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View Full Version : donne a rischio: troppo fumo, alcol e stress


Adric
05-09-2005, 11:56
Venerdì 2 Settembre 2005

Donne a rischio: troppo fumo, alcol e stress

Sempre più femmine colpite da malattie “maschili” come infarto e cancro ai polmoni

di CARLA MASSI

ROMA - E’ il paradosso della parità: le malattie ”maschili”, come l’infarto o il tumore del polmone, ormai colpiscono in modo pesante anche le donne. Che, negli ultimi quindici-venti anni, hanno, evidentemente, fotocopiato il comportamenti dei loro partner. Stress da lavoro, pacchetti interi di sigarette, alcol oltre il limite, sovrappeso, droga. In Italia, come nel resto d’Europa. Tanto che è proprio un comitato di cardiologi che ha deciso di lanciare l’allarme durante l’annuale congresso degli specialisti europei che, da domani, per quattro giorni, si svolgerà a Stoccolma. Verrà allestita una zona dedicata esclusivamente allo studio delle cardiopatie nelle donne per il confronto tra 25mila ricercatori.
E’ la prima volta che, in un convegno così importante, la medicina divide la malattia in maschile e femminile. Sono le diagnosi e l’analisi delle patologie che hanno costretto i cardiologi ad affrontare e studiare la differenza: negli ultimi quindi anni è cresciuto del 15% il numero delle donne, sotto i 50 anni, che hanno avuto problemi cardiovascolari importanti. Roberto Ferrari, ordinario di Cardiologia a Ferrara è vicepresidente della Società europea e, sul tema, ha fatto una ricerca: «E’ arrivato il momento di sensibilizzare i medici ma anche le donne. I ”segni“ della malattia, infatti, vengono troppo spesso sottovalutati anche da loro. Il nostro lavoro è proprio quello di confrontare i diversi tipi di terapia per lui e per lei». Oggi, in Italia, l’infarto uccide 33mila donne l’anno, circa il triplo dei decessi causati dal tumore del seno (11mila). Per le donne che hanno già subito un attacco al cuore il rischio di un nuovo infarto fatale è doppio rispetto alla popolazione maschile.
Ma su questo, ragazze e signore, non devono essere informate se si confrontano i dati che riguardano alcol, fumo, droga e obesità. E’ davvero il trionfo del tanto, dell’esagerazione. In un decennio le alcoldipendenti, da noi sono più di diecimila, sono aumentate del cento per cento. La percentuale dei ricoveri di pazienti per malattie correlate all’alcol è triplicata. Casalinghe ma anche donne in carriera, donne mature ma, soprattutto, ragazze giovani. Che già a 16 anni avvicinano i superalcolici. Stesso discorso per le sigarette. Mentre il numero dei fumatori continua lentamente a scendere, quello delle fumatrici sale. Le adolescenti in prima fila. «E la prova - commenta Francesco Cognetti, direttore scientifico dell’Istituo regina Elena di Roma - la prova è che, in un ventennio, il numero dei casi cancro al polmone nelle donne è più che raddoppiato. Erano circa 600mila all’inizio degli anni Ottanta, oggi superano il milione. E il primo colpevole è il fumo». La neoplasia del polmone, fino a quindici anni fa, veniva vista come malattia quasi esclusivamente maschile. Ora non più. E gli specialisti credono che, se dovesse continuare questa tendenza, il numero dei casi negli uomini e nelle donne potrebbe diventare quasi lo stesso. Chi “legge” la situazione è convinto che presto ci sarà un’inversione di tendenza. Che smetteranno di farsi così del male. «Bisogna aspettare - spiega Roberta Pacifici, dirigente di ricerca dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità - ma anche per le donne arriverà il momento in cui cominceranno a difendersi dalle dipendenze. Negli uomini, verso il fumo, è già accaduto. Le donne, invece, continuano ad andare in controtendenza. Conoscono i danni che corrono ma, per arrivare dove sono arrivate, hanno usato gli stessi strumenti degli uomini. Ma ancora, evidentemente, non sono in grado di sganciarsi dalle dipendenze. Lei cura la sua estetica, pensa alla chirurgia plastica ma, purtroppo, è ancora così schiava di una sigaretta». Come se l’emancipazione, appunto, dovesse passare anche attraverso la capacità di vincere la dipendenza dall’alcol e dal tabacco. Vediamo l’alcol: il picco più alto si registra nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni e in quella delle signore “mature” tra i 45 e i 64 anni. Proprio questa seconda fascia impensierisce i medici. «Sono sempre di più le pazienti che arrivano nei nostri studi con problemi di questo tipo - confessa Claudio Cricelli, segretario della Società italiana medici di medicina generale -. E dobbiamo tutti imparare a farci i conti. Trovare strategie terapeutiche adeguate per le nonne come per le nipoti. Si sappia che l’apertivo alcolico, per le ragazzine di 12 anni, è ormai diventato un obbligo da rispettare per sembrare grandi. Insieme alla prima sigaretta».

(Il Messaggero.it)

razziadacqua
05-09-2005, 15:20
cazz ai cred...a 14anni le vedì già andare vestite in giro e fumare come donne di strada...a 15le raccogli ubriache per la strada invece...
(un buono ascolto sarebbe "Bambine troie"dei gem boy :°°D )

io son di Pesaro,non sò dalle vostre parti,ma qui la cosa sta cominciando a far schifo...fumano e bevono peggio di noi ormai...il tutto per far le fighe,le donne di mondo,le donne stressate dallo studio che devono sfogare lo stress...

cazzo pure la mia morosa beve peggio di me a momenti e ha cominciato a fumare a ...14?15?va là che adess piano piano sta smettendo....

^TiGeRShArK^
05-09-2005, 15:30
:rotfl:
devi andare in slovakkia allora!
là nn solo bevono quanto te...ma se per caso t salta x la testa la malsana idea d provare a ubraicarle...sono loro ke ubriacano te....bevono quanto spugne! :p

Gyxx
05-09-2005, 15:33
Tristi verità, purtroppo !

Al solito, con l'imitazione di uno stile di vita che porta al "presunto" successo, la cosa + imitata è proprio il comportamento sbagliato ....

...cmq questi dati confermano qualcosa che già da tempo si intuiva : + che una terapia ed una prevenzione mirata al sesso ( a meno di differenze sostanziali, tipo è DIFFICILE che ad una donna venga il tumore alla prostata almeno quanto ad un uomo il tumore all' ovaia :D ) delle malattie tumorali e cardiovascolari, la prevenzione e le cure andrebbero mirate agli stili di vita che si seguono ....

.. la cosa brutta è che con la globalizzazione si globalizzano anche questo tipo di problemi : se mi permettete la battuta, siamo riusciti nella difficile impresa di importare qui in Italia, ad esempio,le malattie da stress degli americani, ma mantenendo gli stipendi italiani .....

..invece di prendere il meglio da tutte le culture, spesso si fà il contrario ....

Ciao

Gyxx