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View Full Version : Scaramella parla per sei ore: c’è la mano di Putin


dantes76
28-12-2006, 16:08
Scaramella parla per sei ore: c’è la mano di Putin
Ma i pm non gli credono. Cibo speciale per l’ex consulente: si temono ancora avvelenamenti

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ROMA— Sei ore di interrogatorio per Mario Scaramella. E l’ex consulente della commissione Mitrokhin ha indicato un nome, quello di Vladimir Putin. Scaramella, spiegano i magistrati, non ha parlato di un mandante politico italiano, ma ha «espresso il timore» che dietro il progetto di eliminare Paolo Guzzanti e lui stesso ci fosse la mano del leader russo. Un’affermazione a cui gli inquirenti non danno peso («Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni...»), tant’è che l’accusa che lo ha portato in carcere resta la stessa: calunnia aggravata e continuata nei confronti dell’ex agente del Kgb Alexander Talik.
Scaramella già nelle settimane scorse, in alcune interviste, aveva puntato l’indice contro il presidente russo. Lo ha fatto a proposito degli omicidi dell’ex agente del Kgb Aleksandr Litvinenko, avvelenato dal polonio 210 mentre era a Londra, e della giornalista russa Anna Politkovskaya. Ma nell’inchiesta italiana Putin al momento non appare ufficialmente né come calunniato né, tantomeno, come la mente che avrebbe armato il braccio di Talik.
L’interrogatorio di garanzia del professore napoletano è durato dalle 12 a dopo le 18. Il primo ad arrivare a Regina Coeli è stato il difensore di Scaramella, l’avvocato Sergio Rastrelli, accolto da uno stuolo di taccuini, macchine fotografiche, telecamere. Poi è stata la volta del gip, Valerio Savio, e del pm, Pietro Saviotti. Alla fine è stato stilato un verbale- fiume che, almeno in apparenza, ha soddisfatto sia la procura, sia la difesa. «È stato un interrogatorio lungo, serio e collaborativo », ha sottolineato Rastrelli. «Il quadro accusatorio si è rafforzato - ha ribattuto il pm, appena tornato in ufficio, a piazzale Clodio -. Le risposte fornite da Scaramella hanno confermato quanto era oggetto di contestazione. Ritengo di aver acquisito buoni elementi su cui lavorare».
Il professore, giudice onorario a Ischia, avrebbe respinto l’accusa di «infedeltà» nei confronti della commissione Mitrokhin. Come aveva anticipato il suo legale, sembra abbia poi insistito sul fatto di aver rispettato l’incarico che gli era stato conferito. E anche sugli attentati, che la procura giudica costruiti a tavolino, non avrebbe fatto marcia indietro: avrebbe anzi indicato i nomi dei suoi informatori, personaggi legati al Kgb e ai servizi segreti ucraini. Al termine dell’interrogatorio Rastrelli ha annunciato che presenterà una memoria scritta e nuovi documenti a sostegno della tesi difensiva. Poi ha chiesto per Scaramella gli arresti domiciliari. Sull’istanza il gip dovrà decidere entro cinque giorni,ma ilpmha già espresso parere contrario.
Finito il faccia a faccia con i magistrati l’ex consulente è stato ricondotto nella cella dove si trova dal 24 dicembre, quando la Digos di Roma lo ha arrestato all’aeroporto di Capodichino, a Napoli. Scaramella è rinchiuso nella settima sezione di Regina Coeli, in isolamento. Il cibo non è quello degli altri detenuti: lo riceve separatamente, una misura che viene adottata nei casi in cui si teme che l’indagato possa essere avvelenato.
Ieri anche la procura di Bologna ha annunciato di voler interrogare il professore, indagato per false informazioni al pm (nel capoluogo campano lo è per traffico illecito di rifiuti). E il 16 gennaio, a Teramo, ci sarà un’udienza che potrebbe fornire qualche elemento in più per dipanare l’intrigo: il tribunale ascolterà come testimoni i poliziotti del commissariato Dante che nel 2005, a Napoli, ricevettero la denuncia di Scaramella sulle due granate «Rpg» poi ritrovate a Mosciano Sant’Angelo, nel teramano. Nella stessa seduta una perizia dovrebbe rivelare chi erano gli interlocutori dell’ucraino Volodymyr Stakhurkyy, arrestato per il trasporto degli ordigni. Armi che, secondo il consulente della commissione Mitrokhin, dovevano servire per uccidere Guzzanti.

Lavinia Di Gianvito
28 dicembre 2006

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/28/digianvito.shtml

dantes76
28-12-2006, 16:10
Vaglielo a dire a silvio... povero guzzanti...

sander4
28-12-2006, 16:13
certo che questi consulenti sono proprio creativi nelle loro "storie" :rotfl: :asd: :sofico:

dantes76
28-12-2006, 16:16
Prevedo qualche altro svenimento.. :asd:

Matrixbob
28-12-2006, 16:57
Spero che chi lo ha interrogato sia riuscito a rimanere serio, perchè io a casa non riesco tanto a trattenere i sorrisi.

Può darsi che sia vero tutto quello che dice, ma potrbbero anche essere :sofico: ... anzi, molto probabilmente.

luigiaratamigi
28-12-2006, 17:08
Scaramella parla per sei ore: c’è la mano di Putin

Impossibile!!!
L'amico Vladimir è un "campione di democrazia"(cit.)

Leron
28-12-2006, 17:39
da uno che falsifica pure il proprio curriculum non mi sarei aspettato di meglio

DonaldDuck
28-12-2006, 18:05
Prevedo qualche altro svenimento.. :asd:
Tipo quello a cui mezza sezione politica non credeva e che invece si è rivelato autentico (ablazione ed impianto di pace-maker)?

Ferdy78
28-12-2006, 19:03
certo che questi consulenti sono proprio creativi nelle loro "storie" :rotfl: :asd: :sofico:

Ciò non toglie che Putin, in qualche maniera abbia messo le sue meningi :) :muro:

Leron
28-12-2006, 19:28
Ciò non toglie che Putin, in qualche maniera abbia messo le sue meningi :) :muro:
gli esperti dicono che ci siano sospetti anche su Wanna Marchi :O

:D

dantes76
28-12-2006, 19:30
Tipo quello a cui mezza sezione politica non credeva e che invece si è rivelato autentico (ablazione ed impianto di pace-maker)?

si tipo quello, magari anticipato, dicendo: " Sono un vecchietto[...]sono debole di cuore[..]

LittleLux
28-12-2006, 19:40
Tipo quello a cui mezza sezione politica non credeva e che invece si è rivelato autentico (ablazione ed impianto di pace-maker)?

eddai paperino...adesso ti metti a difendere pure caramella? :mc:

DonaldDuck
28-12-2006, 19:42
si tipo quello, magari anticipato, dicendo: " Sono un vecchietto[...]sono debole di cuore[..]
Allora avevo inteso bene. E' una risposta molto indicativa.

dantes76
28-12-2006, 19:48
Allora avevo inteso bene. E' una risposta molto indicativa.

chi sara' mai il politico di cui parla scaramella?

LittleLux
28-12-2006, 19:54
chi sara' mai il politico di cui parla scaramella?

Pippo? :fagiano:

dantes76
28-12-2006, 19:56
Pippo? :fagiano:

no, che dici, sara' prodi, che ha ordinato un autodossier, su se stesso... magari in nome di un amicizia segreta con guzzanti...:asd:

Fabiaccio
28-12-2006, 19:58
Grande Igor Marini, facci di nuovo sognare :D



eh? come dite?



Ah non è Marini ma è Scaramella?



Ah capisco :stordita:

DonaldDuck
28-12-2006, 20:03
Anche lui sbadiglia (non per il sonno) :D

http://img161.imageshack.us/img161/1116/sbad12b334x500yf3.jpg

dantes76
28-12-2006, 20:17
Anche lui sbadiglia (non per il sonno) :D

http://img161.imageshack.us/img161/1116/sbad12b334x500yf3.jpg

c'e chi sbadiglia( e' tranquillo, e soddisfatto..vedi come si stringe le mani).. c'e chi stara' facendo scorta di questa..[una bella via a scaramella!!!!! via scaramella 210]

http://www.comparestoreprices.co.uk/images/im/imodium-capsules-12x.jpg

Fabiaccio
28-12-2006, 22:39
ma che fine ha fatto tra l'altro il quantitativo di plutonio210 3 volte la quantità mortale? :confused: :mc:

che teste attendibileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee :sofico: :sofico: :sofico:

DonaldDuck
28-12-2006, 22:41
c'e chi sbadiglia( e' tranquillo, e soddisfatto..vedi come si stringe le mani).. c'e chi stara' facendo scorta di questa..
CUT

Dici? I boomerang se lanciati bene tornano indietro e se taglienti (come in questo caso) fanno male. Se lanciati male...beh...fanno male lo stesso, tipo il DVD sui brogli ;). Io farei attenzione a dove si va a parare. Se prove non ne ha trovate (sul personaggio tranquillo e che sbadiglia) si va ad indagare in una zona di sabbie mobili.
[una bella via a scaramella!!!!! via scaramella 210]
Se proprio vuole...chi glielo impedisce?

dantes76
28-12-2006, 22:49
Dici? I boomerang se lanciati bene tornano indietro e se taglienti (come in questo caso) fanno male. Se lanciati male...beh...fanno male lo stesso, tipo il DVD sui brogli ;). Io farei attenzione a dove si va a parare. Se prove non ne ha trovate (sul personaggio tranquillo e che sbadiglia) si va ad indagare in una zona di sabbie mobili.

Se proprio vuole...chi glielo impedisce?

per le sabbie mobili...sinceramente , il vento non mi fa pendere, da nessuna parte...

Per lo sbadiglio :asd:


E somiglia molto all’orgasmo
Lo sbadiglio? È un vero piacere
Su «Ok Salute» una ricerca Usa: è a 8,5 punti su una scala
che misura il benessere da 1 a 10

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/28/sbadiglio.shtml

Leron
28-12-2006, 22:54
lettura interessante

http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Scaramella

sarà pure di parte ma fa un bel quadretto

DonaldDuck
28-12-2006, 22:58
Per lo sbadiglio :asd:


E somiglia molto all’orgasmo
Lo sbadiglio? È un vero piacere
Su «Ok Salute» una ricerca Usa: è a 8,5 punti su una scala
che misura il benessere da 1 a 10

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/28/sbadiglio.shtml
L'importante allora è chi sbadiglierà per ultimo :D. Scommetti ;)?

dantes76
28-12-2006, 23:00
Dal quotidiano Metropolis

VI RACCONTO COME CI NASCONDONO LE NOTIZIE

Torino. Una strepitosa vignetta di Altan di qualche anno fa riassume cinicamente il problema. Redazione di un quotidiano, un caposervizio rampogna un giornalista chino sulla macchina da scrivere: “Mi raccomando, opinioni ben distinte dai fatti”. Ma il giornalista risponde con occhi smarriti: “Fatti? Quali fatti?”.

Marco Travaglio sulla questione ci ha scritto un libro: “La Scomparsa dei Fatti”, giunto in libreria a dicembre (Edizioni Il Saggiatore – 15 euro, 300 pagine). Sottotitolo perfido: “Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni”.

Travaglio ci racconta lo stato dell’informazione in Italia: priva di contenuti, o peggio, dai contenuti revisionisti. Spesso venduta al potente di turno. O al padrone unico della televisione. Produttrice di bufale. Spesso corrotta e menzognera. Coi giornalisti che pur di avere l’intervista esclusiva al personaggio in vista del momento, concordano con lui la rinuncia a fargli domande scomode. E i lettori e i telespettatori vittime di un sistema che non ha uguali nel resto del mondo.
Travaglio, i fatti sono scomparsi: chi li ha rapiti?
“Anzitutto quelli che avrebbero dovuto invece liberarli: i giornalisti e gli editori in concorso. Molto spesso, però, la colpa maggiore è del potere politico: molto più influente sull’informazione del singolo editore o del singolo giornalista”.
Dipenderà dal fatto che numerose testate dipendono dai contributi pubblici, altrimenti avrebbero difficoltà a vivere di sola edicola e pubblicità?
“Beh, io mio riferivo per lo più ai giornali che prendono finanziamenti dagli enti locali sulla base del loro livello di compiacenza, e ai giornalisti la cui carriera dipende dalla benevolenza di Berlusconi o del centrosinistra… La legge sul sostegno all’editoria invece non è un male per la qualità dell’informazione: lo diventa nel caso dei finti giornali di partito, una vergogna, ma per il resto è positiva perché mette riparo a un’anomalia tutta italiana: siamo l’unico paese dove la pubblicità televisiva è di gran lunga maggioritaria rispetto a quella della carta stampata. All’estero questo è impedito da leggi molto precise. Qui invece no: la politica non ha mai avuto il coraggio di imporre tetti alle tv, a Mediaset e al suo padrone”.
Nel libro fai nomi e cognomi di colleghi che hanno prodotto notizie false e tendenziose. Con certificato di falsità rilasciato da sentenze definitive di Tribunale. L’unico napoletano citato è Lino Jannuzzi.
“Naturalmente non lo cito in quanto napoletano, ma in quanto inquinatore di notizie. E’ uno dei simboli di un fenomeno fastidioso: quando un giornalista viene intimidito da querele miliardarie, subito sbuca la solidarietà di Jannuzzi in nome della libertà di stampa: “E’ vero, anche io sono un perseguitato”. Jannuzzi però omette di precisare che lui viene denunciato non perché dà notizie scomode, ma perché si inventa i fatti e sparge calunnie. A cominciare dal caso, che fa scuola, dell’articolo pubblicato su Panorama che riferiva di un incontro a Lugano tra alcuni magistrati (tra cui Ilda Boccassini e Carla Del Ponte, ndr) per architettare l’arresto di Berlusconi. Un articolo che ha provocato le proteste del Cdr, che ancora attende le prove promesse da Jannuzzi su quanto scritto. Al Tribunale che lo ha giudicato in sede civile lui le prove non le ha date, perché il fatto non è vero, tanto che la sentenza del 20 giugno 2005 ha condannato Panorama a risarcire la Boccassini con 12mila euro. Anche io ricevo un sacco di denunce. Ma non voglio avere nulla a che fare con le battaglie in garanzia della libertà di stampa fatte da questi signori. Io vengo denunciato perché racconto notizie od opinioni scomode, ma non mi sono mai inventato niente sapendo di inventare”.
E’ un’ironia della sorte il fatto che la commissione Mitrokhin, che si sta rivelando una fabbrica di bufale, sia stata presieduta da un giornalista, il senatore Paolo Guzzanti?
“L’atteggiamento di Guzzanti verso certe commissioni si poteva già rilevare da una sua intervista nel’aprile 2001 sul Giornale al sedicente dottor Favaro, alias Zagami, che riferì di 1500 miliardi di tangenti su Telekom Serbia in sacchi di juta trasportati da un aereo da Belgrado ad Atene… Lì Guzzanti fu il primo a fare, a freddo, i nomi di Dini, Prodi e Fassino. Cinque mesi prima di Igor Marini. Quando poi si scoprì che Zagami era un truffatore, invece di chiedere scusa Guzzanti disse di essere vittima di una trappola della sinistra…”.
Dal libro emerge una specie di rassegnazione: sembra quasi che abbiano vinto loro, i rapitori dei fatti.
“Sono riusciti a esprimere un volume di fuoco difficilmente contrastabile. E nell’attuale legislatura non ci sono segni di discontinuità. La Rai è la stessa di prima, in mano ai partiti. Santoro è tornato, ma solo in virtù di una sentenza. I grandi leader rifiutano di essere ospiti da lui, perché Santoro è uno che non concorda preventivamente le domande, manda in onda reportage che espongono fatti e sui quali è impossibile fare un comizietto. Fortunatamente nella carta stampata e in qualche raro programma Tv qualcuno che sa fare il suo mestiere c’è: Bonini, D’Avanzo, Gomez, Bonazzi, Stella, la Gabanelli, la rivista Diario. Ma in televisione passa esattamente il contrario, un messaggio demenziale in cui ogni fatto viene smontato e diventa un opinione”.

Vincenzo Iurillo

http://www.positanonews.it/menu/default.asp?id=3816

dantes76
28-12-2006, 23:01
L'importante allora è chi sbadiglierà per ultimo :D. Scommetti ;)?

mi ripeto...le sabbie mobili, non sono un ostacolo, non e' ,che perche prodi, potrebbe essere insabbiato dentro, per me cambi qualcosa... chi ha detto Sansone e filistei?

DonaldDuck
28-12-2006, 23:11
Dal quotidiano Metropolis
CUT

Ah il mitico travaglio, il nobile cavaliere, l'oracolo infallibile finalmente è stato evocato :D. E lui puntuale si materializza.

IpseDixit
28-12-2006, 23:34
Scaramella il personaggio dell'anno :asd:

Kharonte85
29-12-2006, 00:04
Scaramella
http://www.faccinebuffe.it/smile/omini/omini15.gif ho come l'impressione che le spari grosse...cmq vedremo...

Ma solo a me viene in mente lui?

http://www.suckadelic.com/images/page%20elements/SuperVillains%20files/snapshots/gargamel.jpg

Oppure è il mio cervello che fa associazioni assurde...:asd:

DonaldDuck
29-12-2006, 08:09
Il dossier Mitrokhin
http://www.repubblica.it/online/dossier/indice/indice/indice.html

sander4
29-12-2006, 08:13
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/spia-avvelenata-3/falsa-mail/falsa-mail.html

Nel messaggio, il consulente della Mitrokhin invita il russo
a firmare il documento da lui redatto. Le conferme ai magistrati
Quell'e-mail a Litvinenko
che ora incastra Scaramella
E' la prova del falso sul progetto di attentato a Guzzanti


Una e-mail inviata nel dicembre 2005 da Mario Scaramella all'ex colonnello del Kgb Aleksandr Litvinenko documenta l'infedeltà istituzionale dell'ex consulente della commissione Mitrokhin. Lo indica come il fabricator del falso che verrà utilizzato per accreditare artificiosamente l'esistenza di un "mandante politico" (sin qui rimasto innominato) di un "progetto di aggressione con armi non convenzionali" contro se stesso e il presidente della commissione, il senatore Paolo Guzzanti (un progetto - è oggi dimostrato - calunniosamente attribuito a dei cittadini ucraini).

La e-mail (intercettata un anno fa dalla squadra mobile di Napoli e oggi agli atti della Procura di Roma) conferma il metodo di lavoro del "professore" napoletano, ne svela nitidamente obiettivi ed esiti: guadagnare del credito nei confronti della commissione, dissimulare le proprie mosse abusive, offrire un argomento che, a partire da quel dicembre 2005, il senatore Guzzanti spenderà pubblicamente e che, il 9 ottobre, ripeterà nell'aula del tribunale di Teramo, dove tutt'oggi si celebra il processo ai suoi immaginari sicari: "Scaramella ha redatto un rapporto segretato che costituisce il quadro politico e pure criminale, se vogliamo, di questa e altre vicende. Questo rapporto è custodito in una cassaforte del Parlamento ed è stato redatto, insieme, dal dottor Agostino Cordova e dal professor Scaramella. Contiene informazioni compromettenti per un personaggio politico circa il possibile attentato".

La mail, dunque. Nel dicembre 2005, Scaramella ha già precostituito il posticcio quadro di accuse che deve puntellare la frottola del progetto di attentato. A metà ottobre, ha fatto arrestare quattro ucraini a Teramo (la polizia li sorprende su un furgone proveniente dall'Ucraina con due granate). Un quinto, Alexandr Talik (ex agente dei servizi russi, da tempo riparato a Napoli), lo denuncia come organizzatore del plot. Ma tutto questo non basta. Scaramella scrive a Litvinenko.

La sua mail (che non immagina intercettata) contiene un allegato. E' un testo scritto in prima persona in cui - riferiscono fonti investigative - si traccia un confuso quadro internazionale che tiene insieme la guerra di Putin in Cecenia, la mafia e i servizi segreti ucraini, il Kgb. Che contiene le "ragioni politiche" per le quali è stata decisa l'eliminazione fisica del "presidente della Mitrokhin (Guzzanti), del suo consulente (Scaramella), dei suoi interpreti", condannati a morte per il lavoro di indagine che hanno condotto. Il testo allegato alla mail è scritto da Scaramella, ma non è lui che ne deve assumere la paternità. Nella lettera a Litvinenko, l'allora consulente invita infatti il russo a stampare quel documento, a firmarlo, ad assumere l'esclusiva responsabilità delle informazioni che contiene e per questo gli raccomanda di inviarlo personalmente a Roma, agli uffici della Commissione Mitrokhin. Contemporaneamente, Scaramella contatta telefonicamente Maxim Litvinenko, chiedendogli di stare addosso al fratello Alexandr. Di fargli firmare quel che c'è da firmare e di non far uscire per nessun motivo il nome "Scaramella" in questa storia. E' l'ulteriore prova dell'imbroglio. Che, come la e-mail, finisce in un brogliaccio di intercettazioni.
Il falso costruito con Litvinenko nel dicembre 2005 fiorisce e trova la strada di San Macuto, sede della commissione. Ve n'è traccia nei documenti che il pubblico ministero di Roma ha acquisito al Senato. Nel gennaio 2006, in una nota all'ufficio di Presidenza, Mario Scaramella fa riferimento al pericolo che incombe sulla sua vita e su quella del presidente Guzzanti, sul contesto politico in cui la minaccia si alimenta e, nel farlo, cita espressamente quale autorevole fonte di questa circostanza il "documento in atti" fatto pervenire autografo da Alekandr Litvinenko. Ma che di Litvinenko - lo abbiamo visto - ha soltanto la firma.

Mercoledì, a Regina Coeli, durante l'interrogatorio, quando il pubblico ministero Pietro Saviotti gli ha contestato questa prova documentale, Scaramella ha farfugliato. Il copione che aveva preparato prevedeva che gli stessi argomenti e lo "scenario" contenuti in quel falso del dicembre 2005 (Putin e la Cecenia, il Kgb, la mafia e i Servizi ucraini sullo sfondo di un progetto di attentato), l'autorevolezza della fonte cui erano stati fatti fraudolentemente accreditare (Litvinenko), potessero essere nuovamente spesi per avvolgere in una cortina di fumo le responsabilità delle sue mosse abusive. Voleva giocare su un terreno che gli è familiare, che ha e continua ad avere una eco pubblica nelle dichiarazioni del senatore Guzzanti. Non c'è riuscito. Ha dovuto spiegare la storia di quella mail a Londra. Ne è uscita una storia che sta in piedi come un sacco vuoto. Scaramella ha ammesso di essere lui l'autore del documento spedito a Litvinenko, ma di averlo fatto rielaborando una bozza che lo stesso Litvinenko gli aveva fatto avere tempo prima. Di aver quindi telefonato al fratello Maxim, preoccupato che questo suo "innocuo" intervento di "correttore", potesse, se rivelato, metterlo in imbarazzo. Va da sé che di quella fantomitaca "bozza" non esiste, né è mai stata trovata traccia.

Del resto, la difficoltà di Scaramella nel trovare in solitudine argomenti plausibili che lo smarchino dalla costruzione del falso ad uso politico consegnato alla Mitrokhin, non incrocia soltanto la storia della e-mail. Durante l'interrogatorio, l'ex consulente ha tentato, finché ha potuto, di tenere distinte le sue mosse abusive dalla figura del presidente della commissione (ha sostenuto, per esempio, di aver taciuto a Guzzanti i segnali che pure aveva ricevuto del venir meno del pericolo di attentato nei loro confronti). Almeno fino a quando un'insistita domanda del pm lo ha costretto ad afferrarsi al senatore Guzzanti. "Perché - è stato chiesto a Scaramella - lei non ha ritenuto opportuno portare in commissione Alexandr Litvinenko? Avrebbe potuto farlo, visto che il russo è stato a Roma almeno tre volte". Scaramella ha allora confermato i suoi incontri di Roma con il russo (in un caso, ha detto, informalmente a San Macuto), ma ha aggiunto che la decisione di non rendere "trasparente" la deposizione dell'ex colonnello del Kgb fu di Paolo Guzzanti, che l'avrebbe ritenuta "inopportuna": "Il Presidente riteneva che soltanto io e lui, che eravamo in una fase più avanzata di elaborazione dei dati raccolti, avremmo potuto apprezzare la rilevanza della testimonianza di Litvinenko. Ma che la stessa cosa non sarebbe valsa per il resto della commissione. Dunque, decise per il no".

(29 dicembre 2006)

Feric Jaggar
29-12-2006, 08:19
Scaramella parla per sei ore: c’è la mano di Putin

La mano di Putin, per ora è sicuramente solo sulla manetta del gas... per cui, vediamo di non farlo arrabbiare... :D

DonaldDuck
29-12-2006, 08:32
http://www.repubblica.it/online/fatti/kgbis/moro/moro.html

L'ex capo dello Stato: "Chi nella Dc
depistò Zaccagnigni?"

Kgb, Cossiga insiste
sul caso Moro


ROMA - Rifiutato? "Grazie a Dio". Anzi: "Liberato da un incubo". Francesco Cossiga da ieri sera commenta con queste parole i numerosi "no" all'ipotesi di una sua candidatura alla presidenza della Commissione che dovrebbe indagare sul dossier Mitrokhin. Malgrado il buonumore e le battute ironiche, l'ex capo dello Stato non interrompe comunque il suo lavorio sulle rivelazioni contenute nelle carte dell'ex spia del Kgb. Chi fu nella Dc, ai tempi del rapimento Moro, a favorire l'operazione di disinformazione ordita dal Kgb ai danni di Zaccagnini? Questa la domanda che Cossiga, intervistato questa mattina dall'agenzia di stampa Ansa, mette sul piatto.

Due i punti "chiave" del dossier, dice Cossiga, uno positivo e uno negativo. Quello positivo, "l'impegno del Pci contro il governo e il partito cecoslovacco perchè la smettessero di interferire con il terrorismo italiano. Quello negativo, "l'operazione di disinformazione della Dc di Zaccagnini sul caso Moro portata avanti dal Kgb. Mi chiedo con angoscia chi dell'entourage di Zaccagnini abbia potuto veicolare quelle informazioni, frutto della campagna di intossicazione e disinformazione del Kgb sul caso Moro, fin sullo scrittoio di Benigno Zaccagnini, e presentarglieli in modo tale che egli ne facesse, a quanto sembra, argomento di relazione al Consiglio nazionale della Dc".

E su questo aspetto del dossier Mitrokhin Francesco Cossiga chiede che vadano a fondo sia i magistrati che gli 007 italiani. "Si tratta dell'operazione di intossicazione e disinformazione più riuscita nel nostro Paese", aggiunge l'ex presidente della Repubblica, che conclude: "Per sapere chi ha veicolato quelle informazioni basta andare a vedere l'annuario della Dc dell'epoca".

(16 ottobre 1999)

DonaldDuck
29-12-2006, 08:35
http://www.repubblica.it/online/fatti/kgb/piccone/piccone.html

L'ira del Picconatore: "Non voglio una commissione
per prestarmi a giochi di ricatti"

"La verità sui segreti del Pci
o esco dalla maggioranza"


di ANTONELLO CAPORALE

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ROMA - "Il sì alla mia proposta è una truffa. A questo punto non me ne occupo più, esco e vado a teatro". Sono le otto di sera, Francesco Cossiga è a Milano e decide - dopo giorni di buffetti maligni sulle guance - di assestare a Massimo D'Alema il colpo del kappaò. Notificata anche attraverso una inserzione pubblicitaria sul "Corriere della Sera". Da tempo si sentiva il ronzìo dell'ex capo dello Stato intorno al governo, attenzione di cui il premier avrebbe volentieri fatto a meno. "Ho consigliato a quei ragazzi di palazzo Chigi...", diceva Cossiga, e sfotteva, riepilogando quotidianamente i colloqui inutili che, al telefono, aveva con Marco Minniti, il sottosegretario alla presidenza ("un ragazzotto elegante di Botteghe oscure"). Ho consigliato, diceva Cossiga, ma lui niente. "E' la terza volta che cerco di salvare i comunisti, l'ho fatto da ministro dell'Interno, poi da capo dello Stato, infine oggi, e loro continuano a distruggersi da soli. Hanno detto di sì alla commissione. Poi mi hanno mandato a dire che bisogna trovare un accordo sui contenuti. Vogliono un'inchiesta sulla guerra fredda. Gli ho risposto: ve la fate da soli".

Chi lo conosce bene assicura che Cossiga adesso vuol presentare il conto a D'Alema. Conto, inutile aggiungere, salato. "Non vogliono accettare una commissione che certifichi i soldi presi dall'Urss. Io li ho trattati da uguali, ma loro vogliono continuare a sentirsi diversi... Li ho mandati al diavolo, io quella proposta non l'accetto".

Per sempre al diavolo D'Alema, dunque? Oggi sapremo. Perchè stamane il presidente del Consiglio gli comunicherà che sì, va bene anche la commissione d'inchiesta linmitata ai finanziamenti sovietici, va bene discutere soltanto di comunisti e di spie, di Kgb e di Botteghe oscure, di Cossutta e dell'ambasciatore Rizhov. Sperando che finiscano questi orribili scricchiolii che turbano il sonno di troppi e allarmano i ministri come Guido Folloni, chiamati - a torto o a ragione - a lasciare per primi la poltrona quando Cossiga chiamerà. "Crisi? Nooo, secondo me Cossiga col suo pressing cerca giustamente di vederla davveroquesta commissione. Ho parlato con il presidente del Senato Mancino, in una settimana ce la dovremmo fare. Quando si accorgerà che si va avanti, e di corsa, comprenderà di aver ottenuto quello che voleva". Così dice, e così spera Folloni. La pace, dovesse essere davvero firmata, sarebbe comunque fragilissima, dopo che il senatore a vita ha deciso di processare il premier sulle pagine del Corriere della Sera, in uno spazio preso a pagamento. "Caro D'Alema, difendi la storia d'Italia altrimenti...", scrive la penna velenosa di Francesco Cossiga. Scrivila, altrimenti ti lascio al tuo destino. C'erano mille modi per comunicargli il messaggio. La fantasia cossighiana - sempre fertilissima - ha scelto la modalità più clamorosa, l'inserzione pubblicitaria, per esprimere il dissenso. Chi ha gli occhi, e soprattutto le orecchie allenate a riconoscere le intenzioni dietro anche alla più lineare delle mosse, si attende invece che il botto, la crisi di governo cioè, esploda nelle ore che seguiranno. "Se lo conosco un poco, credo che non ritornerà sui suoi passi - spiega per esempio Angelo Sanza, deputato classificato come fedelissimo - Altrimenti perchè ostentare così il suo dissenso? No la misura è colma, è proprio colma. D'Alema probabilmente dovrà fare a meno dei cossighiani. In termini numerici non è un problema, ma politicamente questo governo reggerà l'urto?". Attendere per capire, "perchè certo la parola fine non è stata scritta e se si rimangiano tutto è possibile che Cossiga sia costretto a ritornare sui suoi passi". Costretto, non voglioso di ritornarvi. Perché più passa il tempo e più Cossiga deve ascoltare i rimproveri di cardinali e grandi capitani d'impresa sulla sua scelta di far fuori Prodi e mettere sul trono D'Alema, "l'ex comunista".

A Milano - dove l'ex presidente della Repubblica da qualche giorno si trova - la convinzione di aver fatto "una frittata", come dice Sanza, si è ancora più radicata. Avrà sentito, forse anche da Cesare Romiti, le perplessità sul conto di D'Alema e l'invito a sganciare il carro dei moderati da quello di Botteghe oscure s'è fatto ancora più pressante. Anche l'ultimo dei dubbi è così svanito e Cossiga ha scritto il suo atto d'accusa. Lunghissimo, com'è nello stile: "Tu sei, diciamo anche per opera mia, il presidente del Consiglio ed hai il dovere di difendere e tutelare la storia d'Italia. Per questo io, pur se rappresento solo me stesso, faccio parte della tua maggioranza e ti ho finora sostenuto. Ma se sceglierai per un passato oscuro e inquietante, io sceglierò, e inviterò i miei amici a scegliere, per la dignità e l'orgoglio della Nazione".

D'Alema non tergiversi e non tenti di diluire la storia comunista nel calderone dei "misteri d' Italia". Confondere i nomi e la storia, avvicinare le spie del Kgb alle azioni di Gladio è l'ultima ingiuria. Gladio, appunto. Cossiga rivela di essere stato informato di un'inchiesta aperta su di lui dalla procura di Palermo relativa al suo ruolo in Gladio. Esistono - scrive - "minacce che in queste ore vengono portate a mia conoscenza da autorità istituzionali e da ambienti giornalistici oscenamente formulate con il sistema della mormorazione e dei sussurri". Cossiga sotto accusa "da sostituti procuratori ammalati di onnipotenza che sembrano star preparando uno dei soliti dossier pseudo- giudiziari", proprio quando D'Alema e Veltroni si adoperano per far confluire l'inchiesta sulle spie del Kgb nel fiume velenoso dei "misteri d'Italia"? "Caro presidente del Consiglio, nessuno, almeno non io, è fesso. Non voglio certo una commissione d' inchiesta per prestarmi a un gioco di ricatti e controricatti, di offerte e controfferte". Al Paese "serve la verità". E, caro D'Alema, il dossier Mitrokhin è, forse, il primo tomo di una lunga serie di dossier che da Mosca "eventualmente seguiranno". Il conto, dicevamo, è salato: "Se altri, comunisti e no, hanno tradito il paese non c'è niente da archiviare".

(14 ottobre 1999)

DonaldDuck
29-12-2006, 08:37
http://www.repubblica.it/online/fatti/kgbis/schiarita/schiarita.html

Il premier: "Anch'io voglio la verità sul caso Mitrokhin"
L'ex Picconatore: non faremo cadere il governo

Dossier Kgb, schiarita
tra D'Alema e Cossiga




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ROMA - "Caro presidente, caro Francesco Cossiga, il paese ha bisogno della verità, io voglio la verità. Questa è la condizione perchè si possa andare avanti con serenità. Inoltre, non ho nulla contro l'ipotesi che tu presieda la commissione d'inchiesta sul dossir Mitrokhin". Firmato Massimo D'Alema. Sono bastate queste parole, contenute in una lettera personale all'ex presidente della repubblica, a sancire la schiarita nella maggioranza sul caso Kgb. Poco prima, era stato Cossiga, che aveva già in mano la lettera del premier, ad annunciare la pace: "Mi considero padrino del governo, nel senso ecclesiastico del termine, non essendo siciliano...perchè dovrei farlo cadere?. Però ci sono degli interessi che sono del Paese e il Paese ha una sua dignità. Non è possibile che noi sappiamo, leggiamo, che ci sono delle spie ed altro e non capiamo che cosa c'è".

Toni ben diversi da quelli della lettera-inserzione al premier fatta pubblicare oggi dall'ex Picconatore sul Corriere della sera e anticipata ieri dalle agenzie di stampa. "La verità sui segreti del Pci, oppure ritireremo l'appoggio al governo" ammoniva in sostanza Cossiga, tra escursus storici e forti note di risentimento personale verso il premier e il suo partito. Un messaggio che il leader del Polo, Silvio Berlusconi, non ha esitato a definire "un avvertimento al governo, che peraltro è già finito". La smentita a Berlusconi è arrivata, oltre che dalla bocca di Cossiga, anche dal "suo" ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, che ha precisato di non provare alcun imbarazzo a stare al governo con gli ex comunisti. E ha aggiunto che il Sismi trasmetterà gli esiti della propria inchiesta sul dossier Mitrokhin alla costituenda commissione parlamentare. Commissione che sembra sempre più una realtà, dato che il Senato ha fatto sapere che metterà in calendario già la prossima settimana (forse mercoledì) la discussione del ddl Cossiga. Il quale, da parte sua, ha presentato un nuovo testo del decreto, che prevede per l'indagine una durata di sei mesi, e non più nove, come nella prima stesura. Anche questa modifica potrebbe far parte del ritrovato accordo tra il premier e l'ex Picconatore.

Nella lettera a Cossiga, il presidente del consiglio non ha rinunciato a ribadire alcuni punti d'orgoglio: "Se si considera che personalmente sono venuto a conoscenza dell'esistenza di queste carte solo ai primi di settembre, credo che tu possa convenire che nessuna accusa sia più ridicola ed infame di quella che con tanta pervicacia mi è stata rivolta di aver cercato di nascondere o occultare queste informazioni". Se a volte sono apparso in questi giorni infastidito dal riemergere di tematiche antiche già sviluppate, sfuocate o ambigue - scrive ancora D'Alema - ciò è accaduto solo per questo mio assillo: gli italiani hanno voglia di futuro, vogliono guardare avanti, raggiungere nuovi traguardi". E c'è anche lo spazio per una nota personale tra due amici-nemici: "Noi non ti abbiamo perseguitato, ma combattuto. E non starò qui a fare l'elenco delle bastonate che tu hai dato a noi nei lunghi anni trascorsi".

Il continuo "sparigliamento" delle carte tra i due protagonisti della polemica (e degli equilibri nella maggioranza) ha provocato, come sempre accade, pruriti di vario genere, in entrambi i Poli. Insofferenti i Democratici di Prodi, che mandano a dire per bocca di Rino Piscitello che "Cossiga è barocco nei toni, ma irrilevante nei numeri in parlamento". Nel centrodestra, invece, Gustavo Selva (An) risponde duro a chi aveva parlato di divisioni interne al Polo sul ruolo della commissione.

Dal fronte giudiziario, invece, si fa sentire il procuratore di Palermo, Pietro Grasso, che rassicura Cossiga: "Non c'è alcuna indagine su di lui tra i nostri fascicoli". Era stato lo stesso senatore a vita, nella sua lettera a D'Alema, a fare riferimento a un fascicolo palermitano sul caso Gladio. E il procuratore siciliano riprende quella lettera: "Queste voci servono soltanto ad alimentare dei giochi politici piu' grandi di noi. Senza alcun condizionamento la procura continuerà ad adempiere al dovere istituzionale di indagine sancito dalla Costituzione".

(14 ottobre 1999)

IpseDixit
29-12-2006, 09:04
Una e-mail inviata nel dicembre 2005 da Mario Scaramella all'ex colonnello del Kgb Aleksandr Litvinenko documenta l'infedeltà istituzionale dell'ex consulente della commissione Mitrokhin. Lo indica come il fabricator del falso che verrà utilizzato per accreditare artificiosamente l'esistenza di un "mandante politico" (sin qui rimasto innominato) di un "progetto di aggressione con armi non convenzionali" contro se stesso e il presidente della commissione, il senatore Paolo Guzzanti (un progetto - è oggi dimostrato - calunniosamente attribuito a dei cittadini ucraini).

La e-mail (intercettata un anno fa dalla squadra mobile di Napoli e oggi agli atti della Procura di Roma) conferma il metodo di lavoro del "professore" napoletano, ne svela nitidamente obiettivi ed esiti: guadagnare del credito nei confronti della commissione, dissimulare le proprie mosse abusive, offrire un argomento che, a partire da quel dicembre 2005, il senatore Guzzanti spenderà pubblicamente e che, il 9 ottobre, ripeterà nell'aula del tribunale di Teramo, dove tutt'oggi si celebra il processo ai suoi immaginari sicari: "Scaramella ha redatto un rapporto segretato che costituisce il quadro politico e pure criminale, se vogliamo, di questa e altre vicende. Questo rapporto è custodito in una cassaforte del Parlamento ed è stato redatto, insieme, dal dottor Agostino Cordova e dal professor Scaramella. Contiene informazioni compromettenti per un personaggio politico circa il possibile attentato".

La mail, dunque. Nel dicembre 2005, Scaramella ha già precostituito il posticcio quadro di accuse che deve puntellare la frottola del progetto di attentato. A metà ottobre, ha fatto arrestare quattro ucraini a Teramo (la polizia li sorprende su un furgone proveniente dall'Ucraina con due granate). Un quinto, Alexandr Talik (ex agente dei servizi russi, da tempo riparato a Napoli), lo denuncia come organizzatore del plot. Ma tutto questo non basta. Scaramella scrive a Litvinenko.

La sua mail (che non immagina intercettata) contiene un allegato. E' un testo scritto in prima persona in cui - riferiscono fonti investigative - si traccia un confuso quadro internazionale che tiene insieme la guerra di Putin in Cecenia, la mafia e i servizi segreti ucraini, il Kgb. Che contiene le "ragioni politiche" per le quali è stata decisa l'eliminazione fisica del "presidente della Mitrokhin (Guzzanti), del suo consulente (Scaramella), dei suoi interpreti", condannati a morte per il lavoro di indagine che hanno condotto. Il testo allegato alla mail è scritto da Scaramella, ma non è lui che ne deve assumere la paternità. Nella lettera a Litvinenko, l'allora consulente invita infatti il russo a stampare quel documento, a firmarlo, ad assumere l'esclusiva responsabilità delle informazioni che contiene e per questo gli raccomanda di inviarlo personalmente a Roma, agli uffici della Commissione Mitrokhin. Contemporaneamente, Scaramella contatta telefonicamente Maxim Litvinenko, chiedendogli di stare addosso al fratello Alexandr. Di fargli firmare quel che c'è da firmare e di non far uscire per nessun motivo il nome "Scaramella" in questa storia. E' l'ulteriore prova dell'imbroglio. Che, come la e-mail, finisce in un brogliaccio di intercettazioni.
Il falso costruito con Litvinenko nel dicembre 2005 fiorisce e trova la strada di San Macuto, sede della commissione. Ve n'è traccia nei documenti che il pubblico ministero di Roma ha acquisito al Senato. Nel gennaio 2006, in una nota all'ufficio di Presidenza, Mario Scaramella fa riferimento al pericolo che incombe sulla sua vita e su quella del presidente Guzzanti, sul contesto politico in cui la minaccia si alimenta e, nel farlo, cita espressamente quale autorevole fonte di questa circostanza il "documento in atti" fatto pervenire autografo da Alekandr Litvinenko. Ma che di Litvinenko - lo abbiamo visto - ha soltanto la firma.

Mercoledì, a Regina Coeli, durante l'interrogatorio, quando il pubblico ministero Pietro Saviotti gli ha contestato questa prova documentale, Scaramella ha farfugliato. Il copione che aveva preparato prevedeva che gli stessi argomenti e lo "scenario" contenuti in quel falso del dicembre 2005 (Putin e la Cecenia, il Kgb, la mafia e i Servizi ucraini sullo sfondo di un progetto di attentato), l'autorevolezza della fonte cui erano stati fatti fraudolentemente accreditare (Litvinenko), potessero essere nuovamente spesi per avvolgere in una cortina di fumo le responsabilità delle sue mosse abusive. Voleva giocare su un terreno che gli è familiare, che ha e continua ad avere una eco pubblica nelle dichiarazioni del senatore Guzzanti. Non c'è riuscito. Ha dovuto spiegare la storia di quella mail a Londra. Ne è uscita una storia che sta in piedi come un sacco vuoto. Scaramella ha ammesso di essere lui l'autore del documento spedito a Litvinenko, ma di averlo fatto rielaborando una bozza che lo stesso Litvinenko gli aveva fatto avere tempo prima. Di aver quindi telefonato al fratello Maxim, preoccupato che questo suo "innocuo" intervento di "correttore", potesse, se rivelato, metterlo in imbarazzo. Va da sé che di quella fantomitaca "bozza" non esiste, né è mai stata trovata traccia.

Del resto, la difficoltà di Scaramella nel trovare in solitudine argomenti plausibili che lo smarchino dalla costruzione del falso ad uso politico consegnato alla Mitrokhin, non incrocia soltanto la storia della e-mail. Durante l'interrogatorio, l'ex consulente ha tentato, finché ha potuto, di tenere distinte le sue mosse abusive dalla figura del presidente della commissione (ha sostenuto, per esempio, di aver taciuto a Guzzanti i segnali che pure aveva ricevuto del venir meno del pericolo di attentato nei loro confronti). Almeno fino a quando un'insistita domanda del pm lo ha costretto ad afferrarsi al senatore Guzzanti. "Perché - è stato chiesto a Scaramella - lei non ha ritenuto opportuno portare in commissione Alexandr Litvinenko? Avrebbe potuto farlo, visto che il russo è stato a Roma almeno tre volte". Scaramella ha allora confermato i suoi incontri di Roma con il russo (in un caso, ha detto, informalmente a San Macuto), ma ha aggiunto che la decisione di non rendere "trasparente" la deposizione dell'ex colonnello del Kgb fu di Paolo Guzzanti, che l'avrebbe ritenuta "inopportuna": "Il Presidente riteneva che soltanto io e lui, che eravamo in una fase più avanzata di elaborazione dei dati raccolti, avremmo potuto apprezzare la rilevanza della testimonianza di Litvinenko. Ma che la stessa cosa non sarebbe valsa per il resto della commissione. Dunque, decise per il no".

(29 dicembre 2006)
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/spia-avvelenata-3/falsa-mail/falsa-mail.html

DonaldDuck
29-12-2006, 09:10
CUT

Fotocopia del post di sander4 ;)

Fabiaccio
29-12-2006, 17:09
per me uno che si presenta, ha (da sue dichiarazioni) un quantitativo di plutonio210 superiore al triplo del quantitativo mortale nel proprio corpo, sta un giorno in ospedale e il giorno dopo viene dimesso mentre nel frattempo piuttosto che preoccuparsi del fatto che (diamine!!!) ha 3 volte il quantitativo mortale di plutonio nel suo corpo dice "farò nomi importanti" ed il giorno dopo viene dimesso dall'ospedale ha la stessa credibilità di un convegno sulla verginità con ospiti Briana Banks, Tera Patrick e Cicciolina o se preferite un convegno sull'importanza dell'inglese nel mondo tenuto da Martufello :O

-kurgan-
29-12-2006, 17:19
per me uno che si presenta, ha (da sue dichiarazioni) un quantitativo di plutonio210 superiore al triplo del quantitativo mortale nel proprio corpo, sta un giorno in ospedale e il giorno dopo viene dimesso mentre nel frattempo piuttosto che preoccuparsi del fatto che (diamine!!!) ha 3 volte il quantitativo mortale di plutonio nel suo corpo dice "farò nomi importanti" ed il giorno dopo viene dimesso dall'ospedale ha la stessa credibilità di un convegno sulla verginità con ospiti Briana Banks, Tera Patrick e Cicciolina o se preferite un convegno sull'importanza dell'inglese nel mondo tenuto da Martufello :O

ma è ovvio che scaramella racconta idiozie come il suo amico guzzanti (e cossiga qui sopra, che ha la credibilità di topo gigio) ;)

anonimizzato
29-12-2006, 18:51
Un altro SUPERTESTIMONE come il l'Arci Duca Conte Igor Marini! :rotfl:

DonaldDuck
29-12-2006, 19:34
http://rassegnastampa.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1478

La «bomba» Mitrokhin esplode nel dicembre del 1996 con uno scoop della rivista tedesca Focus: un ex ufficiale del Kgb fuggito in Inghilterra quattro anni prima avrebbe reso noti «i nomi di centinaia di spie russe» (1). Il Servizio informazioni estere russo (Svr) (2), versione postsovietica dell’Fed (Primo di rettorato centrale del Kgb), bolla la notizia come «un’enorme assurdità», ma la realtà è invece sensazionale: le valutazioni del servizio segreto su situazioni e personalità politiche, i sistemi d’azione, i nomi (di battesimo e in codice) degli infiltrati nei Paesi dell’Est e in Occidente sono miglia. Dal 1972 al 1984 Vasilij Mitrokhin – questo il nome dell’oscuro archivista, morto ottantaduenne nel gennaio del 2004 – ha trascritto documenti top secret del Kgb ricostruendo, e consegnando al mondo occidentale, la vera storia dei servizi segreti sovietici dalla Rivoluzione d’Ottobre all’éra Gorbaciov.

Perché lo ha fatto? Vasilij inizia la carriera presso il Servizio informazioni estere dell’Mgb (poi Kgb) a ventisei anni, nel 1948. E’ il periodo dell’ultimo Stalin e del suo sicario Lavrentij Berija, ossessionati dalle presunte congiure del maresciallo Tito e del sionismo tout court., Stalin muore nel marzo 1953. Berija, che aspira alla successione, viene liquidato lo stesso anno dai suoi avversari Melenkov e Kusciev: arrestato a giugno è fucilato a dicembre, dopo un ambiguo processo per «attività criminali contro il partito e lo Stato». Kruscev conquista il Cremino e durante il XX Congresso del Partito comunista sovietico (14-25 febbraio 1956) condanna il culto della personalità e i crimini di Stalin (3). Una svolta epocale. Molti però (tra questi il nostro Mitrokhin) si domandano il perché di tali atrocità e dove fosse il nuovo Segretario generale mentre venivano commesse. «Distensione» e «destalinizzazione» sono le parole d’ordine dell’éra Kruscev, ma criticare la nomenklatura è ancora pericoloso e così Mitrokhin paga le sue opinioni con il trasferimento dalle operazioni all’archivio dell’Fcd.

Vasilij legge gli scrittori messi all’indice dal regime, considera la censura contro Pasternak (autore del Dottor Zivago) la prova della barbarie culturale di Kruscev, secondo cui «lo sviluppo della letteratura e dell’arte in una società sovietica procede […] secondo le direttive del partito» (4). Lo impressiona la violenta repressione della «Primavera di Praga» (1968) e il costatare come il Kgb manipoli a piacimento il sistema giudiziario. Si appassiona alla lotta dei dissidenti e matura l’idea di un tentativo sui generis per documentare le iniquità del sistema sovietico: compilare un proprio archivio delle operazioni del Kgb all’estero. L’occasione si presenta nel 1972: l’Fcd trasloca dagli uffici della Lubjanka (sede centrale del Kgb) in un nuovo edificio a Jaslevo (a sud-est di Mosca) e Mitrokhin è responsabile del controllo e del sigillo di circa 300.000 documenti da trasferire. Ci sono le testimonianze ufficiali dell’attività degli agenti sovieticio all’estero prima del secondo conflitto mondiale (i cosiddetti «Grandi Illegali») e nel periodo bellico, nonché della rete di «residenze illegali» sotto copertura diplomatica o altre coperture ufficiali realizzata dal Kgb nel secondo dopoguerra.

Per dodici anni, durante la settimana, Mitrokin prende appunti su pezzetti di carta che nasconde nelle scarpe e negli abiti e, appena a casa, sotto il materasso. Poi nel weekend li porta in una dacia di famiglia fuori Mosca e li trascrive a macchina, quindi nasconde i dattiloscritti in un zangola del latte, nel catino del bucato, in alcuni bauli di latta che seppellisce sotto le fondamenta della dacia. La era storia gli passa sotto gli occhi. Lo turbano oltremodo le atrocità della guerra in Afghanistan (1979): villaggi distrutti, quattro milioni di profughi e un milione di morte fra gli afgani; 15.000 soldati russi caduti, rimpatriati alla chetichella e seppelliti senza onori e con il divieto tassativo di accennare all’Afghanistan sulle lapidi.

Nel 1984 Vasilij va in pensione. Impensabile pubblicare il materiale raccolto in patria, impossibile portarlo in Occidente. Quando a novembre del 1989 rolla il Muro di Berlino, però, il monopolio sovietico comincia a sgretolasi e Vasilij comprende che dovrà pazientare ancora per poco. A fine 1991 l’Urss scompare dalle carte geografiche: è il momento! A marzo ’92 nasconde alcune pagine dei suoi appunti sul fondo di una valigia e sale su un treno notturno diretto verso la capitale di una delle repubbliche baltiche (che non vuole rivelare) da poco indipendenti. Si presenta all’ambasciata britannica, mostra gli appunti e parla del suo voluminoso archivio. L’interesse è immediato e i servizi segreti inglesi (Sis) organizzano la sua fuga. Il 7 ottobre, ironia della sorte proprio il giorno del 75esimo anniversario della Rivoluzione bolscevica, Mitrokhin e famiglia lasciano definitivamente la Russia per iniziare una nuova vita in Gran Bretagna.


l «dossier Impedian»

Nel settembre 1999 esce in Inghilterra The Mitrokhin Archive, curato da Christopher Andrei, docente di storia moderna e contemporanea nonché preside della Facoltà di Storia all’Università di Cambridge. L’effetto è dirompente. In Italia Rizzoli lo pubblica due mesi dopo, ma i media hanno già dato risalto all’eccezionale documento, anche perché contiene i nomi degli agenti italiani reclutati dal Kgb e di cui il Parlamento, rinunciando al segreto di Stato, ha autorizzato la diffusione. I fatti di casa nostra occupano un capitolo di 645 pagine, noto come «dossier Impedian»: 261 schede su agenti e operazioni del Kgb in Italia con nomi, cognomi, nomi in codice e qualifiche. Gli epigoni del Partito comunista italiano e i loro satelliti da cinque anni liquidano la cosa come «spazzatura», mentre il centrodestra – che il 7 maggio 2002 ha istituito un’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta alla cui presidenza è il senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti (5) – continua, tra ostruzioni e derisioni, a voler far luce su questo autentico, ma non unico, «pasticcio all’italiana».

Dalle pagine dell’archivio si apprende che all’epoca della guerra fredda la«residenza» del Kgb a Roma è seconda soltanto a quella di Parigi nello scacchiere europeo. In italia, come in Francia, la penetrazione è stata favorita dal ruolo primario svolto dai rispettivi partiti comunisti nella Resistenza al tempo della seconda guerra mondiale. Agenti sovietici si trovano in molti ministeri e, negli anni ’70, occupano importanti posizioni nel mondo giornalistico.

Fra gli agenti «di lungo corso» spicca Dario (alias Bask, alias Spartak, alias Gau, alias Chestnyy, alias Gaudemus, nomi in codice di Giorgio Conforto), reclutato su base ideologica già nel 1932, infiltrato nel Partito nazionale fascista nel ’37 e successivamente nel Centro anticomunista annesso al ministero degli esteri. Dario recluterà diversi agenti, anche donne, fra cui Leda che diverrà sua moglie.

Nel 1975, dopo oltre quarant’anni di «onorato servizio» Dario e Leda vengono insigniti dell’Ordine della Stella Rossa. La lista è lunga. C’è, per esempio, Questor (Francesco Virda), ufficiale cifratore del ministero degli Interni, che fornisce al suo «controllore» i cifrari utilizzati dalle prefetture, dal ministero delle Finanze, dai comandi nazionali e regionali dei Carabinieri, dalle missioni diplomatiche, dallo Stato maggiore e dal Sifar (Servizio Informazioni delle Forze Armate), nonché elenchi di comunisti italiani, cittadini stranieri residenti in Italia e altri elementi sorvegliati dalla polizia. Anche l’ambasciata italiana a Mosca è oggetto delle «attenzioni» del Kgb. Le «talpe» vengono reclutate con la tipica tecnica della «compromissione sessuale» e successivo ricatto. In questo periodo il Centro (ossia il quartiere generale del Kgb) ha una conoscenza perfetta dell’attività diplomatica italiana e francese, come se la diplomazia delle due nazioni avvenisse alla luce del sole.

Nel 1970 ci sono a Roma nove ufficiali della Linea X (Dipartimento delle informazioni scientifiche e tecnologiche nelle residenze del Kgb) che controllano una decina di agenti, per lo più imprenditori e accademici. Uchitel («docente») insegnante in un prestigioso ateneo, a cavallo ta gli anni ’70 e gli anni ’80 frnisce segreti militari importantissimi, tra cui notizie sul Tornado, il nuovo cacciabombardiere della Nato. Gli agenti italiani vengono utilizzati per carpire informazioni scientifiche e tecnologiche al «Grande Avversario», gli Stati Uniti.

Fra i principali compiti delle residenze del Kgb all’estero c’è l’organizzazione delle cosiddette «misure attive». Fra le più efficaci, in Italia e in Europa, quella che nei primi anni ’80 fa leva nell’antiamericanismo e sul timore di un conflitto atomico. Benché sia proprio l’ Urss a riavviare la corsa agli armamenti schierando i suoi missili a medio raggio SS20, i movimenti pacifisti, manovrati dal Cremino, puntano l’indice sulla conseguente decisione americana di posizionare in Europa i missili Pershing II e Cruise, Mitterand commenta con ironia: «I missili sono a est ma le proteste dei pacifisti a ovest». In effetti oggi accade lo stesso: il terrorismo semina morte e la piazza si mobilita contro Bush. Sarebbe interessante sapere chi o che cosa, dimesso il Kgb e con Putin sempre più filo-occidentale, ci sia dietro al berciare degli orfanelli di Lenin che esigono il ritiro dall’Iraq. Probabilmente soltanto meri calcoli elettorali.


Anni di piombo & oro di Mosca

Sullo scorcio degli anni ’60 il ruolo guida del Pcus – già minato all’inizio del decennio dal dissidio ideologico con Pechino – viene messo in discussione da una nuova corrente di pensiero denominata poi eurocomunismo. Questa «eresia» nasce all’indomani della Primavera di Praga, soffocata nel sangue dai tank sovietici, ed è trainata dal Partito comunista italiano che nega, almeno a parole, il preteso diritto dell’Urss e del Pcus di intervenire con le armi «nella vita interna di un altro partito comunista o di un altro Stato». Nei fatti, però, i «profondi, fraterni e autentici legami» - come recitano le veline di Partito – fa Pci e Pcus continuano anche dopo la tragedia cecoslovacca, benché più occulti. Luigi Longo, succeduto a Togliatti alla guida del Pci, si rivolge a Mosca allorché – dopo il colpo di Stato dei colonnelli in Grecia (1967) – tem un golpe di desta nel nostro Paese. Il Cremilno organizza allora un programma di addestramento per garantire l’eventuale sopravvivenza del Pci come movimento illegale: agenti, stazioni radio clandestine, falsificazione di documenti, eccetera. Sempre Longo bussa a quattrini in vista delle elezioni politiche del 1972. Gli risponde Breznev in persona con un lettera che comprova la sovvenzione in termini di 5.200.000 dollari, «più altri 500.000 dollari per fare in modo che il Partito comunista italiano prendesse parte alla campagna elettorale». Il denaro sovietico arriva direttamente nelle casse di Botteghe Oscure attraverso l’ambasciata a Roma o tramite contatti lucrosi con società controllate dal Pci.

Quando, nel settembre 1973, i militati rovesciano Allende in Cile, Mosca riattiva la sua rete per garantire il Pci nel caso accadesse lo stesso in Italia. Alla guida del partito italiano c’è però ora un uomo nuovo: Enrico Berlinguer. E’ un comunista di seconda generazione, ha una moglie cattolica, i figli studiano in istituti religiosi. Dinanzi al pericolo di un golpe Berlinguer – che non vede di buon occhio Mosca dopo l’attentato, chiaramente ispirato dal Kgb, subito in Bulgaria lo stesso anno – concepisce quella strategia che sarà ricordata come «compromesso storico»: un’alleanza con la Democrazia cristiana e con i socialisti. Tattica che si trasformerà in un ambizioso progetto – blasfemo per Mosca – teso a coniugare la tradizione cattolica della solidarietà con il collettivismo comunista per creare un nuovo ordine socio-politico. Nel 1975 i partiti comunisti di Italia, Francia e Spagna redigono un Manifesto dell’eurocomunismo che prende apertamente le distanze dal modello sovietico e si prefigge «una via parlamentare verso il socialismo all’interno di un sistema pluripartitico». L’Urss fa la voce grossa, ma Berlinuer non si lascia intimidire, anzi, nel ’76, in piena campagna elettorale, scandalizza i «puri» dichiarando che l’appartenenza dell’Italia alla Nato è un bene in quanto «garantisce il tipo di socialismo che vogliamo […], un socialismo pluralista». Il Cremilno ribatte con una dura lettera, che resterà segreta, e poiché la popolarità di Berlinguer impedisce un attacco frontale, ricorre allora alla collaudata arma del discredito contro il segretario italiano e gli alti fautori dell’eurocomunismo. Consumato lo «strappo», infatti, Berlinguer viene visto, insieme con il nuovo Pontefice polacco Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II), come uno dei peggiori nemici dell’Urss. Già dal 1976, a causa del suo «vigliacco ripudio del Leninismo» il capo del Kgb Andropov progetta di calunniarlo con l’accusa di possedere terreni in Sardegna e di essere coinvolto per decine di miliardi di lire in dubbi appalti edili.

Mission: italy , il libro di memorie di Richard Gardner, ambasciatore statunitense in Italia dal 1977 al 1981, ci aiuta a comprendere l’atteggiamento di Berlinguer e le complesse vicende di questi anni legate al possibile ingresso del Pci nel governo (6). Apertura mai realizzata poiché il Pci resterà, in effetti, fuori dalla stanza dei bottoni allorché concederà la «non sfiducia» al monocolore Andreotti – sostento per fronteggiare la drammatica situazione dell’ordine pubblico culminata nel sequestro Moro - , dando vita alla breve esperienza della «solidarietà nazionale» (7). Gardner non dice, però, che sin dalla sua elezione alla Segreteria generale del Pci (1972) Enrico Berlinguer è controllato dalla Cia, che gli attribuisce il nome in codice di Devil Squid (calmaro diabolico) (8).

Nonostante la manifesta adesione di Berlinguer ai valori democratici occidentali, infatti, non c’è dubbio che sussista in seno al Pci una corrente legata a Mosca. Il cruccio di Washington è capire con chi si sarebbe schierato il segretario comunista italiano nell’eventualità di una escalation con l’Urss. Decifrare Berlinguer - «uomo molto guardingo», come sottolinea Giglia Tedesco, ex senatrice comunista, vicepresidente del Senato e amica personale del segretario – diviene una delle priorità della Cia in Italia. Berlinguer, ricorda Claudio Gatti, «evitava di parlare di questioni delicate al telefono. O persino nel suo ufficio e a casa. […] si fidava di pochissime persone, forse di una sola […] Tonino Tatò, capo dell’ufficio stampa e segretario di Berlinguer. Oltre che suo più stretto collaboratore». Tatò e sua moglie Giglia Tedesco vivono in un piccolo appartamento a via de’Nari, a poche centinaia di metri dal Senato, che Berlinguer considera «fuori dalla portata dei radar dei servizi» e usa per gli incontri riservati. Nel 1976 Hugh Montgomery, chief of station della Cia a Roma, idea l’operazione Devil Star per «avere accesso al cuore del leader del Pci: mettere delle cimici nell’appartamento di Tatò». La rivelazione più significativa dell’operazione è l’assoluta ostilità di Berlinguer nei confronti di Mosca – soprattutto dopo l’attentato subito nel 1973 in Bulgara – da cui si potrebbe dedurre che «l’inflessibile opposizione dell’ambasciata Usa all’ingresso del Pci al governo abbia contribuito a rallentare di anni un processo evolutivo che Berlinguer sembrava pronto ad accelerare. In altre parole, la svolta della Bolognina sarebbe forse potuta avvenire svariati anni prima della caduta del Muro».

Alle politiche del giungo 1976 il Pci raggiunge il 34,4% e nasce il governo della «non sfiducia». «Il patto […] venne siglato tra me e Berlinguer proprio a casa di Tatò», ricorda Giulio Andreotti. «Berlinguer si impegnava a votare a favore di un documento che riconosceva nel Patto Atlantico e nella Cee i punti di riferimento della politica estera italiana. In cambio l’impegno era di arrivare, seppur a tappe, a togliere l’estraneità oggettiva del Pci dal governo. I tempi erano da definire, ma la logica era di portarlo a essere una componente del governo».

A Washington l’amministrazione Carter è agitatissima. A Roma i negoziati sono continui: «Moro, Andreotti e Fanfani avevano contatti diretti con Berlinuer e negoziavano senza necessariamente informarsi a vicenda. In poche parole, nessuno sapeva veramente quello che i leader democristiani erano disposti a concedere al Pci. O quello che Berlinguer pretendeva per mantenere il suo supporto. Con un’unica eccezione: la stazione della Cia a Via Veneto».

Il 12 gennaio 1978, su insistenza dell’ambasciatore Gardner, il Dipartimento di Stato emette un comunicato risoluto: «Non siamo favorevoli alla partecipazione dei comunisti al governo. Al contrario vorremmo che l’influenza dei comunisti in tutti i Paesi dell’Europa occidentale diminuisse».

Andreotti si dimette, ma ottiene subito il mandato per trovare una nuova formula. Tutto lascia pensare che le porte del nuovo governo saranno aperte al Pci. Giglia Tedesco, citata da Gatti sul Sole24Ore, riferisce che il 3 febbraio 978 Tattò comunica a Berlinguer un’affermazione di Franco Evangelisti, segretario di Andreotti di Franco Evangelisti, segretario di Andresti: «A Toni’, è fatta, voi entrerete nella maggioranza». Cinque settimane dopo, però, Andreotti sale al Quirinale con una proposta di monocolore praticamente uguale al precedente. Il senatore a vita oggi nega che sia stato un intervento americano a forzare l’inversione di marcia. «Nel nostro partito i tempi non erano ancora maturi», spiga. Moro paventa una spaccatura nella Dc e forse decide con Andreotti di placare gli oppositori interni «a suon di poltrone ministeriali». Il 16 marzo 1978 Moro viene rapito dalle Brigate Rosse e, in un clima di emergenza, il Pci concede il proprio sostegno al nuovo gabinetto Andreotti.

Contrasti a parte, però, il Cremino continua a rimpinguare i forzieri di Botteghe Oscure (6,5 milioni di dollari nel 1976) e ad addestrare «comunisti scelti» (9). In occasione del sequestro Moro (1978) il Pci – sostenitore della «linea dura» che rifiuta di trattare con le Brigate Rosse – sarà particolarmente angustiato dalla possibilità che vengano alla luce le collusioni tra terrorismo nostrano e l’intelligence cecoslovacca, e le indagini a tappeto delle forze dell’ordine per scoprire le stazioni radio delle Br finiscano per smascherare quelle del Pci allestite con l’ausilio del Kgb. Quel che importa a Mosca è poter contare, al di la delle diatribe ideologiche, su una base pronta a sostenerla soprattutto nelle questioni internazionali. La già ricordata questione degli euromissili ne è esempio.

Tuttavia la guerra in Afghanistan (1979) e l’imposizione della legge marziale in Polonia contro Solidarnosc (1981) compromettono ulteriormente i rapporti tra Pci e Pcus, pur non arrestando il flusso delle sovvenzioni, ancorché ridimensionate. Berlinguer asserisce senza mezzi termini che la Rivoluzione d’Ottobre «ha esaurito la sua forza propulsiva» e invita le sinistre dell’Europa occidentale a impegnarsi per il «rinnovamento democratico» dei Paesi del blocco sovietico. L’unica voce fedele a Mosca resta quella di Armando Cossutta. Nell’Archivio Mitrokhin si legge che «dieci anni più tardi, nel pieno della disgregazione dell’Unione Sovietica, si verrà a sapere che le sovvenzioni sovietiche al Pci sono continuiate su scala minore anche negli anni Ottanta ma, secondo un osservatore, fu subito evidente che se i fondi sovietici erano stati convogliati in Italia, erano arrivati attraverso le mani […] di Cossutta, allo scopo di salvare un giornale filosovietico sull’orlo del fallimento (Paese Sera) oppure di finanziare le proprie attività contro il leader del Pci» (p.374). Gli ultimi pagamenti documentati risalgono al 1985 (700.000 dollari), al 1986 (600.000 dollari) e al 1987 (630.000 dollari) utilizzati per fornire «sostegno materiale» a quelle che il Kgb e la Sezione internazionale del Pcus considerano ancora «le forze integre del Pci»: Cossutta e Paese Sera. Nel 1992 Mosca fornisce alla Procura di Roma i dettagli dei pagamenti, ma di questa Tangentopoli rossa non si saprà nulla prima del 1998.

Con Gorbaciov l’eurocomunismo fa breccia nel Cremino. L’uomo della glasnost (trasparenza) e della perestrojka (riforme politiche) si incontra spesso con i vertici del Pci (morto Berlinguer, nel 1984, il partito ora è guidato da Alessandro Natta), loda le loro scelte e le usa per amplificare il suo pensiero sulla democrazia sociale e sulle relazioni est-ovest. Dopo il fallito golpe di Mosca del 1991 a Cossutta e al suo sparuto gruppo di nostalgici non resta che prendere amaramente atto che «adesso il termine "comunismo" è una parolaccia anche nella patria di Lenin»

DonaldDuck
29-12-2006, 19:40
http://www.pmli.it/mitrokhinsquallidavicenda.html

Spie italiane del Kgb
UNA SQUALLIDA VICENDA CHE COINVOLGE POLITICANTI E PENNIVENDOLI BORGHESI E REVISIONISTI
Il socialismo non c'entra un bel nulla
IL GOVERNO D'ALEMA FAGOCITATO DAL CAPO DEI GLADIATORI COSSIGA

Cominciato a settembre con una serie di voci e di anticipazioni sul suo contenuto, il caso del dossier Mitrokhin, che ricostruisce le attività del Kgb in Italia negli anni '70 e 80', è definitivamente esploso ai primi di ottobre arrivando a mettere in pericolo la stessa stabilità del governo D'Alema, apparso in grande difficoltà nella gestione della vicenda, dalla quale ha cercato di uscire mettendosi nelle mani del capo dei gladiatori Cossiga.
Dell'esistenza del dossier Mitrokhin si viene a conoscenza a settembre, quando esce il libro dello storico inglese Christopher Andrew, in cui si parla anche degli agenti italiani al soldo di Mosca. Vassili Mitrokhin sarebbe un oscuro archivista del Kgb che negli anni '80 avrebbe copiato numerosi documenti segreti sulle attività all'estero dei servizi segreti sovietici, rivendendoli poi nel '91 ai servizi britannici, dopo aver tentato invano di farseli acquistare dalla Cia. Gli inglesi avrebbero a loro volta, a partire dal '92, informato del contenuto del dossier, ritenuto attendibile, i servizi segreti dei paesi alleati, tra cui quelli italiani.
A partire dal marzo-aprile 1995, fino al marzo di quest'anno, la parte del dossier riguardante il nostro Paese - un migliaio di pagine, divise in 261 schede, contenenti, fatti, vicende e nomi dei collaboratori del Kgb in Italia- è stato poi inviato in più tranche al Sismi, il servizio segreto della Difesa diretto allora dal generale Siracusa, e attualmente dall'ammiraglio Battelli, nominato da Prodi. Dunque, del dossier dovevano essere a conoscenza i governi in carica in questo periodo, e cioè Dini, Prodi e D'Alema.
E qui c'è un "giallo'', perché sia Dini che Prodi, ed anche l'allora suo sottosegretario Micheli, hanno negato con decisione di averne mai saputo nulla. Soltanto l'ex ministro della Difesa di Prodi, Andreatta, ha ammesso di essere stato informato dal Sismi, ma è stato del tutto evasivo sulla questione se ne abbia a sua volta informato l'allora capo del governo. A loro volta i vertici dei servizi segreti sostengono di aver sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge 801 del 1977, vale a dire che i responsabili politici erano sempre stati debitamente informati. Insomma, Andreatta, il Sismi e il Sisde sapevano, Prodi, Micheli, Dini e il Cesis (l'organismo presso la presidenza del Consiglio che dovrebbe coordinare tutte le attività dei servizi segreti) non sapevano nulla. Chi mente, allora, gli ex presidenti del Consiglio o il Sismi e Andreatta? O tutti quanti?

LE RESISTENZE DI D'ALEMA

Quanto al governo D'Alema, che ha ricevuto l'ultima tranche del documento nel marzo scorso, fa mostra di cadere dalle nuvole quando l'esistenza del dossier viene rivelata sei mesi più tardi. Per difendersi dall'accusa lanciatagli dal Polo di voler tenere nascosti i nomi delle spie del Kgb per difendere i "traditori della patria'', come Cossutta che ha due ministri nel governo, e per non fare i conti col proprio passato, nascondendo i finanziamenti del PCUS al PCI, il 6 ottobre D'Alema consegna il dossier alla magistratura romana, trincerandosi però dietro il segreto istruttorio per non rendere pubblici i nomi contenuti nel documento.
Ma le pressioni da parte dell'opposizione, e anche da chi nella stessa maggioranza giudica insostenibile la situazione, affinché il dossier venga reso pubblico, si fanno talmente forti che alla fine D'Alema è costretto, l'11 ottobre, a consegnare il documento alla Commissione stragi; che a sua volta, avuto il nulla osta della procura romana, decide all'unanimità di renderlo pubblico. Tutti i giornali pubblicano le liste parziali dei collaboratori veri o presunti del Kgb, per lo più formate da esponenti politici (Cossutta in testa, che per anni è stato il collettore di un flusso di milioni e milioni di dollari, per conto del PCI di Berlinguer prima, e poi per proprio conto, dopo lo "strappo'' di quest'ultimo dall'Urss), da giornalisti, da funzionari degli Esteri e della Difesa, da imprenditori, scienziati, ecc.
è a questo punto che si innesta la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta, reclamata a gran voce dal Polo neofascista, che intravede in essa non solo l'occasione per assestare un duro colpo al governo e ai DS in vista delle prossime elezioni regionali, ma anche l'opportunità di allargare la sua sfera di competenza a tutti i finanziamenti occulti ai partiti, non solo quelli al PCI, aprendo così la strada all'agognato "colpo di spugna'' per tangentopoli. In un primo tempo D'Alema la rifiuta sdegnosamente, definendola un "tribunale speciale'' voluto dalla destra per scopi strumentali e negando l'esistenza di un "problema Cossutta'', perché - pontifica il capo dell'esecutivo - "il tempo delle pregiudiziali ideologiche è finito, non possiamo far finta che ci sia ancora il muro''.

LE MANOVRE DI COSSIGA

Ma poi è proprio il padrino politico del suo governo, il capo dei gladiatori Cossiga, a chiedere la commissione, presentando un disegno di legge per la sua istituzione e offrendosi anzi di guidarla personalmente. E ciò, sostiene il capo di Gladio, per "difendere la storia pulita d'Italia'' di cui "fa parte anche un pezzo di storia del PCI, non tutta''. Incredibilmente i rinnegati di Botteghe Oscure accettano l'offerta pelosa di farsi processare ed assolvere dal capo dei gladiatori, ed è lo stesso Veltroni ad annunciare il vergognoso dietro-front diessino, sia pure con scappatoia annessa: si faccia la commissione di inchiesta, ma indaghi su "tutti i misteri d'Italia'' degli ultimi anni. Quali? Veltroni opportunisticamente si guarda bene dal dirlo, per non irritare Cossiga; il quale però non sta al gioco, non vuole "commistioni'' tra il caso Kgb e altri "misteri'' che lo riguardano direttamente (come Gladio, Ustica e il caso Moro, per esempio), e presa carta e penna scrive una lettera pubblicata sul Corriere della Sera del 14 ottobre al "Signor Presidente del Consiglio dei Ministri e caro amico D'Alema'', in cui minaccia il suo ritiro dalla maggioranza se la commissione non si farà e non si farà nei termini da lui indicati.
Nella sua lunga lettera - un capolavoro di ostentata adulazione, astuzia diplomatica, arroganza sfrontata e minacce ricattatorie, sapientemente dosati e miscelati - il capo dei gladiatori rivendica il merito di aver "sdoganato'' l'ex PCI, nonostante l'essere stato da questi più volte "crocefisso'', per il caso Moro, per Gladio e per le sue picconate alla Costituzione e alla prima Repubblica. Cossiga infatti rammenta a D'Alema di dovere a lui la sua nomina a Palazzo Chigi, avendolo scelto come primo capo del governo post-comunista dell'Europa Occidentale per contribuire alla chiusura di un cinquantennio di divisioni della nazione.
Lamentandosi però di essere fatto oggetto di attacchi di tipo "giustizialista'' anche da parte di ambienti diessini, e in particolare, secondo informazioni pervenutegli, oggetto di indagini da parte della procura di Palermo nell'ambito di un'inchiesta su una superloggia segreta che avrebbe governato l'Italia per 50 anni, Cossiga torna a riproporre la commissione di inchiesta sul dossier Mitrokhin da lui stesso guidata, sbeffeggiando l'ipotesi veltroniana di affidare l'inchiesta alla commissione Stragi diretta dal DS Pellegrino, e conclude minacciando di abbandonare a sé stesso il presidente del Consiglio se sceglierà di non fare i conti col passato rifiutando la sua proposta.

IL MARCHIO DELLA P2 E DI GLADIO

Con la sua lettera Cossiga ha voluto ribadire il marchio di Gladio e della P2 che aveva apposto su questo governo fin dalla sua nascita, e di essere lui il vero padrino politico dell'ascesa di D'Alema a Palazzo Chigi.
Evidentemente il vecchio piduista e golpista conosce bene i suoi polli, se il rinnegato D'Alema gli ha risposto immediatamente con una lettera piena di servile deferenza, anche lui rivolgendosi affettuosamente al "caro Presidente, caro Francesco Cossiga'', e proclamando di volere solo "la verità'' e di non avere "personalmente nulla'' contro la sua candidatura alla presidenza della commissione sulle spie del Kgb. Candidatura che poi è caduta lo stesso, a causa dell'opposizione di Prodi e Di Pietro, e per il mancato sostegno da parte di Berlusconi e Fini, gli uni e gli altri essendosi resi conto che Cossiga puntava con ciò a rafforzare il suo disegno egemonico sul centro dello schieramento politico.
E del resto lo stesso picconatore della Costituzione aveva probabilmente già messo in conto in anticipo un rifiuto della sua candidatura da parte di queste forze, ma quello che gli interessava era vedere D'Alema strisciare ai suoi piedi, ribadire il suo protettorato su questo governo neofascista, guerrafondaio e affamatore del popolo, scombinare i giochi sia dell'Ulivo che del Polo e riconfermare il suo ruolo di arbitro tra le fazioni che si disputano l'egemonia del regime neofascista.
Questo la dice lunga su quanto conti ancora quest'uomo che è al centro di tutti i "misteri'' degli ultimi 50 anni di storia d'Italia, e quanto ancora l'ombra della P2 e di Gladio si allunghi sulla scena politica del nostro Paese. Cosa che è confermata anche dall'inchiesta di Palermo su una superloggia che avrebbe avuto in pugno le redini della politica e criminalità italiana in cui risulta coinvolto, anche se quella procura ha per il momento smentito di indagare su di lui.
Come la dice lunga anche sul perché e sui motivi occulti di questa vicenda del dossier Mitrokhin, che vista in questa luce non può che essere letta come l'ennesima operazione anticomunista volta a sancire, sul piano storico, politico, morale e culturale il pieno trionfo del capitalismo e dell'imperialismo sul socialismo. Un'operazione quanto mai perfida e ingannatoria, in cui la classe operaia e tutti gli anticapitalisti che credono ancora nella causa del socialismo non devono assolutamente cadere, perché deve essere loro ben chiaro che in questa sordida storia di agenti prezzolati del Kgb il socialismo non c'entra un bel nulla.

UNA SQUALLIDA STORIA DI CORRUZIONE

Innanzi tutto chi pagava i "reclutati'' e i "confidenti'' del Kgb non era certo la gloriosa Urss di Lenin e Stalin, ma il regime revisionista e corrotto di Breznev, Andropov, Cernenko e Gorbaciov: le operazioni di spionaggio descritte nel dossier Mitrokhin si riferiscono infatti agli anni '70 e '80, cioè dalla trasformazione del regime revisionista kruscioviano in socialimperialismo, fino al suo crollo e alla sua definitiva resa all'imperialismo occidentale. In secondo luogo, come si può rilevare dalle loro biografie e dal loro operato, le spie del Kgb non agivano certo in nome del socialismo e dell'internazionalismo proletario, ma per soldi, per fare carriera, per ottenere favori e prebende, e perfino perché ricattate a causa di squallide storie di sesso.
Non c'entra nemmeno la guerra fredda, ma solo la corruzione e la sete di denaro, tant'è vero che a dominare non sono gli schieramenti politici ma gli "affari'', la ricerca di vantaggi economici e commerciali per le società di intermediazione con l'Urss, l'ottenimento di finanziamenti per giornali e correnti di questo o di quell'altro esponente politico: il tutto all'insegna del trasversalismo più sfacciato, tant'è che non è infrequente trovare stipendiati del Kgb tra faccendieri democristiani, socialisti e persino missini, piduisti, noti giornalisti anticomunisti e quotidiani e periodici non certo sospettabili di simpatie filosovietiche.
Il fatto è che dietro la facciata dello scontro "ideologico'' tra i due blocchi si è svolta una sporca storia di ordinaria corruzione, dove da destra e da "sinistra'' si prendevano soldi dall'Est e dall'Ovest, senza certo badare al loro colore. Spie del Kgb o della Cia, la morale non cambia: l'importante era spillare quattrini e fare carriera negli ambienti del potere.

IL RUOLO DEGLI IMBROGLIONI REVISIONISTI E TROTZKISTI

In questo squallido scenario un posto di rilievo spetta a certi imbroglioni patentati come Cossutta, foraggiato con fiumi di denaro per tenere la sinistra interna al PCI legata al carro del socialimperialismo sovietico, in contrapposizione alla destra berlingueriana che aveva già svoltato verso il capitalismo e la Nato. Per Bertinotti i finanziamenti erano legittimi fino al cosiddetto "strappo'' di Berlinguer, ma non quelli successivi intascati direttamente da Cossutta. Non si ricorda però che di questi ultimi ne ha beneficiato anche il suo PRC.
Ma c'erano lauti finanziamenti anche per ambienti e individui revisionisti e trotzkisti che si annidavano nel PSIUP, nella sinistra lombardiana del PSI (da cui proviene Bertinotti), nelle formazioni terroriste sedicenti "rosse'', e tra i gruppi pseudo marxisti-leninisti (vedi per esempio l'agente "Vittorio'', alias Luciano Raimondi, noto trotzkista e provocatore che insieme a Giuseppe Maj ha dato vita a gruppi trotzkisti e pseudo marxisti-leninisti), che svolgevano lo stesso ruolo di Cossutta, ma all'esterno del PCI, per sabotare e impedire la nascita di un vero partito proletario marxista-leninista e mantenere la classe operaia sotto l'influenza del revisionismo.
Tutti costoro hanno lavorato al soldo di Mosca non certo per il socialismo, bensì per il revisionismo e il trotzkismo, nonché per i propri vantaggi personali: prova ne sia che, dopo aver svolto il loro nefasto ruolo, o si sono "pentiti'' e sono rifluiti direttamente nelle file della borghesia e dei neofascisti, o servono nel governo neofascista, guerrafondaio e affamatore di D'Alema, della P2 e di Gladio, come Cossutta e Diliberto, o lo coprono a sinistra praticando un'"opposizione'' opportunista e compiacente come il trotzkista Bertinotti.

dantes76
29-12-2006, 19:55
Dal quotidiano Metropolis

”.
E’ un’ironia della sorte il fatto che la commissione Mitrokhin, che si sta rivelando una fabbrica di bufale, sia stata presieduta da un giornalista, il senatore Paolo Guzzanti?
“L’atteggiamento di Guzzanti verso certe commissioni si poteva già rilevare da una sua intervista nel’aprile 2001 sul Giornale al sedicente dottor Favaro, alias Zagami, che riferì di 1500 miliardi di tangenti su Telekom Serbia in sacchi di juta trasportati da un aereo da Belgrado ad Atene… Lì Guzzanti fu il primo a fare, a freddo, i nomi di Dini, Prodi e Fassino. Cinque mesi prima di Igor Marini. Quando poi si scoprì che Zagami era un truffatore, invece di chiedere scusa Guzzanti disse di essere vittima di una trappola della sinistra…”.


http://www.positanonews.it/menu/default.asp?id=3816
up...

DonaldDuck
29-12-2006, 20:00
up...
Hey signor up :D, hai visto che orientamento politico ha http://www.pmli.it/mitrokhinsquallidavicenda.html ? Scaramella non avrà trovato nulla ma la storia del dossier è questa. Pieghe oscure della politica italiana. Converrà andare a sfrugugliare?

dantes76
29-12-2006, 21:06
Hey signor up :D, hai visto che orientamento politico ha http://www.pmli.it/mitrokhinsquallidavicenda.html ? Scaramella non avrà trovato nulla ma la storia del dossier è questa. Pieghe oscure della politica italiana. Converrà andare a sfrugugliare?

in 4 anni di forum ho preso solo un dato da quel sito...(quello riguardante l'accordo ad arese da parte dei sindacati nel2000..) e' l'ho usato per dimostrare l'inutilita dei sindacati in molti campi...fai te...


le sabbie mobili, non mi preocupano..come disse l'antico; una persona onesta prova vergogna pure davanti a un cane, e a te? converra' andare nelle sabbie mobili?

dantes76
30-12-2006, 01:06
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/spia-avvelenata-3/falsa-mail/falsa-mail.html

Nel messaggio, il consulente della Mitrokhin invita il russo
a firmare il documento da lui redatto. Le conferme ai magistrati
Quell'e-mail a Litvinenko
che ora incastra Scaramella
E' la prova del falso sul progetto di attentato a Guzzanti


Una e-mail inviata nel dicembre 2005 da Mario Scaramella all'ex colonnello del Kgb Aleksandr Litvinenko documenta l'infedeltà istituzionale dell'ex consulente della commissione Mitrokhin. Lo indica come il fabricator del falso che verrà utilizzato per accreditare artificiosamente l'esistenza di un "mandante politico" (sin qui rimasto innominato) di un "progetto di aggressione con armi non convenzionali" contro se stesso e il presidente della commissione, il senatore Paolo Guzzanti (un progetto - è oggi dimostrato - calunniosamente attribuito a dei cittadini ucraini).

La e-mail (intercettata un anno fa dalla squadra mobile di Napoli e oggi agli atti della Procura di Roma) conferma il metodo di lavoro del "professore" napoletano, ne svela nitidamente obiettivi ed esiti: guadagnare del credito nei confronti della commissione, dissimulare le proprie mosse abusive, offrire un argomento che, a partire da quel dicembre 2005, il senatore Guzzanti spenderà pubblicamente e che, il 9 ottobre, ripeterà nell'aula del tribunale di Teramo, dove tutt'oggi si celebra il processo ai suoi immaginari sicari: "Scaramella ha redatto un rapporto segretato che costituisce il quadro politico e pure criminale, se vogliamo, di questa e altre vicende. Questo rapporto è custodito in una cassaforte del Parlamento ed è stato redatto, insieme, dal dottor Agostino Cordova e dal professor Scaramella. Contiene informazioni compromettenti per un personaggio politico circa il possibile attentato".

La mail, dunque. Nel dicembre 2005, Scaramella ha già precostituito il posticcio quadro di accuse che deve puntellare la frottola del progetto di attentato. A metà ottobre, ha fatto arrestare quattro ucraini a Teramo (la polizia li sorprende su un furgone proveniente dall'Ucraina con due granate). Un quinto, Alexandr Talik (ex agente dei servizi russi, da tempo riparato a Napoli), lo denuncia come organizzatore del plot. Ma tutto questo non basta. Scaramella scrive a Litvinenko.

La sua mail (che non immagina intercettata) contiene un allegato. E' un testo scritto in prima persona in cui - riferiscono fonti investigative - si traccia un confuso quadro internazionale che tiene insieme la guerra di Putin in Cecenia, la mafia e i servizi segreti ucraini, il Kgb. Che contiene le "ragioni politiche" per le quali è stata decisa l'eliminazione fisica del "presidente della Mitrokhin (Guzzanti), del suo consulente (Scaramella), dei suoi interpreti", condannati a morte per il lavoro di indagine che hanno condotto. Il testo allegato alla mail è scritto da Scaramella, ma non è lui che ne deve assumere la paternità. Nella lettera a Litvinenko, l'allora consulente invita infatti il russo a stampare quel documento, a firmarlo, ad assumere l'esclusiva responsabilità delle informazioni che contiene e per questo gli raccomanda di inviarlo personalmente a Roma, agli uffici della Commissione Mitrokhin. Contemporaneamente, Scaramella contatta telefonicamente Maxim Litvinenko, chiedendogli di stare addosso al fratello Alexandr. Di fargli firmare quel che c'è da firmare e di non far uscire per nessun motivo il nome "Scaramella" in questa storia. E' l'ulteriore prova dell'imbroglio. Che, come la e-mail, finisce in un brogliaccio di intercettazioni.
Il falso costruito con Litvinenko nel dicembre 2005 fiorisce e trova la strada di San Macuto, sede della commissione. Ve n'è traccia nei documenti che il pubblico ministero di Roma ha acquisito al Senato. Nel gennaio 2006, in una nota all'ufficio di Presidenza, Mario Scaramella fa riferimento al pericolo che incombe sulla sua vita e su quella del presidente Guzzanti, sul contesto politico in cui la minaccia si alimenta e, nel farlo, cita espressamente quale autorevole fonte di questa circostanza il "documento in atti" fatto pervenire autografo da Alekandr Litvinenko. Ma che di Litvinenko - lo abbiamo visto - ha soltanto la firma.

Mercoledì, a Regina Coeli, durante l'interrogatorio, quando il pubblico ministero Pietro Saviotti gli ha contestato questa prova documentale, Scaramella ha farfugliato. Il copione che aveva preparato prevedeva che gli stessi argomenti e lo "scenario" contenuti in quel falso del dicembre 2005 (Putin e la Cecenia, il Kgb, la mafia e i Servizi ucraini sullo sfondo di un progetto di attentato), l'autorevolezza della fonte cui erano stati fatti fraudolentemente accreditare (Litvinenko), potessero essere nuovamente spesi per avvolgere in una cortina di fumo le responsabilità delle sue mosse abusive. Voleva giocare su un terreno che gli è familiare, che ha e continua ad avere una eco pubblica nelle dichiarazioni del senatore Guzzanti. Non c'è riuscito. Ha dovuto spiegare la storia di quella mail a Londra. Ne è uscita una storia che sta in piedi come un sacco vuoto. Scaramella ha ammesso di essere lui l'autore del documento spedito a Litvinenko, ma di averlo fatto rielaborando una bozza che lo stesso Litvinenko gli aveva fatto avere tempo prima. Di aver quindi telefonato al fratello Maxim, preoccupato che questo suo "innocuo" intervento di "correttore", potesse, se rivelato, metterlo in imbarazzo. Va da sé che di quella fantomitaca "bozza" non esiste, né è mai stata trovata traccia.

Del resto, la difficoltà di Scaramella nel trovare in solitudine argomenti plausibili che lo smarchino dalla costruzione del falso ad uso politico consegnato alla Mitrokhin, non incrocia soltanto la storia della e-mail. Durante l'interrogatorio, l'ex consulente ha tentato, finché ha potuto, di tenere distinte le sue mosse abusive dalla figura del presidente della commissione (ha sostenuto, per esempio, di aver taciuto a Guzzanti i segnali che pure aveva ricevuto del venir meno del pericolo di attentato nei loro confronti). Almeno fino a quando un'insistita domanda del pm lo ha costretto ad afferrarsi al senatore Guzzanti. "Perché - è stato chiesto a Scaramella - lei non ha ritenuto opportuno portare in commissione Alexandr Litvinenko? Avrebbe potuto farlo, visto che il russo è stato a Roma almeno tre volte". Scaramella ha allora confermato i suoi incontri di Roma con il russo (in un caso, ha detto, informalmente a San Macuto), ma ha aggiunto che la decisione di non rendere "trasparente" la deposizione dell'ex colonnello del Kgb fu di Paolo Guzzanti, che l'avrebbe ritenuta "inopportuna": "Il Presidente riteneva che soltanto io e lui, che eravamo in una fase più avanzata di elaborazione dei dati raccolti, avremmo potuto apprezzare la rilevanza della testimonianza di Litvinenko. Ma che la stessa cosa non sarebbe valsa per il resto della commissione. Dunque, decise per il no".

(29 dicembre 2006)

per fortuna che e' definito un "consulente per la sicurezza" pgp?

http://digilander.libero.it/m4puni/rotfl_big.gif

Ciaba
30-12-2006, 06:20
...in casa Guzzanti i comici si sprecano... :asd:

DonaldDuck
30-12-2006, 07:09
le sabbie mobili, non mi preocupano..come disse l'antico; una persona onesta prova vergogna pure davanti a un cane, e a te? converra' andare nelle sabbie mobili?
Non ti so dire, pare che ultimamente alla sinistra piaccia in modo particolare andarsi a cacciare in vicoli ciechi. Bisognerà vedere, una volta impantanati, se ci sarà qualcosa a cui aggrapparsi. Vedi il DVD ultrafamosodefinitivoschiacciante sui brogli elettorali. Un boomerang che quando è tornato indietro ha colpito tra denti e gengive.

P.S.
E' inutile portare avanti sempre lo stesso articolo perchè non sto difendendo nessuno. La storia del dossier è quella e non ho aggiunto nulla di mio.

Korn
30-12-2006, 07:52
ah anche quel dvd l'ha fatto d'alema bene

DonaldDuck
30-12-2006, 08:43
ah anche quel dvd l'ha fatto d'alema bene
Davvero? Buono a sapersi. Ecco perchè si è rivelato una sola.

Leron
30-12-2006, 08:49
P.S.
E' inutile portare avanti sempre lo stesso articolo perchè non sto difendendo nessuno. La storia del dossier è quella e non ho aggiunto nulla di mio.
fosse mai :D sei sempre imparziale tu :D

CYRANO
30-12-2006, 08:50
Non ti so dire, pare che ultimamente alla sinistra piaccia in modo particolare andarsi a cacciare in vicoli ciechi. Bisognerà vedere, una volta impantanati, se ci sarà qualcosa a cui aggrapparsi. Vedi il DVD ultrafamosodefinitivoschiacciante sui brogli elettorali. Un boomerang che quando è tornato indietro ha colpito tra denti e gengive.

P.S.
E' inutile portare avanti sempre lo stesso articolo perchè non sto difendendo nessuno. La storia del dossier è quella e non ho aggiunto nulla di mio.

un po' come il riconteggio delle schede voluto dal cdx ! :D :D :D


Ciaozoaoiza

DonaldDuck
30-12-2006, 09:15
fosse mai :D sei sempre imparziale tu :D
Ti risulta che abbia aggiunto qualcosa di personale agli articoli sul dossier? Sto difendendo Scaramella?

DonaldDuck
30-12-2006, 09:24
un po' come il riconteggio delle schede voluto dal cdx ! :D :D :D


Ciaozoaoiza
Che è stato iniziato solo dopo la pubblicazione dell' ultrafamosodefinitivoschiacciante DVD sui brogli elettorali. Un pò come il caso delle intercettazioni telefoniche abusive. Tutti ad urlare " è stato Berlusconi" e poi figurava tra gli intercettati assieme a Tremonti :D.

flisi71
30-12-2006, 09:42
Dici che siano boomerang della sx la scoperta dell'ennesimo burattino in mano a certi ambienti di dx, usato per creare e diffondere menzogne sugli avversari?
Ti sei mai chiesto come mai i vari Marini, Pompa e ultimo (per adesso) Scaramella sono tutti manovrati per dare linfa al populismo di dx?
Chissà perchè eh?..... :rolleyes:


Ciao

Federico

P.S. visto che stiamo parlando di Scaramella, e delle sue mirabolanti panzane, NON c'entra nulla riportare articoli di 7 anni fa sull'inizio della commissione Mitrokhin. ;)
Vedi come te lo faccio notare gentilmente? Siamo sotto le feste :D

DonaldDuck
30-12-2006, 09:53
Dici che siano boomerang della sx la scoperta dell'ennesimo burattino in mano a certi ambienti di dx, usato per creare e diffondere menzogne sugli avversari?
Ti sei mai chiesto come mai i vari Marini, Pompa e ultimo (per adesso) Scaramella sono tutti manovrati per dare linfa al populismo di dx?
Chissà perchè eh?..... :rolleyes:


Ciao

Federico

P.S. visto che stiamo parlando di Scaramella, e delle sue mirabolanti panzane, NON c'entra nulla riportare articoli di 7 anni fa sull'inizio della commissione Mitrokhin. ;)
Vedi come te lo faccio notare gentilmente? Siamo sotto le feste :D
Quanto scommetti che questo polverone si risolverà con un nulla di fatto ;) ?

P.S.
Il dossier completo ed un minimo di ricostruzione (compreso un link a sito "amico" :Prrr: ) c'entrano indirettamente.

DonaldDuck
30-12-2006, 09:56
Vedi come te lo faccio notare gentilmente? Siamo sotto le feste :D
In altro periodo mi avresti sparato :huh: :D ?

flisi71
30-12-2006, 10:00
In altro periodo mi avresti sparato :huh: :D ?

No, ti avrei messo arrosto (sei un papero, no?)
:D

Ciao

Federico

DonaldDuck
30-12-2006, 10:06
No, ti avrei messo arrosto (sei un papero, no?)
:D

Ciao

Federico
Cannibale :help: ;)

-kurgan-
30-12-2006, 10:18
Quanto scommetti che questo polverone si risolverà con un nulla di fatto ;) ?


cosa esattamente si risolverà con un nulla di fatto, il fatto che scaramella e guzzanti raccontano minchiate?

flisi71
30-12-2006, 10:25
cosa esattamente si risolverà con un nulla di fatto, il fatto che scaramella e guzzanti raccontano minchiate?

Penso che faranno la fine della commissione Tarantino su telekom-Serbia: la dx scaricherà questi cavalli ormai screditati e di accertare la verità dei fatti non si interesserà più nessuno.
:(


Ciao

Federico

-kurgan-
30-12-2006, 10:28
Penso che faranno la fine della commissione Tarantino su telekom-Serbia: la dx scaricherà questi cavalli ormai screditati e di accertare la verità dei fatti non si interesserà più nessuno.
:(


Ciao

Federico

la verità dei fatti mi pare evidente, scaramella ha fatto una figura di m... colossale e così pure il suo amico guzzanti. Mi chiedo con che faccia certa gente si possa ancora presentare in tv o come si possa difenderli qui.

dantes76
30-12-2006, 11:08
The Secret Life of Mario ScaramellaWhat a bit player in the case of the radioactive Russian tells us about Berlusconi's Italy.
By Alexander Stille
Posted Monday, Dec. 11, 2006, at 4:45 PM ET

The story of Alexander Litvinenko—the former KGB agent contaminated with the radioactive isotope polonium-210 who died in a London hospital insisting that he had been poisoned by agents of Russian President Vladimir Putin—grabbed the world's attention. But what of Mario Scaramella, who met with Litvinenko at the Itsu sushi bar in Piccadilly Circus and was himself diagnosed with the dangerous radioactive substance in his blood?*

He is a kind of Rosencrantz or Guildenstern of the Litvinenko tragedy, a minor character who sheds a highly revealing sidelight on the larger drama while also illuminating a different and very Italian tragedy. He is a type that shows up in spy stories—a teller of tall tales and half-truths; part Walter Mitty, part con man, part spy; a person who by virtue of bogus credentials and connections acquires real credentials and real connections. The Italians have a term for people like this that has no exact equivalent in English: millantatore di credito—someone who claims to know a lot more and to have done a lot more than he really does. (It is even a crime in Italy, generally invoked in fraud cases.)

Although a baby-faced man of only 36, Scaramella claims to have been recruited several years ago by the CIA to trace relationships between South American narco-traffickers and Russian spy agencies. He has claimed to have been educated in England, Belgium, and France, without saying exactly where. He says he taught at the University of Naples (which says it has no record of him) and at various American universities, including San Jose University (which doesn't exist—though there is a San Jose State University, which says it knows nothing of Scaramella)—and Stanford University. He claims to have been a judge, but this appears to have consisted of an unpaid position as a justice of the peace.

The one indisputable element in Scaramella's résumé is that for the last three years he has served as a paid consultant on a commission of the Italian parliament set up by then-Prime Minister Silvio Berlusconi in 2002 to investigate the occult influence of the KGB in Italian life. As newly published wiretaps reveal, the commission quickly degenerated into a dirty-tricks operation to dig up dirt on Berlusconi's political opponents.

The commission was named for Vasili Mitrokhin, a former KGB archivist who moved to England in 1984 and claimed to have copied extensive portions of KGB files on its agents and informants operating in the United States and Europe. While British intelligence made a serious effort to document and verify the information that Mitrokhin brought to them, the same care was not taken in Italy. When Silvio Berlusconi took over as prime minister in 2001, he saw the Mitrokhin case as a cudgel with which to beat his political opposition. Berlusconi created the Mitrokhin Commission to investigate KGB infiltration in Italy and handed the direction of it to Paolo Guzzanti, who simultaneously works as a member of parliament for Berlusconi's Forza Italia party and as deputy editor of the Berlusconi family newspaper Il Giornale. Guzzanti's double role is typical of the rampant conflicts of interest of Italy in the era of Berlusconi—who saw nothing wrong with owning half the country's media outlets while running the country.

However, the commission failed to provide the rich material that Berlusconi and Guzzanti were hoping for—material to keep the Italian left on the defensive and in opposition for years to come. Mitrokhin's information was very old, and most of the people in his files were dead or retired. "There wasn't much to discover about spies and foreign agents," said Giulio Andreotti, an Italian senator and former prime minister during the Cold War period and himself a conservative member of the Mitrokhin Commission, in a recent interview with La Repubblica. "All the material had been published already in Great Britain, and there was really no reason to do further investigations."

As a result, in 2003, Guzzanti hired Scaramella hoping to dig up information of more recent vintage. Of course, this meant going beyond documentary evidence supposedly copied by Mitrokhin from the KGB files, investigating all sorts of ties between Russia and Italian politicians, and refreshing the memories of unemployed or underemployed former spies with nothing to sell other than their stories. The commission's work was so poorly regarded even by many conservatives that not only was it unable to generate a bipartisan report, but Guzzanti ended up issuing a report without the signatures of his fellow commissioners on the center-right.

Even after issuing his official report in December of 2004, Guzzanti continued his investigations with Scaramella at his side. But soon enough, Scaramella became a major source of embarrassment. He told Italian authorities that the Russians had planted an antenna on Mount Vesuvius that could activate nuclear missiles that were in a sunken Soviet submarine at the bottom of the Bay of Naples. Investigations found no antenna, and the submarine in question was known to have sunk in the Bay of Biscay. In looking for the mysterious antenna, Scaramella obtained a police escort and got involved in a shootout that he described as an attempt on his life. Investigations proved that Scaramella's bodyguard had done all the shooting, firing 16 bullets into a parked car. Scaramella insisted that he was the target of an assassination squad from Ukraine connected to al-Qaida, and he led police to a truck containing four Ukrainians and an unimpressive stash of arms: two grenades. Scaramella's precise knowledge of the operation attracted suspicion, and he is now under investigation for arms trafficking. He also claimed that Russians were transporting a shipment of uranium across Italy—another claim that didn't pan out.

Scaramella's interest in nuclear waste is linked to a business he has set up in the field of environmental security. He lists himself as the "secretary general" of an organization, allegedly connected to the United Nations, known as the Environmental Crime Protection Program, which has been described as little more than a small office in Naples, an "empty box," that gives Scaramella an impressive-sounding title to put on his business card. The ECPP, in turn, could be used to win government contracts for investigating crimes against the environment—hence Scaramella's claims about uranium shipments and nuclear missiles in Italy.

Potentially, this was a good fit with his position as consultant to the Mitrokhin Commission, putting him into contact with former Soviet spies who might give him information about hazardous nuclear materials that he could, in turn, use to drum up business for his Environmental Crime Protection Program. Scaramella was interested in what Litvinenko could tell him about the status of Russian nuclear materials and potentially embarrassing material about Italian politicians. We know that he was trying to get the former KGB agent to state that Berlusconi's principal political rival (and current prime minister) Romano Prodi was being groomed as a Soviet spy, but the presence of polonium-210 at their last meeting may have been related to Scaramella's interest in nuclear materials in his environmental security business. British police have not immediately accepted Litvinenko's claim to have been poisoned by Vladmir Putin's secret police. It is possible that Litvinenko may have been trafficking in nuclear materials and accidentally poisoned himself while handling a leaky vial of the radioactive isotope. This would explain why traces of polonium-210 have turned up in different places where Litvinenko went in early November. Scaramella, along with a few others, may have been accidentally exposed in the process.

For Scaramella, a man who had been insisting that he was the target of a massive international assassination plot, the polonium episode may have appeared like the fulfillment of his deepest fantasies. He and Guzzanti held press conferences and gave interviews by the dozen about being targets of an international hit squad. (Why Putin would want to kill associates of his good friend and ally Berlusconi, they never explained.) As the criminal investigations into his activities heated up, Scaramella flew to London and announced that he had ingested "five times the lethal dose" of polonium—a fact immediately denied by British doctors. In Rome, Guzzanti told the press that Scaramella had been given a "death sentence." A week later, Scaramella walked out of a London hospital under his own steam, apparently in good health, saying that he had been contaminated accidentally.

In the last few days, another KGB agent and sometime source of Scaramella's, Oleg Gordievsky, has come forward, granting a long interview to Rome's La Repubblica in which he revealed that Scaramella persecuted him for two years, trying to get him to make false statements about Prodi and other politicians of the Italian center-left. He referred to Scaramella as a pathological liar and a megalomaniac. At a certain point, he says he e-mailed Guzzanti, insisting that Scaramella was a "mental case" who needed to be reined in. He then contacted MI6 and asked the British security service to get the Italians to cease and desist.

The kind of thing that Scaramella was really up to in London has come out in a series of wiretapped phone conversations made in the course of the arms-dealing investigation. Most revealing of all was a series of phone conversations between Scaramella and Guzzanti that took place a month before the Italian national elections this March, in which Prodi narrowly defeated Berlusconi. (Guzzanti and Scaramella have expressed outrage that the conversations of a member of parliament were wiretapped and leaked to the press, but they have not contested the accuracy of the accounts published in the newspapers.)

Scaramella tells Guzzanti that he has a former KGB agent who is prepared to go on record saying that the KGB was "cultivating" Romano Prodi as a source. "There is no information that Prodi was a KGB agent, but we can talk about his being 'cultivated,' " Scaramella tells Guzzanti. "Cultivated is enough," Guzzanti says. "It's a lot, but don't imagine we're going to get a statement by whoever saying 'Prodi was an agent.' ... What is undoubtedly true is that the Russians considered Prodi a friend of the Soviet Union." Guzzanti becomes furious: "Friend of the Soviet Union doesn't mean a thing. What do I give a shit about a friend of the Soviet Union? Does that sound like a big news story to you: friend of the Soviet Union? … But 'cultivated' suits me fine."

In another conversation, Scaramella insisted that Berlusconi promised him a job at the United Nations after the elections, though Berlusconi has denied even knowing who Scaramella is. But in one of his wiretapped conversations, Guzzanti indicates that he has kept Berlusconi informed about his investigations. "The news made a big impact," Guzzanti told Scaramella. "I told him that the problem with this business is that we need to be able to prove what we're saying, and he, surprising me a bit, said, 'Well, in the meanwhile, we force them to defend themselves.' "

What the Litvinenko-Scaramella connection offers—along with a glimpse at the murky world of former Soviet spies—is a picture of Berlusconi's Italy, in which bogus scandals are manufactured in order to distract attention from real scandals (many involving Berlusconi and his associates), a place where a businessman-turned-politician can use one of his journalists to conduct a bogus investigation carried out by a shady con man without the least regard for the truth or lack of truth in whatever dirt they dig up.

Correction, Dec. 13, 2006: This article originally gave the wrong name for the London sushi bar where Scaramello and Litvinenko met. It is Itsu, not Isu. (Return to the corrected sentence.)
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http://www.slate.com/id/2155274

dantes76
30-12-2006, 11:13
la verità dei fatti mi pare evidente, scaramella ha fatto una figura di m... colossale e così pure il suo amico guzzanti. Mi chiedo con che faccia certa gente si possa ancora presentare in tv o come si possa difenderli qui.

come perche?
musica maestro!!!

Forza Italia mia che siamo in tanti a crederciiiiIIIIIIIIIIIiIIiiIii

Fiu' fiuuuuuu' fiuuuuuuu'

nella tua storia un'altra storia c'èEEEEeeEEEeeeeeee

Fiu' fiuuuuuu' fiuuuuuuu'

la scriveremo noi con teeee

Fiu' fiuuuuuu' fiuuuuuuu'

DonaldDuck
30-12-2006, 11:36
la verità dei fatti mi pare evidente, scaramella ha fatto una figura di m... colossale e così pure il suo amico guzzanti. Mi chiedo con che faccia certa gente si possa ancora presentare in tv o come si possa difenderli qui.
Io non lo sto difendendo ( e dieci). Faccio un'altro discorso. Collegato ma differente.

DonaldDuck
30-12-2006, 11:37
come perche?
musica maestro!!!

Forza Italia mia che siamo in tanti a crederciiiiIIIIIIIIIIIiIIiiIii

Fiu' fiuuuuuu' fiuuuuuuu'

nella tua storia un'altra storia c'èEEEEeeEEEeeeeeee

Fiu' fiuuuuuu' fiuuuuuuu'

la scriveremo noi con teeee

Fiu' fiuuuuuu' fiuuuuuuu'
Ma si, divertiti pure tu che sei giovane :D

sander4
30-12-2006, 11:44
Penso che faranno la fine della commissione Tarantino su telekom-Serbia: la dx scaricherà questi cavalli ormai screditati e di accertare la verità dei fatti non si interesserà più nessuno.
:(


Ciao

Federico

Infatti.

Queste commissioni farlocche, con supertestimoni di questo calibro, sono servite per distrarre l'attenzione - usando i media - da molti fatti scomodi per berlusconi durante questi anni; c'era un rinvio a giudizio per previti, silvio o marcello, o addirittura una condanna (come quella definitiva per cesarone o quella a 9 anni per marcello)? Bene, nei telegiornali scoppiava una nuova rivelazione del supertestimone "marini", o in seguito una nuova rivelazione di guzzanti su prodi spia del kgb.E giù, da Vespa e nei tg, a parlare delle tangenti di "ranocchio, mortadella" o dei sacchi di iuta trasportati in areo pieni dis oldi.. un mare di palle enorm.

Poi, Marini è stato **** ed è scomparso, lo stesso succederà a Scaramella, ma lo scopo è stato raggiunto, distrarre l'attenzione quando ce n'era bisogno e buttare un pò di ## sull'opposizione.

Non mi stupirei se in futuro spunterà un nuovo supertestimone, che si metta a dire chissà che cosa su Prodi, Fassino & co, ripetendo la stessa trafila di telecom serbia e mitrokin.

sander4
30-12-2006, 11:54
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/spia-avvelenata-3/scaramella-resta-carcere/scaramella-resta-carcere.html

Per il giudice ci sono concreti pericoli di reiterazione
del reato, inquinamento probatorio e pericolo di fuga
Scaramella, no ai domiciliari
Il gip: "Deve restare in carcere"

ROMA - Mario Scaramella resta in carcere. Lo ha deciso il gip del tribunale di Roma Valerio Savio con un provvedimento di 13 pagine. A carico dell'ex consulente della commissione Mitrokhin, sono stati ritenuti concreti e sussistenti i pericoli di reiterazione del reato, inquinamento probatorio e pericolo di fuga. Quest'ultima ipotesi non era stata contemplata dal pm Pietro Saviotti, che pure si era espresso negativamente sulla concessione degli arresti domiciliari sollecitata, invece, dal difensore di Scaramella, l'avvocato Sergio Rastrelli. Il giudice ha quindi stabilito che non sussistono le condizioni per la scarcerazione dell'ex consulente della commissione Mitrokhin.

Scaramella, detenuto nel carcere romano di Regina Coeli, era stato arrestato a Napoli il 24 dicembre, di ritorno da Londra, dove era stato sottoposto a una serie di cure in seguito all'avvelenamento da polonio.
Nell'inchiesta del pm romano Pietro Saviotti, Scaramella è indagato anche per traffico di armi e violazione del segreto di indagine.

(30 dicembre 2006)

dantes76
30-12-2006, 12:34
Ma si, divertiti pure tu che sei giovane :D

Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c'è certezza.. :O

scorpionkkk
30-12-2006, 13:27
Io non lo sto difendendo ( e dieci). Faccio un'altro discorso. Collegato ma differente.


A me sembra che qui vi stiate semplicemente prendendo in giro, come fanno i tifosi quando perde la squadra avversaria, e che non ci sia nessun discorso di fondo.
Per carità, ognuno è padrone del proprio tempo ma comunque non mi sembra granchè sensato perdere tempo a discorrere di queste scemenze palesemente inventate.

sander4
30-12-2006, 13:58
A me sembra che qui vi stiate semplicemente prendendo in giro, come fanno i tifosi quando perde la squadra avversaria, e che non ci sia nessun discorso di fondo.
Per carità, ognuno è padrone del proprio tempo ma comunque non mi sembra granchè sensato perdere tempo a discorrere di queste scemenze palesemente inventate.

Che siano palesemente inventate direi che non ci sia nulla da obiettare, sono solo palle, enormi palle, alcune anche comiche, come i sacchi di soldi nell'areoplano e prodi "agente dei servizi segreti russi".

Il problema è che per mesi, non da una ma da più televisoini e telegiornali, sono state spacciate come verità, presentando "supertestimoni", facendo sembrare prodi & altri del csx come tangentari, approfittatori, agenti del kgb e quanto altro, e alla fine le persone non saranno informate che era tutta una montatura, tutto un tentativo di creditamento, e molti continueranno a pensare che quelle cose abbiano un fondamento etc

in questo senso queste commissioni sono gravi, perchè sono state usate e pensate - visto chi erano i consulenti - proprio per buttare fango sull'altra parte politica, sistematicamente.

DonaldDuck
30-12-2006, 16:41
A me sembra che qui vi stiate semplicemente prendendo in giro, come fanno i tifosi quando perde la squadra avversaria, e che non ci sia nessun discorso di fondo.
Per carità, ognuno è padrone del proprio tempo ma comunque non mi sembra granchè sensato perdere tempo a discorrere di queste scemenze palesemente inventate.
Embè, parli al plurale e quoti me :mbe: ? Lo so che in questa discussione non c'è nessun discorso di fondo. Appena qualcuno tenta c'è chi fischia e ride da una parte e chi inizia a postare sempre lo stesso articolo dall'altra :fagiano:

scorpionkkk
30-12-2006, 20:37
Embè, parli al plurale e quoti me :mbe: ? Lo so che in questa discussione non c'è nessun discorso di fondo. Appena qualcuno tenta c'è chi fischia e ride da una parte e chi inizia a postare sempre lo stesso articolo dall'altra :fagiano:


Quoto te perchè vuoi tentare a discorrere ma non capisco di cosa.
Dobbiamo discorrere di scaramella che dice le balle?

Già siamo umiliati dal fatto che oltre ad un certo livello di potere sembra di avere a che fare con delle scimmie, in più nessuno si scaglia contro il fatto che un parlamentare butti i nostri soldi per fare indagini assurde che potrebbero facilmente entrare nella sceneggiatura di "Franco e Ciccio contro la Spectre".

A questo punto ridiventa attuale il detto dei nostri padri: "Divide et Impera"..solo che i divisi siamo noi che ci scorniamo sulle boiate e chi Impera sono gli altri.

DonaldDuck
30-12-2006, 21:19
Quoto te perchè vuoi tentare a discorrere ma non capisco di cosa.
Dobbiamo discorrere di scaramella che dice le balle?

Sono già due o tre volte che lo dico: no. Sarà più chiaro ora? Quì si intonano canti di vittoria ma osservavo che, caso Scaramella a parte, se si andasse sul serio a fondo si potrebbe scoperchiare un vaso di Pandora.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dossier_Mitrokhin#L.27operato_della_rete_clandestina_del_KGB_in_Italia

Numerosi parlamentari di centro-destra hanno lamentato come prima del 2002 il materiale contenuto nel Dossier fosse stato occultato o sottovalutato. A riprova di questo, viene citato il fatto che il Regno Unito si offrì di portare lo stesso Vasilij Mitrokhin direttamente in Italia per essere ascoltato dai nostri servizi segreti, ma l'offerta, pur ripetuta tre volte, non fu accolta; che nel periodo precedente la costituzione della Commissione d'Inchiesta non vennero svolte effettive indagini, ma solo ricerche d'archivio; che non venne completata la traduzione di tutte le schede, per esempio, quella contenente il glossario usato dai sovietici per classificare i contatti, le spie e gli agenti. Il governo D'Alema presentò un disegno di legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta riguardante il dossier Mitrokhin, il disegno decadde, ma venne ripreso e approvato nella XIV legislatura.

Da parte degli ex-leader del PCI e dei parlamentari di centro-sinistra si afferma come il dossier sia stato utilizzato in maniera strumentale (soprattutto nei periodi di campagna elettorale), che i fatti, basati su trascrizioni di appunti e non su documenti ufficiali, non sono provati. Molti hanno fatto notare come nel periodo che ha preceduto il crollo del muro di Berlino non solo da parte del KGB, ma anche e sopratutto da parte della CIA, ci siano state grosse interferenze, movimenti di denaro e fatti da considerare potenzialmente eversivi.


Molti storici si sono posti il problema della credibilità dei documenti di Mitrokhin, considerando anche che non è possibile verificarne l'autenticità in Unione Sovietica. L'American Historical Review (106:2, Aprile 2001) scrive:

"Mitrokhin si descrisse come un solitario con una crescente opinione anti-sovietica... Potrebbe forse un simile personaggio sospetto (dal punto di vista del KGB) realmente essere stato libero di trascrivere migliaia di documenti, contrabbandarli fuori dalle sedi del KGB, nasconderli sotto il suo letto, trasferirli nella sua casa di campagna, nasconderli nei contenitori del latte, fare numerose visite alle ambasciate Britanniche all'estero, fuggire in Gran Bretagna per poi tornare in Russia e trasportare tutti quei voluminosi documenti nuovamente in occidente, e tutto questo senza destare l'interesse del KGB... Potrebbe essere tutto vero. Ma come possiamo saperlo?"

Secondo altri critici il rapporto conterrebbe sia informazioni veritiere, ma già note da tempo negli ambienti dei servizi (anche quelli italiani) all'epoca in cui vennero diffuse (del resto molte informazioni erano relative a fatti avvenuti decenni prima, partendo il dossier dal 1917 ed essendo stato diffuso dopo l'apertura di alcuni archivi del Kgb agli inizi degli anni '90), che Mitrokhin potrebbe quindi aver raccolto da più fonti e non necessariamente trascritto dagli archivi del KGB, sia informazioni completamente non verificabili che potrebbero essere false.

Dal canto loro i servizi segreti russi hanno più volte smentito l'autenticità del materiale.

E' più chiaro?

Già siamo umiliati dal fatto che oltre ad un certo livello di potere sembra di avere a che fare con delle scimmie, in più nessuno si scaglia contro il fatto che un parlamentare butti i nostri soldi per fare indagini assurde che potrebbero facilmente entrare nella sceneggiatura di "Franco e Ciccio contro la Spectre".

Semmai mi porrei il problema sulle motivazioni di guerre politiche sotterranee bipartizan.

A questo punto ridiventa attuale il detto dei nostri padri: "Divide et Impera"..solo che i divisi siamo noi che ci scorniamo sulle boiate e chi Impera sono gli altri.

Pensi che non sia noto?

scorpionkkk
30-12-2006, 22:25
Sono già due o tre volte che lo dico: no. Sarà più chiaro ora? Quì si intonano canti di vittoria ma osservavo che, caso Scaramella a parte, se si andasse sul serio a fondo si potrebbe scoperchiare un vaso di Pandora.

Io umilmente oserei dire la seguente frase: quando avrò modo di esaminare i documenti e quando qualcuno mi dimostrerà inconfutabilmente facendo nomi, cognomi e fatti, allora e solo allora, potrò accettare di scandalizzarmi sul serio.
Ma guarda tu invece se devo stare dietro alle chiacchiere di mezzo pianeta quando realtà evidenti gravi (soprattutto di questi tempi) e lampanti meriterebbero di essere discusse a tamburo battente (ambiente, energia etc etc)(E qualcuno mi spieghi perchè in tutta Europa non c'è neve).



Semmai mi porrei il problema sulle motivazioni di guerre politiche sotterranee bipartizan.

Ma ancora chissenefrega se mi permetti.
Se lo facessi giocherei all'album delle figurine della politica e non mi va.
Ma piuttosto faccio le pulci al loro operato figurati se perdo tempo a capire le motivazioni che li hanno condotti a fare la guerra politica contro questo o quello schieramento. Come dice la pubblicità Collistar: Io guardo al risultato.

Pensi che non sia noto?

Ma manco per niente. Io vedo solo gente che se le da di santa ragione, che si insulta e che, sempre di più, idolatra infimi personaggi politici che in un regime meritocratico a malapena potrebbero spalare letame.
Inoltre vedo sempre meno informazione e sempre più slogans..quindi non solo la gente si insulta ma lo fa anche da ignorante, senza cognizione di causa.
Peggio di cosi..manco la Gotham City di Batman faceva cosi pena.

DonaldDuck
30-12-2006, 23:02
Io umilmente oserei dire la seguente frase: quando avrò modo di esaminare i documenti e quando qualcuno mi dimostrerà inconfutabilmente facendo nomi, cognomi e fatti, allora e solo allora, potrò accettare di scandalizzarmi sul serio.
Ma guarda tu invece se devo stare dietro alle chiacchiere di mezzo pianeta quando realtà evidenti gravi (soprattutto di questi tempi) e lampanti meriterebbero di essere discusse a tamburo battente (ambiente, energia etc etc)(E qualcuno mi spieghi perchè in tutta Europa non c'è neve).




Ma ancora chissenefrega se mi permetti.
Se lo facessi giocherei all'album delle figurine della politica e non mi va.
Ma piuttosto faccio le pulci al loro operato figurati se perdo tempo a capire le motivazioni che li hanno condotti a fare la guerra politica contro questo o quello schieramento. Come dice la pubblicità Collistar: Io guardo al risultato.



Ma manco per niente. Io vedo solo gente che se le da di santa ragione, che si insulta e che, sempre di più, idolatra infimi personaggi politici che in un regime meritocratico a malapena potrebbero spalare letame.
Inoltre vedo sempre meno informazione e sempre più slogans..quindi non solo la gente si insulta ma lo fa anche da ignorante, senza cognizione di causa.
Peggio di cosi..manco la Gotham City di Batman faceva cosi pena.
Si vabbè, hai ragione. La prossima volta però mi piacerebbe vedere stò moralismo rivolto a qualche utente di sinistra. Ci conto, eh? Altrimenti potrei pensare che la tua imparzialità sia solo di facciata.

scorpionkkk
31-12-2006, 00:44
Si vabbè, hai ragione. La prossima volta però mi piacerebbe vedere stò moralismo rivolto a qualche utente di sinistra. Ci conto, eh? Altrimenti potrei pensare che la tua imparzialità sia solo di facciata.

Va bene.
Basta che non ti piazzi le etichette da solo...che minchia vuol dire utente di destra o utente di sinistra?

DonaldDuck
31-12-2006, 00:49
Va bene.
Basta che non ti piazzi le etichette da solo...che minchia vuol dire utente di destra o utente di sinistra?
Non piazzo nessuna etichetta preconcetta. Vuol dire che in questa discussione solo io voto a destra e sono rimasto perplesso che tu sia venuto a quotare proprio me che volevo buttare giù uno straccio di discussione nel nulla più completo.

dantes76
31-12-2006, 00:53
Non piazzo nessuna etichetta preconcetta. Vuol dire che in questa discussione solo io voto a destra e sono rimasto perplesso che tu sia venuto a quotare proprio me che volevo buttare giù uno straccio di discussione nel nulla più completo.

Un messia piumato :asd: ... al massimo piu che uno straccio di discussione, qualche poesia a memoria..

scorpionkkk
31-12-2006, 01:05
Non piazzo nessuna etichetta preconcetta. Vuol dire che in questa discussione solo io voto a destra e sono rimasto perplesso che tu sia venuto a quotare proprio me che volevo buttare giù uno straccio di discussione nel nulla più completo.

E buttiamola giù questa discussione..allora, solo che francamente mi è difficile prendere spunto da Scaramella..vediamo un pò, di cosa si potrebbe parlare:
1)Come evitare gli intrecci tra politica ed informazione: idee per far si che siano disgiunte.
2)Trasparenza delle attività parlamentare: regole da introdurre affinchè a fine legislatura le attività e le note spese di ogni singolo parlamentare siano rese pubbliche ed organizzate.
3)La qualità dell'informazione oggigiorno.Cosa dovrebbe fare il cittadino per districarsi nell'ambito della disinformazione?
4)Controinformazione e politica.
5)Conoscibilità di eventi reali attraverso passaggi informativi multipli.
6)Esami clinici relativi ad avvelenamento da Polonio e loro costo al nostro SSN.

boh..oppure, mi sembra di capire:

7)E' Prodi un agente KGB? Ci sono nella sinistra italiana agenti KGB?

DonaldDuck
31-12-2006, 01:10
Un messia piumato :asd: ...
Solo il re degli ignoranti. Il titolo di messia lo lascio a qualcun'altro.

scorpionkkk
31-12-2006, 01:22
Solo il re degli ignoranti. Il titolo di messia lo lascio a qualcun'altro.


bella frase..sul serio..anche se Celentano mi sta sulle palle

IpseDixit
11-01-2007, 19:52
RIDERE di Mario Scaramella? Interpretare il consulente della Mitrokhin, a cui per troppo tempo è stata data briglia sciolta e consenso istituzionale, come un pasticcione, un fanfarone, uno dei tanti colorati mestatori così frequenti nella scena pubblica della commedia italiana? Meglio andarci cauti. Di certo, vuole muoversi con piedi di piombo la procura di Roma.

Anzi, si può dire di più: il pubblico ministero Pietro Saviotti pare coltivare l'ipotesi che Mario Scaramella sia il "terminale" di un network determinato a organizzare una campagna di diffamazione contro Romano Prodi e il suo staff (Luciano Segre, Alessandro Ovi, Stefano Manservisi, Daniela Flamini, Marco Vignudelli), il generale Giuseppe Cucchi (oggi direttore del Cesis), i magistrati di Milano Armando Spataro e Guido Salvini, i due cronisti di Repubblica Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo, presentando nel contempo Paolo Guzzanti, Mario Scaramella, Nicolò Pollari e Marco Mancini (appena ieri n. 1 e n. 2 del Sismi) come obiettivi dell'intelligence militare russa.

L'ipotesi è sostenuta, per quanto Repubblica è in grado di documentare, da un file estratto dall'hard disk di uno dei computer di Mario Scaramella. Il file dimostra che, ancora nel settembre scorso, Scaramella (per conto di chi? con quali risorse? con quali fonti? con quale mandato?) schedava - calunniandolo - il presidente del Consiglio.

Nell'ufficio di Scaramella, a Napoli, sono stati sequestrati 20 mila dollari in banconote da 100, intonse, con numeri di serie sequenziali e, a un primo esame, non provenienti da istituti di credito italiani. Verosimilmente consegnati da un "corriere", Battistolli. Chi pagava, dunque, Scaramella?

Il perché di questi compensi lo si può ricostruire leggendo il file "Prodi", nella directory D:\Scaramella Mario\ SMPC1HD1\Chiaro\C\documents, creato alle 19.48 del 18 settembre 2006. Salvato un'ultima volta dopo 182 minuti, alle 22 e 49. Diciannove pagine, 6302 parole in lingua inglese per costruire un dossier di menzogne.

Vi si legge: "Dopo controlli incrociati, molto approfonditi del dossier su Romano Prodi, può essere affermato (e ulteriormente corredato di dettagli) quanto segue.

1. E' molto improbabile che RP abbia mai consapevolmente o deliberatamente collaborato con i servizi di intelligence dell'Urss/Russi e vi sono molte indicazioni attendibili al riguardo.

2. Ugualmente ben fondata è la forte impressione che RP fosse o ancora sia ben manipolato dal Kgb e da coloro che gli sono succeduti in Russia attraverso i suoi stretti contatti personali o di amicizia, o di affari, o politici - a cominciare almeno dai tempi del sequestro di Aldo Moro - Qui abbiamo trovato molte indicazioni dirette ed indirette, e tutte ci conducono a credere che, almeno dalla fine degli anni '80, RP aveva tutti gli argomenti per capire di essere stato manipolato ripetutamente da parte dell'Urss-Russia, ma non ha fatto nulla per fare in modo di mettere fine a ciò ed evitare che la cosa continuasse.

3. Le seguenti personalità appartenenti al più stretto entourage di R. Prodi dovrebbero essere sospettate di saldi legami non solo con il Kgb, ma anche adesso con l'Svr (controspionaggio militare) e diversi gruppi "siloviki" (patrioti) in Russia, che collaborano con il Svr: Luciano Segre (agente dell'intelligence); Alessandro Ovi (agente dell'intelligence o agente di influenza); Stefano Manservisi (agente di influenza); Daniela Flamini (agente dell'intelligence).

Tutte queste quattro persone sono collegate tra loro, tuttora incontrano periodicamente ufficiali del Svr, ricevono denaro contante da loro e compiono missioni di vario genere (per lo più politicamente orientate) - allo stesso tempo indipendenti e mirate ad ottenere le azioni necessarie da Romano Prodi. Un grosso quesito resta riguardo Marco Vignudelli, lì non è stata ancora raccolta alcuna prova sufficiente che permetta di sospettarlo in quanto collaboratore del Svr. Ci sono solo molti (relativamente deboli) sospetti".

La campagna di menzogne, come si vede, lascia al centro della trama un Prodi manipolato o furbescamente consenziente nella sua manipolazione, inventando intorno a lui addirittura agenti lautamente pagati da Mosca e "travestiti" da collaboratori - tra i più fidati - del capo del Governo. Il dossier racconta come torbida una presunta amicizia e un'altrettanto ipotizzata frequentazione tra Prodi e Vladimir Groshev, "un uomo d'affari molto conosciuto, la controparte di RP nella creazione di una joint venture di Nomisma, strettamente collegato con il Svr": "Groshev ha continuato a incontrare RP (nell'Europa occidentale, ma raramente in Italia), spesso negli ultimi anni - sebbene senza alcun valido pretesto lecito, strettamente su base personale (anche se costoro non sono per nulla amici intimi). Si sono incontrati molte volte a Bruxelles e Parigi, compreso al tempo in cui RP diresse la Commissione Europea". Raccontata così la figura di Prodi, si può tirare il filo dell'entusiasmo di Mosca per la sua vittoria.

"Dopo che Romano Prodi ha vinto le elezioni, fonti del Svr confermano che la cosa fu presa molto positivamente e con entusiasmo dai capi, che adesso si aspettano una collaborazione molto più fattiva tra le comunità dell'intelligence italiana e russa. (...) Tra i risoluti "oppositori" di Prodi, in posizione nettamente anti russa, il Svr elenca coloro che appaiono essere invischiati nello scandalo Nigergate, Abu Omar: Marco Mancini, Gustavo Pignero, Nicolò Pollari. Il Svr li considera come seri nemici che per lungo tempo hanno agito come un team in questioni anti-russe e hanno danneggiato seriamente gli interessi dell'intelligence russa in Italia. Il Svr è certo che tutti e tre hanno abusato e fatto cattivo uso del vivo desiderio di Berlusconi di collaborare con i corpi di sicurezza russi - così come nel loro impegno di collaborazione e cospirazione politica con i loro colleghi degli Usa".

Nel facile schema del fangoso dossier di Scaramella si intravede una figura elementare. Da un lato, Prodi e il suo staff, consapevolmente manovrati dai servizi russi. Sull'altro versante, Pollari-Pignero-Mancini, i tre più alti dirigenti del Sismi, fieri oppositori delle infiltrazioni russe in Italia. Nello schema, naturalmente, il senatore Paolo Guzzanti e Mario Scaramella, come gli spioni del Sismi, sono "obiettivi" dell'offensiva voluta da Vladimir Putin.

Si legge nel dossier: "Il Svr considera Paolo Guzzanti uno stretto alleato del Sismi/di Pollari/di Mancini. E pure implicato in atti di falsificazione contro gli interessi russi, così come nel Nigergate e nel caso Abu Omar. Quelli del Svr pensano che Guzzanti sia in stretti rapporti confidenziali sia con Pollari che con Mancini. Dicono che Guzzanti era ed è ancora uno degli uomini che in segreto fungono da anello di congiunzione tra Berlusconi e Pollari e che coordinano numerose operazioni sovversive anti-Prodi in Italia. Stando alle fonti del Svr, una delle attuali specialità di Mario Scaramella è la "contraffazione di dossier sul nucleare del Kgb", idea fatta propria e finanziata dalla Cia e dagli ultra-conservatori dell'amministrazione Bush guidati da Dick Cheney".

Non potevano mancare magistrati e giornalisti che nel fantasioso documento di Scaramella dovrebbero, nell'interesse di Mosca, favorire l'eliminazione dei "fieri oppositori" del Kgb in Italia. Si legge: "Fonti del Svr ritengono che il pubblico ministero Armando Spataro non abbia nulla a che fare con affari legati al Kgb/Svr, ma che sia ovviamente influenzato dalle sue preferenze politiche e che abbia motivi personali per perseguitare Mancini & company. Il giudice Guido Salvini è considerato essere politicamente molto meno impegnato, ma è quotato come incallito ufficiale di Stato anti Usa/Cia con legami molto sospetti di lungo termine, inclusi contatti personali, dalla Russia. Esiste la possibilità che possa essere corrotto da parte russa. Sia Spataro che Salvini sono ritenuti essere, dal Svr, strumenti di pressione adeguati, per l'entourage di Prodi, nel dare la caccia ai nemici possibili di RP all'interno del Sismi. Una delle mie fonti del Svr afferma che siano in rapporti confidenziali, riservati con i più stretti colleghi di sinistra di Prodi (presumibilmente una delle persone sopra menzionate legate agli affari del Kgb)".

Veniamo ora a Repubblica, che nel corso del tempo ha condotto inchieste sul passato di Putin e il nuovo potere del Kgb; sul sequestro di Abu Omar; sul Nigergate; sulle manipolazioni del Sismi di Nicolò Pollari. Giornale nemico, dunque. Si legge: "Sulla base di dati provenienti da fonti del Svr, vi sono molte ragioni per ritenere che i giornalisti de la Repubblica Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo siano influenzati da informazioni venute fuori da fonti del Svr - sebbene non vi siano assolutamente indicazioni che costoro potrebbero collaborare con alcuna agenzia di stato dell'Urss/russa. Costoro pubblicarono un articolo che affermava che il signor Prodi stava prendendo in considerazione per il delicato posto di direttore del Sismi Giuseppe Cucchi. Le fonti pensano che Cucchi sia saldamente sostenuto dai capi del Svr e dai loro contatti nell'entourage di Prodi che collaborano con il Svr e che la sua nomina per quell'incarico sia stata prestabilita prima che Prodi vincesse le elezioni. Cucchi è personalmente ben conosciuto da molti russi (ufficiali e collaboratori del Svr) che lo contattano da molti anni nell'ambito delle attività di Nomisma, a cui Cucchi partecipa in modo costante".

Repubblica viene accusata di aver utilizzato come fonti degli scandali Nigergate e Abu Omar, Agathe Duparc (corrispondente da Ginevra di Le Monde) e Vladimir Ivanidze (giornalista russo free-lance che ha lavorato al periodico svizzero Hebdo) e di aver addirittura cominciato a raccogliere alla fine di giugno 2006 (quindi, prima che Litivinenko fosse avvelenato con il polonio a Londra) informazioni su Mario Scaramella e Paolo Guzzanti (le due circostanze sono entrambe false).

Nel dossier farlocco, Scaramella raccoglie le informazioni che gli vengono da "sue fonti del Svr". Quali? "In una pausa dell'udienza del tribunale del riesame - racconta l'avvocato di Scaramella, Sergio Rastrelli - ho chiesto al mio assistito chi fosse la fonte di questo file. Mario mi ha risposto che almeno le informazioni su Prodi gli venivano da Euvgenij Limarev".

Euvgenij Limarev, figlio di un generale del Svr, è stato consulente "coperto" della commissione Mitrokhin. Repubblica lo ha raggiunto telefonicamente. "Non sono io la fonte. Ma non mi stupisco. E' l'ennesima fabbricazione di Mario Scaramella. Se domani associassero il mio nome a un dossier sulla morte di Pinochet, non mi stupirei".

Ridere di Scaramella? Forse si potrebbe anche farlo, se le menzogne contenute nel file "Prodi" non fossero state utilizzate di volta in volta in questo ultimo mese da parlamentari e giornali della destra. Forse si potrebbe anche riderne se questo file calunnioso non fosse stato creato soltanto nel settembre scorso. La circostanza inquieta anche il pubblico ministero. Concludendo il suo intervento dinanzi al tribunale della libertà, Pietro Saviotti ha detto: "I documenti sequestrati a Scaramella mi fanno dire che questa indagine è soltanto all'inizio. Per conto di chi, nel settembre 2006, Mario Scaramella raccoglie questo dossier? E chi lo paga?".

(11 gennaio 2007)

http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/caso-scaramella/caso-scaramella/caso-scaramella.html

DonaldDuck
11-01-2007, 19:58
Il perché di questi compensi lo si può ricostruire leggendo il file "Prodi", nella directory D:\Scaramella Mario\ SMPC1HD1\Chiaro\C\documents, creato alle 19.48 del 18 settembre 2006. Salvato un'ultima volta dopo 182 minuti, alle 22 e 49. Diciannove pagine, 6302 parole in lingua inglese per costruire un dossier di menzogne.

Ma quanto sono ben informati questi di Repubblica :sofico:. Chissà se avranno pure una copia di backup dell'hard disk fornito da chissà chi...boh :what:

dantes76
11-01-2007, 20:01
Ma quanto sono ben informati questi di Repubblica :sofico:. Chissà se avranno pure una copia di backup dell'hard disk fornito da chissà chi...boh :what:


http://pgp.unito.it/

FastFreddy
11-01-2007, 20:03
Si vede che in procura abbondano. :D

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/76/European_mole_animal.jpg/300px-European_mole_animal.jpg

sander4
11-01-2007, 20:04
Ridere di Scaramella? Forse si potrebbe anche farlo, se le menzogne contenute nel file "Prodi" non fossero state utilizzate di volta in volta in questo ultimo mese da parlamentari e giornali della destra. Forse si potrebbe anche riderne se questo file calunnioso non fosse stato creato soltanto nel settembre scorso. La circostanza inquieta anche il pubblico ministero. Concludendo il suo intervento dinanzi al tribunale della libertà, Pietro Saviotti ha detto: "I documenti sequestrati a Scaramella mi fanno dire che questa indagine è soltanto all'inizio. Per conto di chi, nel settembre 2006, Mario Scaramella raccoglie questo dossier? E chi lo paga?".

Bella domanda.

Comunque vergogna, vergogna profonda per chi usa e ha usato le istituzioni e i servizi segreti per screditare, calunniare, intercettare, dossierare magistrati e avversari politici, con la sola di colpa di essere brave persone, non come Dell'Utri, non come Previti - i due migliori amici di silvio - e altri pregiudicati come loro.

Vergogna per i parlamentari e i giornali di area berlusconi e cdl che hanno pubblicato le menzogne su ordine del padrone (libero e il giornale ci hanno mangiato sopra per mesi sulle menzogne di marini e di scaramella) e probabilmente non la pagheranno mai.

E intanto le persone credono che Prodi è un agente del kgb e aveva un conto chiamato "mortad" chissà dove, e nessuna televisione gli dirà mai che erano tutte balle, perchè cinque su sei ne controlla proprio lui, Berlusconi.

Mediaset e Fede, e Belpietro non glielo diranno, nemmeno Mazza al tg2, nemmeno Vespa, al massimo un titolino in sovraimpressione o un versettino minuscolo nell'ultima pagina del giornale, mentre su Marini e Scaramella e supertestimoni peracottari ci facevano le prime pagine e gli scoop in prima serata.

Nemmeno i parlamentari di cdx glielo diranno, ai cittadini, che erano tutte palle, quantomeno quelli di FI, incluso Guzzanti, anzi sarà ed è l'occasione per calunniare i magistrati, "comunisti" che perseguitano scaramella per conto di Prodi, ovviamente.

Come è successo con Marini, con i fascicoli segreti della Bocassini che dovevano scagionare previti (vi ricordate? poi s'è scoperto che erano palle ovviamente, la Bocassini ha vinto la causa x diffamazione), con Scaramella, e come succederà col prossimo supertestimone.

E ho paura che non si arriverà mai a punire il vero mandante, come al solito. :mad:

DonaldDuck
11-01-2007, 20:08
http://pgp.unito.it/
Dici? Invece mi sa che ha ragione FastFreddy

dantes76
11-01-2007, 20:24
Dici? Invece mi sa che ha ragione FastFreddy

no, no, un add alla sicurezza... un minimno di preservativo, e' ho preso quello piu' semplice...

DonaldDuck
11-01-2007, 20:34
no, no, un add alla sicurezza... un minimno di preservativo, e' ho preso quello piu' semplice...
Ah, ma a leggere stè cose un pc non è sicuro manco dentro una cassaforte se esiste un essere umano che ne conosce la combinazione. E... :fagiano:

dantes76
11-01-2007, 20:38
Ah, ma a leggere stè cose un pc non è sicuro manco dentro una cassaforte se esiste un essere umano che ne conosce la combinazione. E... :fagiano:

esiste una soc di Ny, che ha sviluppato un soft che da anni commercializza:

e lo installa solo in sede, crea una partizione nascosta, nonche criptata, per esempio su un Hd da 120giga crea una parti di 80Giga, ma non visibile, cioe' compare sempre un hd da 120, per esempio c ha 120giga ma in effetti ne ha 40... tutte le cartelle nella paritzione( nascosta ) non sono lette
vogliono spedito l'hd, non vendono il soft