netavv
04-07-2008, 14:18
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Calciatore-di-serie-A-cocainomane/2032104/6
Smantellata dall’Arma la banda legata alla ‘ndrangheta
Il gruppo riforniva 90 professionisti anche a domicilio
Calciatore di serie A cocainomane
Paolo Baron
Si riforniva a Padova con avvocati e imprenditori L’uomo della Smart gialla. E’ lui il bandolo grazie al quale i carabinieri dell’aliquota operativa del Radiomobile diretti dal tenente Marco Prosperi hanno dipanato la matassa della cocaina destinata ai vip padovani. E non solo padovani: fra i novanta nomi dei clienti della banda finita in manette, infatti, ci sono anche due giocatori di calcio professionisti: uno che milita in una squadra del Nord di serie A, l’altro in una formazione di un campionato minore. Ci sono voluti otto mesi a chiudere l’indagine. Ma è risultati giustificano da soli gli sforzi.
L’uomo della Smart Gialla si chiama Francesco Ferlito, ha 43 anni, e se il nome può dire poco, la sua faccia è nota al popolo della notte che sicuramente l’ha vista nei locali più alla moda di Padova e provincia, estivi e non, siano essi in ville o in capannoni post industriali. Un uomo in grado di rifornire i clienti ad ogni ora e in ogni luogo (anche a domicilio). A Padova compravano la cocaina da lui avvocati, professionisti di ogni genere, insospettabili imprenditori e tantissime donne. Compravano sempre poche dosi alla volta, aumentando le richieste durante il weekend. Nel febbraio scorso, per esempio, un imprenditore, prima di andare a trascorrere il fine settimana a Cortina è passato da Ferlito per un paio di «tazzine di caffè», come venivano chiamate le dosi, tanto per «sciare sia con i piedi, sia con il naso», una volta arrivato a destinazione.
Ferlito è stato arrestato il 27 giugno scorso, perché bloccato insieme ad altre cinque persone. Quel giorno, i militari hanno fatto irruzione all’ora di pranzo in una villa al civico 85 di via Bordin a Cadoneghe, abitazione di Pietro Alberto Magliari, 51 anni, noto alle forze dell’ordine come esponente di spicco della ’ndrangheta della cosca dei Coriglianesi, personaggio conosciuto molto bene dalla Dda di Reggio Calabria per questioni legate allo spaccio e alle estorsioni e - dicono gli investigatori - emigrato al Nord per espandere i propri affari. A tavola con Magliari e Ferlito c’erano anche sua moglie Agiolina Fuscaldo, 47 anni, Saverio Consoli, 34 anni, Maurizio Ferraro, 33 anni, (anche quest’ultimi calabresi) e Hassen Hedfi, 31 anni, tunisino, marito della figlia di Magliari. Hedfi e Magliari sono stati sottoposti a fermo di pg per traffico di stupefacenti, gli altri arrestati per detenzione ai fini di spaccio. Nel giardino dell’abitazione di via Bordin i militari hanno trovato (sepolti) 1,5 chili di cocaina pura all’80 per cento, 20 grammi di cocaina «rossa», ovvero mischiata con una sostanza morbida che fa sì che la droga possa essere soltanto fumata. In casa c’erano anche 11.700 euro in contanti. Sequestrati anche otto telefoni cellulari.
Uno di questi, appartenente a Tarek Brahmi, 29 anni, l’ultimo degli arrestati, c’erano memorizzati quasi mille nomi. Nomi di battesimo e a fianco l’auto guidata. La più piccola era una Mini Cooper One. Anche fra i clienti di Brahmi la maggior parte erano donne, che pagavano subito e in contanti.
L’inchiesta coordinata dal pm Roberto Lombardi apre nuovi scenari. Per esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento e lo spaccio di cocaina in città. Spaccio controllato in questo caso da un personaggio legato alla ’ndrangheta che si faceva arrivare lo stupefacente sia dalla Colombia, attraverso i suoi canali, sia dall’Olanda, sfruttando i contatti ben collaudati da anni con personaggi tunisini.(04 luglio 2008)
Smantellata dall’Arma la banda legata alla ‘ndrangheta
Il gruppo riforniva 90 professionisti anche a domicilio
Calciatore di serie A cocainomane
Paolo Baron
Si riforniva a Padova con avvocati e imprenditori L’uomo della Smart gialla. E’ lui il bandolo grazie al quale i carabinieri dell’aliquota operativa del Radiomobile diretti dal tenente Marco Prosperi hanno dipanato la matassa della cocaina destinata ai vip padovani. E non solo padovani: fra i novanta nomi dei clienti della banda finita in manette, infatti, ci sono anche due giocatori di calcio professionisti: uno che milita in una squadra del Nord di serie A, l’altro in una formazione di un campionato minore. Ci sono voluti otto mesi a chiudere l’indagine. Ma è risultati giustificano da soli gli sforzi.
L’uomo della Smart Gialla si chiama Francesco Ferlito, ha 43 anni, e se il nome può dire poco, la sua faccia è nota al popolo della notte che sicuramente l’ha vista nei locali più alla moda di Padova e provincia, estivi e non, siano essi in ville o in capannoni post industriali. Un uomo in grado di rifornire i clienti ad ogni ora e in ogni luogo (anche a domicilio). A Padova compravano la cocaina da lui avvocati, professionisti di ogni genere, insospettabili imprenditori e tantissime donne. Compravano sempre poche dosi alla volta, aumentando le richieste durante il weekend. Nel febbraio scorso, per esempio, un imprenditore, prima di andare a trascorrere il fine settimana a Cortina è passato da Ferlito per un paio di «tazzine di caffè», come venivano chiamate le dosi, tanto per «sciare sia con i piedi, sia con il naso», una volta arrivato a destinazione.
Ferlito è stato arrestato il 27 giugno scorso, perché bloccato insieme ad altre cinque persone. Quel giorno, i militari hanno fatto irruzione all’ora di pranzo in una villa al civico 85 di via Bordin a Cadoneghe, abitazione di Pietro Alberto Magliari, 51 anni, noto alle forze dell’ordine come esponente di spicco della ’ndrangheta della cosca dei Coriglianesi, personaggio conosciuto molto bene dalla Dda di Reggio Calabria per questioni legate allo spaccio e alle estorsioni e - dicono gli investigatori - emigrato al Nord per espandere i propri affari. A tavola con Magliari e Ferlito c’erano anche sua moglie Agiolina Fuscaldo, 47 anni, Saverio Consoli, 34 anni, Maurizio Ferraro, 33 anni, (anche quest’ultimi calabresi) e Hassen Hedfi, 31 anni, tunisino, marito della figlia di Magliari. Hedfi e Magliari sono stati sottoposti a fermo di pg per traffico di stupefacenti, gli altri arrestati per detenzione ai fini di spaccio. Nel giardino dell’abitazione di via Bordin i militari hanno trovato (sepolti) 1,5 chili di cocaina pura all’80 per cento, 20 grammi di cocaina «rossa», ovvero mischiata con una sostanza morbida che fa sì che la droga possa essere soltanto fumata. In casa c’erano anche 11.700 euro in contanti. Sequestrati anche otto telefoni cellulari.
Uno di questi, appartenente a Tarek Brahmi, 29 anni, l’ultimo degli arrestati, c’erano memorizzati quasi mille nomi. Nomi di battesimo e a fianco l’auto guidata. La più piccola era una Mini Cooper One. Anche fra i clienti di Brahmi la maggior parte erano donne, che pagavano subito e in contanti.
L’inchiesta coordinata dal pm Roberto Lombardi apre nuovi scenari. Per esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento e lo spaccio di cocaina in città. Spaccio controllato in questo caso da un personaggio legato alla ’ndrangheta che si faceva arrivare lo stupefacente sia dalla Colombia, attraverso i suoi canali, sia dall’Olanda, sfruttando i contatti ben collaudati da anni con personaggi tunisini.(04 luglio 2008)