View Full Version : In ottica lavorativa, iniziare l’università a 22 anni è troppo tardi?
grosso999
13-08-2008, 20:30
Ciao, io a novembre compio 22 anni, dopo essermi diplomato in un istituto tecnico industriale ho fatto un corso post-diploma di un anno (rivelatosi inutile a fine lavorativo) ed ora sono quasi 2 anni che lavoro.
In questi 2 anni scarsi che lavoro ho trovato impiego solo come operaio metalmeccanico (tra l’altro sempre a tempo determinato), che oltre a non essere attinente con quello che ho studiato non mi piace ed attualmente sono senza lavoro.
Ora io stavo pensando di iscrivermi ad economia, solo che vista l’età (mi iscriverei con 3 anni di ritardo) e non sapendo bene com’è la facoltà di economia e quindi se mi piacerebbe e se fossi in grado di farcela, sono un po’ titubante…
In particolare (ammettendo che vada tutto bene) non vorrei laurearmi (cambia tanto da triennale a specialistica?) e trovarmi, visto che già tanta gente si laurea in economia, a dover rifare l’operaio, buttando alle ortiche 3 o 5 anni (o più) di studio e soldi spesi per fare lo stesso lavoro di prima con la differenza che rimanendo operaio mi sarei ritrovato con parecchi soldi in più in banca…
Secondo voi mi conviene andare all’università o restare a lavorare in fabbrica?
Grazie
Anchio come te ho lavorato da apprendista 2 anni dopo le superiori e poi ho deciso di tornare a studiare.
Se vuoi un consiglio,per lavorare in fabbrica c' è sempre tempo...
Cercati piuttosto una laurea fattibile per te in 3 anni (tieni presente che non sei più abituato a studiare e hai perso le basi...) e che non sia inflazionata.
Triennale o specialistica?senza dubbio la specialistica è da avere ma la triennale ti da la possibilità di avere un traguardo intermedio che sia psicologicamente sia a livello lavorativo è un grande aiuto.
Potresti per esempio laurearti alla breve,cercare lavoro nel campo e nel mentre prendere la specialistica.
Economia nello specifico non so se potrebbe essere una buona scelta... ha dei pro e dei contro,valutali bene.
Mammabell
15-08-2008, 16:23
Non è mai troppo tardi per iniziare l' università ( entro certi limiti ovvio :D ) scegli quella che più ti piace e anche una quinquennale se vuoi ... se ti laurei prima dei 27-28 anni hai sempre ottime possibilità. Se sei qualificato al limite manda i curricula alle aziende e se poi ti chiamano puoi provare l'esperienza di un colloquio ... ma se devi stare con le mani in mano ... la domanda è inutile ;)
io la inizierò a 22 anni a settembre 2009(sono in quinta itis quest'anno) ma non mi interessa.. partirò motivatissimo..
belnickname
15-08-2008, 17:24
Se hai intenzione di studiare seriamente, non farti problemi.
Poi di anni ne hai 22, mica 30...Potresti prenderti anche la specialistica,volendo.
In uni ho conosciuto anche 40enni che per riqualificarsi sul lavoro stanno prendendo la prima laurea e chi la seconda... non è mai tardi.
Traxsung
16-08-2008, 05:47
si, se sei convinto ed hai voglia di studiare, non pensare ad altro ed inizia
Gargoyle
16-08-2008, 07:08
Ora io stavo pensando di iscrivermi ad economia, solo che vista l’età (mi iscriverei con 3 anni di ritardo) e non sapendo bene com’è la facoltà di economia e quindi se mi piacerebbe e se fossi in grado di farcela, sono un po’ titubante…
In particolare (ammettendo che vada tutto bene) non vorrei laurearmi (cambia tanto da triennale a specialistica?) e trovarmi, visto che già tanta gente si laurea in economia, a dover rifare l’operaio, buttando alle ortiche 3 o 5 anni (o più) di studio e soldi spesi per fare lo stesso lavoro di prima con la differenza che rimanendo operaio mi sarei ritrovato con parecchi soldi in più in banca…
Secondo voi mi conviene andare all’università o restare a lavorare in fabbrica?
La questione è molto semplice, in realtà: ti interessa quello che andresti a studiare?
Se la risposta è "sì" (e si presume che sia "sì", sennò perché scegliere proprio economia?) fai economia, che 22 è un'età al "limite" , dopo la quale è sconveniente iniziare gli studi (entro 23 anni si laureano il 70% degli studenti).
Se la risposta è "no" continua a lavorare.
Se i tuoi unici interessi sono aumentare le possibilità di lavoro e guadagnare di più, sconsiglio l'università: è un investimento non pagante, di quelli che non si recuperano mai.
Economia, poi, è una facoltà assai inflazionata.
Non è mai troppo tardi per iniziare l' università ( entro certi limiti ovvio :D ) scegli quella che più ti piace e anche una quinquennale se vuoi ... se ti laurei prima dei 27-28 anni hai sempre ottime possibilità.
Insomma.
Se uno non ha mai lavorato ed inizia l'università a 19 anni e prende la triennale a 25 le azinde lo guardano come un paria.
Ora, questo non è il caso di grosso999, però visto che ha già speso del tempo in attività non molto qualificate almeno la triennale dovrebbe prenderla nei tempi esatti, secondo me.
La laurea prendila comunque, le aziende considerano PARIA chiunque, molti ingegnerozzi sono ai call center, altri con il diploma fanno l'elettricista e guadagnano molto.
Non è colpa del sistema scolastico o del mondo del lavoro, è il momento politico mondiale, più che sociale, che condiziona le vite lavorative.
Non non così sicuro che il 70% sia laureato a 22 anni, certo se consideriamo cinema e spettacolo si, ci sono 2000 lauree a 2, 3 anni più le specialistiche che prendi come al supermercato col 3x2.
L'Università è cmq un bel posto, varia da città a città certamente, ma ti consente di restare in allenamento e rimanere giovane di idee.
Vedrai che con l'esperienza del mondo lavorativo passerai davanti a studenti più giovani che vedono naturalmente l'università come vacanza e libertà dalle famiglie piuttosto che come anni fondamentali per la propria crescita (Ma forse hanno ragione loro).
Per il resto nel pubblico ci vuole un calcio in cuxo, anzi 2, nel privato vai a simpatie, stai tranquillo non ci sono gegni incompresi.
L'Università poi ha le stesse classi e dipendenze della vita normale: ci sono i raccomandati, i paraculi, i disperati, le studentesse call girl e così via, tu vai tranquillo e abbastanza preparato.
Mammabell
16-08-2008, 08:54
A 23 ANNI C'E' IL 70% dei laureati con specialistica? Da dove citi queste fonti???
La laurea prendila comunque, le aziende considerano PARIA chiunque, molti ingegnerozzi sono ai call center, altri con il diploma fanno l'elettricista e guadagnano molto.
Non è colpa del sistema scolastico o del mondo del lavoro, è il momento politico mondiale, più che sociale, che condiziona le vite lavorative.
Non non così sicuro che il 70% sia laureato a 22 anni, certo se consideriamo cinema e spettacolo si, ci sono 2000 lauree a 2, 3 anni più le specialistiche che prendi come al supermercato col 3x2.
L'Università è cmq un bel posto, varia da città a città certamente, ma ti consente di restare in allenamento e rimanere giovane di idee.
Vedrai che con l'esperienza del mondo lavorativo passerai davanti a studenti più giovani che vedono naturalmente l'università come vacanza e libertà dalle famiglie piuttosto che come anni fondamentali per la propria crescita (Ma forse hanno ragione loro).
Per il resto nel pubblico ci vuole un calcio in cuxo, anzi 2, nel privato vai a simpatie, stai tranquillo non ci sono gegni incompresi.
L'Università poi ha le stesse classi e dipendenze della vita normale: ci sono i raccomandati, i paraculi, i disperati, le studentesse call girl e così via, tu vai tranquillo e abbastanza preparato.
Criticabile ma è un bello specchietto sul mondo attuale,alcuni passaggi sono davvero azzeccati.
Per quanto riguarda economia è decisamente inflazionata e per puntare ai posti migliori conta parecchio l' università di provenienza(ovvero è avvantaggiato chi arriva da uni private),il voto di laurea ed un eventuale fuoricorso: sostanzialmente non condizioni perfette per uno che rientra in carreggiata.
Grosso di dove sei?
Gargoyle
16-08-2008, 09:22
La laurea prendila comunque, le aziende considerano PARIA chiunque, molti ingegnerozzi sono ai call center, altri con il diploma fanno l'elettricista e guadagnano molto.
Non è colpa del sistema scolastico o del mondo del lavoro, è il momento politico mondiale, più che sociale, che condiziona le vite lavorative.
Secondo me no, ci sono diversi fattori tutti "italiani" in questo.
I duepiù importanti per me sono:
La bassa qualità dei laureati: quando dopo 5 anni di università gli atenei sfornano semianalfabeti che non sanno niente, vuol dire che il sistema di "filtraggio" (con il quizzone di ingresso o altro) non ha funzionato e che la laurea di per sè non attesta nulla.
A causa di questa oggetiva perdita di valore del pezzo di carta, ai laureati tocca sorbirsi il pregiudizio di "incompetente con attestato" fino a prova contraria, il che non aiuta a trovare buoni contratti da subito.
L'attitudine tutta italiana delle nostre aziende di risparmiare su qualità e competenze: quando leggo annunci per posizioni di "ricerca" da affidare a neodiplomati, mi chiedo siceramente chi vogliano prendere in giro...
Così come l'abuso dei contratti a progetto come periodo di prova prima di passare ad un contratto subordinato: il contratto a progetto è nato con tutt'altro scopo e strutturalmente è (dovrebbe essere) diversissimo.
Non non così sicuro che il 70% sia laureato a 22 anni, certo se consideriamo cinema e spettacolo si, ci sono 2000 lauree a 2, 3 anni più le specialistiche che prendi come al supermercato col 3x2.
A mio parere, questo è il tipico pregiudizio da ingegnere del nord-est nei confronti di chi fa materie umanistiche.
E, come in tutti i pregiudizi, di vero credo ci sia molto molto poco.
Ancora devo vedere un ingegnere che capisca qualcosa di psicologia clinica o un economista che sappia mettere assieme due parole sulla gnoseologia di Kant.
L'Università è cmq un bel posto, varia da città a città certamente, ma ti consente di restare in allenamento e rimanere giovane di idee.
Dipende come la si affronta.
Io mi sento molto meno sveglio, flessibile, competente e vispo di 5 anni fa quando ho finito il liceo.
A 23 ANNI C'E' IL 70% dei laureati con specialistica? Da dove citi queste fonti???
Chi ha mai detto "specialistica"?
Rileggi quello che ho scritto.
Oggi, per definizione, con "laurea" si intende quella volgarmente chiamata "laurea triennale".
Ed entro i 23 anni grosso modo prendono la laurea triennale il 70% degli studenti.
Mammabell
16-08-2008, 09:29
Chi ha mai detto "specialistica"?
Rileggi quello che ho scritto.
Oggi, per definizione, con "laurea" si intende quella volgarmente chiamata "laurea triennale".
Ed entro i 23 anni grosso modo prendono la laurea triennale il 70% degli studenti.
Bah per laurea io penso si intenda la specialistica o la vecchia quinquennale ... io parlavo di specialistica e tu mi hai quotato con un ..."insomma" ;)
Gargoyle
16-08-2008, 09:36
Bah per laurea io penso si intenda la specialistica o la vecchia quinquennale ...
Formalmente, la "laurea" attuale è quella che di solito viene chiamata laurea "triennale". Ma l'aggettivo "triennale" ufficialmente viene omesso.
Comunque, non so quale sia l'età cui prende la laurea specialistica/magistrale il grosso degli studenti... non mi stupirei, comunque, se fosse compresa tra i 24 ed i 25 anni.
Ciccio17
16-08-2008, 09:38
...
Ancora devo vedere un ingegnere che capisca qualcosa di piscologia clinica o un economista che sappia mettere assieme due parole sulla gnoseologia di Kant.
Un ingegnere si applica su cose che servono :cool:
Gargoyle
16-08-2008, 09:43
Un ingegnere si applica su cose che servono :cool:
Sicuramente, ma non è che per questo gli altri stiano a girarsi i pollici a fare cazzate.
Uno psicologo materialmente farà anche poco ma umanamente farà ben più del nostro mega-ingegnere.
Mammabell
16-08-2008, 09:48
Formalmente, la "laurea" attuale è quella che di solito viene chiamata laurea "triennale". Ma l'aggettivo "triennale" ufficialmente viene omesso.
Comunque, non so quale sia l'età cui prende la laurea specialistica/magistrale il grosso degli studenti... non mi stupirei, comunque, se fosse compresa tra i 24 ed i 25 anni.
io direi 26-27 ... in 24 anni prendi una quinquennale in piena regola ... e credimi ....sono molto pochi....per esempio, ingegneria sono 7 anni...
Mammabell
16-08-2008, 09:53
Sicuramente, ma non è che per questo gli altri stiano a girarsi i pollici a fare cazzate.
Uno psicologo materialmente farà anche poco ma umanamente farà ben più del nostro mega-ingegnere.
scusa ma che significa? mica si sta dicendo che si girano i pollici? Ma e' risaputo che facolta' come medicina ed ingegneria sono molto piu' impegnative di conservazione dei beni culturali, scienza della formazione, psicologia ecc ecc
Facolta' umanistiche e scientifiche sono diverse e richiedono diverso tipo e qualita' di impegno... se mi scrivi che studiarsi un trattato di kant impegna le stesse energie di studiare un atlante di anatomia umana o di scienza delle costruzioni ...siamo su due binari che nn convergeranno mai.
Gargoyle
16-08-2008, 09:59
scusa ma che significa? mica si sta dicendo che si girano i pollici? Ma e' risaputo che facolta' come medicina ed ingegneria sono molto piu' impegniative di conservazione dei beni culturali, scienza della formazione, psicologia ecc ecc
E' risaputo perché così viene detto in giro, ma onestamente ne dubito.
Fatto salvo medicina, che richiede comunque 6 anni e non 3+2, il resto delle lauree è strutturato in base ad un numero di CFU esattamente uguale.
Chi dice che 6 CFU di Scienza delle Costruzioni "valgono di più" che i 6 CFU di Storia Medioevale, secondo me dovrebbe rendersi conto che esiste una variabilità enorme tra corsi aventi uguale denominazione ma fatti in atenei diversi.
1CFU di Scienza dei Frullatori saranno ad esempio 9 ore di lezione alla facoltà di Ingegneria all'Università di Monculi, ma magari saranno solo 5 ore di lezione ad Ingegneria all'ateneo di Saltimbanchi.
Ed all'Università di Melecotte magari saranno solo 3 ore ma il prof è uno stronzo ed all'orale chiede cose fuori programma, per cui alla fine lo studente si ritroverà a dover studiare da solo cose in più per colmare il "gap".
E così via, con una variabilità di casi e situazioni pressocché infinita.
A questo punto, è chiaro che ribadire la presunta superiorità di impegno che richiedono le lauree tecnico-scientifiche su quelle umanistiche appare solo arroganza.
Esiste una variabilità interna (tra lauree appartenenti alla stessa classe) così grande da rendere questi confronti stile "ingegneri vs letterati" assolutamente infondati.
Mammabell
16-08-2008, 10:40
E' risaputo perché così viene detto in giro, ma onestamente ne dubito.
Fatto salvo medicina, che richiede comunque 6 anni e non 3+2, il resto delle lauree è strutturato in base ad un numero di CFU esattamente uguale.
Chi dice che 6 CFU di Scienza delle Costruzioni "valgono di più" che i 6 CFU di Storia Medioevale, secondo me dovrebbe rendersi conto che esiste una variabilità enorme tra corsi aventi uguale denominazione ma fatti in atenei diversi.
1CFU di Scienza dei Frullatori saranno ad esempio 9 ore di lezione alla facoltà di Ingegneria all'Università di Monculi, ma magari saranno solo 5 ore di lezione ad Ingegneria all'ateneo di Saltimbanchi.
Ed all'Università di Melecotte magari saranno solo 3 ore ma il prof è uno stronzo ed all'orale chiede cose fuori programma, per cui alla fine lo studente si ritroverà a dover studiare da solo cose in più per colmare il "gap".
E così via, con una variabilità di casi e situazioni pressocché infinita.
A questo punto, è chiaro che ribadire la presunta superiorità di impegno che richiedono le lauree tecnico-scientifiche su quelle umanistiche appare solo arroganza.
Esiste una variabilità interna (tra lauree appartenenti alla stessa classe) così grande da rendere questi confronti stile "ingegneri vs letterati" assolutamente infondati.
che te devo di' ... si vede che quelli che lo dicono in giro sono tutti di ingegneria o medicina ... cmq ... potrei ribattere dicendoti quello che seriamente penso .... ma oltre al flame andremo fuori discussione :)
A volte mi è capitato di leggere libri cosi astrusi che avrei preferito studiare un atlante di anatomia umana :sofico:
Mammabell
16-08-2008, 11:14
A volte mi è capitato di leggere libri cosi astrusi che avrei preferito studiare un atlante di anatomia umana :sofico:
eh ... ma una cosa e' vedersi quark un'altra e' studiarselo come richiede :)
Comunque l'autore della discussione vuole fare Economia ... stiamo sparlando :D
E lo so ma l' autore del 3d latita :fagiano:
Sarebbe utile sapere se ha altri interessi e le motivazioni che lo portano a voler fare economia
se volete lo sostituisco io visto che la inizierò come lui a 22 anni..:D dopo aver lasciato la scuola per lavorare l'ho ripresa al serale e adesso studio e lavoro part-time, devo fare il 5° informatica.. sono indietro di 3 anni ma ora vado bene, sono lanciato :p mi sono appassionato molto alla programmazione e quindi farò informatica anche all'università. non so quanto mi sarà utile effettivamente però per evitare ripensamenti futuri preferisco fare lo sforzo e non chiedermi nulla.. visto che se in futuro servirà non avrò certo la stessa freschezza scolastica di adesso..
grosso999
16-08-2008, 12:06
La questione è molto semplice, in realtà: ti interessa quello che andresti a studiare?
Se la risposta è "sì" (e si presume che sia "sì", sennò perché scegliere proprio economia?) fai economia, che 22 è un'età al "limite" , dopo la quale è sconveniente iniziare gli studi (entro 23 anni si laureano il 70% degli studenti).
Se la risposta è "no" continua a lavorare.
Se i tuoi unici interessi sono aumentare le possibilità di lavoro e guadagnare di più, sconsiglio l'università: è un investimento non pagante, di quelli che non si recuperano mai.
Economia, poi, è una facoltà assai inflazionata.
Caspita quante risposte, pensavo non rispondesse più nessuno! :)
Io sceglierei economia perché fra le varie facoltà che possono interessarmi è quella con maggiori e migliori (penso) possibilità lavorative (il che per me conta molto) e per laurearmi ad esempio in ingegneria non interessandomi avrei molte più difficoltà e impiegherei più tempo a laurearmi con una valutazione minore che iniziando tra l’altro a 22 anni non sarebbe il massimo…
Economia a me interessa (o almeno credo), poi non avendola mai studiata e non essendo mai stato all’università ovviamente qualche dubbio lo ho, però solo provando potrei esserne sicuro, e nel caso non facesse per me oppure non riuscissi a dare regolarmente gli esami oppure gli passassi col minimo dei voti o poco più, abbandonerei l’università (anche perchè dovrei pagarmela con i miei soldi) e al massimo avrò perso 6 mesi- 1 anno di tempo, che per quanto seccante nel breve termine nel lungo termine non sarebbe la fine del mondo, anche perchè tra l'altro non è che perderei un particolare lavoro…
A me interessa il mio futuro lavorativo, dal punto di vista economico ma non solo: i lavori che ho fatto finora oltre a non essere particolarmente pagati (ma questo mi pare un problema diffuso), non mi soddisfano, sono ripetitivi, non c’entrano con il mio diploma, sono a tempo determinato e se dovessi fare un lavoro di questo tipo per 40 o più anni alla fine sarei molto insoddisfatto. Un'altra cosa è che in questo modo imparo poco o niente e se oltre a non essere laureato non acquisisco competenze lavorative specifiche, se in futuro la fabbrica fallisse o per qualche motivo dovessi cambiar lavoro, dovrei accontentarmi di ciò che trovo, che significa fare i lavori peggiori anche perchè trovare ora un lavoro finchè si è giovani (per quanto generico e a tempo determinato) non è un problema e tutte le aziende ti aprono le porte, ma cercare un lavoro a 40 anni sarebbe molto più difficile...
Abito in provincia di Pordenone
il campo para-medico non ti interessa?
NetEagle83
16-08-2008, 12:24
il campo para-medico non ti interessa?
Detto così sembra che gli stai consigliando di diventare omeopata o pranoterapeuta... :asd:
Comunque quoto, le professioni sanitarie, cioè scienze infermieristiche, fisioterapia, logopedia, tecnico radiologo (o come cavolo si chiama) ecc. sono per adesso molto ricercate, quindi se vuoi scegliere in un'ottica puramente lavorativa andrebbero benissimo... ma se non te la senti lascia perdere assolutamente (o almeno dimenticati sc. infermieristiche, fisioterapia e logopedia...) e studia davvero economia.
Fare l'economista senza passione/attitudine è un conto, fare l'infermiere frustrato significa vivere nell'insoddisfazione perenne e scaricare sulla gente innocente i propri problemi (e tra l'altro un infermiere non motivato può pure diventare abbastanza pericoloso!)...
grosso999
16-08-2008, 12:27
Sinceramente non mi interessa, e non mi sento per nulla portato anche se so che sono molto ricercati.
Si ma ci sono altri rami come il tecnico di laboratorio o il tecnico radiologo che non hanno nulla a che vedere con l' infermiere e con lo stress che si può avere stando a contatto con i malati.
Sono praticamente la "manovalanza specializzata" degli ospedali,sono ricercati,ben pagati e il secondo ha anche tante ferie extra :D
Fare economia significa buttarsi nella mischia e dover competere con gente che ha fatto università più prestigiose della tua,con gente che ha avuto un voto più alto del tuo,con gente che ha finito prima di te e con gente che ha l' aiutino dal papi.
Mi sembri un tipo molto più concreto,che vuole studiare per poi avere in mano una carta che gli apra delle porte e gli permetta di ottenere una posizione lavorativa che gli dia una vita tranquilla e dignitosa e sinceramente eco non credo che faccia al caso tuo dato che tale laurea non è un punto di arrivo ma un punto di partenza(ok,tutte sono cosi,ma questo tipo di facoltà che non ti insegnano nulla di concreto più delle altre) e da li devi mettere in conto -altri- anni di stage,contratti a tempo determinato ecc ecc prima di -speriamo- farti una posizione decente.
Senza contare che una triennale in economia è spesso ancora considerata una mezza laurea (cosi come tutte quelle triennali nate dallo smembramento delle vecchie quinquennali)dalle aziende.
Altra piccola nota dolente,con la matematica e con l' inglese come stiamo messi?
Non voglio demoralizzarti,sia mai,ma sarebbe opportuno che tu valutassi bene pro e contro (come ti ho detto ho fatto un percorso molto simile al tuo) e che non prendessi sottogamba la questione perchè il fallimento di un anno non è una leggerezza come da te descritta in un post sopra.
In fin dei conti perdi tempo e denaro in una fase della tua vita particolarmente delicata e importante.
NetEagle83
16-08-2008, 13:37
Ri-quoto quanto detto da Fuocoz... io ti ho sconsigliato apertamente le professioni cosiddette "d'aiuto" (infermieri, logopedisti, ma anche assistenti sociali ecc.) che effettivamente richiedono passione, attitudine e... "stomaco forte" per sopportare certi aspetti... ma un tecnico (radiologo o di laboratorio che sia) credo che abbia un ruolo più defilato e tranquillo... e sono pagati molto bene a quanto ne so. Pensaci... ;)
Sarò monotono ma risottolineo che il tecnico radiologo ha più ferie (probabilmente per smaltire eventuali radiazioni),se l' avessi saputo prima avrei fatto quello :D
NetEagle83
16-08-2008, 13:43
Sarò monotono ma risottolineo che il tecnico radiologo ha più ferie (probabilmente per smaltire eventuali radiazioni),se l' avessi saputo prima avrei fatto quello :D
Lol, mi hai fatto venire in mente quella puntata dei Simpsons dove il sig. Burns diventava fosforescente a causa delle radiazioni... :asd:
loreluca
17-08-2008, 13:34
Più che altro mi sembra inutile avere una laurea... ormai la fanno tutti... tra qualche anno buona parte degli ingegneri faranno il lavoro dei segretari odierni...
Classica leggenda metropolitana,ovvio che se i posti sono limitati più laureati ci sono più si ha difficoltà ad ottenere il lavoro ma è anche vero che a certe professioni di un certo livello non si può accedere senza laurea.
Mammabell
17-08-2008, 15:46
Classica leggenda metropolitana,ovvio che se i posti sono limitati più laureati ci sono più si ha difficoltà ad ottenere il lavoro ma è anche vero che a certe professioni di un certo livello non si può accedere senza laurea.
e c'è comunque un ricambio generazionale e una continua crescita economica e quindi produttiva...anche se questo è un momento particolare...
Il punto è che prima(qualche decennio fa) medico era chi figlio di medico era,più qualche fortunato.
Stessa cosa per avvocati,ingegneri ecc ecc... esattamente ciò che adesso ancora è per i notai.
Ovvio che le prime generazioni che hanno usufruito della rottura della "casta della conoscenza" sono state le più fortunate ma possiamo dire che la situazione è peggiorata?
Credo di no.
loreluca
17-08-2008, 23:53
certo, e il lavoro degli ingegneri verrà fatto dai segretari.:O
In un Italia in cui le aziende estere non vengono ad investire e le ditte nostrane sono sempre meno è logico che si profili un futuro simile... non userei dell'ilarità poiché il futuro è questo! :(
grosso999
18-08-2008, 07:51
Più che altro mi sembra inutile avere una laurea... ormai la fanno tutti... tra qualche anno buona parte degli ingegneri faranno il lavoro dei segretari odierni...
E quelli che si diplomano sono molti di più dei laureati e se ora molti laureati fanno il lavoro dei diplomati di una volta, ora molti diplomati fanno il lavoro di quelli che una volta si fermavano alla terza media; ormai la realtà e questa e non ci si può fare niente il punto è vedere se conviene studiare 3 o 5 anni in più per laurearsi e se i vantaggi a livello lavorativo, se ci sono, valgono lo sforzo, il tempo e il denaro impiegati.
grosso999
18-08-2008, 07:59
Tornando a me, visto che la maggior parte di voi ha detto che non è tardi, a livello di difficoltà com'è? c'è qualcuno che la fa/l'ha fatta?
Io in inglese me la cavavo in matematica invece soprattutto gli ultimi anni non andavo bene... però a parte matematica, per le altre materie si dovrebbe incominciare da zero quindi pensavo che fosse fattibile, per matematica visto che analisi 1 è il programma di matematica delle superiori pensavo che rispiegandolo all'uni e studiando a casa potrei recuperare...
Da un punto di vista lavorativo mi sembrava una laurea che ofrisse buoni posti di lavoro e con molte possibilità (banche, aziende, enti pubblici...), sbaglio?
Nessuna facoltà è facile,se si vuole rimanere nei tempi giusti.
La matematica è importante,soprattutto se l' università è seria avrai bisogno un ottima conoscenza di tale materia.
Quando io ho domandato sulla possibilità di fare la specialistica in eco la prima cosa che mi è stato chiesto è: "come se la cava in matematica?",prima ancora di valutare i debiti.
Poi il tutto è relativo,un buon libro e tanto impegno e nulla è impossibile :)
Tu dici che non andavi tanto bene in mate,dipende anche se hai fatto un classico o uno scientifico :stordita:
Dal punto di vista lavorativo si,apre un ventaglio di professioni assai ampio ma tieni conto che è parecchio inflazionata come facoltà e che -come ti ho già detto- è solo un punto di partenza, poi la qualifica te la devi fare tu lavorando...
Il problema è che in Italia,quando esci da una facoltà come questa,hai tante nozioni ma non sai fare nulla di pratico.
porradeiro
05-09-2008, 12:25
guardate il discorso di università facile e difficile è inutile... varia da persona a persona.. e ovviamente da come si prendono gli studi.. io facendo mediazione linguistica potrei sentire gente dire che è facile in confronto ad altre, ma dipende dalle qualità del soggetto.Io, da sempre capra in matematica ci ho messo molto meno tempo a capire e a risolvere gli integrali(non dite che sono facili perchè molto ad ingegneria informatica gli odiano) che l'alfabeto russo..
Dragan80
06-09-2008, 08:05
Ciao, io a novembre compio 22 anni, dopo essermi diplomato in un istituto tecnico industriale ho fatto un corso post-diploma di un anno (rivelatosi inutile a fine lavorativo) ed ora sono quasi 2 anni che lavoro.
In questi 2 anni scarsi che lavoro ho trovato impiego solo come operaio metalmeccanico (tra l’altro sempre a tempo determinato), che oltre a non essere attinente con quello che ho studiato non mi piace ed attualmente sono senza lavoro.
Ora io stavo pensando di iscrivermi ad economia, solo che vista l’età (mi iscriverei con 3 anni di ritardo) e non sapendo bene com’è la facoltà di economia e quindi se mi piacerebbe e se fossi in grado di farcela, sono un po’ titubante…
In particolare (ammettendo che vada tutto bene) non vorrei laurearmi (cambia tanto da triennale a specialistica?) e trovarmi, visto che già tanta gente si laurea in economia, a dover rifare l’operaio, buttando alle ortiche 3 o 5 anni (o più) di studio e soldi spesi per fare lo stesso lavoro di prima con la differenza che rimanendo operaio mi sarei ritrovato con parecchi soldi in più in banca…
Secondo voi mi conviene andare all’università o restare a lavorare in fabbrica?
Grazie
Ho seguito questo thread dall'inizio, ma non ho mai scritto nulla perché non avevo niente da aggiungere a quello che leggevo.
Recentemente sono tornato in contatto, grazie a Facebook, con diversi compagni delle medie e superiori. Hanno tra i 28 e i 30 anni e molti (rispetto a quanto immaginassi) si sono appena laureati o devono discutere a breve la tesi. Molti altri hanno abbandonato e sono entrati nel mondo del lavoro con solo il Diploma di Liceo Scientifico (per quelli delle medie invece non so in cosa si siano diplomati).
Per cui se anche ricominci a 22 anni e concludi nei tempi giusti a 27 anni probabilmente saresti in buona compagnia.
Matematica ad economia:
Beh, ovviamente non si richiede una conoscenza appofondita come nelle facolta di ingegneria/scienze, ma tuttavia anche ad economia si arriva ai livelli dell'ingegneristica Analisi1 ( è matematica di base, ma per chi non è propenso puo essere micidiale lo stesso , specialmente se non si riesce a comprendere bene i concetti base di limite, derivata,integrale e delle varie definizioni e concetti di base).
grosso999
07-09-2008, 15:37
Ho seguito questo thread dall'inizio, ma non ho mai scritto nulla perché non avevo niente da aggiungere a quello che leggevo.
Recentemente sono tornato in contatto, grazie a Facebook, con diversi compagni delle medie e superiori. Hanno tra i 28 e i 30 anni e molti (rispetto a quanto immaginassi) si sono appena laureati o devono discutere a breve la tesi. Molti altri hanno abbandonato e sono entrati nel mondo del lavoro con solo il Diploma di Liceo Scientifico (per quelli delle medie invece non so in cosa si siano diplomati).
Per cui se anche ricominci a 22 anni e concludi nei tempi giusti a 27 anni probabilmente saresti in buona compagnia.
Grazie dell'intervento.
Visto che la discussione è stata ripresa, penso sia il caso di aggiornare la mia situazione e dire che mi sono deciso ed ora sono iscritto ad economia aziendale all'università di udine. Speriamo che vada tutto bene.:)
Sylvester
08-09-2008, 19:31
Grazie dell'intervento.
Visto che la discussione è stata ripresa, penso sia il caso di aggiornare la mia situazione e dire che mi sono deciso ed ora sono iscritto ad economia aziendale all'università di udine. Speriamo che vada tutto bene.:)
Auguri e mi raccomando, impegnati al massimo: questa è la cosa più importante all'uni...il 90% del successo è dovuto alla costanza dello studio, il 5% alla fortuna :D e il 5% alla bravura :D (tutto imho)
Grazie dell'intervento.
Visto che la discussione è stata ripresa, penso sia il caso di aggiornare la mia situazione e dire che mi sono deciso ed ora sono iscritto ad economia aziendale all'università di udine. Speriamo che vada tutto bene.:)
complimenti ed auguri: forza e determinazione ti porteranno al risultato.
dasdsasderterowaa
09-09-2008, 19:45
Chi dice che 6 CFU di Scienza delle Costruzioni "valgono di più" che i 6 CFU di Storia Medioevale, secondo me dovrebbe rendersi conto che esiste una variabilità enorme tra corsi aventi uguale denominazione ma fatti in atenei diversi.
1CFU di Scienza dei Frullatori saranno ad esempio 9 ore di lezione alla facoltà di Ingegneria all'Università di Monculi, ma magari saranno solo 5 ore di lezione ad Ingegneria all'ateneo di Saltimbanchi.
Ed all'Università di Melecotte magari saranno solo 3 ore ma il prof è uno stronzo ed all'orale chiede cose fuori programma, per cui alla fine lo studente si ritroverà a dover studiare da solo cose in più per colmare il "gap".
E così via, con una variabilità di casi e situazioni pressocché infinita.
A questo punto, è chiaro che ribadire la presunta superiorità di impegno che richiedono le lauree tecnico-scientifiche su quelle umanistiche appare solo arroganza.
Esiste una variabilità interna (tra lauree appartenenti alla stessa classe) così grande da rendere questi confronti stile "ingegneri vs letterati" assolutamente infondati.
Sì, certo: assistere a due ore di Scienza/Tecnica delle Costruzioni II, o di una qualunque altra materia di Ingegneria, è la stessa cosa - ma proprio uguale, eh - di Sociologia delle Scimmie dell'Antartide. :)
E' vero che sono sempre due ore di orologio, peccato che a casa quelle due ore di Tecnica delle Costruzioni richiedano 5/6 ore di studio tra teoria, esercizi e progetto, mentre allo studente di Sociologia delle Scimmie dell'Antartide sono sufficienti un paio di ore per studiare le sue paginette di appunti.
Mi chiedo da dove ti escano certe affermazioni, bah... :confused: ;)
dasdsasderterowaa
09-09-2008, 19:54
All'autore del thread, se non ha già parenti o conoscenti molto forti inseriti nel settore - ad esempio Architetti, Geometri o Ingegneri - sconsiglio i corsi di Laurea in Architettura, Ingegneria Civile, Edile ed Ambiente e Territorio, a meno che, dopo la laurea, non voglia fare lo schiavetto per un po' di tempo presso qualche studio tecnico.
Altrimenti può pensare di buttarsi in politica e fare il portaborse di qualche assessore: chissà, magari qualche posticino all'Ufficio Tecnico del Comune ci scappa.
Insomma, il gioco non vale la candela. Troppo smazzo e troppe poche soddisfazioni dopo la laurea.
Sì, certo: assistere a due ore di Scienza/Tecnica delle Costruzioni II, o di una qualunque altra materia di Ingegneria, è la stessa cosa - ma proprio uguale, eh - di Sociologia delle Scimmie dell'Antartide. :)
E' vero che sono sempre due ore di orologio, peccato che a casa quelle due ore di Tecnica delle Costruzioni richiedano 5/6 ore di studio tra teoria, esercizi e progetto, mentre allo studente di Sociologia delle Scimmie dell'Antartide sono sufficienti un paio di ore per studiare le sue paginette di appunti.
Mi chiedo da dove ti escano certe affermazioni, bah... :confused: ;)
quoto e dò piena solidarietà, oltre che esperienza personale :D
Gargoyle
09-09-2008, 22:20
Sì, certo: assistere a due ore di Scienza/Tecnica delle Costruzioni II, o di una qualunque altra materia di Ingegneria, è la stessa cosa - ma proprio uguale, eh - di Sociologia delle Scimmie dell'Antartide. :)
E' vero che sono sempre due ore di orologio, peccato che a casa quelle due ore di Tecnica delle Costruzioni richiedano 5/6 ore di studio tra teoria, esercizi e progetto, mentre allo studente di Sociologia delle Scimmie dell'Antartide sono sufficienti un paio di ore per studiare le sue paginette di appunti.
Mi chiedo da dove ti escano certe affermazioni, bah... :confused: ;)
Quello che ho detto mi sembrava chiaro: c'è una variabilità tale tra l'Ingegneria dei ControCazzi fatta a Milano o fatta a Straricotta di sopra, che insistere sul fatto che "Ingegneria dei ControCazzi" tout court sia più difficile che "Storia delle Merendine" è assolutamente assurdo.
Se vogliamo spingere la cosa più in là, poi, si può anche facilmente affermare che il paragone stesso tra la difficoltà di corsi di laurea diversi sia infondato.
Perché generalmente per gli esami di facoltà umanistiche è richiesto un bagaglio di conoscenze ben maggiore che ripetere quello che viene detto a lezione.
Si tratta di leggere saggi e testi per conto proprio, e capita che per fare certi esami si debbano studiare anche più di 500 pagine di roba che a lezione non è stata spiegata ma che fa parte del backgroud necessario alla comprensione della materia.
So che nelle facoltà tecniche come ingegneria (ma anche in facoltà scientifiche) generalmente la prassi è che il prof spiega qualcosa a lezione e l'esame si svolge su quello e stop (... e sorvoliamo sul fatto che ad ingegneria gli esami spesso siano solo scritti... io pagherei per non avere gli orali...).
Se il prof chiede qualcosa che non ha fatto ha lezione è un caso più unico che raro e lo studente glielo fa presente.
Nelle facoltà umanistiche la prassi però non è questa (è assolutamente implicito che lo studente debba leggersi e studiarsi paccate di roba per conto proprio e che quella roba verrà chiesta all'orale) ed è inutile comparare la difficoltà di cose con svolgimento così diverso.
E' solo per fare una puerile gara di chi è più tosto a fare la facoltà più difficile.
Questo poi è un forum ad alta densità di ingegneri, per cui tutti ti daranno ragione, ma fuori da questo forum la realtà è un'altra.
dasdsasderterowaa
09-09-2008, 23:38
Quello che ho detto mi sembrava chiaro: c'è una variabilità tale tra l'Ingegneria dei ControCazzi fatta a Milano o fatta a Straricotta di sopra, che insistere sul fatto che "Ingegneria dei ControCazzi" tout court sia più difficile che "Storia delle Merendine" è assolutamente assurdo.
I paragoni si fanno nell'ambito di una stessa università. Comunque sì, ho la faccia tosta di affermare che una qualunque ingegneria è più tosta di una qualunque scienza delle comunicazioni o scienze politiche, anche se quest'ultime sono fatte nella più tosta facoltà italiana.
Perché non c'è confronto proprio come argomenti.
Se vogliamo spingere la cosa più in là, poi, si può anche facilmente affermare che il paragone stesso tra la difficoltà di corsi di laurea diversi sia infondato.
Perché generalmente per gli esami di facoltà umanistiche è richiesto un bagaglio di conoscenze ben maggiore che ripetere quello che viene detto a lezione.
Si tratta di leggere saggi e testi per conto proprio, e capita che per fare certi esami si debbano studiare anche più di 500 pagine di roba che a lezione non è stata spiegata ma che fa parte del backgroud necessario alla comprensione della materia.
E qui siamo all'apoteosi. :asd:
Pensi che per passare l'esame di Costruzioni Idrauliche o Tecnica delle Costruzioni II sia sufficiente studiarsi il libro della rispettiva materia? davvero pensi questo? :sofico:
So che nelle facoltà tecniche come ingegneria (ma anche in facoltà scientifiche) generalmente la prassi è che il prof spiega qualcosa a lezione e l'esame si svolge su quello e stop (... e sorvoliamo sul fatto che ad ingegneria gli esami spesso siano solo scritti... io pagherei per non avere gli orali...).
Se il prof chiede qualcosa che non ha fatto ha lezione è un caso più unico che raro e lo studente glielo fa presente.
Oh, ma sei serio? :confused:
Secondo te durante l'esame di Tecnica delle Costruzioni non ti possono capitare domande di Scienza delle Costruzioni, di Geotecnica o di Architettura Tecnica? oppure di Pianificazione ed Urbanistica? :mbe:
Secondo te durante l'esame di Costruzioni Idrauliche non ti possono capitare le domande di Scienze delle Costruzioni, di Costruzioni di Strade e ferrovie, di Idraulica e di Fisica? :mbe:
Sono solo alcuni esempi, ma ogni materia è strettamente collegata con almeno altre 4 o 5.
Secondo te ad ingegneria la maggior parte degli esami sono solo scritti? sticazzi, io persino per Inglese ho dovuto fare SCRITTO E ORALE!
E non parlo di tutti i progetti delle materie tecniche, quali Costruzioni di Strade, Architettura, Costruzioni Idrauliche, etc, etc. oltre allo scritto e all'orale. Progetti costati ore e ore di attesa per i ricevimenti e le correzioni e che spesso venivano demoliti in un nanosecondo dalla penna rossa del professore e ti toccava rifare tutto da zero. :muro:
E sto qui ancora a dare gli ultimi esami e non ho neanche più voglia, perché le offerte di lavoro non ce ne sono, soprattutto nella mia città. :doh:
Le uniche provengono dagli studi tecnici (sgobbare per una miseria dopo essersi spaccati il lato B con 27 esami tosti - ho escluso Inglese, Normativa Europea e Fondamenti di Informatica)
Gargoyle
10-09-2008, 07:55
I paragoni si fanno nell'ambito di una stessa università.
Il che è concettualmente sbagliato se poi uno afferma, generalizzando, che "Ingegneria" è più difficile di "Scienze delle Comunicazioni".
Concettualmente, non puoi dimostrare una cosa in un ambito ristretto e poi fare una affermazione di valore generale.
Comunque sì, ho la faccia tosta di affermare che una qualunque ingegneria è più tosta di una qualunque scienza delle comunicazioni o scienze politiche, anche se quest'ultime sono fatte nella più tosta facoltà italiana.
Questa faccia tosta ce l'hanno un sacco di ingegneri, basta leggersi questo forum per sentire quanta spocchia trasuda da decine di post.
Ed io penso anche di sapere perché: Ingegneria, a torto o a ragione, è stata propagandata come la facoltà del bengodi, quella che se la finisci poi trovi automaticamente il lavoro dei sogni.
E così un sacco di studenti, inclusa una mole di fancazzisti, si iscrivono ad Ingegneria (detto in altri termini, non c'è una selezione implicita all'ingresso).
Gli studenti mediamente capaci, quelli che se sentono dire "limite" o "derivata" non cascano dalle nuvole, sono attorniati di cazzoni che speravano di laurearsi con sforzo zero e quindi chiaramente, per confronto, quelli appena normali si sentono dei supergeni.
Poi i cazzoni dopo aver tentato analisi tre volte senza aver aperto libro, mollano e si rifugiano a Scienze Politiche (dove non combineranno niente comunque, ma il nostro ingegnere medio farà finta di non accorgersene), dove alimenteranno il mito che Ingegneria sia una facoltà sovrumana raccontando di come il prof di analisi mangiasse derivate a lezione usando gli studenti come stuzzicadenti.
Inoltre lo studente di Ingegneria medio soffre del pregiudizio generale che lo vuole occhialuto, orrendo, gobbo e tremendamente sfigato, mentre lo stereotipo dello studente di Filosofia è il rastone che cucca di brutto e tromba da mane a sera: è chiaro quindi che per invidia (motore di tutte le cose) lo studente di Ingegneria almeno vuole rifarsi sostenendo di fare la facoltà più impegnativa dell'universo. Perché se uno si sente sfigato almeno pretende di sentirsi superiore agli altri in qualche altro campo.
Da qui il mito dell'ingegnere "capiscione".
Perché non c'è confronto proprio come argomenti.Noterai che questa non è una argomentazione nè una prova, è solo una affermazione tautologica e ricorsiva: "è così perché è così".
E qui siamo all'apoteosi. :asd:
Pensi che per passare l'esame di Costruzioni Idrauliche o Tecnica delle Costruzioni II sia sufficiente studiarsi il libro della rispettiva materia? davvero pensi questo? :sofico:
Se sai ciò che viene fatto a lezione, se sai la teoria che viene fatta a lezione, e sai fare gli esercizi, certo.
In teoria per saper fare gli esercizi basta sapere la teoria, l'allenamento serve a chi non sa improvvisare.
Oh, ma sei serio? :confused:
Secondo te durante l'esame di Tecnica delle Costruzioni non ti possono capitare domande di Scienza delle Costruzioni, di Geotecnica o di Architettura Tecnica? oppure di Pianificazione ed Urbanistica? :mbe:
Secondo te durante l'esame di Costruzioni Idrauliche non ti possono capitare le domande di Scienze delle Costruzioni, di Costruzioni di Strade e ferrovie, di Idraulica e di Fisica? :mbe:
Sono solo alcuni esempi, ma ogni materia è strettamente collegata con almeno altre 4 o 5.
Non sto dicendo questo, non hai capito.
Certo che una materia può essere interconnessa ad altre perfino ad Ingegneria.
Quello che sto dicendo è che per preparare un esame di Storia della Filosofia (tanto per fare un esempio) lo studente è tenuto per conto suo a leggersi una paccata di testi originali, oltre al manuale che viene seguito per le lezioni frontali.
Uno studente di Ingegneria se deve dare Scienza delle Costruzioni II farà bene a riguardarsi quello che aveva già studiato a Scienza delle Costruzioni I.
Uno studente di materie umanistiche per ogni esame generalmente deve guardarsi da solo materiale che non aveva mai visto prima e che (ovviamente) a lezione non viene spiegato.
Uno studente di Ingegneria al più si riguarda il materiale che aveva studiato l'anno prima.
E' più chiaro adesso?
Secondo te ad ingegneria la maggior parte degli esami sono solo scritti? sticazzi, io persino per Inglese ho dovuto fare SCRITTO E ORALE!
A Firenze ad Ingegneria le prove sono praticamente solo scritte: ennesima prova che il livello stesso tra facoltà uguali di atenei diversi è assolutamente non omogeneo.
E sto qui ancora a dare gli ultimi esami e non ho neanche più voglia, perché le offerte di lavoro non ce ne sono, soprattutto nella mia città. :doh:
Le uniche provengono dagli studi tecnici (sgobbare per una miseria dopo essersi spaccati il lato B con 27 esami tosti - ho escluso Inglese, Normativa Europea e Fondamenti di Informatica)
Voi Ingegneri potete continuare a pensare di essere gli unici sulla faccia della terra a farvi il culo con "27 esami tosti".
Quando scenderete dal piedistallo rimettendo piede sulla nuda terra e scorprirete (infine!) che anche gli altri hanno una trentina di esami da fare per laurearsi e che anche gli esami degli altri non sono più facili dei vostri, ci farete un favore.
dasdsasderterowaa
10-09-2008, 09:40
Poi i cazzoni dopo aver tentato analisi tre volte senza aver aperto libro, mollano e si rifugiano a Scienze Politiche (dove non combineranno niente comunque, ma il nostro ingegnere medio farà finta di non accorgersene),
Ti sei mai chiesto perché non capita mai che uno studente fallito di Scienze Politiche o Scienze delle Comunicazioni passi ad un corso di Ingegneria mentre l'inverso è quotidianità? :)
Inoltre lo studente di Ingegneria medio soffre del pregiudizio generale che lo vuole occhialuto, orrendo, gobbo e tremendamente sfigato, mentre lo stereotipo dello studente di Filosofia è il rastone che cucca di brutto e tromba da mane a sera: è chiaro quindi che per invidia (motore di tutte le cose) lo studente di Ingegneria almeno vuole rifarsi sostenendo di fare la facoltà più impegnativa dell'universo. Perché se uno si sente sfigato almeno pretende di sentirsi superiore agli altri in qualche altro campo.
Da qui il mito dell'ingegnere "capiscione".
Questo è trollaggio allo stato puro. No comment. :rolleyes:
Se sai ciò che viene fatto a lezione, se sai la teoria che viene fatta a lezione, e sai fare gli esercizi, certo.
Certo cor caxxo! Lo scritto può darsi che lo passi, ma all'orale non ti viene chiesto di raccontare il fatterello così come riportato a lezione o sui libri, ma spesso si viene messi davanti a situazioni estranee alle spiegazioni, per vedere se si sa ragionare e se davvero gli argomenti sono stati compresi.
In teoria per saper fare gli esercizi basta sapere la teoria, l'allenamento serve a chi non sa improvvisare.
È evidente che tu non sappia cosa significhi svolgere un esercizio di Scienza delle Costruzioni II, anche uno dei più banali come il dimensionamento di un profilo a T di acciaio soggetto a sforzi vari.
Ma ti dico che ognuno, se fatto dall'inizio fino alla Verifica allo stato limite, richiede almeno 2-3 ore.
E lì devi saper ragionare, perché sapere la teoria serve fino ad un certo punto.
Non sto dicendo questo, non hai capito.
Certo che una materia può essere interconnessa ad altre perfino ad Ingegneria.
Quello che sto dicendo è che per preparare un esame di Storia della Filosofia (tanto per fare un esempio) lo studente è tenuto per conto suo a leggersi una paccata di testi originali, oltre al manuale che viene seguito per le lezioni frontali.
Uno studente di Ingegneria se deve dare Scienza delle Costruzioni II farà bene a riguardarsi quello che aveva già studiato a Scienza delle Costruzioni I.
Uno studente di materie umanistiche per ogni esame generalmente deve guardarsi da solo materiale che non aveva mai visto prima e che (ovviamente) a lezione non viene spiegato.
Uno studente di Ingegneria al più si riguarda il materiale che aveva studiato l'anno prima.
E' più chiaro adesso?
E tu che credi che questo non avvenga anche per le materie tecniche di Ingegneria? :mbe:
Credi che a lezione ci vengano spiegate tutte le normative tecniche e non che riguardano la progettazione? credi che per l'esame di Costruzioni Idrauliche uno studente di ingegneria non debba andare alla ricerca - da solo - delle varie norme UNI ISO e della migliore soluzione possibile per il proprio progetto? questo significa spulciarsi i vari siti web dei produttori, leggersi la documentazione tecnica sulle tubazioni, sui raccordi, sulle pompe e sulle loro curve caratteristiche, provare una soluzione e se questa non va bene, rifare tutto da zero; eventualmente spostare un nodo dell'acquedotto perché con quella nuova tubazione scelta non hai il carico idraulico sufficiente a garantire il servizio antincendio. E questo significa rifare il predimensionamento idraulico e successivamente la verifica, etc, etc. E se ancora ogni nodo della rete non è soddisfatto, devi fare di nuovo le opportune correzioni e quindi il predimensionamento e così via fino a quando non finisci. Passano mesi prima di completare un progetto di una materia tecnica. Ed è così per tutte le materie tecniche che prevedono anche l'elaborazione di un progetto.
C'è qualcosa di paragonabile a tutto questo per lo studente di Filosofia?
A Firenze ad Ingegneria le prove sono praticamente solo scritte: ennesima prova che il livello stesso tra facoltà uguali di atenei diversi è assolutamente non omogeneo.
Non posso credere che esami come Scienza delle Costruzioni, Idraulica, Topografia, Architettura Tecnica, Costruzioni di Strade, Analisi, Geotecnica, Tecnica delle Costruzioni, giusto per citare le principali, vengano svolti con solo SCRITTO.
No, non ci credo neanche se lo vedessi con i miei occhi. :mbe:
Voi Ingegneri potete continuare a pensare di essere gli unici sulla faccia della terra a farvi il culo con "27 esami tosti".
Assolutamente no, siamo coscienti delle difficoltà della Facoltà di Medicina e ci inchiniamo soltanto ai suoi studenti. :sofico:
:.Blizzard.:
10-09-2008, 11:20
Vedere affiancati Scienze della Comunicazione a Ingegneria fà venire i brividi ...
Il giorno in cui vi entrerà in testa che esistono facoltà INUTILI non sarà mai troppo tardi.
Gargoyle
10-09-2008, 17:55
Ti sei mai chiesto perché non capita mai che uno studente fallito di Scienze Politiche o Scienze delle Comunicazioni passi ad un corso di Ingegneria mentre l'inverso è quotidianità? :)
Perché Ingegneria ha la fama di facoltà difficile, chiaro.
E' quello che ti stavo dicendo nel post di prima.
Che poi questa fama sia corrispondente o meno al vero, è un altro discorso: nel post di prima ti ho spiegato come si genera il "mito" che Ingegneria sia incredibilmente tosta.
Questo è trollaggio allo stato puro. No comment. :rolleyes:
Io non ho detto che gli ingegneri sono occhialuti & sfigati: io ho detto che soffrono di questo pregiudizio, che sia vero o meno.
E chi viene tacciato di essere occhialuto & sfigato è facile che risponda con la più classica delle reazioni: "voi però studiate fuffa, ecco!"
Certo cor caxxo! Lo scritto può darsi che lo passi, ma all'orale non ti viene chiesto di raccontare il fatterello così come riportato a lezione o sui libri, ma spesso si viene messi davanti a situazioni estranee alle spiegazioni, per vedere se si sa ragionare e se davvero gli argomenti sono stati compresi.
Certo, invece a Filosofia morale il prof che ti fa una domanda su un passaggio oscuro della Critica della ragion pratica (magari mai neppure accennata a lezione) non esiste eh...
È evidente che tu non sappia cosa significhi svolgere un esercizio di Scienza delle Costruzioni II, anche uno dei più banali come il dimensionamento di un profilo a T di acciaio soggetto a sforzi vari.
Ma ti dico che ognuno, se fatto dall'inizio fino alla Verifica allo stato limite, richiede almeno 2-3 ore.
E lì devi saper ragionare, perché sapere la teoria serve fino ad un certo punto.
E' evidente che non hai mai neppure sfogliato un testo di filosofia: non un manuale da ripetere a mo' di cantilena al prof come si fa alle superiori, ma un testo originale.
Io, per dire, dopo 5 pagine della Fenomenologia dello spirito ho iniziato a non capirci più niente.
E tu che credi che questo non avvenga anche per le materie tecniche di Ingegneria? :mbe:
Credi che a lezione ci vengano spiegate tutte le normative tecniche e non che riguardano la progettazione? credi che per l'esame di Costruzioni Idrauliche uno studente di ingegneria non debba andare alla ricerca - da solo - delle varie norme UNI ISO e della migliore soluzione possibile per il proprio progetto? questo significa spulciarsi i vari siti web dei produttori, leggersi la documentazione tecnica sulle tubazioni, sui raccordi, sulle pompe e sulle loro curve caratteristiche, provare una soluzione e se questa non va bene, rifare tutto da zero; eventualmente spostare un nodo dell'acquedotto perché con quella nuova tubazione scelta non hai il carico idraulico sufficiente a garantire il servizio antincendio. E questo significa rifare il predimensionamento idraulico e successivamente la verifica, etc, etc. E se ancora ogni nodo della rete non è soddisfatto, devi fare di nuovo le opportune correzioni e quindi il predimensionamento e così via fino a quando non finisci. Passano mesi prima di completare un progetto di una materia tecnica. Ed è così per tutte le materie tecniche che prevedono anche l'elaborazione di un progetto.
C'è qualcosa di paragonabile a tutto questo per lo studente di Filosofia?
Certo: non credere che scrivere una relazione (magari in lingua straniera) su un argomento letterario sia una cosa più semplice che realizzare un progetto.
Se uno vuole fare le cose a modo diventa difficile tutto: se uno tira via ogni cosa è una cazzatona.
Non posso credere che esami come Scienza delle Costruzioni, Idraulica, Topografia, Architettura Tecnica, Costruzioni di Strade, Analisi, Geotecnica, Tecnica delle Costruzioni, giusto per citare le principali, vengano svolti con solo SCRITTO.
No, non ci credo neanche se lo vedessi con i miei occhi. :mbe:
Credici: Analisi ad esempio è solo scritto, l'orale viene fatto a chi ha preso più di 25 allo scritto.
Assolutamente no, siamo coscienti delle difficoltà della Facoltà di Medicina e ci inchiniamo soltanto ai suoi studenti. :sofico:
Medicina è chiaramente una eccezione: quel corso dura 6 anni ed è zeppo di tirocini che portano via tempo.
Ma per il resto, sono sempre più convinto che paragonare la difficoltà delle altre lauree sia puerile.
Come del resto è la terminologia che usi ("ci inchiniamo"... ma che hai bevuto?)
Vedere affiancati Scienze della Comunicazione a Ingegneria fà venire i brividi ...
Il giorno in cui vi entrerà in testa che esistono facoltà INUTILI non sarà mai troppo tardi.
Nessuna cosa è inutile se ti interessa.
Meglio uno che fa il DAMS perché è davvero interessato al cinema che il solito che fa Ingegneria solo perché lo hanno convinto che dopo trova lavoro e lo pagano 4000€ al mese...
carcaroff
10-09-2008, 19:34
Evvabbè, gargoyle ha detto tante cose giuste, ma certe facoltà sono davvero più facili di altre........cioè.....è oggettivo.....basta sfogliare un libro di psicologia e il mio libro di macroeconomia......beh.......il secondo è un tantino più tosto........
Comunque, per rispondere all'autore del topic: no, non è troppo tardi iniziare l'università a 22 anni, a patto che non pensi di fare la specialistica, perchè a meno che tu non sia davvero dotato, finiresti troppo tardi.......ma per la triennale non pensarci nemmeno.......non stare ad ascoltare quelle persone che dicono che se a 23 anni e mezzo non hai ancora una triennale con 110 e lode hai solo sprecato tempo.
Mio parere, 21enne al terzo anno di economia.
Ciao.
tanto per gradire, gargoyle è un chimico e penso quindi che faccia il mazzo a tanti ingegneri quanto a difficoltà della facoltà :fagiano:
Però anche io penso che alcune (non tutte) lauree umanistiche siano obiettivamente piu facili di ingegneria. Non metterei filosofia tra queste. Magari passano tanti mediocri, ma se fatta bene filosofia non è facile. Provatevi a leggere un testo originale scritto da hegel o heidegger :doh:
Oltre al fatto che negli ultimi anni sono nati come funghi tanti corsi inutili.
Ad esempio chi sceglie scienze della formazione adesso è un pazzo o un suicida visto i tagli apportati dal governo :asd:
Sinceramente non so... Mi ritrovo "penalizzata" dal 3+2 perchè sono dovuta passare obbligatoriamente al NO e dal terzo anno che dovevo frequentare mi hanno piazzato al primo (come un sacco di colleghi/e per problemi di riconversione dei crediti) e ho perso abbondantemente due anni per questo. E ora mi ritrovo a 27 anni laureanda ma mi dicono "troppo vecchia" per gli inserimenti, un futuro da casalinga insomma :D Quindi non saprei se consigliarti di farlo o non farlo, dipende molto da te...
Per il fatto della facilità delle lauree però dipende dagli atenei, oltre che dal corso di laurea stessa.
Faccio il mio esempio che non so se è calzante: ho fatto la triennale di Psicologia a Chieti e avevo praticamente la media del 28, tutti esami scritti, cento milioni di persone, quindi impossibile fare l'orale ed esami tutto sommato fattibili (anche se secondo il mio parere sarebbe dovuto essere il contrario).
Ora ho cambiato ateneo per la specialistica e sono a L'Aquila dove la preparazione è diversa! Esami tutti orali, prof esigenti e un background molto più completo. E materie come economia, diritto del lavoro eccetera eccetera (faccio psicologia del lavoro) di cui non ho mai nemmeno sentito parlare! Ovviamente devo studiare il triplo (e infatti torno a studiare che sennò sti due esami non li passo :asd: ) nonostante siano la stessa "Psicologia" ma con metodologie e impostazioni completamente diverse...
porradeiro
18-09-2008, 12:19
mi sta interessando questa discussione... secondo me la difficoltà dipende da come uno prende ciò che sta facendo.... esempio: una materia umanistica che ad un ingegnere sembra cazzuta tipo sociologia e robe simili per uno che si studia migliaia di pagine seriamente diventa assai complessa... oppure uno studente di russo può considerare molti esami della tanto osannata ingegneria cavolate... poi, per concludere in bellezza se solo la metà degli ingegneri Italiani sarebbero validi a livello professionale non avremmo tante "porcherie" in Italia giusto? basta guardare palazzi, sistemi informatici pubblici, e cosi' via
dasdsasderterowaa
18-09-2008, 14:14
poi, per concludere in bellezza se solo la metà degli ingegneri Italiani sarebbero validi a livello professionale non avremmo tante "porcherie" in Italia giusto? basta guardare palazzi, sistemi informatici pubblici, e cosi' via
Beh, chiaro, se tanti palazzi o ponti o strade fossero stati progettati dagli Ingegneri Civili e non dagli Elettronici o dagli Informatici, oggi avremmo certamente meno porcherie.
Per fortuna gli albi ora sono stati divisi. ;)
dreadknight
18-09-2008, 19:06
Negare che ci siano facoltà più facili di altre significa negare l'evidenza: se scienze politiche o giurisprudenza fossero così difficili, non ci sarebbero tanti laureati in queste materie.
Però un conto è la relativa facilità con cui si prende una laurea, altro è la bravura di una persona nel saper fare poi il suo mestiere.
In linea generale, salvo alcune eccezioni, le facoltà umanistiche sono più semplici rispetto a quelle scientifiche, se non altro perché si ragiona su fatti certi e non su dati sperimentali.
Per quanto riguarda ingegneria, i corsi più difficili sono civile, edile, meccanica ed elettronica (io sono alla triennale di ingegneria dell'automazione, quindi non porto acqua al mio mulino).
Comunque per me ingegneria non è la facoltà più difficile: fisica, chimica e astrofisica a mio avviso sono molto più complesse e toste
Sylvester
19-09-2008, 08:01
Poi come detto molto dipende anche dall'Ateneo a cui ti iscrivi: ci sono atenei perlopiù giovani che diciamo lasciano passare agli molti più studenti rispetto ad Atenei antichi e prestigiosi che sono molto più selettivi, anche per la nomea che devono portare..
Gargoyle
19-09-2008, 09:43
E ora mi ritrovo a 27 anni laureanda ma mi dicono "troppo vecchia" per gli inserimenti, un futuro da casalinga insomma :D Quindi non saprei se consigliarti di farlo o non farlo, dipende molto da te...
A 27 anni laureanda specialistica o a 27 anni laureanda della triennale?
Nel primo caso non sarebbe un dramma, nel secondo invece potrebbe essere un problema.
Ora ho cambiato ateneo per la specialistica e sono a L'Aquila dove la preparazione è diversa! Esami tutti orali, prof esigenti e un background molto più completo. E materie come economia, diritto del lavoro eccetera eccetera (faccio psicologia del lavoro) di cui non ho mai nemmeno sentito parlare!
Io che faccio chimica mi ritrovo diritto del lavoro pure io.
Non chiedermi perché, cosa si annidi nelle menti dei membri del Consiflio di corso di laurea lo sanno solo loro...
Fatto è che davanti a questa lingua oscura e contorta, a questi periodi lunghissimi di righe e righe pieni di subordinate, onestamente mi sono ricordato perché non ho scelto Giurisprudenza nè alcuna facoltà umanistica.
Negare che ci siano facoltà più facili di altre significa negare l'evidenza: se scienze politiche o giurisprudenza fossero così difficili, non ci sarebbero tanti laureati in queste materie.
Secondo me ti sbagli.
Qual'è l'evidenza?
L'evidenza è che il mondo è pieno di laureati umanistici.
Bene.
Ma c'è un'altra evidenza: se le matricole di ingegneria sono 100, quelle di corsi umanistici (Lettere&Filosofia, Psicologia, Giurisprudenza,SciPol,SciForm ecc...) sono 10000.
Per cui non c'è da stupirsi se i laureati in ingegneria siano meno, è dovuto semplicemente al fatto che già dal 1° anno ci sono più iscritti nelle facoltà umanistiche.
In linea generale, salvo alcune eccezioni, le facoltà umanistiche sono più semplici rispetto a quelle scientifiche, se non altro perché si ragiona su fatti certi e non su dati sperimentali.
Quali fatti certi?
Se devi discutere delle interpretazioni della filosofia morale di Hegel di fatti certi ne vedo pochini, vedo invece molto pensiero di analisi critica.
Un dato sperimentale, entro un certo margine di errore, è un fatto certo.
A parte questo, comunque, nè la scienza nè la tecnica sono un mero accumularsi di dati sperimentali.
Comunque per me ingegneria non è la facoltà più difficile: fisica, chimica e astrofisica a mio avviso sono molto più complesse e toste
Per fisica ed astrofisica non mi sento di parlare (ma non mi sembra che anche lì la gente si ammazzi di fatica...), ma posso assicurare che chimica è un corso di laurea fattibilissimo ed assolutamente alla portata di tutti.
A 27 anni laureanda specialistica o a 27 anni laureanda della triennale?
Nel primo caso non sarebbe un dramma, nel secondo invece potrebbe essere un problema.
specialistica... Sono già laureata alla triennale ;)
dreadknight
19-09-2008, 11:49
Secondo me ti sbagli.
Qual'è l'evidenza?
L'evidenza è che il mondo è pieno di laureati umanistici.
Bene.
Ma c'è un'altra evidenza: se le matricole di ingegneria sono 100, quelle di corsi umanistici (Lettere&Filosofia, Psicologia, Giurisprudenza,SciPol,SciForm ecc...) sono 10000.
Per cui non c'è da stupirsi se i laureati in ingegneria siano meno, è dovuto semplicemente al fatto che già dal 1° anno ci sono più iscritti nelle facoltà umanistiche.
qual è innanzitutto; veramente ad ingegneria le matricole sono parecchie, il problema è che già dopo il primo semestre le classi iniziano a svuotarsi perché la gente si rende conto che per passare un esame non basta studiare mezz'ora al giorno. Se le facoltà scientifiche fossero facili, non ci sarebbero così pochi iscritti visto che comunque di laureati in giurisprudenza il mercato è saturo
Quali fatti certi?
Se devi discutere delle interpretazioni della filosofia morale di Hegel di fatti certi ne vedo pochini, vedo invece molto pensiero di analisi critica.
Un dato sperimentale, entro un certo margine di errore, è un fatto certo.
A parte questo, comunque, nè la scienza nè la tecnica sono un mero accumularsi di dati sperimentali.
difficilmente a filosofia ti verrà richiesto di imbastire di sana pianta una teoria filosofica ex novo, d'altronde l'analisi critica di un testo di Hegel rientra nelle opinioni personali o nella citazione di altri studiosi.
Se io ho invece da risolvere un problema scientifico non basta dire: "secondo me si fa così", perché se parlo senza conoscere i presupposti fisici e le condizioni al contorno l'esperimento non mi riesce.
Sulla certezza dei dati sperimentali nutro dei seri dubbi: i risultati di un esperimento sono influenzati da così tanti parametri da non avere mai la certezza assoluta di un risultato univoco
Per fisica ed astrofisica non mi sento di parlare (ma non mi sembra che anche lì la gente si ammazzi di fatica...), ma posso assicurare che chimica è un corso di laurea fattibilissimo ed assolutamente alla portata di tutti.
buon per te, ma non sono d'accordo
....
Traveller23
20-09-2008, 17:52
Risposte sparse:
- nella diatriba tra ingegneria vs facolta' umanistiche, penso che tutto dipenda da come si prendono le cose, e da come uno e' portato per certe materie. Ci possono essere ingegneri che non passerebbero esami in medicina o in psicologia, cosi' come psicologi che non saprebbero nemmeno da dove iniziare con analisi e fisica.
- per l'eta' o il resto, se uno e' capace si fara' strada qualsiasi sia l'eta' di laurea, se invece sei un incapace beh non c'e' nessuna eta' (o facolta') che tenga. Alla fine ti prendono per quello che sai fare, non per cosa hai fatto prima (ovvio che finire a 23-24 e' meglio che 27-28, ci mancherebbe). Hai maggiori difficolta' a farti strada, ecco questo e' vero (perche' comunque il tuo biglietto da visita sono le esperienze pregresse, quindi se studente contano eta' di laurea e voto). Ma sono i casi della vita.
- il rispetto innanzitutto, e' inutile fare le lotte a chi e' meglio di chi. E' la vita che decide, e ognuno sceglie. Semmai si possono dare dei consigli, tanto di guadagnato.
Gargoyle
21-09-2008, 08:36
qual è innanzitutto;
In realtà è argomento di discussione (http://www.mauriziopistone.it/testi/discussioni/gramm01_qual.html): la mia grammatica di 10 anni fa non prende posizione sulla questione.
veramente ad ingegneria le matricole sono parecchie
Vuoi forse sostenere che le matricole di Ingegneria che sono di più di quelle di (ad esempio) Psicologia?
A Firenze circa un terzo dei neoiscritti va a Psicologia: i restanti due terzi sono divisi tra tutte le altre facoltà (Lettere, Scienze della Formazione, Scienze Politiche, Medicina, Scienze, Ingegneria) e non credo che Firenze sia l'eccezione alla regola...
il problema è che già dopo il primo semestre le classi iniziano a svuotarsi perché la gente si rende conto che per passare un esame non basta studiare mezz'ora al giorno.
Le classi si vuotano ovunque, anche a Storia o Giurisprudenza.
Quanto allo studiare mezz'ora al giorno, dipende: se uno ha particolare memoria ed è particolarmente sveglio è più che sufficiente.
Poi io sono uno scemo e mi tocca studiare anche 50 ore la settimana, ma è un problema mio.
Se le facoltà scientifiche fossero facili, non ci sarebbero così pochi iscritti visto che comunque di laureati in giurisprudenza il mercato è saturo
Le facoltà scientifiche hanno pochi iscritti proprio perché il mercato è saturo: cosa ci fa un laureato in Fisica/Chimica nel mercato del lavoro di oggi?
Niente, almeno in Italia.
Non è un caso che tutti scappino all'estero: i laureati scientifici in Italia sono fuori mercato e le iniziative per "incentivare" questi corsi fanno peggio che meglio, perché immetteranno nel mercato del lavoro ancora più ragazzi che non servono al sistema paese.
Un ragazzo incerto sul suo futuro sa che facendo Giurisprudenza è possibile (per quanto improbabile) guadagnare ben più di 5000€ il mese.
E sa che facendo Chimica è grasso che cola se riesce a lavorare come perito chimico (figura per la quale basta un diploma di scuola superiore, eh...) per 1300€.
Il nostro ragazzo incerto ma attento ai quattrini, quale corso di laurea sceglierà?
difficilmente a filosofia ti verrà richiesto di imbastire di sana pianta una teoria filosofica ex novo, d'altronde l'analisi critica di un testo di Hegel rientra nelle opinioni personali o nella citazione di altri studiosi.
L'analisi critica rientra nelle capacità di interpretazione di un testo, e chiaramente è richiesta ad ogni esame che si rispetti.
Questo è essere posti davanti a quesiti non-standard.
Se io ho invece da risolvere un problema scientifico non basta dire: "secondo me si fa così", perché se parlo senza conoscere i presupposti fisici e le condizioni al contorno l'esperimento non mi riesce.
E' la stessa cosa: se ti viene chiesto un parere sulla filosofia morale in Hegel non puoi prescindere dalla conoscenza dei presupposti di tale filosofia morale, sennò stai parlando a vanvera.
Che nelle scienze umane non ci siano delle verità assolute non significa che tutti possano dire la prima cosa che passa loro in mente.
Sulla certezza dei dati sperimentali nutro dei seri dubbi: i risultati di un esperimento sono influenzati da così tanti parametri da non avere mai la certezza assoluta di un risultato univoco
Dipende in che ambito ed a che livello.
buon per te, ma non sono d'accordo
Su cosa non sei d'accordo?
Che Chimica sia fattibilissima te lo assicuro io.
Che Ingegneria sia fattibile lo dimostrano i tanti ingegneri dalla più varia preparazione.
blindwrite
21-09-2008, 11:33
giusto un appunto a Gargoyle, ti sei mai chiesto perchè 1/3 degli studenti si iscrive ad ingegneria o comunque a materie scientifiche e i 2/3 a materie umanistiche?
Tendenzialmente in una 5° superiore il 20% della classe è preparato a sufficienza per affrontare l'università e mettiamo che invece il 50% di una classe si iscriva.
Secondo te uno studente non molto dotato si iscriverà mai ad ingegneria?? credi che riuscirà mai a comprimere i suoi 5 anni di faticoso studio di matematica in una settimana di lezione di un prof di ingegneria??
Le materie scientifiche richiedono un'attitudine diversa da quella necessaria ad uno studio umanistico, e tendenzialmente uno studente trova molte meno difficoltà nel secondo ambito.
Sono un diplomato classico che ha scelto ingegneria, quindi conosco le difficoltà di entrambi i tipi di studio, e a mio avviso il paragone è molto azzardato.
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