tulifaiv
03-01-2009, 23:29
Ecco gli ultimi due orrori della Lega, che ho pescato in qualche paragrafo di un quotidiano in casa, invece che spiattellati in prima pagina.
21 luglio 2008 - http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/21/Bossi_gestaccio_all_inno_basta_co_9_080721002.shtml
Bossi, gestaccio all' inno «E basta docenti dal Sud»
DAL NOSTRO INVIATO PADOVA - «Schiavi di Roma? Toh, toh, toh...». Umberto Bossi esibisce il dito medio e per tre volte lo ficca in direzione dei tre punti cardinali che ha di fronte. Giusto il tempo che le agenzie lancino la notizia e si scatena il pandemonio, con una raffica di dichiarazioni da destra e da sinistra sul vilipendio all' inno nazionale. In serata però, a Soncino in provincia di Cremona, il Senatùr fa spallucce e insiste: «Il Va' , pensiero di Verdi è molto meglio». Il capo del Carroccio in mattinata è a Padova per un appuntamento importante: il congresso della Liga veneta che reincoronerà Gianpaolo Gobbo a segretario regionale e vedrà il lancio del giovane sindaco di Verona Flavio Tosi a possibile candidato presidente della Regione. La scena clou arriva mentre il capo leghista sta parlando del federalismo fiscale. Bossi parte dolce, spiega che «la perequazione tra le regioni ricche e quelle povere è giusta». Senonché, prosegue, «adesso chi più spende, più soldi riceve dallo Stato. La chiamano spesa storica ma è una truffa, una vergogna...». E promette: «La toglieremo». Poi, appunto, leva il dito medio e nel visibilio leghista si concede il passaggio sull' inno nazionale. Prima di chiudere il capitolo, c' è ancora il tempo per un' ultima sortita: «E lo Stato non sarebbe fascista? Se non è fascismo questo...».
Ho tagliato la polemica sull'ennesima bocciatura del figlio di cui e` gia` stato ampiamente discusso... :asd:
Mi chiedo: perche` questa diavolo di sinistra, anziche` lanciare la solita "raffica di dichiarazioni sul vilipendio all'inno nazionale", di cui abbiamo le scatole ben piene, non denuncia il nostro caro presso un magistrato?
Ora eccone un'altra, piu` recente e secondo me piu` inquietante.
10 ottobre 2008 - http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/10/la-costituzione-agli-studenti-la-lega-insorge.html
ROMA- La Lega non vuole che il governo "regali" agli studenti italiani una copia della Costituzione. I leghisti non ne vogliono proprio sentir parlare e ieri mattina hanno lasciato per protesta l' aula di Montecitorio che stava discutendo gli ordini del giorno al decreto Gelmini sulla scuola. Il testo presentato dal democratico Pierangelo Ferrari impegnava Palazzo Chigi a procedere alla distribuzione nelle scuole della Carta. Ma i leghisti hanno detto no perché la formulazione originale prevedeva di dare "gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Venezia". Solo perché il testo era il primo di una serie fotocopia che tiravano in ballo tutte le province italiane e rappresentava una protesta per il "taglio" del dibattito seguito alla fiducia. Ma la citazione di Venezia è bastata perché la deputata leghista Paola Goisis annunciasse: «È chiaro che il nostro voto sarà contrario, anche perché non ho capito come si permettano i colleghi della sinistra di dire che bisogna mandare la Costituzione a Venezia, a Treviso, a Sondrio, nelle città del nord: studiatevela, che siete voi i razzisti!». Accusa che ha spinto subito Fini a riprenderla: «Onorevole Goisis, la Costituzione della Repubblica italiana è valida in qualsiasi parte del territorio nazionale», ha detto il presidente della Camera. È seguito un dibattito e un voto finale che ha visto approvare l' ordine del giorno Ferrari, riformulato con l' indicazione che la distribuzione deve avvenire in tutto il paese, con 441 sì, 14 astenuti e 2 no. I leghisti non hanno votato e sono usciti dall' aula per, - come ha spiegato il capogruppo Roberto Cota, - «evitare le strumentalizzazioni e le provocazioni della sinistra». Dietro l' incidente c' è anche l' atteggiamento del governo, rappresentato dal sottosegretario Giuseppe Pizza che prima aveva detto no all' ordine del giorno Ferrari e ne aveva chiesto la trasformazione in raccomandazione. Poi Pizza ha cambiato idea e ha detto sì al testo riformulato. Contro il parere della relatrice del provvedimento, Valentina Aprea, che si era detta contraria anche ad accettare il testo come raccomandazione e che lil Pdl la massimo si sarebbe astenuto. Alla fine ha votato a favore.
A chi avesse in mente di rispondere che la Lega si e` opposta solo per la storia di Venezia, in quanto il provvedimento del PD era chiaramente una protesta, rispondo che un soggetto che siede in Parlamento e opera contro la diffusione della Costituzione non dovrebbe avere nemmeno la faccia di sedersi ancora sugli scranni di Montecitorio, ma sappiamo bene che in Italia ci governa gente che altrove sarebbe probabilmente in galera per attentato alla Costituzione da un sacco di tempo, purtroppo.
21 luglio 2008 - http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/21/Bossi_gestaccio_all_inno_basta_co_9_080721002.shtml
Bossi, gestaccio all' inno «E basta docenti dal Sud»
DAL NOSTRO INVIATO PADOVA - «Schiavi di Roma? Toh, toh, toh...». Umberto Bossi esibisce il dito medio e per tre volte lo ficca in direzione dei tre punti cardinali che ha di fronte. Giusto il tempo che le agenzie lancino la notizia e si scatena il pandemonio, con una raffica di dichiarazioni da destra e da sinistra sul vilipendio all' inno nazionale. In serata però, a Soncino in provincia di Cremona, il Senatùr fa spallucce e insiste: «Il Va' , pensiero di Verdi è molto meglio». Il capo del Carroccio in mattinata è a Padova per un appuntamento importante: il congresso della Liga veneta che reincoronerà Gianpaolo Gobbo a segretario regionale e vedrà il lancio del giovane sindaco di Verona Flavio Tosi a possibile candidato presidente della Regione. La scena clou arriva mentre il capo leghista sta parlando del federalismo fiscale. Bossi parte dolce, spiega che «la perequazione tra le regioni ricche e quelle povere è giusta». Senonché, prosegue, «adesso chi più spende, più soldi riceve dallo Stato. La chiamano spesa storica ma è una truffa, una vergogna...». E promette: «La toglieremo». Poi, appunto, leva il dito medio e nel visibilio leghista si concede il passaggio sull' inno nazionale. Prima di chiudere il capitolo, c' è ancora il tempo per un' ultima sortita: «E lo Stato non sarebbe fascista? Se non è fascismo questo...».
Ho tagliato la polemica sull'ennesima bocciatura del figlio di cui e` gia` stato ampiamente discusso... :asd:
Mi chiedo: perche` questa diavolo di sinistra, anziche` lanciare la solita "raffica di dichiarazioni sul vilipendio all'inno nazionale", di cui abbiamo le scatole ben piene, non denuncia il nostro caro presso un magistrato?
Ora eccone un'altra, piu` recente e secondo me piu` inquietante.
10 ottobre 2008 - http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/10/la-costituzione-agli-studenti-la-lega-insorge.html
ROMA- La Lega non vuole che il governo "regali" agli studenti italiani una copia della Costituzione. I leghisti non ne vogliono proprio sentir parlare e ieri mattina hanno lasciato per protesta l' aula di Montecitorio che stava discutendo gli ordini del giorno al decreto Gelmini sulla scuola. Il testo presentato dal democratico Pierangelo Ferrari impegnava Palazzo Chigi a procedere alla distribuzione nelle scuole della Carta. Ma i leghisti hanno detto no perché la formulazione originale prevedeva di dare "gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Venezia". Solo perché il testo era il primo di una serie fotocopia che tiravano in ballo tutte le province italiane e rappresentava una protesta per il "taglio" del dibattito seguito alla fiducia. Ma la citazione di Venezia è bastata perché la deputata leghista Paola Goisis annunciasse: «È chiaro che il nostro voto sarà contrario, anche perché non ho capito come si permettano i colleghi della sinistra di dire che bisogna mandare la Costituzione a Venezia, a Treviso, a Sondrio, nelle città del nord: studiatevela, che siete voi i razzisti!». Accusa che ha spinto subito Fini a riprenderla: «Onorevole Goisis, la Costituzione della Repubblica italiana è valida in qualsiasi parte del territorio nazionale», ha detto il presidente della Camera. È seguito un dibattito e un voto finale che ha visto approvare l' ordine del giorno Ferrari, riformulato con l' indicazione che la distribuzione deve avvenire in tutto il paese, con 441 sì, 14 astenuti e 2 no. I leghisti non hanno votato e sono usciti dall' aula per, - come ha spiegato il capogruppo Roberto Cota, - «evitare le strumentalizzazioni e le provocazioni della sinistra». Dietro l' incidente c' è anche l' atteggiamento del governo, rappresentato dal sottosegretario Giuseppe Pizza che prima aveva detto no all' ordine del giorno Ferrari e ne aveva chiesto la trasformazione in raccomandazione. Poi Pizza ha cambiato idea e ha detto sì al testo riformulato. Contro il parere della relatrice del provvedimento, Valentina Aprea, che si era detta contraria anche ad accettare il testo come raccomandazione e che lil Pdl la massimo si sarebbe astenuto. Alla fine ha votato a favore.
A chi avesse in mente di rispondere che la Lega si e` opposta solo per la storia di Venezia, in quanto il provvedimento del PD era chiaramente una protesta, rispondo che un soggetto che siede in Parlamento e opera contro la diffusione della Costituzione non dovrebbe avere nemmeno la faccia di sedersi ancora sugli scranni di Montecitorio, ma sappiamo bene che in Italia ci governa gente che altrove sarebbe probabilmente in galera per attentato alla Costituzione da un sacco di tempo, purtroppo.