata!
Potrebbe centrare qualcosa anche il fatto che la corrente è alternata mentre quando si parla di corrosione galvanica c'è la continua?
nu...
il discorso è un tantino articolato e con la tensione c'entra poco e nulla.
se non faccio confusione la "corrosione galvanica" è il fenomeno elettrochimico conseguente al processo di ossido/riduzione "a distanza" cui ho fatto riferimento sopra...
la tensione responsabile del processo corrosivo non è la causa, ma la conseguenza di tale reazione.
le reazioni di ossidazione e quelle di riduzione, in ultima analisi si riducono allo spostamento di un elettrone dall'atomo di un elemento chimico a quello di un elemento più elettronegativo. In tal senso poichè l'ossigeno è fortemente elettronegativo ed è particolarmente diffuso, è il principale responsabile del fenomeno.
supponi di avere un pezzo di ferro completamente verniciato:
dato che la vernicie è isolante essa riparerà il ferro sottostante dall'ossigeno, e quindi il ferro non farà ruggine.
supponi quindi di graffiare in un piccolo punto la vernice scoprendo il ferro sottostante: in quel punto l'ossigeno riesce ad entrare in contatto col ferro fino a strappare un elettrone, poi un altro, poi un altro e così via.
il ferro perdendo elettroni diventa elettricamente carico, assume una carica positiva e quindi inizia ad attrarre pure lui elettroni, quindi l'ossigeno dopo un pò non riesce più a strappare elettroni e il processo si arresta.
ora se in un altro punto del ferro fai un altro graffio, e in quella zona il ferro entra in contatto con un altro elemento, che so, l'idrogeno, ecco che in questo secondo punto sarà il ferro a strappare elettroni all'idrogeno, e di conseguenza il ferro, che è conduttore, trasporta elettroni dalla zona dove entra in contatto con l'idrogeno alla zona dove entra in contatto con l'ossigeno. di conseguenza abbiamo una pila, con un polo positivo e uno negativo, dove la tensione è quella data dal potenziale elettrochimico alle due interfacce...
in una situazione del genere solitamente in uno dei due punti, il materiale che fa da conduttore tende ad entrare in soluzione, cioè a staccarsi dal substrato sottostante e, di conseguenza, si forma un buco.
Per ovviare al sistema sarebbe sufficiente impedire il passaggio di corrente o, addirittura forzare il passaggio nella direzione inversa per questo in taluni casi si applica una tensione continua che serve ad impedire la corrosione, in altri casi si collega elettricamente un blocco di materiale poco elettronegativo all'oggetto da proteggere, in questo modo sarà il materiale meno elettronegativo di tutta la catena a consumarsi, e a sacrificarsi al posto dell'oggetto che resta integro.
nel caso delle linee elettriche, oltre al fatto che i conduttori di rame sono molto resistenti al fenomeno, il rame non cede facilmente elettroni, e quindi non servono protezioni particolari, c'è da dire che la tensione che viene applicata, sia essa continua o alternata, non c'entra una fava col fenomeno elettrochimico.
dato che siamo in una situazione di regime, ed abbiamo un banale trasferimento d potenza, possiamo considerare tranquillamente la linea elettrica un oggetto "lineare" dal punto di vista delle leggi fisiche che regolano il passaggio di corrente e quindi, in ultima analisi, di elettroni, per tale motivo vale il principio di sovrapposizione degli effetti e, di conseguenza, la tensione alternata, ( o continua ) usata per trasferire potenza, e quella di natura elettrochimica, sono essenzialmente indipendenti tra loro e semplicemente sovrapposte, pertanto possiamo studiarle separatamente e mettere insieme i risultati alla fine.
se andiamo a studiare le due tensioni la prima cosa che notiamo è che i "terminali elettrici" della linea, solitamente non coincidono con i poli responsabili della corrosione galvanica, pertanto direi che no, non centra assolutamente una mazza.
come controesempio possiamo prendere una cella elettrolitica o galvanica, o una banale pila elettrica. in questi casi, una volta collegati gli elettrodi, vediamo che il percorso chiuso da un elettrodo all'altro, al di fuori della cella o della pila, costituisce una linea elettrica di cui gli elettrodi sono i terminali elettrici. Inoltre tra elettrodi ed elettrolita si ha l'accoppiamento dei materiali responsabili della reazione chimica, quindi sono anche i poli della "pila" (nel senso indicato più sopra), in questo caso vediamo che la corrente che circola sulla linea è responsabile essa del fenomeno di corrosione (degli elettrodi)..
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