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dantes76
24-12-2006, 21:16
LE CAUSE DELL'AVVENIMENTO CHERNOBYL

di Jacques FROT*
da: http://www.ecolo.org


Il 26 aprile 1986, verso l'una del mattino, il reattore n°4 della centrale ucraina di Cernobyl, nel corso di un test a bassa potenza richiesto dall'autorità centrale di Mosca, fu soggetto ad un'escursione di potenza: in qualche secondo la stessa raggiunse valori dell'ordine di 100 volte quella nominale; poiché il fluido termovettore - acqua leggera - non era più in grado di smaltire questa enorme quantità di calore, si è vaporizzato in una frazione di secondo, causando alle ore 1 23 minuti e 44 secondi (ora locale) un'esplosione di vapore. Il reattore fu distrutto. Una radioattività dell'odine di 12 Exabequerel (circa 300 milioni di Curies) si è liberata nell'atmosfera in una decina di giorni, contaminando in modo significativo una zona di 150 000 km2, abitata da circa 6 milioni di persone e producendo su una gran parte dell'Europa un aumento misurabile della radioattività.

L'avvenimento Cernobyl presenta due aspetti:

A. L'esplosione del reattore nucleare sovietico RBMK n° 4;
B. I danni sanitari conseguenti

Esamineremo di seguito gli aspetti separatamente, dato che i danni sanitari non erano una conseguenza inevitabile dell'esplosione. Tuttavia alcune cause, di natura politica, hanno influenzato questi due aspetti dell'avvenimento.
Ricordiamo che, prima di Cernobyl, il nucleare civile del mondo libero aveva conosciuto due incidenti principali : quello del reattore GCR di Windscale in Gran Bretagna nel 1957 e quello del reattore PWR n°2 della centrale di Three Mile Island negli USA nel 1979. Ciascuno dei due incidenti fu classificato al livello 5 della scala internazionale degli avvenimenti nucleari - scala INES - che comporta 8 livelli (da 0 a 7) e che fu definita dopo Cernobyl. Contrariamente all'opinione comunemente diffusa, questi due incidenti non hanno causato morti né feriti e nessun studio epidemiologico ha messo in evidenza un qualunque impatto sanitario.

A. CAUSE DELL'ESPLOSIONE DEL REATTORE N°4 DI CHERNOBYL

Questo reattore da 1000 MWe Ce réacteur de 1000 MWe è del tipo RBMK ad acqua leggera bollente, moderato a grafite. Oltre alla produzione di elettricità, aveva per obiettivi la produzione di plutonio 239 di grado militare, quindi poco irraggiato : a questo scopo era equipaggiato di un dispositivo di carico/scarico del combustibile durante la marcia, cioè senza arresto del reattore.

Le cause dell'esplosione sono di tre tipi:

A1. Errori di concezione
A2. Sbagli di gestione/Errori del personale di esercizio
A3. Cause politiche

A1. Errori di concezione

A11. Il nocciolo di questo tipo di reattore è instabile sotto i 700 MWth (poco meno del 25% della potenza nominale). In breve, a bassa potenza, ogni tendenza all'incremento viene amplificata rapidamente ed automaticamente : il reattore diviene difficilmente controllabile. Questo aspetto, specifico dei reattori RBMK, è estremamente pericoloso e fortunatamente è assente in tutti i reattori di concezione non sovietica e nei reattori PWR sovietici (VVER). In tutti i reattori, esclusi gli RMBK, ogni reazione nucleare che tende all'incremento viene, per le caratteristiche del reattore, automaticamente rallentata.

L'esplosione di Cernobyl è avvenuta, precisamente, nel corso di una prova a bassa potenza, ossia in un contesto di instabilità in quel reattore. Gli ingegneri russi conoscevano questa instabilità e così gli esperti francesi e britannici : un monito era già stato lanciato - inutilmente - al potere sovietico ben prima dell'incidente di Cernobyl. Immaginatevi un autobus che rischia di uscir di strada in montagna con un volante che non risponde più!!

A12. L'inserimento completo delle barre di controllo del RMBK è lento : richiede una ventina di secondi (< 2 secondi in tutti gli altri reattori del mondo, eccetto i RMBK) e ciò è troppo lento per impedire l'incremento di potenza del nocciolo allorché stia funzionando nella sua regione di instabilità. Le barre di arresto di emergenza ad inserimento rapido non esistono nei reattori RMBK. Immaginatevi che i freni dell'autobus non forniscano tutta la loro potenza che20 secondi dopo il "colpo sui pedali dell'autista"!!

A13. Le barre di controllo, costituite di carburo di boro, hanno all'estremità una punta in carbonio che, nella fase iniziale di inserzione delle barre inizia ad aggiungere reattività… invece di diminuirla! Come se la prima risposta al "colpo sui pedali dell'autista" fosse un'accelerata del motore dell'autobus a piena potenza per qualche secondo!! Questo fenomeno pericoloso era stato riscontrato nel 1983 (3 anni prima di Cernobyl) su un reattore RMBK della centrale di Ignalina.

A14. La funzione di moderatore - rallentamento dei neutroni - è assicurata da 600 tonnellate di grafite. Qui non si tratta proprio di un errore di concezione ma piuttosto di una debolezza : la grafite molto calda si infiamma all'aria libera, l'incendio vaporizza i radionuclidi contenuti nel reattore : la loro dispersione nell'atmosfera viene quindi fortemente favorita. I reattori occidentali ad acqua pressurizzata e ad acqua bollente non contengono né grafite (carbonio) né sostanze infiammabili.

A15. I reattori RMBK non posseggono né dispositivi di purificazione delle emissioni gassose né edificio di contenimento : un simile edificio avrebbe almeno, nel peggiore dei casi, diminuito notevolmente e rallentato la fuoriuscita di radioattività nell'ambiente.

Questo tipo di contenimento protegge i reattori di tutto il mondo, compresi i PWR ultima generazione (VVER 1000) dell'ex Unione Sovietica e dei suoi ex-satelliti. Il reattore incidentato di TMI ne era equipaggiato : non vi fu fuoriuscita significativa di radioattività. Privo di questo contenimento, il reattore RMBK è come un autobus senza carrozzeria : queste evidentemente è una protezione maggiore, indispensabile.

Per riassumere, abbiamo un autobus senza carrozzeria, dove il volante non risponde più e nel quale il sistema di frenatura lancia il veicolo a piena velocità per qualche secondo, prima di rallentarlo efficacemente, una ventina di secondi dopo… ossia ben dopo che il veicolo sia finito nel fosso o contro un muro.

A2. Errori e Colpe del personale di esercizio

6 errori e colpe umane sono stati identificati : 2 violazioni di consegne permanente (funzionamento prolungato a meno di 700 MWth, meno di 30 barre di controllo inserite nel nocciolo) ; 1 mancato rispetto delle procedure di prova ; 3 messe in fuori servizio volontarie di dispositivi di sicurezza (lo spruzzamento di sicurezza e, successivamente, 2 dispositivi di arresto di urgenza).

Evidentemente il personale, insufficientemente addestrato, non aveva la percezione della pericolosità delle sue azioni. Se si fosse evitato uno solo di questi 6 errori l'esplosione non sarebbe successa.

Sarebbe comunque troppo facile addebitare agli operatori la responsabilità della catastrofe : hanno fatto il loro lavoro, forniti della sola formazione che era stata loro data ; e questa era insufficiente ed incongruente con la mancanza di sicurezze passive dell'installazione. L'ignoranza della neutronica del nocciolo RMBK impediva loro di comprendere le conseguenze delle decisioni che prendevano : inoltre il reattore era nel corso di una prova a bassa potenza, secondo un programma che prevedeva delle deroghe significative alle regole permantenti di esercizio.
Circa le consegne di esercizio - sia le consegne permanenti che quelle specifiche della prova da eseguire - erano incomplete ed imprecise.

L'esame dettagliato di cosa è avvenuto nelle ore e nei minuti precedenti all'esplosione mostra che essa non poteva non avvenire. E se si considera che il concetto di incidente è associato q quelli di alea ed incertezza - cioè probabilità - allora l'esplosione del reattore di Cernobyl non è un incidente. Questa riflessione ci conduce alle cause politiche.

A3. Cause politiche

In piena guerra fredda - che minacciava a volte di divenire calda - la funzione militre plutonigena del RMBK forniva alla concezione, alla costruzione ed all'esercizio di reattori di questa filiera un carattere d'urgenza che non concedeva le "perdite di tempo" che avrebbero comportato i perfezionamenti assolutamente necessari alla sicurezza di questi reattori. L'obiettivo a cui erano sottomessi gli ingegneri e gli scienziati era uno solo : produrre plutonio militare quanto più possibile, quanto prima possibile.

I problemi di bilancio avevano la stessa natura : non si volevano ridurre le spese ma semplicemente, con i fondi a disposizione, produrre il più rapidamente possibile la massima quantità del miglior 239Pu di grado militare.
È per questo che il 2 maggio 1986 (6 giorni dopo l'esplosione) il Ministro dell'Elettrificazione dichiarava ad una riunione del Politburo: "Nonostante l'incidente, il gruppo di costruzione adempie ad i suoi obblighi socialisti e si lancerà presto nella costruzione del reattore n°5".

La cultura del segreto era universale nell'URSS. Essa imponeva la segregazione delle conoscenze : nessuno poteva detenerne la totalità ed integrare tutti gli aspetti della sicurezza di esercizio. In materia di nucleare civile questa cultura sovietica del segreto perdurerà fino al 1989.

Alcuni scienziati conducevano un discorso rigorosamente onesto ; altri, ugualmente competenti e riconosciuti tali ma mossi più da interesse personale che da desiderio di obiettività scientifica, non avevano il coraggio del rigore ed accettavano dal potere politico, a volte persino incoraggiavano, alcune decisioni insensate o pericolose. Ai dibattiti di idee scientifiche, tecniche e tecnologiche si sostituivano le lotte di potere.

I difetti di concezione del reattore non erano dovuti ad incompetenza degli ingegneri : erano il risultato della dittatura burocratica che presiedeva a tutte le decisioni nel sistema sovietico, compreso il campo della sicurezza.

È chiaro che l'esplosione del reattore di Chernobyl fu resa possibile dalle molteplici traversie del sistema sovietico. Si può quindi affermare che l'aspetto incidentale di Chernobyl è stato sovietico prima di essere nucleare.

B. CAUSE DEI DANNI SANITARI

I danni sanitari conseguenti all'esplosione del reattore di Cernobyl non erano una conseguenza inevitabile. Le sole conseguenze inevitabili dell'esplosione erano la distruzione completa del reattore, la morte di due operatori presenti sul tappo del reattore al momento dell'esplosione e la contaminazione radioattiva di vasti territori. Tuttavia le circostanze furono tali da dare danni sanitari, che riassumiamo prima di esaminare le cause immediate e le cause profonde.

B1. I danni sanitari

La realtà dei danni sanitari che sono conseguiti all'incidente di Chernobyl ha dato luogo, dal 1986, a molte polemiche. Gli organi nucleari mondiali se sono visti spesso rinfacciare di minimizzarne l'entità. Al contrario gli ambienti politici - in particolare gli ecologisti -, i giornalisti e gli industriali (quelli che vivono di energie fossili) non si sono peritati di drammatizzare ingiustificatamente. L'obiettiviità scientifica nel caso in questione, fu e rimane assente troppo sovente.

Questa ricerca di obiettività ci porta a riferirci all'ultimo rapporto dell'UNSCEAR - United Nations Scientific Comitee on the Effects of Atomic Radiations, Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti delle Radiazioni Ionizzanti Comité Scientifique des Nations Unies sur les Effets des Rayons Ionisants. I rappresentanti di 21 paesi partecipano ai suoi lavori. È sui risultati scientifici elaborati dall'UNSCEAR che i Governi mondiali si basano per la stima dei rischi e la determinazione delle regole di radioprotezione.

Il § 136 del rapporto consegnato all'ONU dall'UNSCEAR il 6 giugno 2000, afferma:

"Oltre all'aumento del cancro della tiroide nei bambini esposti, 14 anni dopo l'incidente di Chernobyl non vi sono evidenze di un impatto significativo sulla salute pubblica. Non si sono osservati aumenti della frequenza o della mortalità da cancro che possano essere atttribuiti alle radiazioni ionizzanti. Il rischio di leucemie, principale preoccupazione, non è cresciuto, neppure tra i "liquidatori". Non vi è ugualmente alcuna prova di altri disturbi non maligni, somatici o mentali legati alle radiazioni ionizzanti"

Segnaliamo che queste conclusioni dell'UNSCEAR sono coerenti con le osservazioni fatte dal 1945 su 86500 sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, che costituiscono ul gruppo epidemiologico di studio detto Coorte Hiroshima-Nagasaki (CHN). Questi sopravvissuti hanno evidentemente subito delle dosi e, ancor più, dei ratei di dose molto superiori a quelli degli irraggiati di Chernobyl.

Ricordiamo i dati seguenti che caratterizzano i danni sanitari di Chernobyl. Sono relativi ad una zona di 150 000 km2 ubicata attorno a Chernobyl e comune a Bielorussia, Ucraina e Federazione Russa.

a. 31 persone sono morte per gli effetti acuti dell'esplosione di Chernobyl. L'esplosione ha ucciso 2 operatori (nulla poteva evidentemente risparmiare la vita di questi due malcapitati) ; tra le 134 persone che hanno subito un irraggiamento acuto 28 sono deceduti nei 3 mesi seguenti all'incidente, 1 altro paziente è morto di trombosi coronarica

b. Circa 1800 casi di tumore alla tiroide sono stati registrati all'inizio del 2000 tra i soggetti che avevano meno di 18 anni al momento dell'incidente. Questo cancro, a mortalità molto bassa in linea di principio se curato bene e rapidamente, nel caso di Chernobyl ha causato qualche decesso: 10 fino ad oggi. Si può ritenere che ulteriori casi di tumore alla tiroide si presenteranno in futuro, con una mortalità ancora più bassa

c. Crescita del numero di suicidi e, più in generale, di morti violente presso i "liquidatori" e nella popolazione evacuata, che ha visto una consistente diminuzione della sua qualità della vita. È in questa popolazione evacuata e tra i liquidatori (313 000 ufficialmente) che risiede il danno sanitario di gran lunga peggiore (spesso mortale ma di fatto non valutabile), risultato di questa catastrofe.

d. Non si sono osservati eccessi d'anomalie congenite, né leucemie, né tumori solidi (a parte il cancro della tiroide).

Per quanto riguarda la Francia, non è stato messo in luce alcun effetto patologico. L'aumento della dose da radioattività ricevuto dalla popolazione francese a causa di Chernobyl sarà, nei 60 anni successivi alla catastrofe, dell'ordine di 1/100 della radioattività naturale. Nell'Est e Sudest del paese - zone più colpite perché più vicine e/o più sottoposte ai venti che hanno trasportato la radioattività proveniente da Chernobyl - l'eccesso di dose è stato, nei primi 12

mesi seguenti all'esplosione, dell'ordine del 10% della radioattività naturale. E la stessa varia da 1 a 10 da una regione all'altra della Francia senza che alcun studio epidemiologico abbia messo in evidenza un qualunque impatto sulla salute.

B2. Le cause immediate

In mancanza di un piano di intervento tupo "ORSEC" o di un Piano Specifico di Intervento [in Francia l'ORSEC è un piano di emergenza, che comprende un team di esperti,d a applicare in caso di calamità nazionali, comprese quelle nucleari. Il Piano Specifico di Intervento(PSI) è l'equivalente dei Piani di Emergenza Esterni delle installazioni nucleari italiane. ORSEC e PSI sono gestiti dall'autorità pubblica - NdT], le semplici ed elementari precauzioni che si elencano non furono messe in opera o, nel migliore dei casi, lo furono in ritardo:

· informazione immediata alla popolazione della consegna di restare a casa, con porte e finestre chiuse (informazione data 36 ore dopo l'esplosione)
· divieto di consumare latte fresco
· divieto di consumare tutti i prodotti agricoli locali
· distribuzione ed ingestione immediata di iodio stabile
· distribuzione di dispositivi di protezione individuale ai liquidatori del primo momento.

Lo iodio 131 (vita media 7,5 giorni) fu, nelle prime settimane, il principale responsabile degli incidenti di irraggiamento e, particolarmente negli anni che seguirono, dei numerosi casi di cancro alla tiroide. L'ingestione immediata di iodio stabile satura la tiroide ed impedisce di conseguenza la fissazione di iodio 131 cancerogeno su questa ghiandola.

B3 Le cause profonde

Come per l'esplosione del reattore, le cause profonde dei danni sanitari sono politici. Le misure elementari (indicate al § B.2) da prendere immediatamente furono ignorate dalle autorità locali e, sembra, dalle direzione della Centrale. Esse non conoscevano alcun piano di intervento rapido e non disponevano né di medicinali né di materiale di protezione o di misure di radioattività e di dose.

E tuttavia i problemi posti dagli incidenti nucleari erano conosciuti in URSS dagli anni '50: in quel decennio l'incidente di esercizio del complesso di Mayak aveva prodotgto più di 1800 casi di irraggiamento, ai quali si aggiungono gli incidenti a bordo di sottomarini nucleari. In totalei 500 casi di irraggiamento acuto causarono la morte di 433 persone. Negli anni '50 quindi, scienziati, medici, radiobiologi e fisici nucleari sovietici erano stati costretti a studiare la questione molto seriamente allo scopo di sviluppare delle tecniche efficaci di radioprotezione e di cura.

Nonostante la politica handicappante del segreto che impediva troppo spesso agli esperti ed ai ricercatori sovietici di partecipare alle riunioni ed incontri internazionali, le loro conoscenze in materia non avevano niente da invidiare a quelle dei paesi del mondo libero.

Il ricercatori sovietici avevano inoltrato al potere pubblico dei loro paesi le raccomandazioni utili: esse purtroppo furono, in gran parte, ignorate.

Negli anni '70 gli esperti sovietci avevano sviluppato, sperimentato (sugli animali e sugli uomini) e messo a punto un medicinale radioprotettore (denominato "preparato B", efficace contro l'irraggiamento esterno da raggi gamma e neutroni. La produzione industriale del "preparato B" cominciò nel 1977 allo scopo di predisporne degli stock in prossimità ed in tutte le installazioni nucleari civili e militari. Una versione più elaborata B-190 fu messa a punto nel 1984.

I biologi sovietici conoscevano altrettanto bene e da molto tempo il meccanismo di fissazione dello iodio sulla tiroide e l'importanza che rappresenta l'arma semplice ed efficace dello iodio stabile: avevano scelto lo ioduro di potassio. Dagli anni '70 conoscevano ugualmente come contrastare gli effetti del cesio e dello stronzio radioattivo.

Le complicazioni amministrative sovietiche, le difficoltà di budget e le diatribe politico-scientifiche fecero sì che, nel 1986, nessuna delle difese messe a punto, in particolare né il "preparato B" né lo ioduro di potassio fossero disponibili a Chernobyl!!

Precisiamo infine che, dal 1964, fu lanciato un progetto per l'elaborazione di un pianto di radioprotezione di urgenza in caso di incidente nucleare. Questo piano prevedeva tutte le misure oggi universalmente note: non rimanere all'esterno, chiudere porte e finestre, distribuire iodio stabile, evacuazione temporanea delle popolazioni minacciate, proibizioni o limitazioni nel consumo di prodotti alimentari contaminati, trasferimento del bestiame verso pascoli non contaminati, divieto di consumo di prodotti caseari locali, etc.

Ogni azione è accompagnata dai criteri del livello di radiazione che ne giustifica l'avvio. Questo piano di emergenza fu approvato dal Ministero della sanità dell'URSS il 18 Dicembre 1970… più di 15 anni pirma di Chernobyl ma rimase lettera morta. Un nuovo piano fu presentato nel 1985 ma respinto nel Settembre dello stesso anno, 7 mesi prima dell'incidente, dal Ministero dell'Ingegneria Nucleare dell'URSS perché l'incidente aveva effetti, ai quali il piano intendeva porre rimedio "che erano - disse - impossibili in URSS"!!!

La grande mole e la grande varietà delle conoscenze sviluppate dai ricercatori sovietici non furono diffuse fuori dalla comunità medica e nucleare dell'URSS. Le autorità civili locali non ne erano a conoscenza o le trascuravano. Al punto che, dopo l'esplosione, la maggioranza degli attori - operatori, quadri, dirigenti della centrale, autorità locali, autorità supreme - erano impreparate, incapaci di valutare le dimensioni del disastro, incapaci di definire le priorità ed avviare le azioni più urgenti…

È per questo che certi soccorritori - principalmente i pompieri della centrale - ricevettero delle dosi di irraggiamento mortali per aver lavorato troppo a lungo senza dispositivi di protezione adeguati e persino senza dosimetri nei posti dove il livello di radioattività era elevato. 28 di loro ci lasceranno la vita: questi 28 sacrifici erano evitabili.

È per questo che la popolazione di Pripyat (da 3 a 5 km dal punto zero) non fu informata ed evacuata solo il pomeriggio del 27 aprile, 36 ore dopo l'esplosione.

È per questo che non furono somministrate - o troppo tardi - agli abitanti delle zone circostanti le pastiglie di IK che avrebbero protetto la loro tiroide dall'assorbimento di iodio 131 cancerogeno.

Notiamo al proposito che la distribuzione di iodio stabile avvenne in Polonia e questo paese, di conseguenza, non ha visto eccessi di tumori tiroidei tra i giovani benché alcune zone di questo paese sono state abbondantemente interessate dalle ricadute di Chernobyl.

È per questo che l'offerta degli USA, il 1° maggio (5 giorni dopo l'esplosione) di inviare d'urgenza grandi quantità di iodio stabile (sotto forma di NaI) fu respinta.

È per questo gli 1800 cancri alla tiroide registrati ad oggi - e probabilmente imputabili allo iodio 131 liberato in atmosfera dal reattore esploso - erano quasi tutti certamente evitabili.

È per questo che bisognerà attendere il 2 maggio (7 giorni dopo l'incidente) perché venga proibito il consumo di latte e prodotti agricoli delle zone vicine a Chernobyl.

È per questo che, durante la primavera 1986, furono finalmente evacuate 120 000 persone senza che, per mancanza degli strumenti di misura necessari e per mancanza ugualmente di buona gestione da parte della comunità medica e scientifica delle conoscenze di radioprotezione e radiobiologia che avevano sviluppato gli scienziati sovietici ed il mondo intero, nessuno conoscesse la giustificazione di questa evacuazione.

È per questo che la paura si è instillata in una popolazione mal informata o disinformata e che ha capito presto che il potere pubblico non riusciva a gestire la situazione.

È per questo che la popolazione fu vittima delle leggende metropolitante che hanno fatto, e fanno ancora, la fortuna dei mercanti di paura della stampa locale, regionale ed internazionale.

È per questo che lo stress psicologico si è abbattuto su un grande numero di "liquidatori" e di evacuati, oltre a numerosi suicidi questi traumi psichici hanno portato a malattie respiratorie, digestive e cardiovascolari. Esse non sono direttamente collegate alle radiazioni ma costituiscono certamente di gran lunga il maggior danno sanitario imputabile a Chernobyl.

È per questo che il contesto politico ha impedito di evitare questi considerevoli danni sanitari e nonostante, da anni, tutte le tecniche mediche preventive e curative fossero presenti in URSS.

Si può dunque affermare che il danno sanitario dell'incidente di Chernobyl è, anche lui, sovietico prima di essere nucleare.


CONCLUSIONI

L'esplosione di Chernobyl e i danni sanitari che ne sono conseguiti sono stati resi possibili da un sistema politico che coltivava la segretezza e che non aveva ritenuto utile dare priorità allo sviluppo di una cultura di sicurezza adatta all'esercizio dei reattori nucleari. In questo, l'accaduto è innanzitutto sovietico.

Questa grave mancanza di cultura della sicurezza si è manifestata a tre livelli: quello della progettazione, quello dell'esercizio e quello dei piani di emergenza dopo un incidente grave. Con l'aiuto degli occidentali i reattori RBMK hanno beneficiato progressivamente, dal 1986, di miglioramenti concettuali in particolare relativi alle barre di arresto rapido ed alla stabilità del nocciolo. Ma la mancanza di edificio di contenimento dimostra ciò che che costituisce evidentemente una debolezza inaccettabile.

Circa la sicurezza di esercizio, essa è stata migliorata, ugualmente con l'aiuto dei paesi occidentali, da una parte con l'elaborazione e la messa in pratica di procedure molto più precise e soprattutto meglio rispettate e, d'altra parte, con un vigoroso sforzo di formazione del personale operativo. Una nuova esplosione tipo chernobyl su uno dei 13 RBMK ancora funzionanti è quindi divenuta poco probabile.

Tuttavia, nel contesto del livello molto elevato di sicurezza usuale nei paesi sviluppati, la situazione attuale non può essere considerata come totalmente accettabile: essa esige che vengano proseguiti i miglioramenti intrapresi.
Infine sono stati messi in atto nell'ex-URSS dei piani di emergenza destinati alla protezione della popolazione… laddove, prima del 1986, erano stati considerati un inutile lusso.

Gli errori di concezione degli RBMK sono intrinseci e, in particolare, la mancanza di confinamento del blocco reattore. Tutti gli altri reattori del mondo intero, compresi i reattori sovietici di recente costruzione (VVER 1000 e VVER 440 di 2a generazione) sfuggono a questi errori e sono, in particolare, dotati di contenimento.

Se quantunque avvenisse una fusione del nocciolo, estremamente poco probabile ma teoricamente non esclusa, l'edificio di contenimento, come mostra il precedente di T.M.I nel 1979, impedirebbe ogni fuga di prodotti radioattivi pericolosi per l'ambiente e la salute. Riguardo alla protezione della popolazione circostante, dal 1957 l'incidente di Windscale (reattore gas-grafite senza edificio di contenimento in calcestruzzo precompresso) ha mostrato l'effcacia di un piano di intervento ben elaborato, messo in opera e verificato .

È quindi possibile concludere che un evento tipo Chernobyl (esplosione distruttiva del reattore e del suo contenimento accompagnata da conseguenze sanitarie ed ambientali molto gravi) non è possibile fuori dall'ex-URSS e suoi paesi satelliti.

Non dimentichiamoci inoltre che anche il reattore di Chernobyl, com'era nel 1986, non sarebbe esploso se lo staff di operazione, al fine di eseguire fedelmente un programma di test mal definito e pericoloso, non avesse deliberatamente messo fuori servizio numerosi dispositivi di sicurezza.

Jacques FROT

Novembre 2000

*J. Frot Ingegnere, ex-Direttore di Mobil Oil Française; Membro del Comitato Scientifico dell'AAPN (Associazione Ambientalisti Per il Nucleare), fondatore e animatore del Gruppo Comunicazione (GR.COM) dell'AAPN.

Bibliografia

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Pr. L.A. Ilyin Chernobyl: Myth and Reality 1994-95
UNSCEAR 48th session April 1999 Exposures and Effects of the Chernobyl accident. Annex G
UNSCEAR 49th session May 2000 Exposures and Effects of the Chernobyl accident Annex G
IPSN Fiche Info N°219 2ème trimestre 2000
Le Monde 21 mai 2000: Cancer de la Thyroïde une maladie rarement mortelle. P. Benkimoun
Pr A. Aurengo: Conférence du 28 Septembre 2000;
Enerpresse: 16/10/2000 (Propos du Pr A. Aurengo)
M. Tubiana: lettre du 17/05/2000 au Médiateur de le Rédaction de France 2
La Revue du Praticien 1999, 49 Tchernobyl 13 ans après: conséquences pour la population.
Enerpresse N°s 7322 et 23 / IPSN 11 et 12 mai 1999: Tchernobyl en quelques chiffres
A. Doury Limites de radiotoxicité des nuages de Tchernobyl; Fusion Janvier-Février 1999
Z. Jaworowski Une évaluation réaliste des effets de Tchernobyl sur la santé; Fusion Janvier-Février 1999
IPSN Bilan écologique et sanitaire de Tchern.: La Correspondance Nucléaire 30/04/1999
P. Grau: Pourquoi Tchernobyl? Le Figaro 3 juin 1996
Foratom:L'Accident de Tchernobyl p. 305 à 334
C. Mandil: L'Energie Nucléaire en 110 questions. Octobre 1996
SFEN Tchernobyl: Le Vrai, Le Faux, L'Incertain. Avril 1996
CEI Nouvelles de Moscou 14/11/1993 "Les réacteurs RBMK sont encore valables"
C. Socias: Lettre à Louis Bayeurte Maire de Fontenay s/s Bois 19/11/93
Segodnia:Un nouveau Tchernobyl est impossible dans les RBMK., Ukraine N° 1 27/04/93
Le Monde diplomatique: Du Risque Majeur à la Société Autoritaire; mai 1992
Déclaration des Sociétés Savantes 30 octobre 2000 communiquée aux Psdt de France Télévision et du CSA.

http://www.fisicamente.net/index-504.htm

Swisström
24-12-2006, 22:05
PER CHI FOSSE INTERESSATO A LEGGERLO, LO RIPOSTO CON UNA FORMATTAZIONE CHE LO RENDE LEGGIBILE
Buon Natale.





LE CAUSE DELL'AVVENIMENTO CHERNOBYL

di Jacques FROT*
da: http://www.ecolo.org


Il 26 aprile 1986, verso l'una del mattino, il reattore n°4 della centrale ucraina di Cernobyl, nel corso di un test a bassa potenza richiesto dall'autorità centrale di Mosca, fu soggetto ad un'escursione di potenza: in qualche secondo la stessa raggiunse valori dell'ordine di 100 volte quella nominale; poiché il fluido termovettore - acqua leggera - non era più in grado di smaltire questa enorme quantità di calore, si è vaporizzato in una frazione di secondo, causando alle ore 1 23 minuti e 44 secondi (ora locale) un'esplosione di vapore. Il reattore fu distrutto. Una radioattività dell'odine di 12 Exabequerel (circa 300 milioni di Curies) si è liberata nell'atmosfera in una decina di giorni, contaminando in modo significativo una zona di 150 000 km2, abitata da circa 6 milioni di persone e producendo su una gran parte dell'Europa un aumento misurabile della radioattività.

L'avvenimento Cernobyl presenta due aspetti:

A. L'esplosione del reattore nucleare sovietico RBMK n° 4;
B. I danni sanitari conseguenti

Esamineremo di seguito gli aspetti separatamente, dato che i danni sanitari non erano una conseguenza inevitabile dell'esplosione. Tuttavia alcune cause, di natura politica, hanno influenzato questi due aspetti dell'avvenimento.
Ricordiamo che, prima di Cernobyl, il nucleare civile del mondo libero aveva conosciuto due incidenti principali : quello del reattore GCR di Windscale in Gran Bretagna nel 1957 e quello del reattore PWR n°2 della centrale di Three Mile Island negli USA nel 1979. Ciascuno dei due incidenti fu classificato al livello 5 della scala internazionale degli avvenimenti nucleari - scala INES - che comporta 8 livelli (da 0 a 7) e che fu definita dopo Cernobyl. Contrariamente all'opinione comunemente diffusa, questi due incidenti non hanno causato morti né feriti e nessun studio epidemiologico ha messo in evidenza un qualunque impatto sanitario.

A. CAUSE DELL'ESPLOSIONE DEL REATTORE N°4 DI CHERNOBYL

Questo reattore da 1000 MWe Ce réacteur de 1000 MWe è del tipo RBMK ad acqua leggera bollente, moderato a grafite. Oltre alla produzione di elettricità, aveva per obiettivi la produzione di plutonio 239 di grado militare, quindi poco irraggiato : a questo scopo era equipaggiato di un dispositivo di carico/scarico del combustibile durante la marcia, cioè senza arresto del reattore.

Le cause dell'esplosione sono di tre tipi:

A1. Errori di concezione
A2. Sbagli di gestione/Errori del personale di esercizio
A3. Cause politiche

A1. Errori di concezione

A11. Il nocciolo di questo tipo di reattore è instabile sotto i 700 MWth (poco meno del 25% della potenza nominale). In breve, a bassa potenza, ogni tendenza all'incremento viene amplificata rapidamente ed automaticamente : il reattore diviene difficilmente controllabile. Questo aspetto, specifico dei reattori RBMK, è estremamente pericoloso e fortunatamente è assente in tutti i reattori di concezione non sovietica e nei reattori PWR sovietici (VVER). In tutti i reattori, esclusi gli RMBK, ogni reazione nucleare che tende all'incremento viene, per le caratteristiche del reattore, automaticamente rallentata.

L'esplosione di Cernobyl è avvenuta, precisamente, nel corso di una prova a bassa potenza, ossia in un contesto di instabilità in quel reattore. Gli ingegneri russi conoscevano questa instabilità e così gli esperti francesi e britannici : un monito era già stato lanciato - inutilmente - al potere sovietico ben prima dell'incidente di Cernobyl. Immaginatevi un autobus che rischia di uscir di strada in montagna con un volante che non risponde più!!

A12. L'inserimento completo delle barre di controllo del RMBK è lento : richiede una ventina di secondi (< 2 secondi in tutti gli altri reattori del mondo, eccetto i RMBK) e ciò è troppo lento per impedire l'incremento di potenza del nocciolo allorché stia funzionando nella sua regione di instabilità. Le barre di arresto di emergenza ad inserimento rapido non esistono nei reattori RMBK. Immaginatevi che i freni dell'autobus non forniscano tutta la loro potenza che20 secondi dopo il "colpo sui pedali dell'autista"!!

A13. Le barre di controllo, costituite di carburo di boro, hanno all'estremità una punta in carbonio che, nella fase iniziale di inserzione delle barre inizia ad aggiungere reattività… invece di diminuirla! Come se la prima risposta al "colpo sui pedali dell'autista" fosse un'accelerata del motore dell'autobus a piena potenza per qualche secondo!! Questo fenomeno pericoloso era stato riscontrato nel 1983 (3 anni prima di Cernobyl) su un reattore RMBK della centrale di Ignalina.

A14. La funzione di moderatore - rallentamento dei neutroni - è assicurata da 600 tonnellate di grafite. Qui non si tratta proprio di un errore di concezione ma piuttosto di una debolezza : la grafite molto calda si infiamma all'aria libera, l'incendio vaporizza i radionuclidi contenuti nel reattore : la loro dispersione nell'atmosfera viene quindi fortemente favorita. I reattori occidentali ad acqua pressurizzata e ad acqua bollente non contengono né grafite (carbonio) né sostanze infiammabili.

A15. I reattori RMBK non posseggono né dispositivi di purificazione delle emissioni gassose né edificio di contenimento : un simile edificio avrebbe almeno, nel peggiore dei casi, diminuito notevolmente e rallentato la fuoriuscita di radioattività nell'ambiente.

Questo tipo di contenimento protegge i reattori di tutto il mondo, compresi i PWR ultima generazione (VVER 1000) dell'ex Unione Sovietica e dei suoi ex-satelliti. Il reattore incidentato di TMI ne era equipaggiato : non vi fu fuoriuscita significativa di radioattività. Privo di questo contenimento, il reattore RMBK è come un autobus senza carrozzeria : queste evidentemente è una protezione maggiore, indispensabile.

Per riassumere, abbiamo un autobus senza carrozzeria, dove il volante non risponde più e nel quale il sistema di frenatura lancia il veicolo a piena velocità per qualche secondo, prima di rallentarlo efficacemente, una ventina di secondi dopo… ossia ben dopo che il veicolo sia finito nel fosso o contro un muro.

A2. Errori e Colpe del personale di esercizio

6 errori e colpe umane sono stati identificati : 2 violazioni di consegne permanente (funzionamento prolungato a meno di 700 MWth, meno di 30 barre di controllo inserite nel nocciolo) ; 1 mancato rispetto delle procedure di prova ; 3 messe in fuori servizio volontarie di dispositivi di sicurezza (lo spruzzamento di sicurezza e, successivamente, 2 dispositivi di arresto di urgenza).

Evidentemente il personale, insufficientemente addestrato, non aveva la percezione della pericolosità delle sue azioni. Se si fosse evitato uno solo di questi 6 errori l'esplosione non sarebbe successa.

Sarebbe comunque troppo facile addebitare agli operatori la responsabilità della catastrofe : hanno fatto il loro lavoro, forniti della sola formazione che era stata loro data ; e questa era insufficiente ed incongruente con la mancanza di sicurezze passive dell'installazione. L'ignoranza della neutronica del nocciolo RMBK impediva loro di comprendere le conseguenze delle decisioni che prendevano : inoltre il reattore era nel corso di una prova a bassa potenza, secondo un programma che prevedeva delle deroghe significative alle regole permantenti di esercizio.
Circa le consegne di esercizio - sia le consegne permanenti che quelle specifiche della prova da eseguire - erano incomplete ed imprecise.

L'esame dettagliato di cosa è avvenuto nelle ore e nei minuti precedenti all'esplosione mostra che essa non poteva non avvenire. E se si considera che il concetto di incidente è associato q quelli di alea ed incertezza - cioè probabilità - allora l'esplosione del reattore di Cernobyl non è un incidente. Questa riflessione ci conduce alle cause politiche.

A3. Cause politiche

In piena guerra fredda - che minacciava a volte di divenire calda - la funzione militre plutonigena del RMBK forniva alla concezione, alla costruzione ed all'esercizio di reattori di questa filiera un carattere d'urgenza che non concedeva le "perdite di tempo" che avrebbero comportato i perfezionamenti assolutamente necessari alla sicurezza di questi reattori. L'obiettivo a cui erano sottomessi gli ingegneri e gli scienziati era uno solo : produrre plutonio militare quanto più possibile, quanto prima possibile.

I problemi di bilancio avevano la stessa natura : non si volevano ridurre le spese ma semplicemente, con i fondi a disposizione, produrre il più rapidamente possibile la massima quantità del miglior 239Pu di grado militare.
È per questo che il 2 maggio 1986 (6 giorni dopo l'esplosione) il Ministro dell'Elettrificazione dichiarava ad una riunione del Politburo: "Nonostante l'incidente, il gruppo di costruzione adempie ad i suoi obblighi socialisti e si lancerà presto nella costruzione del reattore n°5".

La cultura del segreto era universale nell'URSS. Essa imponeva la segregazione delle conoscenze : nessuno poteva detenerne la totalità ed integrare tutti gli aspetti della sicurezza di esercizio. In materia di nucleare civile questa cultura sovietica del segreto perdurerà fino al 1989.

Alcuni scienziati conducevano un discorso rigorosamente onesto ; altri, ugualmente competenti e riconosciuti tali ma mossi più da interesse personale che da desiderio di obiettività scientifica, non avevano il coraggio del rigore ed accettavano dal potere politico, a volte persino incoraggiavano, alcune decisioni insensate o pericolose. Ai dibattiti di idee scientifiche, tecniche e tecnologiche si sostituivano le lotte di potere.

I difetti di concezione del reattore non erano dovuti ad incompetenza degli ingegneri : erano il risultato della dittatura burocratica che presiedeva a tutte le decisioni nel sistema sovietico, compreso il campo della sicurezza.

È chiaro che l'esplosione del reattore di Chernobyl fu resa possibile dalle molteplici traversie del sistema sovietico. Si può quindi affermare che l'aspetto incidentale di Chernobyl è stato sovietico prima di essere nucleare.

B. CAUSE DEI DANNI SANITARI

I danni sanitari conseguenti all'esplosione del reattore di Cernobyl non erano una conseguenza inevitabile. Le sole conseguenze inevitabili dell'esplosione erano la distruzione completa del reattore, la morte di due operatori presenti sul tappo del reattore al momento dell'esplosione e la contaminazione radioattiva di vasti territori. Tuttavia le circostanze furono tali da dare danni sanitari, che riassumiamo prima di esaminare le cause immediate e le cause profonde.

B1. I danni sanitari

La realtà dei danni sanitari che sono conseguiti all'incidente di Chernobyl ha dato luogo, dal 1986, a molte polemiche. Gli organi nucleari mondiali se sono visti spesso rinfacciare di minimizzarne l'entità. Al contrario gli ambienti politici - in particolare gli ecologisti -, i giornalisti e gli industriali (quelli che vivono di energie fossili) non si sono peritati di drammatizzare ingiustificatamente. L'obiettiviità scientifica nel caso in questione, fu e rimane assente troppo sovente.

Questa ricerca di obiettività ci porta a riferirci all'ultimo rapporto dell'UNSCEAR - United Nations Scientific Comitee on the Effects of Atomic Radiations, Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti delle Radiazioni Ionizzanti Comité Scientifique des Nations Unies sur les Effets des Rayons Ionisants. I rappresentanti di 21 paesi partecipano ai suoi lavori. È sui risultati scientifici elaborati dall'UNSCEAR che i Governi mondiali si basano per la stima dei rischi e la determinazione delle regole di radioprotezione.

Il § 136 del rapporto consegnato all'ONU dall'UNSCEAR il 6 giugno 2000, afferma:

"Oltre all'aumento del cancro della tiroide nei bambini esposti, 14 anni dopo l'incidente di Chernobyl non vi sono evidenze di un impatto significativo sulla salute pubblica. Non si sono osservati aumenti della frequenza o della mortalità da cancro che possano essere atttribuiti alle radiazioni ionizzanti. Il rischio di leucemie, principale preoccupazione, non è cresciuto, neppure tra i "liquidatori". Non vi è ugualmente alcuna prova di altri disturbi non maligni, somatici o mentali legati alle radiazioni ionizzanti"

Segnaliamo che queste conclusioni dell'UNSCEAR sono coerenti con le osservazioni fatte dal 1945 su 86500 sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, che costituiscono ul gruppo epidemiologico di studio detto Coorte Hiroshima-Nagasaki (CHN). Questi sopravvissuti hanno evidentemente subito delle dosi e, ancor più, dei ratei di dose molto superiori a quelli degli irraggiati di Chernobyl.

Ricordiamo i dati seguenti che caratterizzano i danni sanitari di Chernobyl. Sono relativi ad una zona di 150 000 km2 ubicata attorno a Chernobyl e comune a Bielorussia, Ucraina e Federazione Russa.

a. 31 persone sono morte per gli effetti acuti dell'esplosione di Chernobyl. L'esplosione ha ucciso 2 operatori (nulla poteva evidentemente risparmiare la vita di questi due malcapitati) ; tra le 134 persone che hanno subito un irraggiamento acuto 28 sono deceduti nei 3 mesi seguenti all'incidente, 1 altro paziente è morto di trombosi coronarica

b. Circa 1800 casi di tumore alla tiroide sono stati registrati all'inizio del 2000 tra i soggetti che avevano meno di 18 anni al momento dell'incidente. Questo cancro, a mortalità molto bassa in linea di principio se curato bene e rapidamente, nel caso di Chernobyl ha causato qualche decesso: 10 fino ad oggi. Si può ritenere che ulteriori casi di tumore alla tiroide si presenteranno in futuro, con una mortalità ancora più bassa

c. Crescita del numero di suicidi e, più in generale, di morti violente presso i "liquidatori" e nella popolazione evacuata, che ha visto una consistente diminuzione della sua qualità della vita. È in questa popolazione evacuata e tra i liquidatori (313 000 ufficialmente) che risiede il danno sanitario di gran lunga peggiore (spesso mortale ma di fatto non valutabile), risultato di questa catastrofe.

d. Non si sono osservati eccessi d'anomalie congenite, né leucemie, né tumori solidi (a parte il cancro della tiroide).

Per quanto riguarda la Francia, non è stato messo in luce alcun effetto patologico. L'aumento della dose da radioattività ricevuto dalla popolazione francese a causa di Chernobyl sarà, nei 60 anni successivi alla catastrofe, dell'ordine di 1/100 della radioattività naturale. Nell'Est e Sudest del paese - zone più colpite perché più vicine e/o più sottoposte ai venti che hanno trasportato la radioattività proveniente da Chernobyl - l'eccesso di dose è stato, nei primi 12

mesi seguenti all'esplosione, dell'ordine del 10% della radioattività naturale. E la stessa varia da 1 a 10 da una regione all'altra della Francia senza che alcun studio epidemiologico abbia messo in evidenza un qualunque impatto sulla salute.

B2. Le cause immediate

In mancanza di un piano di intervento tupo "ORSEC" o di un Piano Specifico di Intervento [in Francia l'ORSEC è un piano di emergenza, che comprende un team di esperti,d a applicare in caso di calamità nazionali, comprese quelle nucleari. Il Piano Specifico di Intervento(PSI) è l'equivalente dei Piani di Emergenza Esterni delle installazioni nucleari italiane. ORSEC e PSI sono gestiti dall'autorità pubblica - NdT], le semplici ed elementari precauzioni che si elencano non furono messe in opera o, nel migliore dei casi, lo furono in ritardo:

· informazione immediata alla popolazione della consegna di restare a casa, con porte e finestre chiuse (informazione data 36 ore dopo l'esplosione)
· divieto di consumare latte fresco
· divieto di consumare tutti i prodotti agricoli locali
· distribuzione ed ingestione immediata di iodio stabile
· distribuzione di dispositivi di protezione individuale ai liquidatori del primo momento.

Lo iodio 131 (vita media 7,5 giorni) fu, nelle prime settimane, il principale responsabile degli incidenti di irraggiamento e, particolarmente negli anni che seguirono, dei numerosi casi di cancro alla tiroide. L'ingestione immediata di iodio stabile satura la tiroide ed impedisce di conseguenza la fissazione di iodio 131 cancerogeno su questa ghiandola.

B3 Le cause profonde

Come per l'esplosione del reattore, le cause profonde dei danni sanitari sono politici. Le misure elementari (indicate al § B.2) da prendere immediatamente furono ignorate dalle autorità locali e, sembra, dalle direzione della Centrale. Esse non conoscevano alcun piano di intervento rapido e non disponevano né di medicinali né di materiale di protezione o di misure di radioattività e di dose.

E tuttavia i problemi posti dagli incidenti nucleari erano conosciuti in URSS dagli anni '50: in quel decennio l'incidente di esercizio del complesso di Mayak aveva prodotgto più di 1800 casi di irraggiamento, ai quali si aggiungono gli incidenti a bordo di sottomarini nucleari. In totalei 500 casi di irraggiamento acuto causarono la morte di 433 persone. Negli anni '50 quindi, scienziati, medici, radiobiologi e fisici nucleari sovietici erano stati costretti a studiare la questione molto seriamente allo scopo di sviluppare delle tecniche efficaci di radioprotezione e di cura.

Nonostante la politica handicappante del segreto che impediva troppo spesso agli esperti ed ai ricercatori sovietici di partecipare alle riunioni ed incontri internazionali, le loro conoscenze in materia non avevano niente da invidiare a quelle dei paesi del mondo libero.

Il ricercatori sovietici avevano inoltrato al potere pubblico dei loro paesi le raccomandazioni utili: esse purtroppo furono, in gran parte, ignorate.

Negli anni '70 gli esperti sovietci avevano sviluppato, sperimentato (sugli animali e sugli uomini) e messo a punto un medicinale radioprotettore (denominato "preparato B", efficace contro l'irraggiamento esterno da raggi gamma e neutroni. La produzione industriale del "preparato B" cominciò nel 1977 allo scopo di predisporne degli stock in prossimità ed in tutte le installazioni nucleari civili e militari. Una versione più elaborata B-190 fu messa a punto nel 1984.

I biologi sovietici conoscevano altrettanto bene e da molto tempo il meccanismo di fissazione dello iodio sulla tiroide e l'importanza che rappresenta l'arma semplice ed efficace dello iodio stabile: avevano scelto lo ioduro di potassio. Dagli anni '70 conoscevano ugualmente come contrastare gli effetti del cesio e dello stronzio radioattivo.

Le complicazioni amministrative sovietiche, le difficoltà di budget e le diatribe politico-scientifiche fecero sì che, nel 1986, nessuna delle difese messe a punto, in particolare né il "preparato B" né lo ioduro di potassio fossero disponibili a Chernobyl!!

Precisiamo infine che, dal 1964, fu lanciato un progetto per l'elaborazione di un pianto di radioprotezione di urgenza in caso di incidente nucleare. Questo piano prevedeva tutte le misure oggi universalmente note: non rimanere all'esterno, chiudere porte e finestre, distribuire iodio stabile, evacuazione temporanea delle popolazioni minacciate, proibizioni o limitazioni nel consumo di prodotti alimentari contaminati, trasferimento del bestiame verso pascoli non contaminati, divieto di consumo di prodotti caseari locali, etc.

Ogni azione è accompagnata dai criteri del livello di radiazione che ne giustifica l'avvio. Questo piano di emergenza fu approvato dal Ministero della sanità dell'URSS il 18 Dicembre 1970… più di 15 anni pirma di Chernobyl ma rimase lettera morta. Un nuovo piano fu presentato nel 1985 ma respinto nel Settembre dello stesso anno, 7 mesi prima dell'incidente, dal Ministero dell'Ingegneria Nucleare dell'URSS perché l'incidente aveva effetti, ai quali il piano intendeva porre rimedio "che erano - disse - impossibili in URSS"!!!

La grande mole e la grande varietà delle conoscenze sviluppate dai ricercatori sovietici non furono diffuse fuori dalla comunità medica e nucleare dell'URSS. Le autorità civili locali non ne erano a conoscenza o le trascuravano. Al punto che, dopo l'esplosione, la maggioranza degli attori - operatori, quadri, dirigenti della centrale, autorità locali, autorità supreme - erano impreparate, incapaci di valutare le dimensioni del disastro, incapaci di definire le priorità ed avviare le azioni più urgenti…

È per questo che certi soccorritori - principalmente i pompieri della centrale - ricevettero delle dosi di irraggiamento mortali per aver lavorato troppo a lungo senza dispositivi di protezione adeguati e persino senza dosimetri nei posti dove il livello di radioattività era elevato. 28 di loro ci lasceranno la vita: questi 28 sacrifici erano evitabili.

È per questo che la popolazione di Pripyat (da 3 a 5 km dal punto zero) non fu informata ed evacuata solo il pomeriggio del 27 aprile, 36 ore dopo l'esplosione.

È per questo che non furono somministrate - o troppo tardi - agli abitanti delle zone circostanti le pastiglie di IK che avrebbero protetto la loro tiroide dall'assorbimento di iodio 131 cancerogeno.

Notiamo al proposito che la distribuzione di iodio stabile avvenne in Polonia e questo paese, di conseguenza, non ha visto eccessi di tumori tiroidei tra i giovani benché alcune zone di questo paese sono state abbondantemente interessate dalle ricadute di Chernobyl.

È per questo che l'offerta degli USA, il 1° maggio (5 giorni dopo l'esplosione) di inviare d'urgenza grandi quantità di iodio stabile (sotto forma di NaI) fu respinta.

È per questo gli 1800 cancri alla tiroide registrati ad oggi - e probabilmente imputabili allo iodio 131 liberato in atmosfera dal reattore esploso - erano quasi tutti certamente evitabili.

È per questo che bisognerà attendere il 2 maggio (7 giorni dopo l'incidente) perché venga proibito il consumo di latte e prodotti agricoli delle zone vicine a Chernobyl.

È per questo che, durante la primavera 1986, furono finalmente evacuate 120 000 persone senza che, per mancanza degli strumenti di misura necessari e per mancanza ugualmente di buona gestione da parte della comunità medica e scientifica delle conoscenze di radioprotezione e radiobiologia che avevano sviluppato gli scienziati sovietici ed il mondo intero, nessuno conoscesse la giustificazione di questa evacuazione.

È per questo che la paura si è instillata in una popolazione mal informata o disinformata e che ha capito presto che il potere pubblico non riusciva a gestire la situazione.

È per questo che la popolazione fu vittima delle leggende metropolitante che hanno fatto, e fanno ancora, la fortuna dei mercanti di paura della stampa locale, regionale ed internazionale.

È per questo che lo stress psicologico si è abbattuto su un grande numero di "liquidatori" e di evacuati, oltre a numerosi suicidi questi traumi psichici hanno portato a malattie respiratorie, digestive e cardiovascolari. Esse non sono direttamente collegate alle radiazioni ma costituiscono certamente di gran lunga il maggior danno sanitario imputabile a Chernobyl.

È per questo che il contesto politico ha impedito di evitare questi considerevoli danni sanitari e nonostante, da anni, tutte le tecniche mediche preventive e curative fossero presenti in URSS.

Si può dunque affermare che il danno sanitario dell'incidente di Chernobyl è, anche lui, sovietico prima di essere nucleare.


CONCLUSIONI

L'esplosione di Chernobyl e i danni sanitari che ne sono conseguiti sono stati resi possibili da un sistema politico che coltivava la segretezza e che non aveva ritenuto utile dare priorità allo sviluppo di una cultura di sicurezza adatta all'esercizio dei reattori nucleari. In questo, l'accaduto è innanzitutto sovietico.

Questa grave mancanza di cultura della sicurezza si è manifestata a tre livelli: quello della progettazione, quello dell'esercizio e quello dei piani di emergenza dopo un incidente grave. Con l'aiuto degli occidentali i reattori RBMK hanno beneficiato progressivamente, dal 1986, di miglioramenti concettuali in particolare relativi alle barre di arresto rapido ed alla stabilità del nocciolo. Ma la mancanza di edificio di contenimento dimostra ciò che che costituisce evidentemente una debolezza inaccettabile.

Circa la sicurezza di esercizio, essa è stata migliorata, ugualmente con l'aiuto dei paesi occidentali, da una parte con l'elaborazione e la messa in pratica di procedure molto più precise e soprattutto meglio rispettate e, d'altra parte, con un vigoroso sforzo di formazione del personale operativo. Una nuova esplosione tipo chernobyl su uno dei 13 RBMK ancora funzionanti è quindi divenuta poco probabile.

Tuttavia, nel contesto del livello molto elevato di sicurezza usuale nei paesi sviluppati, la situazione attuale non può essere considerata come totalmente accettabile: essa esige che vengano proseguiti i miglioramenti intrapresi.
Infine sono stati messi in atto nell'ex-URSS dei piani di emergenza destinati alla protezione della popolazione… laddove, prima del 1986, erano stati considerati un inutile lusso.

Gli errori di concezione degli RBMK sono intrinseci e, in particolare, la mancanza di confinamento del blocco reattore. Tutti gli altri reattori del mondo intero, compresi i reattori sovietici di recente costruzione (VVER 1000 e VVER 440 di 2a generazione) sfuggono a questi errori e sono, in particolare, dotati di contenimento.

Se quantunque avvenisse una fusione del nocciolo, estremamente poco probabile ma teoricamente non esclusa, l'edificio di contenimento, come mostra il precedente di T.M.I nel 1979, impedirebbe ogni fuga di prodotti radioattivi pericolosi per l'ambiente e la salute. Riguardo alla protezione della popolazione circostante, dal 1957 l'incidente di Windscale (reattore gas-grafite senza edificio di contenimento in calcestruzzo precompresso) ha mostrato l'effcacia di un piano di intervento ben elaborato, messo in opera e verificato .

È quindi possibile concludere che un evento tipo Chernobyl (esplosione distruttiva del reattore e del suo contenimento accompagnata da conseguenze sanitarie ed ambientali molto gravi) non è possibile fuori dall'ex-URSS e suoi paesi satelliti.

Non dimentichiamoci inoltre che anche il reattore di Chernobyl, com'era nel 1986, non sarebbe esploso se lo staff di operazione, al fine di eseguire fedelmente un programma di test mal definito e pericoloso, non avesse deliberatamente messo fuori servizio numerosi dispositivi di sicurezza.

Jacques FROT

Novembre 2000

*J. Frot Ingegnere, ex-Direttore di Mobil Oil Française; Membro del Comitato Scientifico dell'AAPN (Associazione Ambientalisti Per il Nucleare), fondatore e animatore del Gruppo Comunicazione (GR.COM) dell'AAPN.

Bibliografia

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Pr. L.A. Ilyin Chernobyl: Myth and Reality 1994-95
UNSCEAR 48th session April 1999 Exposures and Effects of the Chernobyl accident. Annex G
UNSCEAR 49th session May 2000 Exposures and Effects of the Chernobyl accident Annex G
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Le Monde 21 mai 2000: Cancer de la Thyroïde une maladie rarement mortelle. P. Benkimoun
Pr A. Aurengo: Conférence du 28 Septembre 2000;
Enerpresse: 16/10/2000 (Propos du Pr A. Aurengo)
M. Tubiana: lettre du 17/05/2000 au Médiateur de le Rédaction de France 2
La Revue du Praticien 1999, 49 Tchernobyl 13 ans après: conséquences pour la population.
Enerpresse N°s 7322 et 23 / IPSN 11 et 12 mai 1999: Tchernobyl en quelques chiffres
A. Doury Limites de radiotoxicité des nuages de Tchernobyl; Fusion Janvier-Février 1999
Z. Jaworowski Une évaluation réaliste des effets de Tchernobyl sur la santé; Fusion Janvier-Février 1999
IPSN Bilan écologique et sanitaire de Tchern.: La Correspondance Nucléaire 30/04/1999
P. Grau: Pourquoi Tchernobyl? Le Figaro 3 juin 1996
Foratom:L'Accident de Tchernobyl p. 305 à 334
C. Mandil: L'Energie Nucléaire en 110 questions. Octobre 1996
SFEN Tchernobyl: Le Vrai, Le Faux, L'Incertain. Avril 1996
CEI Nouvelles de Moscou 14/11/1993 "Les réacteurs RBMK sont encore valables"
C. Socias: Lettre à Louis Bayeurte Maire de Fontenay s/s Bois 19/11/93
Segodnia:Un nouveau Tchernobyl est impossible dans les RBMK., Ukraine N° 1 27/04/93
Le Monde diplomatique: Du Risque Majeur à la Société Autoritaire; mai 1992
Déclaration des Sociétés Savantes 30 octobre 2000 communiquée aux Psdt de France Télévision et du CSA.

Amodio
24-12-2006, 22:13
una citta di 6 milioni di persone :(
gli furono fatte fare le valigie dicendo che sarebbero stati trasferiti solo una settimana, in realta' nessuno torno' mai piu' nelle loro case :(

anzi...a distanza di 20 anni è diventata una citta' invasa dai ladri, oramai derubata di tutto (cavolo! i ladri non hanno paura neanche di morire pur di arruffare qualcosa :doh: )

spero che la storia insegni :read:

LUVІ
24-12-2006, 23:11
Abbastanza semplificato, scritto per essere di facile comprensione ma, mi sembra, fedele ai fatti.

LuVi

gpc
25-12-2006, 19:58
L'ho letto velocemente ma mi sembra corretto.

Marci
25-12-2006, 21:10
poco tempo fa fu fatto uno speciale di quark su quanto successo a Chernobiyl

gpc
25-12-2006, 21:51
poco tempo fa fu fatto uno speciale di quark su quanto successo a Chernobiyl

Una puntata che mi lasciò sinceramente molto perplesso, anche perchè andava in totale contrasto con il dossier rilasciato poco prima dall'OMS (se non ricordo male).

RiccardoS
28-12-2006, 08:16
PER CHI FOSSE INTERESSATO A LEGGERLO, LO RIPOSTO CON UNA FORMATTAZIONE CHE LO RENDE LEGGIBILE
Buon Natale...[cut].


pork... e io che l'avevo già letto tutto facendo i salti mortali con gli occhi... :muro: :muro: :D


Articolo molto interessante, ma qualche domanda:

nella puntata di Quark che ne ha parlato, Piero Angela diceva che il reattore sotto la colata protettiva di cemento, era ancora caldo: come è possibile? cosa intendeva esattamente? Che dopo 20 anni c'è ancora del calore? :eek:

x luvi e gpc: come fate a dire che vi sembra fedele ai fatti? conoscete la storia per come è andata realmente? avete altre fonti più sicure?

bjt2
28-12-2006, 10:19
pork... e io che l'avevo già letto tutto facendo i salti mortali con gli occhi... :muro: :muro: :D


Articolo molto interessante, ma qualche domanda:

nella puntata di Quark che ne ha parlato, Piero Angela diceva che il reattore sotto la colata protettiva di cemento, era ancora caldo: come è possibile? cosa intendeva esattamente? Che dopo 20 anni c'è ancora del calore? :eek:

x luvi e gpc: come fate a dire che vi sembra fedele ai fatti? conoscete la storia per come è andata realmente? avete altre fonti più sicure?

Perchè l'uranio 238 se colpito da neutroni si trasforma in nettunio che poi si trasforma in plutonio. E il plutonio è fissile con i neutroni. In sostanza i vari materiali radioattivi emettono neutroni, che trasmutano e fissionano il "brodo" di elementi vari... Non credo si sappia con certezza tutte le fissioni che stanno avvenendo... Solo la fissione dell'uranio 235 può avvenire in 40 modi diversi... E quindi i vari sottoprodotti possono decadere nei modi più disparati (alfa, beta, gamma oltre a neutroni lenti e/o veloci). Figuriamoci seguire tutte le vicende...

RiccardoS
28-12-2006, 10:24
Perchè l'uranio 238 se colpito da neutroni si trasforma in nettunio che poi si trasforma in plutonio. E il plutonio è fissile con i neutroni. In sostanza i vari materiali radioattivi emettono neutroni, che trasmutano e fissionano il "brodo" di elementi vari... Non credo si sappia con certezza tutte le fissioni che stanno avvenendo... Solo la fissione dell'uranio 235 può avvenire in 40 modi diversi... E quindi i vari sottoprodotti possono decadere nei modi più disparati (alfa, beta, gamma oltre a neutroni lenti e/o veloci). Figuriamoci seguire tutte le vicende...

mmhhhh imho la parola "fissione" indica un processo diverso... forse intendi che sotto le macerie c'è del materiale che sta decadendo e questo provoca l'emissione di energia misurabile, anche a 20 anni di distanza, come calore?

dantes76
28-12-2006, 12:19
mmhhhh imho la parola "fissione" indica un processo diverso... forse intendi che sotto le macerie c'è del materiale che sta decadendo e questo provoca l'emissione di energia misurabile, anche a 20 anni di distanza, come calore?

questo e' molto piu complesso, come articolo

http://www.fisicamente.net/index-500.htm

bjt2
28-12-2006, 13:38
mmhhhh imho la parola "fissione" indica un processo diverso... forse intendi che sotto le macerie c'è del materiale che sta decadendo e questo provoca l'emissione di energia misurabile, anche a 20 anni di distanza, come calore?

Anche. Ogni atomo quando decade, emette una particella ad una certa energia, che viene termalizzata quando essa rallenta o è assorbita nel reticolo stesso... Oltre ovviamente alle fissioni che avvengono...

dantes76
28-12-2006, 13:46
Interno del reattore 4, filmato del 2006
al .00.49 del filmato viene spruzzato qualcosa, ma non capisco cosa>_>


http://youtube.com/watch?v=PDaP0UZVbE0&mode=related&search=

http://youtube.com/watch?v=ten4AQKDiFY

ci stava pure quello della "zampa dell'elefante", dico come video, ma non lo trovo piu'

sander4
28-12-2006, 13:52
credo spruzzino qualcosa per aiutare a mantenere sotto controllo una reazione (ipotetica) considerando che si crede che c'è ancora benzina, e non poca, nel reattore