View Full Version : Italia in Afghanistan (news, avvenimenti, fatti)
Dopo attenta ponderazione mi sono deciso ad aprire questo thread, l'informazione sui nostri mezzi di stampa è nulla a riguardo di ciò che succede in afghanistan nell' ambito della missione italiana.
Nel thread raccoglierò notizie (giorno per giorno se possibile) riguardo ciò che succede laggiù e quel che fanno i nostri soldati nell' ambito del Regional Commanda Capital e Regional Command West, ovvero le 2 zone in cui vi sono soldati italiani.
Spero sia apprezzato.
Articolazione del contingente nazionale (aggiornato alle ultime info disponibili, lo riaggiorno quando ci sono cambiamenti)
Regional Command Capital
-personale di Staff e di Supporto nell'ambito del comando di RC-C a Kabul
-compagnia genio guastatori (parte del multinational engineer group)
-gruppo supporto d'aderenza (assicura il supporto nazionale per i rifornimenti, il mantenimento ed i trasporti)
-nucleo polizia militare
Regional Command West (comando italiano, truppe da italia, spagna, lituania, stati uniti)
-personale di Staff e di Supporto nell'ambito del comando di RC-W a Herat su base brigata Sassari
-Battle Group North (su base del 151° reggimento fanteria) volta a mantenere la sicurezza nell'area della provincia di Herat e concorrere alla Quick Reaction Force italo-spagnola, rinforzato da 8 VCC Dardo dei Bersaglieri. Basata a Herat e le basi operative avanzate "Todd" e "Tarquinia".
-Battle Group South (su base 152° reggimento fanteria, comprende assetti JTAC (joint tactical air controller), EOD (explosive ordnance disposal), logistici, comando&controllo. Basata a Farah presso la base "El Alamein" e la base operativa avanzata "Tobruk" .
-Task Force C4I (assetti comando,controllo,comunicazioni, intelligence)
-Task Force 45, raggruppa gli assetti di forze speciali italiane operanti nel RC-W
-Task Force Air, 4 elicotteri CH47C, 8 A129 Mangusta, 4 UAV da ricognizione Predator, 4 elicotteri AB212, 1 cargo C130J, 3 C27J, 4 AMX Ghibli
-Task Force ANCOP, 35 carabinieri per l'addestramento della polizia afghana
-Task Froce Grifo, 16 finanzieri per l'addestramento delle guardie di confine afghane
Reparto Autonomo di Al Batheen (emirati arabi uniti), 3 C130J per assicurare il flusso logistico in zona di operazioni.
disposizione del contingente italiano sul territorio:
http://img72.imageshack.us/img72/6779/afgmapx.jpg
pallino verde: FOB Todd (bala morghab)
pallino rosso: MOB di Herat
pallino giallo: FOB Tobruk (Bala Buluk)
pallino viola: MOB El Alamein (Farah city)
pallino azzurro: FOB Delaram (Delaram) NON PIù SOTTO CONTROLLO ITALIANO
pallino nero: FOB Tarquinia (Shouz)
Iniziamo subito con 2 notizie recenti:
Il Contingente italiano della Task Force Surobi del Regional Command Capital, ha inaugurato nel villaggio di Surobi una biblioteca. La struttura, composta da un edificio di due piani realizzato in breve tempo, è stata intitolata alla memoria del Sottotenente Giovanni Pezzulo, ufficiale della Task Force caduto in un attacco avvenuto lo scorso febbraio.
La biblioteca è stata consegnata alle autorità afghane completamente arredata e dotata di 1200 libri, relativi ad argomenti di arte, storia, letteratura, musica e religione. Nell'area di Surobi sono infatti presenti 18 scuole e gli studenti sentivano particolarmente l'esigenza di una biblioteca dove trovare libri da consultare.
All'inaugurazione erano presenti il Ministro dell'Istruzione afghano, il rappresentante del Ministero della Cultura e della Tradizione, il Governatore del distretto di Surobi, il Comandante delle Forze Operative Terrestri e le massime autorità nazionali della capitale afghana.
La realizzazione della biblioteca è stata una iniziativa degli specialisti del CIMIC Group South di Motta di Livenza su precisa richiesta del governatore e dei malek del distretto di Surobi e realizzata dai paracadutisti del 185° Reggimento e dagli alpini paracadutisti del 4° Reggimento.
(fonte: Contingente Italiano in Afghanistan)
Oggi invece polizia afghana e militari italiani hanno bruciato circa 1100kg di eroina sequestrata
http://img140.imageshack.us/img140/6641/afghan1yq0.jpg
http://img367.imageshack.us/img367/6559/afgan2lr2.jpg
Spero sia apprezzato.
Apprezzatissimo...Ottimo thread!!!;)
Aggiornalo eh, che è molto interessante!
marcolinuz
16-06-2008, 20:55
Oggi invece polizia afghana e militari italiani hanno bruciato circa 1100kg di eroina sequestrata
Speriamo che nessuno sia andato in overdose :D
Ma l'eroina non dovrebbe andar distrutta in altro modo? :rolleyes:
aggiunta la composizione del contingente
molto interessante grazie mille.
usa9999999999
17-06-2008, 09:36
Interessatissimo, seguo con attenzione... :)
Il Contingente italiano a Kabul avvia un corso per ufficiali della polizia afgana
I militari del Contingente nazionale a Kabul, attualmente su base 9° reggimento Alpini di Cuneo, hanno avviato alcuni giorni orsono un "corso basico di Staff" per gli Ufficiali della polizia afghana che operano nell'area sotto la responsabilità italiana.
Scopo del corso è quello di fornire le basi sulle procedure da utilizzare nelle attività congiunte fra i militari italiani e gli agenti della KCP (Kabul City Police), al fine di rendere più efficace l'interazione tra le stesse.
Il corso, della durata di tre settimane, è stato suddiviso in tre fasi: la prima inerente l'insegnamento della lingua inglese applicata alla terminologia militare e l'utilizzo del computer; la seconda, prettamente operativa, ha lo scopo di far acquisire agli Ufficiali le nozioni basilari sulle moderne tecniche di gestione della crisi e sul processo di pianificazione operativa; la terza, mira infine a garantire l'analisi delle informazioni acquisite sul terreno.
L'attività, inserita nel programma di assistenza delle forze di polizia locali, è organizzata e gestita da un team di istruttori italiani ed è la naturale prosecuzione del "Joint Training Course" che gli Alpini di Italfor hanno tenuto per sei settimane tra marzo e aprile in favore della polizia afghana.
Trasporto sanitario da parte della Task Force Air del Regional Command Capital
L'altro ieri, dopo una segnalazione arrivata direttamente dal Governatore del distretto di Surobi ai militari del Contingente nazionale che operano in quell'area, è stato effettuato il trasporto di un bambino di 8 anni che necessitava, a seguito di un incidente, di un accurato controllo medico al piede sinistro.
Il personale dell'Aeronautica Militare Italiana che costituisce la Task Force Air, ha provveduto al trasporto del piccolo malato dal proprio villaggio alla base del Regional Command Capital nella capitale afghana. Ricoverato presso l'ospedale militare francese, il bambino e' stato sottoposto ad un intervento medico che ha consentito di scongiurare ulteriori problematiche e che permetterà al ragazzo di poter guarire.
La Task Force Air, componente elicotteristica italiana, ha cominciato il suo mandato lo scorso 4 giugno ed opera alle dipendenze del Regional Command Capital, articolazione di ISAF (International Security Assistance Force) e responsabile della regione di Kabul, al comando del Generale di Brigata Federico Bonato.
I militari della task force Surobi del Regional command capital, hanno rinvenuto, grazie alle indicazioni della popolazione, il 100° deposito occulto di munizioni individuato nella regione di Kabul dal 1° gennaio 2008. L’importante risultato è stato conseguito grazie alla presenza capillare sul territorio dei militari del contingente multinazionale a guida italiana e ai rapporti di fiducia con le autorità e la popolazione locale che le pattuglie del Regional command capital, operanti con le forze di sicurezza afghane, hanno saputo stringere e sviluppare in sei mesi di attività sul terreno.
Il materiale finora rinvenuto nella regione di Kabul dai militari del Regional command capital ammonta complessivamente a: 6.598 proiettili, 671 colpi di mortaio, 478 razzi, 693 spolette, 75 kg di esplosivo, 145 granate, 117 mine, tre pistole, due sistemi contraerei, due fucili, un mortaio.
Il contingente di Surobi è inoltre impegnato nel processo di ricostruzione e, in tale ambito, sono stati realizzati nei primi sei mesi del corrente anno una biblioteca, una clinica, il locale distretto di polizia, un ponte pedonale sospeso di 70 metri, tre ponti pedonali e 30 pozzi d’acqua potabile. Sono attualmente in fase di realizzazione: tre scuole, due cliniche veterinarie, una stazione di polizia, un ponte pedonale e ventisei pozzi d’acqua potabile. Ai progetti infrastrutturali si aggiungono poi quelli a impatto immediato: distribuzione di viveri, abiti, attrezzature didattiche, attrezzi agricoli, supporto medico e veterinario. Per la realizzazione complessiva dei progetti nel distretto di Surobi sono stati spesi finora circa 1,3 milioni di euro stanziati dal ministero della Difesa.
La task force Surobi è composta da militari provenienti dal 4° reggimento alpini paracadutisti di Bolzano, dal 185° reggimento Rao (ricognizione e acquisizione obiettivi) della brigata Folgore di Livorno e da assetti specialistici.
Fonte: Regional Command Capital, Kabul
Bene bene...ottimo lavoro!;)
Phantom II
21-06-2008, 01:36
Sarebbe interessante avere anche una stima di quanto è oneroso il mantenimento del contingente.
Se poi si riuscisse ad equiparare questo dato con qualche riscontro oggettivo in merito alla positività della presenza militare italiana in Afghanistan, si avrebbe un quadro interessante per valutare se il contribuente sta gettando o meno al vento il proprio denaro.
Sarebbe interessante avere anche una stima di quanto è oneroso il mantenimento del contingente.
Se poi si riuscisse ad equiparare questo dato con qualche riscontro oggettivo in merito alla positività della presenza militare italiana in Afghanistan, si avrebbe un quadro interessante per valutare se il contribuente sta gettando o meno al vento il proprio denaro.
Denaro al vento??? ma leggi cosa fanno? Scuole, ospedali, biblioteche, addestramento polizia, ponti, edifici ecc ecc ecc ecc
Charonte
21-06-2008, 09:17
con tutto il bisogno che ce in italia ditemi voi se dobbiamo andare la a sprecare soldi e risorse x nulla
perche alla fine a noi ci viene in tasca nulla
bah
Charonte
21-06-2008, 09:18
Denaro al vento??? ma leggi cosa fanno? Scuole, ospedali, biblioteche, addestramento polizia, ponti, edifici ecc ecc ecc ecc
si come in libia :asd:
poi , 1 volta costruite , ci hanno preso a calci in culo :asd:
furbi siamo
si come in libia :asd:
poi , 1 volta costruite , ci hanno preso a calci in culo :asd:
furbi siamo
vabbè, inutile parlare...l'importante è che i nostri militari aiutano quella popolazione.
Tutto il resto, è solo aria consumata inutilmente per futili polemiche ideologiche...alla faccia dell'umanità, dell'aiuto.
Charonte
21-06-2008, 10:32
vabbè, inutile parlare...l'importante è che i nostri militari aiutano quella popolazione.
Tutto il resto, è solo aria consumata inutilmente per futili polemiche ideologiche...alla faccia dell'umanità, dell'aiuto.
va bhe
contento tu di aiutare quella gente
liberissimi di andare dove vogliono x carita, ma non col nostro esercito e i nostri soldi
io li voglio qua in italia , in giro x le strade , che ne abbiamo piu bisogno
non la, dove tanto non cambiera assolutamente nulla
questo è il mio pensiero
giusto o sbagliato che sia
vabbè, inutile parlare...l'importante è che i nostri militari aiutano quella popolazione.
Tutto il resto, è solo aria consumata inutilmente per futili polemiche ideologiche...alla faccia dell'umanità, dell'aiuto.
:eek: :eek: :eek: :eek:
Dj Ruck in versione rossa?!? :rotfl:
Battute a parte, io ritengo che la missione in Afganistan sia oggettivamente utile, almeno finché non neutralizzeremo i taliban. Piuttosto credo che dovremmo ritirarci immediatamente dalla missione in Libano, che ritengo essere molto dispendiosa ed inutile dato che i nostri soldati non possono fare praticamente niente. Ma questo è un altro discorso e proseguirlo significherebbe andare off-topic.
va bhe
contento tu di aiutare quella gente
liberissimi di andare dove vogliono x carita, ma non col nostro esercito e i nostri soldi
io li voglio qua in italia , in giro x le strade , che ne abbiamo piu bisogno
non la, dove tanto non cambiera assolutamente nulla
questo è il mio pensiero
giusto o sbagliato che sia
Pensiero rispettabile ma non condivisibile...
Oggi più che mai gli eserciti, oltre agli addestramenti puramente militari e alle missioni puramente militari che svolgono, sono chiamati a portare aiuti alla popolazione tramite la costruzioni di edifici pubblici, ospedali, scuole e altro...e questo mi rende molto orgoglioso del nostro esercito...che anche in situazioni non bellicose sa come far valere il suo valore.
:eek: :eek: :eek: :eek:
Dj Ruck in versione rossa?!? :rotfl:
:eekk: :eekk: :eekk: :eekk:
Beh, io non penso che i soldati facciano solo guerre, morte e distruzione...;)
Battute a parte, io ritengo che la missione in Afganistan sia oggettivamente utile, almeno finché non neutralizzeremo i taliban. Piuttosto credo che dovremmo ritirarci immediatamente dalla missione in Libano, che ritengo essere molto dispendiosa ed inutile dato che i nostri soldati non possono fare praticamente niente. Ma questo è un altro discorso e proseguirlo significherebbe andare off-topic.
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con tutto il bisogno che ce in italia ditemi voi se dobbiamo andare la a sprecare soldi e risorse x nulla
perche alla fine a noi ci viene in tasca nulla
bah
si potrebbe dire lo stesso del combattere la fame nel mondo..
si potrebbe dire lo stesso del combattere la fame nel mondo..
Gli aiuti per alleviare il problema della fame nel mondo sono inviati regolarmente, anche se megari non in quantità sufficiente, non lo so. Il problema è un altro: la quasi totalità degli aiuti vengono rubati dalla corruzione delle istituzioni locali a tutti i livelli. L'unico modo per far arrivare gli aiuti dove veramente ce n'è bisogno e distribuirli con la presenza di scorte armate o direttamente ai militari. Da qui ad una specie di neo-colonialismo il passo è però breve: è una delle ragioni per cui penso che in un mondo globalizzato i governi nazionali non abbiano più senso. Vedo sempre più il bisogno di un governo mondiale unico, ovviamente di tipo federale, con capacità economiche e militari molto forti ed indipendenti (per evitare che diventi un altro ONU). Non dico questo per qualche romanticismo ideologico, ma per bisogni molto concreti di cui quello della distribuzione degli aiuti è solo un esempio. Le motivazioni, ovviamente, sono molte altre, ma qui finiremmo con l'andare off-topic.
Phantom II
21-06-2008, 11:29
Denaro al vento??? ma leggi cosa fanno? Scuole, ospedali, biblioteche, addestramento polizia, ponti, edifici ecc ecc ecc ecc
Il discorso è sempre lo stesso. Nelle attuali condizioni italiane il contribuente si può permettere spese simili? Personalmente ritengo di no.
Tanto per essere chiari, l'esercito lo vorrei dovunque tranne a pattugliare le strade italiane (magari con l'intendo politico di creare il precedente che giustifichi il governo a far uso degli uomini in mimetica quando gli gira, sul modello delle democrazie sudamericane di 20 anni fa).
Il discorso è sempre lo stesso. Nelle attuali condizioni italiane il contribuente si può permettere spese simili? Personalmente ritengo di no.
Tanto per essere chiari, l'esercito lo vorrei dovunque tranne a pattugliare le strade italiane (magari con l'intendo politico di creare il precedente che giustifichi il governo a far uso degli uomini in mimetica quando gli gira, sul modello delle democrazie sudamericane di 20 anni fa).
Quindi tu preferiresti far rimanere l'esercito in caserme a non far niente...pagando quindi il loro inutilizzo, che essere all'estero ad aiutare la popolazione in uno scenario di guerra con costruzioni di strutture, cure sanitarie, culturali, addestramenti polizia ecc ecc???
Beh, di gran lunga preferisco pagare il mio esercito affinchè svolga tutto ciò che serva ad aiutare i popoli stranieri nella LORO terra, evitando così le carovane migratorie.
Phantom II
21-06-2008, 11:48
Quindi tu preferiresti far rimanere l'esercito in caserme a non far niente...pagando quindi il loro inutilizzo, che essere all'estero ad aiutare la popolazione in uno scenario di guerra con costruzioni di strutture, cure sanitarie, culturali, addestramenti polizia ecc ecc???
Beh, di gran lunga preferisco pagare il mio esercito affinchè svolga tutto ciò che serva ad aiutare i popoli stranieri nella LORO terra, evitando così le carovane migratorie.
Certo, preferirei tenere l'esercito nelle caserme primo perché costa sicuramente meno che mantenerlo a qualche migliaia di chilometri da casa, secondo perché considero una stortura madornale l'assegnare all'esercito ruoli umanitari che assolutamente non gli competono.
Per quanto riguarda le carovane migratorie, sono molto scettico sul fatto che qualche ponte e scuola costruiti qua e la in giro per il mondo servano realmente a qualcosa. I processi da mettere in atto sarebbero ben altri, primo fra tutti un radicale cambiamento dello status quo in base al quale, per garantire il benessere ad una porzione di mondo, quello che resta deve essere brutalizzato economicamente o militarmente.
Certo, preferirei tenere l'esercito nelle caserme primo perché costa sicuramente meno che mantenerlo a qualche migliaia di chilometri da casa, secondo perché considero una stortura madornale l'assegnare all'esercito ruoli umanitari che assolutamente non gli competono.
Contento tu...peccato che nell'esercito non la pensino così, e che tra i tanti militari ci sono tantissimi laureati che si mettono al servizio e in aiuto di un'altra popolazione costruendo ottime strutture dei servizi primari cui ogni uomo necessita. Per fortuna abbiamo un esercito ad altà professionalità in tutti i settori...sia puramente militari che umanitari.
Per quanto riguarda le carovane migratorie, sono molto scettico sul fatto che qualche ponte e scuola costruiti qua e la in giro per il mondo servano realmente a qualcosa. I processi da mettere in atto sarebbero ben altri, primo fra tutti un radicale cambiamento dello status quo in base al quale, per garantire il benessere ad una porzione di mondo, quello che resta deve essere brutalizzato economicamente o militarmente.
Vai a chiedere al governo Afghano, o all apopolazione locale se i nostri militari sono ben visti o mal visti, se la popolazione abbia bisogno di loro nella costruzione di strutture che altrimenti non esisterebbero.
Certo, preferirei tenere l'esercito nelle caserme primo perché costa sicuramente meno che mantenerlo a qualche migliaia di chilometri da casa, secondo perché considero una stortura madornale l'assegnare all'esercito ruoli umanitari che assolutamente non gli competono.
Per quanto riguarda le carovane migratorie, sono molto scettico sul fatto che qualche ponte e scuola costruiti qua e la in giro per il mondo servano realmente a qualcosa. I processi da mettere in atto sarebbero ben altri, primo fra tutti un radicale cambiamento dello status quo in base al quale, per garantire il benessere ad una porzione di mondo, quello che resta deve essere brutalizzato economicamente o militarmente.
L'esercito non ha compiti umanitari? Mah le varie missioni nel mondo ti smentiscono in maniera clamorosa e comunque basta leggere le argomentazioni che ho presentato nel precedente post per giustificare l'esistenza dell'esercito ed il suo impiego nelle missioni umanitarie più che abbondamentemente!
Gli alpini di Italfor consegnano un ambulanza alla comunità di Musay
Gli Alpini di Italfor hanno consegnato ieri un ambulanza, acquistata con i fondi del Ministero della Difesa, al responsabile di un ambulatorio della comunità di Musay, area sotto la responsabilità italiana a circa quaranta km a sud di Kabul.
A margine della consegna ufficiale dell'ambulanza il Dottor Akbar, responsabile dell'ambulatorio di Musay, ha aggiunto: "Voglio ringraziare gli Italiani per questo ennesimo esempio di attenzione nei riguardi del sistema sanitario provinciale. Oggi sono qui per ricevere attrezzature che saranno molto utili agli abitanti di molti villaggi della valle di Musay".
La consegna dell'autoveicolo, dotato delle più moderne apparecchiature sanitarie, è inserita in un più vasto programma di solidarietà incentrato sia sulla distribuzione di aiuti che sulla costruzione di infrastrutture di pubblico interesse, con il particolare coinvolgimento delle autorità e delle comunità locali delle aree meno sviluppate. Attività simili vengono condotte frequentemente in tutta la regione di Kabul, non solo da militari del Contingente italiano ma anche dai reparti francesi e turchi, dipendenti dal Regional Command Capital, attualmente a guida italiana.
Importante contributo degli assetti cinofili dell'Esercito alla missione del Regional Command West
Attivi da poco più di un anno nella Forward Support Base (FSB) di Herat, la base aeroportuale avanzata della missione ISAF nell'Afghanistan occidentale, i nuclei cinofili dell'Esercito assicurano un compito fondamentale per il mantenimento delle condizioni di sicurezza del Regional Command West (RC-W).
"Sono oltre 1200 i controlli che i nostri cani effettuano ogni mese sui veicoli in ingresso alla base", sottollinea il Vice Comandante dell'FSB, Maggiore dell'Aeronautica Luca Moglia, del 50esimo stormo di Piacenza, "un'attivita' considerevole a cui si sommano importanti ritrovamenti che hanno permesso la distruzione di ingenti quantitativi di esplosivi e munizioni."
Solo la scorsa settimana il team EOD (Explosive Ordnance Disposal) dell'FSB ha distrutto 97 proiettili da 52 a 115mm di diametro e 20 bombe da mortaio da 82mm. Gli ordigni provenivano da un caché individuato in un'attività ricognitiva grazie al supporto determinante delle unita' cinofile.
In una recente esercitazione, durante la visita ad RC-W del Generale John McColl, Vice Comandante di SHAPE, gli assetti del gruppo cinofilo dell'Esercito hanno dimostrato appieno l'elevato livello di efficacia e professionalità acquisiti. "E' stupefacente la loro velocita' e precisione di ricerca. Meriterebbero veramente la medaglia per il loro prezioso lavoro in questa missione" ha affermato il Generale McColl auspicando una collaborazione tra i centri militari cinofili dei paesi della NATO cosi' da garantire il migliore sviluppo possibile del settore.
21 giugno, distribuzioni aiuti umanitari presso Khaja
http://i184.photobucket.com/albums/x249/lancero444/junho/20080621175154ENLUS0139109312140707.jpg
http://i184.photobucket.com/albums/x249/lancero444/junho/20080621175250ENLUS0139109612140707.jpg
http://i184.photobucket.com/albums/x249/lancero444/junho/20080621175322ENLUS0139109712140708.jpg
http://i184.photobucket.com/albums/x249/lancero444/junho/20080621175449ENLUS0139110112140708.jpg
Avviato dai militari del Regional Command Capital il programma di informatizzazione del principale ospedale pediatrico di Kabul
I militari del Contingente Italiano del Regional Command Capital hanno consegnato ieri all'ospedale pediatrico "Indira Gandhi" di Kabul, alcuni computer che consentiranno l'avvio di un programma di informatizzazione.
Questo progetto renderà immediatamente possibile la gestione dei pazienti, delle cartelle cliniche, dei laboratori e delle farmacie dell'ospedale, grazie ad un programma "open source", fornito dall'organizzazione "Informatici senza frontiere".
I militari del Regional Command Capital hanno provveduto ad installare i computer presso gli uffici amministrativi, nelle accettazioni del pronto soccorso e del "day hospital" ove ogni giorno sono visitati decine di bambini.
Alla distribuzione hanno presenziato il Comandante di Italfor, Colonnello Andrea Mulciri, il Ministro della Sanità afgano, dott. Sayed Mohammad Amin Fatimi ed altre autorità locali. Il progetto rientra in un più ampio programma che punta al miglioramento dei servizi forniti dai centri ospedalieri e ambulatoriali della regione di Kabul. Un analogo progetto è infatti in corso nel distretto di Surobi ove alcune cliniche, gia' ristrutturate dal Contingente nazionale, saranno a breve dotate dei medesimi strumenti.
Il PRT italiano amplia la rete fognaria della città di Herat
Ieri le autorità governative di Herat ed i vertici militari del Regional Command West hanno inaugurato l'ampliamento della rete fognaria cittadina: più di 3 km di nuove canalizzazioni destinate a servire il fabbisogno delle 2000 famiglie che popolano i quartieri cittadini di Shalbafan, Badmurqhan and Darb Araq.
Tra le autorità convenute per la consegna ufficiale dei lavori alla comunità locale, il Governatore di Herat, Sayed Hussain Anwari, il sindaco della città, Mohammad Rafiq Mujaddadi, il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Francesco Arena ed il Comandante del Provincial Reconstruction Team (PRT) di Herat, Colonnello Giuseppe Levato.
"Grazie a questo significativo intervento - ha ricordato il Governatore Anwari - si ridurrà notevolmente per la popolazione l'esposizione a rischi di malattie infettive ed epidemie conseguenti al drastico incremento delle temperature estive".
Un progetto importante per un ammontare di 126.000 euro, finanziato dal Ministero della Difesa italiano e gestito dal Provincial Reconstruction Team di Herat tramite il proprio team di cooperazione civile-militare composto da tecnici e personale specializzato nel campo dei lavori di ingegneria civile.
TRUPPE ITALIANE A FARAH
HERAT "Presto" 500 militari italiani saranno impiegati a Farah, turbolenta provincia dell'area occidentale afgana. E' quanto è emerso in un briefing operativo che il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha avuto con il generale Francesco Arena, comandante della regione ovest della missione Isaf della Nato.
Il numero complessivo dei militari italiani in Afghanistan resterà però sostanzialmente invariato. In particolare, agli inizi di agosto, l'Italia cederà alla Francia il comando della regione di Kabul e 300 uomini torneranno a casa. A Kabul resteranno circa 500 uomini mentre nella regione Ovest resteranno schierati complessivamente quasi 2000: di questi, appunto, 500 saranno schierati a Herat e un centinaio a Delaram, sempre al confine tra la regione occidentale e quella meridionale dell'Afghanistan.
SERVONO PIU' RISORSE E PIU' ELICOTTERI
Per il controllo del territorio della Regione di Herat, per il controllo dell'Afghanistan "servono più uomini e più mezzi". Lo ha detto il generale Francesco Arena, comandante del settore occidentale della missione della Nato Isaf, incontrando il ministro della Difesa, durante la visita del Ministro.
"Abbiamo meno uomini di quelli che normalmente vengono impiegati per garantire l'ordine pubblico in una partita come Roma-Lazio - ha detto il generale - Il problema è quello sia di poter contare su un maggior numero di militari, sia di un maggior numero di mezzi per il trasporto".
Replica il Ministro La Russa:
E' necessario dotare i militari che stanno in Afghanistan di un maggior numero di elicotteri. "Sarebbe necessario avere molti più elicotteri soprattutto per due ragioni", ha spiegato il ministro. "La prima è per facilitare gli spostamenti in una regione così vasta e accidentata, mentre la seconda - ha aggiunto - è legata alla sicurezza: è evidente che utilizzando gli elicotteri come mezzi di trasporto si corrono meno rischi, ad esempio quelli delle mine".
La Task Force Surobi realizza alcune opere infrastrutturali a favore dell'agricoltura
Lo scorso 30 giugno, nella valle di Jegdaleg, sono stati inaugurati dai militari della Task-Force, quattro nuovi pozzi d'acqua. I soldati italiani, dopo aver verificato l'efficienza degli impianti, hanno provveduto al tradizionale taglio del nastro alla presenza delle autorità locali.
Contemporaneamente, nel villaggio di Nawabad, è stata celebrata la realizzazione di un altro progetto: un muro per il contenimento di acqua piovana che contribuirà a rendere meno grave il problema della siccità in quest'area rurale. Entrambe i progetti per l'irrigazione sono stati realizzati con fondi nazionali.
Queste attività rientrano nel "Progetto Agricoltura" che consiste, tra l'altro, nella distribuzione di piante da frutto, attrezzature agricole, mangime per animali e semi di grano nel distretto di Surobi. Il lavoro dei campi rappresenta la principale forma di sussistenza della regione ed il progetto è rientrato in una serie di iniziative condotte dai militari italiani nel campo della ricostruzione e dello sviluppo.
ISAF: tre progetti ad Herat
Il Provincial Reconstruction Team (PRT) a guida italiana, su base 66° reggimento aeromobile "Trieste", ha dato inizio a tre nuovi progetti per la ricostruzione della provincia di Herat nell’ambito della missione ISAF. E’ stata posta la prima pietra per la realizzazione di un reparto chirurgico che amplierà il poliambulatorio della città di Ghoryan, circa 80 km ad ovest di Herat, che raddoppierà i 25 posti letto al momento disponibili. Il 3 luglio è iniziata poi la costruzione di una scuola nel villaggio di Slam Abad, nel distretto di Karukh, mentre ieri a Posht Kooh, distretto di Guzara, si è tenuta la cerimonia della posa della prima pietra per la costruzione di un poliambulatorio medico che servirà numerosi villaggi, per un bacino di utenza di circa 80.000 persone, alla presenza del comandante del PRT, colonnello Giuseppe Levato e del vice capo dipartimento della sanità pubblica della provincia, Dr. Jawad Momtaz.
(ANSA) - ROMA, 9 LUG - Sono rimasti vittime di una vera e propria imboscata i due militari italiani rimasti feriti oggi in Afghanistan. Secondo quanto si e' appreso al comando del contingente italiano ad Herat, la pattuglia e' stata attaccata con lanciarazzi e raffiche di kalashnikov mentre stava svolgendo un pattugliamento anti-mortaio a circa 5 km a nordest da Herat. I militari italiani hanno risposto al fuoco ma gli aggressori si sono dileguati.
(ANSA) - ROMA, 9 LUG - 'Non destano preoccupazioni', secondo quanto riferiscono fonti militari, le condizioni dei due fucilieri feriti oggi nei pressi di Herat. Uno dei due, un sottufficiale, ha riportato delle fratture agli arti superiori; l'altro, un ufficiale, solo leggere ferite. Dopo l'evacuazione con un elicottero si trovano entrambi nell'ospedale militare da campo di Herat. L'ordigno e' stato fatto esplodere al passaggio del mezzo italiano, probabilmente con un telecomando a distanza
San VTLM ancora una volta ci para il culo :O
(ANSA) - ROMA, 9 LUG - Sono rimasti vittime di una vera e propria imboscata i due militari italiani rimasti feriti oggi in Afghanistan. Secondo quanto si e' appreso al comando del contingente italiano ad Herat, la pattuglia e' stata attaccata con lanciarazzi e raffiche di kalashnikov mentre stava svolgendo un pattugliamento anti-mortaio a circa 5 km a nordest da Herat. I militari italiani hanno risposto al fuoco ma gli aggressori si sono dileguati.
(ANSA) - ROMA, 9 LUG - 'Non destano preoccupazioni', secondo quanto riferiscono fonti militari, le condizioni dei due fucilieri feriti oggi nei pressi di Herat. Uno dei due, un sottufficiale, ha riportato delle fratture agli arti superiori; l'altro, un ufficiale, solo leggere ferite. Dopo l'evacuazione con un elicottero si trovano entrambi nell'ospedale militare da campo di Herat. L'ordigno e' stato fatto esplodere al passaggio del mezzo italiano, probabilmente con un telecomando a distanza
San VTLM ancora una volta ci para il culo :O
Avevo letto stasera e sentito cmq La Russa dire che non erano in condizioni gravi...fortunatamente!!! Forza ragazzi!
ROMA Un solo razzo Rpg, tirato frontalmente, è il responsabile del ferimento dei due militari italiani, ieri, in Afghanistan. E' quanto è stato accertato finora dagli investigatori che si occupano dell'attentato, secondo cui il razzo non è esploso del tutto e ha impattato sullo spigolo superiore del mezzo, che ha retto.
Solo pochi centimetri più in là, e le conseguenze sarebbero state molto più gravi. La pattuglia di Fucilieri dell'aria, composta da due squadre di 5 uomini, su due Vtlm Lince, era impegnata in una perlustrazione 'anti-rocket' intorno all'aeroporto di Herat, dove in passato sono state trovate postazioni lanciarazzi e di mortaio. All'improvviso, il primo dei due Lince viene colpito da un Rpg, che però finisce contro lo spigolo superiore del mezzo e non esplode completamente: vetri e schegge feriscono i due militari, ma sarebbe andata molto peggio, viene sottolineato, se il razzo avesse centrato il parabrezza.
L'energia cinetica dell'Rpg si è invece scaricata tutta sul mezzo, che è stato fabbricato per resistere alle mine, ma che ha dimostrato di reggere bene anche questo tipo di impatto. Al razzo hanno fatto seguito raffiche di kalashnikov, che però non hanno centrato l'obiettivo. Chi indaga sull'attentato ha già compiuto più sopralluoghi sul posto, anche con l'ausilio di artificieri, per poter raccogliere elementi utili ad individuare i responsabili.
Allo stato, viene sottolineato, non ci sono ancora certezze, neppure sul numero: potrebbero essere state due sole persone, o magari un gruppo. Nessuna ipotesi viene accreditata neppure sulla matrice: in particolare, se si sia trattato di talebani, o magari di contrabbandieri o criminali comuni, disturbati nei loro traffici.
In questo periodo , oltre allo svolgimento delle attività operative che hanno visto complessivamente più di 800 pattuglie, di cui oltre 140 in collaborazione con la Kabul City Police (KCP), sono anche stati assicurati alla popolazione locale generi di prima necessità, aiuti umanitari, consulenza nella realizzazione delle infrastrutture urbane, assistenza sanitaria agli abitanti delle aree rurali e assistenza veterinaria di profilassi che ha permesso di trattare più di 600 capi di ovini e caprini, nonché una cinquantina di bovini.
Il contingente nazionale presente nella capitale afghana e? attualmente composto non solo dagli Alpini abruzzesi ma anche da una compagnia di genieri del 32° reggimento Genio Guastatori di Torino; da un plotone del 7° reggimento NBC di Civitavecchia; da una compagnia trasmissioni del 7° reggimento di Sacile (PN); da un plotone del 41° reggimento SORAO (Sorveglianza e Acquisizione Obiettivi) di Sora (FR) e da un nucleo di polizia militare del 7° reggimento Carabinieri di Laives (BZ).
Task Force Surobi porta a termine alcuni progetti in campo sanitario
Si è concluso lo scorso 5 luglio un programma di informatizzazione presso la clinica di Surobi dove i soldati italiani hanno provveduto ad installare quattro computer che renderanno possibile una gestione informatizzata delle cartelle cliniche, dei laboratori e delle farmacie interne.
Questo progetto è stato reso possibile grazie alla donazione di un software ?open source? fornito dall?organizzazione non governativa ?Informatici senza frontiere?.
La consegna odierna è stata preceduta nei giorni scorsi da analoghe donazioni sia a Kabul, presso l?ospedale pediatrico ?Indira Gandhi?, sia nell?area di Surobi, nelle Cliniche di Tizeen-e-Khas, di Jegdalek e di Uzbeen.
Il progetto di informatizzazione è uno dei molteplici interventi a favore della sanità pubblica afghana. Lo scorso 21 giugno infatti, presso l?ospedale principale di Surobi, è stata inaugurata l?apertura di una nuova camera per ?raggi x? completa di macchinari e piombatura delle pareti. Nell?occasione, il responsabile sanitario dell?ospedale ha voluto sottolineare la grande attenzione del Contingente Italiano verso la sanità pubblica.
AFGHANISTAN: RAPITI DUE CITTADINI TURCHI A HERAT
(ASCA-AFP) - Herat, 15 lug - Due cittadini turchi, che lavoravano per una ditta privata di costruzioni nella regione ovest dell'Afghanistan, sono stati rapiti con il loro autista da un gruppo di uomini armati nei pressi di Herat. Secondo il portavoce della polizia, Abdul Rauf Ahmadi, il sequestro e' avvenuto ieri sera a 10 chilometri dal centro della citta'.
La polizia, che ha ritrovato la vettura e i passaporti dei due turchi, non ha rilasciato ulteriori dettagli sottolineando come sia stata aperta un'indagine e avviate le operazioni di ricerca.
red/lus/alf
Piccolo OT:
easyand. ma sei un militare?:mbe:
nema
Che tradotto in lingua italiana sarebbe?
no! :D
Afghanistan: dal 5 agosto l'Italia si concentrerà a ovest
Roma, 22 lug (Velino) - Il prossimo 5 agosto l’Italia cederà in Afhganistan la guida del Regional command Capitol (Rc-C) alla Francia che assumerà l’incarico forse per un anno intero. Nello stesso periodo comincerà la razionalizzazione delle nostre forze militari nel Paese asiatico. Questa prevede la riduzione dei soldati a Kabul e il rinforzo del contingente a Herat nella regione ovest. Sul primo fronte il parziale rientro, come annunciato nei mesi scorsi dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, farà sì che venga rispettato il numero massimo annuale di soldati impiegabili sul teatro come stabilito dal Parlamento. “In Afghanistan ci sono oggi 2.600 militari italiani – aveva spiegato il ministro in un’audizione alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato -. Circa 300 sopra il limite massimo deciso in Parlamento. Ma ad agosto ci sarà una sensibile riduzione di truppe (si scenderà a 2.000-2.100 soldati), in quanto il nostro Paese non avrà più il comando della capitale (Regional command Capitol, Rc-C)”. Lasceranno Kabul il gruppo di comando, gli assetti logistici e la task force a Surobi. Rimarrà, invece, il battlegroup alle dipendenze del Rc-C. “La riduzione a Kabul e il rafforzamento del contingente presente nella regione ovest, porterà la forza italiana a essere composta da circa 2.400 soldati a ottobre 2008”.
Sul secondo versante, invece, si consoliderà la nostra posizione nell’area occidentale grazie all’arrivo di nuovi distaccamenti di forze speciali e alla nascita del Battlegroup (quattro compagnie: tre di fanteria leggera e una corazzata) che andrà a sostituire l’attuale Quick reaction force (Qrf, tre compagnie italiane e una spagnola) e verrà rinforzata, come annunciato da La Russa, l’area meridionale della regione ovest. E cioè il distretto di Delaram in provincia di Farah dove già esiste una Forward operating base nella quale opera una compagnia italiana a rotazione. “È stata da tempo rilevata la necessità di aumentare le capacità di sorveglianza e controllo del territorio della porzione meridionale della regione ovest, dove si sono manifestati preoccupanti episodi di violenza. Tale esigenza – aveva affermato il ministro -, potrà essere soddisfatta a partire dal prossimo mese di ottobre, attraverso una graduale immissione di una parte degli assetti resi disponibili dalle 'economie' operate nella regione di Kabul”.
Il Velino
ci si da da fare
Afghanistan: 30 taleban uccisi
Il bilancio potrebbe aumentare perche' l'operazione e' in corso
(ANSA) - HERAT (AFGHANISTAN), 22 LUG - I militari della coalizione a guida Usa e le forze afghane hanno ucciso e ferito piu' di 30 taleban in combattimenti. Gli scontri sono avvenuti nell'ovest del paese, nel distretto di Bala Boluk nella provincia di Farah. Il bilancio potrebbe aumentare perche' l'operazione e' ancora in corso. Un convoglio Usa e' stato attaccato stamani con armi leggere e razzi a Bala Boluk. E' stato chiesto l'appoggio aereo, ma i velivoli non hanno sparato.
ISAF rejects Farmakan and Bakhtabad villages civilian casualty claim
KABUL, Afghanistan - ISAF has thoroughly investigated and rejects claims that ISAF forces killed more than 50 civilians in the Shindand area. The claims originated in the media from the tribal elder Haji Zalmai and District Chief Mullah Lal Muhammad who said that more than 50 civilians had reportedly been killed in the villages of Farmakan and Bakhtabad on Thursday, July 17.
Our extensive investigation reveals that the closest airstrikes carried out were 13 km to the South East of these villages.
ISAF therefore rejects these claims as baseless.
ISAF always operates giving the highest importance to protecting civilians, and deeply regrets any instances where civilians are mistakenly injured or killed.
It should never be forgotten the insurgents use indiscriminate methods which inevitably lead to deaths of many innocent Afghans.
Afghanistan: Liberati i due ingegneri turchi rapiti a Herat
I due ingegneri turchi rapiti la settimana scorsa a Herat, nell'ovest dell'Afghanistan, sono stati liberati questa notte dietro il pagamento di un riscatto. Lo si apprende da fonti della polizia afghana e del ministero degli Esteri turco. "I due cittadini turchi sono stati liberati questa notte ed hanno dichiarato che è stato pagato un riscatto per ottenere la loro liberazione", con queste parole il portavoce della polizia, Abdul Rauf Ahmadi, ha annunciato il rilascio dei rapiti. Non si sa a quanto ammonti il riscatto e chi l'abbia pagato. Un funzionario del ministero degli Esteri turco ha confermato che "i due sono salvi e stanno viaggiando verso la Turchia con un volo privato". I due turchi, che si trovavano in Afghanistan per un progetto di costruzione a Islam Qala, al confine con l'Iran, erano stati rapiti insieme con il loro autista, lo scorso 14 luglio, da due uomini armati introdottisi nella loro casa alla periferia di Herat
Aiuti agli afghani.
http://www.youtube.com/watch?v=KNoWtYDUIo4&NR=1
ROMA (27 luglio) - Due elicotteristi italiani sono stati rimpatriati nei giorni scorsi da Herat, in Afghanistan: secondo fonti militari, la misura è stata disposta «esclusivamente per motivi sanitari», in seguito alla situazione di stress psico-fisico diagnosticata ai due soldati al termine di un impegnativo ciclo operativo. «Nei loro confronti - spiegano - non è stato adottato alcun provvedimento».
Secondo il quotidiano "Il Tempo", invece, la decisione sarebbe stata invece adottata perché i due elicotteristi si sarebbero rifiutati di sparare «durante uno scontro a fuoco in cui erano coinvolti anche militari italiani. La loro giustificazione è stata che sulla linea di tiro c'erano anche civili». Dopo questo episodio, scrive il quotidiano, i due piloti di elicotteri Mangusta, sono stati «immediatamente rimpatriati» e sul fatto è stata aperta un'inchiesta.
Il comando del contingente italiano ad Herat ribadisce però che le cose stanno diversamente. I due elicotteristi, spiega una fonte militare, hanno accusato uno «stato di disagio» al termine di una serie di missioni operative e si sono presentati in infermeria, dove è stato diagnosticato loro uno stato di forte stress psico-fisico che il medico ha giudicato incompatibile con i compiti loro assegnati in quel difficile teatro di operazioni. I due militari sono stati quindi rimpatriati e, dopo un periodo di osservazione al Policlinico del Celio, come prescritto in questi casi, sono tornati alla loro base di Rimini.
«Si è trattato di un rimpatrio dovuto esclusivamente a motivi sanitari» viene ribadito da Herat, dove dicono di «non sapere nulla» di eventuali inchieste aperte sull'episodio. Da parte del comando del contingente italiano, in ogni caso, «non è stato adottato alcun provvedimento» nei confronti dei due piloti.
Nella provincia di Herat il PRT inaugura 60 nuovi pozzi
Gli italiani aprono i ?rubinetti? e la provincia di Herat dà il benvenuto a 60 nuovi pozzi e quindi all?inizio di una sempre più vicina ripresa della microeconomia locale. Nelle giornate del 5 e 6 di agosto, il Provincial Reconstruction Team a guida italiana, su base 66° Reggimento aeromobile ?Trieste?, ha infatti inaugurato 60 nuovi pozzi sparsi nei distretti di Injiil, Karhok e Koshk.
Si è concluso così un progetto prezioso per l?Afghanistan occidentale, visto che permetterà di soddisfare l?esigenza di acqua potabile da poter utilizzare per gli usi domestici, ma anche per poter irrigare i campi o abbeverare il bestiame, con un conseguente miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
I lavori sono stati supervisionati e seguiti dagli specialisti del CIMIC Centre (Cooperazione Civile e Militare) del PRT e sono stati interamente finanziati dal Ministero della Difesa per un totale di 73mila euro. L?opera rientra nel più vasto progetto di supporto all?agricoltura e all?economia del paese, ma anche a favore di un miglioramento igienico e sanitario, che porterà entro la fine dell?anno a realizzare un totale di 180 pozzi artesiani.
Il Provincial Reconstruction Team ha avviato di recente un?altra attività volta a fornire acqua potabile ad una larga parte della popolazione del capoluogo della provincia, con la creazione di una vasta rete idrica urbana. Nella mattinata del 4 agosto, infatti, nella città di Herat, nei quartieri di Now Abad, Ghaizan-e-sangar e Jakkan , si è dato inizio ai lavori per la realizzazione di una rete di tubature - oltre 30 Km di condotti idrici interrati - che andrà a rifornire di acqua potabile circa 200 mila persone.
Il costo finale dei lavori si aggirerà attorno ai 215 mila euro e dovrebbero concludersi nel mese di novembre.
Il PRT di Herat contribuisce al miglioramento della rete viaria di Kabul
Il Provincial Reconstruction Team (PRT) di Herat a guida italiana su base 66° Reggimento Aeromobile ?Trieste?, ha fatto dono, alla polizia municipale della città, di una fornitura completa di segnali stradali (1300 cartelli) e di vernice (4000 Kg) per la realizzazione di segnaletica orizzontale.
Il progetto va a completare una serie di attività che hanno in passato portato alla donazione di palette per il traffico, uniformi, attrezzature e corsi di formazione per il personale. Infatti, anche con la collaborazione della protezione civile della Bassa Romagna, sono stati organizzati dei corsi di aggiornamento professionale, gestiti e condotti da personale specializzato proveniente dall?Italia.
Contestualmente, si è fatto dono, presso la redazione di Herat Tv (televisione locale), di una telecamera, mixer e altri apparati elettronici per il montaggio e l?elaborazione delle immagini e del suono, per integrare quelli esistenti e favorire così la diffusione dell?informazione e della cultura attraverso la realizzazione di programmi a carattere sociale.
Proprio in tale ottica il PRT ha messo in contatto la polizia municipale di Herat e la rete televisiva locale, che hanno stretto un accordo per la realizzazione di una campagna divulgativa per la sensibilizzazione all?educazione stradale, rivolta in particolar modo ai bambini.
Task Group ''Ancora'': missione compiuta
La Marina Militare, con il Task Group ?Ancora? il 18 agosto scorso ha terminato il suo impegno ad Herat, nell?ambito del Regional Command West.
Il Task Group, presente in Teatro dall?8 dicembre passato, dopo 321 missioni, 497 ore di volo, impiegando 24 piloti e 18 specialisti con i due elicotteri SH-3D ?Sea King? del 4° gruppo di Grottaglie(TA), ha effettuato operazioni di medevac, casevac, assetti di reazione rapida e trasporto di personale.
?Sono veramente soddisfatto del lavoro svolto da tutti ? ha commentato il Capitano di Fregata pilota Gabriele Martiniani, Comandante del Task Group Ancora - si sono fatti trovare sempre pronti e preparati per affrontare ogni situazione e ogni missione, in qualsiasi condizione?.
“I proiettili sollevavano sbuffi di sabbia conficcandosi davanti ai mezzi. Ci tiravano razzi Rpg da tutte le parti. Anche la base era sotto attacco. Non dimenticherò mai le fiammate delle esplosioni all’interno del fortino, dove la mia compagnia rispondeva al fuoco”. Inizia così, con il racconto del primo caporalmaggiore Pasquale Campopiano, il reportage del nostro inviato Fausto Biloslavo sull’ultima battaglia dei soldati italiani in Afghanistan.
http://blog.panorama.it/mondo/2008/08/28/agosto-di-fuoco-in-afghanistan-i-video-in-esclusiva/
articolo: http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=29-08-2008&pdfIndex=21
Hanno fatto un ottimo lavoro!
AFGHANISTAN: FERITI 2 ITALIANI
ROMA - Due militari italiani sono rimasti feriti, in maniera non grave, durante una operazione di avio-rifornimento: sono stati colpiti da un fusto di carburante che era stato lanciato con un paracadute da un aereo nella provincia di Badghis, nell'Afghanistan occidentale. Lo hanno detto all'ANSA fonti del comando del contingente italiano ad Herat.
L'incidente è avvenuto intorno alle 7:30 locali a Bala Morghab, una località nella provincia di Badghis (nel settore occidentale dell'Afghanistan), dove gli italiani da poco gestiscono una 'Fob', cioé una base operativa avanzata. Durante un avio-rifornimento, il vento ha spostato dalla traiettoria prevista un fusto di carburante lanciato da un C-130 con un paracadute: il pesante contenitore ha quindi colpito due militari italiani impegnati in questa operazione, che sono rimasti feriti.
Subito soccorsi, sono stati trasportati con un elicottero super Puma spagnolo alla base di Herat, dove sono già stati trattati. "Stanno bene", assicurano dal comando italiano, spiegando che hanno riportato solo lievi ferite e forti contusioni e che essi stessi hanno avvisato i loro familiari. I militari feriti sono entrambi appartenenti al I/o reggimento bersaglieri di Cosenza e, in Afghanistan, svolgevano compiti di 'Omlt', cioé di addestramento e di assistenza delle forze di sicurezza locali.
ansa
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Gli elicotteri dell'Aeronautica Militare si rischierano a Kabul
Si concluderà alla fine del mese di agosto l?esperienza degli elicotteristi italiani sui cieli di Kabul. La macchina logistica si è da pochi giorni messa in moto per permettere il rischieramento dell' unità dell' Aeronautica Militare italiana che impiega elicotteri del tipo AB-212 da Kabul ad Herat, presso il Regional Command West (RC-W), a guida italiana.
Gli AB-212 sono elicotteri ?multi-ruolo?. Hanno compiti di ricognizione, di trasporto del personale, di guerra elettronica, eli-assalto e sgombero sanitario.
Il 26 luglio del 2005, sono stati i Marinai del 4° Gruppo Elicotteri di Grottaglie (TA) i primi italiani ad avere occasione di volare con velivoli ad ala rotante sui cieli afgani.
Durante questi tre anni di impiego nella regione della Capitale afgana, equipaggi dell'Aeronautica Militare si sono periodicamente avvicendati con i colleghi della Marina Militare.
Attualmente la leadership della Task Force AIR è del 21° Gruppo Volo del 9° Stormo ?Francesco Baracca? di Grazzanise (CE), agli ordini del Tenente Colonnello pilota dell'Aeronautica Militare Alfonso Cipriano.
Afghanistan: attacco a italiani
Nessun soldato ferito, riferisce il Comando a Herat
(ANSA) - ROMA, 7 SET - Un attentato kamikaze e' stato compiuto in Afghanistan contro un convoglio militare italiano: nessun soldato e' rimasto ferito. L'attacco e' avvenuto quando un convoglio del Prt (Team di ricostruzione provinciale) di Herat stava tornando alla base dopo la posa della prima pietra di un centro sociale per vedove: un'esplosione ha investito il primo veicolo, un Toyota blindato. Ad agire sarebbe stato un kamikaze a piedi. L'auto e' riuscita a proteggere gli occupanti
L’attività dei genieri Eod in Afghanistan
Giuseppe Genovesi, 5 settembre 2008
L’Afghanistan dal 1979 al 2001 ha conosciuto un periodo quasi ininterrotto di eventi bellici che ha prodotto nel Paese danni pesanti a livello infrastrutturale ed economico. Tra le nefaste eredità lasciate dalla lunga sequela di guerre, un posto preminente viene riservato al rischio di mine e ordigni esplosivi. Vista l’economicità e l’alto potere impeditivo di queste armi, agli inizi degli anni Ottanta ne sono state seminate nel Paese centro-asiatico un numero dell’ordine del milione di esemplari.
Ancora oggi a sette anni dalla caduta del potere dei talebani, gli incidenti per mine si contano quasi quotidianamente e, per questo motivo, uno dei principali compiti delle forze Isaf (la International Security Assistance Force della Nato) presenti nel territorio afgano è quello di cooperare nella segnalazione di campi minati e nella rimozione di ordigni esplosivi non detonati.
Per quanto riguarda poi la bonifica del territorio dalle mine, sono attive delle organizzazioni non governative (Ngo, Non governmental organization) che svolgono un lavoro incessante su tutto il territorio afgano. Queste organizzazioni sono coordinate da un’agenzia delle Nazioni Unite dedicata al rischio mine (United Nation mine action agency, Unmaca), che tiene aggiornato un database con i dati dei campi minati finora scoperti e segnalati in Afghanistan.
Le forze Isaf invece focalizzano la loro azione sul rischio Uxo (Unexploded Ordnance, ordigno inesploso) di cui il territorio è colmo. Per svolgere questo compito, esistono delle unità del Genio specializzate nel riconoscimento e nella distruzione o messa in sicurezza di qualsiasi tipo di ordigno usato in questa porzione del globo terrestre. Tali unità sono chiamate team Eod (Explosive ordance disposal, bonifica ordigni esplosivi) e normalmente sono inserite nelle forze del Genio degli eserciti Nato.
Isaf dispone di diversi di questi team, ciascuno operante nell’ambito dei contingenti nazionali presenti nell’area di responsabilità, che riescono a far fronte, con una mole di lavoro non indifferente, ai continui ritrovamenti di ordigni nell’area di operazioni. Dato l’alto grado di rischio e la quantità d’informazioni che devono essere acquisite, il personale Eod ha un alto livello di specializzazione e dispone di un equipaggiamento costoso e avanzato per poter lavorare in completa sicurezza. La specializzazione di questo personale viene data da un continuo addestramento sul campo e dall’aggiornamento delle conoscenze sul materiale bellico diffuso nell’intero globo.
La quantità d’informazioni è quanto mai vasta e deve essere periodicamente aggiornata. La differenza fra il conoscere e non conoscere le caratteristiche di un ordigno può portare a conseguenze gravi. Per questo motivo, lo scambio di conoscenze con gli altri Paesi che operano sul terreno costituisce una base fondamentale di lavoro. Con l’allargamento dell’Alleanza Atlantica ai Paesi dell’Est europeo, si è avuto un accrescimento sensibile di know-how sugli ordigni di fabbricazione sovietica e sulle procedure di bonifica.
I pilastri su cui si basa la capacità Eod di un’unità sono tre: l’addestramento pratico e operativo; l’aggiornamento continuo delle informazioni sugli armamenti esistenti e l’acquisizione e uso di strumenti professionali con i quali operare. Quest’ultimo aspetto viene continuamente migliorato con l’acquisizione e la diffusione di strumentazioni che tendono a far diminuire il rischio che corre l’operatore Eod, alle prese con gli ordigni inesplosi. L’uso di equipaggiamenti specifici tende a ridurre il contatto diretto con l’Uxo da parte dell’operatore: per citare qualche esempio negli ultimi anni si è diffuso l’uso di robot o di strumenti elettronici di ricerca molto sensibili.
Tuttavia, non è da dimenticare che il contatto con l’ordigno è quasi sempre necessario, per cui le capacità personali e l’addestramento rimangono fondamentali per operare in sicurezza. I team Eod italiani, sono composti da personale specializzato e con una grande esperienza maturata in molti teatri operativi. Le capacità individuali di questo personale sono di particolare rilievo visto l’alto grado di specializzazione raggiunto dai nostri istituti di formazione che gestiscono un’enorme quantità di conoscenze, riguardanti quasi tutti gli ordigni conosciuti e che vengono continuamente aggiornati con un flusso incessante di notizie tra operatori e sede centrale.
Oltre all’attività tecnica, i nostri team Eod svolgono anche una funzione educativa nei confronti della popolazione locale, circa il rischio mine. Tali cattedre itineranti sono volte soprattutto a sensibilizzare i bambini, che per la loro naturale curiosità e vivacità sono vittime predestinate: attraverso la mostra statica di ordigni inerti e semplici regole di sicurezza, vengono raggiunti risultati considerevoli.
Il rischio da ordigni esplosivi viene accentuato dalla presenza di organizzazioni terroristiche che perseguono i loro obiettivi destabilizzanti facendo largo uso di dispositivi esplosivi improvvisati e che costituiscono una minaccia perenne per la popolazione civile e per le forze militarii principali bersagli dell’azione terroristica. Per far fronte a questa minaccia, esiste una branca Eod focalizzata al disinnesco di questi ordigni. Si chiama Iedd (Improvised explosive devices disposal, bonifica ordigni esplosivi improvvisati).
Data la particolare natura degli ordigni con cui si deve operare, che non sono prodotti in serie e che quindi posseggono intrinsecamente un alto grado di incertezza, gli operatori Iedd sono altamente specializzati e tutto il personale viene tratto dai brevettati Eod con una considerevole esperienza alle spalle e con notevoli capacità tecniche. La gamma dei dispositivi con cui si devono relazionare questi operatori è quanto mai eterogenea e numerosa. L’unico limite alla varietà è dato dalla fantasia di chi li costruisce e, proprio per questo motivo, l’approccio alla bonifica di questi ordigni è difficilmente standardizzabile e molto è affidato alla capacità del singolo operatore.
L’equipaggiamento degli addetti Iedd è quanto di più tecnologico esista nel campo della bonifica. Si va dai robot controllati a distanza che riescono, attraverso dei getti d’acqua ad altissima pressione, a disinnescare o distruggere ordigni senza detonazione; alle tute individuali antiesplosivo sino alle apparecchiature di controllo ai raggi X.
In questa attività sono preziosi gli operatori ‘a quattro zampe’: i cani per la ricerca di esplosivi che riescono col loro fiuto a trovare piccolissime quantità di materiale detonante occultato nei posti più reconditi. Questi animali si dimostrano adatti quando si presenta la necessità di bonificare degli edifici grandi o che sono atti ad ospitare assembramenti di persone e persino veicoli per il trasporto di materiali di vario genere
KABUL: IL CONTINGENTE ITALIANO BONIFICA OLTRE 400 ORDIGNI
I militari del Contingente italiano a Kabul hanno terminato in questi giorni la bonifica di oltre 400 ordigni esplosivi rinvenuti nella propria area di responsabilità.
L’importante risultato è stato conseguito grazie alla presenza capillare sul territorio dei militari del Contingente Italfor, che opera su base 9° reggimento Alpini, e grazie ai rapporti di fiducia con le autorità e la popolazione locale che le pattuglie, operanti con le forze di sicurezza afgane, hanno saputo stringere e sviluppare in questi mesi di attività sul terreno.
Il contingente è inoltre impegnato nel processo di ricostruzione del paese.
Tra le opere realizzate figurano pozzi artesiani, canali di irrigazione e un ponte nella valle di Musahy.
Ai progetti infrastrutturali si aggiungono, poi, quelli a impatto immediato: distribuzione di viveri, abiti, attrezzature didattiche, supporto medico e veterinario nelle zone rurali della periferia della capitale.
AFGHANISTAN: CHIUSO AEROPORTO HERAT
Lanciati tre razzi sulla zona
(ANSA) - KABUL, 12 SET - L'aeroporto di Herat, in Afganistan occidentale, e' stato chiuso in seguito a un attacco con razzi avvenuto nel corso della notte.'I nemici dell'Afghanistan hanno lanciato 3 razzi sull'aeroporto, ma non ci sono vittime ne' danni', ha detto il portavoce della polizia di Herat. L'aeroporto e' stato chiuso per permettere alla coalizione internazionale a guida Usa (Enduring freedom) di perlustrare l'area. Una telefonata ha rivendicato l'azione al gruppo Al Mansur, alleato dei taleban.
I militari del Contingente italiano a Kabul hanno concluso ieri il corso di addestramento sulle procedure tecnico-tattiche di fanteria, rivolto ai colleghi dell?Afghan National Army, l?Esercito afgano.
L?addestramento, iniziato lo scorso 21 giugno, si è tenuto presso l?Headquarters Security Support Brigade (HSSB), la brigata dell?Esercito afgano che opera nell?area urbana di Kabul congiuntamente alle forze di ISAF (International Security Assistance Force). Scopo del corso è stato quello di fornire i rudimenti procedurali di base, al fine di rendere più efficace l?interazione tra le forze dalla coalizione della NATO che operano in Afghanistan e le forze di sicurezza afgane.
Inoltre, domani si aprirà il corso sulle tecniche di ambientamento e movimento in montagna, destinato sempre all?Afghan National Army. Dopo le preselezioni del personale, l?addestramento sarà articolato in due fasi: la prima, della durata di due settimane, prevede lezioni teoriche che si terranno a Camp Invicta, sede del Contingente italiano a Kabul; la seconda, verrà effettuata in Italia, presso il 6° Reggimento Alpini di Brunico (BZ).
L?obiettivo è quello di insegnare le basi necessarie per il movimento in montagna, le tecniche di arrampicata su una ?palestra di roccia? artificiale, la discesa in corda doppia, i nodi, l?uso delle funi, la messa in sicurezza di un tratto pericoloso di itinerario e il soccorso e trasporto di un ferito.
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Aggiornata la composizione del contingente
Arrivati a Herat due velivoli da trasporto C-27J dell'Aeronautica - operativi da oggi gli elicotteri AB-212 dell'Aeronautica provenienti da Kabul
Oggi alle 18 sono arrivati all?aeroporto di Herat due velivoli da trasporto C-27 J Spartan appartenenti al 98° Gruppo della 46^ Brigatra Aerea di Pisa provenienti da Al Bateen, Emirati Arabi Uniti. E? la prima volta che il nuovo velivolo dell?Aeronautica Militare viene impiegato in Afghanistan.
Il Tenente Colonnello pilota Gianluca Girelli, comandante del 98° Gruppo, sbarcato ieri insieme a 19 militari, tra equipaggi di volo e specialisti, seguirà in prima persona questa fase delle operazioni presso l?aeroporto militare di Herat.
Qui uno dei due velivoli C-27 J, dopo un primo periodo di ambientamento, sostituirà il velivolo da trasporto C-130 J che successivamente rientrerà in Italia per il previsto ciclo di manutenzione. Il secondo C-27 J verrà utilizzato come riserva. I compiti del C-27 J saranno quelli di soddisfare le esigenze di trasporto aereo all?interno della zona di operazione(Intra Theatre Airlift).
Fino a d oggi i C-130J dell'Aeronautica, inquadrati nel Task Group Albatros, nella regione di Herat hanno compiuto 1.261 sortite (1.420 ore di volo).
Da oggi sono pienamente operativi i tre elicotteri AB 212 del TG Tigre dell? Aeronautica, trasferitisi da Kabul ad Herat nei giorni scorsi. Dopo un breve periodo di ambientamento diurno e notturno hanno raggiunto la piena operatività (FOC, Full Operational Capability).
Impiegati dal 23 maggio scorso a Kabul, gli elicotteri AB-212 hanno svolto finora 140 ore di volo in 143 sortite.
Afghanistan, l'Italia invia quattro aerei Tornado a Herat
Roma, 23 set (Velino) - L'Italia invierà in Afghanistan quattro aerei Tornado. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri. Ignazio La Russa, titolare della Difesa, si è detto “soddisfatto” per il provvedimento, in quanto “era giusto che anche i Tornado italiani partecipassero alle attività” di copertura del nostro contingente e di quello dei paesi alleati, compito svolto finora dai Tornado tedeschi. L’invio degli apparecchi, per soli scopi di osservazione, era stato già ipotizzato dal ministro La Russa a giugno scorso durante la sua audizione davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa delle due Camere. Allora il ministro spiegò che era emersa l’ipotesi di inviare quattro caccia Amx, richiesti dagli alleati, per potenziare la componente aerea della regione occidentale afgana. L'invio fu tuttavia rinviato per mancanza di fondi, tanto che La Russa affermò che “per ora non se ne parla, vedremo in sede di rifinanziamento delle missioni all’estero”.
L’invio dei Tornado (sei) era stato deciso originariamente durante il precedente governo Berlusconi su proposta italiana. Poi, però, non fu confermato dall’esecutivo Prodi sia per ragioni di opportunità politica sia per carenza dei fondi e Isaf si organizzò diversamente. A oggi, infatti, operano nell’Ovest del Paese asiatico apparecchi olandesi, britannici, tedeschi e francesi. Mandare in Afghanistan i Tornado italiani agevolerà il lavoro proprio di questi ultimi due Paesi, negli ultimi tempi messi sotto pressione dalla guerriglia talebana, e permetterà a Parigi di spostare i suoi apparecchi a Kabul, in modo che siano pronti a intervenire immediatamente se i soldati francesi di stanza nelle aree limitrofe alla capitale dovessero nuovamente trovarsi sotto pesante attacco.
Afghanistan tra guerra e pace
parte 1
http://it.youtube.com/watch?v=z8vQBh-w4Ts
parte 2
http://it.youtube.com/watch?v=nEuYsfv-gJ0
parte 3
http://it.youtube.com/watch?v=J58UVDgoNm8
Afghanistan, gli italiani inaugurano un ponte nella valle di Musahy
I militari del contingente italiano a Kabul hanno inaugurato la costruzione dei muri di contenimento del ponte del villaggio di Deh-Kalan, sito nella valle di Musahy a 30 chilometri a sud della capitale afgana. Alla cerimonia hanno preso parte il colonnello Andrea Mulciri, comandante del contingente italiano e il governatore di Musahy Haji Sher Muhammad.
L’opera, che si inscrive in un più vasto ambito d’intervento dei militari italiani in Afghanistan, che spazia dalla sanità, alla formazione avanzata dell’esercito e della polizia locali e alla distribuzione di aiuti umanitari di vario genere, è conseguenza di colloqui e incontri con gli anziani del posto, con i capi dei villaggi, con i capi della shura, il consiglio dei capi villaggio. Si tratta del comprehensive approach, volto alla conoscenza delle esigenze del posto prima dell’avvio di interventi risolutori.
I muri di contenimento costituiscono la realizzazione di un’opera infrastrutturale importante per la regimentazione delle acque in un luogo dove gli straripamenti dei fiumi nel periodo invernale impediscono la viabilità o rallentano i flussi di movimento del traffico veicolare.
Il governatore Haji Sher Muhammad, dopo il taglio del nastro inaugurale, ha voluto sottolineare i buoni rapporti che legano gli abitanti di Musahy con i militari italiani, presenti nella valle dal giugno del 2005, dove i reparti alpini che si avvicendano periodicamente nell’area di Kabul, presidiano una base operativa avanzata denominata Fob Sterzing, nome in tedesco della cittadina altoatesina di Vipiteno, sede del 5° reggimento alpini che l’ha costituita. L’avamposto costituisce un punto strategico per il controllo del territorio e per i tutti movimenti terrestri provenienti da quella direzione.
Fonte: Stato Maggiore Difesa
Herat, inaugurati 30 chilometri di acquedotto
Nei giorni scorsi è stata inaugurata dal Provincial reconstruction team di Herat, su base 66° reggimento aeromobile Trieste, una rete di tubature che rifornirà di acqua potabile una grande zona a sud del capoluogo. L’acquedotto soddisferà le esigenze di circa un sesto della popolazione cittadina che in precedenza soffriva la mancanza di acqua potabile.
Il progetto, oltre 30 Km di condotti idrici interrati che attraverseranno tre quartieri cittadini tra i più popolosi, è stato disegnato e ideato dal personale specializzato del Cimic e realizzato da operai locali sotto la supervisione dei tecnici del Prt, che ne hanno garantito l’esecuzione e realizzazione. La rete idrica è stata interamente finanziata dal ministero della Difesa per un importo di 215.000 euro.
La cerimonia d’inaugurazione è stata presieduta dal governatore della Provincia, Sayed Hussain Anwari con il comandante del Prt colonnello Giuseppe Levato. Il governatore Anwari nel suo discorso ha evidenziato come l’acqua sia fonte di vita ed elemento essenziale per la crescita di un popolo, permettendo il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e con esse la qualità della vita. Anwari ha ricordato ancora una volta il costante impegno del Prt di Herat a favore del popolo afghano e delle autorità governative per favorire lo sviluppo e incentivare la crescita economica dell’area.
Fonte: Stato Maggiore Difesa
Cambio al vertice del Regional Command West di ISAF in Afghanistan
Dopo circa sei mesi, il Generale di Brigata Francesco Arena ha ceduto oggi il comando del Regional Command West (RC-W) di ISAF al Generale di Brigata Paolo Serra.
Alla cerimonia hanno presenziato il Comandante di ISAF, Generale David D. McKiernan ed il Generale di Corpo d?Armata Giuseppe Valotto, Comandante del COI (Comando Operativo di vertice Interforze). Numerose le altre autorità presenti quali l?Ambasciatore italiano Claudio Glaentzer, i Governatori delle province di Herat e Farah, Sayed Hussain Anwari e Rohul Amin, il Comandante del 207° Corpo d?Armata dell?Esercito afgano, Maggiore Generale Fazal Ahmad Sayar e il Comandante della Polizia Regionale, Maggiore Generale Al Haj Ekrammuddin.
?Voglio esprimere il mio sentito ringraziamento al Comandante di ISAF, Generale Mc Kiernan. E? stato un grande onore prestare servizio sotto il suo comando. Ho realmente apprezzato la sua guida ed il suo straordinario esempio.? Così il Generale Arena che ha aggiunto: ?Ringrazio le autorità governative e i Comandanti delle Forze di Sicurezza Nazionali afghane. Dico questo, perchè con i miei occhi ho visto un notevole miglioramento e incremento delle capacità di Esercito, Polizia e Guardia di Frontiera. Continuiamo il buon lavoro ! ?.
E? intervenuto il Generale Mc Kiernan che ha ringraziato il generale Arena per il servizio prestato al suo Paese e all?Alleanza Atlantica ed ha così aggiunto: ?il Regional Command West è stato un modello. I tuoi assetti hanno agito da mentori, addestrato e migliorato le forze di sicurezza afgane. Questo è progresso.? Nel dare il benvenuto al nuovo comandante ha detto: ?Serra, la nostra missione è quella di costruire un futuro di speranza e progresso per il popolo afghano?. Infine il Generale Valotto ha evidenziato quanto sia impegnativa la missione ISAF per l?Italia, perché implica una presenza continua, un?intensa attività operativa delle forze sul terreno.
Il Comando Occidentale di ISAF è da oggi incentrato, per la seconda volta dopo la Brigata Aeromobile ?Friuli?, su una unità organica, la Brigata Alpina ?Julia?, a vantaggio dell?omogeneità e del senso di appartenenza, pur senza variare la caratteristica interforze e di multinazionalità del Comando.
Sulla via dell'istruzione
Ieri, si è svolta presso il compound Vianini, sede del Provincial Reconstruction Team (PRT), la donazione di 500 libri alla locale biblioteca comunale.
Alla donazione ha partecipato, oltre al direttore della biblioteca, il capo dipartimento per la cultura e l?informazione, Mr. Sarwari, che ha espresso il suo apprezzamento per il forte contributo fornito dal PRT non solo nella ricostruzione, ma anche nello sviluppo della cultura e della democrazia.
Il PRT è attivo in molti settori, quali, ad esempio, quello della sanità, dell?educazione e dello sviluppo del settore agricolo.
In tale contesto, rientra anche la donazione, da parte del PRT di Herat, di 18 tonnellate di bulbi di zafferano al dipartimento per l?agricoltura, al fine di favorirne la coltivazione in sostituzione delle piantagioni di oppio.
I militari italiani consegnano due ambulanze agli afgani
I militari del Contingente italiano hanno consegnato ieri due ambulanze all?organizzazione non governativa STEP, che da anni opera in Afghanistan nel campo della sanità.
La donazione è inserita in un più vasto programma di solidarietà incentrato sia sulla distribuzione d?aiuti sia sulla ricostruzione d?infrastrutture di pubblico interesse, con il particolare coinvolgimento delle autorità e delle comunità locali delle aree meno sviluppate.
I due autoveicoli, dotati delle più moderne apparecchiature sanitarie, sono stati donati in Italia dall?Unità Sanitaria Locale di Pieve di Cadore e dalla Protezione Civile della Bassa Romagna. Serviranno due differenti strutture ospedaliere di Kabul, andando ad implementare i servizi a disposizione della cittadinanza nella sanità pubblica.
A margine della consegna ufficiale delle ambulanze, i responsabili della STEP hanno voluto ringraziare gli Italiani per questo ennesimo esempio di attenzione nei riguardi del sistema sanitario della capitale afgana.
I militari italiani consegnano viveri e vestiario agli afghani
I soldati italiani stanno intensificando gli aiuti umanitari per consentire alla popolazione locale di far fronte alle rigide temperature dei prossimi mesi. In questi giorni, infatti, gli alpini del 9° Reggimento hanno distribuito viveri, vestiti e giocattoli agli abitanti di Kabul.
Ognuna delle 100 razioni di viveri d?emergenza distribuite nel quartiere di Golkhaneh, per le famiglie della comunità Hazara di Kabul, che contiene 25 chili di riso, 25 chili di farina, 8 chili di fagioli rossi, 3 chili di zucchero, 3 chili di soia e 3 chili di ceci, permetterà ad una famiglia, della composizione media di sei persone, di sopperire alle esigenze alimentari di base per oltre un mese.
La donazione di vestiario (pantaloni, maglie, scarpe e giacconi), a favore di oltre 800 persone, è stata possibile grazie ad una raccolta di capi d?abbigliamento patrocinata dalla sezione dell?Aquila del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.
Il rappresentante dell?etnia hazara di Kabul, Mollah Tadj Mohammad Noori, ha espresso parole di profonda gratitudine nei confronti degli italiani, testimoniando i legami di amicizia che legano da tempo i due popoli.
Ferito un alpino a FarahIl caporale del quarto reggimento alpini paracadutisti di Bolzano, Giovanni Valeriani di Marcellina (Roma), è stato colpito ad una coscia in uno scontro a fuoco nell'ovest del Paese. Il militare, che ha già potuto parlare con i propri familiari per informarli dell'accaduto, è stato operato nella notte Italiani di nuovo di mira in Afghanistan. Un militare italiano è rimato ferito ad una coscia in uno scontro a fuoco avvenuto alcune ore fa a circa 40 chilometri da Farah, nell'ovest del Paese. A dare la notizia sono state fonti del comandando del contingente italiano ad Herat, sottolineando che il militare - il caporale Giovanni Valeriani, di Marcellina (Roma), un alpino del quarto reggimento - ha già informato personalmente la famiglia.
Lo scontro è avvenuto poco dopo le 2 locali, le 23.30 in Italia, tra una pattuglia di alpini e un gruppo di forze nemiche. Il militare, in servizio al quarto reggimento alpini paracadutisti di Bolzano, è stato colpito alla gamba sinistra: lo hanno stabilizzato e poi trasportato con un mezzo al centro sanitario del Prt (Povincial reconstruction team) statunitense di Farah dove è stato operato nella notte. L'intervento chirurgico, spiegano al comando del contingente italiano, ha avuto "esito favorevole''.
CONTINGENTE ITALIANO Attualmente i militari italiani in Afghanistan sono circa 2.400, tra Kabul ed Herat, nell'ovest, dove è schierato il grosso del contingente. Solo due giorni fa, giovedì, c'è stato l'avvicendamento al comando della Regione ovest tra il generale Francesco Arena e il generale Paolo Serra: ai fanti della brigata aeromobile 'Friuli' sono subentrati gli alpini della 'Julia'.
CONTROLLO DELLA REGIONE Lo scorso 5 agosto, a Kabul, l'Italia ha ceduto alla Francia il comando della Regione della capitale nella missione Nato-Isaf: un passaggio di consegne che ha avuto come conseguenza la graduale e progressiva riduzione del contingente. Contestualmente, c'è stato il rafforzamento di quello di Herat, dove è schierata un'intera brigata, con due 'battle group' ed altre aliquote operative, che possono contare sugli efficienti mezzi anti-mina 'Lince', su diversi elicotteri da trasporto, 6 elicotteri d'attacco Mangusta, 3 velivoli senza pilota 'Predator'. L'Italia ha deciso di inviare in Afghanistan anche 4 caccia Tornado da ricognizione, che dovrebbero essere operativi tra alcune settimane. Negli ultimi tempi si è assistito ad una recrudescenza di attacchi contro i militari italiani nell'ovest, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Unione Sarda
AFGHANISTAN: ATTENTATO HERAT, SALE A 6 BILANCIO FERITI ITALIANI
Herat, 18 ott. (Adnkronos) -
E' di sei militari feriti (tre ufficiali, due sottoufficiali ed un militare di truppa) il bilancio dell'attentato compiuto oggi ad Herat con un'autobomba contro una colonna di veicoli italiani. I sei militari, effettivi al contingente italiano che prende parte alla missione Isaf, non hanno riportato gravi ferite e sono attualmente ricoverati all'ospedale della base italiana di Herat.
(Mac/Gs/Adnkronos
Afghanistan: attacco ad un convoglio
con militari italiani. Nessun ferito
Attaccato con colpi di arma da fuoco nell'ovest del Paese
ROMA - Un convoglio composto da militari italiani, spagnoli e afghani è stato attaccato con colpi di arma da fuoco nell'ovest dell'Afghanistan: sono intervenuti in soccorso degli elicotteri e i soldati hanno potuto raggiungere tranquillamente la base dove erano destinati.
NESSUN FERITO - Non ci sono stati feriti tra gli alpini, che costituivano la componente italiana del convoglio. Lo si è appreso da fonti militari. È il secondo attacco che si registra negli ultimi due giorni che vede coinvolti soldati italiani. Sabato sei militari italiani erano rimasti feriti lievemente in un attentato avvenuto nei pressi dell'aeroporto di Herat, nell'Afghanistan occidentale.
corriere.it
Afghanistan, il consuntivo della Friuli a fine missione
Nei sei mesi trascorsi da aprile a ottobre 2008, sono state condotte due operazioni principali, la Bazaar nella provincia di Farah a sud e la Korha nella provincia di Badghis a nord, nell’ambito della regione occidentale dell’Afghanistan. Oltre a queste sono state condotte altre 41 attività operative.
Nel periodo considerato, le unità di manovra del Regional Command West hanno trascorso 153 giorni all’esterno della base, l’85% del totale. Sono state effettuate 6.992 pattuglie e 143 incontri con i capi villaggio locali (Kle, Key leaders engagement). In totale sono stati percorsi 512.700 chilometri.
Sono state effettuate 634 missioni operative di volo, con 1.412 ore di volo di elicotteri di vario tipo e 489 ore di volo di velivoli C-130 e C-27 J. Sono state movimentate per via aerea 1.881 tonnellate di materiale.
Nel campo della ricostruzione e dello sviluppo per l’anno 2008 sono stati pianificati dal Prt di Herat 53 progetti per un ammontare complessivo di quattro milioni e mezzo di euro. Quelli già conclusi sono 35, mentre 18 verranno avviati entro l’anno. Tra i principali progetti conclusi: il ponte Kharta nel centro di Herat; 32 km di acquedotto; 180 pozzi nei 15 distretti della provincia. Sono state effettuate inoltre 60 donazioni di materiali tra le quali 18 tonnellate di bulbi di zafferano e cinque di fertilizzanti per promuovere colture alternative al papavero da oppio.
Nelle quattro province del RC-W, Herat, Badghis, Ghor e Farah, sono stati distribuite oltre 180 tonnellate di aiuti umanitari e l’attività medica a favore della popolazione locale ha fornito assistenza sanitaria ad oltre 18.000 pazienti.
Fonte: Brigata Aeromobile Friuli
Completato il reparto di chirurgia del centro sanitario di Ghoryan (Herat)
Presso il compound ''Vianini'', cuore dell'attività italiana nella regione ovest dell’Afghanistan, il Comandante del Provincial Reconstruction Team (PRT), Colonnello Luca Covelli e il Dott. Alberto Vecchi, capo della componente civile del PRT, hanno incontrato il Capo Dipartimento della Sanità della Provincia di Herat, Dott. Rashed, in occasione del termine dei lavori e della completa attivazione del centro sanitario del distretto di Goryan (Herat).
L’opera, finanziata con fondi italiani, è stata progettata dal team di ingegneri civili ed ufficiali dell’Esercito appartenenti alla cellula CIMIC (Civilian and Military Cooperation) del PRT che hanno gestito e controllato i lavori edili, appaltati ad imprese afgane.
Il dottor Rashid, a nome di tutta la comunità afghana di Ghoryan, ha ringraziato il PRT a guida italiana che da sempre, guidato e coordinato dal Comando Regionale West, si impegna a supportare le autorità istituzionali provinciali nel processo di ricostruzione, sviluppo economico e governabilità.
6 mila litri di gasolio per la Shura della Provincia di Herat
Oggi presso il centro Cimic del Provincial Reconstruction Team (PRT) italiano ha avuto luogo una donazione di 6 mila litri di gasolio a favore del Consiglio provinciale del popolo della Provincia di Herat (Shura).
Il carburante donato consentirà ai funzionari della Shura provinciale di raggiungere da Herat city tutte le 15 sedi distrettuali del Consiglio, che si concentrano in un territorio di estensione simile all’insieme delle regioni Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta.
Il capo della Shura Provinciale di Herat, durante una riunione con il PRT italiano, ha ringraziato i militari italiani a nome della popolazione di Herat.
Uno stadio nuovo per il piacere di vivere lo sport
I contractors afghani, seguiti dagli ingegneri civili e militari della Cooperazione Civile e Militare (CIMIC) del PRT italiano di Herat, hanno terminato i lavori, finanziati con i fondi del Ministero della Difesa, di ristrutturazione degli spogliatoi e degli uffici dello stadio di Herat.
Nella circostanza, il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Paolo Serra, ha ricevuto messaggi di gratitudine da parte delle autorità locali, che rimarcano l'impegno e la costanza che il contingente italiano esprime a favore del popolo afghano, anche nel riportare il sorriso e dare speranza in attività sociali.
Donazione di materiali al centro per ustionati di Herat
Il PRT italiano, per sostenere il ''burn centre'' (centro per ustionati) di Herat, una delle realtà sanitarie più efficienti dell’Afghanistan, ha donato un ecografo, 100 coperte di lana, 500 kg di crema antiustione, 25 scatole di giocattoli per bambini, 120 kg di medicine di vario genere e libri per l’infanzia.
Il PRT, che dipende direttamente dal Comando Regionale West dell’Afghanistan guidato dal Generale di Brigata Paolo Serra, da sempre supporta il settore sanitario della Provincia di Herat. Quest’anno, infatti, ha avviato la realizzazione di 5 nuovi centri di primo soccorso
Il PRT supporta l'istruzione dei giovani afghani
I militari italiani del Provincial Reconstruction Team (PRT) per far fronte all'incremento di giovani studenti afghani hanno costruito, con finanziamenti del Ministero della Difesa, 6 nuove aule presso la scuola di Bagnazargà, realizzata nel 2005 dal PRT. Inoltre, venerdì scorso, ad Herat city la cerimonia di ''posa della prima pietra" ha ufficializzato l’inizio dei lavori di costruzione di una scuola composta da 16 classi.
Per quest'ultimo intervento, Il PRT italiano, a guida 8° Reggimento Alpini della “Julia”, ha accolto la richiesta pervenuta direttamente dal Capo Dipartimento dell’Educazione, al fine di adeguare la struttura scolastica all'accoglienza di circa 2300 studenti, che al momento, a causa del sovraffollamento, sono costretti a seguire le lezioni in tende di circostanza.
Il dottore Ghulam Hazrattanah, capo dipartimento dell’educazione, durante la simbolica cerimonia ha ufficialmente ringraziato il colonnello Luca Covelli, Comandante del PRT, per l’aiuto offerto a favore dello sviluppo nel settore educativo grazie alle risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero della Difesa.
Il progetto CIMIC (Cooperazione Civile-Militare) del PRT rientra nell’ambito del “two schools in each district”, programma per la realizzazione di strutture scolastiche nella Provincia.
Impegno del PRT per ricostruire la rete viaria della Provincia di Herat
Si sono ufficialmente conclusi i lavori di realizzazione di una strada di 7 chilometri in ghiaia compattata in un’area rurale della Provincia di Herat nel popoloso distretto di Zindajan.
Il PRT, seguito dal Comandante di RC- W, Generale di Brigata Paolo Serra, ha fatto un primo passo concreto nell’ambito di un ampio progetto, che prevede l’implementazione di quasi 100 chilometri di strada a favore degli afghani che vivono nella Provincia di Herat.
Il Governatore del distretto di Zindajan ha ringraziato il Colonnello Luca Covelli, comandante del PRT italiano, su base 8° Reggimento Alpini della “JULIA” aggiungendo “laddove c’era un piccolo sentiero adesso grazie agli alpini esiste una strada larga 6 metri che consentirà alle persone di raggiungere facilmente il centro di Herat proprio adesso che siamo alle porte del lungo inverno ”.
I militari italiani aiutano un bambino afghano nato con una malformazione
Il piccolo afghano Holfat, nato con un grave labbro leporino, è tornato alla base di Herat per incontrare i militari italiani che si sono interessati alla sua assistenza medica e ricevere un pacco di giocattoli preparato apposta per lui.
Il padre del bambino ha ringraziato i militari italiani ed ha espresso la sua felicità per la risoluzione del problema. Il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Paolo Serra, ha sostenuto che l’iniziativa dei militari italiani conferma ancora una volta che l’assistenza al popolo afghano rientra fra i principali compiti della nostra missione.
Terminati i lavori di una nuova stazione di Polizia
Si sono conclusi oggi i lavori di realizzazione di una stazione di Polizia, e relativo checkpoint, situata all’ingresso meridionale della città, lungo la strada principale del villaggio di Malan, nel distretto di Guzara.
Gli ingegneri militari della Cooperazione Civile Militare (CIMIC) hanno monitorato e supportato l’intero corso dei lavori effettuati dai contractor locali. Il Provincial Reconstruction Team (PRT), comandato dal Colonnello Luca Covelli, da sempre sostiene la Polizia Locale sia con donazioni di kit di equipaggiamento sia con concreti interventi nell’ambito delle infrastrutture.
Il Comandante del PRT ha evidenziato l’importanza strategica del nuovo checkpoint, finanziato dal Ministero della Difesa, che offrirà un’immagine di sicurezza ed al tempo stesso garantirà elevata visibilità alle forze di Polizia locale.
1° corso di giornalismo per la stampa locale
Lo Stato Maggiore della Difesa ha promosso l’iniziativa del Regional Command West tesa a sviluppare un corso di giornalismo a favore della stampa locale. I giornalisti afghani, che hanno accolto l’attività con entusiasmo, hanno partecipato numerosi allo stage formativo, presieduto dal giornalista Dott. Giampaolo Cadalanu.
Il Generale Serra, che in occasione dell’assunzione del comando del Regional Command West rese noto che avrebbe promosso tale iniziativa, ha consegnato, insieme al giornalista, i diplomi ai partecipanti.
L’iniziativa è un segno tangibile degli ottimi rapporti del Contingente italiano con la stampa locale, importante veicolo per informare la popolazione sui risultati conseguiti dai nostri militari e dalle Forze di Sicurezza afghane nell’ambito dei tre pilastri: sicurezza, ricostruzione e governabilità.
Militari italiani intervengono a supporto delle forze di sicurezza afgane
Nel corso dello scontro a fuoco verificatosi nella giornata odierna in Afghanistan nell’area di Bala Morghab, dove un convoglio delle Forze di sicurezza afgane è stato attaccato da Forze ''insorgenti'', sono intervenuti anche militari italiani e della coalizione.
In particolare, tale intervento, effettuato con fuoco aereo a supporto delle stesse Forze di sicurezza afgane, ha consentito di rendere inutilizzabili i mezzi militari afgani caduti nelle mani degli insorgenti e di soccorrere e disporre l’evacuazione medica dei soldati afgani feriti. I più gravi di essi sono ora ricoverati presso l’ospedale della Base italiana di Herat.
Nella Base remota di Bala Morghab attualmente opera la 6^ compagnia “La Bella” dell’8° reggimento della Brigata alpini “Julia”.
In 5 giorni tre progetti di ricostruzione per la comunità della Provincia di Herat
Negli ultimi giorni l’Unità della Cooperazione Civile Militare (CIMIC) del PRT ha finalizzato tre progetti.
È stato realizzato un argine di contenimento lungo il fiume Pavasdhan nel Distretto di Korouk. I dissesti idrologici che periodicamente colpiscono il Distretto di Korouk hanno spinto il Vice Governatore della Provincia, sig. Abdul Khaleq a richiedere al PRT un aiuto concreto teso alla realizzazione di un argine di contenimento a protezione delle esondazioni nella piana di Herat.
È stata edificata una nuova scuola nel villaggio di Tak Ham nel Distretto di Koshan. Una nuova scuola nel villaggio di Tak Ham, nell’ambito del main program “two schools in each District”, supporta il settore dell’educazione scolastica nella Provincia di Herat. L’intervento consentirà lo sviluppo delle risorse e dei mezzi necessari per il completamento della formazione culturale dei giovani afghani.
È stata completata una nuova stazione di Polizia nel villaggio di Neschin del Distretto di Guzara. Il PRT continua nell’attività di supporto alle forze di Polizia locali e la realizzazione della nuova Stazione offrirà una superiore capacità operativa ed al tempo stesso garantirà un’ immagine di sicurezza ed elevata visibilità alle Forze di Polizia locale.
Inaugurato il nuovo ponte sul fiume Morghab
Ieri è stato inaugurato un nuovo ponte realizzato sul fiume Morghab, che attraversa l’area nord della Regione Ovest dell’Afghanistan a pochi chilometri dal confine con il Turkmenistan. Sono intervenuti alla cerimonia il Ministro Afghano delle opere pubbliche, Dr. Ali Safari, il Consigliere d’Ambasciata, Alberto Vecchi, il Capo di Stato Maggiore della Difesa afghana, il Generale Bissmullah Khan, il Comandante di ISAF, il Generale David D. McKiernan, ed il Comandante di RC-W, il Generale di Brigata Paolo Serra.
L’opera è stata realizzata grazie ad un’ attività che ha visto il Comando ISAF di Kabul, il Regional Command West, le Forze di Sicurezza Nazionali Afghane trovare per la prima volta nell’isolata area occidentale dell’Afghanistan il pieno supporto della popolazione locale a testimonianza della stretta collaborazione che esiste tra ISAF e le istituzioni afghane che giorno dopo giorno si prodigano a favore della pace e dello sviluppo.
Il Dottor Ali Safari ha espresso parole di vivo apprezzamento. Come auspicato dal Ministro “il nuovo ponte porterà grandi benefici alla popolazione contribuendo allo sviluppo della rete rotabile dell’economia locale”. L’Autorità centrale nel ringraziare ISAF ha sottolineato che il centro di Bala Morghab ed i villaggi periferici hanno finalmente rinnovato una fondamentale infrastruttura viaria.
Il progetto si è concluso in poco più di un mese, sviluppandosi in tre fasi: nella prima metà di ottobre i genieri alpini del 2°Reggimento Genio della “Julia” inquadrati nel RC-Capital hanno caricato i materiali del ponte nella Capitale, di seguito i contractor locali hanno provveduto al trasporto muovendosi verso Bala Morghab con un viaggio di circa 600 chilometri, infine il Genio di RC-W insieme ai contractor locali ha completato il montaggio del manufatto lungo circa 45 metri.
Il ponte rappresenta un concreto passo in avanti verso la ricostruzione e lo sviluppo economico della Regione Occidentale dell’Afghanistan, e la realizzazione del progetto è avvenuta anche grazie agli Alpini del “Battle Group” su base Battaglione “Tolmezzo” dell’ 8° Reggimento Alpini comandato dal Tenente Colonnello Paolo Radizza che hanno consentito ai contractors locali ed ai Genieri del 2° Reggimento Guastatori di assolvere i propri compiti in piena sicurezza.
A Herat il Task Group "Pantera" subentra al Task Group "Tigre"
Ha avuto luogo oggi presso l’aeroporto militare di Herat il passaggio tra il Comandante del Task Group “Tigre” dell’Aeronautica Militare, Tenente Colonnello Alfonso Cipriano, e il comandante del Task Group “Pantera” della Marina Militare, Capitano di Fregata Gianni Altomonte.
Alla cerimonia ha presenziato il Colonnello pilota Francesco Vestito, Comandante della Joint Air Task Force (JATF), l’unità interforze alle dipendenze di RC-W che raggruppa gli assetti aerei italiani dell’ Esercito, della Marina e dell’Aeronautica Militare presenti nell’Afghanistan occidentale.
Il Col. Cipriano, nel suo discorso, ha ringraziato il Comandante di RC-W, Generale di Brigata Paolo Serra, insieme a tutto il personale alle sue dipendenze “impegnato non solo ad Herat ma anche nelle aree remote, come Bala Murghab e Delaram”.
I piloti del TG Tigre sono su base 21˚ Gruppo “Tiger” del 9˚ Stormo di Grazzanise dell’Aeronautica. Il TG è dislocato nell’aeroporto di Herat dal 1° settembre 2008 con gli AB212 ed ha condotto quasi 70 missioni diurne e notturne in più di 200 sortite per un totale di oltre 300 ore di volo, garantendo il trasporto, la ricognizione e le operazioni di evacuazione medica. Il Col. Cipriano ha precedentemente ricoperto l’incarico di Comandante della TF Air a Kabul e proviene dalla Squadriglia Collegamento e Soccorso di Linate della quale è comandante di corpo. Ha all’attivo oltre 5 mila ore di volo su varie macchine tra cui l’AB 212 ICO (Implementazione Capacità Operativa), NH 500 e P180.
Il Task Group Pantera è equipaggiato con AB 212 ed è stato già impiegato nel teatro operativo afghano. Il Capitano di Fregata Altomonte proviene dal 4˚ Gruppo Elicotteri di Grottaglie (TA) dove ricopre l’incarico di Comandante in 2^. Ha all’attivo più di 4 mila ore di volo e ha già ricoperto l’incarico di Comandante della Task Force Pantera nell’operazione ISAF X a Kabul dal 4 dicembre 2007 al 21 marzo 2008.
Il processo di ricostruzione della Provincia di Herat allunga il passo
Negli ultimi giorni il PRT ha portato a termine alcune significative opere di supporto alla popolazione locale attraverso “quick impact projects” sviluppati dal dipendente assetto del CIMIC (Cooperazione Civile-Militare).
Con l’inverno che incalza, il PRT ha consegnato al Burn Centre 20 stufe elettriche ad alto rendimento destinate a soddisfare le esigenze dei ricoverati (di cui un buon 70% è rappresentato dai bambini afghani), e all’ospedale regionale di Herat un nuovo impianto di trasmissione radio che consentirà un collegamento rapido ed efficace con le strutture ospedaliere dei Distretti provinciali. Il completamento di questi progetti è teso al miglioramento del supporto sanitario pubblico.
Il PRT, nell’ambito della realizzazione di nuove opere infrastrutturali, ha completato i lavori di un nuovo tratto di rete fognaria per complessivi 2 chilometri nel 6° Distretto della città di Herat. Tali lavori sono stati effettuati per migliorare le condizioni igienico sanitarie in quella parte della città particolarmente colpita dalle epidemie durante il periodo estivo.
Nel villaggio di Owzi Karbaz del popoloso Distretto di Enjil si sono conclusi i lavori di ampliamento di una scuola che, grazie all’impegno del PRT, con l’inizio dell’anno scolastico avrà funzionante una nuova ala da 8 classi comprensiva di idonei arredi scolastici.
A meno di un mese dalla fine dell’anno, il PRT di Herat, su base 8° Reggimento Alpini della Brigata “Julia”, ha fornito un concreto impulso al processo di ricostruzione della Provincia di Herat a testimonianza dell’unanime consenso e gratitudine ricevuti dalle Autorità locali provinciali.
Il PRT italiano supporta l'Università di Herat nel campo della ricerca scientifica
Nell'Aula Magna dell’Università di Herat, alla presenza del Preside della Facoltà di Arte, del vice-Preside della Facoltà di Medicina e di docenti universitari afghani, ha avuto luogo la cerimonia di una consistente donazione di materiale informatico, indispensabile per il progresso della ricerca scientifica e la diffusione della cultura ai giovani studenti afghani.
Il Provincial Reconstruction Team, comandato dal Colonnello Luca Covelli, con la donazione di 30 computer completi di accessori vari ha contribuito alla realizzazione di due aule multimediali dell’Università di Herat. Il Comandante di RCW, il Generale di Brigata Paolo Serra, segue e coordina con attenzione tutte le attività di ricostruzione e sviluppo svolte dagli assetti del CIMIC in ogni angolo dell’estesa Regione Ovest dell’Afghanistan. In modo particolare è sensibile alla ricerca scientifica ed alla formazione dei giovani afghani, che rappresentano il futuro dell’Afghanistan.
L’Università di Herat è tra le migliori del Paese e vanta un’antica tradizione culturale specialmente nel campo della letteratura e delle materie umanistiche. Negli ultimi 20 anni si sono laureati e specializzati circa 1300 studenti, che al momento lavorano a servizio della società afghana. Attualmente 247 professori insegnano nelle 11 facoltà che sono frequentate da circa 5500 studenti, dei quali il 47% sono donne. Una partecipazione così alta di donne rappresenta un concreto successo della società di Herat dalla caduta del regime Talebano che vietava l’istruzione scolastica alle donne.
Al termine della cerimonia il Professore Rehmany, il Preside della Facoltà di Arte dell’Università di Herat ha aggiunto “ A nome di tutti i docenti e studenti universitari ringrazio l’Italia che ogni giorno onora il suo impegno a supporto della popolazione di Herat attraverso il PRT. L’ Italia per noi è un modello in quanto alla modernità coniuga un patrimonio artistico-culturale unico al Mondo. Noi speriamo che l’ Italia continui con il suo impegno per aiutarci a vivere in pace un futuro migliore”.
Servizio idrico per Herat 24 ore su 24
Il PRT italiano di Herat ieri ha donato alla comunità di Herat un generatore ad alta capacità da 300KW. La donazione è avvenuta in concomitanza con l’inizio del duro inverno afghano che determina un aumento dei consumi energetici.
“Da oggi, grazie ad un’importante donazione del PRT italiano, Herat sarà l’unica città in tutto l’Afghanistan a ricevere l’erogazione idrica 24 ore su 24” così ha affermato il Capo Dipartimento del servizio idrico di Herat, l’ingegnere Habib Zowran.
In passato, durante il periodo invernale, la città di Herat ha sofferto prolungate interruzioni di erogazione della corrente elettrica che hanno inciso negativamente sull’approvigionamento idrico urbano. Tale generatore è destinato ad alimentare le pompe sommerse dei 4 pozzi profondi che alimentano sia l’area urbana che i Distretti limitrofi.
Il PRT, nell’ambito del main program “water is life”, da sempre supporta il “Water Supply Department” nella risoluzione dell’emergenza idrica, infatti nel corso di quasi 4 anni di attività di ricostruzione si sono completati più di 600 pozzi profondi per captazione di acqua potabile e, nella sola città di Herat si sono realizzati più di 60 km di acquedotto, di cui 31 Km solo nel corrente anno.
Il Capo Dipartimento del “Water Supply Department” ingegnere Habib Zowran ha sentitamente ringraziato il Comandante del PRT, il Colonnello Luca Covelli, per la donazione di un’attrezzatura vitale a favore della popolazione di Herat.
Un ponte per Herat: l'8° Reggimento Alpini in Afghanistan
Il giorno 21 dicembre ha avuto luogo la cerimonia di posa della prima pietra per la costruzione di una Casa d’Accoglienza atta ad ospitare i genitori e i familiari dei bambini ustionati in cura presso l’ Ospedale centrale di Herat.
Grazie a questa realizzazione, suggerita dal dottor Rashid, Capo Dipartimento della Sanità Pubblica della Provincia di Herat, e fortemente voluta dal Colonnello Luca Covelli, Comandante del PRT, chi verrà in visita all’ospedale da villaggi lontani per sostenere i congiunti ricoverati, non dovrà più pernottare all’addiaccio o in ricoveri di circostanza nei pressi del centro.
Il progetto rientra nell’ambito dell’iniziativa “Un ponte per Herat: l’8° Reggimento Alpini in Afghanistan”. Si tratta di una raccolta di fondi realizzata attraverso numerose iniziative culturali e di spettacolo, organizzate dall’Associazione Nazionale Alpini di Cividale del Friuli, in accordo con le amministrazioni comunali di Cividale, Paluzza, Tarvisio, Arzignano, Cittadella e Pellegrino Parmense ed il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Udine. Tra di esse lo spettacolo teatrale “tre uomini di parola” di Majeron, Capuozzo, e Corona.
Ad oggi sono stati raccolti circa 60 mila euro, somma che consentirà di realizzare in toto la casa di accoglienza, la cui inaugurazione è prevista per il mese di Marzo 2009.
I progetti realizzatidall'8° reggimento Alpini ad Herat nel settore della Sanità sono ad oggi a 51: la ristrutturazione di complessi sanitari già esistenti, la fornitura di attrezzature mediche e di apparati, la costruzione di un ospedale pediatrico, la fornitura di ambulanze, la costruzione di cliniche e ambulatori unita alla fornitura di medicinali, per citare solo alcuni esempi.
Conferita la medaglia army commendation medal ad un Ufficiale italiano
Il Tenente Colonnello Valerio Vivaldi, capo del Regional Air Operations Coordination Centre-West (RAOCC-W) di Herat, è stato insignito della Army Commendation Medal rilasciata dal Department of the Army degli Stati Uniti d’America per il supporto offerto nelle operazioni congiunte. La medaglia gli è stata consegnata dal Generale di Brigata Paolo Serra, Comandante di RC-W e, alla presenza del Colonnello Francesco Vestito, Comandante del Joint Air Task Force (JATF).
L’operato del Tenente Colonnello Vivaldi, teso a supportare le unità terrestri con l’appoggio aereo ravvicinato, è stato particolarmente apprezzato sia dalle Forze di Sicurezza Nazionali Afghane, sia dalle Forze della Coalizione, contribuendo a dare lustro alle Forze Armate italiane impegnate a sostenere la popolazione afghana nei settori della Sicurezza, Ricostruzione e Governabilità.
La Army Commendation Medal è la più alta onorificenza dell’Esercito Statunitense concessa in teatro operativo al personale di Forze Armate di paesi amici che si sono distinti per atti di eroismo, servizio lodevole o per il raggiungimento di straordinari obiettivi che hanno portato ad un beneficio sia agli Stati Uniti che alle nazioni amiche.
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05 novembre 2008
Italfor Kabul inaugura una scuola nella valle di Musahy
Si è svolta stamattina la cerimonia d'inaugurazione di una nuova scuola, costruita sotto la supervisione del Contingente italiano, nel villaggio di Khenankhel situato 30 chilometri a sud di Kabul nella valle di Musahy.
La struttura è frutto della solidarietà degli abitanti della provincia di Cuneo, il cui “Progetto Granda-Kabul” ha permesso di edificare un complesso scolastico di 680 metri quadrati, per un costo di realizzazione di 120 mila euro.
Alla cerimonia hanno preso parte il generale francese Michel Stollsteiner, comandante del Regional Commanda Capital, diramazione del comando della missione Isaf (International Security Assistance Force) per l’area della capitale afgana, il colonnello Andrea Mulciri, comandante del Contingente italiano a Kabul e numerose autorità locali.
Quest’opera s’inscrive in un più vasto ambito d’intervento dei militari italiani in Afghanistan, che spazia dalla sanità, alla formazione avanzata dell’esercito e della polizia locali e alla distribuzione di aiuti umanitari di vario genere.
06 novembre 2008
Italfor Kabul dona 10 tonnellate di legna agli afgani
I militari del Contingente italiano a Kabul (Italfor XVIII), hanno consegnato stamattina 10 tonnellate di legna da riscaldamento agli abitanti della comunità di Paghman, quartiere rurale alla periferia ovest della capitale afgana, per far fronte alle rigide temperature invernali.
Quest’opera, s’inscrive in un più vasto ambito d’intervento dei militari italiani in Afghanistan, che spazia dalla sanità, alla formazione avanzata dell’esercito e della polizia locali e alla distribuzione d’aiuti umanitari di vario genere.
Gli interventi di Italfor sono mirati a seconda dei periodi dell’anno. Durante l’inverno, si consegnano, di solito, agli abitanti delle zone rurali della regione di Kabul generi alimentari, legna da ardere, abiti pesanti e vestiario per i bambini. Con l’inizio della primavera, invece, l’attenzione si sposta verso gli studenti e la formazione scolastica con la distribuzione di cartelle, astucci e altre attrezzature didattiche in diverse scuole. D’estate si cerca di sopperire alle carenze idriche e si svolge l’attività medica a favore della popolazione e quella veterinaria a favore del bestiame.
16 novembre 2008
Il Contingente nazionale a Kabul inaugura un campo sportivo polifunzionale
Ieri si è svolta la cerimonia di inaugurazione di un campo da gioco polifunzionale all’interno del complesso scolastico “ School of peace”, situato nel villaggio di Tangi Kalay, che sorge circa 10 chilometri a nord est della capitale afghana.
Si è trattato di un intervento volto a completare la struttura scolastica, costruita nel 2004 grazie ai fondi raccolti nella zona di Recanati (MC), che permetterà ai circa 850 bambini che frequentano la scuola di praticare calcio, pallavolo e basket. Nel corso della cerimonia il Colonnello Lucio Gatti, comandante del Contingente nazionale a Kabul, ha voluto simbolicamente dare il calcio d’inizio della prima partita di calcio.
Nel corso dei lavori di costruzione del campo multifunzionale, il Contingente Italiano a Kabul ha altresì provveduto alla realizzazione di nuovi servizi igienici all’interno della scuola, che d’ora in avanti potranno accogliere anche bambini disabili e costretti sulla sedia a rotelle.
29 novembre 2008
Il Contingente nazionale a Kabul distribuisce viveri in vista dell'inverno afgano
Si è conclusa nel pomeriggio del 27 novembre, nella Valle di Musahi sita circa 30 chilometri a sud di Kabul, un'operazione umanitaria volta a distribuire aiuti umanitari alle fasce più povere della popolazione in vista del rigido inverno afgano.
All’operazione, condotta dai soldati della 1^ Compagnia del Battle Group 3, unità di manovra del Contingente Nazionale su base 3° Reggimento Alpini di Pinerolo, hanno preso parte anche i poliziotti del distretto di Musahi, nonché truppe dell’Afghan National Army, attualmente addestrate dai militari di ITALFOR XIX.
Durante l’operazione gli assetti CIMIC del Contingente hanno distribuito quasi una tonnellata di cibo tra riso, farina, olio, fagioli e zucchero. In totale sono state soddisfatte 100 famiglie tra le più povere della remota zona montagnosa.
Oltre alla distribuzione di aiuti umanitari, sono state effettuate anche alcune visite mediche per la popolazione locale del distretto. Il team medico, composto da medici ed infermieri italiani, ha visitato una quarantina di persone tra uomini, donne e bambini.
Si è trattata della prima di una numerosa serie di attività simili, programmate dal Contingente Nazionale a Kabul, che mirano a raggiungere anche le aree più difficilmente accessibili dell’impervio territorio posto sotto la responsibilità italiana nel settore.
Il Contingente italiano a Kabul distribuisce aiuti umanitari
I militari italiani hanno distribuito oltre cinque tonnellate di farina, vestiario e generi di prima necessità alle autorità afgane. Poi la Polizia e l’Esercito afgani, sotto la supervisione del personale CIMIC del Contingente, hanno distribuito il tutto ad oltre 200 persone.
La consegna degli aiuti umanitari è avvenuta nell’ambito del progetto “food for work” sviluppato dalle autorità locali a favore delle fasce più povere della popolazione. La distribuzione, effettuata dai militari del Contingente italiano, ha visto un’attiva partecipazione dell’Esercito e della Polizia afgana.
Anche la cornice di sicurezza è stata garantita dalle forze locali in coordinamento con le unità Alpieri del 3° reggimento Alpini di Pinerolo. Importante anche il contributo delle unità cinofile italiane che hanno garantito un controllo dei mezzi civili che accedevano all’infrastruttura.
Le numerose autorità presenti, locali, politiche e religiose, tra cui il governatore del distretto in cui è avvenuta l’attività, hanno sottolineato alla stampa l’importanza dell’operazione e della cooperazione tra il Contingente italiano, l’Esercito e la Polizia afgana.
Gli Alpieri del 3° reggimento, altamente addestrati e specializzati sia nell’arido ambiente afgano che su terreno innevato, hanno il fondamentale ruolo di unità esplorante con elevate capacità nel settore della sicurezza e della sorveglianza.
16 gennaio 2009
Il contingente italiano a Kabul aiuta in due mesi oltre duemila famiglie
Dallo scorso novembre ad oggi sono oltre duemila i nuclei familiari a cui il Contingente Italiano a Kabul ha distribuito generi di prima necessità e di conforto nell’ambito del programma di supporto alla popolazione sviluppato per l’inverno.
Le operazioni di distribuzione hanno permesso di consegnare in numerosi villaggi delle aree rurali e desertiche di Kabul e in alcuni distretti del centro cittadino cappotti, vestiti, scarpe invernali e oltre 700 mila kg di legna da ardere che permetteranno alle famiglie di potersi riscaldare.
Distribuite anche diverse tonnellate di farina, bene prezioso per numerose associazioni locali che si occupano della difficile situazione di centinaia di bambini orfani o in difficoltà.
L’intero progetto è stato portato avanti grazie ai fondi nazionali stanziati per la cooperazione civile-militare e grazie a quanto raccolto con il progetto “Con le Penne Nere in Afghanistan” promosso dal 3° reggimento alpini di Pinerolo in stretta collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini.
28 gennaio 2009
Il Contingente italiano a Kabul inaugura i lavori per la casa della Shura nella valle di Musahi
Nel distretto della Valle di Musahi, circa venti chilometri a sud di Kabul, con una breve ma significativa cerimonia, il Contingente italiano a Kabul ha inaugurato i lavori di costruzione di un edificio a favore della Shura. La Shura è il consiglio formato dai rappresentanti dei villaggi della Valle e rappresenta la seconda struttura politica del territorio dopo la figura del Governatore.
Alla cerimonia era presente il Colonnello Lucio Gatti, Comandante del Contingente Italiano a Kabul, oltre il Governatore di Musahi e numerosi membri della Shura che potrà a breve usufruire di un luogo dedicato per le proprie attività istituzionali.
La “Casa della Shura”, interamente finanziata con i fondi a disposizione del Contingente per le attività di Cooperazione Civile-Militare, sarà, come ha sottolineato anche il Col. Gatti nel suo breve discorso, la culla della vita politica e sociale del Distretto dove i suoi organi istituzionali costruiranno il futuro dell’Afghanistan nella pace e nella libertà. Il progetto, coordinato dal Contingente Italiano, sarà sviluppato da aziende locali al fine di supportare contestualmente l’economia nell’area.
Prima della simbolica posa delle pietre da parte delle autorità, è intervenuto anche il Governatore della Valle. Nel suo discorso, rivolto agli oltre 500 abitanti intervenuti per l’occasione, ha voluto ringraziare il Contingente e ricordare l’importante azione di supporto che l’Italia sta sviluppando nella Valle e non solo. Ha ricordato come questo sia un periodo molto difficile a causa della dura carestia che sta colpendo l’area e come l’Esercito Italiano sia sempre presente e disponibile ad aiutare la popolazione della Valle.
Come in ogni occasione pubblica, a sviluppare la cornice di sicurezza hanno preso parte anche i poliziotti del distretto di Musahi, nonché truppe dell’Afghan National Army, attualmente addestrate dall’Esercito Italiano e dai Carabinieri del Contingente. Il coordinamento tra il personale del 3° reggimento alpini e le forze armate e di polizia afgane è oramai costante in tutte le attività sia operative che di supporto alla popolazione.
A conclusione della cerimonia, è stata organizzata anche una consegna di aiuti umanitari alla popolazione. 25 tonnellate di legna sono state consegnate ai rappresentanti di una decina di villaggi per supportare le fasce più povere.
Nella Valle il Contingente Italiano è presente con una una base avanzata da cui il personale opera sia di giorno che di notte asieme alle forze di polizia locali ed alle unità dell’Esercito Afgano per il controllo del territorio, il contrasto alla criminalità ed il supporto alla popolazione.
30 gennaio 2009
Aiuti alimentari per il distretto rurale di Paghman
Il 28 gennaio nel distretto di Paghman, circa quindi chilometri ad ovest della Capitale Afgana, gli uomini e le donne del Contingente Italiano a Kabul sono tornati sulle strade del centro distrettuale coperte da una coltre di neve, per consegnare aiuti alimentari alle famiglie più povere.
Sempre in stretto coordinamento con le autorità locali, gli alpini di Italfor XIX hanno provveduto a soddisfare le esigenze alimentari primarie di seicento famiglie, distribuendo ad ognuno 25 kg di riso, altrettanti di farina e 8 kg di fagioli.
Fornire aiuti alimentari alle fasce più bisognose della popolazione, è tra i principali impegni del Contingente che dal suo arrivo nel mese di novembre ha già effettuato una decina di attività a carattere umanitario, distribuendo oltre un centinaio di tonnellate di generi alimentari di prima necessità.
Alla distribuzione hanno anche presenziato, il Governatore del Distretto ed il Capo della Shura, il consiglio che riunisce i rappresentati dei villaggi del distretto. Le autorità hanno sottolineato il concreto supporto dell’Italia all’Afghanistan, che oltre a fornire un sostegno diretto in termini di aiuti umanitari ha permesso al distretto di poter disporre di un importante centro medico quale la Clinica Piemonte-Kabul inaugurata lo scorso novembre.
07 gennaio 2009
Attività nella Base remota di Delaram
La Task Force “La Potente”, una delle quattro pedine operative del Battaglione di manovra multinazionale (Battle Group) di RC-W, dopo circa un mese di permanenza nella Base operativa avanzata “Karella” di Delaram, ha recentemente concluso una serie di attività tattiche nell’area meridionale della Regione Ovest dell’Afghanistan.
Gli Alpini hanno operato con regolarità e determinazione a supporto delle Forze di Sicurezza Nazionali Afghane (ANSF) al fine di mantenere sicura la zona di Delaram e quindi di favorire le migliori condizioni per uno sviluppo economico e sociale dell’area. In particolare ogni attività che ha presupposto contatti con la popolazione locale è stata condotta integrando la presenza di forze ISAF con personale dell’Esercito afgano e della Polizia locale.
Sono stati anche distribuiti capi di vestiario invernale e viveri donati dal Rotary Club Distretto 2030 (Sardegna) presso la scuola di Delaram ed i villaggi più poveri del circondario. Il Medical Team della “Potente” ha svolto settimanalmente attività di assistenza sanitaria a favore della popolazione svolgendo le visite a domicilio nei vari villaggi della zona e, quotidianamente all’interno del centro sanitario italiano della Base “Karella”.
Nel periodo in questione sono state svolte attività di Key Leader Engagement (KLE) parlando con gli “elder” ed autorità locali nell’area di Delaram per meglio comprendere le loro esigenze, pattuglie in supporto alle Forze Nazionali di Sicurezza afgane e distribuzioni di oltre 5 tonnellate di medicinali, percorrendo complessivamente circa 12 mila Km.
Arrivo in teatro del 7° Reggimento Alpini della ''Julia''
Il pacchetto iniziale del 7° Reggimento Alpini di Belluno della Brigata Alpina “Julia” è giunto ad Herat per costituire il secondo Battle Group di RC-W che opererà nella Provincia di Farah.
La nuova Task Force completamente italiana, sotto il Comando del Maggiore Massimo Iuliano, si articola in una Compagnia operativa con JTAC (Joint Tactical Air Controller), EOD (Esplosive Ordnance Disposal) ed assetto medico, in una componente logistica, in un assetto di cinofili di Grosseto, in un nucleo IEDD (Improvised Esplosive Device Disposal) ed in una componente delle Trasmissioni. La nuova articolazione consentirà all’unità operativa di RC-W di provvedere autonomamente a tutte le esigenze logistiche, dal vettovagliamento, ai rifornimenti di carburante e nell’allestimento di un’officina per l’assistenza tecnica ai mezzi di trasporto.
Il 2° Battle Group avrà il compito di supportare le Forze di Sicurezza Nazionali Afghane nella condotta di operazioni militari tese al mantenimento della sicurezza nella difficile zona di Farah nell’area sud della Regione Ovest dell’Afghanistan.
I militari del 7° Reggimento hanno già operato a Kabul nel 2007 nell’ambito della missione ISAF e nel 2008 sono stati schierati in Kosovo come Forze di riserva della Nato.
l PRT di Herat supporta la Sanità Pubblica afgana
Il PRT italiano, su base 8°Reggimento Alpini della Brigata “Julia”, ha realizzato due “Basic Health Center” nei villaggi dei popolosi Distretti di Gurlan e Guzara.
Il Capo Dipartimento della Salute Pubblica di Herat, il Dottor Sayed Rashid, ha richiesto il supporto del PRT italiano per migliorare una cronica situazione di precarietà nell’ambito dei servizi e delle strutture sanitarie nelle zone rurali della Provincia di Herat.
Il PRT, nell’ambito delle infrastrutture sanitarie, ha provveduto alla realizzazione di piccoli centri sanitari BHC (Basic Health Centre) tesi a fornire un servizio concreto a favore della popolazione dell’area di Herat che in passato disponeva di strutture inadeguate per dimensione, tipologia e condizioni igieniche.
La Base italiana “Vianini”, sede del PRT di Herat, è un punto sanitario di riferimento per l’intero centro urbano e Provincia grazie alla quotidiana attività di supporto che i medici militari offrono a favore della popolazione afghana.
Il team medico del PRT visita ogni settimana circa 210 pazienti (di cui il 55% sono bambini) e per l’intero 2008 ha provveduto all’assistenza sanitaria di circa 9400 afghani. Il PRT, oltre alla distribuzione di medicinali, provvede, anche alla fornitura di biberon e latte in polvere per i neonati.
Il PRT di Herat sostiene lo sviluppo tecnologico dell?Università di Herat
Il PRT di Herat, su base 8° Reggimento Alpini della “Julia” e guidato dal Colonnello Luca Covelli, ha promosso e organizzato la visita che i membri del “Public Diplomacy Division” della NATO, i Dottori Walter Kaffenberge e Nadia Milanova, hanno tenuto presso l’Università di Herat.
La Commissione, in occasione della visita, ha ufficialmente avviato la realizzazione del progetto della Nato “SILK ROAD” che si prefigge di completare una moderna rete di connessione Internet, tesa a garantire lo scambio culturale con le diverse Università Europee ed a fornire ai giovani studenti afghani utili strumenti di ricerca scientifica.
Tale progetto rientra nell’ambito del main program della NATO “Science for Peace and Security”.
Il Presidente del Consiglio Provinciale di Herat Dr. Azizi e le più alte Autorità dell’Università di Herat hanno ringraziato il PRT italiano che, ancora una volta, ha assunto un fondamentale ruolo di demoltiplicatore delle risorse a favore dello sviluppo della Provincia di Herat.
L’Università di Herat conta circa 7 mila iscritti, di cui il 40% sono donne.
RC West distribuisce aiuti umanitari al DIAG
Presso l'Aeroporto militare della Base italiana di Herat, alla presenza del Comandante di RC-W, generale di brigata Paolo Serra, e del Weapon Collection Operative Chief per la Provincia di Herat, generale Said Jalal Saeedy, ha avuto luogo la cerimonia di donazione di aiuti umanitari al DIAG (Disbandement of Illegal Armed Groups).
La branca Cimic di RC-W ha provveduto alla distribuzione di 2 tonnellate di viveri di vario genere, materiale di cancelleria, stufe al kerosene nonché coperte e capi di vestiario offerti da Caritas Bergamo, Protezione Civile di Foligno, e Rotary Veneto.
Il DIAG non si occupa soltanto di gestire la raccolta di armi da parte di gruppi illegali o bande armate che decidono di riavvicinarsi alla legalità, ma promuove l’opera di sostentamento delle aree dove queste bande operavano al fine di incrementare la legalità, la sicurezza e quindi, la fiducia della popolazione afghana verso le proprie istituzioni.
Svolta la prima COMAO sui cieli della Regione Ovest dell'Afghanistan
Si è da poco conclusa, sui cieli della Regione Ovest dell’Afghanistan, una complessa operazione aerea che ha visto per la prima volta contemporaneamente coinvolte tutte le Forze della componente aerea della Joint Air Task Force di RC – W.
La COMAO (Combined Air Operation) si è resa necessaria per proteggere il trasporto aerotattico di mezzi dell’Esercito verso una base remota a Nord da una potenziale azione ostile degli insurgents.
Della COMAO hanno fatto parte gli elicotteri A-129 “Mangusta” e i CH 47 “Chinook” dell’Esercito, l’UAV (Unmanned Airborne Vehicol) “Predator” dell’Aeronautica Militare.
L’obiettivo ultimo era quello di trasportare per via aerea con i velivoli CH 47 un LINCE di sette tonnellate al gancio e un mezzo cingolato da neve BV 206-S di sei tonnellate in dotazione alle truppe alpine posto nel vano di carico. I velivoli si sono mossi solo dopo che il Predator ha sorvolato la zona obiettivo della missione per effettuare la ricognizione del territorio mentre due “Mangusta” effettuavano un pattugliamento dell’area circostante, proteggendo così l’azione in corso da eventuali insurgents. Dalle valli intanto sono sbucati i Chinook diretti alla FOB (Forward Operating Base), scortati da altri due A-129. Una volta raggiunto l’obiettivo e scaricati i mezzi, i Chinook hanno fatto ritorno alla base militare di Herat scortati dai quattro Mangusta. Il Predator, sganciatosi da questa missione, ha subito dopo garantito la sorveglianza e la sicurezza di altri due convogli di alpini diretto a sud fino a notte inoltrata, atterrando poi quasi all’alba.
Sempre a sud sono state condotte nella giornata del 18 gennaio altre missioni: gli AB212 della Marina Militare hanno assicurato il trasporto di mezzi e uomini verso la Base remota di Farah, effettuando allo stesso tempo un’attenta ricognizione approfittando del volo a bassissima quota; il C27J ha volato un trasporto tattico dalla base di Mazar-e Sharif, dove ha sostato durante la notte. Dalla stessa base aerea la coppia di Tornado italiani ha effettuato la tipica missione di ricognizione notturna prolungandola grazie ad un rifornimento in volo con un KC135 americano.
“La giornata di oggi rappresenta una giornata molto particolare per la JATF”, afferma il colonnello pilota Francesco Vestito, il Comandante della JATF che ha pianificato col personale della Task Force aerea la COMAO, “perché oggi per la prima volta è stata condotta un’operazione aerea complessa a favore delle Forze terrestri. Ma non solo: oggi tutti i Task Group della JATF hanno volato totalizzando alla fine 50 ore di volo. L’1% di tutta l’attività di un anno.”
Piena soddisfazione è stata espressa dal Generale di Brigata Paolo Serra, Comandante di RC-W, che ha sottolineato come “da questa attività emerge il carattere joint del contingente italiano impegnato in un territorio non permissivo in una missione che richiede l’unione sinergica di tutte le Forze”.
I militari dell'8° Reggimento distribuiscono aiuti umanitari
Presso la Base italiana del PRT di Herat ha avuto luogo una significativa donazione di aiuti umanitari a favore della fascia debole della popolazione della Provincia. In due distinte cerimonie gli Alpini dell’8° Reggimento della “Julia”, guidati dal Colonnello Luca Covelli hanno donato 150 kit invernali ai rappresentanti del Dipartimento degli Affari Sociali per le Donne e alle Autorità locali dell’Area Remota del Distretto di Gurlan, dove la popolazione è maggiormente in difficoltà durante il periodo invernale.
Ogni kit assemblato dal PRT è composto da una stufetta, 20 litri di kerosene in apposita manichetta, 2 coperte di lana pesante, un telo protettivo impermeabile da 12 mq, 50 kg di grano, 2 kg di sale, un set da cucina (pentolame, coltelli, bicchieri etc.), 10 litri di olio di palma da cucina, 10 saponi per l’igiene personale.
Gli Alpini della Compagnia “La Potente” del Battle Group di RC-W hanno intanto distribuito una grande quantità di vestiario invernale e di viveri donati dalla Protezione Civile di Foligno, dal Rotary del Veneto e del Friuli Venezia Giulia e dalla Caritas di Bergamo agli abitanti di un Villaggio Remoto nell’Area di Bala Morghab.
Gli Alpini della Compagnia “La Bella” del Battle Group di RC-W hanno distribuito più di 500 kit scolastici donati dal Rotary del Friuli Venezia Giulia e viveri di vario genere agli studenti afghani del Massud Training Cultural Centre di Herat.
INTERVISTA AD UN INCURSORE CHE HA RICEVUTO LA MEDAGLIA D'ORO AL VALORE DELL'ESERCITO PER IL COMPORTAMENTO IN AFGHANISTAN
IL CITTADINO DEL 31.01.09
Un attacco talebano con armi portatili e razzi anticarro, al quale ha saputo reagire guidando i suoi uomini con coraggio e sangue freddo, prestando inoltre le prime indispensabili cure a un compagno ferito a un braccio.
Per questa operazione il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, pochi giorni fa ha concesso la Croce d’oro al merito dell’esercito al maresciallo capo Claudio Mascheroni.
Nato a Sant’Angelo il 9 novembre 1972, Mascheroni è entrato negli incursori della Folgore nel 1992: da quel momento ha partecipato a innumerevoli missioni di pace, dalla Somalia alla Bosnia, dall’Afghanistan all’Iraq. Sposato con una santangiolina doc, che non ha esitato a seguirlo a Livorno dove la Folgore ha una caserma, Mascheroni corona i 17 anni passati al servizio dello Stato con un riconoscimento di grande valore, che per il momento gli è stato solo annunciato (l’atto ufficiale del ministro La Russa è del 2 gennaio scorso), in attesa della cerimonia ufficiale di consegna.
La motivazione per la quale è stata concessa la Croce d’oro mette i brividi. Il Ministero della Difesa la ricostruisce con dovizia di particolari. L’attacco talebano al quale Mascheroni è stato sottoposto in Afghanistan assieme ai suoi commilitoni è datato 20 marzo 2007.
Quel giorno l’incursore scelto santangiolino, in Medioriente per l’operazione “Sarissa”, stava partecipando a un’operazione di interdizione d’area denominata “Tiger Achilles”. Un’azione condotta nella valle del Gulistan, distretto di Farah, nel sudovest del Paese, a poche centinaia di chilometri dall’Iran.
«Una zona - spiegano dal ministero della Difesa - particolarmente rischiosa del territorio afghano». «Durante un attacco subito con armi portatili e controcarro da parte di elementi ostili - si legge nella motivazione della Croce d’oro - il maresciallo capo Claudio Mascheroni dopo aver risposto prontamente al fuoco, soccorreva senza esitazione in qualità di “combact medic” del distaccamento un proprio collega ferito a un braccio [...], effettuava la prima diagnosi sul ferito stabilizzandolo in maniera efficace [...], inoltre durante le cinque ore dell’esfiltrazione (termine usato dai servizi segreti per indicare l’allontanamento di un agente dal luogo in cui opera, ndr) dirigeva la copertura aerea, continuando a monitorare il ferito fino al rientro alla base operativa di Farah [...], si adoperava nelle cure mediche al ferito unitamente al personale americano del complesso sanitario [...], considerava la propria missione terminata soltanto quando al ferito erano state dedicate le cure necessarie».
Lorenzo Rinaldi
«In Afghanistan la situazione rimane tesa ma gli italiani lavorano alla ricostruzione»
Livorno «Sono entrato nell’esercito nel 1992 come militare di leva. Dopo il primo anno ho deciso di fare altri due anni di ferma, poi ho frequentato la scuola sottufficiali di Viterbo. La Folgore è stata la mia prima scelta, fin dal 1992, motivata dal fatto che già mio fratello aveva fatto il servizio di leva in quel reparto, che mi affascinava molto».
La sua è stata una scelta di vita. Lo si capisce bene dalle parole del maresciallo capo Claudio Mascheroni, che ha lasciato Sant’Angelo appena maggiorenne per servire la patria. Oggi l’assegnazione della Croce d’oro al merito dell’esercito è un riconoscimento che lo ricompensa dei rischi e dei sacrifici che hanno caratterizzato i suoi “primi” 17 anni da militare.La motivazione alla base della Croce d’oro al merito parla di «attacchi da parte di forze ostili» e di «colpi di armi portatili» indirizzate al vostro distaccamento in Afghanistan.
Il ministero della Difesa dice chiaramente che avete operato in un «contesto altamente rischioso».
Come ha sconfitto l’inevitabile paura?«La paura c’è sempre, fa parte dell’animo umano. Ma devo dire che nella zona dove operavamo la situazione era abbastanza sotto controllo. Detto questo, noi in addestramento in Italia proviamo determinati automatismi che poi mettiamo in pratica sul campo, durante gli attacchi a cui siamo sottoposti. Nel caso particolare, che mi è valso la Croce d’oro al merito, mi sono reso conto dei rischi solo a operazione conclusa, una volta tornato in tenda, alla base».
Maresciallo, qual è stata la sua prima missione all’estero?
«In Somalia, nel 1992, durante il servizio di leva. In Africa ho passato quasi otto mesi. Poi sono stato in tutti gli altri teatri di guerra, come Bosnia, Kosovo, Iraq e Afghanistan. L’ultima missione è stata proprio in Afghanistan, nel 2007. Ora sono a casa, in Italia, a Livorno: dal 1992 è la prima volta che sto lontano dai teatri di guerra per un anno intero. Un anno che però mi serve per l’addestramento». L’Afghanistan è stato il teatro di guerra forse più delicato nel quale lei ha operato, stante anche una società divisa per tribù e la forte presenza di talebani.
Conferma che laggiù la situazione è davvero critica?
«L’Afghanistan ha richiesto certamente un particolare impegno: si è trattato di una missione pericolosa, o meglio, laggiù la situazione resta tesa. Il rapporto fra i militari italiani e la popolazione locale è però buono, perché gli afghani ci vedono bene dal momento che portiamo ricostruzione e con la nostra logistica supportiamo lo sviluppo del loro Paese».
Quali ricordi conserva nel cuore dei mesi passati in quella “polveriera”?
«Ho visto stili di vita completamente differenti da quelli occidentali e mi sono reso conto della fortuna che abbiamo noi italiani. In Afghanistan ci sono zone, fuori dalle città, in cui si torna al medioevo. Nel periodo delle migrazioni delle tribù locali, ad esempio, sono rimasto affascinato dalle lunghe carovane di pastori, in viaggio a bordo di cammelli. Un vero spettacolo, una scena che richiama quelle dei film».Come ha accolto la notizia del riconoscimento?«Sono molto orgoglioso perché non viene assegnato proprio a tutti. La comunicazione mi è arrivata direttamente dal sindaco di Sant’Angelo, che aveva ricevuto i documenti dal ministero delle Difesa. In tutta sincerità, ammetto che per me è una grande soddisfazione».
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composizione del contingente aggiornata
Herat, i militari italiani aprono la base Tobruk nell’area di Bala Baluk
La task force Tobruk, su base 1^ compagnia guastatori del 2^ reggimento genio-guastatori alpini di Trento della brigata Julia, ha aperto la nuova base remota italiana Tobruk nell’area di Bala Baluk sita nella provincia di Farah.
Durante i lavori di completamento della base, i genieri hanno distrutto il materiale esplosivo che hanno rinvenuto nell’area: 1.264 cartucce di vario calibro, 36 bombe da mortaio, 2 razzi da 107 mm, 5 proiettili da 76 mm, 15 motori volo di Rpg-7, 130 granate di vario calibro e pericolosi materiali di sub munizione.
La base rappresenta un’efficiente sistemazione logistica per gli alpini e i bersaglieri del battle group di RC-W, comandati dal tenente colonnello Salvatore Paolo Radizza, che opereranno a supporto delle forze di sicurezza nazionali afghane (Ansf) al fine di mantenere sicura l’area di Bala Baluk e quindi di favorirne le migliori condizioni per uno sviluppo economico e sociale.
Fonte: Italfor Herat
Kabul. Con i 400 alpini del 7°reggimento della brigata Julia
Afghanistan, raddoppiano gli italiani «combattenti»
Gianandrea Gaiani
Raddoppiano le forze da combattimento italiane in Afghanistan occidentale con l'arrivo degli alpini del 7Úreggimento della brigata Julia, oltre 400 militari la metà dei quali è già operativo nella provincia di Farah, la più calda tra le quattro sotto il comando del generale Paolo Serra che presidia l'Ovest afghano con 3mila militari della Natoe altrettanti afghani.
Fino a oggi il comando italiano ha avutoa disposizione il solo "Battle Group" italo-spagnolo composto da tre compagnie italiane e una iberica. Meno di 500 soldati recentemente concentrati proprio a Farah dove più intensa è la penetrazione talebana dalla confinante provincia di Helmand.
Negli ultimi mesi gli insorti hanno impegnato duramente le forze speciali italiane della Task Force 45 e i marines americani di Enduring Freedom soprattutto nel distretto di Bala Buluk dove lunedì gli italiani hanno impiantato la nuova base avanzata "Tobruk" mentre da gennaio gli spagnoli controllano la base avanzata Shauz nel distretto di Shindand, un'area a Sud di Herat vicina alle roccaforti talebane della valle di Zerkoh. Qui e nell'avamposto di Delaram, nel Sud della provincia di Farah, sono schierati anche i consiglieri militari italiani.
L'arrivo dei veterani del 7° alpini consente agli italiani di colmare la cronica carenza di truppe che affligge il Regional Command West e di ridistribuirle nei punti più caldi del settore nonostante il rifiuto di Madrid di inviare rinforzi confermato ieri dal ministro degli Esteri, Miguel Angel Moratinos. Il raddoppio delle unità da combattimento permetterà di dare vita alle offensive di primavera previste dal comando alleato che riguarderanno anche i settori meridionale e orientale dove ieri due militari americani sono stati uccisi da una bomba, a Khost.
Operazioni che per gli italiani riguardano l'eliminazione della presenza talebana nelle aree di Shindand e Farah e, più a Nord, la penetrazione nella zona montuosa della provincia di Badghis, dall'avamposto di Bala Murghab verso Ghormach, roccaforte talebana al confine con il Turkmenistan. Per questo le forze italiane in Afghanistan stanno crescendo da 2.400 a 2.800 militari maè probabile che raggiungano le 3mila unità quando in aprile la Julia verrà avvicendata dai paracadutisti della Folgore. Oltre alle truppe a Farah arriveranno a quanto sembra anche alcuni elicotteri. Secondo indiscrezioni ai 6 elicotteri d'attacco Mangusta, 3 da trasporto CH-47 e 3 multiruolo AB-212 basati a Herat si aggiungeranno altri 6/8 velivoli italiani da attacco e multiruolo.
In maggio, completati i lavori alla pista dell'aeroporto, raggiungeranno Herat anche i quattro bombardieri Tornado ora basati a Mazar-i-Sharif e ad Abu Dhabi con limiti d'impiego ambigui. Inviati privi di bombe per svolgere missioni di ricognizione, i Tornado sono autorizzati in caso di necessità ad aiutare le truppe a terra con il fuoco dei due cannoncini Mauser che consentono però un volume di fuoco e una precisione limitati rispetto agli ordigni guidati impiegati dagli altri aerei alleati.
News dalla regione di Kabul
12 febbraio 2009
Sotto la neve in aiuto alle famiglie di Pashai
Pashai, nel distretto di Paghman, circa venti chilometri ad ovest della Capitale Afgana è una zona prettamente rurale, con oltre 3000 famiglie che vivono in numerosi villaggi. L'area versa in difficili condizioni per la carestia che ha investito la provincia di Kabul.
Le autorità locali hanno chiesto l’intervento del Contingente italiano e del 3° reggimento alpini, che ne rappresenta la struttura principale, per ottenere viveri per almeno 300 famiglie.
Gli alpini si sono recati a Pashai, supportati da assetti specialistici per la sicurezza, come i nuclei cinofili inquadrati nella compagnia genio del 2° reggimento di Trento, portando generi alimentari che permetteranno a quelle famiglie di avere un pasto garantito per alcune settimane.
Molti gli anziani e le vedove che hanno potuto usufruire del supporto degli alpini della Brigata “Taurinense” che, ormai con regolarità, sviluppa le sue attività coordinandosi con le Forze di sicurezza locali, l’Esercito e Polizia Afghana che, in questo modo, acquisiscono anche le metodologie organizzative legate alle attività di supporto alla popolazione.
06 marzo 2009
A Kabul inaugurato primo pozzo del progetto ''pozzi di pace''
Nel distretto rurale di Chahar Asyab, è stato inaugurato il primo pozzo del progetto di cooperazione civile-militare “Pozzi di Pace”, che sarà in seguito completato dal progetto “Un fiume di solidarietà”.
“Pozzi di Pace” prevede la costruzione di 14 pozzi che andranno direttamente a sanare il fabbisogno di oltre 400 famiglie dei villaggi del distretto ed alcune infrastrutture primarie come la Scuola di Malaly Shahid. Inoltre, la costruzione dei pozzi permetterà un sensibile miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie ad oltre 10 mila abitanti ed una riduzione del peso dell’approvvigionamento dell’acqua stessa, che in molte occasioni è compito di donne e bambini.
Integrato al progetto “Pozzi di Pace” è nato il progetto “Un fiume di solidarietà”. Il distretto rurale, nel corso degli ultimi decenni, ha subito un graduale deterioramento delle vie di irrigazione dei campi, principale fonte di sostentamento della zona. Per questo motivo con il progetto “Un fiume di solidarietà” verranno ristrutturati e resi efficienti alcuni canali di irrigazione. L’utilizzo di questi nuovi canali permetterà, alla conclusione dei lavori, un ampliamento delle aree coltivabili di circa un terzo rispetto a quelle attualmente utilizzate.
Il Colonnello Lucio Gatti, Comandante del Contingente Italiano a Kabul, durante la cerimonia di inaugurazione, ha sottolineato che questi progetti sono una significativa occasione per tutto il distretto e per la sua economia ed aiuteranno i più giovani a crescere in una terra di prosperità, democrazia e legalità.
Dopo la cerimonia, agli abitanti intervenuti sono stati consegnati 300 sacchi contenenti capi di vestiario per far fronte alle necessità di coloro che vivono con i soli indumenti che quotidianamente indossano.
11 marzo 2009
Il Contingente italiano supporta le strutture sanitarie della capitale
A Camp Invicta, sede del Contingente Italiano a Kabul, è stata ultimata la distribuzione di numerosi materiali sanitari a favore delle Cliniche costruite dai militari italiani e di alcune strutture ospedaliere della provincia.
Da oltre trenta arredi per le sale degenza a due stazioni radiografiche di piccola capacità da una completa poltrona per operazioni dentistiche sino ai medicinali più comuni come gli antibiotici e ad materassi e cuscini. Questo quanto distribuito in diverse occasioni alle Cliniche Belluno-Kabul e Piemonte-Kabul, edificate con i fondi dei Contingenti Italiani che si sono succeduti negli ultimi anni, ed all’Ospedale di Chahar Asiab, importante distretto rurale in cui opera il Contingente del 3° reggimento alpini.
Così, lo scoso mercoledì, alla presenza del Direttore dell’Ospedale di Chahar Asiab, il Colonnello Lucio Gatti, Comandante del Contingente e del 3° reggimento alpini ha voluto consegnare gli ultimi aiuti che completeranno, nel delicato settore sanitario, la distribuzione di quanto raccolto dagli alpini della “Taurinense” nella loro sede di Pinerolo e nella più vasta provincia di Torino, prima della loro partenza lo scorso novembre.
14 marzo 2009
Prosegue l'attività umanitaria nella Valle di Musahi
Nel distretto di Musahi, a sud della Capitale Afghana, gli alpini del 3° reggimento sono tornati ancora una vola per distribuire cibo alla popolazione. Con il supporto di viveri fornito oggi ad oltre 400 famiglie, sono oramai oltre 1500 i nuclei familiari a cui è stato dato un aiuto dallo scorso novembre.
L’attività, coordinata e programmata dalla Cellula di Cooperazione Civile-Militare, rientra in un più ampio progetto di supporto atto a garantire alle famiglie più povere una corretta integrazione alimentare. Le razioni distribuite, che consistono in 25 kg di farina, 25 kg di riso e 8 kg di fagioli, secondo specifiche tabelle alimentari, pubblicate dalle Nazioni Unite, permettono la giusta integrazione alimentare ad un nucleo familiare medio di 7 persone per un mese.
Area molto delicata anche dal punto di vista della sicurezza, Musahi rappresenta l’avamposto del Contingente Italiano a Kabul. Nel distretto si trova infatti la Base avanzata degli alpini che giorno e notte pattugliano il territorio della valle con l’Esercito e la Polizia Afghana. La FOB (Forward Operation Base) è però anche un punto di riferimento per la popolazione che può contare anche su un supporto medico offerto dal team sanitario che opera nella Base.
Il Contingente italiano inaugura un nuovo complesso scolastico
Nel distretto di Musahi, a sud della Capitale Afghana è stato inaugurato il complesso scolastico che, costruito a pochi chilometri dalla F.O.B. (Forward Operation Base) Sterzing, la Base avanzata Italiana dove operano gli alpini, ospiterà un istituto scolastico di otto aule, una biblioteca e i locali amministrativi dove gli alunni avranno la possibilità di apprendere le consuete materie scolastiche.
Alla presenza del Generale di Brigata M. Stollsteiner, Comandante del Regional Command –Capital e del Col. Lucio Gatti, Comandante del Contingente Italiano a Kabul, è stato tagliato il nastro che consegna definitivamente alle autorità della Valle di Musahi il complesso scolastico. L’infrastruttura, i cui lavori erano cominciati nel maggio del 2008, rientra tra i progetti individuati dal Governatorato di Kabul come prioritari, ed ha visto anche il coinvolgimento del Ministero dell’Educazione nonché delle autorità della Valle.
news dalla regione di Herat
Il PRT realizza tre scuole nella Provincia di Herat
Il PRT di Herat, attraverso la Cooperazione Civile Militare, ha completato i lavori di edificazione di 3 nuove strutture scolastiche nei Distretti di Shindand, di Ghoryan e di Obe che rientrano nell’ambito dell’ambizioso programma per l’anno 2009 che prevede “three school in each District”.
Le nuove infrastrutture scolastiche hanno sostituito le precedenti tende di circostanza e finalmente consentiranno a circa 4000 giovani studenti afghani di seguire le lezioni, dopo la sosta invernale, in un ambiente sicuro e confortevole.
Il PRT da sempre sostiene il Dipartimento dell’Educazione con attività CIMIC e donazioni del Rotary tese a supportare la struttura educativa nella Provincia di Herat quale condizione primaria ed essenziale per uno sviluppo culturale della Società afghana.
Il PRT di Herat, su base 8° Reggimento Alpini della Brigata “Julia”, ha fornito un concreto impulso al processo di ricostruzione della Provincia di Herat a testimonianza dell’unanime consenso e gratitudine ricevuti dalla popolazione locale e dal Capo Dipartimento dell’Educazione, il Dottor Ghulam Azrat Tanah.
18 febbraio 2009
Impegno del PRT e degli OMLT per ricostruire la rete viaria della Provincia di Herat
Si sono ufficialmente conclusi i lavori per la costruzione di una strada di 35 chilometri realizzata in compattato di ghiaia nel popoloso distretto di Shindand della Provincia di Herat.
Una rappresentanza degli OMLT, guidata dal Tenente Colonnello Piero Gnesutta, assieme al Governatore di Shindand ed ai rappresentanti della Shura distrettuale ha inaugurato la strada con il simbolico taglio del nastro al termine dei lavori.
Il PRT, ha fatto un ulteriore passo concreto nell’ambito di un ampio progetto, che prevede l’implementazione di complessivi 96 chilometri di strada a favore degli afghani che vivono nella Provincia di Herat teso ad agevolare il movimento di persone e merci e quindi a favorire lo sviluppo economico dell’Area.
Il Governatore del distretto di Shindand ha ringraziato il Contingente italiano, aggiungendo “laddove c’era una strada disastrata adesso grazie agli Alpini esiste una strada larga e ben fatta che consentirà alle persone di raggiungere facilmente i vari centri della Provincia”.
I ''mentor'' italiani distribuiscono materiale sanitario all'Ospedale militare afghano di Camp ''Zafar''
Il team sanitario degli OMLT ha consegnato all’Ospedale militare di Camp “Zafar” farmaci e materiale sanitario richiesti dal Direttore sanitario del 207° Corpo d’Armata. Il Colonnello medico afghano Gulab Shirzad ha personalmente ringraziato il personale sanitario di OMLT VI, comandato dal Colonnello degli Alpini Paracadutisti Ignazio Gamba, per il prezioso contributo.
Il personale sanitario dell’OMLT svolge attività di consulenza clinica allo staff medico afghano e di supporto ai quadri dirigenziali sanitari del 207° Corpo d’Armata nell’organizzazione e nella direzione della struttura sanitaria.
Il Direttore della struttura sanitaria, al termine della simbolica cerimonia di distribuzione dei materiali sanitari, ha aggiunto che “i continui scambi professionali e umani con i medici italiani tendono ad avvicinare sempre più culture diverse tra loro che sono accomunate dal medesimo fine: la costante ricerca della salute e del benessere per i propri soldati.”
Il PRT conclude 4 progetti a favore del Dipartimento degli Affari Sociali di Herat
Il PRT, su base 8° Reggimento Alpini della “Julia”, con il termine dei lavori della sopraelevazione dell’Asilo nido di Herat, ha concluso quattro progetti realizzati a favore del Dipartimento degli Affari Sociali che aiuta e sostiene le fasce più deboli della popolazione.
L’assetto della Cooperazione Civile Militare (CIMIC), oltre all’ampliamento dell’unico asilo nido di Herat, ha completato anche tre centri di formazione professionale tesi a garantire l’autosostentamento e il reinserimento nel tessuto sociale di donne vedove, disabili e ragazzi sbandati che avranno l’opportunità di ricevere un’alfabetizzazione di base e di apprendere i mestieri più diffusi nella Provincia quale la lavorazione dell’alluminio, del ferro e del legno; il taglio e il cucito; la tessitura del tappeto e la colorazione dei tessuti.
La Signora Laila, direttrice dei centri professionali, ha ringraziato il Colonnello Luca Covelli, Comandante del PRT, aggiungendo “ grazie alla generosità del popolo italiano d’ora in avanti ogni centro professionale provvederà all’inserimento nel mondo del lavoro delle persone più deboli”.
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FOLGORE IN AFGHANISTAN: SONO ARRIVATE LE BANDIERE DEL 187° E 183°
KABUL- Con l'arrivo delle bandiere del 183mo e del 187mo Reggimento , lo schieramento della Folgore è ormai quasi alla fine.
Mezzi e uomini hanno -infatti- continuato a sbarcare con regolarità per due settimane e gli Ufficiali e Sottufficiali della Brigata stanno rilevando le posizioni occupate sinora dai colleghi alpini, che rientrano in Italia.
A breve sarà pienamente operativo anche l'ufficio stampa e pubbliche relazioni, coordinato dal Capitano Marco Amoriello, che si avvale del collaudato team "combat camera" la cui professionalità e capacità ben conosciamo dalle precedenti missioni.
Da loro ci attendiamo, compatibilmente con le restrizioni previste dalla Difesa, la solità qualità di immagini e notizie.
Il Transfer of Autorithy tra il Generale Serra e il nostro Generale Castellano è previsto per il giorno 3 Aprile.
Da quel momento la Brigata Folgore sarà pienamente operativa e si assumerà la responsabilità del controllo della vasta zona che fa capo ad Herat che le è stata affidata, grande come Lombardia, Veneto e Piemonte.
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A Kabul 524 nuovi soldati italiani
Sabato 04.04.2009 17:45
Entro fine luglio l'Italia inviera' in Afghanistan fino a 524 uomini in piu' in vista delle elezioni presidenziali di agosto. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento al vertice della Nato a Strasburgo.
Il premier, secondo quanto ha riferito il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha spiegato che e' stato deciso l'invio entro la fine di luglio di 400 soldati in piu' e due aerei da trasporto e, entro giugno, di tre elicotteri con relativo equipaggio, per un totale di 440 uomini. A questi si aggiungeranno i rinforzi per l'addestramento delle forze di polizia: si passera' dagli attuali 46 a 100 carabinieri e, se partira' la nuova struttura di formazione Nato-Usa, l'Italia e' disposta a mandarne altri 50, arrivando a 150. Questi 524 uomini in piu' si aggiungerebbero ai 2665 gia' sul terreno, senza sforare il tetto di 2800 previsto dal decreto di finanziamento della missione.
09 aprile 2009
Il Contingente italiano a Kabul bonifica un ordigno esplosivo
Nella notte tra il 7 e l’8 aprile, i militari del Contingente italiano a Kabul hanno bonificato un'ingente quantità di esplosivo rinvenuta in un'automobile.
Una pattuglia della Kabul City Police aveva infatti informato il Battaglione di Manovra del Contingente della presenza di un'automobile sospetta occultata in un parcheggio privato nelle vicinanze della strada principale che dal distretto di Pagman porta alla periferia della capitale.
Il pronto intervento dei nuclei del genio specializzati nella bonifica degli ordigni esplosivi rilevava l’esistenza nell’auto di circa 150 kg di esplosivo di fattura artigianale che veniva neutralizzato dopo alcune ore di lavoro.
A Kabul un corso di formazione professionale per le vedove e gli invalidi
Il Contingente Italiano a Kabul, su base 3° Reggimento Alpini, ha avviato oggi un corso di formazione professionale di sartoria della durata di 10 mesi in favore delle vedove e degli invalidi del distretto di Chahar Asiab. Il corso, promosso dalla delegazione pinerolese dell’UNIFEM (Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per la donna), permetterà ai frequentatori del corso di utilizzare le oltre 50 macchine da cucire donate dagli abitanti della Val di Susa, di Pinerolo e di Saluzzo grazie all’interessamento e al contributo delle locali sezioni dell’Associazione Nazionale Alpini.
All’inaugurazione era presente il Colonnello Lucio Gatti, Comandante del Contingente schierato a Kabul il quale, prima di tagliare il nastro delle aule dove si terrà il corso, ha espresso gratitudine ai donatori italiani.
Al termine della cerimonia, il Comandante del Contingente ha voluto iniziare personalmente la distribuzione di generi di prima necessità. La cornice di sicurezza è stata garantita dalla Kabul City Police e dell’Afghan National Army, insieme ai militari italiani.
Lezioni di "mine awareness" nelle scuole delle aree rurali della Valle di Musay
Nella giornata odierna, e’ iniziato un ciclo di lezioni, nelle scuole elementari e medie nella valle di Musay, a circa 40 km a sud di Kabul, che vede impegnati, in stretta collaborazione con la Kabul City Police (KCP), gli esperti dei nuclei del genio specializzati nella bonifica degli ordigni esplosivi, gli alpini della 1^ compagnia di manovra e la Cellula Pubblica Informazione del contingente di Italfor.
Oggetto delle lezioni sono la prevenzione e le misure da adottare per scongiurare il pericolo legato alla presenza e al rinvenimento occasionale di ordigni esplosivi che continuano, se pur in maniera molto minore rispetto al recente passato, a mietere giovani vittime nelle campagne. I militari del contingente italiano utilizzano sia ausili informatici che cartelloni e volantini esplicativi in lingua dari e pashtun che permettono ai giovani allievi di recepire al meglio tutte le informazioni durante le lezioni, al termine delle quali le penne nere distribuiscono ausili didattici e giocattoli.
Al termine del primo giorno di attività, in cui 300 studenti hanno potuto seguire le lezioni, in una scuola del distretto di Musay costruita dai militari italiani grazie ai fondi del progetto “Granda-Kabul”, iniziativa promossa dalle istituzioni e dai privati della provincia di Cuneo, il direttore didattico dell’istituto ha pronunciato parole di profondo ringraziamento per l’iniziativa fortemente voluta dal Comandante del Contingente, Colonello Lucio Gatti.
L’attività verrà ripetuta anche in tutte le scuole del distretto rurale di Chahar Asyab.
AFGHANISTAN: KABUL, FORZE LOCALI E MILITARI ITALIANI RESPINGONO ATTACCO
Herat, 28 apr. - (Adnkronos/Aki) -
L'esercito nazionale afghano e la forze di polizia della regione di Kabul, in un'operazione nel distretto di Mupahi, circa 25 chilometri a sud della capitale, hanno respinto "grazie anche all'intervento dei militari italiani", un attacco degli "insorti". E' quanto riferiscono dall'ufficio Pubblica informazione del Regional Command West di Herat, precisando che l'operazione e' stata effettuata ieri.
Herat, spari contro elicottero italiano
Tra gli uomini a bordo nessun ferito
Afghanistan: nove proiettili avrebbero colpito la carlinga, senza provocare gravi danni
ROMA - Spari di armi automatiche contro un elicottero militare italiano, venerdì sera, in Afghanistan: nessuno degli uomini a bordo è rimasto ferito. Lo si è appreso da fonti militari.
L'ATTACCO - L'elicottero, un AB212 della Marina militare, era impegnato in una attività di ricognizione e pattugliamento insieme ad un altro velivolo dello stesso tipo. In fase di rientro all'aeroporto di Herat, l'equipaggio, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, si è accorto di essere sotto tiro ed ha effettuato tutte le manovre "diversive" previste in questi casi. Il velivolo, centrato da alcuni colpi, è riuscito ad atterrare senza problemi. Nove proiettili, probabilmente di kalashnikov, avrebbero colpito la carlinga, senza provocare gravi danni. Nessuna conseguenza per i militari a bordo.
02 maggio 2009
Incidente a Herat, muore 13enne
Afghanistan,coinvolti militari italiani
Una ragazzina afgana di 13 anni è morta in un incidente nei pressi di Herat, che ha visto coinvolta una pattuglia di militari italiani composta da tre mezzi. Nell'incrociare un'autovettura civile a forte velocità sono stati sparati tre colpi come da procedura: uno in aria, uno sull'asfalto e uno sul cofano. Successivamente si è venuto a sapere che la giovane, che si trovava a bordo, è morta mentre sono rimasti illesi, la madre e un'altra persona.
L'incidente, secondo quanto riferito dal comandante del contingente, il generale Rosario Castellano, è avvenuto alle 11 locali, a quattro chilometri da campo Arena, il quartier generale del Regional Command West.
Una pattuglia di militari italiani composta da tre mezzi che stava procedendo lungo la strada ha incrociato un'autovettura civile che procedeva in senso opposto a forte velocità. Sono state attuate tutte le procedure di avvertimento previste in questi casi, ma l'automobile non si è fermata: sono stati esplosi infine un colpo in aria, uno sull'asfalto e uno sul cofano della vettura.
Successivamente si è venuto a sapere che una bambina che si trovava a bordo è morta, mentre sono rimasti illesi tutti gli altri passeggeri.Sono in corso accertamenti, ha detto il generale Castellano, per verificare le modalità dell'incidente e le cause della morte della bimba.
Una luce nella desolazione afghana
L'Italia cura i bambini ad Herat
Herat, Afghanistan. Percorrendo con un’auto blindata la Ring Road, l’unica strada di collegamento fra le cinque province del Paese, si avverte il senso di desolazione e morte che impera nelle terre afghane. Prima di entrare ad Herat, la provincia afghana nota per la più grave tensione bellica attuale insieme a Farah, nel bel mezzo della pianura coltivata con rigoglioso oppio, si erge un punto di riferimento per la popolazione sofferente: circondato da camionette ed uomini armati, protetto giorno e notte, è l’ospedale pediatrico "italiano" di Herat, appena entrato in funzione.
A dirigerlo c’è un italiano e si chiama Marco Urago, che fa da direttore sanitario di fatto dell’ospedale. Dopo l’inaugurazione del Dipartimento di Salute Pubblica di Herat, il 3 maggio scorso c’è stata la posa della prima pietra di quella che sarà la casa di accoglienza per i parenti dei bambini degenti in ospedale.
Le autorità afghane e del distretto di Herat hanno sottolineato l’impegno del governo italiano in favore di questo ospedale. Vi si possono ricoverare fino a cento bambini da qualche settimana. E si nota già la differenza: "si stanno salvando tante vite - ci ha spiegato il dottor Urago - nonostante che per cultura si ricorra all’ospedale solo quando si è allo stadio finale delle malattie, qui non esiste la prevenzione. Stiamo cercando di creare una nuova educazione alla salute, e nel frattempo facciamo miracoli per salvare i piccoli che soffrono".
Dopo il coinvolgimento ISAF (International Security Assistance Force) il contributo italiano è stato essenziale sia nel finanziamento che nella realizzazione dell’ospedale: "dall’Italia – spiega Urago - sono arrivati fondi e materiali (totale un milione e 600mila euro) e sono stati i nostri soldati a trasferire il vecchio reparto pediatria dell’ospedale pre-esistente a Herat nella nuova struttura"; è merito degli italiani l’organizzazione di navette gratuite per lospedale (l’Italia ha donato tre autobus per trasportare bambini e genitori); i farmaci sono stati regalati dai connazionali attivi laggiù.
Il direttore sanitario dice che rimarrà ad Herat fino al completamento della struttura e coordinerà in questa fase iniziale i medici (afghani) che vi lavorano. Marco Urago è uno specialista in Neurologia e Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e in Psicoterapia e, forse per la sua speciale sensibilità che si legge anche nei titoli, si è accollato la grande responsabilità di gestire un ospedale difficile. Difficile perché è in un paese dove la mortalità infantile è la più alta del mondo, un teatro di guerra dove poche gravidanze vanno a buon fine, dove causa malattia su mille neonati vivi alla nascita, 165 muoiono, dove un bambino su cinque spira entro i cinque anni di età e dove, se va bene, si vive fino a 43 anni.
Il dottor Marco Urago ha fatto la scelta, o meglio, ha accettato la sfida di svolgere la sua professione qua, contribuendo a far riconoscere agli italiani in Afghanistan "il merito di essere sempre pronti ad intervenire a favore dei più deboli, dimostrando la disponibilità ad aiutarci concretamente, per guarire, per stabilire la pace", ha precisato il sindaco della città, Mohammed Rafiq Mojaddadi
Nadia Baldi
tgcom
Afghanistan, scontri a fuoco
vicino alla base italiana
Colpi di armi nella notte: attacco contro una postazione della polizia afghana. Un agente ferito
Dal nostro inviato Andrea Nicastro
HERAT- Attorno alle 20.35 ora italiana, passate le 23 in Afghanistan, dalla base italiana di Camp Arena vicino ad Herat si sono sentite esplosioni e colpi d'arma da fuoco. Lo scambio a fuoco è durato ad intervalli per una decina di minuti. Sono stati momenti di tensione per i soldati presenti in base perché i colpi venivano da una zona a pochi chilometri a nord est della base solitamente pattugliata da forze italiane. L'altoparlante della base ha chiesto a tutto il personale di ritirarsi negli alloggi. Questo ha subito fatto capire che non si trattava di un attacco con i razzi.
LA DINAMICA - Gli altpoarlanti della base hanno dichiarato poi il cessato allarme alle 22 ore italiana (mezzanotte e mezza ad Herat). Intanto la sala operativa aveva chiarito la dinamica dell'incidente. Secondo il portavoce del Comando regionale ovest a guida italiana, capitano Amauriello, «è avvenuto un attacco contro una postazione della polizia afghana. C'è stato uno scambio a fuoco con armi leggere e Rpg. I poliziotti sono riusciti a mettere in fuga gli insurgent. Un agente è rimasto ferito ed è stato ricoverato in uno dei due ospedali della base, il "roll 2" spagnolo». Nessun italiano quindi sarebbe stato coinvolto negli scontri e di certo nessuno è stato ferito.
13 maggio 2009(ultima modifica: 14 maggio 2009)
corriere.it
Afghanistan, spari contro italiani
Colpito un veicolo, nessuno è ferito
Una pattuglia italiana del 186esimo reggimento Paracadutisti "Folgore" è stata fatta oggetto di colpi d'arma da fuoco da un commando armato non identificato nell'area della Valle di Musahy, a circa 50 chilometri a sud di Kabul. Nessun militare è rimasto ferito. Il convoglio era costituito da tre veicoli VTLM "Lince" ed era impegnato in attività di pattugliamento. I militari hanno risposto al fuoco e, illesi, sono rientrati alla base.
L'attacco, secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano, è avvenuto durante la notte nella Valle di Musahy, un'area dove già in passato si sono verificati fatti analoghi. Questa volta, presi di mira sono stati i paracadutisti del 186.mo reggimento della Brigata Folgore, che solo da pochi giorni hanno rilevato gli alpini nel controllo di quella zona dell'Afghanistan, a ridosso della capitale Kabul.
Il convoglio italiano, composto da tre veicoli Lince, era impegnato "in attività di pattugliamento volta al mantenimento del controllo del territorio". Non appena attaccati, ricostruiscono al comando del contingente, i paracadutisti italiani "hanno prontamente risposto al fuoco e, illesi, sono rientrati alla base". Solo uno dei tre Lince ha riportato "lievi danni".
tgcom
Afghanistan, doppia trappola contro i militari italiani in 48 ore
di Fausto Biloslavo
Una pattuglia dei paracadutisti della Folgore impegnata in uno scontro a fuoco con i talebani durato un’ora. La seconda imboscata nel difficile teatro afghano in meno di 48 ore. Non solo: il pericolo è che i talebani ripieghino dal sud, dove stanno affluendo i rinforzi americani, verso le province del nord-ovest sotto comando italiano. «Mi aspetto più combattimenti nei prossimi mesi. I nostri soldati devono già affrontare episodi di questo tipo ogni giorno», ha spiegato il generale Rosario Castellano comandante del settore Ovest. «Quello dei talebani da sud verso nord è un movimento lento, ma ovvio», ha sottolineato l’alto ufficiale che comanda 4mila uomini di varie nazioni. A giugno diventeranno quasi cinquemila (2650 italiani) con i rinforzi in arrivo dal nostro Paese e dalla Spagna per le elezioni presidenziali. «Messi sotto pressione a sud» dai 17mila americani promessi dal presidente Barack Obama e presto in arrivo, «i talebani scappano dove possono trovare un ambiente più favorevole», sottolinea Castellano. E aggiunge: «Verso il Pakistan da una parte e verso Farah e Badghis dall’altra, dove possono contare sulla maggioranza pashtun». Due province “calde” sotto comando italiano. Ieri mattina alle 7.30 (le 5 in Italia) una pattuglia dei paracadutisti della Folgore è stata attaccata nella provincia di Badghis.
L’imboscata è avvenuta a due chilometri dalla base avanzata di Bala Murghab. Un avamposto non molto lontano dal confine con il Turkmenistan, che dà fastidio ai talebani. La zona è un covo sicuro per gli insorti, dove scambiano i proventi del traffico di droga con armi.
Non solo: attraverso la confinante provincia di Ghor, pure questa sotto comando italiano, passa la via di fuga dei fondamentalisti in armi dalle aree in cui sono sotto pressione a sud, come Helmand. I parà hanno risposto al fuoco e lo scontro è durato un’ora. I talebani devono aver impiegato fucili mitragliatori Kalashnikov e razzi a spalla Rpg. Fra i soldati italiani non si registrano feriti, ma due dei tre blindati Lince hanno subito danni per i colpi ricevuti. Sui dettagli dello scontro di ieri le informazioni fornite da Herat sono come sempre scarne.
Con tutta probabilità lo specialista Fac della pattuglia avrà chiesto a Trinity il controllo aereo regionale, l’appoggio aereo. Quasi una prassi in ogni Tic, la sigla che indica un contatto a fuoco con il nemico. Gli elicotteri d’attacco Mangusta ci mettono 40 minuti per arrivare, mentre i caccia possono piombare sull’obiettivo in 15-20 minuti. «Sono molto preoccupato – ha dichiarato il generale Castellano all’agenzia Ansa -; giugno, luglio e agosto sono statisticamente i mesi in cui assistiamo ad un aumento della violenza. Finisce la stagione della raccolta del papavero e i talebani, che si finanziano col traffico d’oppio, hanno soldi per pagare gli attacchi suicidi». Castellano spiega che «le elezioni presidenziali del 20 agosto sono un momento storico che non può non provocare reazioni». Giovedì sera colpi di armi da fuoco ed esplosioni hanno messo in allarme Camp Arena, il quartier generale del nostro contingente ad Herat. Mercoledì alcuni razzi sono stati lanciati contro un distaccamento di carabinieri che addestra la polizia afghana ad Adraskan. La provincia più calda è quella di Farah, dove stanno arrivando rinforzi americani. Nell’area opera la Task force 45, composta dai corpi speciali italiani ed un battle group della Folgore di circa 400 uomini. In meno di 48 ore gli italiani in Afghanistan sono stati attaccati due volte. Nella notte fra giovedì e venerdì una pattuglia è finita in un’imboscata nella valle di Mushai, vicino a Kabul. Anche in questo caso nessun ferito ed un solo mezzo danneggiato.
Il Giornale
Afghanistan, ferito parà italiano
Scontro a fuoco con gruppo di insorti
Un parà italiano è rimasto lievemente ferito ad un braccio durante uno scontro a fuoco avvenuto in Afghanistan a Bala Morghab, un villaggio a circa 120 chilometri da Herat, nella parte orientale del Paese. La pattuglia di militari italiani ha risposto al fuoco di un gruppo di insorti ed è quindi rientrata alla base senza ulteriori conseguenze.
L'attacco alla pattuglia della Folgore è avvenuto alle 15:39, le 13 in Italia, nel villaggio di Akazai a circa cinque chilometri da Bala Murghab, nella provincia di Badghis, a nord di Herat. Secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano, i paracadutisti della Folgore ''hanno immediatamente risposto al fuoco e nello scontro un militare è rimasto lievemente ferito ad un braccio da una scheggia''.
Il paracadutista, di cui non sono state rese note le generalità, ''non è in pericolo di vita'': è stato immediatamente soccorso e sarà trasportato presso l'ospedale di Camp Arena, il quartier generale italiano.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, appresa la notizia dello scontro a fuoco a Bala Murghab in Afghanistan, dove è rimasto lievemente ferito un militare italiano, ha espresso "sentimenti di grande vicinanza al paracadutista coinvolto, formulando gli auguri più sentiti per un suo pronto ristabilimento". Il ministro La Russa, si spiega in un comunicato, è tenuto aggiornato sulla situazione dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, attraverso il Comando Operativo di vertice Interforze.
tgcom
AFGHANISTAN: ELICOTTERI ITALIANI IN SOCCORSO DI MILITARI AFGHANI A BALA MURGAB
Herat, 22 mag. - (Adnkronos) - Due elicotteri Mangusta dell'Esercito Italiano sono intervenuti oggi a Bala Murgab, nella provincia afghana di Bagdhis, a nord di Herat, dopo che un convoglio dell'esercito afghano era stato attaccato. Sono stati gli stessi militari afghani a chiedere l'intervento a supporto dei militari italiani. I due elicotteri hanno raggiunto l'area in pochi minuti. Ieri, nella stessa zona, una pattuglia italiana della brigata paracadutisti Folgore era stata attaccata a colpi d'arma da fuoco. In quella circostanza un para' italiano, il 23enne romano Alessandro Iosca, era stato lievemente ferito ad un braccio.
Afganistan,ferito un parà italiano
Vittima di uno scontro a fuoco
Un paracadutista italiano del 183° reggimento Nembo della Brigata Folgore è rimaso ferito in modo non grave ad un piede durante uno scontro a fuoco con alcune postazioni di insorti, a due chilometri da Bala Murgab, in Afghanistan. Feriti più gravemente, sempre nella stessa sparatoria, altri due militari afghani.
L'attacco è avvenuto stamani, alle prime ore dell'alba, a circa due chilometri da Bala Morghab, una località nell'ovest dell'Afghanistan dove i militari italiani sono già stati presi di mira più volte. Sul posto, riferiscono al comando del contingente, era in corso una "operazione congiunta, pianificata dai militari italiani con l'Esercito afghano, mirata alla stabilizzazione di un'area caratterizzata dalla presenza di larghe sacche di insorti".
Questi hanno prima attaccato le pattuglie dell'Esercito afghano e successivamente anche i paracadutisti della Folgore del 183/o Reggimento Nembo. I parà del 185/o Reggimento 'acquisizione obiettivi', che erano schierati nell'area, hanno subito individuato le postazioni dalle quali gli insorti stavano facendo fuoco ed hanno dato le indicazioni per poter effettuare il tiro con i mortai.
tgcom
EGIONAL COMMAND WEST
Public Information Office
AFGHANISTAN – Nuovo attacco a Bala Murgab – immediata la reazione dei nostri Parà Italiani
Herat, 31 Maggio 2009 .
Alle 1630, gli “insorti” hanno sferrato un attacco simultaneo, colpendo contemporaneamente, con il fuoco di mortai e di armi automatiche, tutti i check point dell’Esercito Afghano nell’aera di Bala Murgab, e le forze di Polizia Afghane che stavano operando nel “bazar”, il centro città.
Dopo pochi minuti è stata attaccata anche la Base Italiana.
La reazione dei Paracadutisti della Folgore è stata immediata.
Un team del 185° Reggimento “acquisitori obiettivi”, che opera congiuntamente con il 183° Reggimento “NEMBO”, era stato “infiltrato” su un altura durante la notte, ha immediatamente individuato due delle postazioni avversarie, ha dato le indicazioni ai Paracadutisti che sono intervenuti con alcuni colpi di mortaio, neutralizzandole.
Nel giro di pochi minuti sono intervenuti nell’area anche una coppia di aerei della NATO, ma dopo una ventina di minuti di sorvolo, non riuscendo ad individuare la minaccia, sono stati fatti ripiegare per far intervenire due elicotteri Mangusta dell’Esercito Italiano, preventivamente rischierati nell’area, i quali, grazie alla maggiore versatilità, hanno individuato una postazione, neutralizzandola.
Nessuno dei militari italiani, ne delle Forze di sicurezza Afghane è rimasto colpito negli scontri.
La zona di Bala Murgab, rappresenta un area d’importanza strategica e roccaforte dei talebani.
Per tale ragione prosegue la manovra nell’area allo scopo di garantirne il controllo da parte delle autorità locali Afghane, a cui ISAF sta dando supporto.
Afghanistan Blitz degli italiani catturati 4 capi talebani
Blitz dei corpi speciali italiani che hanno catturato quattro capi talebani ricercati dalla Nato. E per la prima volta viene resa nota, dal quartier generale della missione Isaf a Kabul, un’operazione del genere. In realtà secondo quanto appurato dal Giornale, solo nell’ultimo semestre sono circa una dozzina i ricercati della Nato catturati dai nostri nell’Afghanistan occidentale, il settore dov’è schierata la gran parte dei 3100 militari italiani presenti nel paese. L’unico dubbio è che il blitz sia avvenuto nella notte fra martedì e mercoledì, per poi venir rivelato poche ore dopo. Di solito si attende un po’ di tempo per rendere pubblico questo genere di informazioni.
I corpi speciali italiani, in collaborazione con unità dell’esercito afghano, hanno catturato i quattro ricercati nella provincia di Farah. I nomi dei prigionieri fanno parte di una lista di circa un migliaio di ricercati in tutto l’Afghanistan. L’operazione è stata condotta dalla Task force Alfa, il distaccamento dei corpi speciali di base a Farah, il capoluogo dell’omonima provincia. Il grosso è costituito dagli incursori del 9° reggimento Col Moschin. La Task force 45, che comprende l’Alfa, è composta da 200-300 uomini, che provengono anche dai ranger del 4° reggimento alpini paracadutisti, e dagli incursori di marina del Comsubin. Sui dettagli dell’operazione trapelano pochi particolari, ma oltre alla cattura dei ricercati è stato sequestrato un ingente quantitativo di oppio lavorato (solo se supera gli 80 chili finisce sotto sequestro, altrimenti è tollerato). Dal «fortino», il quartier generale di Isaf a Kabul fanno notare che il traffico di droga «viene estensivamente utilizzato dagli insorti per finanziare la guerriglia. I proventi si trasformano letteralmente in armi e munizioni». L’arresto di 4 ricercati assieme è un colpo grosso. Nella rete deve essere finito un comandante di buon livello ed i suoi luogotenenti. I corpi speciali partecipano a queste operazioni senza gradi e nomi. Una volta catturati i «target» vengono consegnati agli afghani.
Il Giornale.it
Razzo contro base con soldati italiani, nessun ferito
Un missile è stato lanciato contro la base militare che ospita anche militari italiani a Bala Murgab, nell’ovest del Paese. Il razzo ha colpito un deposito di carburante in dotazione alle truppe americane
Roma, 6 giugno 2009 - Ancora un attacco ha coinvolto le forze italiane. Un razzo è stato lanciato oggi contro la base militare che ospita anche soldati italiani a Bala Murgab, nell’ovest dell’Afghanistan.
Secondo quanto si è appreso, nessun militare italiano è rimasto ferito. Il razzo ha colpito un deposito di carburante in dotazione alle truppe americane.
A quanto si apprende, i militari italiani hanno risposto al fuoco. Un episodio analogo era già accaduto ieri, ma il razzo non aveva centrato la base.
Quotidiano.net
AFGHANISTAN:ATTACCO CONTRO PATTUGLIA ITALIANA,NESSUN FERITO
ROMA - Una pattuglia di militari italiani è stata attaccata durante la notte nella valle di Mushai, a circa 30 chilometri da Kabul: i paracadutisti della Folgore hanno risposto al fuoco e "neutralizzato la minaccia". Lo riferiscono fonti del comando del contingente. Non risultano feriti tra i militari italiani.
A finire sotto il fuoco nemico è stata una pattuglia motorizzata del 186/o Reggimento paracadutisti Folgore che stava conducendo "un'attività pianificata di controllo del territorio": improvvisamente è stata attaccata da "elementi ostili" con armi leggere e razzi Rpg, quando si trovava nei pressi della base operativa avanzata italiana nella valle di Mushai. I paracadutisti hanno quindi reagito all'attacco, riferiscono al comando del contingente italiano ed eliminato la minaccia.
ansa
Afghanistan: scontro a fuoco, danni a elicottero italiano
CIVITAVECCHIA (ROMA), 10 GIU - Ennesimo scontro a fuoco, stamani, in Afghanistan in cui sono rimasti coinvolti dei militari italiani. E' stato lo stesso ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a renderlo noto parlando con i giornalisti a margine della festa della Marina: "Non ci sono stati feriti tra i nostri che erano intervenuti in aiuto dell'esercito afghano, ma un elicottero è stato danneggiato", ha spigato il ministro.
ansa
ROMA (11 giugno) - Tre militari italiani sono rimasti feriti, due in modo lieve e uno gravemente, in uno scontro a fuoco avvenuto a Farah, nell'ovest dell'Afghanistan. Lo hanno confermato all'Ansa fonti militari.
Proprio due giorni fa il generale Marco Bertolini, capo di Stato maggiore della missione Isaf in Afghanistan, aveva affermato che i militari italiani erano impegnati in battaglie importanti.
Il Messaggero
AFGHANISTAN: AUMENTO MILITARI ITALIANI, ECCO I NUMERI
OLTRE 500 RINFORZI PER ELEZIONI; POSSIBILE USA CHIEDANO DI PIU' (di Massimo Nestico'). ROMA, 15 GIU - Mentre si preparano a partire i circa 500 militari di rinforzo in vista delle elezioni del 20 agosto, il contingente italiano in Afghanistan potrebbe subire un ulteriore incremento. L'entita' sara' determinata dalla richiesta che il presidente Usa, Barack Obama, potrebbe fare al premier Silvio Berlusconi nell'incontro di oggi. Da parte sua il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha detto che le forze armate sono pronte a fare la loro parte. Il Parlamento ha autorizzato la presenza di 2.795 militari italiani in Afghanistan, tra Kabul ed Herat. Limitatamente al periodo elettorale e' stato deciso l'invio di ulteriori 500 uomini: a luglio partiranno cosi' 400 soldati, mentre ad agosto sara' la volta di circa 40 unita' dell'Aeronautica Militare con due aerei di trasporto C-27J e tre elicotteri AB-212 per l'evacuazione medica. Un altro centinaio di militari, in prevalenza carabinieri, faranno poi parte della Nato Training Mission Afghanistan per l'addestramento delle forze di polizia afgane. Previsto, inoltre, anche lo schieramento del Comando di reazione rapida Nato di Solbiate Olona, con 114 italiani. Questi rinforzi, ha sottolineato La Russa, ''faranno salire considerevolmente il numero dei nostri militari presenti in Afghanistan, sia pure limitatamente al periodo delle elezioni, cioe' fino a settembre o ottobre se ci sara' il ballottaggio''. Riguardo alla possibilita' di un ulteriore aumento, ha aggiunto, ''non ne abbiamo discusso, ma certamente se il presidente degli Stati Uniti Obama dovesse chiedere un ulteriore sforzo al nostro premier Berlusconi nel colloquio di oggi, lui non si sentira' obbligato a parlarne prima col ministro della Difesa; rispondera' liberamente, dopodiche' ci fara' sapere e, come sempre, le forze armate saranno pronte a dire 'obbedisco'''. Con i rinforzi 'elettorali' il contingente italiano raggiungera' quota 3.200. Attualmente l'Italia e' il quarto contribuente della missione Isaf, dopo Usa (28.850 militari schierati), Gran Bretagna (8.300) e Germania (3.380). Ora Obama potrebbe chiedere un ulteriore sforzo a Berlusconi e - a questo proposito - e' importante la decisione assunta proprio pochi giorni fa dalla Nato di ridurre progressivamente la Kfor, la forza di sicurezza dispiegata in Kosovo da dieci anni. In Kosovo l'Italia e' ora presente con circa 2.000 uomini, che nel corso di pochi mesi potrebbero esser dimezzati. Parte dei militari cosi' risparmiati potrebbero essere dirottati in Afghanistan. Capitolo mezzi. ''Abbiamo escluso - ha rilevato La Russa - l'invio di aerei Tornado con funzioni di bombardamento, pero' abbiamo previsto l'invio di altri due Tornado. Questa credo che sara' una cosa che Berlusconi confermera' ad Obama, cioe' la possibilita' di raddoppiare il numero di Tornado presenti''. Infine, c'e' la questione dei 'caveat', cioe' i limiti all'impiego dei militari italiani. Quello delle sei ore, ha ricordato il ministro, ''non e' un piu' un caveat ma e' diventato un remark, una nota, nel senso che adesso noi possiamo essere chiamati ad operare in qualunque zona dell'Afghanistan col semplice preavviso di sei ore, che sono il tempo tecnico necessario all'approntamento e questo serve all'Italia per avere una maggiore informazione, non per frapporre ostacoli che infatti non abbiamo mai frapposto''. La Nato vorrebbe una netta riduzione di questi caveat per tutti i contingenti nazionali impegnati e l'Italia potrebbe offrire una maggiore flessibilita'. (ANSA)
da GR.Net
Afghanistan, scontri con italiani
I parà in soccorso di un'unità Isaf
Un plotone di paracadutisti del 186° Reggimento della Folgore è rimasto coinvolto in uno scontro a fuoco con i guerriglieri afghani nella valle di Musai. I nostro soldati sono intervenuti a rinforzo di un'unità della missione Isaf che era "impegnata contro gli insorti - fa sapere il comando del contingente italiano - in seguito a un'imboscata". Nessuno dei militari italiani è rimasto ferito nella sparatoria.
Il "risoluto intervento" dei paracadutisti, a loro volta "investiti da un consistente fuoco di armi a tiro teso", prosegue ancora il comando italiano, ha consentito di neutralizzare la postazione nemica e ha permesso ai militari Isaf sotto attacco di sganciarsi e tornare alla base.
tgcom
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Un "cache" di oltre cento bombe di mortaio, complete di inneschi è stato intercettato stamattina e confiscato da una pattuglia del 187mo, in perlustrazione nell'area di competenza intorno a Farah,in Afganistan, punto caldissimo di transito di contrabbandieri, trafficanti di oppio e insorgenti.
Facile prevedere come sarebbero state usate, visto l'ottimo stato di conservazione: erano pronte per essere utilizzate come IED contro le forze ISAF.
I ritrovamenti come quello di oggi sono frequenti e danno il senso del lavoro di controllo del territorio e di intelligence svolto dai nostri paracadutisti, che agiscono in supporto dell' AFGANI NATIONAL ARMY.
I nostri acquisitori obbiettivi, gli incursori e le pattuglie sul terreno ottengono risultati che non sempre arrivano in Italia , per la lontananza e la oggettiva difficoltà di comunicazioni con il resto del contingente.
La fine degli ordigni sarà quello di una grossa esplosione pilotata e controllata dagli artificieri dell'8° reggimento guastatori paracadutisti, che prenderanno in consegna il materiale.
Afghanistan: eliminati attentatori
Operazione congiunta tra militari italiani e polizia afgana(ANSA) - ROMA, 24 GIU - I militari italiani, in un'operazione congiunta con la polizia afgana, hanno eliminato un nucleo di 'insorti' specializzato in imboscate. I miliziani, che nelle loro azioni usavano ordigni esplosivi improvvisati, gli Ied (Improvised explosive device), concentravano le loro azioni sulla strada n. 517, nella provincia di Farah, che riveste un'importanza vitale per la popolazione locale, in quanto congiunge l'abitato di Farah con la cosiddetta 'Ring Road', il maggior collettore viario afgano.
AFGHANISTAN: PARA' ITALIANO FERITO LIEVEMENTE
Aggiungi ai preferiti Preferiti Facebook Delicoius LinkedIn Google Yahoo MySpace Digg Twitter Netvibes Reddit Live
Facebook Google Yahoo Twitter Stampa Invia questo articolo(AGI) - Herat, 24 giu. - Questa mattina nella valle di Bala Murgab (provincia di Badghis 200 Km Nord di Herat), nel corso di un'importante operazione congiunta, delle forze di sicurezza afgane e ISAF, volta a eliminare ulteriori sacche di resistenza presenti nell'area, le nostre unita' hanno subito un attacco. Nello scontro condotto con armi portatili e razzi contro carri RPG, e' rimasto lievemente ferito uno dei Paracadutisti del 183esimo reggimento "Nembo". Il militare italiano, non ha riportato conseguenze, e' stato medicato sul posto e ha potuto proseguire l'attivita'. E' invece deceduto un militare afgano ed altri 4 sono rimasti feriti. Sono rimasti leggermente danneggiati 4 "lince" Italiani che comunque hanno potuto proseguire l'attivita'. La manovra per ottenere il controllo di questa zona fondamentale e' stata complessa e articolata, condotta con azioni tattiche di truppe sul terreno e con il fuoco combinato e coordinato, di armi a tiro teso, una coppia di elicotteri Mangusta e mortai, sia dei Paracadutisti italiani che dell'Esercito Afghano. Anche ieri a Sud, nell'area di Farah, i Paracadutisti del 187esimo reggimento Folgore erano intervenuti a supporto dell'esercito afghano a seguito di un attacco che era stato condotto contro una loro base e nel corso del quale erano rimasti uccisi due militari. Nel corso di un successivo controllo in un villaggio in quell'area, i militari italiani hanno rinvenuto un ingente quantitativo di esplosivo (piu' di 100 fra bombe e razzi e oltre 80 spolette). Il materiale, perfettamente funzionante, era pronto per essere impiegato per la preparazione di attacchi con ordigni esplosivi.
aggiornata la composizione del contingente
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25-06-2009, 08:37
Per adesso andiamo bene.. ;)
Roma, 27 giu. - Una pattuglia italiana è stata attaccata questa mattina a circa 40 chilometri da Farah, nella parte meridionale dell'ovest dell'Afghanistan. Un militare ha subito un trauma da esplosione ed è sotto choc, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. Secondo quanto appreso da Apcom, un veicolo Lince è rimasto danneggiato. Durante la fase di recupero del mezzo, ha avuto luogo un breve scontro a fuoco che non ha provocato feriti tra i militari italiani.
Prima un'esplosione distrugge un Lince, poi spari contro parà
La pattuglia di paracadutisti della Folgore è stata attaccata con un ordigno esplosivo posizionato lungo la strada. I militari italiani, spiega il comando di Herat con un comunicato, si stavano recando verso Bala Baluk, per garantire la sicurezza ad una caserma dell'esercito afgano che era stata attaccata dagli insorti. Il mezzo Lince è stato "gravemente danneggiato", mentre nessun militare italiano è rimasto ferito. Un paracadutista, secondo quanto appreso da Apcom, ha soltanto subito un trauma da esplosione, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Nella stessa area, successivamente all'esplosione, un'altra unità italiana che si stava recando in supporto a forze afgane è stata attaccata con armi automatiche. I militari Italiani hanno risposto al fuoco eliminando la minaccia, proseguendo poi la manovra per il ricongiungimento con le forze afgane. (Apcom)
PARA' CATTURANO INSORTI - In concomitanza con l'offensiva americana, un gruppo di insorti è stato catturato nelle ultime 24 ore nella Valle di Musahi, 35 chilometri a sud di Kabul, in un’operazione congiunta compiuta dai militari italiani della Folgore e dai soldati dell’esercito afgano. Durante l’intervento delle truppe è stato sequestrato un buon quantitativo di armi portatili. Secondo quanto riferito dal Comando italiano a Kabul, i combattenti arrestati sarebbero tra i responsabili di molti degli attacchi compiuti nella zona contro i soldati italiani. Iniziata alle ore 4 del 2 luglio, l’operazione, che ha visto impegnati circa 600 militari tra italiani e afghani, è terminata nella notte. Gli insorti catturati sono ora sotto custodia delle autorità afgane. All’inizio dell’operazione, inoltre, un secondo gruppo di insorti ha abbandonato le sue posizioni nell’area, cercando rifugio in una provincia limitrofa. Grazie al controllo dell’area assicurato dalle unità italiane posizionate in punti appositamente scelti, è stato possibile individuarne la localizzazione, nell’area di responsabilità di un altro contingente di Isaf.
Herat: effettuato il primo aviorifornimento a favore della FOB di Bala Murghab con un velivolo C130J
Questa mattina un velivolo da trasporto C130J dell’Aeronautica Militare ha effettuato con successo il primo aviorifornimento di viveri e materiale a beneficio dei paracadutisti della Brigata Folgore che operano nella base operativa avanzata (FOB - Forward Operational Base) di stanza nella località di Bala Murghab.
La missione, prima nel suo genere in un teatro operativo, è stata pianificata e coordinata dal personale del Task Group Albatros della Joint Air Task Force ed ha permesso il lancio di circa cinque tonnellate di carico in un’area distante oltre 170 chilometri dall’aeroporto della città afgana sede del Regional Command West.
La possibilità di garantire il supporto logistico costante delle forze impiegate sul terreno, sparse su un territorio di competenza molto vasto e dall’orografia disomogenea, risulta essere un obiettivo di primaria importanza ¬per tutte le basi operative avanzate italiane in Afghanistan, poste a distanza di centinaia di chilometri le une dalle altre.
L’impiego del mezzo aereo per il rifornimento di viveri e materiali assicura la continuità del supporto logistico e permette, rispetto ai sistemi finora utilizzati (trasporti via terra e con elicottero), di poter usufruire delle prerogative proprie del mezzo impiegato: tempestività, rapidità, precisione e sicurezza.
Nell’immediato futuro, la conduzione di ulteriori voli consentirà di migliorare le procedure di aviorifornimento e di poter acquisire la prontezza operativa necessaria per effettuare, se richiesto, analoghe missioni anche a favore di altre forze NATO impegnate nell’ambito dell’operazione ISAF
HERAT: attacco con IED contro soldati italiani - due militari leggermente contusi
Alle 18:45 locali, in località ADRASKAN, (circa 60 Km a sud di HERAT) un mezzo di una pattuglia dell'OMLT è stato coinvolto dall’esplosione di un IED.
L'ordigno era posizionato su una moto parcheggiata al margine della strada ed è stato attivato con un congegno a distanza.
I militari, insospettiti, si sono spostati nella carreggiata opposta e, con questa manovra, hanno fatto sì che l'esplosione coinvolgesse il mezzo in maniera parziale.
Il mezzo, ribaltandosi ha provocato lieve contusioni a due dei nostri militari, che sono stati soccorsi e sono ora ricoverati nell'ospedale militare di Herat e dichiarati guaribili in pochi giorni.
In occasione di questi ultimi attacchi, il Generale Rosario Castellano, Comandante del Contingente italiano ha dichiarato: “ Gli attacchi di questi ultimi giorni possono essere interpretati come un segno di debolezza perchè gli insorti si vedono negare aree che prima dominavano.
Aree che attualmente sono sotto il controllo del legittimo governo Afghano con il ritorno dei cittadini alla vita di tutti i giorni.
Gli attacchi contro la NATO dimostrano come la strategia messa in atto dalla Coalizione Internazionale sia pagante. E' lecito immaginarsi una escalation di tensione anche in vista delle prossime elezioni che rappresentano un passo determinante per la stabilità del Paese.”
25 luglio 2009
FARAH: ferito militare italiano in imboscata
Questa mattina, una unità complessa, composta da personale del 187° Reggimento Folgore e del 1° Reggimento Bersaglieri è stata attaccata nei pressi del villaggio di Bala Boluk, a circa 50 chilometri a nord di Farah, mentre svolgeva una operazione congiunta con le forze di sicurezza Afghane per il controllo del territorio.
La reazione dei nostri militari è stata immediata e nell'area sono stati anche inviati sia degli aerei della coalizione per il supporto ravvicinato (close air support) che gli elicotteri italiani A 129 Mangusta.
Data la tipologia dell'area, l'intervento degli aerei è stato evitato e si è preferito far intervenire gli elicotteri i quali hanno potuto supportare con le armi di bordo l'azione dei nostri militari sul terreno, favorendo dopo quasi cinque ore di scontri lo sganciamento delle nostre truppe, che hanno poi proseguito l'azione preventivamente pianificata con le forze Afghane.
L'azione ha consentito di neutralizzare la minaccia, mentre, uno dei nostri bersaglieri è rimasto lievemente ferito, riportando la frattura dell'ulna del braccio destro.
Il militare è stato immediatamente soccorso ed evacuato in elicottero presso l'ospedale militare di Farah. Le condizioni del nostro soldato non sono gravi e verrà dimesso entro pochi giorni.
Herat: Il PRT inaugura una fattoria sperimentale in località Urdo Khan
In questi giorni il PRT di Herat ha inaugurato, in una fattoria sperimentale esistente in località Urdo Khan, all’interno del distretto di Injil, un pozzo artesiano con vasca di raccolta acque e locali tecnici.
La fattoria sperimentale di Urdo Khan è nata da un programma sponsorizzato dal Ministero dell’Agricoltura afghano per la provincia di Herat. Allo stato attuale nella struttura vengono portati avanti due importanti programmi di ricerca, relativi rispettivamente allo sviluppo delle sementi e delle piante.
Il progetto realizzato dal PRT prevedeva l’espansione della struttura con la dotazione di una adeguata riserva idrica completa di locali tecnici per le analisi delle acque prelevate, oltre a comprendere un impianto per lo smaltimento dei rifiuti organici prodotti dalla struttura mediante una fossa settica accessibile per le operazioni di spurgo, in perfetta aderenza agli standard costruttivi locali. La realizzazione di opere in grado di inserirsi nel contesto edilizio locale senza stravolgerne le consuetudini fornisce alle Autorità Locali ed agli utilizzatori dell’opera, una volta che la stessa è stata presa in consegna, la possibilità di effettuare una corretta ed economica manutenzione oltre che di poter intervenire nel futuro per adeguarne le caratteristiche funzionali al mutamento delle esigenze. Questo aspetto, individuato tramite una lunga esperienza sul campo, ha sempre rivestito per il PRT una importanza peculiare e primaria al fine di realizzare opere sostenibili e di facile manutenzione in rapporto al territorio.
Alla cerimonia era presente il Comandante del PRT, Colonnello Michele Brandonisio. Le Autorità locali hanno mostrato il loro apprezzamento per l’operato del contingente Italiano in generale e della Cooperazione Civile Militare in particolare mediante una importante partecipazione all’evento odierno. Erano presenti infatti in rappresentanza delle Autorità locali oltre all’Ing. Mohib direttore della fattoria sperimentale il Vice Governatore Ahjimir Abdul Khaliq, il Direttore del Dipartimento dell’Economia Ing. Abdul Nasir Aswadi ed il Direttore del Dipartimento per l’Agricoltura Ing. Esmahil Naidar Zada.
04 agosto 2009
FARAH: attacco sventato, catturato un ''insurgent''
Questa pomeriggio in un area a circa 50 chilometri a Nord di Farah, le forze di sicurezza afghane e i militari italiani sono stati attaccati con armi portatili e controcarri nel corso di una operazione congiunta, mirata al controllo del territorio per incrementare le condizioni di sicurezza in vista delle prossime elezioni.
I militari afghani con il supporto dei militari italiani hanno immediatamente risposto al fuoco neutralizzando la minaccie ed un “insurgent” è stato catturato.
Nessuno dei militari italiani e afghani è rimasto ferito.
05 agosto 2009
HERAT: ritrovamento di ingenti quantità di materiale esplosivo
Questa mattina alle ore 6:30 locali, in un villaggio a circa 20 km a sud di Shindad, sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di esplosivo, mine e razzi, utilizzabili presumibilmente per la costruzione di ordigni esplosivi da parte degli “insurgents”.
Tale ritrovamento è da inquadrarsi nell’ambito delle attività relative al controllo del territorio svolto congiuntamente alle Forze di sicurezza afghane, volte a garantire la libertà di movimento delle proprie unità e ad ostacolare quelle degli “insurgents”.
08 agosto 2009
Kabul: veicolo militare coinvolto nell?esposione di un ordigno, nessun militare rimasto ferito
Questa mattina, durante le attività di ricognizione dei seggi elettorali in vista delle imminenti elezioni nel settore della valle di Musahy , intorno alle ore 0830 locali, un veicolo “LINCE” è stato investito dall’esplosione di un ordigno esplosivo improvvisato posto lungo la carreggiata.
L’esplosione, avvenuta in una località a circa 15 km a Sud della capitale Afghana, ha interessato il terzo mezzo della colonna composta da quattro veicoli.
Non si registrano feriti tra i paracadutisti, mentre il veicolo ha riportato seri danni.
10 agosto 2009
Kabul: operazione congiunta delle Forze di Sicurezza afghane e i paracadutisti del 186° Reggimento "Folgore" nella Musahi Valley - Catturati due sospettati
Nel corso di un’operazione congiunta tra i militari del Contingente Nazionale e unita’ delle Forze di Sicurezza Afghane (National Directorate of Security – NDS e Kabul City Police - KCP), sono stati catturati due locali sospettati di attacchi contro le forze ISAF e afghane in un’area della Musahi Valley. All’operazione ha partecipato un plotone di 30 paracadutisti del 186° Reggimento "Folgore" e 6 Veicoli Tattico Leggero Multiruolo (VTLM) “Lince”.
I due catturati potrebbero appartenere ad una formazione di insorti che avrebbe partecipato a numerosi attacchi contro le forze afgane ed ISAF, tra cui l’attacco mediante ordigno esplosivo che pochi giorni fa ha reso inutilizzabile un mezzo del contingente italiano impegnato in operazioni di ricognizione dei seggi elettorali nella stessa area.
Il personale catturato dalle forze di sicurezza locali è attualmente a disposizione delle Forze di Polizia afghane.
18 agosto 2009
Farah: attacco contro forze afghane ed italiane - Militari rispondono e neutralizzano la minaccia
Questa mattina, nel corso di una operazione congiunta, le forze di sicurezza afghane e i militari Italiani, sono stati attaccati in un area a circa 30 Km a nord est di Farah.
L'operazione, cominciata ieri, su segnalazione dello stesso Governatore di Farah, mirata al controllo di un area dove è ancora forte la presenza di insorti, e dove potrebbe essere a rischio il regolare svolgimento delle prossime elezioni, ha visto impegnati i Bersaglieri del 1° Reggimento, inquadrati nella Brigata Paracadutisti Folgore, al fianco dei militari e delle forze di sicurezza afghane.
Raggiunto il villaggio di Pusht Rod, le forze afghane ed i militari di Isaf sono stati colpiti con il fuoco di armi automatiche e razzi contro carri. La reazione è stata immediata.
La manovra, frutto di un coordinamento fra le forze afghane e le nostre, ormai collaudato e consolidato, si è sviluppata in maniera rapida ed automatica.
I militari afghani sono immediatamente entrati nel villaggio per effettuare una operazione di ricerca degli insorti, mentre le nostre forze si sono prontamente schierate per la difesa dell'area. In questa fase, le nostre unità, colpite dal fuoco di insorti, hanno subito risposto neutralizzando la minaccia.
FARAH: elicotteri Mangusta italiani intervengono in soccorso della Polizia afghana - Colpiti con armi automatiche, solo danni ai mezzi e nessun pilota ferito
In mattinata, due elicotteri dell'esercito italiano “A129 – Mangusta” sono stati colpiti dal fuoco di armi leggere automatiche nel villaggio di Pusth Rud a circa 20 chilometri a nord di Farah.
Gli elicotteri sono intervenuti nell'area a seguito della richiesta di supporto pervenuta da una base della polizia afghana che si trovava sotto attacco da parte di insurgents.
I due Mangusta, partiti da Farah, hanno raggiunto in pochissimi minuti la zona e durante l’attività di supporto sono stati fatti segno a fuoco. I piloti hanno individuato la fonte della minaccia e neutralizzata.
Nonostante i danni riportati, entrambi i velivoli sono rientrati alla base di Farah e nessun militare italiano è rimasto ferito.
10 settembre 2009
Operazione Medevac in Shindand da parte degli AB 212 ICO del Task Group Tigre
Oggi, 10 settembre 2009, gli elicotteri AB-212-ICO del 21˚ Gruppo dell’Aeronautica Militare .hanno effettuato un’operazione di Aeromedical Evacuation (MEDEVAC) in Shindand nell’area sud del Regional Command West, a metà strada tra Herat e Farah.
L’operazione è partita alle ore 9.30 afghane a seguito di un allertamento giunto dalla sala operativa di RC-W, che comunicava la presenza di una persona colta da malore necessitante di pronto soccorso.
Il Task Group Tigre, il cui comando è attualmente affidato al Ten.Col. Domenico Bove, ha immediatamente predisposto come previsto, il decollo di due elicotteri, che in circa 40 minuti hanno raggiunto Shindand.
Giunto sul posto il team Medevac, capitanato dal Magg. Gennaro Civitilllo, ha prontamente caricato a bordo la persona sofferente e affidato alle prime cure del medico di bordo Magg. Alessio Fantera coadiuvato dagli assistenti sanitari.
“Il primo obbiettivo – spiega il Magg. Civitillo - è stato quello di effettuare tutte le manovre di soccorso in massima sicurezza, ciò grazie anche all’azione del secondo velivolo condotto dal Capitano Enrico Galzignato che ha supervisionato l’area durante l’operazione di soccorso. La persona soccorsa è stata poi trasportata presso l’ospedale spagnolo all’interno della base di RC-W dove è stata riscontrata una forte colica immediatamente sedata dall’equìpe medica. L’operazione si è conclusa alle ore 12 circa”
Attualmente, gli assetti AB-212-ICO sono inseriti sotto il comando del Col. Giancarlo Maragucci, all’interno della Joint Air Task Force come Task Group Tigre. Il suddetto Task Group si compone principalmente di personale proveniente dal 9˚ Stormo “F. Baracca” comandato dal Col. Fabio Rinaldi, nonché da personale di supporto proveniente da altri Reparti della linea AB-212 dell’Aeronautica Militare.
11 settembre 2009
Operazione di "Soft Knocking" nella Valle di Musahy
Alle 05.50 della scorsa notte, nella Valle di Musahy, un plotone del 186° Reggimento della “Folgore”,unitamente alle forze di sicurezza afghane, ha condotto una operazione congiunta di "Soft Knocking" volta a contrastare la pericolosa presenza di insorti nell’area a danno della popolazione locale.
L’operazione ha previsto una cinturazione iniziale dell’area da controllare e una successiva azione di “search” tesa all’individuazione e successiva cattura, da parte del personale della polizia afghana, degli insorti.
Uno degli assetti che proveniva dalla base di “Camp Invicta”, diretto a supportare le operazioni, mentre percorreva la rotabile sterrata abitualmente utilizzata sia dalle forze della Coalizione Internazionale sia dalle forze di Sicurezza locali, notava la presenza sospetta di tre individui che si allontanavano velocemente dalla sede stradale. In tale contesto veniva rinvenuto un IED (ordigno esplosivo improvvisato) formato da una mina anticarro collegata ad un congegno di attivazione a pressione di fattura artigianale che sarebbe dovuto esplodere al passaggio del VTLM "Lince".
L’estrema flessibilità di impiego e l’elevato livello addestrativo messi in campo dalle forze di “Italfor XX” hanno permesso di fronteggiare, con estrema professionalità e senza alcun danno per il personale, tutti i "warnings" presenti in questo particolare Teatro Operativo.
14 settembre 2009
Assistenza sanitaria in Paghman
Di fondamentale importanza nelle operazioni di supporto alla popolazione afghana nell’area di competenza, la cornice di sicurezza che viene creata con immediatezza nel momento in cui si giunge in loco. E’ il caso della recente attività denominata MEDCAP (Medical Capabilities) messa in atto dal personale di “”Italfor XX” nella principale clinica CHC (Comprehensive Health Clinic - Clinica per la salute generale) dell’abitato di Paghman, 15 Km. ad ovest dalla capitale Kabul, città che il Re Amanullah fece edificare negli anni ’20 per mettere in pratica i suoi ideali sulla modernizzazione dell’Afghanistan.
Trattasi di una attività effettuata da un team sanitario del contingente italiano in “joint” (stretta cooperazione) con un team sanitario fornito dalle forze USA con finalità assistenziali verso la salute della popolazione locale che spesso versa in condizioni critiche per il basso livello qualitativo garantito dall’organizzazione sanitaria afghana. Attività resa possibile grazie alla cornice di sicurezza messa in atto per l’intera durata dell’esigenza da un’assetto forte di un plotone della 1^ Compagnia Paracadutisti “Folgore” giunta in loco con 7 automezzi VTLM “Lince”.
Oltre al delicato compito di creare e mantenere il dispositivo di sicurezza intorno alla clinica, anche quello di controllare e regolamentare l’afflusso di civili che già dalle prime ore del mattino avevano iniziato ad attendere il proprio turno, una preziosa opportunità per farsi visitare da personale medico la cui indiscussa professionalità non è di semplice reperibilità in questo paese.
All’interno della struttura, il coordinatore dell’attività assistenziale, Maggiore Maurizio Tommaselli, Ufficiale medico in forza al “ROLE 1” di Camp Invicta (struttura sanitaria di livello infiermieristico in grado di effettuare le prime cure al personale, e l’eventuale trasferimento presso “ROLE 2”), ha suddiviso l’area in due distinti settori: il primo, dedicato alla visita di donne e bambini, formato da una dottoressa ed una infermiera americane, un’assistente sanitaria (ASA) italiana ed un’interprete. Il secondo, diretto al restante personale, forte di un Ufficiale medico, un Sottufficiale infermiere ed un assistente sanitario italiani ed un infermiere americano, oltre al solito interprete a garantire l’esatta individuazione dei disturbi lamentati dal personale e, una volta effettuata la visita, la corretta profilassi sanitaria da seguire.
Al termine delle attività il bilancio complessivo è stato di 78 persone visitate (38 maschi e 40 donne). Lo stesso Direttore ha voluto ringraziare, al termine delle operazioni, tutto il personale che ha reso possibile l’attività assistenziale, in particolare i paracadutisti del 186° “Folgore” che hanno mantenuto con grande efficienza il dispositivo di sicurezza: “sono riusciti a creare quella sensazione di tranquillità che da troppo tempo non avvertivamo piu’ in questo paese, oltre ad essere riusciti a regolamentare l’afflusso di tutta la gente che fin dalla prima mattina si era raccolta all’ingresso creando problemi alle forze di sicurezza locali. Problemi che voi avete risolto in modo esemplare”.
Il Maggiore Tommaselli, specializzato in radiologia, è effettivo al dipartimento di diagnostica del Policlinico Militare di Roma, dove presta servizio dal 2001.
17 settembre 2009
Kabul: attacco suicida a convoglio militare - morti 6 militari italiani
Alle ore 12 locali di oggi, 09:30 italiane, un convoglio formato da due VTLM “Lince” del contingente italiano “ITALFOR XX” in servizio di scorta, mentre percorreva la rotabile dall’aeroporto internazionale di KAIA (International Kabul Airport) al Quartier Generale delle Forze della Coalizione, è rimasto coinvolto nell’esplosione di un autoveicolo bomba.
Dai primi accertamenti risulta che un’autovettura si sia frapposta tra i due mezzi “Lince” e si sia fatta successivamente esplodere.
Nell’evento sono deceduti sei militari dell’Esercito:
Tenente Antonio FORTUNATO, nato a Lagonegro (PZ), classe 1974, in forza al 186° Reggimento Paracadutisti "Folgore";
Sergente Maggiore Roberto VALENTE, nato a Napoli, classe 1972, in forza al 187° Reggimento Paracadutisti "Folgore";
1^ Caporal Maggiore Scelto Massimiliano RANDINO, nato a Pagani (SA), classe 1977, in forza al 183° Reggimento Paracadutisti "Nembo";
1^ Caporal Maggiore Matteo MUREDDU, nato a Oristano, classe 1983, in forza al 186° Reggimento Paracadutisti "Folgore";
1^ Caporal Maggiore Giandomenico PISTONAMI, nato a Orvieto (TR), classe 1983, in forza al 186° Reggimento Paracadutisti "Folgore";
1^ Caporal Maggiore Davide RICCHIUTO, nato a Glarus (Svizzera), classe 1983, in forza al 186° Reggimento Paracadutisti "Folgore".
mentre i feriti risultano quattro: tre appartenenti al 186° Rgt dell’Esercito e uno all’Aeronautica Militare.
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Sito del Provincial Reconstruction Team-Herat con i progetti realizzati
http://www.prtherat.altervista.org/content/projects/projects.htm
qui i progetti del 2009: http://www.prtherat.altervista.org/content/projects/projects2009.htm
Ottimo 3D iscritto :)
Byezzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
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http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_iltirreno/2009/09/09/1252517100276_9.jpg (http://iltirreno.gelocal.it/multimedia/home/8312963/1/10)
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http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_iltirreno/2009/09/09/1252517104442_25.jpg (http://iltirreno.gelocal.it/multimedia/home/8312963/1/27)
http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_iltirreno/2009/09/09/1252517104959_33.jpg (http://iltirreno.gelocal.it/multimedia/home/8312963/1/35)[
http://www.sodgear.com/file/gallery/24.jpg
http://www.sodgear.com/file/gallery/25.jpg
mmmh qualche gruppo è già dotato del nuovo arx160?
byezzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
jpjcssource
23-09-2009, 20:56
Vedo che il Beretta ARX - 160 è già in servizio :)
mmmh qualche gruppo è già dotato del nuovo arx160?
byezzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
una trentina di esemplari sono in fase di test operativo in afghanistan
articolo di 14 pagine: "Con la Folgore in afghanistan occidentale"
http://cca.analisidifesa.it/downloads/7728804354_it.pdf
27 settembre 2009
Herat: a Shindad militari italiani e Forze di sicurezza Afghane ritrovano grosso quantitativo di esplosivo su segnalazione della popolazione locale
Questa notte, nel corso di una operazione congiunta condotta nel distretto di Shindad, militari italiani e delle Forze di sicurezza afghane hanno rinvenuto e distrutto un grosso quantitativo di esplosivo.
Il deposito, costituito da diverse decine di chilogrammi di esplosivo e svariate bombe di mortaio, pronte ad essere impiegate per la fabbricazione di ordigni normalmente impiegati per attentati (IED), è stato rinvenuto grazie alle indicazioni pervenute alle Forze di sicurezza afghane da parte della stessa popolazione locale.
Notte con i paracadutisti della Folgore
Lasciata senza incidenti la valle di Musahi
Ma la polizia afghana ha paura: «Non siamo in grado di reggere agli attacchi dei talebani. Italiani fondamentali»
Dal nostro inviato Lorenzo Cremonesi
VALLE DI MUSAHI - Anche la luna contribuisce al successo dell’operazione. Oggi, alle due e mezza di mattina, i paracadutisti della Folgore hanno evacuato senza incidenti la FOB (dall’inglese per Forward operational base) avanzata nella vallata di Musahi. Sino a poco prima della mezzanotte una gigantesca mezzaluna illuminava quasi a giorno l’intera vallata, i profili bassi delle abitazioni afghane, le creste delle montagne tutto attorno, il reticolo di sterrate che si perdono verso i letti secchi dei torrenti. «Il piano è quello di essere tutti fuori entro le due e quaranta e lasciare le consegne alla polizia afghana», aveva annunciato poche ore prima il comandante del contingente Folgore dal quartier generale di Camp Invicta, alla periferia di Kabul, colonnello Aldo Zizzo. Trenta chilometri a sud della capitale, la sessantina di militari italiani restati nella Fob erano un poco preoccupati. «Tutto bene, speriamo solo che la luna illumini un po' meno. Sono segnalate intense attività talebane nella zona», diceva il capitano Giacomo Veroli (33 anni, marchigiano), comandante del piccolo contingente.
PASSAGGIO DI CONSEGNE - Ma già verso l’una l’astro argenteo sembra spegnersi mentre cala dietro i profili neri delle montagne. Mezz’ora dopo domina il buio. È fatta. Dopo circa 3 anni i soldati italiani lasciano Musahi. Una delle presenze ormai storiche dello sforzo militare alleato nella zona della capitale. Non è una ritirata. Entro il 31 ottobre l’intero contingente (circa 3.000 uomini) sarà tutto concentrato sulla provincia occidentale del Paese, facente capo al quartier generale di Herat. E a Kabul resteranno meno di 200 uomini al comando Isaf per la logistica. Tra poco sarà la brigata Sassari a dare il cambio alla Folgore. Ma per ora sono ancora i paracadutisti a organizzare l’evacuazione. È un’operazione interessante: raccontarla serve per aiutare a capire i meccanismi interni, i rapporti tra i 42 Paesi che compongono Isaf e quelli con le nascenti forze di sicurezza afghane.
01 ottobre 2009
corriere.it
01 ottobre 2009
Kabul: La FOB "Sterzing" passa sotto la competenza delle Forze di Sicurezza locali
E’ partito alle 02:40 della notte l’ultimo assetto di ITALFOR XX dalla FOB “Sterzing” della Valle di Musahy, un avamposto di importanza strategica fondamentale che, dopo circa tre anni di vita sotto il controllo del Contingente italiano, è passato sotto il controllo del Distretto di Polizia di Musahy.
Era da circa sei giorni che all’interno della base avanzata si lavorava per il graduale smantellamento dei materiali e delle strumentazioni che hanno poi fatto rientro a “Camp Invicta”; un lavoro pianificato da tempo con attenzione per continuare a garantire il controllo di tutta l’area di competenza dei paracadutisti del 186° “Folgore” con la stessa efficacia che ha permesso negli ultimi 5 mesi il coronamento di notevoli successi sul piano operativo.
Il Colonnello Ahmadullah Oriahkhel, Comandante del Distretto di polizia della Valle di Musahy, ha rivolto un messaggio di saluto al Tenente Colonnello Renato Vaira, Comandante del Battaglione inquadrato in ITALFOR XX: “Ho potuto apprezzare, in questi anni, la grande efficienza con la quale i militari italiani hanno garantito il controllo di questa Valle, di fondamentale importanza per il raggiungimento, da parte degli insorti che arrivano da sud, della capitale. In particolare, grazie alla forte presenza sul territorio dei paracadutisti, anche gli abitanti dei villaggi hanno ricominciato ad uscire con maggiore frequenza dalle loro case, un risultato molto importante per noi e di fiducia nel futuro di questo Paese”.
15 ottobre 2009
Herat: incidente automobilistico - muore militare italiano a seguito del ribaltamento del mezzo
Questa notte, nel corso di uno spostamento operativo da Herat a Shindad, un militare italiano è deceduto a causa del ribaltamento del mezzo sul quale viaggiava.
Nell'incidente, che non ha coinvolto altri veicoli, sono rimasti contusi altri due soldati, che sono stati medicati e già dimessi dall'ospedale militare di Herat.
La famiglia del militare che era effettivo al 4° Reggimento Alpini Paracadutisti, è già stata avvisata.
21 ottobre 2009
Herat: la Brigata ''Sassari'' subentra alla ''Folgore'' alla guida della Regione Ovest
Oggi a Camp Arena il generale di brigata Rosario Castellano, comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”, ha ceduto il comando della Regione Ovest dell'Afghanistan al generale di brigata Alessandro Veltri, comandante della Brigata “Sassari”. La cerimonia è avvenuta alla presenza del Comandante di Isaf, Generale Stanley McCrystal, del sottosegretario di Stato alla Difesa Onorevole Guido Crosetto, del Comandante del COI, Generale di Squadra Aerea Tommaso Ferro, delle autorità militari italiane e dei vari Paesi impiegati nella missione e delle autorità locali afghane.
Nel suo discorso il Generale Castellano ha evidenziato l’eccezionale coordinamento con le Forze afghane: «Con le quali abbiamo operato quotidianamente a stretto contatto da Herat a Bala Murgab, da Shindand a Farah. Il contingente italiano e il popolo afghano hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane per inibire un nemico comune, subdolo, che non si è mai fatto scrupolo di colpire donne e bambini innocenti per raggiungere i propri scopi. Molto abbiamo ereditato dalla Brigata “Julia” che ci ha preceduto, molto è stato fatto in termini di sicurezza e ricostruzione, molto è ancora da fare. Tutto verso un l’unico comune obbiettivo – ha concluso il generale Castellano – aiutare l’Afghanistan a ridiventare un grande Paese».
Il Generale Castellano ha concluso il suo discorso rivolgendo il suo benvenuto ed il suo augurio di un buon lavoro al personale della Brigata Sassari.
Nel corso della sua visita a Camp Arena l’Onorevole Guido Crosetto, ha inaugurato un percorso per l’addestramento dei militari contro i rischi delle mine e degli IED (ordigni improvvisati).
Afghanistan: para' italiani aprono sartoria a Kabul
27 Ottobre 2009 16:29 CRONACHE
KABUL - Il 186esimo reggimento paracadutisti Folgore di Siena ha aperto una sartoria a Kabul per inserire le donne afgane nel mondo del lavoro. Il progetto e' stato realizzato in collaborazione con la Ong Afghan Women Culturale Vocational Educational Organisation, la Provincia di Siena e la Fondazione Montepaschi. Prima dell'apertura sono stati anche organizzati corsi di alfabetizzazione e sartoria, seguiti da 300 donne. I vestiti realizzati nella sartoria saranno consegnati alle Ong per essere venduti nel mercato locale. (RCD)
corriere.it
composizione del contingente aggiornata con l'ingresso della brigata Sassari che rimpiazza la Fologre.
combattimento della Folgore nella valle di Zirko, Bala Morghab a luglio
http://www.youtube.com/watch?v=5-Sf6pQGudE
qualche (rara) foto degli incursori di marina ed esercito che operano in afghanistan
http://img263.imageshack.us/img263/2690/xgearvsparaclete.jpg
http://img688.imageshack.us/img688/3161/platexvest.jpg
http://img405.imageshack.us/img405/6184/img2328z.jpg
http://img503.imageshack.us/img503/1642/sr252.jpg
http://img503.imageshack.us/img503/70/64845058.jpg
http://img503.imageshack.us/img503/2600/minimi762.jpg
ma quanti caricatori hanno addosso....
Le FOB italinane, reportage di carlotta ricci
http://www.youtube.com/watch?v=RkDsLaCRbj4
http://www.youtube.com/watch?v=s2yvm8lqYRw
http://www.youtube.com/watch?v=0qLe1qlA7a8
riprendo dopo mille mila mesi di non aggiornamento
22 novembre 2009
Herat: L?impegno del contingente militare italiano per la ricostruzione e lo sviluppo della regione occidentale
Numerose e di spessore le iniziative intraprese dal contingente italiano del Regional Command West, su base Brigata “Sassari”, ed estremamente incoraggianti i risultati conseguiti a sostegno delle autorità afghane nel processo di stabilizzazione dell’area.
Anche grazie all’impegno congiunto ed attraverso l’opera svolta dai militari del Provincial Reconstruction Team italiano di Herat, dei funzionari del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, proseguono le iniziative umanitarie, la realizzazione di progetti, verifiche ed interventi urgenti anche in settori tipicamente non militari, quali quello dell’istruzione, dei servizi pubblici, della pubblica amministrazione e del settore igienico-sanitario.
Nell’ultimo mese, in particolare, nel villaggio di Siahavashan (distretto di Ghozara, 15 chilometri a sud-est di Herat), è stato avviato un programma infrastrutturale riguardante la costruzione di una scuola composta da 10 classi, la ristrutturazione di un secondo edificio scolastico, la realizzazione di un importante tratto di strada (2 chilometri asfaltati e 14 chilometri in macadam) ed il ripristino di alcuni fondamentali sottoservizi stradali per lo smaltimento delle acque.
Altri progetti riguardano poi l’inserimento delle donne nella realtà lavorativa imprenditoriale della Provincia sia nel settore tessile, attraverso la donazione di numerose macchine da cucire alla “Wahdat Women Union” (associazione scientifico-culturale della provincia di Herat che si occupa dell' inserimento nel mondo del lavoro di giovani vedove e studentesse), sia nel settore agricolo, mediante la donazione alla “Saffron Women Cultivators Association” di circa 1.800 chilogrammi di bulbi di zafferano la cui coltivazione è destinata a sostituire quella dell’oppio.
Per sostenere anche queste iniziative è allo studio la realizzazione del “mercato delle donne”, un’iniziativa che prevede la costruzione di una apposita struttura nel centro della città di Herat e lo sviluppo di un progetto di microcredito, uno strumento di sviluppo economico che consente l'accesso ai servizi finanziari alle famiglie, e soprattutto alle donne.
Nel campo dell’istruzione, infine, prosegue con successo il progetto per l’informatizzazione di 12 scuole superiori presenti nella città di Herat (compresa l’Università) ed in alcuni distretti mediante la fornitura di computers, muniti di relative stampanti e scanner, e la realizzazione di reti LAN con possibilità di connessione ad internet.
26 novembre 2009
Posa della prima pietra per la costruzione della nuova sala conferenze del governatorato di Herat
Con la posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del Governatore di Herat - Mr. Nooristani - del Vice Comandante di ISAF, Generale Parker e di altre autorità governative locali, il comandante del Provincial Reconstruction Team italiano di Herat, Colonnello Claudio Dei, ha simbolicamente dato inizio ai lavori per la costruzione della sala conferenze presso il Governatorato di Herat.
La struttura, dell’ampiezza di circa 900 mq2, comprenderà al piano terra un’area destinata ai servizi ed agli uffici mentre, al piano superiore, sarà realizzata un’ampia sala conferenze.
Il Governatore di Herat ha espresso il proprio apprezzamento per lo sforzo e l’impegno profuso dal contingente italiano a favore dello sviluppo e della ricostruzione della provincia di Herat e per l’aiuto fornito, in generale, a tutto il popolo afgano.
La consegna dei lavori, prevista entro la prossima primavera, sarà interamente effettuata da una ditta locale.
07 dicembre 2009
Continua il lavoro di ricostruzione e sviluppo del PRT italiano nella città di Herat
Nei giorni scorsi il Provincial Reconstruction Team (PRT) italiano di Herat, al comando del colonnello Claudio Dei, ha dato inizio a tre nuovi progetti. Alle cerimonie ha partecipato, oltre a numerose autorità locali, il Governatore di Herat Mr. Nooristani che ha ringraziato il Col. Dei per il contributo fornito dal contingente italiano in favore dello sviluppo e della ricostruzione del paese e per l’aiuto fornito a tutto il popolo afgano.
Il primo progetto riguarda la realizzazione di una nuova rete fognaria nel distretto di Mahal Mohmand Ma, uno dei più poveri alla periferia di Herat. Tale struttura consentirà il miglioramento delle condizioni igieniche e di salute della popolazione che vive nella zona.
Il secondo riguarda la realizzazione di una nuova strada asfaltata nel centro di Herat, della lunghezza di 260 metri compresa di segnaletica stradale. Il progetto è stato realizzato in una zona ad alta densità di popolazione dove si svolgono numerose attività commerciali.
Infine, con la posa della prima pietra, il Col. Dei ha simbolicamente dato inizio ai lavori per l’installazione del nuovo sistema di video sorveglianza e di illuminazione del Governatorato di Herat. Gli impianti di video sorveglianza e di illuminazione, la cui installazione sarà realizzata da ditta e manodopera locale, serviranno ad incrementare le misure di sicurezza della struttura governativa ed assicurare l’illuminazione dell’area perimetrale.
10 dicembre 2009
Continua l'addestramento della Guardia di Finanza nei confronti della Afghan Border Police
Oggi presso “Camp Arena” di Herat, si è concluso il 25° Corso di addestramento per la Afghan Border Police tenuto dal personale della “Task Force Grifo” della Guardia di Finanza. La cerimonia di consegna degli attestati di frequentazione ha avuto luogo nella “Sala polifunzionale” della base, alla presenza del Generale di Brigata Alessandro Veltri, Comandante del Regional Command West dell’ISAF, del Generale Mahlam, Comandante della 4^ Zona della Afghan Border Police, e di altre Autorità militari e di polizia.
I 13 allievi della Afghan Border Police (tra i quali due donne) sono giunti a questo traguardo dopo quattro settimane di studio intensivo, nel corso delle quali sono stati loro illustrati, dagli istruttori della Guardia di Finanza, i principali punti di riferimento normativi della Legge afghana nel settore dei poteri di polizia in genere, dei controlli doganali, della lotta al contrabbando e al traffico degli stupefacenti e del contrasto al terrorismo internazionale.
Oltre alla parte teorica, il corso è stato completato da attività pratiche relative alle principali tecniche di polizia, alla attuazione di posti di blocco e al controllo degli automezzi in transito; infine, agli allievi sono state fornite nozioni di base circa l’attività di comando e di “team building”.
Nel corso dell’odierna cerimonia di fine corso, il Generale Veltri e il Comandante della “Task Force Grifo”, Tenente Colonnello Stefano Izzo, hanno sottolineato nelle loro allocuzioni il valore dell’attività di “training” sia per incrementare l’efficienza delle Forze di sicurezza afghane, sia per lo sviluppo dei rapporti tra l’Afghanistan e i Paesi occidentali che fanno parte dell’ISAF.
Il Generale Mahlam ha espresso significative parole di apprezzamento per l’opera del Regional Command West di ISAF e della Guardia di Finanza nel quadro delle attività volte al sostegno e al potenziamento delle istituzioni locali.
Posa della prima pietra per la costruzione della nuova sede del 6^ Distretto di Polizia di Herat
Nei giorni scorsi il comandante del Provincial Reconstruction Team italiano di Herat Colonnello Claudio Dei, ha simbolicamente dato inizio ai lavori per la costruzione della nuova sede del 6° Distretto di Polizia di Herat.
La struttura, studiata e progettata dagli Ufficiali ingegneri provenienti dalla riserva selezionata che operano nell’ambito del Cimic Centre del Provincial Reconstruction Team, avrà al piano terra un’area servizi attrezzata con cucina, refettorio, deposito armi e servizi igienici, al piano superiore una Sala conferenze, locali per attività ricreative ed uffici, per un totale di circa 750 mq2.
La posa della prima pietra è avvenuta alla presenza del Comandante Provinciale della Polizia di Herat Generale Alizai, di altre autorità governative locali e dei rappresentanti delle Forze di sicurezza afghane.
Al termine della cerimonia il Col. Dei ha donato al Generale Alizai 60 Giubbotti impermeabili, 5.000 Kg di riso e 200 Lt di olio, in favore del personale in servizio alla locale stazione di polizia. Il Generale Alizai ha ringraziato il Col Dei per il supporto fornito dal PRT a favore dello sviluppo e della riforma delle forze di Polizia locali ed ha sottolineato come il nuovo comando di Polizia potrà contribuire ad aumentare l’efficienza dei propri uomini e di conseguenza il livello di sicurezza della città di Herat.
21 dicembre 2009
Giunta ad Herat la Bandiera di Guerra del 51° Stormo dell'Aeronautica Militare
È arrivata in territorio afghano, accompagnata dal Colonnello pilota Giandomenico Tarrico, la bandiera di guerra del 51° Stormo di Istrana (TV) dell’Aeronautica Militare.
La bandiera, decorata con una Medaglia d’Oro e una Medaglia d'Argento al Valore Militare per le azioni belliche svolte dal reparto durante la 2^ Guerra Mondiale, è giunta oggi a Camp “Arena”, la base che ospita i militari del Regional Command West, agli ordini del Generale Alessandro Veltri.
Il 51° Stormo, che in Teatro schiera 4 velivoli AM-X con compiti di ricognizione aerea per supportare le esigenze d’Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione nell’ambito della missione Isaf(International Security Assistance Force), è inquadrato nella Joint Air Task Force (JATF), un assetto al comando del Colonnello Maurizio Colonna che gestisce tutti i velivoli aerei ad ala fissa e ad ala rotante dell'Aeronautica Militare schierati in zona d’operazioni.
27 dicembre 2009
Continua il lavoro di ricostruzione e sviluppo del PRT italiano a favore della popolazione afgana della provincia di Herat
Il Provincial Reconstruction Team (PRT) italiano di Herat, al comando del colonnello Claudio Dei, ha dato inizio a nuovi progetti in tre diversi distretti della provincia di Herat.
Il primo progetto riguarda la costruzione di un centro di formazione professionale nel distretto di Koshan, nord-ovest di Herat al confine con l’Iran, realizzato su un unico livello per un totale di circa 470 mq2. Tale struttura, così come sottolineato dal governatore del distretto Mr. Noor, consentirà la formazione professionale nel settore tessile, con particolare riferimento alla lavorazione dei tappeti ed ha assicurato che vigilerà affinché i lavori vengano eseguiti nei tempi e con le modalità previste dal progetto. Il colonnello Dei ha inoltre donato a Mr. Noor molti sacchi di riso e numerose coperte per la popolazione più povera del distretto.
Il secondo riguarda la realizzazione di un altro centro di formazione professionale nel distretto di Injil, vicino ad Herat. Entrambi i progetti sono stati sviluppati in cooperazione con il dipartimento per gli Affari sociali di Herat.
Infine, presso il villaggio di Seyawashan nel distretto di Ghozara, il colonnello Dei, con la posa della prima pietra, ha simbolicamente dato inizio ai lavori per la costruzione di una nuova scuola femminile da 10 classi ed ha poi inaugurato una scuola da 16 classi in grado di ospitare più di 3000 alunni. Per questa struttura il PRT ha provveduto alla ristrutturazione del tetto, delle pareti interne ed esterne dell’edificio, all’impianto elettrico ed all’installazione di porte ed infissi, mentre la Cooperazione italiana allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri ha fornito le attrezzature scolastiche quali 400 banchi e sedie per gli alunni, scrivanie per gli insegnanti, armadietti e zaini.
A quest’ultima cerimonia ha partecipato, oltre a numerose autorità locali, agli Elders dei villaggi limitrofi ed alla popolazione locale, il Governatore di Herat - Mr. Nouristani – il quale ha sottolineato la necessità e l’importanza dell’impegno che le autorità governative devono avere a favore della popolazione ed ha poi ringraziato il colonnello Dei per il contributo essenziale e del supporto che il Provincial Reconstuction Team fornisce in favore dello sviluppo e della ricostruzione della provincia di Herat.
29 dicembre 2009
I militari italiani hanno rinvenuto un'ingente quantità di esplosivo
Nei giorni scorsi, in un villaggio a circa 15 km a nord-est di Shindand, i militari del contingente italiano hanno rinvenuto e successivamente distrutto un ingente quantitativo di spolette, cariche di lancio e granate.
Il materiale è stato rinvenuto utilizzando assetti specialistici I.E.D.D. (Improvised Esplosive Devices Disposal) della Task Force Genio.
Tale ritrovamento è da inquadrarsi nell’ambito delle attività che i militari della Task Force Center, su base 1° Reggimento bersaglieri, conducono congiuntamente alle forze di sicurezza afghane per il controllo del territorio e la libertà di movimento nell’area e che hanno luogo con sempre maggiore adesione, anche in termini informativi, da parte della popolazione locale.
29 dicembre 2009
Bala Murghab: Colpi di arma da fuoco feriscono lievemente due militari italiani
Questa mattina, alle ore 11.30 (le 08.00 in Italia), durante un’attività di rifornimento logistico a Bala Morghab, un soldato dell’esercito afghano ha aperto il fuoco contro il personale delle forze ISAF (International Security Assistance Force) che sovraintendeva a tale operazione.
A seguito della sparatoria due militari italiani sono rimasti lievemente feriti.
Uno di essi ha riportato una lieve ferita alla coscia sinistra mentre l’altro, oltre a una leggera ferita alla coscia destra, ha riportato anche un piccolo trauma a un dito della mano destra.
Medicati nell’infermeria da campo della base operativa avanzata di Bala Morghab i due militari italiani hanno ripreso regolarmente il servizio.
Il militare che ha aperto il fuoco, anch’egli rimasto ferito dalla pronta reazione dei militari di ISAF e dell’esercito afghano presenti sul posto, è stato immediatamente tratto in arresto ed attualmente è tenuto sotto osservazione nell’ospedale da campo.
Sono in corso gli accertamenti di rito per appurare l’esatta dinamica dell’evento.
30 dicembre 2009
Herat - il piccolo Said Salad vola in Italia per un delicato intervento chirurgico al cuore
Said Salar, un bambino afghano di due anni affetto da una grave patologia cardiaca non curabile presso le strutture ospedaliere locali, sarà ricoverato domani in Italia presso l’ospedale San Carlo di Potenza per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
Tutto ha inizio lo scorso giugno quando i militari del Regional Command West, agli ordini del Generale di Brigata Alessandro Veltri, individuano il caso del piccolo paziente le cui condizioni - parse immediatamente gravi ai medici dell’ospedale da campo italiano - richiedono il tempestivo avvio di tutte le procedure che, grazie anche all’interessamento dell’Associazione di Volontariato ONLUS “Pubblica Assistenza del Raparo”, consentono ai civili afghani affetti da gravi patologie di essere curati in Italia.
Il piccolo Said Salar, che viaggerà con il padre a bordo di un velivolo C130-J e, successivamente, di un Boeing 767 dell’Aeronautica Militare, atterrerà nel tardo pomeriggio di domani presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare (RM) per essere poi trasferito nel capoluogo lucano con un’ambulanza della Croce Rossa Italiana.
Ai costi del ricovero e dell’intervento chirurgico provvederà la Regione Basilicata, mentre gli oneri relativi al vitto, all’alloggio e all’ assistenza del bambino e del genitore, saranno a carico della Caritas diocesana di Potenza.
31 dicembre 2009
Herat: inaugurata la nuova Caserma dell'Afghan National Civil Order Police (ANCOP)
Questa mattina, con una cerimonia tenutasi presso la sede del comando regionale dell’Afghan National Police, il Generale di Brigata Alessandro Veltri – Comandante del Regional Command West – ha inaugurato le nuove strutture all’interno del predetto quartier generale della ANP, presenti i Comandanti regionali della polizia e della polizia di frontiera afghana ed un alto rappresentante del Governatorato di Herat.
I manufatti, realizzati nell’arco di un anno facendo ricorso interamente a manodopera locale, ospiteranno i poliziotti della 3^ Brigata ANCOP.
Il Generale Ekramuddin, Comandante dell’Afghan National Police, ha ringraziato il Generale Veltri per “il sostegno continuo ed efficace che i militari del contingente italiano di ISAF forniscono alla causa della sicurezza nell’area in cui operano le forze di polizia della regione, per la costante vicinanza ed il soddisfacimento di ogni utile esigenza”.
L’attività odierna rientra nel quadro delle iniziative che il contingente italiano costantemente promuove e svolge per consolidare i già ottimi rapporti di collaborazione con le forze di sicurezza locali e per fornire loro il necessario supporto in vista di una sempre maggiore ed autonoma capacità di intervento delle stesse nelle attività di prevenzione e controllo del territorio.
02 gennaio 2010
Operazione congiunta delle Forze di Sicurezza afghane e di ISAF per il controllo dell'area di Bala Morghab
Nei giorni scorsi, nel corso di un’operazione congiunta per il controllo di alcuni avamposti strategici nei pressi di Bala Morghab, nell'ovest dell'Afghanistan, militari delle forze di sicurezza afghane e di ISAF (International Security Assistance Force) – tra i quali i soldati del contingente italiano – sono stati fatti oggetto di ripetuti attacchi con colpi d’arma da fuoco e di razzi controcarro da parte di oltre 60 insorti.
L’efficacia della reazione, frutto del coordinamento tra le forze in campo, ha consentito a queste ultime di rispondere al fuoco degli insorti e, grazie a mirate incursioni aeree alleate ed al fuoco delle armi a tiro curvo, garantire in tempi successivi la totale libertà di movimento per le truppe ed il pieno controllo dell’area.
Gli scontri, protrattisi con brevi intervalli per più di 72 ore, si sono verificati a Bala Morghab, località in cui sorge la base operativa avanzata che ospita, congiuntamente ad unità dell’esercito afghano e statunitense, i militari italiani della Task Force North su base 151° reggimento della Brigata “Sassari”.
Pieno assenso e convinto appoggio è stato fornito alle operazioni militari dalla comunità afghana del distretto di Morghab i cui membri del Consiglio di Sicurezza hanno potuto assistere dal posto Comando ad ogni istante dell’operazione coadiuvando alla stessa molto attivamente.
L’impegnativa operazione si è conclusa con la neutralizzazione della minaccia ed il completo sostegno della popolazione civile.
Nel corso delle shure tenutesi nei giorni delle operazioni a cui hanno preso parte, come di consueto, anche i comandanti italiani e statunitensi, gli anziani del villaggio hanno manifestato il loro pieno appoggio all’intervento militare e, nel confermare il benché minimo coinvolgimento di personale civile, uno degli elders presenti ha espresso ai comandanti militari presenti il proprio sentito ringraziamento.
“Grazie fratelli miei” – è stato il commento del Mullah più anziano del villaggio – “Siete qui per portare sviluppo, assistenza e speranza”.
Allo stabilizzarsi della situazione, tuttora in bilico per il perdurare di pur minime reazioni da parte degli insorti ancora presenti nell’area, le forze di ISAF riprenderanno l’opera di ricostruzione e sviluppo garantendo, fra l’altro, la distribuzione di aiuti umanitari, l’assistenza medica alla popolazione ed ogni altra utile serie di iniziative peraltro già intraprese, con successo, nel corso dei mesi di novembre e dicembre.
Bala Morghab, 170 chilometri a nordest di Herat, al confine con il Turkmenistan, all’interno della provincia di Badghis (una delle quattro che compongono l’area sotto responsabilità italiana) è una zona a lungo contesa da insorti e militari afghani che, con il supporto delle truppe di ISAF, in questa valle hanno combattuto e subito perdite.
Il fine resta quello di garantire il controllo della valle, punto strategico perché di frontiera, ma soprattutto perché da qui passa una tratto della Ring Road, l’anello stradale che attraversa tutto l’Afghanistan collegando tra loro le città principali.
Per garantire la sicurezza all’interno di tutto il Paese, obiettivo primario delle forze di ISAF resta la libertà di circolazione ed il controllo delle principali vie di comunicazione.
04 gennaio 2010
Il Contingente italiano a sostegno del centro femminile per rifugiati
Nell’ambito delle attività svolte dal Provincial Reconstruction Team italiano in favore della popolazione afghana che vive nella provincia di Herat, è stata effettuata oggi una significativa donazione di materiali di primaria necessità presso il Centro femminile per rifugiati del distretto di Injil.
All’attività hanno presenziato il Comandante del Regional Command West - Generale Alessandro Veltri - ed il Comandante del PRT, Colonnello Claudio Dei, i quali hanno donato alla Direttrice del centro, la signora Lailome’, coperte, farina e riso, quaderni, zainetti e vario materiale di cancelleria.
Nel corso del suo intervento, il Generale Veltri ha sottolineato che ogni “sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose”.
Alla donazione era presente anche il Capo Dipartimento per gli Affari Sociali della provincia di Herat, il signor Chishti il quale, nel corso del suo intervento, ha ringraziato il Generale Veltri “per questa ennesima, importante donazione. Non è la prima volta che i militari del contingente italiano intervengono per sostenere questo centro in cui le donne che vi sono ospitate vivono in una condizione di estremo disagio”.
Il centro, che ospita circa 120 rifugiati tra donne e bambini, è stato realizzato dal Provincial Reconstruction Team nel 2008, nell’ambito del processo di ricostruzione e sviluppo del Dipartimento per gli Affari Sociali.
04 gennaio 2010
Ancora scontri nell'area di Mala Morghab: forze di sicurezza afghane e di ISAF neutralizzano la minaccia
Questa mattina, nel corso delle attività di consolidamento di alcuni avamposti strategici nei pressi di Bala Morghab, militari delle forze di sicurezza afghane e di ISAF (International Security Assistance Force) sono stati fatti nuovamente oggetto di ripetuti attacchi con colpi d’arma da fuoco, mitragliatrici pesanti e di razzi controcarro da parte di consistenti nuclei di insorti.
Grazie all’efficace e tempestivo coordinamento tra le forze in campo nell’arco di oltre 3 ore di scontri, è stato possibile neutralizzare la minaccia facendo ricorso a mirate incursioni aeree alleate ed al fuoco dei mortai, senza peraltro causare perdite tra la popolazione civile ed arrecare danni alle abitazioni circostanti.
I militari della Task Force North su base 151° Reggimento della Brigata “Sassari” hanno contribuito a garantire la sicurezza delle aree circostanti mediante il pattugliamento lungo le principali vie d’accesso alle stesse, il presidio di posizioni strategiche ed il concorso di forze di reazione rapida.
Nessun ferito tra i militari della coalizione e delle forze di sicurezza afghane.
05 gennaio 2010
Continua il lavoro di ricostruzione e sviluppo del PRT italiano nella provincia di Herat
Nei giorni scorsi il Provincial Reconstruction Team (PRT) italiano di Herat, al comando del colonnello Claudio Dei, ha inaugurato due nuovi progetti nel distretto di Karohk, ad est di Herat.
Il primo progetto la ristrutturazione della Moschea del distretto, dove sono stati eseguiti i lavori di recupero della struttura e rifacimento del tetto compreso di sistema di impermeabilizzazione.
Il secondo riguarda la realizzazione di un campo polifunzionale da pallacanestro e da pallavolo realizzato nel cortile della scuola già costruita in precedenza dal Provincial Reconstruction Team.
Tale progetti sono stati eseguiti grazie ai fondi messi a disposizione dal Provincial Reconstruction Team, per un ammontare totale di circa 13.000 euro.
Il governatore di Karohk Mr. Jalil NIKTAR ha ringraziato il colonnello Dei per quanto realizzato nel proprio distretto ed in generale per il lavoro svolto dal Provincial Reconstruction Team in favore della ricostruzione, dello sviluppo ed il bene del popolo afghano.
Come sottolineato dal Comandante del Regional Command West – Generale Alessandro Veltri - “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose”.
Tre esplosioni nella città di Herat: danneggiato il Five Star Hotel
Alle ore 21.30 (le 18.00 in Italia), tre esplosioni sono state udite nella città di Herat.
Sulla scorta delle informazioni in possesso del Regional Command West, si tratterebbe di 3 razzi sparati in direzione del Five Star Hotel, sede designata, tra l’altro, del consolato americano ad Herat.
Non si registrano feriti ma solamente danni all’edificio.
Sul posto sono intervenute immediatamente le forze di sicurezza locali che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area. Sono in corso gli accertamenti di rito tesi ad individuare la natura e l’origine dell’attacco.
11 gennaio 2010
Ingente sequestro di armi e munizioni da parte di ISAF e delle Forze di Sicurezza afghane
Ieri mattina, nel corso di alcune mirate ricognizioni operative con le forze di sicurezza afghane finalizzate al controllo del territorio e alla libertà di movimento nell’area in cui opera il Regional Command West, i militari della Task Force Center su base 1° Reggimento bersaglieri hanno individuato un ingente quantitativo di armi e di munizionamento.
L’operazione, frutto di una intensa e mirata attività informativa che ha visto partecipe anche la popolazione locale, ha portato al sequestro di 2 piatti di pressione, 2 mine anticarro, 15 bombe da mortaio da 81 millimetri, 5 proietti di artiglieria e 2 razzi da 107 millimetri.
Il materiale sequestrato, gran parte del quale particolarmente indicato per la fabbricazione degli ordigni esplosivi improvvisati (IED) utilizzati contro le forze di ISAF e quelle di sicurezza afghane, era nascosto all’interno di un furgone guidato da un individuo il quale, dopo aver aperto il fuoco contro i militari italiani e afghani senza peraltro arrecare alcun danno, abbandonava il veicolo per poi dileguarsi nel dedalo degli affollati vicoli del bazar di Shindand.
Il materiale è stato prelevato e successivamente distrutto da assetti specialistici I.E.D.D. (Improvised Esplosive Devices Disposal) del 5° Reggimento genio guastatori della Brigata “Sassari”.
Contestualmente, altri assetti italiani e statunitensi di ISAF ed unità dell’esercito afghano, con l’ausilio di elicotteri ed assetti aerei, hanno condotto un’attività di counterinsurgency nella Zeerko Valley conclusasi con la cattura e la neutralizzazione di importanti esponenti talebani ed il sequestro di un ulteriore, ingente quantitativo di esplosivo, armi, munizioni e droga.
La Zeerko Valley è una delle aree di maggior interesse strategico in cui opera il contingente di ISAF perché da qui transita gran parte della produzione di oppio dell'Afghanistan occidentale con cui i talebani si finanziano.
Per questa ragione le forze di sicurezza afghane, con il determinante contributo delle forze della coalizione NATO, cercano di ottenerne il controllo.
Dallo scorso mese di novembre, nel quadro del ridispiegamento ai fini di un migliore coordinamento delle forze dell’alleanza, sono circa 400 i militari italiani del 1° Reggimento bersaglieri che operano in questa una nuova fetta di territorio ai fini di un sempre maggiore e determinante processo di stabilizzazione dell’area.
17 gennaio 2010
Operazione congiunta delle forze di sicurezza afghane e dei militari italiani
Questa mattina, nel corso di una mirata attività d’intelligence finalizzata al controllo dell’area nei pressi di Adraskan, i poliziotti dell’Afghan National Police, grazie alla cornice di sicurezza fornita dai militari della Task Force Center del Regional Command West su base Brigata “Sassari”, hanno individuato un significativo quantitativo di armi e di munizionamento consistente in 6 bombe da mortaio da 82 millimetri, 2 bombe a mano, 1 piatto di pressione, 2 proiettili da 76 millimetri , 1 razzo da 122 millimetri ed 1 razzo da 152 millimetri.
L’attività, scaturita a seguito di un incontro tra il Comandante della Task Force Center - Colonnello Francesco Maria Ceravolo - il sub-governatore ed il capo del National Department of Security di Adraskan, è stata pianificata e condotta su esplicita richiesta del Capo dell’Afghan National Police di Adraskan a conferma del crescente livello di fiducia e di stretta cooperazione esistente tra le forze di sicurezza afghane ed i militari di ISAF ai fini di un sempre maggiore e determinante processo di stabilizzazione dell’area a tutto beneficio della popolazione.
20 gennaio 2010
Due nuove scuole nella provincia di Herat inaugurate dal Provincial Reconstruction Team del Regional Command West
Nei giorni scorsi, nell’ambito del progetto di sviluppo del settore scolastico portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione, il Provincial Reconstruction Team italiano ha inaugurato due nuove scuole nella provincia di Herat.
Una prima scuola da otto classi è stata realizzata nel villaggio di Zakhani, distretto di Gulran, nell’estremo nord-ovest della provincia di Herat al confine con Iran e Turkmenistan mentre, una seconda scuola, sempre da otto classi, è stata costruita nel villaggio Shah Abad nel distretto di Pasthun Zarghun, ad est di Herat. Entrambe le scuole sono state dotate di tutti i servizi e di un campo sportivo polivalente.
Come sottolineato da Mr. Tanha, capo Dipartimento dell’Educazione, ben 44 sono le scuole costruite nella provincia di Herat grazie al contributo del Regional Command West su base Brigata “Sassari”, a testimonianza dell’impegno congiunto in favore di un settore, come quello scolastico, di fondamentale importanza per il futuro ed il progresso del paese.
Il colonnello Claudio Dei ha ringraziato tutto il personale intervenuto alle cerimonie, tra i quali, oltre a numerose autorità ed Elders locali, anche numerosi giovani del villaggio ai quali il Comandante del PRT si è rivolto per sottolineare l’importanza dello studio nella loro formazione civica ed umana.
Nel distretto di Pasthun Zarghun è stato inoltre inaugurato un muro di recinzione costruito ad argine di un torrente e, contestualmente, sono stati donate diverse tipologie di utensili per la realizzazione di canali di scolo in caso di probabili inondazioni durante la stagione invernale.
Il colonnello DEI ha infine donato al direttore dell’ospedale di Pasthun Zarghun alcuni riscaldatori e numerosi confezioni di medicinali di vario genere.
Come sottolineato dal Comandante del Regional Command West – generale di brigata Alessandro Veltri - “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance”.
23 gennaio 2010
Importante donazione di ovicaprini da parte del Regional Command West a favore del Dipartimento dell'Agricoltura della Provincia di Herat
Questa mattina, nell’ambito delle attività che il Provincial Reconstruction Team italiano svolge a favore della popolazione afghana, è stata effettuata una consistente donazione di capre al Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat.
All’attività, che ha avuto luogo presso un importante centro di allevamento per animali nel distretto di Gozara, hanno presenziato il Governatore della provincia di Herat, Mr. Nooristani, il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri, ed il Comandante del PRT, Colonnello Claudio Dei, i quali hanno donato al Capo Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat - Mr. Haider Zadeh - 780 capre appartenenti alla razza “Cheeli” (di origine pakistana), particolarmente indicata a scopo di allevamento in un ambiente - quale quello afghano - caratterizzato da difficili condizioni climatiche e dall’aspra configurazione morfologica.
Il progetto, un investimento pari ad un ammontare di circa 100.000 euro comprensivo del prezzo, della vaccinazione, del trasporto e dell’assistenza sanitaria degli ovicaprini, prevede la distribuzione degli stessi nei distretti di Pashtun Zarghun, Obe ed Adraskan. “L'iniziativa - ha spiegato il Generale Veltri - coinvolgerà almeno 33 villaggi per ogni distretto e consentirà agli abitanti della zona di poter beneficiare degli effetti della distribuzione ai fini riproduttivi della specie, favorendo così l’incentivazione dell’allevamento nelle aree maggiormente bisognose della provincia di Herat nella prospettiva di un concreto miglioramento delle condizioni di vita generali della popolazione afghana”.
Al Dipartimento dell’Agricoltura, in coordinamento con i governatorati dei tre distretti interessati al progetto, spetterà l’onere della sostenibilità dell’iniziativa nella direzione di una corretta applicazione delle procedure di distribuzione, dell'evoluzione del programma, del monitoraggio dei risultati e dell’effettuazione dei periodici controlli veterinari.
Mr. Haider Zadeh, Capo Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat - presenti tra gli altri i governatori dei distretti Pashtun Zarghun, Obe ed Adraskan e numerosi organi d’informazione locali - ha ringraziato il Generale Veltri “per la significativa donazione, frutto della perfetta intesa tra le istituzioni governative locali e il Regional Command West, volta a garantire le reali e concrete esigenze di sviluppo del territorio e della sua gente”.
Dal canto suo, il Generale Veltri ha sottolineato che ogni “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance”.
26 gennaio 2010
Una nuova scuola nella provincia di Herat inaugurata dal Provincial Reconstruction Team
Questa mattina, nell’ambito del progetto di sviluppo del settore scolastico portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat, il Provincial Reconstruction Team italiano, che opera sotto il Regional Command West – il Comando ISAF a leadership italiana e su base Brigata “Sassari” – ha inaugurato una nuova scuola a Niswan, un villaggio del distretto di Shindand, un’area nota per i ripetuti attacchi perpetrati tempo addietro dagli insorti contro le forze di ISAF e che oggi gode di un adeguato livello di sicurezza grazie all’opera di presenza e sorveglianza che congiuntamente le ANSF (Afghan National Secutity Forces) e le forze italiane di ISAF stanno garantendo a favore della popolazione.
La scuola, una struttura del valore di oltre 110 mila euro realizzata grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, consta di dodici classi su due piani ed è dotata di tutti i servizi compreso un campo sportivo polivalente.
Alla cerimonia di inaugurazione, presenti il governatore del distretto di Shindand, Mr. Omarzai, il vice governatore della provincia di Herat, Mr. JAMI, e numerose altre autorità locali, sono intervenuti il Comandante del Regional Command West - Generale di Brigata Alessandro Veltri - il Comandante del PRT, Colonnello Claudio Dei, ed il Comandante della Task Force Center, Colonnello Francesco Maria Ceravolo.
Nel rivolgersi ai giovani del distretto accorsi per l’occasione in gran numero, il Generale Veltri ha ricordato che “ben 37 sono le scuole costruite nella provincia di Herat grazie al contributo dei Provincial Reconstruction Teams italiani. Un contributo serio e concreto che il Regional Command West intende continuare a fornire con sempre maggiore determinazione a tutto beneficio di un settore, quale quello scolastico e dell’educazione, di fondamentale importanza per il futuro ed il progresso del Paese”.
Nel corso dell’anno, infatti, un investimento di spesa pari a circa 700.000 euro sarà destinato alla costruzione ed alla ristrutturazione di altre 6 scuole nei 15 distretti della provincia di Herat.
Il Generale Alessandro Veltri, nel sottolineare l’importanza dello studio nella formazione civica ed umana dei giovani afghani, ha inoltre ribadito che “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance. Tutto questo sarà comunque sempre realizzato nel pieno rispetto delle tradizioni, delle abitudini e dei costumi locali che appartengono al popolo e devono dallo stesso essere custoditi e tramandati”.
01 febbraio 2010
Afghanistan: Lancio di razzi verso Camp Arena. Nessuna conseguenza per i militari del contingente di ISAF
Questa notte, alle ore 22.15 (le 18.45 in Italia), due razzi sono esplosi in prossimità di Camp Arena, la base multinazionale che ospita il Regional Command West, uno dei 5 comandi regionali responsabile dell’operazione ISAF (International Security Assistance Force).
I razzi, caduti nelle vicinanze della base, non hanno provocato alcuna conseguenza per i militari italiani e per quelli delle altre nazionalità in forza al contingente.
A seguito dell’attacco, sono state immediatamente avviate le procedure per il rafforzamento del dispositivo di sicurezza della base ed il controllo esterno dell’area.
Sono in corso gli accertamenti di rito tesi ad individuare la natura e l’origine della minaccia.
01 febbraio 2010
Importante ritrovamento di materiale esplosivo da parte dei militari italiani
Nei giorni scorsi, nel corso di una attività di pattugliamento nell’area di Shewan, circa 30 chilometri a nordest di Farah, i militari italiani della Task Force South su base 152° Reggimento fanteria della Brigata “Sassari”, con l’ausilio del team cinofilo EDD (Explosive Detenction Dog), hanno individuato un significativo quantitativo di materiale esplosivo consistente in proietti d’artiglieria di vario calibro, polvere da sparo, tritolo e alcuni piatti di pressione collegati ad altrettanti contenitori di nitrato di ammonio.
Particolarmente significativo è il ritrovamento di questi ultimi dispositivi concepiti per offendere le pattuglie appiedate delle forze di sicurezza locali e del Regional Command West di ISAF le quali, con sempre maggior frequenza ed intensità, operano per il controllo del territorio e la libertà di movimento nell’area.
Il materiale rinvenuto è stato successivamente distrutto dagli assetti specialistici IEDD (Improvised Esplosive Devices Disposal) di ISAF.
Il risultato conseguito avvalora ulteriormente l’intensa attività di KLE (Key Leaders Engagement, incontro con i principali esponenti dei villaggi e dei paesi delle diverse aree) e di intelligence, svolta ai vari livelli dal contingente del Regional Command West, che sta permettendo di acquisire sempre maggiori e più qualificati elementi informativi sulla conoscenza dell’area in cui, congiuntamente, operano le forze di sicurezza locali ed i militari di ISAF.
02 febbraio 2010
Herat: il Piccolo Said Salad torna in Afghanistan dopo un delicato intervento chirurgico in Italia
Questo pomeriggio, presso l’aeroporto militare di Herat, è atterrato il C 130 J dell’Aeronautica Militare con a bordo il piccolo Said Salar Sadat.
Said è un bambino afghano di due anni, affetto da una grave patologia cardiaca non curabile presso le strutture ospedaliere locali, per la quale si era reso indispensabile il ricovero in Italia presso l’ospedale San Carlo di Potenza per un delicato intervento chirurgico.
Tutto ha inizio lo scorso anno, quando i militari del Regional Command West, agli ordini del Generale di Brigata Alessandro Veltri, individuano il caso del piccolo paziente le cui condizioni - parse immediatamente gravi ai medici dell’ospedale da campo italiano - richiedono il tempestivo avvio di tutte le procedure che consentono ai civili afghani affetti da gravi patologie di essere curati in Italia, grazie anche all’interessamento dell’Associazione di Volontariato ONLUS “Pubblica Assistenza del Raparo”.
La Regione Basilicata si è assunto l’onere del ricovero e dell’intervento chirurgico, mentre la Caritas diocesana di Potenza ha provveduto al vitto, all’alloggio e all’ assistenza del bambino e del genitore.
L’operazione ha avuto l’esito sperato e, dopo un periodo di degenza, il piccolo Said potrà riprendere una vita di sempre.
“Non appena sarà in grado di comprendere” – ha dichiarato il padre visibilmente commosso – saprò tenere viva in lui l’immensa, riconoscente gratitudine per l’Italia”.
02 febbraio 2010
Herat: due progetti a favore delle forze di sicurezza e governative dell'Afghanistan
Nei giorni scorsi, nell’ambito dei progetti di sviluppo nel settore della sicurezza, il Provincial Reconstruction Team italiano, che opera sotto il Regional Command West – il Comando ISAF a leadership italiana e su base Brigata “Sassari” – ha inaugurato e completato due nuovi progetti nella provincia di Herat.
Il primo riguarda la realizzazione di una “training room” presso il comando regionale della ANP (Afghan National Police) di Herat, completa di tutte le dotazioni, degli arredi e degli equipaggiamenti necessari alla piena funzionalità della struttura. E’ stata inoltre effettuata la donazione di una consistente quantità di materiali e di attrezzature edili, per un totale di circa 6.000 euro, destinati a migliorare le infrastrutture che ospitano il comando regionale della ANP.
Il Generale Ekramuddin, comandante Regionale dell’ Afghan National Police, ha ringraziato il Colonnello Dei, comandante del Provincial Reconstruction Team italiano per “il supporto ed il sostegno, continuo ed efficace, che i militari del contingente italiano di ISAF forniscono alla causa della sicurezza nella sensibile area in cui operano le forze di polizia afghane”.
Il secondo progetto riguarda la posa della prima pietra del nuovo sistema di videosorveglianza del carcere di Herat, progetto del valore di circa 37 mila euro messi a disposizione dal Ministero della Difesa. L’impianto, composto da una sala di controllo interna dotata di monitor e di un sistema di registrazione delle immagini composto da diciannove telecamere esterne, servirà ad incrementare le misure di sicurezza e ad assicurare la sorveglianza dell’area perimetrale interna ed esterna della struttura.
Alla cerimonia erano presenti il comandante Regionale delle carceri, Generale Abdul Sadiqi, il vice governatore della provincia di Herat, Mr. Jami, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, e numerose altre autorità ed elders locali.
Il generale Sadiqi, nel sottolineare le ottime relazioni e la proficua cooperazione esistente tra il contingente italiano e le autorità locali, ha espresso il proprio apprezzamento nei riguardi delle autorità nazionali ed internazionali per lo sforzo comune e l’impegno profuso a favore del settore della giustizia e, in generale, per tutto il popolo afghano.
Come sottolineato dal Generale Veltri, Comandante del Regional Command West, “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance”.
06 febbraio 2010
La Task Force ''Grifo'' organizza un corso di polizia di frontiera
Questa mattina, presso la base di Camp “Arena” a Herat, si è concluso il 27° Corso di polizia di frontiera organizzato dalla Task Force “Grifo” della Guardia di Finanza nei confronti degli allievi della Afghan Border Police.
Durante la cerimonia, tenutasi alla presenza del Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri, del responsabile della Afghan National Police presso il Regional Training Center di Herat, Colonnello Mohammadi, e del responsabile del training per la 4^ Zona della Afghan Border Police, Tenente Colonnello Osman Khan, 16 agenti hanno ricevuto il prestigioso attestato di partecipazione.
Il corso, al quale hanno già preso parte più di 500 agenti della “Border police” afghana, è incentrato sulle tecniche avanzate di polizia e comprende lezioni teoriche e attività pratiche. Le materie spaziano da nozioni di diritto internazionale alle leggi afghane, tra le quali codice penale e codice di procedura penale, leggi doganali, leggi antidroga e la legge contro la corruzione dei pubblici ufficiali.
Le attività pratiche si sostanziano nelle tecniche di controllo dei veicoli e dei passeggeri, nella predisposizione di posti di controllo, nelle tecniche di perquisizione e di cattura ed altro ancora. I programmi, definiti in stretta collaborazione tra la Guardia di Finanza e i responsabili della Afghan Border Police, vengono sviluppati al fine di fornire agli allievi il tipo di addestramento più consono alle loro necessità. Per questo motivo, particolare rilevanza assumono le attività pratiche che, in un contesto operativo difficile come quello dei confini afghani, devono consentire agli agenti della locale polizia di frontiera di operare al meglio delle loro possibilità e di sapersi difendere in caso di necessità. Non vengono tuttavia trascurate le nozioni di diritto interno e di diritto internazionale, queste ultime tese soprattutto ad assicurare agli allievi una maggiore e proficua collaborazione con i soggetti istituzionali che operano quotidianamente sul territorio afghano (ISAF, le organizzazioni governative e non governative, etc.) per cooperare allo sviluppo dell’economia e delle istituzioni del Paese.
Nel suo discorso, il Comandante di Regional Command West ha evidenziato l’importanza dell’addestramento delle forze di sicurezza afghane e, in particolare, delle forze di polizia, ed il rilievo primario che tale attività assume nel contesto generale delle strategie tese all’ “end state” per l’Afghanistan.
Il Generale Veltri ha altresì sottolineato che “ogni sforzo sarà profuso dal Regional Command West nella costante attività di cooperazione con le locali autorità per meglio comprendere ogni specifica esigenza delle forze di polizia afghane e quindi intervenire per trovare le più idonee soluzioni a tali criticità, sempre e comunque in pieno accordo con gli stessi”.
Al termine della cerimonia, le autorità afghane presenti hanno ringraziato il contingente italiano per l’impegno profuso a favore del loro Paese e confermato la validità delle linee di intervento adottate dal Regional Command West, e dalla Guardia di Finanza nel particolare settore, nel rispondere alle esigenze locali.
Il PRT inaugura una nuova scuola nella provincia di Herat
Questa mattina, nell’ambito del progetto di sviluppo del settore scolastico portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat, il Provincial Reconstruction Team italiano ha inaugurato una nuova scuola a Khelvak, un villaggio situato nell’estremo nord della provincia di Herat al confine con il Turkmenistan. La scuola, una struttura del valore di oltre 120 mila euro realizzata grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, consta di dieci classi ed è dotata di tutti i servizi compreso un campo sportivo polivalente.
Alla cerimonia di inaugurazione, presenti un gran numero di giovanissimi studenti, hanno preso parte il Governatore del distretto di Kushk Rabat Sangi, Mr. Mohammed Sikha, il capo dipartimento dell’educazione di Herat, Mr. Tanha, alcuni importanti rappresentanti del Provincial Council, numerose altre autorità ed elders locali.
Nel rivolgersi ai giovani del distretto, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, ha ricordato che “ben 45 sono le scuole costruite nella provincia di Herat grazie al contributo del Provincial Reconstruction Team italiano. Un contributo serio e concreto che il Regional Command West intende continuare a fornire con sempre maggiore determinazione a beneficio di un settore, quale quello scolastico e dell’educazione, di fondamentale importanza per il futuro ed il progresso del Paese”.
Come sottolineato dal Generale Veltri, Comandante del Regional Command West, “ogni sforzo da parte di ISAF continuerà sempre ad essere volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance. Tutto questo sarà comunque sempre realizzato nel pieno rispetto delle tradizioni, delle abitudini e dei costumi locali che appartengono al popolo e devono dallo stesso essere custoditi e tramandati”.
09 febbraio 2010
Il Regional Command West in soccorso delle popolazioni alluvionate della provincia di Farah
Questa mattina, dalla base di Camp “Arena”, la base che ospita il Regional Command West, un elicottero CH - 47 “Chinook”, scortato da due A 129 “Mangusta” dell’Aviazione dell’Esercito, si sono levati in volo per una importante missione a fini umanitari.
Nei giorni scorsi, infatti, le alluvioni e gli smottamenti verificatesi nel Distretto di Por Chaman (provincia di Farah) a causa delle abbondanti piogge cadute nell’area, hanno provocato – secondo quanto riferito dal Provincial Disaster Management Committe (PDCM) e dal National Directorate of Security (NDS) – la morte di dodici civili e di centinaia capi di bestiame mentre ingenti danni si sono registrati nel comparto agricolo, una delle principali attività di sostentamento della popolazione locale, a favore della quale (tra i villaggi di Qarya-i-Nizgan, Kamaraq e Khaief) il Regional Command West, agli ordini del Generale di Brigata Alessandro Veltri, ha fornito immediato sostegno.
La macchina dei soccorsi si è messa in moto su richiesta delle autorità governative della provincia di Farah le quali hanno provveduto allo stoccaggio dei beni di prima necessità (coperte, tende, viveri, carburante per uso domestico) la cui distribuzione, gestita con l’ausilio dell’OMLT italiano (Operational Mentoring Liaison Team, un assetto impegnato nell’approntamento e nell’assistenza in operazioni delle unità dell’Esercito Afghano) è stata coordinata da terra tra gli equipaggi di volo dell’Aviation Battalion del Regional Command West e le forze di sicurezza afghane le quali hanno contribuito alla messa in sicurezza dell’area e al coordinamento dei soccorsi.
Al termine dell’intervento operativo in zona, il Generale di Brigata Alessandro Veltri, comandante del Regional Command West, ha sottolineato che “nonostante le criticità dell’area di intervento e la particolare gravità delle inondazioni occorse, anche in questa circostanza gli sforzi di ISAF sono stati tempestivamente rivolti a garantire la sicurezza ed il soddisfacimento di ogni esigenza primaria della popolazione già sofferente per le condizioni di disagio che normalmente vive nella provincia. Tutto ciò ha avuto luogo, comunque, nel pieno rispetto ed in accordo alle richieste pervenute, senza alcuna forma di invasività, e fornendo – di fatto – il pieno sostegno in fase condotta alle forze di sicurezza afghane”.
Il PRT inaugura un Basic Health Center nella provincia di Herat
Questa mattina, nell’ambito del progetto di sviluppo del settore sanitario portato avanti in collaborazione con il Dipartimento della sanità della provincia di Herat, il Provincial Reconstruction Team italiano del Regional Command West, ha inaugurato un Basic Health Center a Yeka Darakht, villaggio del distretto di Kushk Rabat Sangi, estremo nord della provincia di Herat al confine con il Turkmenistan.
La struttura, del valore di circa 72 mila euro realizzata grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, consta di tutti i servizi sanitari primari e servirà per gli interventi di pronto soccorso e di gestione delle emergenze in una zona particolarmente popolosa e carente di un adeguato sistema sanitario.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il Governatore del distretto di Kushk Rabat Sangi, Mr. Mohammed Sikha, il Capo Dipartimento della Sanità di Herat, Mr. Rashed, importanti rappresentanti del Provincial Council, numerose altre autorità ed elders locali.
Il governatore del distretto, Mr. Mohammed Sikha, ha ringraziato il Colonnello Dei, comandante del Provincial Reconstruction Team, per l’opera fornita dal contingente italiano in favore del popolo afghano e, in particolare, per questa struttura che garantirà assistenza sanitaria alle popolazioni che vivono nei circa 140 villaggi del distretto di Kushk Rabat Sangi.
Come sottolineato dal Generale Veltri, Comandante del Regional Command West, “ogni sforzo da parte di ISAF continuerà sempre ad essere volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance. Tutto questo sarà comunque sempre realizzato nel pieno rispetto delle tradizioni, delle abitudini e dei costumi locali che appartengono al popolo e devono dallo stesso essere custoditi e tramandati”.
12 febbraio 2010
I militari italiani donano attrezzature elettromedicali all'ospedale di Herat
Nei giorni scorsi, nell’ambito delle attività che il Regional Command West svolge a favore della popolazione afghana, una importante donazione di attrezzature elettromedicali è stata effettuata all’ospedale regionale di Herat da parte dei militari della Task Force North su base 151° Reggimento fanteria della Brigata “Sassari”.
I fanti del 151° Reggimento – agli ordini del Colonnello Sossio Andreottola – hanno potuto svolgere tale attività con il fattivo contributo del Rotary Club di Cagliari il quale si è fatto promotore della lodevole iniziativa umanitaria.
All’attività, presenti il Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – ed il DCOS Stability (Deputy Chief of Staff Stability) di IJC (ISAF Joint Command) - Miss Alisa Stack - hanno partecipato il Capo Dipartimento della Sanita’ della Provincia di Herat, Dottor Ghulam Said Rashed, il Direttore dell’Ospedale Regionale di Herat, Dottor Sayed Naim Alemi, ed il personale medico e paramedico della struttura sanitaria.
Il Dottor Rashed, ha ringraziato il Generale Veltri ed il Colonnello Andreottola “per la significativa donazione, frutto non solo della perfetta intesa tra le istituzioni governative locali ed il Regional Command West su base Brigata “Sassari” ma anche della generosità del Rotary Club di Cagliari protagonista di un aiuto concreto ed attento alle esigenze sanitarie del popolo afghano”.
Come sottolineato dal Generale Veltri, Comandante del Regional Command West, “anche in questa circostanza gli sforzi da parte di ISAF (International Security Assistance Force) sono stati indirizzati nei confronti della popolazione e, più in generale, a tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e della collettività afghana”.
15 febbraio 2010
Il PRT dona sementi e cereali
Nell’ambito delle attività che il Provincial Reconstruction Team italiano svolge a favore della popolazione afghana, una consistente donazione, pari a circa duecento tonnellate di sementi di cereali, è stata effettuata al Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat.
All’attività, oltre al Capo Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat, Mr. Haider Zadeh, hanno presenziato il Governatore del distretto di Farsi, Mr. Abdul Ahmad (primo distretto a ricevere circa venti tonnellate di cereali), e numerosi elders locali.
Il progetto, un investimento del valore di circa duecentomila euro portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura, prevede la capillare distribuzione nei vari distretti della provincia di una qualità di sementi di cereali particolarmente indicata alla coltivazione in un ambiente - quale quello afghano - caratterizzato da difficili condizioni climatiche e dall’aspra configurazione morfologica.
L'iniziativa ha lo scopo di sostenere la produzione agroalimentare della provincia finalizzata allo sviluppo economico della stessa nella prospettiva di un concreto miglioramento delle condizioni di vita generali della popolo afghano, con particolare attenzione agli abitanti delle zone rurali della provincia che vivono in condizioni di estrema indigenza.
Mr. Haider Zadeh, Capo del Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat, ha ringraziato il Comandante del Provincial Reconstruction Team , Colonnello Claudio Dei, “per la significativa donazione, frutto della perfetta intesa tra le istituzioni governative locali e il Regional Command West, volta a sostenere le reali e concrete esigenze di sviluppo del territorio e della sua gente”.
Come sottolineato dal Generale Veltri, Comandante del Regional Command West, “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance. Tutto questo sarà comunque sempre realizzato nel pieno rispetto delle tradizioni, delle abitudini e dei costumi locali che appartengono al popolo e devono dallo stesso essere custoditi e tramandati”.
15 febbraio 2010
Realizzati nella provincia di Herat due nuovi progetti del PRT
Questa mattina sono stati portati a termine due nuovi progetti nel villaggio di Seyawashan, distretto di Gozara, un’area nota per i ripetuti attacchi perpetrati tempo addietro dagli insorti contro le forze di ISAF e che oggi, grazie alla costante presenza delle ANSF (Afghan National Security Forces) e di ISAF, gode di un sempre crescente livello di sicurezza a tutto beneficio della popolazione.
Il primo progetto riguarda la costruzione del muro di recinzione di una scuola, peraltro realizzata dal PRT (Provincial Reconstruction Team) italiano, che servirà a garantire maggiori condizioni di sicurezza dei numerosi studenti. Il secondo, invece, consiste nella realizzazione di un pozzo per l’approvvigionamento di acqua potabile e l’irrigazione dei terreni destinati alla coltivazione. Sono ottocento i pozzi già realizzati dal PRT italiano nella provincia di Herat, opere queste particolarmente apprezzate dalla popolazione che soffre soprattutto per la mancanza di acqua potabile.
Alla cerimonia di inaugurazione, a cui era presente un gran numero di giovanissimi studenti, hanno preso parte il Governatore del distretto di Gozara, Mr. Ziayudeen Sharify, il capo dipartimento dell’educazione di Herat, Mr. Azrat Ghulam Tanha, alcuni importanti rappresentanti del Provincial Council, numerose altre autorità ed elders locali.
Il Governatore del distretto di Gozara, Mr. Ziayudeen Sharify, ha ringraziato il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, “per lo sforzo e l’impegno profuso dal contingente italiano a favore dello sviluppo e della ricostruzione della provincia di Herat e per l’aiuto fornito, in generale, a tutto il popolo afgano”.
Come sottolineato dal Generale di Brigata Alessandro Veltri, Comandante del Regional Command West, “l’impegno di ISAF continua ad essere volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance. Anche in questa circostanza i progetti sono stati concordati con gli elders ed i rappresentanti governativi e realizzati nel pieno rispetto delle tradizioni, delle abitudini e dei costumi locali”.
Operazione congiunta delle forze di sicurezza afghane e dei militari italiani
Ieri, durante un’operazione di rastrellamento nei pressi di Wazirabad, un’area a circa dieci chilometri a nord-est di Shindand, i soldati dell’ ANA (Afghan National Army) e i militari della Task Force Center - su base 1° Reggimento bersaglieri - hanno rinvenuto un consistente quantitativo di materiale esplosivo (mine, granate e detonatori già pronti per l’uso).
Il materiale, individuato anche grazie all’ausilio di unità cinofile, è stato prelevato e successivamente distrutto dal personale specializzato E.O.D. (Explosive Ordnance Disposal) del 5° Reggimento genio guastatori della Brigata “Sassari”.
L’attività di ieri conferma il crescente livello di fiducia e di stretta cooperazione esistente tra le forze di sicurezza afghane ed i militari del Regional Command West di ISAF ai fini di un sempre maggiore e determinante processo di stabilizzazione dell’area a tutto beneficio della popolazione
http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_espressonline/2009/07/28/1248788220509__mg_8721.jpg (http://espresso.repubblica.it/multimedia/7048243/1/7)
http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_espressonline/2009/07/28/1248788219884__mg_8753.jpg (http://espresso.repubblica.it/multimedia/7048243/1/8)
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MesserWolf
17-02-2010, 17:39
bel 3d e belle immagini :)
da Panorama
G.Gaiani
Militari della brigata Sassari in Afghanistan (Foto PIO- Rc-West)
Con la decisione di inviare in Afghanistan altri 75 consiglieri militari (30 militari dell’esercito e 40 carabinieri) destinati ad istruire, addestrare e affiancare le forze di sicurezza di Kabul, l’Italia ha completato il programma di potenziamento del contingente schierato nell’Afghanistan Occidentale annunciato già da tempo che porterà il numero di militari da 3.000 a circa 4.000.
Il settore addestrativo, divenuto peculiare per le forze alleate che puntano a lasciare quanto prima la responsabilità della sicurezza alle forze locali, vedrà così impegnati 500 militari italiani, 265 dell’esercito assegnati all’Afghan National Army e 235 carabinieri in appoggio all’Afghan National Police e alla nuova Afghan National Civil Order Police (specifica per compiti di antisommossa, antiterrorismo e antiguerriglia).
Il rafforzamento italiano ha ottenuto oggi l’apprezzamento del portavoce del Pentagono Geoff Morrell, ed è stato concordato nel corso dell’incontro romano tra il Segretario alla Difesa, Roibert Gates, e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
I mille rinforzi italiani influiranno positivamente anche sulle attività operative poiché in aprile la brigata alpina Taurinense che si schiererà a Herat al posto della brigata Sassari disporrà di un quarto battaglione a combattimento destinato probabilmente a operare nella “calda” provincia di Farah, ai confini con ‘area di maggiore attività talebana, la provincia di Helmand.
I nostri reparti avranno anche un ruolo più incisivo nei combattimenti e nelle operazioni belliche dopo la rimozione degli ultimi caveat, cioè i limiti politici all’impiego dei reparti che l’Italia ha annunciato di voler rimuovere dopo l’incontro tra Gates e La Russa. E’ stato lo stesso ministro ad annunciare la settimana scorsa ”l’importantissima intesa” in base alla quale gli Usa consentiranno agli italiani l’accesso a tutte le informazioni d’intelligence relative alle operazioni alleate in Afghanistan e forniranno tecnologie e banc
he dati elettroniche per il contrasto agli ordigni improvvisati (Ied) che costituiscono la principale minaccia per le truppe alleate. Finora la piena condivisione delle informazioni era solo riservata agli alleati che combattono senza riserve i talebani e cioè britannici, americani, canadesi e olandesi.
L’ammissione dell’Italia al “club” di coloro che hanno pieno accesso alle ninformazi0ni sembra confermare la disponibilità di Roma a impegnare il nostro contingente in ogni tipo di operazioni belliche. Pur non entrando nei dettagli La Russa ha espresso “grande soddisfazione” per “la maggiore condivisione delle notizie di intelligence” ottenuta anche “grazie alle aperture di Gates”. “Adesso prosegue in maniera assai più importante che in passato e questo ci ha permesso di eliminare i caveat che, in molte situazioni, erano dovute proprio a problemi di intelligence”.
L’abrogazione dei caveat ha indotto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a non escludere un possibile intervento delle truppe italiane nelle operazioni in corso nella provincia di Helmand, nel settore sud dell’Afghanistan. Ipotesi non molto probabile sul piano militare considerato che gli alleati schierano nel sud un numero di truppe sei volte maggiore di quelle dislocate nel settore Ovest sotto comando italiano.
La rimozione dei limiti d’impiego consentirà di condurre azioni offensive non solo in supporto alle forze afghane ricoprendo un ruolo più aggressivo soprattutto nelle tre aree calde dell’ovest; cioè la provincia di Farah e i settori di Shindand e della Zerkoh Valley e Bala Murghab.
Anche i quattro cacciabombardieri Amx dell’Aeronautica basati a Herat, finora autorizzati a sparare solo con i cannoncini, potranno probabilmente impiegare bombe a guida laser contro le postazioni nemiche mentre non si esclude l’arrivo in Afghanistan anche di cannoni da 155 millimetri impiegati con successo non solo da anglo-americani, olandesi e francesi.
Nel complesso il rafforzamento italiano e l’abrogazione dei caveat consentiranno all’Italia di ricoprire un ruolo di protagonista nella fase che si annuncia risolutiva del conflitto afghano mettendo a profitto anche le risorse finanziarie investite finora per impiegare reparti e mezzi in alcuni casi con molte limitazioni. La missione afghana dell’Italia è costata 600 milioni di euro nel 2009 e arriverà a 750 quest’anno.
pdf sulla brigata sassari in afghanistan, molto interessante
http://cca.analisidifesa.it/downloads/0468403423_it.pdf
reportage di carlotta ricci
parte 1
http://www.youtube.com/watch?v=2FI5hRj-XWs
parte 2
http://www.youtube.com/watch?v=JffTsuOtYJ8
23 febbraio 2010
Siglato protocollo d'intesa a favore del sistema scolastico afghano
E’ stato siglato ieri il protocollo d’intesa tra l’Università di Herat e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per l’avvio di due importanti progetti nel campo dell’istruzione a favore del sistema scolastico afghano.
Al significativo evento erano presenti, oltre al Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri, il vice governatore della provincia di Herat, Asiludim Jani, il vice rettore dell’ateneo afghano, Dottor Rahjab e una delegazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano composta dal Professor Marco Lombardi - docente di Sociologia Generale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia -, dal Dottor Matteo Vergani, accompagnati dal Dottor Antonello Grimaldi - Dirigente della Struttura e Servizi per l’Inclusione Sociale della Regione Lombardia - e dalla Dottoressa Giulia Ligresti, Presidente della Fondazione Fondiaria SAI, associata alla missione per valutare ulteriori, possibili attività di cooperazione nel Paese.
“E’ oggi motivo di grande soddisfazione - ha detto il Professor Rahjab – avere come ospiti i rappresentanti di una prestigiosa università italiana. Dei circa 6000 studenti che frequentano oggi l’Università di Herat, il 70% proviene da altre regioni dell’Afghanistan ed il 30% sono donne, una percentuale molto elevata rispetto ad altri atenei del Paese. In questi anni L’Università di Herat ha fatto molti passi avanti. Questo è stato possibile anche grazie al determinante contributo del Provincial Reconstruction Team del Regional Command West. Con la firma odierna non potranno che rafforzarsi i già solidi ed antichi rapporti tra i nostri due Paesi.
Ha quindi preso la parola il Professor Lombardi il quale, nel ringraziare per la preziosa accoglienza ricevuta, ha evidenziato “l’impegno dell’Università Cattolica di Milano a favore dell’Università di Herat, due istituzioni molto importanti per quello che rappresentano nei loro rispettivi Paesi. La nostra presenza qui sta a testimoniare l’importanza di un’iniziativa che consentirà di rafforzare ulteriormente il dialogo tra popoli di culture diverse ma, in realtà, molto vicini tra loro. Il corso che a breve sarà avviato, volto a promuovere il ruolo della donna come fattore di sviluppo nella società afghana, ne è la chiara testimonianza”.
Il Generale Veltri, dal canto suo, ha posto in luce “la centralità della cultura e dell’istruzione per lo sviluppo dell’Afghanistan. In questo senso, infatti, la qualità della formazione dei giovani afghani, non potrà che portare beneficio al Paese per il quale non solo ISAF (International Security Assistance Force), ma soprattutto le legittime istituzioni del governo afghano e la comunità internazionale dovranno continuare ad indirizzare il massimo sforzo per garantirne la piena ed autonoma governance”.
Infine, è intervenuto il vice governatore della provincia di Herat, Asiludim JANI, il quale ha ringraziato la delegazione dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed il Comandante del Regional Command West “per lo scambio culturale odierno ma soprattutto per il legame, saldo e sincero, instauratosi tra il popolo afghano e quello italiano. Non solo avete realizzato ciò che era stato programmato nel corso degli anni, ma avete fatto più di quanto era stato promesso, a conferma di un sostegno per il quale il governo afghano sarà sempre riconoscente”.
Con la sigla del protocollo, sarà infatti possibile avviare due importanti progetti: il primo, da realizzarsi a Kabul, mira a supportare la qualità del sistema educativo delle donne afghane attraverso la formazione del corpo docente e la consegna di 50 borse di studio per quelle famiglie che decideranno di far proseguire gli studi delle ragazze fino al conseguimento del diploma.
Il secondo, nato da una collaborazione con l’Università degli studi di Herat ed il Research and Development Institute di Kabul, prevede la realizzazione di un corso universitario di “Solidarity and Humand Development” (Solidarietà e Sviluppo Sociale) volto a valorizzare le donne e le loro famiglie come principali attori per la rinascita del Paese in cui, una delle questioni centrali, riguarda la qualità della formazione di base e la capacità del sistema educativo di istruire compiutamente ed efficacemente il personale femminile.
Ristrutturata una fabbrica per la produzione della seta
Si è svolta ieri nel distretto di Zenda Jan, ad ovest della provincia di Herat, la cerimonia di chiusura del progetto di ristrutturazione, a cura dei militari del PRT, di una fabbrica destinata all’allevamento dei bachi per la produzione della seta.
I lavori, eseguiti con fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa per un ammontare di oltre 13 mila euro, hanno riguardato il rifacimento del tetto, radicali interventi manutentivi sulle pareti interne ed esterne dell’edificio, la sistemazione ed il collaudo dell’impianto elettrico generale e l’installazione di porte, infissi e dei servizi di uso generale.
L'iniziativa si prefigge lo scopo di sostenere l’attività imprenditoriale nel distretto e, più in generale, di rilanciare lo sviluppo economico della provincia nella prospettiva di un concreto miglioramento delle condizioni di vita generali della popolazione afghana. La seta prodotta dalla fabbrica, attraverso varie fasi della lavorazione, verrà infatti utilizzata principalmente per la produzione di tessuti pregiati nel settore dell’arredamento e dell’abbigliamento.
Alla cerimonia di inaugurazione, oltre al comandante del PRT - Colonnello Claudio Dei -, hanno preso parte il Governatore del distretto di Zenda Jan, Mr. Dawood Saha, due membri del dipartimento provinciale dell’Agricoltura, Mr. Fakhraddin e Mr. Ghulam Dastagir, numerose altre autorità ed elders locali.
Mr. Dawood Saha, Governatore del distretto di Zenda Jan, ha ringraziato il Colonnello Dei “per il significativo intervento realizzato nel proprio distretto, frutto della perfetta intesa tra le istituzioni governative locali e il Regional Command West, volta a garantire le reali e concrete esigenze di sviluppo del territorio e della sua gente”.
Il Colonnello Claudio Dei ha sottolineato che “il Provincial Reconstruction Team continuerà a sostenere ogni iniziativa utile per un serio e efficace piano di rilancio e sviluppo dell’ economia nella provincia, nell’interesse generale della popolazione”.
Il Generale Veltri ha ribadito che “il massimo impegno continuerà ad essere profuso dal Regional Command West di ISAF per sostenere l’opera di ricostruzione e sviluppo, anche economico, ai fini di accrescere ulteriormente la fiducia della popolazione nei confronti di ISAF e delle istituzioni governative locali”.
26 febbraio 2010
Nuovi progetti a sostegno dello sviluppo dell provincia di Herat
Nell’ambito delle attività che il contingente italiano del Regional Command West su base Brigata “Sassari” promuove e svolge a sostegno delle autorità afghane nel processo di stabilizzazione e di sviluppo dell’area, un importante incontro tra le diverse organizzazioni civili e militari presenti nel territorio e le autorità governative della provincia di Herat si è tenuto nei giorni scorsi presso Camp “Vianini”, sede del Provincial Reconstruction Team italiano, in cui si è discusso di alcuni importanti progetti finalizzati a promuovere il ruolo della donna come soggetto imprenditoriale nel tessuto socio-economico della provincia di Herat.
L’iniziativa consiste nella costruzione del Women Business Market – una struttura nuova nel suo genere, nel centro della città di Herat del valore di circa duecentomila euro da realizzarsi con i fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa – e l’avvio di un progetto di microcredito, uno strumento di sviluppo economico che, grazie ai funzionari della Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, consentirà l'accesso ai servizi finanziari alle famiglie interessate e, in particolare, alle donne.
“Attraverso questo progetto – ha affermato il Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – sarà possibile non solo sostenere finanziariamente l'avvio delle singole attività commerciali e dare impulso al loro naturale sviluppo, ma soprattutto incentivare la presenza del personale femminile all’interno del sistema imprenditoriale locale promuovendo, di fatto, il ruolo della donna come elemento centrale e fattore di progresso nella società afghana”.
Durante l’incontro si è anche discusso di un programma di formazione sulla gestione d’impresa e della creazione di un collegamento tra imprenditrici italiane e afghane inerente a possibili opportunità lavorative in attività di import-export.
Alla riunione hanno partecipato tra gli altri il Colonnello Claudio Dei, Comandante del Provincial Reconstruction Team, il Dottor Marco Urago, funzionario della Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, il Professor Marco Lombardi, docente di Sociologia Generale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ed i rappresentanti di alcune organizzazioni non governative che operano nella provincia di Herat.
Tra il personale femminile particolarmente significativa è stata la presenza della Dottoressa Maria Bashir, Procuratore Generale di Herat, della Dottoressa Manija Sadiqi, capo Dipartimento degli Affari Femminili, e della Dottoressa Taheri Jaharan, una delle cinque donne facenti parte del neoeletto Consiglio Provinciale.
28 febbraio 2010
Un nuovo impianto elettrico all'ospedale regionale di Herat
Ieri mattina, nell’ambito del progetto di sviluppo del settore sanitario portato avanti in collaborazione con il Dipartimento della sanità della provincia di Herat, ha avuto luogo la cerimonia della posa della prima pietra per i lavori di allacciamento alla rete elettrica pubblica dell’ospedale regionale di Herat.
Con la posa della prima pietra il Colonnello Claudio Dei, comandante Provincial Reconstruction Team del Regional Command West su base Brigata “Sassari”, ha simbolicamente dato inizio ai lavori per il collegamento dell’ospedale regionale alla rete elettrica pubblica mediante la realizzazione di un elettrodotto della lunghezza di circa cinque chilometri.
Il progetto, del valore di circa centottantamila euro realizzato grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, assicurerà la fornitura continua e regolare di energia elettrica garantendo, nel contempo, la piena e costante funzionalità della struttura sanitaria.
Inoltre, a cura del personale della “Cooperazione italiana allo Sviluppo” del Ministero dagli Affari Esteri, si provvederà alla ristrutturazione dell’edificio sanitario, al recupero delle pareti esterne ed interne, alla messa a norma ed in sicurezza degli impianti elettrici, alla fornitura di attrezzature ed equipaggiamenti necessari alla funzionalità del nosocomio.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il vice Governatore di Herat, Asiludin Jami, il capo Dipartimento della sanità, Dottor Ghulam Shaid Rashid, importanti rappresentanti del Provincial Council, numerose altre autorità governative e delle forze di sicurezza locali.
Il vice Governatore di Herat, Aslamudin Jami, ha ringraziato il Colonnello Dei, comandante del Provincial Reconstruction Team ed il Dottor Marco Urago, responsabile della “Cooperazione italiana allo Sviluppo”, per l’opera fornita dal contingente italiano in favore del popolo afghano ed in particolare per questo progetto di vitale importanza per la funzionalità dell’ospedale regionale, che fornisce assistenza sanitaria e le indispensabili cure alla popolazione dell’intera provincia di Herat.
Il capo Dipartimento della sanità, Dottor Said Rashid, ha evidenziato l’attenzione che il Provincial Recontruction Team italiano hanno avuto, a partire dal 2005, nei riguardi del settore della sanità, con la costruzione nella provincia di Herat di cinque Comprensive Health Center, nove Basic Health Center, l’ospedale pediatrico, la Guest House, e l’effettuazione di numerose visite mediche condotte dal personale sanitario del PRT all’interno della propria
Due nuovi importanti progetti nella provincia di Herat
Nell’ambito delle attività svolte a sostegno delle autorità afghane nel settore dell’istruzione e di supporto alla governance, due nuovi importanti progetti sono stati portati a termine nella provincia di Herat dal Provincial Reconstruction Team italiano del Regional Command West, il comando ISAF a guida italiana su base Brigata “Sassari”.
Il primo progetto, realizzato in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat per un valore di oltre diciottomila euro, riguarda la donazione presso la scuola secondaria di Chodangar, un villaggio a pochi chilometri da Herat, di cattedre e scrivanie destinate al corpo docente, trecento banchi con relative sedie per le dieci aule dell’istituto ed un ingente quantitativo di zaini, quaderni, penne, matite e materiale vario di cancelleria.
All’attività, oltre al Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – ed al Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, erano presenti il Capo Dipartimento dell’educazione, Azrat Ghulam Tanha, il consulente per gli Affari distrettuali del Governatorato di Herat, Mr. Masoomee, il Governatore del distretto di Injil, Soofe Abdul Raof, la Preside della scuola, Professoressa Mariam Hasizadah, alcuni importanti esponenti del Provincial Council, elders locali e numerosi giovanissimi studenti.
E’ nel rivolgersi a questi ultimi che il Generale Veltri ha sottolineato l’importanza dell’attività odierna, “chiara testimonianza dell’attenzione e dell’impegno che il Regional Command West di ISAF – unitamente alle istituzioni presenti nel territorio – continuerà a fornire, con sempre maggiore determinazione e nel pieno rispetto degli usi, dei costumi e delle tradizioni locali, a beneficio di un settore - quello scolastico e dell’educazione - determinante per il futuro ed il progresso dell’Afghanistan”.
Il Capo Dipartimento dell’educazione, Azrat Ghulam Tanha, e con esso tutto il personale intervenuto alla significativa cerimonia, ha ringraziato il Generale Veltri ed il popolo italiano “per la consueta sensibilità dimostrata nel campo dell’istruzione, particolarmente apprezzata oggi poiché indirizzata a favore degli alunni di una scuola della periferia di Herat i quali, grazie all’immancabile sostegno del Regional Command West, potranno frequentare regolarmente le lezioni e poter ambire, un domani, ad essere i veri protagonisti per la rinascita del loro Paese”.
Successivamente, il Generale Veltri si è recato al Governatorato di Herat ove, alla presenza di numerose autorità governative, provinciali ed elders locali, ha avuto luogo una significativa donazione di materiali di arredo, moderne attrezzature informatiche (personal computers, stampanti, scanners, fotocopiatrici) e materiale di cancelleria che saranno destinati al completamento di degli uffici del palazzo governativo e degli uffici dei District Manager della provincia.
La donazione, del valore di oltre centomila euro, rientra in un progetto europeo denominato “Supporto alla Governance provinciale” che il Provincial Reconstruction Team del Regional Command West sta sviluppando anche nei distretti di Injil e Zenda Jan.
Tale progetto, infatti, consiste nello stanziamento di ulteriori fondi (circa duecentocinquantamila euro di cui l’80% provenienti dalla Commissione Europea ed il restante 20% dal Ministero della Difesa italiano), cui farà seguito, a breve, un ulteriore investimento pari a circa ottantamila euro per la realizzazione di corsi di formazione a favore del personale di previsto impiego negli uffici governativi provinciali.
Il Governatore di Herat, Mr. Yusuf Nuristani, ha ringraziato il Generale Veltri “per l’ennesima attestazione di vicinanza del Regional Command West alle esigenze ed alle finalità della principale istituzione governativa della provincia di Herat”.
Dal canto suo, il Generale Veltri, ha dichiarato che “il massimo impegno continuerà ad essere profuso da ISAF per garantire la governabilità della regione attraverso mirati sforzi tesi ad accrescere ulteriormente la fiducia della popolazione nei confronti della quale, con sempre maggiore incisività, le istituzioni locali stanno avviando l’opera di miglioramento delle condizioni di vita generali.”.
03 marzo 2010
I militari della Task Force ''North'' a favore della popolazione afghana
Nei giorni scorsi, i militari della Task Force North su base 151° Reggimento fanteria della Brigata “Sassari”, agli ordini del Colonnello Sossio Andreottola, si sono recati a Bechaghi, un villaggio a circa 20 chilometri a sud-est di Herat, ove è stata effettuata una distribuzione di aiuti umanitari consistente in coperte, cibo, capi di vestiario, materiali per l’igiene personale e numerosi kit scolastici a favore di oltre 1500 famiglie residenti nella zona.
L’attività è stata condotta con successo unitamente agli agenti dell’Afghan National Police e grazie al convinto appoggio del Governatore del Distretto di Gozarah, ingegnere Zayadin Sharify e del capo villaggio, Mr. Aqa Mostafa Jan, presenti - insieme a numerosi elders locali - durante le fasi della distribuzione.
L’ingegner Zayadin Sharify ha ringraziato il Colonnello Andreottola “per la significativa donazione, frutto del comune intento tra le istituzioni governative locali e il Regional Command West nel voler soddisfare le primarie e concrete esigenze delle famiglie più indigenti del distretto”.
03 marzo 2010
La Task Force ''South'' per i bambini dell'orfanotrofio di Farah
I militari della Task Force South su base 152° Reggimento della Brigata “Sassari” si sono fatti promotori di una importante iniziativa umanitaria a favore dei bambini orfani della provincia di Farah.
Tutto ha avuto inizio con una visita degli uomini della Task Force South, agli ordini del Colonnello Massimo Raccampo, all’orfanotrofio di Farah, struttura che - nell’ambito delle diuturne attività svolte dai militari italiani nei confronti della popolazione e delle autorità governative locali - hanno trovato in condizioni fatiscenti da un punto di vista strutturale ed alquanto precarie sotto il profilo igienico-sanitario.
Da qui l’idea, condivisa ed appoggiata dal Comandante del Regional Command West - Generale di Brigata Alessandro Veltri - di poter essere parte attiva, attraverso una donazione spontanea, della ristrutturazione dell’edificio e della costruzione di aree sportive idonee.
I “Sassarini”, sia quelli impegnati in Teatro sia quelli di stanza presso il distaccamento di Sassari, hanno immediatamente condiviso l’iniziativa e, in ossequio ai valori di umana e solidale generosità propri delle Forze Armate italiane, hanno coinvolto il Comune e la Croce Gialla di Ploaghe (SS) nonchè le associazioni Soroptimis e San Giacomo di Sassari, enti grazie ai quali è stato possibile raccogliere la significativa somma di circa settemila euro da destinare ai lavori di rifacimento dell’orfanotrofio, iniziati nel mese di febbraio, e che vedranno la realizzazione del dormitorio provvisto di stufe calorifere, di una stanza ricreativa completa di giochi e televisione, di due attrezzate aule didattiche, di un locale cucina e di un impianto sportivo polifunzionale.
L’attenzione rivolta ai più piccoli non è mai venuta meno allorquando, durante tutto il periodo del mandato della missione ISAF (International Security Assistance Force), il medico ed il veterinario della Task Force South hanno effettuato numerose visite mediche e periodici controlli igienico sanitari all’orfanotrofio della provincia.
La missione in Afghanistan, così intesa dai “Sassarini” ormai prossimi al rientro in patria, contribuirà al rafforzamento dei legami con la popolazione locale e consentirà agli alpini del 9° Reggimento di dare seguito all’impegno profuso dalla “Sassari” in oltre sei mesi di intenso lavoro.
07 marzo 2010
Herat: posa della prima pietra del Woman Business Center
Una simbolica cerimonia di posa della prima pietra si è svolta a Herat, in un’area del centro in cui sorgerà il Women Business Center, una struttura nuova nel suo genere del valore di oltre duecentomila euro da realizzarsi con i fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa.
Il progetto, portato avanti in collaborazione con le autorità governative locali ed in particolare con il Dipartimento degli Affari Femminili, riguarda la realizzazione di un'area commerciale dedicata all'imprenditoria femminile, all’interno della quale saranno promosse una serie di iniziative finalizzate a promuovere il ruolo della donna come soggetto imprenditoriale nel tessuto socio-economico della provincia di Herat.
Il nuovo Women Business Center, articolato su quattro livelli per una superficie complessiva di circa 510 mq., prevede tra l’altro la realizzazione di trentasei negozi e l’allestimento di una sala convegni mentre, all’ultimo piano, un apposito spazio sarà attrezzato per i momenti ricreativi e la pratica di attività ginnico-sportive.
La Cooperazione Italiana allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri collaborerà al progetto non solo mediante la fornitura completa degli arredi e delle attrezzature necessarie a rendere immediatamente fruibile la struttura al termine della sua realizzazione ma anche con l’avvio di un progetto di microcredito, uno strumento di sviluppo economico che consentirà l'accesso ai servizi finanziari alle famiglie interessate e, in particolare, alle donne.
Al significativo evento erano presenti il Comandante del Regional Command West, Generale Veltri, il vice governatore della provincia di Herat, Asiludim Jani, il Sindaco della città, Salim Traki, il Capo Dipartimento degli Affari Femminili, Manija SadiqiI, il Colonnello Claudio Dei, Comandante del Provincial Reconstruction Team, il Dottor Marco Urago, funzionario della Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e numerose altre autorità della provincia di Herat.
Particolare commozione ha destato la presenza alla cerimonia della piccola Nazifa Noor Ahmed, una bambina di 8 anni rientrata da pochi giorni in Afghanistan dopo 19 mesi trascorsi in Italia presso il reparto di oncologia ed ematologia pediatrica del Policlinico “S. Orsola-Malpighi” di Bologna dove è stata efficacemente curata dal linfoma di Hodgkin.
09 marzo 2010
Un ponte nella Zeerko Valley: il progetto più importante realizzato dal Contingente italiano in Afghanistan
E’ stato inaugurato questa mattina il ponte nella Zeerko Valley, un imponente opera del valore di un milione di euro realizzata grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa . Si tratta del progetto più importante realizzato dal Provincial Reconstruction Team italiano del Regional Command West, il comando NATO a guida italiana, multinazionale e interforze sulla base della "Sassari”.
Situato nel distretto di Shindand, 115 chilometri a sud di Herat, al confine con la provincia di Farah, il ponte – 8 metri di larghezza e 160 di lunghezza – è di rilevanza strategica per la circolazione delle merci e per la libertà di movimento in generale, in un’area nota alle forze di ISAF per i ripetuti attacchi degli insorti, che hanno in parte rallentato l’esecuzione dei lavori, eseguiti da ditta e manodopera locale ed iniziati nell’ottobre del 2007.
Alla cerimonia hanno preso parte il Governatore del distretto di Shindand, Lal Mohammad Omarzai, il consulente per gli Affari distrettuali del Governatorato di Herat, Saooib Masoomee, il Comandante del Provincial Reconstruction Team italiano, Colonnello Claudio Dei, il Comandante della Task Force Center, Colonnello Francesco Maria Ceravolo, numerose altre autorità governative e gli elders locali. Presenza, quest’ultima molto gradita e largamente significativa della crescente vicinanza instauratasi in loco con le forze di ISAF.
“Questo progetto – ha affermato il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri – è la chiara dimostrazione dell’efficace presenza e della comune sinergia d’intenti tra le forze di ISAF e le istituzioni presenti in loco. Un’area ancora estremamente sensibile sotto il profilo della sicurezza ma che sta crescendo rapidamente anche grazie ad una capillare presenza sul territorio delle forze di ISAF molto gradita alla popolazione, e ad altre opere realizzate recentemente, quale la scuola di Niswan inaugurata il 26 gennaio scorso. Stiamo andando insieme nella direzione giusta: quella di un sempre maggiore e concreto impegno nella fondamentale opera di ricostruzione e sviluppo, a tutto beneficio della popolazione".
Il Governatore del distretto di Shindand ha evidenziato la propria gratitudine unita a sentimenti di profonda riconoscenza nei confronti del Generale Veltri e del popolo italiano “per la realizzazione di un’opera grazie alla quale sarà possibile non solo garantire il collegamento tra i villaggi situati ai lati opposti del fiume, ma consentire anche il transito e la viabilità durante la stagione invernale, con benefiche ricadute sullo sviluppo economico e sociale dell’area, a tutto beneficio dell’oramai crescente sicurezza”.
11 marzo 2010
Inaugurata a Bala Morghab la nuova sede governativa distrettuale
Il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri – si è recato presso la FOB (Forward Operating Base) di Bala Morghab, la base operativa avanzata che ospita i militari della Task Force North su base 151° Reggimento fanteria della Brigata “Sassari” agli ordini del Colonnello Sossio Andreottola.
Scopo della visita, un incontro con il Governatore della provincia di Badghis, Delbar Arham, ed il capo della polizia provinciale, Generale Ekram Sameh, con i quali si è recato nel villaggio di Bala Morghab per assistere alla cerimonia di conclusione dei lavori di ristrutturazione del palazzo governativo distrettuale, un progetto del valore di circa quarantacinquemila euro finanziato dal Regional Command West ed interamente realizzato da ditte e manodopera locali.
Il Governatore Arham, nel rivolgersi alle autorità ed ai numerosi elders presenti all’evento, ha ringraziato il Generale Veltri per la realizzazione di questo importante progetto di supporto alla governance. “Tutti noi qui presenti dobbiamo lavorare insieme, giorno dopo giorno, per migliorare il processo di crescita e di sviluppo dell’area - ha affermato il Governatore Arham. Il futuro prospero e pacifico della provincia risiede, infatti, nella comune azione di contrasto alle attività degli insorti e nel convinto appoggio all’azione di governo dei legittimi rappresentanti del distretto di Morghab”.
Il Generale Veltri ha sottolineato l’importanza della presenza di ISAF nella provincia, “una presenza finalizzata alla stabilità dell’area per raggiungere la quale occorre il consenso della popolazione. Il palazzo che ci ospita è la sede da cui indirizzare ogni sforzo per un sempre maggiore coordinamento nell’opera di ricostruzione e sviluppo, reso possibile oggi grazie al crescente livello di fiducia, integrazione ed affiatamento instauratosi tra le forze di sicurezza locali ed i militari del Regional Command West. La presenza di un bambino tra noi – ha concluso il Generale Veltri riferendosi al figlio di uno degli elders presenti alla ashura - è il segnale che insieme possiamo veramente credere in un futuro di pace e di prosperità”.
Al termine della cerimonia il Generale VELTRI ha incontrato il personale delle forze di sicurezza afghane e di ISAF di cui fanno parte, oltre agli italiani, militari statunitensi.
“I vostri sforzi – ha detto il Generale Veltri – sono oggi più che mai apprezzati dalla popolazione locale. L’unica cosa che ci differenzia è il colore delle uniformi ma non la ragione della nostra presenza qui. Una presenza che punta al comune obiettivo che è la prosperità di questo magnifico Paese e la sicurezza della sua gente, per la quale alcuni nostri commilitoni hanno perso la vita. Nel loro ricordo e in quello dei loro familiari vi invito ad osservare un minuto di raccoglimento e a guardare avanti, tutti insieme, per il successo della missione”.
14 marzo 2010
Herat: due nuovi progetti del Provincial Reconstruction Team del Regional Command West
Nell’ambito delle attività svolte dal Provincial Reconstruction Team italiano in favore della popolazione afghana che vive nella provincia di Herat, due nuovi progetti sono stati portati a termine nei giorni scorsi nel distretto di Ghoryan, estremo ovest della provincia, al confine con l’Iran.
Il primo progetto riguarda l’inaugurazione di una moderna aula informatica, dotata di 20 personal computer muniti di stampante, scanner e completa di rete LAN, realizzata in una scuola superiore costruita tempo addietro dal Provincial Reconstruction Team italiano.
Il secondo progetto consiste nella realizzazione, presso una scuola femminile, di un campo sportivo polivalente, della ristrutturazione dell’impianto elettrico e della costruzione del posto di controllo all’ingresso del cortile della scuola.
Tali progetti sono stati realizzati in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat, per un valore di oltre 28mila euro, messi a disposizione dal Ministero della Difesa. Sono stati inoltre donati materassi per l’alloggio del personale in servizio presso il comando della Polizia del governatorato.
Alla cerimonia di inaugurazione, hanno preso parte il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, il Governatore del distretto di Ghoryan, Mr. Haji Abdul Nassir, il Vice capo dipartimento dell’educazione di Herat, Mr. Naser Farzad, numerose altre autorità ed elders locali, oltre ad un gran numero di giovanissimi studenti.
Il Governatore di Ghoryan, Mr. Haji Abdul Nassir, ha ringraziato il Colonnello Dei ed il popolo italiano “per la consueta sensibilità dimostrata nel campo dell’istruzione, particolarmente apprezzata oggi poiché indirizzata a favore degli alunni di una scuola della periferia di Herat i quali, grazie all’immancabile sostegno del Regional Command West di ISAF, potranno ambire, un domani, ad essere i veri protagonisti per la rinascita del Paese”.
15 marzo 2010
Herat: donazione a favore dell'Ospedale Pediatrico
Nell’ambito del progetto di sviluppo del settore sanitario portato avanti in collaborazione con il Dipartimento della sanità della provincia di Herat, è stata inaugurata ieri, alla presenza del Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri, la nuova sala di terapia intensiva dell’ospedale pediatrico di Herat, realizzata dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri che opera congiuntamente con il Provincial Reconstruction Team italiano.
L’inaugurazione odierna è stata l’occasione per donare un importante kit per la ventilazione meccanica dei piccoli pazienti affetti da insufficienza respiratoria. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il Capo Dipartimento della salute, Dottor Gholam Said Rashid, il Direttore dell’ospedale pediatrico, Dottor Abdul karim Halimi, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, ed il Dottor Marco Urago, funzionario della Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri,
In tale ambito, l’ ONLUS “For a Smile” di Torino si è fatta carico dell’esigenza donando al 1° Reggimento di Manovra, unità di stanza in Patria presso la Caserma Ceccaroni di Rivoli (TO), un kit completo per la ventilazione meccanica del costo 20.000 euro da destinare al citato nosocomio pediatrico.
17 marzo 2010
Herat: inaugurato un nuovo presidio ospedaliero
E’ stato inaugurato, nel quartiere di Gazar Gah, un nuovo presidio ospedaliero frutto di una collaborazione tra il contingente militare italiano ed il Dipartimento della sanità della provincia di Herat.
La struttura, del valore di circa 95mila euro realizzata da ditte e manodopera locali grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, consta di tutti i servizi sanitari primari e garantirà un’adeguata assistenza medica agli abitanti di una zona particolarmente popolosa della città.
Il centro medico è composto da un ampio ingresso principale che funge anche da sala d'attesa, un'ala destinata ad ospitare donne e bambini ed un'altra riservata al personale maschile comprensiva dei servizi generali.
Gli allestimento dei locali, gli arredi e le attrezzature necessarie all’imminente funzionamento saranno forniti dall’AISPO, organizzazione non governativa dell'ospedale San Raffaele di Milano, e dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.
Il contingente italiano operante nella provincia di Herat ha investito fino ad oggi, nel solo settore della sanità, circa 3 milioni di euro con i quali sono stati costruiti l’ospedale pediatrico – una delle strutture più importanti realizzate dal Provincial Reconstruction Team del valore di circa 950mila euro in grado di ospitare circa 150 bambini – e 14 presidi ospedalieri.
Nel piano esecutivo dei lavori da realizzare per l’anno 2010, un ulteriore investimento di spesa pari a circa 365 mila euro sarà destinato alla costruzione di due nuovi presidi ospedalieri ed alla ristrutturazione del sistema di collegamento alla rete elettrica pubblica dell’ospedale regionale di Herat.
A questi progetti si sommano i corsi di “1° soccorso sanitario in caso di emergenze traumatiche” e di “Emergenze ed interventi ostetrici” svolti a favore delle popolazioni nomadi della provincia di Herat, nonché numerose visite mediche condotte dal personale sanitario del Provincial Recontruction Team all’interno ed all’esterno della base.
17 marzo 2010
Continuano le attività del PRT a favore della popolazione
Questa mattina, nell’ambito del progetto di sviluppo del settore scolastico portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat, il Provincial Reconstruction Team del Regional Command West ha inaugurato nel quartiere di Mirman Hayati, ad Herat, una nuova scuola femminile.
L’edificio - una struttura su due piani del valore di 150 mila euro realizzata da ditte e manodopera locale grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa - consta di venti aule, è dotata di tutti i servizi generali (parte dei quali forniti dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri) e consentirà la frequenza delle lezioni a circa duemila studentesse.
Alla cerimonia, conclusa con la consegna di zaini scolastici, quaderni, penne e materiale di cancelleria, hanno partecipato numerose altre autorità locali, tra le quali il vice Governatore di Herat, Asiludim Jami, ed il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri.
Successivamente, presso la Corte d’Appello di Herat, presenti il Presidente della Corte, Ghari Karimi, ha avuto luogo una significativa donazione di materiali di arredo, moderne attrezzature informatiche quali personal computers, stampanti, scanners, fotocopiatrici e materiale di cancelleria, destinati al completamento degli uffici ed alla semplificazione delle procedure amministrative.
Infine, nel quadro delle iniziative finalizzate al supporto delle istituzioni afghane, presso la sede del Governatorato di Herat e del Provincial Council, è stato inaugurato un nuovo parcheggio coperto, completo del sistema di autolavaggio, e di una foresteria composta da tre stanze con relativi servizi, da destinare al personale in servizio presso il governatorato
19 marzo 2010
Herat: continua l'addestramento della Guardia di Finanza nei confronti della Afghan Border Police
Ieri mattina, presso la base di Camp “Arena” a Herat, si è concluso il 28° corso addestrativo degli allievi della Afghan Border Police ed il 6° corso avanzato per gli agenti della Custom Police, organizzato dalla Task Force “Grifo” della Guardia di Finanza.
Durante la cerimonia, tenutasi alla presenza del Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – e del responsabile della Afghan National Police presso il Regional Training Center di Herat, Colonnello Allanoor Mohammadi, 22 agenti della polizia di frontiera (tra i quali una donna) ed altri 5 della polizia doganale hanno ricevuto il prestigioso attestato di partecipazione.
L’addestramento del personale della Afghan Border Police e della Custom Police costituisce una priorità negli indirizzi del Regional Command West di ISAF in quanto il controllo delle merci e delle persone in entrata e in uscita dai confini rappresenta non solo una necessità ai fini della sicurezza, ma anche un concreto aiuto allo sviluppo economico del Paese.
Nel suo discorso, il Comandante di Regional Command West ha evidenziato “l’importanza dell’addestramento delle forze di sicurezza afghane e, in particolare, delle forze di polizia, in vista di un sempre maggiore coinvolgimento delle stesse nel contesto generale delle strategie tese alla stabilizzazione e allo sviluppo del Paese”.
Al termine della cerimonia, le autorità afghane presenti hanno ringraziato il contingente italiano per l’impegno profuso a favore del loro Paese e confermato la validità delle linee di intervento adottate dal Regional Command West e dalla Guardia di Finanza nel particolare settore.
23 marzo 2010
Operazione congiunta delle forze di sicurezza afghane e dei militari del Regional Command West
Si è conclusa con la cattura di un importante leader talebano e l’arresto di 5 suoi presunti collaboratori una sensibile operazione congiunta condotta nella provincia di Farah dalle forze di sicurezza afghane e del Regional Command West di ISAF.
L’operazione, scattata alle prime luci dell’alba del 20 marzo scorso, è nata a seguito di alcune informazioni dei servizi di sicurezza afghani, da tempo sulle tracce dei responsabili di numerosi attentati perpetrati - con imboscate e l’uso di ordigni esplosivi improvvisati - ai danni della popolazione civile, delle forze di sicurezza locali e di ISAF.
La complessa operazione, che ha visto impiegate circa 500 unità, è stata coordinata dal Comandante della Task Force South, Colonnello Massimo Raccampo, il quale - grazie alla creazione di una robusta cornice di sicurezza affidata ai soldati dell’esercito afghano e di ISAF, tra cui la fanteria della Brigata “Sassari” - ha consentito alle forze di polizia locali di procedere alla cattura del terrorista e dei suoi presunti fiancheggiatori, trovati peraltro in possesso di alcuni sacchi di oppio e di armamenti da guerra di vario calibro.
Il successo dell’operazione congiunta, condotta in armonia con le più recenti direttive emanate dal Comando di ISAF tramite l’ISAF Joint Command e senza ripercussioni nei confronti della popolazione civile ivi residente, denota il crescente livello di affidabilità raggiunto dalle forze di sicurezza afghane che, grazie al determinante contributo di ISAF, stanno via via acquisendo una sempre più autonoma ed efficace capacità d’intervento nel processo di stabilizzazione del Paese.
Come sottolineato dal Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – “è questo l’atteggiamento che le forze del Regional Command West, in aderenza ai contenuti della dottrina enunciata dal Comandante di ISAF - Generale Stanley McChrystal - continuano a mantenere al fine di rafforzare i reciproci rapporti di fiducia oramai instauratisi con la popolazione in gran parte della Regione”.
23 marzo 2010
Inaugurato a Herat un nuovo distretto di polizia
Il Provincial Reconstruction Team italiano del Regional Command West ha inaugurato oggi la nuova sede del 3° distretto di Polizia della città di Herat. La struttura, che si sviluppa su due piani per un totale di quasi mille metri quadrati, è stata realizzata grazie al Provincial Reconstruction Team (PRT) italiano di Herat con i fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa per un ammontare di circa 80 mila euro.
L’edificio, costruito in soli cinque mesi da ditte e manodopera locali, è composto da una solida recinzione esterna in muratura, un corpo di guardia e venti uffici completi di tutti i servizi generali, compresa una piccola moschea.
All’attività hanno presenziato il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri, il vice Governatore della provincia di Herat, Asiludim Jami, il vice Comandante provinciale dell’Afghan National Police, Colonnello Delewar Delewarsaha ed il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei.
Il Colonnello Delewarsaha ha ringraziato il Generale Veltri “per il costante sostegno del contingente italiano di ISAF alla causa della sicurezza, frutto dell’ottimale livello d’intesa e di cooperazione esistente tra le istituzioni governative provinciali ed il Regional Command West”.
Il Generale Veltri, nel sottolineare l’importanza del progetto, ha affermato che “ogni forma di sostegno deve essere prioritariamente indirizzata alle forze di polizia in modo che possano garantire autonomamente un’adeguata sicurezza nell’area, ove il Regional Command West possa poi indirizzare i propri sforzi di ricostruzione a favore delle fondamentali aree della sanità, dell’educazione e della giustizia, in quanto poste a base dello sviluppo di ogni Paese e della sua governance”.
Una nuova scuola a Herat ristrutturata dal PRT italiano
Si sono conclusi i lavori di ristrutturazione della Charity Organization Sayedol Shohada School, una scuola privata situata nel 9° distretto della città di Herat gestita dalla Charity Organization, organizzazione caritatevole non governativa di fede sciita, che ha contribuito alla realizzazione dell’edificio attraverso la fornitura gratuita della manodopera.
Il progetto, del valore di circa 18 mila euro, è stato realizzato dal Provincial Reconstruction Team italiano grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ordinariato Militare d’Italia, rappresentato per la circostanza dal Cappellano militare del Regional Command West, Don Gianmario Piga.
La scuola, dotata di tutti i servizi generali, consta di 8 aule e consentirà la frequenza delle lezioni ai circa 600 studenti di ambo i sessi appartenenti in maggior parte all’etnia Hazara, minoranza etnica in Afghanistan e storicamente emarginata.
All’attività hanno presenziato il Comandante del Regional Command West - Generale di Brigata Alessandro Veltri - il vice Presidente del Provincial Council, Azizullah Najafi, il Preside della scuola e Direttore della Charity Organization, Hafif Ghulam Reza, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, e numerose altre autorità ed elders locali.
Nel rivolgersi ai presenti il vice Presidente del Provincial Council, Azizullah Najafi, ha ringraziato il Comandante del Regional Command West per la ricostruzione della scuola, “opera che segna l’ennesimo, importante passo in avanti nella ricostruzione e sviluppo della provincia da parte di ISAF, quest’oggi indirizzata in un quartiere particolarmente disagiato”.
Come sottolineato dal Generale Veltri, “il futuro di un Paese risiede nella sua capacità di investire nella formazione delle nuove generazioni. In questa direzione l’Ordinariato Militare d’Italia ed il Regional Command West hanno promosso l’odierna iniziativa che mira alla centralità della cultura e dell’istruzione per lo sviluppo dell’Afghanistan. In questo senso – ha concluso il Generale Veltri – la formazione dei giovani afghani non potrà che portare beneficio al Paese per il quale ISAF e soprattutto le legittime istituzioni del governo afghano continueranno a indirizzare il massimo sforzo per garantirne la piena ed autonoma governance”.
Nel corso della stessa giornata, il Comandante del Provincial Reconstruction Team – Colonnello Claudio Dei – si è recato presso due scuole femminili del distretto di Zenda Jan ove si svolta una donazione (del valore di circa 16 mila euro) di 20 personal computers muniti di stampante e scanners con relativa installazione della rete LAN.
Inaugurati due progetti per il carcere provinciale di Herat
Nell’ambito dei progetti di sviluppo nel settore della giustizia, il Provincial Reconstruction Team italiano del Regional Command West su base Brigata “Sassari” ha completato ed inaugurato nei giorni scorsi due nuovi progetti per il carcere provinciale di Herat.
Il primo progetto, del valore di circa 54 mila euro, riguarda la costruzione del nuovo centro polifunzionale (dotato di cucina, servizi igienici ed impianto di climatizzazione) che potrà essere utilizzato sia come “training room” per lo sviluppo di corsi studio e di recupero professionali, sia come “visiting room” per favorire momenti d’incontro tra i detenuti ed i loro familiari.
Il secondo, invece, consiste nella realizzazione del nuovo sistema di videosorveglianza del carcere, progetto del valore di circa 37 mila euro messi a disposizione dal Ministero della Difesa, che comprende una sala di controllo interna dotata di monitor ed un sistema di registrazione delle immagini che, attraverso diciannove telecamere esterne, consentirà di migliorare le misure di sicurezza ed assicurare la sorveglianza dell’area perimetrale interna ed esterna della struttura.
Alla cerimonia d’inaugurazione, oltre al Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – sono intervenuti il Ministro della Giustizia, Dottor Abidullah Ghalib, il vice Presidente del Parlamento afghano, Dottor Saleh Saljoqi, il Comandante regionale delle carceri, Generale Abdul Sadiqi, il vice governatore della provincia di Herat, Asiludim Jami, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei e numerose altre autorità governative e giudiziarie locali.
“Sono oggi testimone di un concreto esempio di valida cooperazione instauratasi tra le autorità governative della provincia di Herat ed il Regional Command West di ISAF – ha affermato il Ministro della Giustizia, Abidullah Ghalib. Un Paese sicuro è un Paese che investe nella giustizia. Mediante questo progetto, infatti, i detenuti avranno la possibilità di seguire specifici corsi di recupero professionale che consentiranno loro, un domani, di potersi reinserire nella società ed assicurarsi migliori prospettive di vita.
Se tutto ciò è stato possibile grazie all’intervento di ISAF – ha concluso il Ministro Ghalib – è auspicio ed interesse del governo centrale promuovere una maggiore, responsabile ed autonoma azione di governo delle istituzioni locali nella direzione di quelle riforme, specialmente le più urgenti, che guardino al bene della popolazione”.
Nel corso del suo intervento, il Generale Veltri ha rimarcato l’importanza del settore della giustizia, “uno dei pilastri fondamentali, unitamente ai settori della sanità e dell’educazione, sui quali il Regional Command West di ISAF continuerà ad investire per la crescita del Paese. Lo faremo sempre e comunque di comune accordo con le autorità locali – ha affermato il Generale Veltri – nell’ottica di un più ambizioso progetto che veda quanto prima le legittime istituzioni afghane protagoniste del futuro e della prosperità della loro nazione”.
Successivamente, il Generale Veltri ha preso parte alla cerimonia di ultimazione dei lavori di ristrutturazione della “Guest House” del 4° distretto di polizia, realizzati dal Provincial Reconstruction Team con un investimento di spesa di circa 22mila euro.
Gli interventi hanno riguardato il rifacimento dell’impianto idrico e delle pareti interne ed esterne, l’installazione di porte ed infissi, la sistemazione ed il collaudo dell’impianto elettrico generale ed il ripristino dei servizi igienici.
All’inaugurazione dell’edificio erano presenti il vice Comandante provinciale dell’Afghan National Police, Colonnello Delewar Delewarsaha, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio DEI, ed alcuni esponenti governativi locali.
Il Colonnello Delewarsaha ha ringraziato il Generale Veltri “per il costante sostegno del contingente italiano di ISAF alla causa della sicurezza, frutto dell’ottimale livello d’intesa e di cooperazione raggiunto tra le forze di sicurezza provinciali ed il Regional Command West”.
Il Generale Veltri, nel sottolineare l’importanza del progetto, ha affermato che “ogni forma di sostegno continuerà ad essere prioritariamente indirizzata alle forze di polizia in modo che possano garantire una sempre maggiore ed autonoma capacità di intervento nelle attività di prevenzione della criminalità e di controllo del territorio”.
Posa della prima pietra del nuovo dipartimento della cultura e dell'informazione di Herat
Una simbolica cerimonia di posa della prima pietra si è svolta quest’oggi a Herat, in un’area del centro in cui sorgerà la nuova sede del Dipartimento della Cultura e dell’Informazione, una moderna struttura su tre piani di elevato pregio architettonico ed ingegneristico progettata dagli esperti della cooperazione civile-militare che operano nell’ambito del Provincial Reconstruction Team italiano di Herat.
Il progetto, del valore di circa 270 mila euro messi a disposizione dal Ministero della Difesa e portato avanti in collaborazione con le autorità governative locali, rappresenterà un vero e proprio polo culturale per l’intera provincia di Herat e diverrà, perseguendo i programmi e gli obiettivi dei massimi rappresentanti del settore culturale locale, un centro di interscambio tra l’Afghanistan e l’Europa, ed in particolar modo con l’Italia.
Al significativo evento erano presenti il Comandante del Regional Command West - Generale di Brigata Alessandro Veltri - il Governatore della provincia di Herat, Yusuf Nuristani, il Capo Dipartimento della Cultura e dell’Informazione, Walisha Bahra, il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, e numerose altre autorità locali.
Il Governatore di Herat ha espresso la propria gratitudine nei confronti del Regional Command West per l’eccellente cooperazione oramai da tempo instauratasi con le autorità governative locali nella realizzazione di numerosi progetti orientati alla cultura, “un settore nel quale – come sottolineato dal Generale Veltri – le forze di ISAF continueranno sempre più ad investire alla luce del crescente livello di sicurezza raggiunto e percepito dalla popolazione nella provincia di Herat”.
Successivamente, il Colonnello Dei si è recato presso il villaggio di Azim Abad Poran, distretto di Injil, dove - alla presenza del Governatore del distretto di Injil, Mr. Soofe Abdul Rauf, è stato inaugurato un nuovo centro di formazione professionale.
La struttura, composta da 7 stanze più i servizi generali per un totale di quasi 480 metri quadrati, è stata realizzata dal Provincial Reconstruction Team italiano di Herat con i fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa per un ammontare di circa 53 mila euro.
Afghanistan. operazione elitrasportata per i militari italiani
Si è conclusa ieri, nell’abitato di Farsi, 130 chilometri ad est di Shindand, la più importante operazione elitrasportata condotta in Afghanistan dai militari italiani del Regional Command West su base Brigata "Sassari".
L’attività, finalizzata a garantire la presenza delle forze di sicurezza afghane e di ISAF per il controllo del territorio e la libertà di movimento nella provincia di Herat, è stata condotta dai militari della Task Force Center (su base 1° Reggimento bersaglieri) in un’area caratterizzata dall’elevata presenza di insorti che ha visto impiegate circa 140 unità (50 delle quali appartenenti alle Afghan National Security Forces), 3 elicotteri da trasporto CH-47 (2 della Task Force "Ready" statunitense e uno della Task Force "Fenice" italiana), 2 elicotteri d’attacco AH-64 "Apache" (della Task Force "Ready"), 1 elicottero multiruolo AB-412 (della Task Force "Fenice"), 1 velivolo a pilotaggio remoto "Predator" della Joint Air Task Force italiana, 5 Veicoli Tattici Leggeri Multiruolo "Lince", 4 Veicoli Corazzati da Combattimento "Dardo" e 6 Pick-up delle forze di sicurezza locali.
Al termine, il comandante del Regional Command West, generale Alessandro Veltri, ha tenuto un incontro, imperniato sull’attività svolta, presso il governatorato locale alla presenza del sub-governatore di Farsi, Abdul Ahmad, il procuratore Abdul Ahad, il comandante della polizia distrettuale, colonnello Bahauddin e altre autorità locali.
Una nuova scuola inaugurata dal PRT italiano
Nell’ambito del progetto di sviluppo del settore scolastico portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat, il Provincial Reconstruction Team italiano inaugura una nuova scuola a Seyawashan, un villaggio del distretto di Gozara, noto per i ripetuti attacchi perpetrati tempo addietro dagli insorti contro le forze di ISAF e che oggi, grazie alla costante presenza delle ANSF (Afghan National Security Forces) e di ISAF, gode di un sempre più stabile livello di sicurezza a tutto beneficio della popolazione.
La scuola, una struttura di 800 metri quadrati del valore di circa 90 mila euro realizzata grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, consta di dieci classi ed è dotata di tutti i servizi generali compreso un campo sportivo polivalente.
Alla cerimonia di inaugurazione, presente un gran numero di giovanissimi studenti, hanno preso parte il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, il Governatore del distretto di Gozara, Ziayudeen Sharify, il rappresentante del governatore di Herat, Shaoobi Masoomi, il capo dipartimento dell’educazione di Herat, Azrat Ghulam Tanha, il vice Comandante provinciale dell’Afghan National Police, Colonnello Delewar Delewarsaha, numerose altre autorità ed elders locali.
Il Governatore di Gozara, Ziayudeen SHARIFY, ha ringraziato il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, “per lo sforzo e l’impegno profuso dal contingente italiano a favore dello sviluppo e della ricostruzione del distretto di Gozara, in particolare nel settore dell’educazione, di fondamentale importanza per l’istruzione dei giovani studenti del distretto”.
In questi ultimi mesi, nel villaggio di Seyawashan - 15 chilometri a sud-est di Herat - è stato sviluppato un programma infrastrutturale riguardante, oltre alla costruzione della suddetta scuola, la ristrutturazione di un secondo edificio scolastico, la realizzazione di un importante tratto di strada (2 chilometri asfaltati e 14 chilometri in macadam), di un pozzo per l’approvvigionamento di acqua potabile e l’irrigazione dei terreni destinati alla coltivazione nonché il ripristino di alcuni fondamentali sottoservizi stradali per lo smaltimento delle acque.
“Tutte queste opere – ha confermato il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri – continuano ad essere sviluppate per il soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione e a consolidamento del rapporto di fiducia che la stessa oramai nutre nei confronti delle forze di ISAF e delle Afghan National Security Forces”.
Balthasar85
07-04-2010, 11:42
Iscritto.
Ottimo lavoro easyand, non lo avevo mai notato questo 3d.
CIAWA
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06 aprile 2010
Una nuova scuola nella provincia di Herat inaugurata dal Provincial Reconstruction Team del Regional Command West
Nell’ambito del progetto di sviluppo del settore scolastico portato avanti in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione della provincia di Herat, il Provincial Reconstruction Team italiano ha inaugurato una nuova scuola a Seyawashan, un villaggio del distretto di Gozara, noto per i ripetuti attacchi perpetrati tempo addietro dagli insorti contro le forze di ISAF e che oggi, grazie alla costante presenza delle ANSF (Afghan National Security Forces) e di ISAF, gode di un sempre più stabile livello di sicurezza a tutto beneficio della popolazione.
La scuola, una struttura di 800 metri quadrati del valore di circa 90 mila euro realizzata grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, consta di dieci classi ed è dotata di tutti i servizi generali compreso un campo sportivo polivalente.
Alla cerimonia di inaugurazione, presente un gran numero di giovanissimi studenti, hanno preso parte il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, il Governatore del distretto di Gozara, Ziayudeen Sharify, il rappresentante del governatore di Herat, Shaoobi Masoomi, il capo dipartimento dell’educazione di Herat, Azrat Ghulam Tanha, il vice Comandante provinciale dell’Afghan National Police, Colonnello Delewar Delewarsaha, numerose altre autorità ed elders locali.
Il Governatore di Gozara, Ziayudeen Sharify, ha ringraziato il Comandante del Provincial Reconstruction Team, Colonnello Claudio Dei, “per lo sforzo e l’impegno profuso dal contingente italiano a favore dello sviluppo e della ricostruzione del distretto di Gozara, in particolare nel settore dell’educazione, di fondamentale importanza per l’istruzione dei giovani studenti del distretto”.
In questi ultimi mesi, nel villaggio di Seyawashan - 15 chilometri a sud-est di Herat - è stato sviluppato un programma infrastrutturale riguardante, oltre alla costruzione della suddetta scuola, la ristrutturazione di un secondo edificio scolastico, la realizzazione di un importante tratto di strada (2 chilometri asfaltati e 14 chilometri in macadam), di un pozzo per l’approvvigionamento di acqua potabile e l’irrigazione dei terreni destinati alla coltivazione nonché il ripristino di alcuni fondamentali sottoservizi stradali per lo smaltimento delle acque.
“Tutte queste opere – ha confermato il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri – continuano ad essere sviluppate per il soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione e a consolidamento del rapporto di fiducia che la stessa oramai nutre nei confronti delle forze di ISAF e delle Afghan National Security Forces”.
10 aprile 2010
Grande Shura a Qala-e-Now per il futuro della provincia di Badghis
Il Comandante del Regional Command West - Generale di Brigata Alessandro Veltri - ha preso parte oggi ad una importante ed imponente shura convocata dal Governatore della Provincia di Badghis, Delbar Armam, per discutere la validità e l’opportunità di nuove, future azioni da intraprendere di comune accordo con il Regional Command West di ISAF, al fine di contribuire ad estendere ulteriormente l’autorità e l’influenza governativa nella provincia sia attraverso l’opera di ricostruzione e sviluppo, sia mediante un sempre maggiore coinvolgimento delle autorità e delle forze di sicurezza locali nel processo di stabilizzazione della Provincia.
All’incontro erano presenti, oltre ai principali rappresentanti del Regional Command West, il Comandante del 207° Corpo d'Armata dell' Afghan National Army, Generale Behnam Jalandarshah, il Presidente del Provincial Council ed oltre 120 elders provenienti dalla totalità dei distretti della Provincia. Nel corso del suo intervento, il Governatore Armam ha evidenziato l'esigenza di concreti interventi a sostegno delle comunità locali sotto il profilo della sicurezza.
“E’ giunto il momento di cambiare il nostro destino”, ha affermato il Governatore Armam. “L’esercito afghano, grazie al determinante contributo di ISAF, è da tempo in prima linea per soddisfare il crescente bisogno di sicurezza collettivo. Ma un vero cambiamento sarà possibile attraverso uno sforzo comune in cui anche la popolazione è chiamata a fornire il proprio sostegno nel prevenire azioni destabilizzanti da parte di elementi ostili che, di fatto, ostacolano il processo di rinascita del Paese”.
Il Generale Veltri, nel confermare il sostegno di ISAF alle autorità di governo e di sicurezza locali, ha sottolineato che “il successo della missione è nelle mani del Paese. Fondamentale sarà il sostegno della popolazione, in particolare, per la realizzazione di progetti a medio e a lungo termine, tra cui spicca quello del completamento della Ring Road che attraversa la provincia di Badghis e che tuttora non è asfaltata. Per avviare tali lavori – ha proseguito il Generale VELTRI – occorre però garantire, quanto prima, la libertà di movimento e piena sicurezza di comunicazione nella Provincia. E’ un progetto ambizioso – ha concluso il Generale VELTRI - che prenderà l’avvio con una operazione militare congiunta in cui l’Afghan National Army e le forze di ISAF daranno corso a concreti interventi a sostegno della popolazione al fine di evitare che l’iniziativa degli insorgenti possa alimentare la propaganda contro le legittime autorità di governo danneggiando il delicato equilibrio della sicurezza sinora raggiunto nelle zone di interesse”.
12 aprile 2010
Importante iniziative umanitarie a cura della Task Force Center
Nell’ambito dell’operazione denominata “Cuori e Menti”, la Task Force Center su base 1° Reggimento bersaglieri - agli ordini del Colonnello Francesco Maria Ceravolo - ha avviato una serie di attività volte ad incrementare il consenso della popolazione verso le autorità afghane e le forze di sicurezza internazionali.
In tale quadro la Task Force Center ha costituito il “Female Engagement Team”, un team di donne soldato composto da un capo team (il Capitano Valentina Floris), da un Ufficiale medico per gli aspetti sanitari (il Tenente Helga Cosolo), da un Sottufficiale responsabile delle relazioni culturali e dei rapporti tribali (il Sergente Francesca Triolo) e da un graduato di truppa responsabile dell’assistenza umanitaria (il 1° Caporale Maggiore Claudia Barone).
La prima attività ha avuto luogo lo scorso 8 aprile con l’organizzazione del “Women Council” di Shindand, un evento a cui hanno preso parte oltre 150 donne della città e dei villaggi limitrofi durante il quale si è deciso di appoggiare il “Teacher Women”, un progetto che vedrà giovani insegnanti recarsi nelle scuole della zona per insegnare a leggere e a scrivere alle bambine del distretto a cui verrà donato, dai bersaglieri della Task Force Center, il materiale scolastico necessario.
La seconda iniziativa coinvolge le donne di Shindand nell’avvio di un’attività imprenditoriale che prevede la costituzione di una “cooperativa” sartoriale dedita al confezionamento di capi di abbigliamento da vendere nei vari bazar dell’area.
Il progetto vede i bersaglieri del Regional Command West impegnati nella disinfestazione dei locali allestiti per la produzione e la fornitura di un gruppo elettrogeno per l’alimentazione dei macchinari da lavoro.
Infine, nei villaggi più isolati dell’area di Farsi, il “Female Engagement Team” darà vita ad un corso di ostetricia e di primo soccorso a favore di 10 donne afghane per metterle in condizioni di prestare adeguata assistenza in località sprovviste di ogni struttura medica specializzata, potendosi inoltre avvalere della consulenza telefonica o d’emergenza dei nuclei sanitari della Task Force Center.
L’invio del citato team nell’abitato di Farsi è stato deciso a seguito di una complessa operazione elitrasportata condotta la settimana scorsa dai militari italiani a cui ha preso parte il Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – il quale, al termine di una shura tenutasi presso il Governatorato locale, aveva evidenziato la necessità di un comune sforzo per migliorare il processo di crescita e di sviluppo del territorio mediante la distribuzione di aiuti umanitari, l’assistenza medica alla popolazione ed ogni altra utile serie di iniziative mirate anzitutto al soddisfacimento delle esigenze delle famiglie più indigenti del distretto.
In tale quadro gli uomini della Task Force Center hanno distribuito un elevato quantitativo di provviste alimentari per le famiglie maggiormente bisognose, materiale scolastico, attrezzature agricole, sementi per circa 200 ettari di coltivazione per un totale di 15 tonnellate di materiali tra cui medicinali sensibili.
“L’ampliamento della cornice di sicurezza realizzato con il sostegno della forza italiana della Task Force Center – ha affermato il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri – è risultato fondamentale per garantire il consolidamento della presenza sul territorio e l’efficacia della distribuzione di questi aiuti umanitari che, fondamentali per la popolazione, ne stanno alleviando largamente i disagi. Tutto ciò – ha concluso il Generale Veltri - consolida la fiducia instauratasi con le forze del Regional Command West, anche perché continuano a operare nel pieno rispetto di usi, costumi e tradizioni locali”.
15 aprile 2010
RC West per la sicurezza dei confini e per i tributi doganali
Nel corso del semestre di permanenza della Brigata “Sassari” in territorio afghano, che si avvia alla conclusione con il passaggio di consegne del 20 Aprile alla Brigata “Taurinense”, grande attenzione è stata riservata ai confini.
Il Regional Command West di ISAF - agli ordini del Generale di Brigata Alessandro Veltri - ha infatti intrapreso numerose iniziative volte sia a meglio comprendere le principali problematiche del settore, sia a incentivare lo sviluppo infrastrutturale e la preparazione professionale delle componenti afghane che operano lungo i confini con l’Iran e il Turkmenistan e nelle aree doganali della provincia di Herat, la più importante del Paese per gettito doganale.
Da un punto di vista infrastrutturale, l’opera del Comando italiano è stata rivolta alla costruzione di nuove strutture e al miglioramento di quelle esistenti. Si citano, ad esempio, i nuovi alloggi e le aule per i frequentatori dei corsi per sottufficiali presso il Comando di Herat della Afghan Border Police o la fornitura di assistenza economica per il miglioramento del livello di sicurezza dell’area doganale di Herat, così come il progetto di fattibilità per adeguare il locale aeroporto agli standard operativi e di sicurezza propri di uno scalo internazionale.
Grande attenzione, inoltre, è stata rivolta allo studio delle problematiche relative alla sicurezza dei confini e alla riscossione dei tributi doganali, con particolare riguardo al confine con l’Iran.
Nel semestre di riferimento, la Task Force “Grifo” della Guardia di Finanza, operante nell’ambito del Regional Command West, ha studiato a fondo le procedure di sicurezza e doganali afghane.
I Finanzieri del Regional Command West, inoltre, hanno tenuto 8 corsi di training avanzato in materia di polizia doganale a favore di agenti della Afghan Border Police e della Customs Police della provincia di Herat, per un totale di oltre 100 agenti addestrati.
Con tale risultato, i corsi tenuti dalla Guardia di Finanza, negli anni di permanenza della Task Force “Grifo” nel teatro afghano, hanno contribuito fattivamente a migliorare lo standard tecnico di circa la metà di tutti gli agenti della Afghan Border Police e della Customs Police operanti nella provincia di Herat.
Nel corso del suo mandato, il Generale di Brigata Alessandro Veltri, Comandante della Brigata “Sassari” e del Regional Command West di ISAF, ha più volte sottolineato come il controllo dei confini sia un aspetto determinante ai fini della sicurezza dell’Afghanistan e la riscossione dei tributi doganali sia un elemento attualmente insostituibile per lo sviluppo economico di un Paese ancora non in grado di esprimere un adeguato livello di esportazioni.
19 aprile 2010
Inaugurata a Herat l'emittente radiofonica ''Sada e azadi'' west
E’ stato il Sottosegretario di Stato alla Difesa Onorevole Guido Crosetto, alla vigilia della cerimonia di passaggio di consegne tra la Brigata “Sassari” e la Brigata “Taurinense”, a tagliare il nastro tricolore posto all’ingresso degli studi di Radio “Sada e Azadi West” - “La voce della libertà”, l’emittente radiofonica del contingente italiano in Afghanistan che, attraverso le sue trasmissioni da Camp “Arena”, offrirà informazioni di pubblica utilità per la popolazione afghana ed una maggiore e corretta cognizione sulle finalità della presenza delle forze della coalizione NATO di ISAF in Afghanistan al fine di incrementarne ulteriormente il consenso.
Gli studi, che costituiscono la redazione regionale per l’area ovest di competenza italiana del network radiofonico della NATO, sono stati realizzati, con fondi nazionali, ad opera degli uomini e donne del Regional PSYOPS Support Element (RPSE) costituito dal personale del 28° reggimento “Pavia”, unità deputata alla funzione operativa “Comunicazioni Operative”.
Il Comandante della Task Force, Maggiore Renato Rocchetti, dirige e gestisce la nuova emittente radiofonica che annovera tra il suo personale anche un Sottufficiale dell’Aeronautica Militare e 3 giornalisti locali a cui, a breve, se ne aggiungeranno altri.
La scelta di una redazione composta da personale locale è strettamente connessa all’audience che si intende raggiungere, la popolazione dell’area del Regional Command West, ragione per cui i programmi saranno trasmessi esclusivamente in lingua Dhari e Pashto.
Il palinsesto comprenderà, nella prima fase, spazi di intrattenimento musicale, di informazione locale e rubriche di approfondimento su tematiche di rilievo sociale e cultura locale.
La radio, strumento d’informazione prevalentemente diffuso in tutto l’Afghanistan, consentirà di raggiungere la popolazione anche nelle aree più remote al fine di fornire un importante contributo alla crescita sociale ed allo sviluppo del Paese, nonché informare tempestivamente la popolazione in caso di situazioni di pericolo o di emergenza, valicando agevolmente i limiti dell’analfabetismo e delle distanze.
L’Onorevole Guido Crosetto, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini, dal Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, Generale di Squadra Aerea Tommaso Ferro e dal Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – ha avuto il piacere di accendere la luce “ON AIR” con un suo indirizzo di saluto che è stato tradotto, in simultanea, nei due idiomi afgani.
“Radio Sada e Azadi - ha affermato l’Onorevole Crosetto durante il suo intervento radiofonico - è un mezzo di comunicazione che si avvale di personale giornalistico interamente afghano, giovane e preparato, con il quale vogliamo offrire a tutti i cittadini delle quattro province occidentali, agli abitanti delle città e a quelli che vivono nelle comunità più isolate, un’informazione attenta e obbiettiva sulla realtà nuova dell’Afghanistan. La programmazione di Radio Sada e Azadi esprimerà una costante attenzione alle vostre fiere tradizioni e alla vostra prestigiosa cultura, ma senza tralasciare le concrete necessità della vostra vita quotidiana. Uno strumento di servizio, dunque, ma anche di intrattenimento; una nuova voce che aumenterà lo spazio della partecipazione consapevole alla vita democratica di questo Paese”.
17 aprile 2010
Progetto del PRT in favore del distretto di Guzara
E’ stata inaugurata oggi nel distretto di Guzara, a sud della città di Herat, la struttura refrigerata per lo stoccaggio delle raccolte di ortaggi e frutta realizzata dal PRT (Provincial Reconstruction Team) italiano in accordo con le autorità locali per sostenere il tessuto economico del distretto.
Lo scopo del progetto - sviluppato con i fondi del Ministero della Difesa e portato a termine in poco più di 4 mesi da una ditta di costruzioni locale - è stato quello di consentire lo stoccaggio ed il mantenimento dei raccolti di frutta e ortaggi, primaria forma di commercio e sostentamento nella zona.
La struttura, del valore di oltre 180 mila euro per una superficie di circa 300 metri quadrati, permetterà di conservare i prodotti dei raccolti che sino ad ora dovevano essere commercializzati o consumati in brevissimo tempo e, di conseguenza, soggetti a deperimento.
Saranno inoltre realizzati, a cura del Provincial Reconstruction Team, specifici corsi di formazione a favore dei tecnici locali per il corretto utilizzo delle tecnologie di cui è dotata la moderna struttura.
All’inaugurazione della struttura erano presenti, oltre al Governatore del distretto di Guzara, Sharify Ziayudeen, il Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri –, il vice Govenatore di Herat, Asiludim JAMI, il Comandante del PRT, Colonnello Emmanuele Aresu, e numerose altre autorità locali.
Nel corso della cerimonia sono state espresse parole di apprezzamento da parte del vice Governatore della provincia di Herat e del Governatore di Guzara, i quali hanno sottolineato l’importanza del progetto e la sensibilità con la quale il Provincial Reconstruction Team, ed il popolo italiano in generale, sostengono l’opera di ricostruzione della provincia di Herat attraverso il soddisfacimento delle reali e concrete esigenze di sviluppo del territorio e della sua gente.
Durante il suo intervento il Generale Veltri ha espresso “viva soddisfazione per l'iniziativa finalizzata a sostenere la produzione agroalimentare della provincia nella prospettiva di un concreto miglioramento delle condizioni di vita generali degli abitanti del distretto di Guzara. Ogni forma di sostegno – ha concluso il Generale Veltri – continuerà comunque ad essere garantito da parte del Regional Command West di ISAF nel pieno rispetto delle tradizioni, delle abitudini e dei costumi locali”.
21 aprile 2010
Scontro a fuoco senza conseguenze a Bala Murghab tra gli insorti e i militari italiani
Oggi alle ore 12 locali i militari italiani della Task-Force North hanno sparato sei colpi di mortaio da 120mm contro il punto di lancio dei sette razzi che nelle 48 ore precedenti avevano colpito – senza conseguenze - la base operativa avanzata di Bala Murghab, a nord di Herat, dove oltre alle forze italiane risiedono unità dell’esercito afgano e USA.
Il fuoco dei mortai della 106ma compagnia del 2° reggimento alpini ha neutralizzato con precisione la minaccia, dopo l’esatta individuazione del punto di lancio da parte di un nucleo speciale dell’esercito statunitense e non prima di aver verificato l’assenza di civili nella zona.
Lo scontro è avvenuto a seguito dell’operazione ‘Come On’ nella provincia di Badghis, a nord di Herat, iniziata undici giorni fa dalle forze afgane e di ISAF per consentire l’avvicendamento di un battaglione del 207° corpo dell’esercito afgano.
29 aprile 2010
I Carabinieri brevettano 341 poliziotti afgani
Giornata d’esame ieri a Herat e Adraskan, nella regione ovest dell’Afghanistan, dove 341 agenti della polizia nazionale afgana hanno superato il test previsto al termine del proprio ciclo di formazione.
Esaminatori, i Carabinieri delle unità speciali schierate in Afghanistan per addestrare le forze dell’ordine locali, denominate rispettivamente Police Operational Mentoring and Liaison Team (POMLT) e Police Speciality Training Team (PSTT).
Oltre a 13 funzionari del comando regionale della polizia di Herat (tra cui una donna), che hanno seguito un corso di informatica, sono stati brevettati presso la scuola nazionale di Adraskan 328 nuovi agenti dell’ANCOP (Afghan National Civil Order Police), forza specializzata per l’ordine pubblico, al termine di un ciclo di formazione di 16 settimane.
I Carabinieri del PSTT che operano ad Adraskan hanno sviluppato il ciclo in tre fasi: nella prima vengono impartite nozioni di diritto ed etica professionale, oltre all’addestramento all’uso delle armi e al contrasto degli ordigni esplosivi improvvisati; la seconda prevede tiro operativo, difesa personale, topografia, scuola guida e addestramento al combattimento; il corso si conclude con una fase avanzata che comprende un training su tecniche di irruzione, rastrellamento e movimento in ambiente urbano.
Le minacce che la polizia afgana è chiamata ad affrontare richiedono standard operativi assimilabili a quelli militari, e da questo punto di vista i Carabinieri – con la propria caratteristica di polizia a statuto militare – forniscono una risposta vantaggiosa, abbinando il know-how di una forza di polizia giudiziaria con le capacità tecnico-tattiche tipiche di un’unità militare. In Afghanistan i Carabinieri operano inoltre con le insegne dell’Eurogendfor (European Gendarmerie Force), l’organismo formato dalle polizie a statuto militare di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Romania.
Lo schema di assistenza fornito dai Carabinieri del POMLT non si limita alla pura istruzione delle forze di polizia afgane: i militari dell’Arma sono permanentemente affiancati ad ogni livello gerarchico ai colleghi afgani, con i quali condividono la vita di guarnigione e le attività sul campo, secondo il concetto di mentoring.
In prospettiva futura i PSTT dei Carabinieri conducono anche il ‘3T’, ovvero il programma ‘training of the trainers’, per l’addestramento dei futuri istruttori della polizia nazionale afgana e hanno recentemente costituito presso il centro di Adraskan un dipartimento per la pianificazione e la gestione autonoma - in futuro - delle attività della scuola.
Dream_River
08-06-2010, 10:00
Iscritto
Davvero interessante, ottimo lavoro Easyand!
05 maggio 2010
Il sistema Italia nel sistema sanitario di Herat
Lo sforzo congiunto del Ministero degli Esteri e del Ministero della Difesa consentirà alla popolazione afgana di disporre da oggi di due strutture sanitarie di primissimo ordine: Un Ospedale Pediatrico ed un Ospedale Regionale completamente ristrutturati che serviranno un bacino di circa 1milione di persone. L’inaugurazione delle strutture realizzate con fondi italiani è avvenuto oggi alla presenza del Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Elisabetta Belloni, che ha tagliato per due volte un nastro tricolore insieme al generale Claudio Berto, comandante del Regional Command West di ISAF e al governatore di Herat, Yusuf Nooristani.
Tali strutture rappresentano un esempio di fattiva e concreta sinergia tra le diverse presenze italiane che ad Herat, la capitale economica dell’Afghanistan, operano in favore della ricostruzione e della stabilizzazione di una Provincia chiave della regione occidentale dell’Afghanistan: la componente civile, guidata dal dott. Sergio Maffettone; la componente militare del Provincial Reconstruction Team, guidata dal col. Emmanuele Aresu; la Cooperazione Italiana ad Herat, rappresentata dal dr. Marco Urago.
All’Ospedale Regionale, la Cooperazione Italiana ha provveduto alla ristrutturazione dell’Ospedale e alla fornitura di apparecchiature elettromedicali per i quattro principali reparti: Pronto Soccorso, Radiologia, Laboratorio Analisi e Sale Operatorie per un investimento complessivo di oltre 1,2milioni di euro. Il PRT, attraverso ingegneri militari, che operano nel CIMIC Centre, ha finanziato i lavori per la cabina di trasformazione e l’allacciamento alla rete di distribuzione principale, ad oltre 5 km di distanza dalla sede dell’Ospedale, per un investimento da parte del Ministero della Difesa di 180mila euro.
Altrettanto presso l'Ospedale Pediatrico: costruito sempre dalla componente militare del PRT di Herat nel 2008 con un investimento di oltre 850 mila euro, dispone della struttura principale per i reparti sanitari e di una guesthouse per lo staff. La Cooperazione Italiana ha provveduto, con un investimento complessivo di oltre 1milione di euro, all'allestimento e all'equipaggiamento e ha sviluppato le attività di sostegno e formazione del personale medico e paramedico. Le attività di supporto della Cooperazione si articolano anche attraverso il sostegno all'acquisto di farmaci, il trasporto gratuito dei pazienti dall'ospedale regionale al pediatrico ed il servizio mensa per lo staff.
L'ospedale pediatrico, che dispone di 100 posti letto, nel corso dell’ultimo anno ha curato oltre 15mila pazienti, di cui 7mila ricoverati. Tale ospedale è peraltro strettamente connesso all’attività sanitaria di supporto alla popolazione che viene condotta ogni giorno dal personale medico militare del PRT che dal 2005 ha visitato oltre 23mila pazienti e che, dal 2008, si avvale dell’Ospedale Pediatrico per i casi che necessitano ricoveri o cure più complesse.
06 maggio 2010
Herat: 26 nuovi agenti della polizia di frontiera e delle dogane afghane superano i corsi della Guardia di Finanza
Si sono conclusi oggi con una cerimonia formale i corsi di formazione professionale per 26 agenti della polizia di frontiera e delle dogane afghane, impartiti dalla Task Force Grifo, l’unità specializzata della Guardia di Finanza inserita nel Regional Command West, il comando di ISAF a guida italiana che opera nell’Afghanistan occidentale.
La formazione e l’addestramento delle forze di sicurezza afghane preposte alla sicurezza dei confini e delle dogane rientra tra i compiti assegnati ai militari della Guardia di Finanza dal 2006, quando l’Italia – uno dei pochi Paesi che dispongono di un corpo di polizia specializzato nel settore del controllo dei confini e delle dogane, nonché alla lotta al contrabbando ed all’evasione fiscale - rese disponibile una Task Force di finanzieri. Da allora, la Task Force Grifo, con un programma di training specialistico, ha formato più di 600 agenti tra polizia di frontiera, agenti doganali e funzionari dell’amministrazione delle dogane del Paese.
La regione occidentale dell’Afghanistan, rientrante nel area di competenza del comando ISAF a guida italiana ed in particolare la provincia di Herat, è da sempre considerata la zona economicamente più florida del Paese per la presenza di più di 800 piccole e medie imprese attive nel settore edile, tessile, agro-alimentare e del trattamento delle materie plastiche. La frontiera con l’Iran, inoltre, è tradizionalmente area di transito di grossi volumi di merci sia a causa degli stretti rapporti culturali e commerciali da sempre esistenti tra i due Paesi, sia per la presenza del porto iraniano di Bandar Abbas, sul golfo persico, luogo di arrivo di molte delle merci dirette in questa parte del mondo.
Per questi motivi, una polizia di frontiera ed un corpo doganale efficiente ed efficace costituiscono una priorità negli obiettivi del governo afghano, in quanto il controllo delle merci e delle persone in entrata e in uscita dai confini rappresenta non solo una necessità ai fini della sicurezza, ma anche un concreto aiuto allo sviluppo economico del Paese.
Infatti, la riscossione dei tributi doganali, costituisce uno dei principali introiti tributari, con il 40% di tutte le entrate dello Stato afghano. Inoltre, il 26% di tali risorse viene dalla direzione generale delle dogane di Herat, la quale ha il primato degli introiti doganali in Afghanistan, seguita da Jalalabad e Mazar.
Anche per questo il ciclo addestrativo dei corsi organizzati dalla Guardia di Finanza, di cui fanno parte i due corsi appena conclusi, comprende materie strettamente tecniche, come la legislazione penale, i poteri di polizia, le leggi doganali, l’anticontrabbando e le misure contro l’illecita esportazione di capitali, ma anche nozioni di diritto internazionale e di cultura civica, nonché la normativa contro la corruzione dei pubblici ufficiali.
Alle lezioni teoriche è associata una parte pratica, in cui vengono illustrate agli agenti afghani le principali tecniche di polizia, con particolare riguardo ai controlli su strada e alle ispezioni di veicoli e camion.
I programmi vengono definiti in stretta collaborazione tra la Guardia di Finanza e i responsabili della polizia di frontiera e del dipartimento nazionale delle dogane, al fine di ottimizzare e standardizzare la preparazione del personale di entrambe le amministrazioni e fornire l’addestramento più consono alle esigenze di sicurezza e sviluppo del Paese.
12 maggio 2010
Shindand: venti proiettili di artiglieria ritrovati e distrutti da forze italiane del Regional Command West di ISAF
Venti granate da 122 mm di fabbricazione sovietica sono state ritrovate nella notte di ieri in un nascondiglio nel distretto di Shindand, a sud di Herat, nel corso di un’operazione condotta da forze italiane del Regional Command West di ISAF.
Due dei proiettili erano già stati modificati per essere adoperati come carica principale di ordigni esplosivi improvvisati e sono stati distrutti sul posto dagli specialisti IEDD (Improvised Explosive Device Disposal) del 32° reggimento genio, mentre i rimanenti verranno fatti brillare successivamente.
“Si tratta di un risultato molto importante per la sicurezza di uno dei distretti più sensibili della regione: gli ordigni esplosivi improvvisati costituiscono la minaccia principale non solo per le forze di sicurezza afgane e per quelle di ISAF, ma anche per la popolazione civile”, ha dichiarato il colonnello Giulio Armando Lucia, comandante della Task-Force Center, l’unità basata sul 3° reggimento alpini che opera a Shindand.
17 maggio 2010
Herat: ordigno esplode al passaggio di un convoglio: due morti e due feriti gravi tra i militari italiani
Oggi alle 9.15 locali, un ordigno esploso al passaggio di un convoglio militare ha causato la morte di due militari ed il ferimento in modo grave di altri due, tutti di nazionalità italiana. I feriti sono stati immediatamente evacuati presso l'ospedale da campo di Herat con elicotteri di ISAF.
I quattro si trovavano a bordo di un veicolo blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab, verso nord.
Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo il convoglio che era in movimento e si trovava a 25 km a sud di Bala Murghab.
24 maggio 2010
Si intensifica nella regione a guida italiana la lotta agli ordigni improvvisati
Si intensifica la lotta agli ordigni esplosivi improvvisati (IED – Improvised Explosive Devices) in tutta la regione occidentale dell’Afghanistan, dove i militari italiani del Regional Command West - il comando NATO con sede a Herat - operano a sostegno delle forze di sicurezza afgane.
Un’operazione congiunta dell’esercito afghano e degli alpini del 3° reggimento inquadrati nella Task-Force Centre ha portato oggi al ritrovamento nel distretto di Shindand di 58 proiettili di artiglieria pesante da 152 mm, idonei alla fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati. I proiettili, resi inattivi dagli specialisti del 32° reggimento genio presenti a Shindand, verranno fatti brillare nei prossimi giorni.
Sempre oggi, nei pressi di Bala Murghab, una pattuglia della polizia afgana ha rinvenuto un IED composto da due razzi assemblati che erano stati collocati sotto la strada. L’intervento degli specialisti IEDD del 32° (Improvised Explosive Devices Disposal) di stanza nella FOB Columbus di Bala Murghab, dove opera la Task Force North costituita dal 2° reggimento alpini, ha consentito il disinnesco in sicurezza dell’ordigno che e’ stato poi trasportato presso la FOB per essere analizzato.
Nei giorni scorsi, nella provincia di Farah, il team IEDD del 32° genio che opera con gli alpini del 9° reggimento presso la FOB della Task Force South di Farah ha distrutto un ingente quantitativo di ordigni, tra cui un IED che era stato trovato e rimosso da una pattuglia dell’esercito afgano, oltre a numerosi proiettili di grosso calibro e a una notevole quantita’ di componenti utili alla produzione di ordigni improvvisati. Il materiale era stato consegnato ai militari italiani dalle forze di sicurezza afgane.
Il generale Claudio Berto, comandante del contingente italiano e del Regional Command West, ha dichiarato che "la lotta agli ordigni esplosivi improvvisati richiede competenza e presenza sul territorio e costituisce una priorita’ essenziale per le forze di sicurezza locali e quelle di ISAF in tutto l’Afghanistan. L’obiettivo centrale e’ quello di proteggere le truppe e la popolazione civile da una minaccia subdola e diffusa".
26 maggio 2010
Il fuoco dei mortai italiani neutralizza la minaccia sul versante sud di Bala Murghab
Nella mattinata di oggi i mortai da 120 mm del 2° reggimento alpini inquadrati nella Task-Force North hanno sparato undici volte dalla FOB di Bala Murghab contro posizioni tenute da gruppi di insorti che avevano attaccato un avamposto delle forze afgane e del Regional Command West schierate a sud della FOB.
Al termine di scontri durati per diversi giorni, che hanno visto anche l’intervento ravvicinato da parte di velivoli di ISAF, la minaccia sul versante meridionale di Bala Murghab è stata neutralizzata e le forze di sicurezza afgane hanno consolidato la propria posizione avanzata, insieme ai militari alleati.
La zona è attualmente interessata dall’operazione denominata ‘Buongiorno’, che mira ad espandere la ‘bolla’ di sicurezza creata nelle precedenti settimane intorno alla FOB grazie all’avanzata del 2° kandak del 207^ corpo dell’esercito afgano, sostenuto dagli alpini del 2° reggimento (Task Force North) e dalla Task Force Fury statunitense.
La ‘Buongiorno’ è un’operazione di tipo ‘clear’, cioè di pulizia dell’area da presenze ostili fino a formare uno spazio in cui la popolazione possa sentirsi protetta e tornare gradualmente alla normalità. Lo spazio reso sicuro è poi progressivamente destinato ad accogliere progetti di assistenza in favore della popolazione.
Attualmente i militari della FOB di Bala Murghab stanno fornendo viveri e assistenza a famiglie che da mesi vivono in modo precario, mentre sono stati avviati progetti di respiro più ampio, come il rifacimento di un ponte sul fiume Darya-Ye-Murghab, che metterà in comunicazione diverse comunità della zona.
In una prospettiva di lungo termine, la ‘Buongiorno’ è la prima fase di un processo che mira a completare un tratto importante della Ring Road, l’anello stradale che congiunge Kabul ed Herat passando per Kandahar, a sud, e Mazar-e-Sharif a nord. Attualmente il tratto che congiunge la provincia settentrionale di Faryab e quella occidentale di Badghis (cui appartiene Bala Murghab) non è asfaltato ed è impraticabile per lunghi periodi dell’anno anche per mezzi fuoristrada, costituendo un serio ostacolo alla circolazione sicura delle merci nel nordovest dell’Afghanistan.
01 giugno 2010
Herat: in corso l'operazione ''Census''
I militari italiani e le forze afgane verificano i seggi elettorali nella regione ovest in vista delle elezioni di settembre
Procede al ritmo di 20 controlli al giorno l’operazione ‘Census’, che prevede la verifica dei seggi elettorali nella regione occidentale dell’Afghanistan da parte delle forze di sicurezza afgane accompagnate dai militari italiani del Regional Command West, in vista delle consultazioni parlamentari di settembre.
Lo svolgimento in modo pacifico e regolare del prossimo appuntamento alle urne, alle quali potranno recarsi più di 15 milioni di cittadini per l’elezione della Wolesi Jirga (l’assemblea nazionale afgana), rappresenta una delle priorità del governo di Kabul, le cui forze armate e di polizia – con il sostegno di ISAF – avranno la responsabilità del dispositivo di sicurezza che verrà messo in atto per l’occasione.
La prima fase dei preparativi consiste nel polling center assessment, ovvero nella ricognizione e controllo di circa 6000 seggi a livello nazionale, 1113 dei quali nella regione ovest del Paese, dove a sostegno delle forze di sicurezza afgane operano 3400 militari italiani insieme a truppe di Spagna e Stati Uniti.
Gli alpini del 2° reggimento (Task-Force North, Bala Murghab), del 3° (Task-Force Centre, Shindand) e del 9° (Task-Force South, Farah) - oltre al PRT di Herat (su base 1° artiglieria da montagna) - sono impegnati al fianco delle forze di sicurezza afgane in una lunga serie di pattuglie con i blindati Lince su un territorio vasto come l’Italia del nord per accertare l’esistenza delle condizioni minime di agibilità e di sicurezza in oltre 900 siti.
“Si tratta perlopiù di scuole e di edifici pubblici, proprio come in Italia”, commenta il colonnello Giulio Armando Lucia, a capo degli alpini della Task Force Centre, “con la differenza che in numerosi casi le strutture portano ancora i segni della guerra e le vie di accesso percorrono lunghi tratti disabitati e quindi potenzialmente pericolosi, specie per la minaccia IED. I nostri militari, in partnership con le forze di sicurezza afgane, sono chiamati a esprimere un voto da 1 a 5 circa la sicurezza complessiva del seggio. La media si attesta sul 2, ovvero una buona condizione senza escludere però la presenza di rischi occasionali”.
01 giugno 2010
Gli abitanti di Bala Murghab segnalano ai militari afgani e italiani un nascondiglio di munizioni pesanti
Nel pomeriggio di ieri militari afgani del 207° corpo di stanza a Bala Murghab hanno ricevuto la segnalazione da un gruppo di abitanti del villaggio della presenza di un nascondiglio di munizioni a 2 km di distanza dall’abitato. L’intervento - condotto insieme agli Alpini della Task-Force North e a forze statunitensi - portava al ritrovamento, all’interno di una casa abbandonata, di undici bombe da mortaio, 8 proiettili di artiglieria, 1 mina, 20 metri di miccia detonante, 100 sfere d’acciaio e altro materiale idoneo alla fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati, tra cui un tampone per pressare l’esplosivo e alcune batterie.
“L’operazione costituisce un notevole successo non solo per la quantità e la qualità degli ordigni rinvenuti”, ha dichiarato il colonnello Massimo Biagini, comandante degli Alpini della Task-Force North, “ma anche perché è stata iniziata grazie agli abitanti di Bala Murghab, i quali - dopo essere rientrati a seguito del netto miglioramento delle condizioni di sicurezza nella zona - stanno anche collaborando con le forze afgane e quelle di ISAF per contrastare la minaccia degli ordigni esplosivi improvvisati”.
04 giugno 2010
La Bandiera di Guerra del 2° Alpini completa lo schieramento dell'Unità a Bala Murghab
Con l’arrivo della bandiera di guerra si è completato oggi lo schieramento del 2° reggimento Alpini a Bala Murghab, dove l’unità è inquadrata nella Task-Force North.
Giunta con un elicottero CH-47 dell’Esercito, alla bandiera sono stati resi gli onori militari, prima di venire custodita presso il comando del colonnello Massimo Biagini.
La bandiera del reggimento annovera tra le proprie onorificenze: 1 Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia per la Guerra del 1915-1918; 1 Medaglia d’Oro al Valor Militare, concessa nel secondo conflitto mondiale per la campagna di Russia; 4 Medaglie d’Argento e 1 Medaglia di Bronzo.
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aletlinfo
08-06-2010, 11:29
Iscritto. Ottimo easyand
proevolution
08-06-2010, 13:44
bello qusto thread:D
che foto!!
10 giugno 2010
Il PRT italiano inaugura la realizzazione di 5 km di strada a Herat
Sono stati avviati oggi con una cerimonia di inaugurazione i lavori di realizzazione di 5 km di strada nel centro di Herat a cura del Provincial Reconstruction Team italiano.
Il progetto, concordato con la municipalità di Herat attraverso il Provincial Development Commettee, comprende la stesura di 5 km di asfalto nonché la realizzazione di canali di drenaggio, lavori di contenimento delle acque e il posizionamento di una nuova segnaletica stradale.
Si tratta dell’opera più rilevante eseguita fino ad oggi dal PRT, per la quale il Ministero della Difesa ha stanziato circa 1,2 milioni di Euro. I lavori - il cui termine è previsto per la fine del mese di luglio - sono stati come di consueto affidati ad una ditta locale, al fine di creare nuove opportunità di lavoro e al tempo stesso permettere al popolo afgano di essere parte attiva nella ricostruzione.
Numerosi cittadini di Herat hanno presenziato alla cerimonia che ha visto il taglio del nastro del cantiere da parte del governatore della provincia, Ahmed Nuristani, insieme al colonnello Emmanuele Aresu, comandante del PRT attualmente costituito dal 1° reggimento artiglieria da montagna.
11 giugno 2010
Il sistema Italia promuove un workshop di giornalismo al femminile presso l'università di Herat
Si è concluso all’università di Herat il workshop dal tema “Donne e giornalismo: rappresentazione e professionalizzazione della donna afghana nei media locali e globali”, promosso dal Centro per la Solidarietà Internazionale dell’Università Cattolica di Milano in partnership con la Fondazione Fondiara SAI, l’Ambasciata d’Italia a Kabul e il Provincial Reconstruction Team di Herat, l’unità dell’Esercito che si occupa di ricostruzione, sviluppo e governance.
Il progetto – diretto dal professor Marco Lombardi dell’Università Cattolica - si inserisce in un più ampio percorso di collaborazione tra l’ateneo milanese e quello di Herat, che si pone l’obiettivo di sviluppare le professionalità al femminile in Afghanistan, con particolare attenzione al settore della comunicazione e dei media.
Hanno partecipato al workshop 25 studenti, di cui 15 studentesse di giornalismo della Università di Herat e giornaliste professioniste che lavorano nei media locali e che collaborano con il Centro di Giornalismo del PRT italiano di Herat.
A tutti è stata fornita una macchina digitale oltre a due computer con software per l’elaborazione di immagini e video. Le lezioni hanno fornito strumenti concettuali e teorici insieme a strumenti operativi per poter operare sul campo. In particolare tutte le allieve hanno realizzato interviste a personalità femminili di rilievo come il procuratore di Herat e la direttrice di un’importante ONG afgana, oltre a produrre reportage che hanno investigato in modo originale la realtà sociale cittadina, raccontando tra l’altro la condizione della donna nella società afghana.
I racconti daranno presto vita a un web magazine in lingua inglese intitolato Women To Be in cui le donne afghane racconteranno le donne afghane, e che verrà ospitato sul sito della Fondazione Fondiaria SAI.
12 giugno 2010
Herat: il ''Sistema Italia'' sostiene lo sviluppo del servizio sanitario locale
Il Ministero della Difesa e la Farnesina continuano a fare sistema in Afghanistan nel sostenere gli ospedali regionale e pediatrico di Herat, recentemente rinnovati dalla partnership tra la Cooperazione Italiana e il Provincial Reconstruction Team (PRT), l’unità attualmente costituita dal 1° reggimento artiglieria da montagna.
Oggi sono stati consegnati due ecografi, donati dall’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, e un’isola neonatale acquistata dal comune di Palagiano (provincia di Taranto) per ricordare in modo concreto – in un Paese che registra un elevato tasso di mortalità neonatale al mondo - il primo caporal maggiore del 3° reggimento alpini Giovanni Bruno, nativo di Palagiano che perse la vita il 3 ottobre 2004 in un incidente stradale avvenuto alla periferia di Kabul.
E’ stata in seguito avviata la cabina elettrica che alimenterà l’ospedale regionale e a seguire è stata posta la prima pietra per la realizzazione di un pozzo per l’ospedale pediatrico. Entrambi i progetti sono a cura del PRT che ha complessivamente stanziato 190.000 Euro. Al termine delle cerimonie di inaugurazione e consegna – alle quali hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Herat, il generale Claudio Berto e il colonnello Emmanuele Aresu – sono stati inoltre donati medicinali pediatrici, 150 kg di latte in polvere – a cura del PRT - e 500 indumenti per bambini da parte della Cooperazione Italiana.
Il capo del Dipartimento alla Sanità Pubblica, in occasione della donazione dell’isola neonatale, ha affermato: “Ringraziamo l’Italia per il sostegno continuo alla popolazione afgana, senza dimenticare il sacrificio dei militari italiani caduti in missione per l’Afghanistan come il primo caporal maggiore Giovanni Bruno”.
17 giugno 2010
Herat: Oltre 4000 le reclute della polizia afgana addestrate dai Carabinieri
E’ stata superata oggi la soglia delle 4000 reclute della polizia addestrate dai Carabinieri in Afghanistan. I 298 agenti che hanno giurato fedeltà all’Afghanistan presso il Regional Training Center di Herat si aggiungono ai 3900 finora formati dai militari dell’Arma in Afghanistan dal 2008 a oggi.
I neo-agenti appartengono alla Afghan National Civil Order Police (ANCOP), il corpo di Gendarmeria Afghana con caratteristiche di “robust police”, ovvero di forza chiamata a operare in aree ad alto rischio operativo.
Tutti i frequentatori hanno superato un impegnativo corso di formazione della durata di quattro mesi, articolato su numerose materie: armi e tiro, topografia, controllo della folla, check-points, tecniche investigative e contrasto della minaccia degli ordigni improvvisati.
“E’ un traguardo simbolico ma estremamente importante per la Polizia afgana, che punta a raggiungere una forza complessiva di 109.000 agenti entro il mese di ottobre di quest’anno”, così il tenente colonnello Michele Facciorusso, comandante dello Speciality Training Team di Herat inquadrato nella NATO Training Mission Afghanistan.
Gli istruttori dei Carabinieri provengono dai battaglioni mobili, dalla territoriale e dal reggimento Tuscania, fornendo una gamma di capacità e di esperienze che contribuiscono a formare in modo completo gli allievi dell’ANCOP, destinati a essere schierati nelle zone più sensibili dell’Afghanistan.
18 giugno 2010
Ordigno esplode al passaggio di una pattuglia di Alpini nei pressi di Shindand: illesi i 5 militari a bordo del Lince colpito
Un ordigno è esploso oggi alle 07.18 (ora locale) al passaggio di una pattuglia di Alpini della Task Force Centre costituita da 6 VTLM Lince che stavano percorrendo un tratto disabitato a 12 km da Shindand, nella provincia di Herat.
Illesi i cinque militari a bordo dell’unico Lince colpito che ha resistito all’onda d’urto, riportando solo danni alla parte inferiore.
Unità di rinforzo hanno recuperato l’equipaggio e il blindato coinvolti nell’esplosione, mentre la pattuglia ha continuato la missione dirigendosi verso il villaggio di Masyan, nella valle di Zirko, dov’era previsto un incontro con i leader locali nell’ambito delle iniziative di Key Leaders Engagement condotte dalla Task Force Centre per coinvolgere le comunità nel controllo del territorio.
Un team specializzato del genio intervenuto sul posto sta attualmente investigando sulla tipologia dell’ordigno e sulle modalità dell’esplosione.
21 giugno 2010
Operazione ''Omid'': gli Alpini del 9° ricostruiscono un ponte distrutto dagli insorti e neutralizzano diversi ordigni a ovest di Farah
Gli Alpini del 9° reggimento impegnati nell’operazione ‘Omid’ – avviata per garantire tra l’altro la libertà di movimento nella provincia di Farah – hanno ricostruito un ponte distrutto il 6 giugno a Pusht Rod dagli insorti, lungo la strada che collega Farah con la zona occidentale della provincia.
Le comunità della zona hanno segnalato il fatto agli Alpini della Task Force South che hanno subito pianificato, insieme all’esercito afgano, il ripristino dell’asse su cui vengono trasportati i prodotti agricoli destinati ai mercati di Farah.
L’intervento - durato diversi giorni con temperature superiori ai 45° - ha visto una prima fase in cui è stato bonificato il tratto che congiunge il capoluogo a Pusht Rod, durante la quale sono stati ritrovati due ordigni esplosivi improvvisati e altrettante bombe inesplose. Il tutto è stato fatto brillare in sicurezza dagli specialisti del 32° genio integrati nel dispositivo in atto.
Nella seconda fase sono state sgomberate le macerie del ponte distrutto, che è stato immediatamente sostituito da un prefabbricato posizionato dai genieri inquadrati dalla Task-Force South.
“Abbiamo risposto rapidamente a un vero e proprio sabotaggio rivolto contro i villaggi di Pusht Rod da parte degli insorti, i quali hanno anche seminato ordigni lungo la strada per cercare di impedire il nostro intervento di ricostruzione”, così il colonnello Franco Federici, comandante degli Alpini della Task-Force South.
23 giugno 2010
Afghanistan: militare italiano perde accidentalmente la vita nel corso di un?operazione nei pressi di Shindand, a sud di Herat
Un militare italiano del 32° reggimento genio è deceduto oggi alle 19.04 locali, a seguito di un incidente avvenuto nei pressi di Shindand, nel corso di una ricognizione condotta da una pattuglia costituita da 4 veicoli della compagnia genio in forza alla Task-Force Centre.
Secondo le prime ricostruzioni, la colonna - costituita da due Lince e due mezzi blindati speciali del tipo ‘Cougar’ e ‘Buffalo’ - era ferma per la verifica di un tratto della strada che congiunge Shindand a Herat. Durante la sosta il militare avrebbe perso l’equilibrio cadendo dal ‘Buffalo’ e riportando un forte trauma cranico.
Subito soccorso dagli altri componenti della pattuglia e da un’équipe medica giunta pochi minuti dopo sul posto, il militare – apparso già in gravissime condizioni - veniva evacuato in elicottero presso l’ospedale da campo statunitense di Shindand, dove si spegneva poco dopo nonostante i tentativi di rianimazione.
23 giugno 2010
Herat: sei ordigni ad alto potenziale neutralizzati da militari italiani e statunitensi del Regional Command West
Herat, 23 Giugno 2010 – Nella giornata di ieri militari italiani e statunitensi che operano rispettivamente a Bala Murghab e a sud di Herat, nell’ambito del comando di ISAF a guida italiana, hanno neutralizzato sei ordigni che erano stati rinvenuti da unità dell’esercito afgano di stanza nella regione ovest dell’Afghanistan.
I genieri del 32° reggimento inquadrati nella Task-Force North hanno proceduto alla distruzione in sicurezza di quattro bombe inesplose, di cui tre ad elevato potenziale, trovate dai militari afgani che operano in partnership con gli Alpini del 2° reggimento di Cuneo.
In precedenza un team specializzato della Task Force Fury statunitense aveva fatto brillare due ordigni rudimentali – uno dei quali dotato di una carica di 40 kg di esplosivo artigianale collegata a una batteria – scoperti da una pattuglia dell’esercito afgano in località Dizak, 200 km a sud del capoluogo regionale.
“E’ un ottimo risultato nella lotta contro gli ordigni, reso possibile dalla prontezza dei militari afgani che ci hanno subito informati della presenza delle bombe, distrutte sul posto dalle forze alleate in modo da non costituire un pericolo per la popolazione civile oltre che per i militari afgani e di ISAF”, così ha dichiarato il tenente colonnello Luca Bajata, comandante dei genieri del 32° impegnati in prima linea contro la minaccia IED.
25 giugno 2010
Farah: i militari italiani sventano una trappola esplosiva
Nell'operazione un blindato rimane coinvolto dallo scoppio di una mina che non provoca danni all'equipaggio e al veicolo
Nel corso di un’operazione di pattugliamento a nordest di Farah i militari italiani sventano una trappola esplosiva, in un’area dove nei giorni passati erano stati neutralizzati numerosi ordigni.
Alle ore 9 locali, una pattuglia del 32° genio in ricognizione a ridosso della strada che collega Herat a Farah riceveva, dalla sala operativa del 9° reggimento alpini, la notizia di un posizionamento in corso di un ordigno nella zona da perlustrare. Quindi, veniva disposto l’invio di una pattuglia di rinforzo costituita da 4 Lince e 2 cingolati Dardo della 10^ compagnia bersaglieri di stanza a Farah, con un team specializzato nella rimozione di ordigni improvvisati. Raggiunti la zona di interesse ed individua la trappola (una carica esplosiva da circa 25 kg), il team provvedeva a brillare l’ordigno e le due pattuglie rientravano alla base.
Uno dei due dardo della pattuglia di rinforzo che, nel corso del trasferimento verso la zona della trappola, era rimasto coinvolto nello scoppio di una mina (senza danni per equipaggio e veicolo) ha proseguito regolarmente le sue attività ed ultimato la missione prevista.
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