chesim
30-09-2008, 07:11
FONTE:
http://antifeminist.altervista.org/risorse/29_9_08_madri_single.htm
Volevo un Bambino più di un Uomo
Traduzione di un articolo pubblicato due settimane fa sul Guardian:
Volevo un bambino più di un uomo
Economicamente indipendenti ma senza una relazione duratura, un crescente numero di giovani donne stanno scegliendo l'inseminazione artificiale e la vita di mamme-single.
di Viv Groskop, The Guardian, 17 Settembre 2008
Gwyneth, 44 anni, che di lavoro fa l'infermiera, aveva 32 anni ed era single quando decise che non avrebbe aspettato più a lungo per avere un figlio. "Ho sempre saputo che avere un figlio per me era più importante che avere una relazione. Ho fatto quello che volevo in termini di carriera, ho viaggiato e ho lavorato in Australia. Un sacco di mie amiche si stavano sistemando e avendo figli. E da infermiera sapevo bene che dopo i 35 anni diventa più difficile rimanere incinta. Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare".
Non conosceva nessuna che l'aveva fatto ma aveva letto qualcosa sulla "London Women's Clinic", che tratta le donne single fin dalla fine degli anni 80. Firmò dunque per un trattamento privato: inseminazione da parte di un donatore al prezzo di 170 sterline per tentativo [Ndr. 214 euro], più i costi del viaggio. "Mi stava costando circa 200 sterline al mese [Ndr. 251 euro] - e mi ci sono voluti nove tentativi nell'arco di 15 mesi. In quei tempi stavano facendo solo l'inseminazione cervicale [quando lo sperma viene inserito nella cervice] - adesso invece fanno la IUI [lo sperma viene inserito nell'utero] - la probabilità di successo al tempo era molto più bassa". Tuttavia, all'età di 33 anni, Gwyneth concepì sua figlia, Helen, che adesso ha 10 anni, e divenne una delle prime - e, al tempo, la più giovane - "mamme per scelta".
Dieci anni sono passati e questo gruppo di donne sta crescendo. La cosiddetta "maternità da single per scelta" è sempre esistita: circa 250 delle oltre 1,100 iscritte alla IK Donor Conception Network (DCN) sono madri single. Generalmente questa è una decisione a cui le donne arrivano verso la fine dei 30 anni, o all'inizio dei 40. Adesso non più. Olivia Montushi, una portavoce della DCN, ha reso noto che l'organizzazione recentemente è stata contattata da parecchie donne all'inizio dei 30 anni che già stanno considerando l'opportunità dell'inseminazione artificiale: "E' un'opzione che sta diventando sempre più facile da scegliere. Hanno molte più probabilità di rimanere incinta a questa età, ovviamente. Ma l'idea che le donne si stiano arrendendo a soli 33 o 34 anni a trovare un uomo è un pò triste". La DCN ha rilanciato nel proprio sito una sezione per Donne Single e ha pubblicato un volantino intitolato: Care Aspiranti Mamme Single.
Un sondaggio pubblicato questa settimana circa l'opinione comune sulla contraccezione sembra confermare questo come un trend. Sia gli uomini che le donne hanno dichiarato di essere seriamente preoccupati circa la possibilità di incontrare il partner giusto in tempo per aver figli in maniera naturale; e il 56% delle donne intervistate hanno detto che nell'evenienza considererebbero l'opportunità di chiedere ad un loro amico maschio di metterle incinta nel caso arrivassero ad una certa età senza aver trovato un compagno. E sono state le donne più giovani - quelle fra i 28 e i 31 anni - ad essere le più determinate nel scegliere l'opzione di diventare madri-single nel caso l'uomo giusto non si facesso vivo in tempo utile.
Chiedere l'inseminazione artificiale a 20 o 30 anni non è insolito fra le lesbiche (che non hanno alcun motivo per ritardare la scelta), ma le donne eterosessuali generalmente aspettano per vedere se prima riescono a trovare un partner. Utilizzare un donatore di sperma è sempre stata l'ultima spiaggia. Adesso questo processo sta diventando la prima scelta. Ammettiamo che tu sia agli inizi dei tuoi 30 anni, e sia convinta che la tua vita non sarebbe completa senza un figlio. Perchè aspettare ? Molte donne, rispetto al passato, oggi raggiungono l'indipendenza economica prima durante la loro vita, e poche vedono l'idea di diventare madri single come una situazione che porta con se qualche stigma. Molte madri single per scelta sostengono di vedere molte coppie faticare per via delle questioni difficili che sorgono nei casi di affido condiviso. Le donne in questa categoria, che sanno per certo di volere un bambino, si fanno meno problemi nel crescere un figlio da sole rispetto all'attesa di trovare "l'uomo giusto", che potrebbe protrarsi talmente a lungo tanto da arrivare al punto in cui non sono più fertili.
Nel forum sulle Donne Single del sito Fertility Friends - un risorsa preziosa per chiunque sia alla ricerca di qualche trattamento per la fertilità - ci sono dozzine di messaggi da parte di donne single ed eterosessuali al di sotto dei 35 anni, che sono intenzionate a ricorrere all'inseminazione artificiale. Una, di 36 anni, racconta di quando incontrò per la prima volta il suo medico, nell'Aprile del 2006 quando aveva 34 anni, e venne inserita in una lista d'attesa NHS per donatori di sperma in quello stesso anno. Un'altra donna scrive, "Sono una donna single di 31 anni intenzionata a ricorrere all'inseminazione artificiale per iniziare una famiglia dato che l'Uomo Giusto non è ancora apparso".
Il forum in questione presenta i dettagli delle iscritte, inclusa la loro età, resoconto sulla fertilità e spesso anche le motivazione dietro la loro scelta. Alcune storie sono strazianti: "Ragazza single di 36 anni. Attualmente sconcertata dai risultati del test Inhibin B [un test per la diagnosi di problemi di ovulazione]. Sto prendendo in considerazione la bigenitorialità con un mio adorabile amico gay". Un'altra scrive: "Eeeek! Ho 35 anni adesso! Non so cosa accadrà. Resto in attesa!". C'è un messaggio di una donna di 34 anni che ha tentato di rimanere incinta negli ultimi due anni usando donatori di sperma dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti - ma che ha appena scoperto di avere ovaie policistiche, che possono ridurre la fertilità. Parecchie donne hanno fatto il trattamento IUI cinque o sei volte senza alcun successo, e adesso stanno considerando di ricorrere al IVF. Molte riferiscono quanto sia difficile fare tutti questi trattamenti da sole, senza un partner, e quanto dipendono dal supporto di amici e parenti.
Per molti versi si tratta di una decisione straordinaria, quella di usare un donatore di sperma all'inizio dei trent'anni perchè sono stufe di aspettare un partner. Certi attivisti sostengono che le "mamme per scelta" stanno ingiustamente privando i loro figli di un padre. Ma molte donne che si trovano in questa situazione riflettono a lungo e profondamente circa questo aspetto della loro decisione e spesso formano in anticipo un gruppo di modelli di riferimento maschili. Gwyneth dice di sua figlia Helen di 10 anni: "Penso che ci siano bambini che crescono perfettamente bene senza modelli di riferimento maschili - e lei comunque ha mio padre, mio fratello e mio nipote".
Ma ci sono anche implicazioni a lungo termine per lo status della donna riguardo a future relazioni. Come ben sa qualsiasi genitore single, è molto più difficile incontrare qualcuno una volta che sei in quella situazione. "Molto onestamente, non ho mai avuto una relazione seria", ammette Gwyneth. "Non è mai stata una priorità per me. E da quando è nata mia figlia, trovare il tempo per una relazione è semplicemente impossibile". Potrebbe farlo, se ci fosse qualcuno ad aiutarla: "E' difficile quando devi lavorare a tempo pieno e crescere un bambino. Non passi con loro il tempo dopo la scuola, perchè vanno al circolo del dopo-scuola. Ma sicuramente ne vale la pena". Gwyneth non romanticizza però la vita delle famiglie con due genitori: "I nostri figli [Ndr. delle mamme-single] non devono andare attraverso la sofferenza del vedere la separazione dei propri genitori", dice Gwyneth.
Un'altra madre-single per scelta, Lucy (non il suo vero nome), 47 anni, una dirigente marketing dell'Irlanda del Nord, sostiene che per definizione questa situazione ti rende un genitore responsabile. "La questione è che stai prendendo una decisione proattiva. E' molto diverso da quei genitori single che non hanno alcuna scelta e si trovano con due o più bambini". Lucy non ha una relazione da oltre sette anni: "Credo che volessi un bambino molto più che un compagno. Se avessi una relazione, sarei preoccupata dell'impatto su mio figlio. Sembra senza senso andare alla ricerca di una relazione amorosa se questa può avere degli effetti negativi su di lui".
Per Amy (non il suo vero nome), 32 anni, dal sud dell'Inghilterra, e madre di una bambina di 18 mesi, si trattava di abbandonare il bisogno di avere un uomo accanto e andare avanti con la propria vita. "Non ho avuto una bella infanzia, e questo ha reso le relazioni molto difficili per me", dice Amy, "ho pensato della possibilità di farmi mettere incinta con un'avventura di una sola notte, ma non volevo andare a dormire con qualcuno solo per restare incinta. Mi sento molto meglio nel dire che mia figlia è stata il prodotto di una donazione di sperma. E' stata voluta ed è amata. OK, non sa chi sia il padre, ma almeno non è il prodotto di una sveltina".
Amy è ricorsa al trattamento all'età di 30 anni. "Ho solo pensato: voglio un bambino e devo fare qualcosa per ottenerlo. Avrei potuto aspettare ma il tempo non era dalla mia parte. Ho pensato che ci sarebbero voluti anni e invece sono stata fortunata che con me abbia funzionato al primo tentativo". Amy ordinò lo sperma da un'agenzia trovata in internet per il prezzo di circa 400 sterline [Ndr. 503 euro]. "Mi hanno mandato una lista di donatori anonimi della mia zona, e ne ho scelto uno. Dovevo aspettare finchè uno dei miei test di ovulazione fosse risultato positivo, e poi li avrei dovuti contattare. Mi hanno mandato lo sperma con il corriere quello stesso pomeriggio. Arrivò in un piccolo vasetto dentro una borsa tipo quelle di Pizza Hut. C'era un foglietto con le istruzioni e una siringa. Pensavo sarebbe stato molto più complicato, invece non era così".
Amy fu scioccata dalla facilità dell'operazione - e dal fatto che rimase immediatamente incinta. Ammette che l'intera faccenda sia accaduta un pò troppo velocemente. Adesso si sente a disagio del fatto che sua figlia non potrà più rintracciare suo padre: lo sperma "fresco" non è regolato dalla legge e quindi ai donatori non viene richiesto di registrarsi alle autorità. La Donor Conception Network avverte, senza mezze misure, di non usare questi servizi: "C'è così tanto che può andare storto", dice Montushi, "C'è molta poca informazione sui donatori e non sei protetta da nessuna struttura legale". Le cliniche dovrebbero essere registrate con la Human Fertilisation and Embryology Authority.
"La cosa mi rattrista", dice Amy, "ma dirò a mia figlia che è amata per davvero e che la volevo cosi fortemente che questo è stato il modo che ho scelto, e che scelsi la miglior persona che potevo nel gruppo di scelte che avevo". Ad Amy venne detta l'eta, l'altezza, il colore dei capelli e quello degli occhi del donatore. "Una parte di me si chiede se ho fatto la cosa giusta per lei. Sembra pazzesco, ma non me ne pento perchè ho una figlia meravigliosa che ha avuto tutto ciò che ho potuto darle". Amy è attualmente in un lungo congedo per malattia dal lavoro, riceve panni da stirare per fare qualche soldo e arrivare alla fine del mese, e vive con una compagna di appartamento che fornisce anche lei il suo aiuto.
Amy ha intenzione di ripetere il processo di inseminazione una volta che ha terminato di allattare sua figlia. Ha infatti ricontattato la stessa agenzia.
"Voglio provare ad avere un fratello o una sorella dallo stesso donatore. Hanno detto che lo farebbe nuovamente. Voglio che mia figlia abbia qualcuno con cui crescere assieme. Se le do un fratello o una sorella avrà qualcuno che è completamente geneticamente come lei, e io so che lei avrà per sempre accanto questa persona". (Questo, naturalmente, se l'agenzia che sta usando sta dicendo la verità riguardo al loro donatore anonimo e non-registrato).
Anche se certe madri per scelta non userebbero mai donazioni di sperma non regolamentate, sembra ci sia consenso sul fatto che Amy abbia fatto la cosa giusta ad iniziare presto. Miki Morrissette, "madre per scelta" della Minnesota, e autrice del libro 'Scegliere la Maternità Single: Guida alla Donna che Pensa', dice che negli USA "ci sono oggi più donne a cui non interessa particolarmente trovarsi in una relazione che potrebbe durare tutta la vita, ma gli interessa avere figli, e concludono che potrebbero iniziare (ad averli) da subito".
Miki ha notato che il numero di ventenni che si stanno iscrivendo al suo gruppo online sta aumentando. "Non conosco abbastanza bene le loro storie per dire quali sono le motivazioni profonde dietro questa scelta, ma sospetto che potrebbe avere a che fare con qualche cattivo esempio di paternità o nelle relazioni - ed è una brutta cosa se si tratta di questo, perchè ci sono bravi uomini là fuori. Ma sto anche vedendo molte donne che stanno cercando di decidere se continuare a stare con un compagno che non vuole figli".
La stessa Morrissette si è sposata dopo esser diventata madre per scelta: ha incontrato il marito quando già aveva avuto un figlio tramite inseminazione artificiale, una bambina di tre anni, e rimase poi incinta di un secondo bambino, un maschio. Entrambi vivono in case separate e, nonostante siano sposati, agiscono come genitori single.
A 30 anni non si è troppo giovani per iniziare a pianificare una scelta di genitorialità single, dice Morrissette: "E' un peccato non avere un partner quando si ha a che fare con problemi di infertilità, ma prima si inizia ad avere informazioni sulla proprià fertilità, e più tempo si ha per preparare un piano, sia che si tratti di IVF, di adozione, di prendersi cura di bambini altrui o rimanere senza figli. Le madri per scelta più anziane spesso mettono in guardia quelle più giovani che è meglio non aspettare, aggiunge Morrissette: "Molte donne hanno avuto problemi a concepire dei fratelli o sorelle per il loro primo figlio, e questo tende ad essere un rimorso".
Questo è il caso di Lucy dal Nord Irlanda: suo figlio concepito con la donazione di sperma ha sei anni e lei è dispiaciuta del fatto che probabilmente non riuscirà a dargli un fratello o una sorella. "Le possibilità di rimanere incinta sono molto più alte quando sei giovane. Sono stata contattata da donne di oltre 40 anni che non sono riuscite a rimanere incinta in questo modo". Quando era più giovane non prendeva in considerazione l'inseminazione artificiale. "Ero più preoccupata a trovare un compagno, e consideravo l'avere dei figli come un qualcosa che avrei fatto se avessi trovato la persona giusta. Poi, a causa di tutta la pubblicità negativa sui genitori single in quel periodo, pensavo si trattasse di un lavoro estremamente duro - e in effetti è così. Decisi quindi che la genitorialità single sarebbe stata una sfida troppo grande per me".
Quando verso la fine dei suoi 30 anni ebbe una relazione con un genitore-single uomo, vide che non era una sfida così insormontabile. "Mi fece realizzare quanto volessi un bambino e quindi ho rivalutato tutto quanto. Nonostante avrei voluto avere una relazione con un compagno che sarebbe durato per tutta la vita, ora avere un bambino era la prima priorità. Questo è stato il punto di svolta. Quando quella relazione finì, lessi un articolo dove alcune mamme-per-scelta venivano intervistate ed erano così positive e candide che ho pensato - sì, forse questo è possibile". Il suo trattamento al King College Hospital a Londra ebbe successo al suo primo tentativo.
Adesso si pente per non aver iniziato a 30 anni. "Ho sempre sperato di dare un fratello o una sorella a mio figlio. Non è impossibile, con l'adozione. Ma è quell'elemento che non ho mai preso in considerazione". E spesso si sente a disagio per lui, essendo figlio unico. "Stringi legami con altre madri che stanno avendo il loro primo figlio. Poi dopo due anni ne hanno un altro e pensi, 'Bè, questo non è più possibile per me'," aggiunge Lucy.
Lucy spera anche che un maggior numero di donne abbiano la possibilità di pensare presto a questa opzione, e aggiunge che quando le madri per scelta invecchiano, se hanno due figli ottenuti con l'inseminazione artificiale, tendono ad averli in un arco di tempo molto ravvicinato: "Economicamente è difficile pagare l'assistenza per bambini a due figli giovani. Se ti prendi una pausa, invece, è più facile". Sebbene anche aspettare abbia i suoi benefici. "Nell'aspettare fino a 40 anni per avere un bambino, gli amici hanno potuto vedere che ci sono state varie relazioni fallite e hanno sentito che mi meritavo un pò di felicità personale. Non è che non avessi cercato un compagno di vita. Solo sono stata sfortunata", ha detto Lucy.
Scegliere l'inseminazione artificiale come prima opzione non è per i timorosi. Ma è, sostiene Gwyneth, una decisione ragionevole per le donne che sono certe che avere un bambino è la singola cosa più importante della loro vita. Se ne sei così sicura, perchè rinunciarci ? "Ho sempre saputo di volere dei bambini. Si può avere una relazione tardi nella vita. Ma gli anni in cui puoi concepire sono limitati", dice Gwyneth.
[ FONTE: The Guardian ]
[ TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org ]
Nell'articolo del Guardian si usa spesso l'espressione "donor-conceived children", che ho tradotto liberamente con "inseminazione artificiale", ma la cui traduzione corretta sarebbe "figlio concepito da una donazione".
Dev'essere qualche patetica, ridicola nuova formuletta "politicamente corretta" che nel sensibile mondo anglosassone si usa per non far sovvenire alla mente l'immagine dello sperma spruzzato fra le cosce con una siringa. Un'immagine ben poco romantica, che si preferisce invece sostituire con quella di una "donazione", con tutte le accezioni positive che questo gradevole e nobile termine porta con sé. Come al solito la fuffa femminista e quella politicamente corretta vanno di pari passo, così i disabili diventano i "diversamente abili", gli spazzini diventano "operatori ecologici", le guerre diventano "operazioni di pace" e i figli delle siringhe diventano "donazioni".
Chiamare le cose con il proprio nome, nell'infantilizzato mondo anglosassone, equivarrebbe ad ammettere l'esistenza di un problema, e cercare quindi la sua possibile soluzione. Una volta divenuti "inutili" nel campo del sostentamento economico della famiglia, adesso gli uomini stanno diventando sempre più inutili anche per quel che riguarda la genitorialità, e le "moderne" femmine inglesi e statunitensi hanno capito che sono in grado di "poter fare tutto da sole": mantenere la propria "libertà", farsi una famiglia "fuori dagli schemi", e sbugiardare una volta per tutte la visione romanticizzata e quindi falsissima del matrimonio come un qualcosa tenuto assieme da legami di amore o affetto. Il matrimonio stava in piedi solamente perchè l'uomo guadagnava e sosteneva economicamente l'intera famiglia, mentre la donna lo ricambiava con vari servizietti, anche, e soprattutto, di natura sessuale. Una sorta di prostituzione istituzionalizzata e celebrata dall'intera società.
Adesso anche le donne guadagnano, e l'intero giochetto si è rotto.
Ecco quindi nascere e proliferare il nuovo trend delle "madri per scelta", donne single e indipendenti economicamente, che giustamente si chiedono per quale motivo dovrebbero sposarsi un uomo, quando il loro vero interesse - quello di avere dei figli - è facilmente raggiungibile in piena autonomia, grazie ai vasetti di sperma fresco spediti comodamente a casa in cartoncini per la pizza dai fattorini delle "Banche per lo Sperma".
Per confermare che questo è un trend in crescita non solo nel Regno Unito, ecco un speciale della NBC trasmesso nel 2007, incentrato proprio sulle "madri per scelta" negli Stati Unti d'America:
http://it.youtube.com/watch?v=dNkegC8eDpU
Con ben poca sorpresa (data la naturale inclinazione alla menzogna delle "esperte femministe"), dopo che questo video della NBC venne mandato in onda, si scoprì che la donna che appare all'inizio, Stacy Madison, che fra le altre cose dice che "avrebbe voluto innamorarsi ed avere una famiglia tradizionale", in realtà fu sposata per ben 5 anni e decise solo dopo il divorzio di ricorrere alla "banca dello sperma" per avere dei figli.
L'articolo che prova questo venne pubblicato nel 2005 da un giornale femminile per donne ebree chiamato "Jewish Woman". Nel servizio della NBC la Madison dice che "non essendo innamorata" quando "aveva 39 anni", decise di avere bambini tramite l'inseminazione artificiale. L'omissione importante, anzi fondamentale, è che essendo stata sposata per 5 anni, e quindi avendo potuto avere figli ben prima di arrivare alla soglia dei 40, decise invece di rimandare questa decisione perchè "impegnata nella carriera". La storiella del "non ho trovato nessuno da amare" era quindi la solita fuffa che le furbe giornaliste della NBC hanno creato ad hoc per nascondere il fatto che l'amore in questa storia c'entrava quanto i cavoli a merenda, e la decisione in extremis di fare dei figli con l'inseminazione artificiale fu dovuta al fatto che fino ai quarant'anni la priorità principale nella vita della Madison era la carriera. La mancanza del "principe azzurro" fino ai 40 anni è una scusa dozzinale per nascondere l'egoismo e l'incoscienza del fare figli in età avanzata con il rischio quindi che nascano con anomalie cromosomiche.
Sempre negli USA nel Dicembre del 2007 sono state pubblicate dal 'Centers for Disease Control' (un dipartimento governativo) le statistiche sulle gravidanze al di fuori del matrimonio negli Stati Unti d'America, ed è stato fissato un nuovo record per il paese: ben il 38,5% di tutti i bambini americani nascono al di fuori del vincolo coniugale. Un record assoluto, che ha superato il 36,9% che era stato segnato fra il 2005 e il 2006. Gli autori della ricerca hanno riferito che "nel 2006 l'incremento per quel che riguarda il numero, il tasso e la proporzione di bambini nati da donne non sposate è stato l'incremento più grande registrato dal 1988-1989". La ricerca ha inoltre rilevato che tra le ragazze-madri la percentuale dei figli nati al di fuori del matrimonio è dell'80%. Tanto per fare un raffronto con il passato, nel 1970 negli USA la percentuale di figli nati al di fuori del matrimonio era del 14,3%.
A questo dato sconcertante, si aggiunge il fatto che dal 1990 al 2000 il numero delle famiglie composte solamente da madri single è aumentato del 25%, che poco meno del 50% delle coppie che vivono insieme sono sposate, che un buon 9% di tutte le famiglie sono composte da un solo genitore (per la stragrande maggioranza la madre) e che il 33% di tutti i bambini americani non vivono in una famiglia con entrambi i genitori sposati [Fonte: 'US Census Bureau Reports 2007'].
E a buttare del fuoco in questa situazione tutt'altro che rosea, potevano mancare le tanto adorate femministe ? Certo che no. Nel 2005 infatti la femminista americana Peggy Drexler ha pubblicato un libro intitolato "Crescere Bambini Maschi Senza Uomini - Come Madri Intraprendenti Stanno Creando la Prossima Generazione di Uomini Eccezionali". Ci sarebbe da ridere già leggendo il titolo, se non ci fosse da piangere. Fra le varie perle di questa ennesima opera donata al mondo dalle fervide menti femministe, che già nei primi anni del 1900 cianciavano di "distruggere la famiglia" (il famoso "femminismo buono", ancora oggi facile da vendere agli allocchi), c'è questa delirante frase con cui la Drexler vorrebbe convincere i suoi lettori (anzi, lettrici...) che è buona cosa crescere i figli maschi senza una figura paterna al loro fianco:
"Nella nostra societa, spesso idealizziamo ed eleviamo il ruolo del padre nella vita di un bambino (maschio) senza prendere in considerazione il fatto che in realtà i padri possono essere distruttivi, e che un bambino maschio potrebbe crescere meglio senza suo padre. Talvolta il padre può essere un aggressore che sgrida la madre, che è ipercritico dei suoi figli, o ... semplicemente non è un buon modello da seguire".
La Drexler sostiene che le madri-single sono superiori nel crescere i bambini maschi rispetto ai padri, e facendo questo hanno anche l'opportunità di "ridefinire la mascolinità" degli uomini di domani (da notare: quella di "prenderli giovani per plasmarli a proprio piacimento" era una delle strategie base utilizzate da Hitler per formare la Gioventù Nazista). L'intero libro è percorso da una vena di lesbismo, facendo chiaramente intendere al lettore che anche le madri lesbiche sarebbero più brave a crescere dei figli maschi rispetto ad un padre.
"Sempre più bambini nel mondo Occidentale non stanno più venendo cresciuti nella tradizionale famiglia nucleare, bensì da genitori divorziati, patrigni o matrigne in "famiglie combinate", genitori adottivi o dai nonni. Un numero sempre più crescente di bambini stanno poi venendo cresciuti da madri che sono single e che non sono nè divorziate da un marito o abbandonate da un uomo; queste madri sono single per scelta, e hanno fatto una scelta consapevole di avere un bambino e di trovare un donatore di sperma per farlo. Le coppie lesbiche e le madri single per scelta sono le pioniere di nuovi metodi per rimanere incinta grazie all'inseminazione via donazione", dice la Drexler.
La Drexler, molto furbamente, dice poi che dopo Freud "a molte madri è stata inculcata l'idea che dobbiamo tagliare i cordoni ombelicali ai nostri figli maschi per farli diventare uomini e renderli pronti per prendere i ruoli mascolini nel mondo, dal lavorare al successo materiale fino al fare la guerra".
Certo che, non tagliando il cordone ombelicale ai figli maschi, queste "mamme pioniere" produrranno tanti maschietti, cioè maschi non completamente sviluppati da un punto di vista emotivo, e che rimarranno per sempre "succubi", "sottomessi" e assolutamente "dipendenti" alla figura della Madre, che di volta in volta proietteranno in qualsiasi femmina con cui si relazioneranno nella loro vita. E, queste stesse femmine, li prenderanno per il culo perchè se c'è una cosa che le femmine non rispettano in un uomo, ma anzi detestano profondamente, è la debolezza (vera o presunta). Questo nonostante le capre-ciarlanti femministe, portatrici della sociologia spicciola New Age, dicano che adorano vedere gli "uomini piangere", emozionarsi davanti ad un film "romantico", e magari passarsi i fazzolettini con la propria ragazza per asciugarsi le lacrime da emeriti coglioni.
La Drexler continua le sue farneticazioni sostenendo che negli USA ci sono almeno 5 milioni di madri lesbiche che stanno allevando da sole i propri figli. E questo, considerando lo stato di decadimento della società americana, potrebbe anche essere vero. Dopo questa rivelazione, la Drexler dice che, comunque, "l'idea che delle madri lesbiche stiano crescendo i figli maschi dell'America crea ancora dibattiti molto accesi". Vivaddio.
Continua la Drexler con il suo delirio, che è tutto un inno alle madri-lesbiche: "Sia che queste donne siano divorziate o mai sposate, fare figli da single e in coppia non solo è entrato nella cultura popolare ed è diventato accettabile; adesso è anche considerato chic". La Drexler, riferendosi alle madri lesbiche che hanno deciso di formare famiglie proprie e crescere bambini maschi, le definisce come "sabotatrici sociali" - nel senso buono dell'espressione - perchè starebbero "disarcionando i pregiudizi", e sarebbero le pioniere di un "nuovo movimento sociale" (o Nuovo Ordine Mondiale ?).
Riguardo al fatto che i bambini maschi non avrebbero bisogno del padre, la Drexler dice:
"Come vi potrà dire qualsiasi genitore, i bambini non nascono chiedendo di Papà, e nemmeno hanno una qualche idea di cosa la 'paternità' significhi per le loro madri tranne che attraverso le loro stesse espressioni. Se la mancanza quotidiana di un padre non è un problema per una o due madri intraprendenti e amorevoli, la cosiddetta 'mancanza di papà' potrebbe non essere un problema per il loro figlio".
In poche parole, la Drexler nel suo libro sostiene che i bambini maschi cresciuti da "madri single per scelta" o da madri lesbiche sviluppino una mascolinità superiore a quella dei bambini cresciuti nella tradizionale famiglia nucleare. Questo perchè, dice la Drexler, il padre della famiglia tradizionale potrebbe essere un poco di buono, ed avendo solo lui a modello un bambino rischia di diventare anche lui un poco di buono. I bambini figli di coppie lesbiche o di madri single invece avrebbero un più variegato ventaglio di possibilità di scegliersi quale "modello maschile" adottare fra quelli offerti dalla società. L'importante, comunque, è che questi bambini maschi non facciano la fine del piccolo Jandrè Botha, ucciso dall'amante della sua moderna e new age madre-lesbica perchè si rifiutava di chiamarla "papà".
Seguendo a ruota il luminoso esempio della Drexler, nel 2006 è stato pubblicato un altro libro, scritto da Dana Chisholm, ed intitolato "Madri Single che Crescono Bambini Maschi: Preparare i Bambini ad Essere Uomini Quando Non ci sono Uomini nelle Vicinanze". E nel 2008 è uscito un altro libro ancora, anche questo - casualmente - sempre sul tema di come le madri single dovrebbero crescere (indottrinare ?) i loro figli maschi: "La Guida per Madri Single per Crescere Bambini Maschi Eccezionali", scritto da Gina Panettieri.
Lo schema proposto da Marc Rudov in questo articolo, riguardante il modo con cui vengono cresciuti i bambini maschi negli USA - a pane e misandria - non lascia dubbi su quale direzione sia avviata la "unica superpotenza mondiale rimasta": è avviata al collasso, avendo ormai superato il punto di non ritorno e non avendo in sé gli anticorpi che ne possano evitare la fine ingloriosa [1].
Se un buon metodo per cercare di capire cosa ci preserva il futuro, è di vedere quel che oggi sta venendo "seminato" nella società, allora date le premesse - cioè la distruzione della famiglia nucleare, che ha raggiunto uno stato cancrenoso negli USA - possiamo serenamente affermare che a scanso di improbabili ed imprevedibili "cambi di rotta" (i maschi americani, come si sono rincoglioniti negli ultimi 40 anni, potrebbero ri-rincoglionirsi in senso inverso) la società americana è davvero destinata al collasso, inesorabilmente schiacciata sotto il peso della velenosa ideologia del "Comunismo di Genere" (il femminismo), che nella corsa per la protezione della delicatissima "autostima femminile" ha deciso di stigmatizzare qualsiasi differenza fra i sessi, facendo credere alle femmine di essere al contempo "sia uomini che donne", e ai maschi di essere... delle "persone", senza alcuna connotazione intrinsecamente e positivamente maschile.
La metastasi americana appare in tutto il suo fetido marciume nel teatrino di entrambi gli schieramenti politici, con i Democratici che sono la voce principale del classico 'Femminismo Lunatico' (quello del "non esistono differenze fra i sessi, è la cultura che crea le differenze fra maschi e femmine"), contrapposto(?) a quello dell'ala Neocon dei Conservatori, che si son fatti portatori di un nuovo 'Femminismo Guerriero', con i suoi simboli (le donne-soldato, le donne-poliziotte e qualsiasi femmina in veste "autoritaria" con divisa e pistola in mano), e i suoi deliri; memorabili certe convention presidenziali dei repubblicani, dove prima di far parlare i candidati, presentavano qualche "donna-soldato" reduce dall'Iraq seduta in prima fila, ed esortavano poi il pubblico ad applaudire con standing-ovations queste "women warriors", come le chiamano, le "donne guerriero" del becero femminismo in salsa Neocon, probabilmente ben più pericoloso e dannoso di quello Lunatico dei democratici.
A noi in Italia ci tocca invece il femminismo italiota della Carfregna & Company:
per fortuna, e per semplice incapacità organizzativa, ben meno dannoso di quello americano.
...
Note
[1] Per un maggiore approfondimento su questo tema, si faccia pure riferimento ad un libro di recente pubblicazione: "Spaghetticons", di Luigi Copertino.
FONTE:
http://antifeminist.altervista.org/risorse/29_9_08_madri_single.htm
http://antifeminist.altervista.org/risorse/29_9_08_madri_single.htm
Volevo un Bambino più di un Uomo
Traduzione di un articolo pubblicato due settimane fa sul Guardian:
Volevo un bambino più di un uomo
Economicamente indipendenti ma senza una relazione duratura, un crescente numero di giovani donne stanno scegliendo l'inseminazione artificiale e la vita di mamme-single.
di Viv Groskop, The Guardian, 17 Settembre 2008
Gwyneth, 44 anni, che di lavoro fa l'infermiera, aveva 32 anni ed era single quando decise che non avrebbe aspettato più a lungo per avere un figlio. "Ho sempre saputo che avere un figlio per me era più importante che avere una relazione. Ho fatto quello che volevo in termini di carriera, ho viaggiato e ho lavorato in Australia. Un sacco di mie amiche si stavano sistemando e avendo figli. E da infermiera sapevo bene che dopo i 35 anni diventa più difficile rimanere incinta. Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare".
Non conosceva nessuna che l'aveva fatto ma aveva letto qualcosa sulla "London Women's Clinic", che tratta le donne single fin dalla fine degli anni 80. Firmò dunque per un trattamento privato: inseminazione da parte di un donatore al prezzo di 170 sterline per tentativo [Ndr. 214 euro], più i costi del viaggio. "Mi stava costando circa 200 sterline al mese [Ndr. 251 euro] - e mi ci sono voluti nove tentativi nell'arco di 15 mesi. In quei tempi stavano facendo solo l'inseminazione cervicale [quando lo sperma viene inserito nella cervice] - adesso invece fanno la IUI [lo sperma viene inserito nell'utero] - la probabilità di successo al tempo era molto più bassa". Tuttavia, all'età di 33 anni, Gwyneth concepì sua figlia, Helen, che adesso ha 10 anni, e divenne una delle prime - e, al tempo, la più giovane - "mamme per scelta".
Dieci anni sono passati e questo gruppo di donne sta crescendo. La cosiddetta "maternità da single per scelta" è sempre esistita: circa 250 delle oltre 1,100 iscritte alla IK Donor Conception Network (DCN) sono madri single. Generalmente questa è una decisione a cui le donne arrivano verso la fine dei 30 anni, o all'inizio dei 40. Adesso non più. Olivia Montushi, una portavoce della DCN, ha reso noto che l'organizzazione recentemente è stata contattata da parecchie donne all'inizio dei 30 anni che già stanno considerando l'opportunità dell'inseminazione artificiale: "E' un'opzione che sta diventando sempre più facile da scegliere. Hanno molte più probabilità di rimanere incinta a questa età, ovviamente. Ma l'idea che le donne si stiano arrendendo a soli 33 o 34 anni a trovare un uomo è un pò triste". La DCN ha rilanciato nel proprio sito una sezione per Donne Single e ha pubblicato un volantino intitolato: Care Aspiranti Mamme Single.
Un sondaggio pubblicato questa settimana circa l'opinione comune sulla contraccezione sembra confermare questo come un trend. Sia gli uomini che le donne hanno dichiarato di essere seriamente preoccupati circa la possibilità di incontrare il partner giusto in tempo per aver figli in maniera naturale; e il 56% delle donne intervistate hanno detto che nell'evenienza considererebbero l'opportunità di chiedere ad un loro amico maschio di metterle incinta nel caso arrivassero ad una certa età senza aver trovato un compagno. E sono state le donne più giovani - quelle fra i 28 e i 31 anni - ad essere le più determinate nel scegliere l'opzione di diventare madri-single nel caso l'uomo giusto non si facesso vivo in tempo utile.
Chiedere l'inseminazione artificiale a 20 o 30 anni non è insolito fra le lesbiche (che non hanno alcun motivo per ritardare la scelta), ma le donne eterosessuali generalmente aspettano per vedere se prima riescono a trovare un partner. Utilizzare un donatore di sperma è sempre stata l'ultima spiaggia. Adesso questo processo sta diventando la prima scelta. Ammettiamo che tu sia agli inizi dei tuoi 30 anni, e sia convinta che la tua vita non sarebbe completa senza un figlio. Perchè aspettare ? Molte donne, rispetto al passato, oggi raggiungono l'indipendenza economica prima durante la loro vita, e poche vedono l'idea di diventare madri single come una situazione che porta con se qualche stigma. Molte madri single per scelta sostengono di vedere molte coppie faticare per via delle questioni difficili che sorgono nei casi di affido condiviso. Le donne in questa categoria, che sanno per certo di volere un bambino, si fanno meno problemi nel crescere un figlio da sole rispetto all'attesa di trovare "l'uomo giusto", che potrebbe protrarsi talmente a lungo tanto da arrivare al punto in cui non sono più fertili.
Nel forum sulle Donne Single del sito Fertility Friends - un risorsa preziosa per chiunque sia alla ricerca di qualche trattamento per la fertilità - ci sono dozzine di messaggi da parte di donne single ed eterosessuali al di sotto dei 35 anni, che sono intenzionate a ricorrere all'inseminazione artificiale. Una, di 36 anni, racconta di quando incontrò per la prima volta il suo medico, nell'Aprile del 2006 quando aveva 34 anni, e venne inserita in una lista d'attesa NHS per donatori di sperma in quello stesso anno. Un'altra donna scrive, "Sono una donna single di 31 anni intenzionata a ricorrere all'inseminazione artificiale per iniziare una famiglia dato che l'Uomo Giusto non è ancora apparso".
Il forum in questione presenta i dettagli delle iscritte, inclusa la loro età, resoconto sulla fertilità e spesso anche le motivazione dietro la loro scelta. Alcune storie sono strazianti: "Ragazza single di 36 anni. Attualmente sconcertata dai risultati del test Inhibin B [un test per la diagnosi di problemi di ovulazione]. Sto prendendo in considerazione la bigenitorialità con un mio adorabile amico gay". Un'altra scrive: "Eeeek! Ho 35 anni adesso! Non so cosa accadrà. Resto in attesa!". C'è un messaggio di una donna di 34 anni che ha tentato di rimanere incinta negli ultimi due anni usando donatori di sperma dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti - ma che ha appena scoperto di avere ovaie policistiche, che possono ridurre la fertilità. Parecchie donne hanno fatto il trattamento IUI cinque o sei volte senza alcun successo, e adesso stanno considerando di ricorrere al IVF. Molte riferiscono quanto sia difficile fare tutti questi trattamenti da sole, senza un partner, e quanto dipendono dal supporto di amici e parenti.
Per molti versi si tratta di una decisione straordinaria, quella di usare un donatore di sperma all'inizio dei trent'anni perchè sono stufe di aspettare un partner. Certi attivisti sostengono che le "mamme per scelta" stanno ingiustamente privando i loro figli di un padre. Ma molte donne che si trovano in questa situazione riflettono a lungo e profondamente circa questo aspetto della loro decisione e spesso formano in anticipo un gruppo di modelli di riferimento maschili. Gwyneth dice di sua figlia Helen di 10 anni: "Penso che ci siano bambini che crescono perfettamente bene senza modelli di riferimento maschili - e lei comunque ha mio padre, mio fratello e mio nipote".
Ma ci sono anche implicazioni a lungo termine per lo status della donna riguardo a future relazioni. Come ben sa qualsiasi genitore single, è molto più difficile incontrare qualcuno una volta che sei in quella situazione. "Molto onestamente, non ho mai avuto una relazione seria", ammette Gwyneth. "Non è mai stata una priorità per me. E da quando è nata mia figlia, trovare il tempo per una relazione è semplicemente impossibile". Potrebbe farlo, se ci fosse qualcuno ad aiutarla: "E' difficile quando devi lavorare a tempo pieno e crescere un bambino. Non passi con loro il tempo dopo la scuola, perchè vanno al circolo del dopo-scuola. Ma sicuramente ne vale la pena". Gwyneth non romanticizza però la vita delle famiglie con due genitori: "I nostri figli [Ndr. delle mamme-single] non devono andare attraverso la sofferenza del vedere la separazione dei propri genitori", dice Gwyneth.
Un'altra madre-single per scelta, Lucy (non il suo vero nome), 47 anni, una dirigente marketing dell'Irlanda del Nord, sostiene che per definizione questa situazione ti rende un genitore responsabile. "La questione è che stai prendendo una decisione proattiva. E' molto diverso da quei genitori single che non hanno alcuna scelta e si trovano con due o più bambini". Lucy non ha una relazione da oltre sette anni: "Credo che volessi un bambino molto più che un compagno. Se avessi una relazione, sarei preoccupata dell'impatto su mio figlio. Sembra senza senso andare alla ricerca di una relazione amorosa se questa può avere degli effetti negativi su di lui".
Per Amy (non il suo vero nome), 32 anni, dal sud dell'Inghilterra, e madre di una bambina di 18 mesi, si trattava di abbandonare il bisogno di avere un uomo accanto e andare avanti con la propria vita. "Non ho avuto una bella infanzia, e questo ha reso le relazioni molto difficili per me", dice Amy, "ho pensato della possibilità di farmi mettere incinta con un'avventura di una sola notte, ma non volevo andare a dormire con qualcuno solo per restare incinta. Mi sento molto meglio nel dire che mia figlia è stata il prodotto di una donazione di sperma. E' stata voluta ed è amata. OK, non sa chi sia il padre, ma almeno non è il prodotto di una sveltina".
Amy è ricorsa al trattamento all'età di 30 anni. "Ho solo pensato: voglio un bambino e devo fare qualcosa per ottenerlo. Avrei potuto aspettare ma il tempo non era dalla mia parte. Ho pensato che ci sarebbero voluti anni e invece sono stata fortunata che con me abbia funzionato al primo tentativo". Amy ordinò lo sperma da un'agenzia trovata in internet per il prezzo di circa 400 sterline [Ndr. 503 euro]. "Mi hanno mandato una lista di donatori anonimi della mia zona, e ne ho scelto uno. Dovevo aspettare finchè uno dei miei test di ovulazione fosse risultato positivo, e poi li avrei dovuti contattare. Mi hanno mandato lo sperma con il corriere quello stesso pomeriggio. Arrivò in un piccolo vasetto dentro una borsa tipo quelle di Pizza Hut. C'era un foglietto con le istruzioni e una siringa. Pensavo sarebbe stato molto più complicato, invece non era così".
Amy fu scioccata dalla facilità dell'operazione - e dal fatto che rimase immediatamente incinta. Ammette che l'intera faccenda sia accaduta un pò troppo velocemente. Adesso si sente a disagio del fatto che sua figlia non potrà più rintracciare suo padre: lo sperma "fresco" non è regolato dalla legge e quindi ai donatori non viene richiesto di registrarsi alle autorità. La Donor Conception Network avverte, senza mezze misure, di non usare questi servizi: "C'è così tanto che può andare storto", dice Montushi, "C'è molta poca informazione sui donatori e non sei protetta da nessuna struttura legale". Le cliniche dovrebbero essere registrate con la Human Fertilisation and Embryology Authority.
"La cosa mi rattrista", dice Amy, "ma dirò a mia figlia che è amata per davvero e che la volevo cosi fortemente che questo è stato il modo che ho scelto, e che scelsi la miglior persona che potevo nel gruppo di scelte che avevo". Ad Amy venne detta l'eta, l'altezza, il colore dei capelli e quello degli occhi del donatore. "Una parte di me si chiede se ho fatto la cosa giusta per lei. Sembra pazzesco, ma non me ne pento perchè ho una figlia meravigliosa che ha avuto tutto ciò che ho potuto darle". Amy è attualmente in un lungo congedo per malattia dal lavoro, riceve panni da stirare per fare qualche soldo e arrivare alla fine del mese, e vive con una compagna di appartamento che fornisce anche lei il suo aiuto.
Amy ha intenzione di ripetere il processo di inseminazione una volta che ha terminato di allattare sua figlia. Ha infatti ricontattato la stessa agenzia.
"Voglio provare ad avere un fratello o una sorella dallo stesso donatore. Hanno detto che lo farebbe nuovamente. Voglio che mia figlia abbia qualcuno con cui crescere assieme. Se le do un fratello o una sorella avrà qualcuno che è completamente geneticamente come lei, e io so che lei avrà per sempre accanto questa persona". (Questo, naturalmente, se l'agenzia che sta usando sta dicendo la verità riguardo al loro donatore anonimo e non-registrato).
Anche se certe madri per scelta non userebbero mai donazioni di sperma non regolamentate, sembra ci sia consenso sul fatto che Amy abbia fatto la cosa giusta ad iniziare presto. Miki Morrissette, "madre per scelta" della Minnesota, e autrice del libro 'Scegliere la Maternità Single: Guida alla Donna che Pensa', dice che negli USA "ci sono oggi più donne a cui non interessa particolarmente trovarsi in una relazione che potrebbe durare tutta la vita, ma gli interessa avere figli, e concludono che potrebbero iniziare (ad averli) da subito".
Miki ha notato che il numero di ventenni che si stanno iscrivendo al suo gruppo online sta aumentando. "Non conosco abbastanza bene le loro storie per dire quali sono le motivazioni profonde dietro questa scelta, ma sospetto che potrebbe avere a che fare con qualche cattivo esempio di paternità o nelle relazioni - ed è una brutta cosa se si tratta di questo, perchè ci sono bravi uomini là fuori. Ma sto anche vedendo molte donne che stanno cercando di decidere se continuare a stare con un compagno che non vuole figli".
La stessa Morrissette si è sposata dopo esser diventata madre per scelta: ha incontrato il marito quando già aveva avuto un figlio tramite inseminazione artificiale, una bambina di tre anni, e rimase poi incinta di un secondo bambino, un maschio. Entrambi vivono in case separate e, nonostante siano sposati, agiscono come genitori single.
A 30 anni non si è troppo giovani per iniziare a pianificare una scelta di genitorialità single, dice Morrissette: "E' un peccato non avere un partner quando si ha a che fare con problemi di infertilità, ma prima si inizia ad avere informazioni sulla proprià fertilità, e più tempo si ha per preparare un piano, sia che si tratti di IVF, di adozione, di prendersi cura di bambini altrui o rimanere senza figli. Le madri per scelta più anziane spesso mettono in guardia quelle più giovani che è meglio non aspettare, aggiunge Morrissette: "Molte donne hanno avuto problemi a concepire dei fratelli o sorelle per il loro primo figlio, e questo tende ad essere un rimorso".
Questo è il caso di Lucy dal Nord Irlanda: suo figlio concepito con la donazione di sperma ha sei anni e lei è dispiaciuta del fatto che probabilmente non riuscirà a dargli un fratello o una sorella. "Le possibilità di rimanere incinta sono molto più alte quando sei giovane. Sono stata contattata da donne di oltre 40 anni che non sono riuscite a rimanere incinta in questo modo". Quando era più giovane non prendeva in considerazione l'inseminazione artificiale. "Ero più preoccupata a trovare un compagno, e consideravo l'avere dei figli come un qualcosa che avrei fatto se avessi trovato la persona giusta. Poi, a causa di tutta la pubblicità negativa sui genitori single in quel periodo, pensavo si trattasse di un lavoro estremamente duro - e in effetti è così. Decisi quindi che la genitorialità single sarebbe stata una sfida troppo grande per me".
Quando verso la fine dei suoi 30 anni ebbe una relazione con un genitore-single uomo, vide che non era una sfida così insormontabile. "Mi fece realizzare quanto volessi un bambino e quindi ho rivalutato tutto quanto. Nonostante avrei voluto avere una relazione con un compagno che sarebbe durato per tutta la vita, ora avere un bambino era la prima priorità. Questo è stato il punto di svolta. Quando quella relazione finì, lessi un articolo dove alcune mamme-per-scelta venivano intervistate ed erano così positive e candide che ho pensato - sì, forse questo è possibile". Il suo trattamento al King College Hospital a Londra ebbe successo al suo primo tentativo.
Adesso si pente per non aver iniziato a 30 anni. "Ho sempre sperato di dare un fratello o una sorella a mio figlio. Non è impossibile, con l'adozione. Ma è quell'elemento che non ho mai preso in considerazione". E spesso si sente a disagio per lui, essendo figlio unico. "Stringi legami con altre madri che stanno avendo il loro primo figlio. Poi dopo due anni ne hanno un altro e pensi, 'Bè, questo non è più possibile per me'," aggiunge Lucy.
Lucy spera anche che un maggior numero di donne abbiano la possibilità di pensare presto a questa opzione, e aggiunge che quando le madri per scelta invecchiano, se hanno due figli ottenuti con l'inseminazione artificiale, tendono ad averli in un arco di tempo molto ravvicinato: "Economicamente è difficile pagare l'assistenza per bambini a due figli giovani. Se ti prendi una pausa, invece, è più facile". Sebbene anche aspettare abbia i suoi benefici. "Nell'aspettare fino a 40 anni per avere un bambino, gli amici hanno potuto vedere che ci sono state varie relazioni fallite e hanno sentito che mi meritavo un pò di felicità personale. Non è che non avessi cercato un compagno di vita. Solo sono stata sfortunata", ha detto Lucy.
Scegliere l'inseminazione artificiale come prima opzione non è per i timorosi. Ma è, sostiene Gwyneth, una decisione ragionevole per le donne che sono certe che avere un bambino è la singola cosa più importante della loro vita. Se ne sei così sicura, perchè rinunciarci ? "Ho sempre saputo di volere dei bambini. Si può avere una relazione tardi nella vita. Ma gli anni in cui puoi concepire sono limitati", dice Gwyneth.
[ FONTE: The Guardian ]
[ TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org ]
Nell'articolo del Guardian si usa spesso l'espressione "donor-conceived children", che ho tradotto liberamente con "inseminazione artificiale", ma la cui traduzione corretta sarebbe "figlio concepito da una donazione".
Dev'essere qualche patetica, ridicola nuova formuletta "politicamente corretta" che nel sensibile mondo anglosassone si usa per non far sovvenire alla mente l'immagine dello sperma spruzzato fra le cosce con una siringa. Un'immagine ben poco romantica, che si preferisce invece sostituire con quella di una "donazione", con tutte le accezioni positive che questo gradevole e nobile termine porta con sé. Come al solito la fuffa femminista e quella politicamente corretta vanno di pari passo, così i disabili diventano i "diversamente abili", gli spazzini diventano "operatori ecologici", le guerre diventano "operazioni di pace" e i figli delle siringhe diventano "donazioni".
Chiamare le cose con il proprio nome, nell'infantilizzato mondo anglosassone, equivarrebbe ad ammettere l'esistenza di un problema, e cercare quindi la sua possibile soluzione. Una volta divenuti "inutili" nel campo del sostentamento economico della famiglia, adesso gli uomini stanno diventando sempre più inutili anche per quel che riguarda la genitorialità, e le "moderne" femmine inglesi e statunitensi hanno capito che sono in grado di "poter fare tutto da sole": mantenere la propria "libertà", farsi una famiglia "fuori dagli schemi", e sbugiardare una volta per tutte la visione romanticizzata e quindi falsissima del matrimonio come un qualcosa tenuto assieme da legami di amore o affetto. Il matrimonio stava in piedi solamente perchè l'uomo guadagnava e sosteneva economicamente l'intera famiglia, mentre la donna lo ricambiava con vari servizietti, anche, e soprattutto, di natura sessuale. Una sorta di prostituzione istituzionalizzata e celebrata dall'intera società.
Adesso anche le donne guadagnano, e l'intero giochetto si è rotto.
Ecco quindi nascere e proliferare il nuovo trend delle "madri per scelta", donne single e indipendenti economicamente, che giustamente si chiedono per quale motivo dovrebbero sposarsi un uomo, quando il loro vero interesse - quello di avere dei figli - è facilmente raggiungibile in piena autonomia, grazie ai vasetti di sperma fresco spediti comodamente a casa in cartoncini per la pizza dai fattorini delle "Banche per lo Sperma".
Per confermare che questo è un trend in crescita non solo nel Regno Unito, ecco un speciale della NBC trasmesso nel 2007, incentrato proprio sulle "madri per scelta" negli Stati Unti d'America:
http://it.youtube.com/watch?v=dNkegC8eDpU
Con ben poca sorpresa (data la naturale inclinazione alla menzogna delle "esperte femministe"), dopo che questo video della NBC venne mandato in onda, si scoprì che la donna che appare all'inizio, Stacy Madison, che fra le altre cose dice che "avrebbe voluto innamorarsi ed avere una famiglia tradizionale", in realtà fu sposata per ben 5 anni e decise solo dopo il divorzio di ricorrere alla "banca dello sperma" per avere dei figli.
L'articolo che prova questo venne pubblicato nel 2005 da un giornale femminile per donne ebree chiamato "Jewish Woman". Nel servizio della NBC la Madison dice che "non essendo innamorata" quando "aveva 39 anni", decise di avere bambini tramite l'inseminazione artificiale. L'omissione importante, anzi fondamentale, è che essendo stata sposata per 5 anni, e quindi avendo potuto avere figli ben prima di arrivare alla soglia dei 40, decise invece di rimandare questa decisione perchè "impegnata nella carriera". La storiella del "non ho trovato nessuno da amare" era quindi la solita fuffa che le furbe giornaliste della NBC hanno creato ad hoc per nascondere il fatto che l'amore in questa storia c'entrava quanto i cavoli a merenda, e la decisione in extremis di fare dei figli con l'inseminazione artificiale fu dovuta al fatto che fino ai quarant'anni la priorità principale nella vita della Madison era la carriera. La mancanza del "principe azzurro" fino ai 40 anni è una scusa dozzinale per nascondere l'egoismo e l'incoscienza del fare figli in età avanzata con il rischio quindi che nascano con anomalie cromosomiche.
Sempre negli USA nel Dicembre del 2007 sono state pubblicate dal 'Centers for Disease Control' (un dipartimento governativo) le statistiche sulle gravidanze al di fuori del matrimonio negli Stati Unti d'America, ed è stato fissato un nuovo record per il paese: ben il 38,5% di tutti i bambini americani nascono al di fuori del vincolo coniugale. Un record assoluto, che ha superato il 36,9% che era stato segnato fra il 2005 e il 2006. Gli autori della ricerca hanno riferito che "nel 2006 l'incremento per quel che riguarda il numero, il tasso e la proporzione di bambini nati da donne non sposate è stato l'incremento più grande registrato dal 1988-1989". La ricerca ha inoltre rilevato che tra le ragazze-madri la percentuale dei figli nati al di fuori del matrimonio è dell'80%. Tanto per fare un raffronto con il passato, nel 1970 negli USA la percentuale di figli nati al di fuori del matrimonio era del 14,3%.
A questo dato sconcertante, si aggiunge il fatto che dal 1990 al 2000 il numero delle famiglie composte solamente da madri single è aumentato del 25%, che poco meno del 50% delle coppie che vivono insieme sono sposate, che un buon 9% di tutte le famiglie sono composte da un solo genitore (per la stragrande maggioranza la madre) e che il 33% di tutti i bambini americani non vivono in una famiglia con entrambi i genitori sposati [Fonte: 'US Census Bureau Reports 2007'].
E a buttare del fuoco in questa situazione tutt'altro che rosea, potevano mancare le tanto adorate femministe ? Certo che no. Nel 2005 infatti la femminista americana Peggy Drexler ha pubblicato un libro intitolato "Crescere Bambini Maschi Senza Uomini - Come Madri Intraprendenti Stanno Creando la Prossima Generazione di Uomini Eccezionali". Ci sarebbe da ridere già leggendo il titolo, se non ci fosse da piangere. Fra le varie perle di questa ennesima opera donata al mondo dalle fervide menti femministe, che già nei primi anni del 1900 cianciavano di "distruggere la famiglia" (il famoso "femminismo buono", ancora oggi facile da vendere agli allocchi), c'è questa delirante frase con cui la Drexler vorrebbe convincere i suoi lettori (anzi, lettrici...) che è buona cosa crescere i figli maschi senza una figura paterna al loro fianco:
"Nella nostra societa, spesso idealizziamo ed eleviamo il ruolo del padre nella vita di un bambino (maschio) senza prendere in considerazione il fatto che in realtà i padri possono essere distruttivi, e che un bambino maschio potrebbe crescere meglio senza suo padre. Talvolta il padre può essere un aggressore che sgrida la madre, che è ipercritico dei suoi figli, o ... semplicemente non è un buon modello da seguire".
La Drexler sostiene che le madri-single sono superiori nel crescere i bambini maschi rispetto ai padri, e facendo questo hanno anche l'opportunità di "ridefinire la mascolinità" degli uomini di domani (da notare: quella di "prenderli giovani per plasmarli a proprio piacimento" era una delle strategie base utilizzate da Hitler per formare la Gioventù Nazista). L'intero libro è percorso da una vena di lesbismo, facendo chiaramente intendere al lettore che anche le madri lesbiche sarebbero più brave a crescere dei figli maschi rispetto ad un padre.
"Sempre più bambini nel mondo Occidentale non stanno più venendo cresciuti nella tradizionale famiglia nucleare, bensì da genitori divorziati, patrigni o matrigne in "famiglie combinate", genitori adottivi o dai nonni. Un numero sempre più crescente di bambini stanno poi venendo cresciuti da madri che sono single e che non sono nè divorziate da un marito o abbandonate da un uomo; queste madri sono single per scelta, e hanno fatto una scelta consapevole di avere un bambino e di trovare un donatore di sperma per farlo. Le coppie lesbiche e le madri single per scelta sono le pioniere di nuovi metodi per rimanere incinta grazie all'inseminazione via donazione", dice la Drexler.
La Drexler, molto furbamente, dice poi che dopo Freud "a molte madri è stata inculcata l'idea che dobbiamo tagliare i cordoni ombelicali ai nostri figli maschi per farli diventare uomini e renderli pronti per prendere i ruoli mascolini nel mondo, dal lavorare al successo materiale fino al fare la guerra".
Certo che, non tagliando il cordone ombelicale ai figli maschi, queste "mamme pioniere" produrranno tanti maschietti, cioè maschi non completamente sviluppati da un punto di vista emotivo, e che rimarranno per sempre "succubi", "sottomessi" e assolutamente "dipendenti" alla figura della Madre, che di volta in volta proietteranno in qualsiasi femmina con cui si relazioneranno nella loro vita. E, queste stesse femmine, li prenderanno per il culo perchè se c'è una cosa che le femmine non rispettano in un uomo, ma anzi detestano profondamente, è la debolezza (vera o presunta). Questo nonostante le capre-ciarlanti femministe, portatrici della sociologia spicciola New Age, dicano che adorano vedere gli "uomini piangere", emozionarsi davanti ad un film "romantico", e magari passarsi i fazzolettini con la propria ragazza per asciugarsi le lacrime da emeriti coglioni.
La Drexler continua le sue farneticazioni sostenendo che negli USA ci sono almeno 5 milioni di madri lesbiche che stanno allevando da sole i propri figli. E questo, considerando lo stato di decadimento della società americana, potrebbe anche essere vero. Dopo questa rivelazione, la Drexler dice che, comunque, "l'idea che delle madri lesbiche stiano crescendo i figli maschi dell'America crea ancora dibattiti molto accesi". Vivaddio.
Continua la Drexler con il suo delirio, che è tutto un inno alle madri-lesbiche: "Sia che queste donne siano divorziate o mai sposate, fare figli da single e in coppia non solo è entrato nella cultura popolare ed è diventato accettabile; adesso è anche considerato chic". La Drexler, riferendosi alle madri lesbiche che hanno deciso di formare famiglie proprie e crescere bambini maschi, le definisce come "sabotatrici sociali" - nel senso buono dell'espressione - perchè starebbero "disarcionando i pregiudizi", e sarebbero le pioniere di un "nuovo movimento sociale" (o Nuovo Ordine Mondiale ?).
Riguardo al fatto che i bambini maschi non avrebbero bisogno del padre, la Drexler dice:
"Come vi potrà dire qualsiasi genitore, i bambini non nascono chiedendo di Papà, e nemmeno hanno una qualche idea di cosa la 'paternità' significhi per le loro madri tranne che attraverso le loro stesse espressioni. Se la mancanza quotidiana di un padre non è un problema per una o due madri intraprendenti e amorevoli, la cosiddetta 'mancanza di papà' potrebbe non essere un problema per il loro figlio".
In poche parole, la Drexler nel suo libro sostiene che i bambini maschi cresciuti da "madri single per scelta" o da madri lesbiche sviluppino una mascolinità superiore a quella dei bambini cresciuti nella tradizionale famiglia nucleare. Questo perchè, dice la Drexler, il padre della famiglia tradizionale potrebbe essere un poco di buono, ed avendo solo lui a modello un bambino rischia di diventare anche lui un poco di buono. I bambini figli di coppie lesbiche o di madri single invece avrebbero un più variegato ventaglio di possibilità di scegliersi quale "modello maschile" adottare fra quelli offerti dalla società. L'importante, comunque, è che questi bambini maschi non facciano la fine del piccolo Jandrè Botha, ucciso dall'amante della sua moderna e new age madre-lesbica perchè si rifiutava di chiamarla "papà".
Seguendo a ruota il luminoso esempio della Drexler, nel 2006 è stato pubblicato un altro libro, scritto da Dana Chisholm, ed intitolato "Madri Single che Crescono Bambini Maschi: Preparare i Bambini ad Essere Uomini Quando Non ci sono Uomini nelle Vicinanze". E nel 2008 è uscito un altro libro ancora, anche questo - casualmente - sempre sul tema di come le madri single dovrebbero crescere (indottrinare ?) i loro figli maschi: "La Guida per Madri Single per Crescere Bambini Maschi Eccezionali", scritto da Gina Panettieri.
Lo schema proposto da Marc Rudov in questo articolo, riguardante il modo con cui vengono cresciuti i bambini maschi negli USA - a pane e misandria - non lascia dubbi su quale direzione sia avviata la "unica superpotenza mondiale rimasta": è avviata al collasso, avendo ormai superato il punto di non ritorno e non avendo in sé gli anticorpi che ne possano evitare la fine ingloriosa [1].
Se un buon metodo per cercare di capire cosa ci preserva il futuro, è di vedere quel che oggi sta venendo "seminato" nella società, allora date le premesse - cioè la distruzione della famiglia nucleare, che ha raggiunto uno stato cancrenoso negli USA - possiamo serenamente affermare che a scanso di improbabili ed imprevedibili "cambi di rotta" (i maschi americani, come si sono rincoglioniti negli ultimi 40 anni, potrebbero ri-rincoglionirsi in senso inverso) la società americana è davvero destinata al collasso, inesorabilmente schiacciata sotto il peso della velenosa ideologia del "Comunismo di Genere" (il femminismo), che nella corsa per la protezione della delicatissima "autostima femminile" ha deciso di stigmatizzare qualsiasi differenza fra i sessi, facendo credere alle femmine di essere al contempo "sia uomini che donne", e ai maschi di essere... delle "persone", senza alcuna connotazione intrinsecamente e positivamente maschile.
La metastasi americana appare in tutto il suo fetido marciume nel teatrino di entrambi gli schieramenti politici, con i Democratici che sono la voce principale del classico 'Femminismo Lunatico' (quello del "non esistono differenze fra i sessi, è la cultura che crea le differenze fra maschi e femmine"), contrapposto(?) a quello dell'ala Neocon dei Conservatori, che si son fatti portatori di un nuovo 'Femminismo Guerriero', con i suoi simboli (le donne-soldato, le donne-poliziotte e qualsiasi femmina in veste "autoritaria" con divisa e pistola in mano), e i suoi deliri; memorabili certe convention presidenziali dei repubblicani, dove prima di far parlare i candidati, presentavano qualche "donna-soldato" reduce dall'Iraq seduta in prima fila, ed esortavano poi il pubblico ad applaudire con standing-ovations queste "women warriors", come le chiamano, le "donne guerriero" del becero femminismo in salsa Neocon, probabilmente ben più pericoloso e dannoso di quello Lunatico dei democratici.
A noi in Italia ci tocca invece il femminismo italiota della Carfregna & Company:
per fortuna, e per semplice incapacità organizzativa, ben meno dannoso di quello americano.
...
Note
[1] Per un maggiore approfondimento su questo tema, si faccia pure riferimento ad un libro di recente pubblicazione: "Spaghetticons", di Luigi Copertino.
FONTE:
http://antifeminist.altervista.org/risorse/29_9_08_madri_single.htm