View Full Version : Renato Curcio
DonaldDuck
25-02-2007, 11:39
http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Curcio
Renato Curcio (profilo)
-La vita-
È figlio di una giovane ragazza-madre pugliese emigrata a Roma, Jolanda Curcio e di Renato Zampa (fratello del più noto regista cinematografico, Luigi Zampa). Curcio prese il nome della madre, dal momento che nacque da una relazione extraconiugale. I primi anni della sua vita furono molto difficili sia per le difficoltà scolastiche di Curcio che per la precarietà dei lavori della madre. La morte dello zio Armando, lavoratore della FIAT, a causa d'una rappresaglia delle milizie della RSI, nei primi mesi del 1945, segnarono profondamente Curcio. Trascorse la sua adolescenza tra Milano ed Albenga, dove si diplomò all'Istituto Galileo Galilei di Campochiesa Albenga.
In quegli anni Curcio frequentava la militanza cattolica. Nel 1962 si iscrisse all'Istituto Superiore di Scienze Sociali (poi Università) di Trento, al corso di laurea in sociologia. Subito fu coinvolto dalla mobilitazione studentesca, che a Trento iniziò prima di altrove con l'occupazione dell'università. A Trento incontrò la sua futura compagna, anch'essa di estrazione cattolica, Margherita Cagol, detta "Mara". Maturò il proprio credo ideologico all'interno delle lotte universitarie e aderì ad alcuni piccoli gruppi d'estrema sinistra. Curcio, che per un lungo periodo condivide l'abitazione con un personaggio colto e carismatico qual era Mauro Rostagno (poi soprannominato il "Che" di Trento), nel '67 formò un gruppo di studio denominato Università Negativa, in cui veniva svolto un lavoro di formazione teorica con una rilettura di testi ignorati dai corsi universitari tra i quali Mao-Tze-Tung, Marcuse, Guevara, Panzieri, Cabral. Entrò a far parte della redazione della rivista "Lavoro Politico" di ispirazione marxista-leninista, dai suoi articoli traspariva però una critica verso il "filocastrismo" e verso l'avventurismo di chi arrivava a proporre azioni armate in Italia; come si legge testualmente << è solo un piccolo borghese in cerca di emozioni e non un vero rivoluzionario >> chi queste azioni proponeva, poiché la presa del potere da parte del proletariato era un processo lungo che non poteva essere ridotto alla sola parola d'ordine della guerriglia. I fatti di Avola del 2 Dicembre '68, quando la polizia sparò sui braccianti uccidendone due ma continuando a sparare ininterrottamente per 25 minuti, furono l'episodio che probabilmente causò il ripensamento di Curcio sul tema della violenza Pur avendo completato tutti gli esami, non si laureò, per scelta politica.
-La nascita della lotta armata-
Siamo in piena contestazione studentesca, quando Curcio, sposatosi con Mara, partecipò al famoso convegno di Chiavari. Stando a quanto riportato da Giorgio Galli nel suo libro "Storia del Partito Armato" (Edizioni CDE, Milano, 1986), ai primi di novembre del 1969, all'Hotel Stella Maris di Chiavari, di proprietà di un istituto religioso, si riunirono una settantina di appartenenti al Collettivo politico metropolitano di Milano, nel quale figurava il nucleo che - nell'anno successivo - fondò le Brigate Rosse.
La relazione di Curcio a Chiavari citava un noto rivoluzionario brasiliano, Marcelo de Andrade, il quale asseriva che "Ogni alternativa proletaria al potere è - fin dall'inizio - politico-militare, nel senso che la lotta armata cittadina costituisce la via principale alla lotta di classe"). Dunque, fin da subito, Curcio si mostrò favorevole alla presa delle armi da parte dell'avanguardia proletaria. Ma la sua posizione e quella di qualche altro oratore rimase, al momento minoritaria. Ma, già un mese dopo il convegno di Chiavari, con la bomba di Piazza Fontana a Milano, la sinistra extraparlamentare cominciò a sentirsi minacciata dai settori deviati dello stato.
Dopo il Covegno di Pecorile, furono fondate le Brigate Rosse. Nel maggio 1970, nel quartiere di Lorenteggio a Milano apparvero i primi volantini con la firma delle neocostituite BR. Solo il 17 settembre 1970 si ebbe la prima azione sovversiva: nel tardo pomeriggio saltò in aria il garage di un dirigente della SIT Siemens, Giuseppe Leoni. Sui volantini distribuiti si legge che quello era l'esempio da dare ai crumiri ed ai "dirigenti - bastardi". SIT Siemens, Pirelli, Alfa Romeo: queste sono le prime industrie ove si insedia il partito armato. Questi primi momenti furono scanditi da attentati incendiari ai danni di dirigenti e di avversari politici. La vicenda delle BR continuò, poi, per la strada ben nota (vedasi la voce relativa, "Brigate Rosse").
-L'arresto e la carcerazione-
Curcio fu, per un quadriennio, assieme a Mara ed ad Alberto Franceschini nel direttorio delle BR. Fu arrestato nel settembre 1974. Come conseguenza di un'azione diretta e guidata da Mara, Curcio evase dal carcere già nel febbraio 1975, per esser poi ripreso e definitivamente incarcerato all'inizio del 1976. Nel frattempo, in un conflitto a fuoco coi carabinieri, Mara era morta nel giugno del '75.
Con la morte di Mara e con la carcerazione di Curcio e di Franceschini, la direzione del movimento passò ai "duri e puri", con a capo Mario Moretti. La stagione degli omicidi e dei ferimenti, ufficialmente, si aprì nel giugno del 1976, con l'omicidio del magistrato Coco. Curcio non aveva teorizzato lo spargimento di sangue e mai si è pentito delle sue scelte. Era ed è rimasto uno dei cosiddetti "irriducibili". Curcio è rimasto in carcere dal 1976 al 7 aprile del 1993. Oggi lavora come direttore editoriale nella cooperativa Sensibili alle foglie; ha scritto libri sul precariato.
DonaldDuck
25-02-2007, 11:41
http://www.rifondazione-cinecitta.org/curcio-guerrigliero.html
Renato Curcio. Io guerrigliero
In questa intervista del 1990 a Lina Coletti , il fondatore delle Brigate rosse afferma di non essersi mai sentito un terrorista e pensa che dovrà convivere con la storia di una << esperienza politica sconfitta>>. Poi ricorda, senza intenti giustificatori, il problema di una violenza di destra di impareggiabile ferocia, e spesso impunita.
Il capo storico delle Brigate rosse, il simbolo degli anni di piombo…Uno che non s’è mai macchiato di atti di sangue, e però ti chiedi se ha minori responsabilità. E te lo chiedi guardandolo negli occhi che pur sono così vivi, ancora. Dopo quasi tre lustri di galera. Dov’ha scritto tre libri. E con due compagni ne sta finendo un quarto. Lui che s’è scoperto gran slancio per la semiotica , il mondo onirico, le capacità medianiche…Lui che tre anni addietro, assieme a Mario Moretti, dichiarò esaurita la lotta armata. E ormai pareva pronto a un’evenienza di libertà. Con pronto già un convegno, anche, su questo. A Rebibbia. Ex terroristi, giuristi, parlamentari, giornalisti : tutti insieme a discutere. Ma poi il convegno è saltato per ordine di Giuliano Vassalli, ministro della giustizia.
Come mai Curcio?
Difficile capire le ragioni, visto che nessuno le ha date. Certo avrebbe potuto essere un momento per conoscerci meglio, per guardarci. Per distruggere alcuni fantasmi, anche.. Sa è dacchè s’è aperta un’idea di discontinuità e rottura con tutto ciò che è successo negli anni settanta che diciamo che siccome il mondo è cambiato occorre essere determinati. La sequenza d’eventi di cui siamo stati protagonisti è finita, diciamo. E’ dunque è finita la storia legata a quei tempi, a quei morti, a quelle certezze.. E lo diciamo non partendo da un’ipotesi di dissociazione o di abiura. Nessuno di noi ha voluto automutilarsi, siamo stati quel che siamo stati.
E ora occorre mettere un punto fermo tra le due epoche, dite
Già. Il punto fermo. Perché tutto è mutato così grandiosamente, ripeto così totalmente…..E’ mutata la faccia della terra, ormai. E difatti ci ritroviamo a guardare i cadaveri di noi stessi, mentre il sistema politico tiene in galera non il fenomeno, ma i testimoni del fenomeno….Vede, la legislazione d’emergenza ha insistito sui provvedimenti premiali : se ti penti e collabori ti riduco la pena. Ciò a mandato in frantumi il nesso tra pena e reato, peraltro già intaccato dagli aggravi previsti dalle leggi speciali e dal clima in cui si svolgevano i processi. Contro questa tendenza si leva l’esigenza di un atto legislativo oggettivo per tutti: atto dovuto, se non si vuole restare prigionieri del passato.
Atto dovuto…Ne parliamo più avanti, Curcio. Ma intanto…intanto s’è arenato in parlamento anche il disegno di legge sull’indulto, firmato dai socialisti e comunisti, democristiani, oltre alla sinistra indipendente… E Franco Russo, Dp, uno dei sottoscrittori: “ Chi teme che si possa concedere legittimazione politica al terrorismo dovrebbe considerare che, ormai, questi ex terroristi detenuti, o almeno quelli che fanno capo a Curcio, non pretendono più di porsi come soggetto collettivo, ma solo come un gruppo di individui che alle spalle ha una sua storia comune”…
E’ così. Che, ripeto, un’esperienza politica sconfitta non si riconverte. Tenere in vita le sue vestigia sarebbe soltanto un esercizio nostalgico.
Già << La storia è finita>>, dite. Ma lo mettevate in conto che forse l’avrebbero scritta i vincitori ?
No. Non ci siamo mai posti il problema. Io. Perlomeno. Che pure non sarò mai libero, della mia storia. Che devo convivere oggi e ci dovrò convivere domani.
Ma il suo orgoglio, Curcio. A volte la sua alterigia. A volte la sua imprudenza… C’è chi ha scritto che lei, in fondo, resta schiavo del suo mito. Il mito d’un uomo che dev’essere “l’ultimo a lasciare la nave che affonda “….
Purtroppo questo mi perseguita. In qualche modo siamo diventati due amici un po’ bizzosi, io e il mio mito…. Per il resto…Non voglio essere l’ultimo. Io uscirei anche subito, ma c’è un sistema di leggi che per una bizzarra serie di circostanze lo rende impossibile, a uno come me. E difatti godo di un’attenzione esagerata, e i miei processi non finiscono mai.
Forse è così. Curcio. Ma se si pensa a ciò che è stato, a ciò che ha rappresentato… E a ogni modo: una volta Franceschini, parlando di sé e delle Br “prima generazione”, disse :<< Non ci siamo mai sentiti dei terroristi>>. << Ciò vale anche per lei?>>, le chiesero. E lei : << Si . Le Br operavano una scelta guerrigliera che nei suoi fondamenti politici e culturali non aveva nulla a che spartire con il terrorismo>>. Guerriglia, terrorismo… La differenza davvero è così eclatante?.
Direi di si. Se nei primi anni settanta, insieme a operai della Pirelli o della Fiat, ci orientammo verso scelte di lotta piuttosto radicali, ciò è successo perché, nel ’69 , qualcuno aveva inaugurato, a piazza Fontana , la stagione delle stragi. E dico”qualcuno” in quanto, a oltre 20 anni da allora, né la magistratura né il parlamento sanno cosa dirci, a chi si debbano ufficialmente attribuire. E forse non è un caso. Le stragi terroristiche a che puntavano, difatti? A creare nel paese un riflusso d’ordine su cui far leva per una svolta autoritaria. E noi, sia pur ricorrendo a pratiche di guerriglia intendevamo opporci anche a questo tentativo. Bisogna sistemare le cose nel loro contesto, sa, per cercare di capire gli anni settanta.
Gli anni del Vietnam, della tensione tra Est ed Ovest, del movimento comunista internazionale da una parte e i popoli oppressi dall’altra….
S’era sempre pensato che della seconda guerra mondiale in poi non si potessero fare rivoluzioni. E invece certi paesi, come la Bolivia, davano l’idea che un eventuale sviluppo rivoluzionario poteva esserci anche in Europa. E in Italia. L’Italia che era stata del dopoguerra. E della ricostruzione. E delle grandi migrazioni dal Sud al Nord.. L’Italia di tutto un coacervo di tensioni che portarono al biennio 68-69 , è cioè non ancora al problema della rivoluzione ma della democrazia. << Che significa democrazia , visto che sono costretto a lavorare a salari da sfruttamento e in posti disagevoli ?
Le tensioni , d’accordo. E tuttavia…
Si, c’erano tensioni. E fermento, E per contro, c’erano risposte di grandissima chiusura al tempo in cui cominciarono a maturare le strategie : le strategie delle bombe. Così, in questo quadro, alcuni si chiesero se non fosse opportuno ragionare in termini di trasformazione che non trascurasse il problema della guerriglia.
Noi discutevamo. E non clandestinamente, mentre la stragrande maggioranza delle azioni sanguinarie venivano dalla destra reazionaria. E… Si, gli anni settanta furono in fondo lo sviluppo di queste promesse. Anzi nei quali nessuno seppe trarre insegnamento da ciò che avveniva per far scelte diverse. Né noi, né tantomeno le forze politiche.
Lei ancora distingue tra guerriglia e terrorismo. E io penso a ciò che, sempre, tutti e due si portano dietro. Morti. Rovine.Tormenti. Strazi. Tormenti anche di chi sopravvive e non dimentica.
Guardi: nel mio modo di concepire l’azione politica, l’azione rivoluzionaria, devo dire che non mi sono mai sentito come un attore terrorista. Mi sono sentito parte di un processo di trasformazione in atto, e ho fatto ciò che con quei compagni, con quegli amici, in quelle circostanze, insieme venivamo maturando.
Ma ricorda? Vi chiamavano “ miserabili “ ; “ mostri “ “ belve assetate di sangue “ ….. E…Ha dichiarato Carol Tarantelli, che negli anni dell’odio perse il marito:<< All’inizio anch’io li vedevo come mostri. Del resto come puoi immaginarti una persona che decide di importi brutalmente la sua volontà >>….
Qualcuno ci ha chiamato come dice lei. Qualcuno con minor ferocia. Altri ancora con aggettivazioni lusinghieri. L’idea che noi volessimo far valere brutalmente la nostra mi sembra però piuttosto unilaterale. Altri l’avevano in animo. E che fossero male intenzionati lo dimostrano alcune cifre: nel periodo ’69-75, su 2344 episodi di violenza politica , 2158 sono attribuibili alla destra , e solo 186 alla sinistra. E , su un totale 442 morti e feriti a causa di episodi di violenza e attentati, ben 413 sono originati dalle stragi e dall’eversione fascista.
Che orrore questa freddezza di numeri, Curcio. E tuttavia…Ecco ho come l’impressione che lei sia stato “ diverso “ non solo perché non ha ammazzato nessuno. Diverso perché forse ciò che è successo non le apparteneva fino in fondo, piuttosto. Diverso perché sperava in cose diverse..
In realtà ciò che succede non appartiene mai a chi attraversa gli eventi. C’è questo essere attraversati che è più forte della nostra volontà di mettere le braghe alla storia. Certo, ho sperato in cose diverse…. Io che ho attraversato gli anni settanta in compagnia di molti altri e di un sogno rivoluzionario….
Il sogno è finito , ma gli altri sono ancora qui : in carcere, in esilio, oppure in semilibertà tra mille vincoli. Io mi impegno per una soluzione collettiva.
Lei che, presumo , ha creduto fino in fondo in una società che potesse mutare. In un’utopia che potesse realizzarsi… E adesso se la ritrova ben diversa, questa società. Ben degradata, quest’utopia… Una società politicamente assente. Preda soffocata tra capitalismo e oligarchia. E..Dev’essere terribile se uno si domanda: << In fondo perché l’ho fatto, quel che ho fatto ?>>…
Bhe: non mi sento certo responsabile degli esiti attuali della società. Non la conosco. Mi giunge come un’eco lontana. Filtrata da troppi cancelli, da troppe sbarre….
Lei è ancora giovane Curcio. E….insomma le importa della sua giovinezza ?
Certo che m’importa. E non credo proprio d’averla sprecata. Negli anni sessanta sono stato a Trento, e , per dirla come Sanatano,<< è stato un modo splendido di vivere la giovinezza>>. Poi, nei primi anni settanta, sono stato a Milano e Torino: con gli operai delle grandi fabbriche , e i ragazzi delle periferie, nel cuore di una convulsione tragica e profonda. Infine , nella seconda metà degli anni settanta , e finora, ho guardato il cielo dal fondo di un pozzo. Non che abbia visto molto del cielo, ma , in compenso, ho esplorato a lungo il pozzo.
Cosa sono i ricordi per lei , Curcio ?
Con le parole di Sartre: << i ricordi sono le rughe dell’anima>>
Le i che a Scialoja dell’Espresso ha detto :<< Credo di dover andare incontro alla generazione del Duemila aperto all’esplorazione dei nuovi passaggi e tenendo aperta la memoria di quelli già affrontati >>..
All’incontro di cui sopra io porto la memoria personale e generazionale di una sconfitta, ma , anche una volontà di comunicazione e di trasformazione non battuta.
Pensa di essere stato punito abbastanza?
Dal mio punto di vista anche un giorno sarebbe già troppo. Ma qui siamo ormai alla soglia dei 15 anni, e se tento paragoni non trovo equivalenti. Le stragi hanno fatto 138 morti : quanti anni di carcere hanno fatto i loro autori?
Noi lottiamo per la rottura storica.
Intervista rilasciata a Mario Scialoja il 5 gennaio 1975 nel carcere di Casale Monferrato, dove Curcio era detenuto da pochi mesi.
Casale Monferrato - Renato Curcio, leader delle Brigate rosse, parla dal carcere in cui è rinchiuso dal 9 settembre scorso sotto l’accusa di “costituzione di banda armata”. L’intervista che segue è un documento importante. Le domande sono quelle che l’opinione pubblica italiana, testimone delle imprese delle Brigate rosse, si pone da tempo. Le risposte sono state trasmesse da Curcio al suo avvocato difensore Eduardo di Giovanni .<< Rispondendo a queste domande>> dice Curcio come premessa, << non parlo a nome di una organizzazione, ma in quanto militante della sinistra rivoluzionaria>>
Domanda : Parliamo de suo arresto. Come mai è cascato nel tranello teso da un personaggio già palesemente ambiguo quale padre Girotto ( frate mitra)? Perché l’operazione è scattata proprio in settembre?
Risposta: << Gli uomini dell’antiguerriglia del Gen Dalla Chiesa, servendosi di un giuda e sfruttando un mio difetto di informazione ed un mio errore di valutazione hanno portato a termine proprio in quel periodo una manovra di agganciamento che ha consentito la trappola e l’arresto, ma dietro alla semplice operazione di polizia c’era dell’altro: ventilare il pericolo di una azione di forza delle sinistre per giustificare un controgolpe preventivo nero, e, in via subalterna , proporre un contraltare all’attacco delle trame nere che si faceva via più consistente>>
Domanda: Il suo arresto e la catena di altri arresti di “sospetti” brigatisti fino a che punto ha intaccato il gruppo? Cosa resta delle Brigate rosse?
Risposta: <<L’arresto di alcuni compagni non significa non significa la sconfitta della nostra guerra di classe né della necessità della sua organizzazione da parte proletaria. Ciò è dimostrato dalla continuazione delle offensive; ad esempio le due recenti incursioni armate nelle centrali spionistiche del Sida ( Sindacato Italiano dell’automobile) di Mirafiori e Rivalta. La guerriglia è ormai un dato oggettivo della situazione politica italiana ed europea, un bisogno politico delle avanguardie proletarie; il suo sviluppo può essere ritardato, momentaneamente sospeso, ma non certo impedito>>.
Domanda: Negli ultimi mesi si sono verificati una serie di “ episodi” firmati con altre sigle, che riecheggiano l’esperienza delle Brigate rosse; si tratta davvero di emanazioni delle Br o di proliferazioni spontanee che raccolgono le vostre indicazioni?
Risposta: << In tutti i poli di classe esistono avanguardie che, superata la fase della protesta, hanno fatta propria la tesi delle Br che nell’Europa occidentale l’improponibilità attuale dell’ipotesi insurrezionale vera e propria non deve significare rinuncia alla guerra di classe, ma sviluppo di questa nella forma di guerriglia urbana.
I “gruppi”, le varie forze della sinistra, devono capire, pur facendo salve le differenze di valutazione, che l’indebolimento dell’esperienza Br non è nell’interesse del movimento di sinistra>>.
Domanda: A Firenze, a Bologna, si sono verificati episodi di criminalità che alcuni definiscono “comune” ed altri “politica”. Secondo lei qual è, e dove sta, il confine?
Risposta: << La definizione corrente è “aberrante follia provocatoria”. A mio avviso non vi è nulla di aberrante, di follia e di provocatorio in ciò che hanno fatto quei compagni, vi sono invece degli errori di impianto politico e di tecnica militare. Dagli errori si deve trarre una lezione, che è una conferma di una tesi sempre sostenuta dalle Br, guerra di classe non vuol dire “imbracciare il fucile”, ma interpretare in termini organizzativi e politico-militari la protesta ribollente nei grandi centri industriali e metropolitani sotto la crosta nastratrice e legalitaria della sinistra ufficiale.
Domanda: Sicchè gli “espropri “ , le rapine a fini politici, secondo le non sono “atti di delinquenza” ?
Risposta : << Evidentemente no. Mi ritengo anche inesatto definire l’espropriazione una “rapina per fini politici” Per quanto ciò possa apparire paradossale l’espropriazione non deve essere calibrata sulle esigenze di sussistenza dell’organizzazione di guerriglia che la pratica, bensì sull’effettiva capacità offensiva che ha raggiunto. Per questo si dice che l’espropriazione è una componente strategica ( non tattica) di ogni guerriglia.
Anche in una fase iniziale essa è praticata come tassazione che il movimento rivoluzionario impone alla borghesia, mentre alla fine del processo assumerà la forma di espropriazione generale di ogni priorità sulla quale possono essere costruiti rapporti di sfruttamento ed oppressione. Nell’espropriazione dunque si oggettivano dei valori di legalità e moralità rivoluzionaria>>.
Domanda: E’ stato scritto che le Br hanno”teorizzato l’azione armata in odio e in lotta contro i comunisti”. E’ vero?
Risposta : E’ un giudizio privo di senso. Intanto stabilisce una identità impropria tra comunisti e Pci. Il comunismo, prima che un partito è una concezione del mondo: in questo senso anche in Italia vi sono molti comunisti non iscritti al Pci. Una parte dei comunisti rivoluzionari italiani non condivide la linea del partito, il compromesso storico, ed ha scelto di battersi per una diversa prospettiva di svolta storica per il socialismo.
Ciò non presuppone odio,ma una lotta politica tra due strategie divergenti. La crisi dello Stato, del partito di maggioranza e del modello di sviluppo è ormai tale da esigere una “rottura storica”, e non un compromesso>>
Domanda : Ma rimane il fatto che anche all’interno della classe operaia la grande maggioranza non condivide la scelta della lotta armata.
Risposta: << La classe operaia non va mitizzata. Il giudizio del proletariato condizionato, la cui coscienza è manipolata ed “ espropriata”, non deve far testo. E’ un proletario telediretto. Oggi il messaggio che lanciano le avanguardie armate si rivolge alle fasce proletarie che per la definizione dei loro interessi reali non hanno bisogno di suggerimenti premasticati.
L’approfondimento della crisi e lo sviluppo della guerra di classe potranno poi anche i proletari condizionati di fronte alla realtà dei loro interessi di classe. E il loro giudizio sarà libero e genuino>>.
DonaldDuck
25-02-2007, 11:42
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/cronaca/debi/debi/debi.html
Una serata con il fondatore delle Br:
"La mia una vicenda politico rivol... tosa"
Curcio, trent'anni dopo
"Così ho pagato il debito"
di SILVANA MAZZOCCHI
MILANO - Una tranquilla serata di ordinario lavoro. Trent'anni dopo Renato Curcio è un manager che si dedica "a raccontare il mondo con sguardo diverso". E' il direttore editoriale di Sensibiliallefoglie, casa editrice lanciata nel '90 quando lui era ancora in carcere e poi in semilibertà. Da anni, del tutto libero, gira l'Italia con i soci-amici della coperativa e con i libri del catalogo. Vanno dove li chiamano e dove ritengono necessario andare; nelle città, ma anche nei paesini piccoli e isolati dove una libreria non l'ha mai vista nessuno. Per far "nascere i nostri libri tra i nostri potenziali lettori".
E interviene nelle sale affollate, in genere per ultimo, dopo autori e presentatori. Defilato, rispettoso delle collaborazioni e dei contatti che hanno reso solida l'attività di Sensibiliallefoglie e che la fanno prosperare. Tanto che ora la cooperativa va puntuale al Salone del libro di Torino e si prepara ad essere presente anche a Roma, alla manifestazione annuale delle piccole case editrici.
Curcio non parla del suo passato di ex capo delle Brigate rosse di prima generazione. E quando gli tocca citare il motivo che lo portò in carcere tanto tempo fa, lo definisce con qualche esitazione "una vicenda politico rivol... tosa" e si ha l'impressione che gli sia rimasta in gola la parola "rivoluzionaria. Il suo presente, invece, lo rivendica. "Ho pagato il mio debito con la società, tutto e fino in fondo. Eravamo ancora in carcere quando pensammo alla cooperativa, e allora volevamo soprattutto costruirci un lavoro. Ma adesso funziona, mi piace, ci piace e facciamo finalmente quello che ho sempre voluto fare". Trent'anni dopo quello che Curcio fa è dare visibilità a "quelli che sono considerati esuberi, alle persone senza voce".
Detenuti, immigrati, internati nei manicomi giudiziari, portatori di handicap. E vecchi. "Sì, vecchi che nessuno vuole, esuberi appunto che non servono e che devono restare invisibili". Annuncia il prossimo libro, "si chiamerà "Pannoloni verdi", abbiamo già un cantiere di lavoro che analizza la situazione degli anziani a Bologna". Usa volentieri il "noi": facciamo scegliamo progettiamo. E tiene alla coralità del lavoro, ai ricercatori e agli ex detenuti che, in squadra, hanno ormai fatto della coperativa la loro impresa e il loro futuro. "Facciamo analisi socionarrativa, vogliamo offrire un altro sguardo sul mondo raccontando storie".
Rifiuta l'enfasi e non gli piace la parola controcultura. Spiega i motivi con attenzione senza partire da sé; ha impiegato troppo tempo e fatica, dice, per uscire dalla "sovraesposizione" che il personaggio Curcio attirava su Sensibiliallefoglie, quando centinaia di persone si presentavano nelle sale soltanto per la curiosità d'incontrare il fontatore delle Brigate rosse. Tutt'altra cosa rispetto "al vero pubblico della casa editrice". Quello che permette alla cooperativa di sfornare almeno dieci titoli l'anno e di arrivare a vendere, con il sistema del porta a porta, anche settemila copie di un volume. Senza filtri, senza distribuzione, con i banchetti aperti nei luoghi dove si tengono le presentazioni, le mostre e i seminari promossi dal marchio. Oppure per posta e via internet. E, in seguito, attraverso la rete. "Il progetto è quello di abbandonare del tutto le librerie e creare una rete con i centri culturali, le biblioteche, i centro studi".
Ha 65 anni ormai, Curcio. E li porta bene; è persino più asciutto rispetto all'uomo delle foto storiche di trent'anni fa, l'eterno maglione scuro girocollo e i capelli corti e brizzolati che mettono in mostra il naso pronunciato.
Foto di un passato remoto, quando era il capo carismatico delle Brigate rosse, quelle delle azioni dimostrative e degli agguati ai funzionari della Fiat, ma anche dei primi rapimenti come il sequestro del magistrato genovese Mario Sossi. Veniva dai sogni ribelli del '68, Curcio; dal movimento studentesco di Trento dove aveva frequentato la facoltà di sociologia. All'inizio dei Settanta aveva fondato la stella a cinque punte insieme con Alberto Franceschini e con sua moglie, Mara Cagol, uccisa il 5 giugno del '75 alla cascina Spiotta, sulle colline di Acqui Terme durante un conflitto a fuoco tra brigatisti, che avevano rapito l'industriale Vallarino Gancia, e i carabinieri. Infine, il 18 gennaio del '76, esattamente trenta anni fa, era stato arrestato la seconda volta (nel febbraio dell'anno precedente era evaso dal carcere di Casale Monferrato grazie a un'azione guidata proprio da sua moglie Mara). Quel giorno venne intercettato a Milano, in un appartamento di Porta Ticinese. Lo condannarono all'ergastolo. Anche se non aveva mai ucciso nessuno, si portava addosso un fardello enorme di responsabilità per quella lotta armata che aveva già compiuto azioni e rapimenti e che presto avrebbe messo a ferro e fuoco il paese. Certo è che, dopo il suo arresto, le Br di seconda generazione alzarono il tiro e prese il via una massiccia escalation di attentati, ferimenti e omicidi. Fino alla strage di via Fani e all'uccisione di Aldo Moro, fino al feroce sbando successivo.
Il passato che non passa Curcio non l'affronta personalmente (dentro Sensibiliallefoglie lui si occupa di lavoro e di globalizzazione), ma lo fa tramite "il progetto memoria, una serie di ricerche che copre il periodo 1969-1989". La storia di tutte le sigle della lotta armata, i nomi di chi è rimasto sul selciato e quelli delle vittime uccise. "Adesso è in preparazione un libro sulle carceri speciali, sempre in quegli anni", informa. Un modo per non rimuovere il passato? Non raccoglie: "Ci sono molte tesi di laurea sull'argomento, sono ricerche importanti, utili. E del resto ciascuno di noi è tutto quello che ha vissuto".
Ore 21, sala Guicciardini, Milano. Sono presenti un centinaio di persone, operatori penitenziari soprattutto. Al tavolo un'avvocata, un criminologo, un rappresentante di Antigone, l'associazione che da anni si occupa di carcere e detenuti. Un paio di fotografi sparano raffiche di flash in faccia a Curcio. Viene presentato un volume fresco di stampa: "Mai. L'ergastolo nella vita quotidiana" di Annino Mele, ancora recluso. La cooperativa si batte da tempo contro l'ergastolo, "la pena delle pene". Curcio prende la parola per ultimo e dice di aver conosciuto Mele nel '77 nel carcere di Termini Imerese. "Con Annino abbiamo subito trovato un territorio comune; io venivo dall'Asinara e dalla mia vicenda politico rivol.. tosa. E lui da tutt'altro contesto, da Mamoiada. Era un pastore poverissimo". Sta in piedi Curcio mentre interviene. Ma conserva un tono dimesso, privo di enfasi. Riassume i motivi per cui Sensibiliallefoglie ha pubblicato il libro di Mele ed un po' la filosofia della casa editrice: "Cercare un'altra strada per contribuire ad abolire le istituzioni totali che tolgono la vita". Le elenca: "Il carcere, il manicomio giudiziario, sopravvissuto alla riforma Basaglia degli anni Settanta e 'atroci', i centri di permanenza temporanea, campi di concentramento per immigrati".
Curcio termina il suo intervento e gli applausi ci sono, ma misurati. Pari a quelli ricevuti dagli altri interlocutori. Solo i flash dei fotografi continuano a preferirlo. Lui si raccomanda di non trasformare tutto in intervista. "A 65 anni voglio affrontare la sfida di essere giudicato soltanto per quello che faccio ora. Per il resto ci sarà un'altra sede, quella del dibattito storico che potrà ricostruire quanto è successo". E lei, Curcio, a questo dibattito parteciperebbe? Sorride, "No".
(18 gennaio 2006)
DonaldDuck
25-02-2007, 11:43
Venne organizzato un gruppo di manifestazioni denominata "verso il 4 Novembre", secondo un calendario a partire dal 18 Ottobre 2006
http://home.rifondazione.it/indice01.php?t=1&s=4&i=10
La seguente ha visto la partecipazione di Renato Curcio
http://home.rifondazione.it/dettaglio_02.php?s=332
Venerdì 20 a Teramo
VENERDI’ 20 OTTOBRE
ore 17,30
Sala Consiliare
della Provincia di Teramo
Via G. Milli, 2 – Teramo
Renato CURCIO
presenta
Dal lavoro flessibile al carcere dell'esclusione
Gruppo Consiliare P.R.C.
Provincia di Teramo
Partito della
Rifondazione Comunista
Federazione di Teramo
DonaldDuck
25-02-2007, 11:44
http://www.lastudenteria.com/showNews.cfm?new=1597
Curcio ospite: è polemica a Lecce
LECCE - Polemiche all'università di Lecce per la partecipazione di Renato Curcio, ex leade delle Brigate Rosse a cavallo degli anni settanta a due manifestazioni organizate dall'ateneo salentino.
In una lettera lettera inviata al rettore Oronzo Limone, il senatore di Allenaza Nazionale, Alfredo Mantovano ha espresso tutto il suo rammarico per una decisione che non ha esitato a definire come "assurda".
"Quanto sta per accadere non qualifica Renato Curcio: a ciò hanno già provveduto i tribunali e la storia. Qualifica l'Università di Lecce - ha tuonato il senatore nella lettera indirizzata al magnifico - Trovo l'iniziativa assurda; ma trovo ancora più sorprendente che non un solo docente dell'Università di cui Ella è Rettore abbia levato la propria voce per dissociarsi. Sembra quasi più semplice dissociarsi dal terrorismo che dalla vergogna. Se, come non mi illudo che accada, Ella ne ha ancora qualche residuo (di vergogna), risparmi all'ateneo l'umiliazione che sta per subire".
Immediata la replica del rettore Limone, che in una lettera inviata alla stampa ha sottolineato come l'iniziativa dell'università leccese non deve essere connotata sotto nessuna bandiera ideologica. "Il signor Renato Curcio - ha scritto il rettore - non sarà ospite in qualità di docente, bensì semplicemente per presentare un libro della casa editrice di cui è direttore editoriale. Pertanto - conclude - non credo che alcunchè di cui vergognarsi in merito alla libertà d'espressione e dell'indipendenza del sapare universitario dal pensiero politico, garantita ampiamente dalla Costituzione Italiana".
(9 gennaio 2007)
DonaldDuck
25-02-2007, 11:45
http://www.sambenedettoggi.it/2007/01/31/sit-in-del-centrodestra-contro-renato-curcio/
Sit-in del centrodestra contro Renato Curcio
I consiglieri dell'opposizione Raffaele Rossi, Maria Grazia Concetti e Roberto Marconi protesteranno contro la presenza dell'ex leader delle Br, che sarà venerdì prossimo al Kursaal. E chiamano a raccolti i "moderati" del centrosinistra grottammaese.
GROTTAMMARE - Continua a dividere la presenza di Roberto Curcio, ex leader delle Brigate Rosse, al Kursaal, venerdì prossimo, nell'ambito della rassegna "Immaginazioni al potere" dell'associazione Blow Up.
I consiglieri comunali del centrodestra, Raffaele Rossi, Maria Grazia Concetti e Roberto Marconi, infatti, invitano alla partecipazione al sit-in di protesta, idea lanciata dal consigliere regionale di An Guido Castelli, che si terrà in piazza Kursaal venerdì dalle ore 21.
«La partecipazione di Renato Curcio in un convegno sostenuto da enti pubblici è inaccettabile» scrivono in una nota i consiglieri, precisando che «non si tratta di una bagarre politica, ma di una affermazione di principio sacrosanta di cittadini che si riconoscono nelle istituzioni e nella Costituzione della Repubblica Italiana, e che vivono in modo democratico e civile».
«Indigna che un uomo che in passato ha cercato di sovvertire le istituzioni, dopo aver scontato la pena, senza dissociarsi tanto meno pentirsi oggi sia patrocinato dal Comune di Grottammare per esporre le sue idee» continuano i rappresentanti dell'opposizione. «Inopportuno il tentativo del Presidente della Provincia e del Sindaco il tentativo di far passare la questione in sordina invece che prenderne doverosamente le distanze. Ironia della sorte è che questo signore, esponente di spicco delle Brigate Rosse, che in passato ha tentato di sovvertire lo stato anche con la lotta armata, ed oggi senza nemmeno chiedere perdono per le sue malefatte, propina le sue idee con nelle medesime istituzioni».
Riguardo le affermazioni dell'associazione Blow Up, l'opposizione scrive: «Inutile che l’associazione che promuove la serata giustifichi in qualche modo il clamoroso errore, il signor Renato Curcio senza disconoscere il proprio passato ed ammetterne gli errori, non può propinare le sue idee in manifestazioni patrocinate dalle istituzioni, lui ha combattuto, in modo non democratico».
Infine un riferimento alla politica comunale: «Ci scandalizza il clamoroso silenzio dei consiglieri della Margherita, ormai del tutto succubi della politica della sinistra estrema. Non occorre molto coraggio per prendere le distanza da tali eventi, seguendo il buon esempio del Presidente Spacca. Poco conta che vengano fatte manifestazioni suoi movimenti della destra negli anni 70, il terrorismo resta terrorismo sempre lontano da chi confronta le proprie idee in modo democratico e civile, soprattutto rispettando la vita di tutti ed in particolare degli innocenti».
DonaldDuck
25-02-2007, 11:47
I "recuperati"
http://www.lisistrata.com/lavoce/terroristiriciclati.htm
ROBERTO ADAMOLI, Esponente BR lavora oggi nella comunità di don Mazzi
Corrado «Federico» Alunni. Fondatore Br, 58 anni, le lascerà per dare vita alle Formazioni Comuniste Combattenti, in seguito nel 1978 viene arrestato. Nel 1980 tenta la fuga da San Vittore insieme a Vallanzasca, nel 2003 scrive un libro con altri autori («La rapina in banca, storia, teoria, pratica»), da anni è fuori di galera e lavora in una coop informatica.
Vittorio «Alvaro» Antonini. Già responsabile della colonna romana Br, coinvolto sequestro Dozier, arrestato nel 1985, è in semilibertà dal 2000. Ogni giorno entra ed esce di prigione per lavorare all'esterno. Presiede l'associazione culturale Papillon-Rebibbia promotrice della protesta che nel 2004 si è allargata a tutte le carceri Ha avuto l'onore di essere convocato a Montecitorio dalla commissione-giustizia per discutere dei problemi delle galere. Smentì di esser stato perquisito in cella dopo l'omicidio D'Antona.
Vittorio Assieri. Capo della "Walter Alasia" di Milano, lavora alla "Bottega creativa" della Caritas.
Lauro Azzolini. Membro esecutivo delle Br nel processo Moro, 62 anni, tre ergastoli, l'uomo che sparò a Montanelli, è libero. Da semilibero ha iniziato a lavorare in una coop che si occupa di non-profit, settore disabili, per la Compagnia delle Opere.
Barbara Balzerani. Svariati ergastoli, ai vertici delle prime Br-Pcc, autrice del libro «Compagna Luna» per Feltrinelli, ha lavorato con la coop Blow Up di Trastevere specializzata nell'informatica musicale. Arrestata nel 1985 ottiene i primi permessi agli inizi degli anni Novanta. Ora è libera, con la condizionale di 5 anni, anche se aveva accumulato 4 ergastoli e ha partecipato ai delitti più efferati: dalla scorta di Moro a Moro, al gen. Dozier.
Silvia Baraldini. Condannata dalla giustizia americana a 43 anni di galera per associazione sovversiva, è uscita per motivi di salute ottenendo, il 27 dicembre 2002, una collaborazione con la giunta Veltroni. A caldeggiare il rinnovo del contratto di consulenza sul lavoro femminile, nel 2003, fu l'assessore Luigi Nieri di Rifondazione comunista. L'associazione delle vittime ha presentato denuncia in procura.
Marco Barbone. L'assassino del giornalista Walter Tobagi si è pentito ed è tornato libero. Lavora in una tipografia a Milano.
Cecco Bellosi. Ex componente della colonna Walter Alasia, in manette nel 1980, condannato a 12 anni, libero nel 1989. Presiede un centro di recupero di tossicodipendenti a Nesso e collabora con l'associazione Lila.
Paola Besuschio. Il suo nome venne fatto dalle Br durante il sequestro Moro, era detenuta, ne volevano la liberazione in cambio del leader dc, Lavora in una cooperativa statistica.
Vittorio Bolognese. Colonnello delle Br-Partito Guerriglia, è in semilibertà dal settembre 2000. Ha lavorato come operatore informatico alla coop romana Parsec dove ha trovato Pancelli, Piccinino e altri ex irriducibili.
Franco Bonisoli. Brigatista del commando di via Fani, ergastolano, 13 anni di carcere, dissociato, è libero. Ha fatto il grafico in una Coop di Sesto San Giovanni, lavora in una società di servizi ambientali.
Anna Laura Braghetti. Ex compagna di Prospero Gallinari, è coinvolta nell'omicidio del giudice Vittorio Bachelet, è la carceriera di Aldo Moro in via Montalcini, nota come «signora Altobelli»: condannata al carcere a vita. Ha scritto alcuni libri, dal 1994 lavora tutti i giorni all'organizzazione di volontariato vicina ai Ds, «Ora d'Aria» che si interessa alle problematiche dei detenuti. Nel 2002 ottiene la condizionale.
Roberto Carcano. Esponente della Formazione Comunisti combattenti. lavora presso la "Comunità nuova" di don Gino Riboldi
Paolo Cassetta. Esponente tra i più duri del partito armato, raffica di condanne alle spalle, è semilibero da un bel pezzo. Lavora stabilmente alla coop 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale intorno a cui gravitano vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Bruno Seghetti e Cecilia Massara.
Geraldina Colotti. Militante delle Ucc, ex insegnante di filosofia, ferita in un conflitto a fuoco nel gennaio del 1987, è in semilibertà e dal 1999 ha lavorato alla coop romana 32 dicembre, oggi è impiegata al quotidiano Il Manifesto.
Anna Cotone. Ex bierre del feroce Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell'ex assessore dc Ciro Cirillo, arrestata nel 1982, in semilibertà da anni, lavora dal 2002 nella segreteria politica dell'europarlamentare di Rifondazione comunista, Luisa Morgantini.
Renato Curcio. Fondatore e ideologo delle Br, gira l'Italia facendo conferenze in scuole, università, consigli comunali, presenta i suoi libri ai festival dei partiti. In tv, sulla berlusconiana Canale 5, è arrivato a dire che le vittime degli anni 70 sono i suoi compagni di lotta morti sul campo. Da dieci anni è a capo della coop editoriale «Sensibili alle foglie» che si occupa di studi sulla lotta armata, carcere e droga, tema quest'ultimo cavalcato da don Gallo, il parroco antagonista di Genova, che ha presentato il libro edito da Curcio insieme a Dario Fo. Condannato a 30 anni, ne ha scontati 24, è semilibero dal 1993.
Roberto Del Bello. Ex brigatista della colonna veneta, condannato a 4 anni e 7 mesi per banda armata, oggi lavora al Viminale come segretario particolare di Francesco Bonato, sottosegretario agli Interni per Rifondazione comunista.
Sergio D'Elia. Dirigente di Prima linea, sconta 12 anni di carcere. Liberato e ottenuta la riabilitazione, entra nel partito radicale. Nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista della Rosa nel Pugno e diventa segretario d'aula di Montecitorio. Fra polemiche e proteste.
Alessandra De Luca. Anche lei brigatista nel processo Moro, è in semilibertà da tempo. È stata candidata col partito di Bertinotti alle regionali del Lazio, ma non ce l'ha fatta.
Adriana Faranda. Fa parte della direzione strategica delle Br, aderisce presto alla «dissociazione» guadagnando la libertà. Viene rilasciata nel 1990 e affidata all'opera di don Calabria dove lavora al computer. Scrive libri, ha fatto la fotografa. Finisce al Costanzo Show, e sono polemiche infinite.
Enzo Fontana. Militante del GAP, oggi scrittore di successo e studioso di Dante Alighieri, ha lavorato alla "Bottega Creativa" della Caritas.
Diego Forastieri. Insieme ad altri ex detenuti è attivo nel non-profit attraverso la cooperativa sociale di prodotti biologici «Arete». Guerrigliero di Prima linea, incassa una condanna a 30 anni nel 1983, dopo 3 anni di latitanza, ora è libero.
Alberto Franceschini. Fondatore con Curcio delle Brigate rosse, nel 1983 si dissocia. Oggi lavora a Roma con la Braghetti all'associazione per detenuti «Ora d'Aria». Condannato a più di 50 anni di galera, esce dal penitenziario dopo soli 17 anni di reclusione. Scrive libri, partecipa a conferenze.
Prospero Gallinari. Membro del commando che sparò alla scorta di Moro in via Fani, responsabile della «prigione del popolo», è libero da tantissimi anni per problemi di cuore.
Claudia Gioia. Primula rossa delle Unità Comuniste Combattenti subisce una sentenza a 28 anni di prigione per il delitto del generale Giorgieri e per il ferimento dell'economista Da Empoli. È in libertà condizionale dal gennaio 2005. Nel 1991 finisce intercettata mentre parla, in cella, col br Melorio di un tentativo di ricostituzione delle Ucc.
Eugenio Pio Ghignoni. Brigatista coinvolto e condannato nel processo Moro, è il responsabile della Direzione Affari Generali dell'Università Roma Tre, cura la sicurezza...
Maurizio Jannelli. Già capocolonna romano delle Br, ergastolo per vari crimini (tra cui la strage di via Fani) ha lavorato alla Rai come autore a partire dal 1999. Per il Tg3 ha seguito «Il mestiere di vivere», «Diario Italiano», «Residence Bastogi», fa parte dello staff della trasmissione sportiva «Sfide». Ha scritto «Princesa», libro su un transessuale suicida. Dal 2003 è in condizionale.
Paolo Klun. Esponente di Prima linea, ha fondato a Bologna il giornale di strada " Piazza Grande", che dà voce agli emarginati e ai senza fissa dimora.
Natalia Ligas. Nome di battaglia «Angela», la dura delle Br-Partito Guerriglia che partecipò al massacro di piazza Nicosia a Roma, ergastolana, permessi premio a partire dal 1998, dal 2000 è semi-libera nonostante non si sia mai dissociata.
Maurizio Locusta. Partecipa al delitto Giorgieri (24 anni di pena), viene estradato dalla Francia nel marzo 1988, dopo qualche anno esce ed è assunto alla fondazione Lelio Basso-Issoco come «assistente di sala consultazione».
Francesco Maietta. Ex militante delle Ucc, condanne pesantissime, lavora part time in un ente importante dal 1990. Si è sposato nel 1998 a Ostia con una ragazza della Caritas. Tra gli invitati, il presidente emerito Francesco Cossiga.
Nadia Mantovani. Dissociata, condannata a 20 anni per appartenenza alle Br, ottiene la condizionale a gennaio '93 quando sconta due terzi della pena. Ex fidanzata di Renato Curcio, è tra le fondatrici dell'associazione per il reinserimento dei detenuti «Verso Casa». Il 23 agosto 2004 la sua performance sugli anni di piombo al meeting di Rimini ha riscosso molto successo tra il pubblico di Cl.
Corrado Marcetti. Ex di Prima linea, oggi è direttore della Fondazione Michelucci a Fiesole.
GIUSEPPE MEMEO Esponente di "Autonomia operaia", condannato per l’omicidio del poliziotto Antonino Custrà, oggi lavora a "Poiesis" il centro per la cura dell’AIDS.
Mario Moretti. Il numero uno delle Br, leader della direzione strategica, partecipa al sequestro Moro, dopo 17 anni di carcere, 9 di clandestinità e 6 ergastoli, nel 1994 ottiene il permesso di andare alla Scala. Una volta fuori, in lavoro esterno, si occupa di volontariato. Esperto di informatica partecipa alla fondazione della Cooperativa Spes composta da ex irriducibili dissociati. La coop ottiene vari contributi, anche dalla Regione Lombardia, insieme all'associazione «Geometrie variabili» cerca «forme di lavoro non alienanti per i detenuti». Scrive libri.
Valerio Morucci. L'ex postino delle Br durante i 55 giorni del caso Moro, scontati 17 anni di prigione, dissociato, è libero. Autore di libri di successo (l'ultimo, «La peggio gioventù») vincitori di premi letterari con «Il collezionista» (la VI edizione di «Esperienze in giallo») lavora come consulente informatico.
Roberto Ognibene. Gode dei benefici dovuti alla legge sui dissociati e lavora come impiegato al Comune di Bologna.
Ave Maria Petricola. Quest'anno la Provincia di Roma ha assunto quest'ex pentita brigatista, nome ricorrente al processo Moro, come responsabile del centro di Torre Angela, VII municipio della Capitale, che trova lavoro ai disoccupati. Amnistiata nel 1987, nel 2004 la ritroviamo nella lista degli assistenti sociali regionali.
Remo Pancelli. Killer dell'ala militarista delle Br «Colonna 28 marzo», l'ex dipendente delle Poste del sequestro D'Urso, viene bloccato dai carabinieri il 7 giugno del 1982. Pluricondannato, è inserito in una coop sociale (che ha ospitato altri ex terroristi rossi).
Francesco Piccioni. ex BR è impiegato al quotidiano Il Manifesto.
Marco Pinna. Soldato della colonna sarda delle Br, è vicepresidente della coop ambientale «Ecotopia».
Susanna Ronconi. Storica figura del troncone toscano di Prima Linea, lavora al Gruppo Abele di Torino dove ha la responsabilità delle cosiddette «Unità di strada». Nel 1987 guadagna il primo permesso-premio per la sua dissociazione. È stata consulente di Asl e Comuni del nord Italia, collabora alla pubblicazione del «Rapporto sui diritti globali» a cura dell'associazione Informazione&Società per la Cgil Nazionale. Un'interrogazione di Gasparri (An) e Giovanardi (Ccd) la segnalano come beneficiaria di una consulenza da parte dell'allora ministro Livia Turco.
Sergio Segio. Comandante militare di "Prima linea" e ideologo della dissociazione, oggi lavora nel gruppo Abele di don Luigi Ciotti.
Giorgio Semeria. Membro del nucleo storico delle Brigate Rosse, è stato a lungo volontario presso il carcere di San Vittore a Milano.
Giovanni Senzani. Il «criminologo» delle Br-Partito Guerriglia, irriducibile fino al midollo, già sospettato di essere il Grande Vecchio del sequestro Moro, ergastolano per l'omicidio del fratello del pentito Patrizio Peci, esce nel 1999 in semilibertà ma un anno dopo è dietro la scrivania di un centro di documentazione della Regione Toscana denominato «Cultura della legalità democratica» e inserito nel progetto Informa carcere. Nel 2001 si è scoperto che il centro poteva clonare tutti gli atti, anche quelli segreti, della commissione parlamentare sulle stragi. È coordinatore della casa editrice di sinistra Edizioni Battaglia.
Marco Solimano. Ex di Prima linea, oggi è consigliere dei Ds al Comune di Livorno. Da circa dieci anni è assistente volontario al carcere di Livorno come responsabile Arci.
Nicola Solimano. Ex di Prima linea, condannato a 22 anni lavora alla Fondazione Michelucci di Fiesole, costituita nel 1982 dalla Regione Toscana e dai Comuni di Pistoia e Fiesole. È stato consulente della Regione Toscana per la nuova legge a tutela dei popoli Rom e Sinti e fra i coordinatori di un campus internazionale nell'ambito dell'iniziativa regionale Porto Franco, per conto dell'Assessorato alla cultura della Regione Toscana.
ETTORINA ZACCHEO. Esponente della Formazione Comunisti combattenti lavora presso la "Comunità nuova" di don Gino Riboldi.
E come ultima entrée ecco: Fabio Matteini, brigatista rosso accusato di banda armata e associazione con finalità di terrorismo, noto con il nome di battaglia “compagno Antonio” che avrebbe avuto il compito di reclutare nuove leve da avviare alla lotta armata, ma per lui sono bastati 20 giorni di carcere perché un giudice decidesse che non c’erano elementi sufficienti per tenerlo dietro le sbarre, l’importante è che sia stato obbligato a restare in Italia… vuoi mai che mano d’opera preziosa sfugga a questa maggioranza? Ora stiamo a vedere a quale incarico verrà destinato.
N.D.R. quest’elenco è per la gran parte stato tratto da Il Giornale DEL 4/11/2006 a firma Gian Marco Chiocci e Stefano Zurlo - con un articolo dal titolo: Liberi e pagati dallo Stato: la dura vita degli ex brigatisti. Lavorano in associazioni finanziate dagli enti locali, collaborano con deputati. Alcuni si sono anche candidati alle elezioni e D’Elia è ai vertici della Camera.
Un’altra parte è stata tratta dal sito Informagiovani
Sul sito “Cosacchi a San Pietro” è possibile leggere questo pungente articolo: Offresi lavoro prestigioso, astenersi privi di esperienza terroristica
Adriana Bolchini Gaigher
O.D.D.I.I.
dantes76
25-02-2007, 13:30
I magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale (vedi voce giurisdizione), che amministrano in nome del popolo.
Wikipedia
Il governo è l'organo situato a vertice dell'amministrazione dello Stato. Esercita l'iniziativa legislativa (art. 71 cost.), può richiedere il passaggio in aula (e non in commissione) di proposte di legge (art. 72 cost.), emana leggi delegate (art. 76) e decreti legge (art. 77)
Wikipedia
.
DonaldDuck
25-02-2007, 13:35
Quindi?
dantes76
25-02-2007, 13:38
Quindi?
"Leggi" cambiarle; naturalmente se fosse veramente un interesse, evitare che alcuni elementi possano ritornare nocivi, o godere di alcune liberta'.....
ma siccome e' pura demagogia, fa comodo non cambiarle
"Leggi" cambiarle; naturalmente se fosse veramente un interesse, evitare che alcuni elementi possano ritornare nocivi, o godere di alcune liberta'.....
ma siccome e' pura demagogia, fa comodo non cambiarle
anche perchè se la godono tutti quanti..e donald posta su curcio, ma si potrebbe postare su tanti...
dantes76
25-02-2007, 13:43
anche perchè se la godono tutti quanti..e donald posta su curcio, ma si potrebbe postare su tanti...
potrei rispondere sempre alla stessa maniera, io per esempio chiedo: dopo l'uccisione del Dott Biagi, quale legge e' stata cambiata strutturalmente per punire con maggior efficacia movimenti eversivi? nessuna......
potrei rispondere sempre alla stessa maniera, io per esempio chiedo: dopo l'uccisione del Dott Biagi, quale legge e' stata cambiata strutturalmente per punire con maggior efficacia movimenti eversivi? nessuna......
eppure al governo se non sbaglio c'era...
dantes76
25-02-2007, 13:50
eppure al governo se non sbaglio c'era...
Con una maggioranza da riforme....
ricordo sempre quando ci fu l'omicidio del piccolo Tommy, le parole dell'allora presidente del consiglio, che si soffermo' sul fatto che l'assassino, era uno che doveva stare in carcere, spalo' merda sulla magistratura, ma la risposta e' scontanta anche per chi ha la terza elementare..la magistratura amministra leggi, non le fa.....
si vuole combattere il crimine? si cambino le leggi, chi ha il potere di cambiare le leggi? la maggioranza del parlamento e del senato, che in quel preciso momento governano..
Con una maggioranza da riforme....
eppure, rifacendomi al da te chiesto "quale legge e' stata cambiata strutturalmente per punire con maggior efficacia movimenti eversivi"...ricordo solo leggi cambiate strutturalmente per punire con minore efficacia tanti altri reati...
certo mai come gli indultatori, però, leggendo il listone di quelli d'accordo con loro per il regalone di inizio legislatura ai criminali ci sono anche quelli che renato curcio..:read:
dantes76
25-02-2007, 13:57
eppure, rifacendomi al da te chiesto "quale legge e' stata cambiata strutturalmente per punire con maggior efficacia movimenti eversivi"...ricordo solo leggi cambiate strutturalmente per punire con minore efficacia tanti altri reati...
certo mai come gli indultatori, però, leggendo il listone di quelli d'accordo con loro per il regalone di inizio legislatura ai criminali ci sono anche quelli che renato curcio..:read:
Perche e' interesse difendere la propia ideologia, che sia rossa o nera non cambia, il fine e' quello, difendere la propia ideologia..
al posto di curcio ci potrebbe stare chiunque, indifferentemente il colore.. l'importante e' difendere il colore
Curcio dovrebbe stare 24/24 ore in isolamento, visto che ha rappresentato l'antistato, che fa lo stato per combattere l'antistato? indulta...
DonaldDuck
25-02-2007, 14:01
anche perchè se la godono tutti quanti..e donald posta su curcio, ma si potrebbe postare su tanti...
Nel frattempo postiamo su questi ;) .
DonaldDuck
25-02-2007, 14:02
"Leggi" cambiarle; naturalmente se fosse veramente un interesse, evitare che alcuni elementi possano ritornare nocivi, o godere di alcune liberta'.....
ma siccome e' pura demagogia, fa comodo non cambiarle
E sono d'accordo.
Nel frattempo postiamo su questi ;) .
se secondo te è utile...:rolleyes: le chiacchiere mie e di dantes erano tese a sottolineare il fatto che in realtà non c'è un reale interesse della politica di migliorare le cose..forse si dovrebbe postare su questo...
dantes76
25-02-2007, 14:26
Nel frattempo postiamo su questi ;) .
li puoi postare all'infinito, trarro' sempre le stesse valutazioni, non cambia niente
DonaldDuck
25-02-2007, 19:28
se secondo te è utile...:rolleyes: le chiacchiere mie e di dantes erano tese a sottolineare il fatto che in realtà non c'è un reale interesse della politica di migliorare le cose..forse si dovrebbe postare su questo...
Si, è molto utile. Dato che stavi per cadere in tentazione;)
anche perchè se la godono tutti quanti..e donald posta su curcio, ma si potrebbe postare su tanti...
DonaldDuck
25-02-2007, 19:30
li puoi postare all'infinito, trarro' sempre le stesse valutazioni, non cambia niente
Lo so.
qual è il senso di questo 3d?
qual è il senso di questo 3d?
nessuno...vogliamo aprire un thread con la biografia di ogni terrorista rosso/nero degli anni di piombo...
DonaldDuck
26-02-2007, 06:16
qual è il senso di questo 3d?
nessuno...vogliamo aprire un thread con la biografia di ogni terrorista rosso/nero degli anni di piombo...
Grazie dell'eminentissimo contributo :O. Comunque avete sbagliato entrambi.
P.S.
Se non c'è voglia di leggere o commentare nessuno vi costringe a farlo:O
Si, è molto utile. Dato che stavi per cadere in tentazione;)
è vero, la tentazione è grande quando è così facile controbattere.. :O
buon divertimento.
Grazie dell'eminentissimo contributo :O. Comunque avete sbagliato entrambi.
P.S.
Se non c'è voglia di leggere o commentare nessuno vi costringe a farlo:O
commentare cosa?
la storia degli anni di piombo?
o è solo propaganda da 4 soldi per buttare in caciara le discussioni politiche attuali?
mt_iceman
26-02-2007, 12:03
commentare cosa?
la storia degli anni di piombo?
o è solo propaganda da 4 soldi per buttare in caciara le discussioni politiche attuali?
veramente il signore in questione sarà ospite di un centro sociele a bologna in settimana.
veramente il signore in questione sarà ospite di un centro sociele a bologna in settimana.
chi donald duck?
:D :D :D :D :D
E allora? dov'è il problema?
ha ammessso le sue colpe
ha scontato la sua pena (20 anni, e lui personalmente non ha mai ucciso nessuno), e non ha piu commesso nessun reato dopo la scarcerazione
chi donald duck?
:D :D :D :D :D
E allora? dov'è il problema?
ha ammessso le sue colpe
ha scontato la sua pena (20 anni, e lui personalmente non ha mai ucciso nessuno), e non ha piu commesso nessun reato dopo la scarcerazione
il problema è la scarsa abitudine a vedere in giro gente che le sue pene le ha scontate...in fondo un pò li capisco...
DonaldDuck
26-02-2007, 12:36
il problema è la scarsa abitudine a vedere in giro gente che le sue pene le ha scontate...in fondo un pò li capisco...
Ex terroristi...
Ex terroristi...
mi spaventa di più un mafioso in attività che un ex-terrorista che s'è fatto quasi 30 anni di galera (quasi tutta la pena, cosa molto rara nell'italico stivale...)
Mi sono letto diligentemente tutto il thread per arrivare alla vostra stessa conclusione.....thread da cestino della spazzatura
DonaldDuck
26-02-2007, 12:46
mi spaventa di più un mafioso in attività che un ex-terrorista che s'è fatto quasi 30 anni di galera (quasi tutta la pena, cosa molto rara nell'italico stivale...)
Ex protagonisti di movimenti armati ( mica c'è solo Renato Curcio)...
P.S.
Attenzione al "si ma Berlusconi...";)
P.S.-2
C'è una recrudescenza in corso del fenomeno.
I mafiosi non sono armati?
Ex protagonisti di movimenti armati ( mica c'è solo Renato Curcio)...
P.S.
Attenzione al "si ma Berlusconi...";)
P.S.-2
C'è una recrudescenza in corso del fenomeno.
pensa che il fenomeno mafioso è felicemente alimentato da almeno 60 anni a questa parte...e quelli stai sicuro che non pagano...mai!
dantes76
26-02-2007, 13:11
veramente il signore in questione sarà ospite di un centro sociele a bologna in settimana.
questi?
http://www.webalice.it/genueffatiranno/Previti-fuma.jpg
http://blog.aruba.it/user/vincio/Doc/A/91a.jpg
"Leggi" cambiarle; naturalmente se fosse veramente un interesse, evitare che alcuni elementi possano ritornare nocivi, o godere di alcune liberta'.....
ma siccome e' pura demagogia, fa comodo non cambiarle
nomeutente
26-02-2007, 13:19
Mi pare di avere più volte chiesto di evitare questo genere di contrapposizioni del tutto sterili.
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.